Storia della LETTERATURA ITALIANA
LE LINGUE VOLGARI IN EUROPA
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La lingua italiana che parliamo oggi ha origine nel
periodo che va dal V secolo al X secolo circa
Il LATINO si trasforma a contatto con le lingue
parlate dalle popolazioni germaniche
Nascono le lingue europee, parlate dalla gente, dal
VOLGO (POPOLO In latino), perciò dette volgari.
I PRIMI DOCUMENTI SCRITTI IN VOLGARE
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Compaiono nel IX secolo; in essi sono molto evidenti le
somiglianze con la lingua latina dalla quale derivano
INDOVINELLO VERONESE:
“Se pareba boves
Alba pratalia araba
Albo versorio teneba,
Negro semen seminaba”.
DIFFUSIONE DEL VOLGARE NEI SECOLI XIII E
XIV
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A partire dall'anno Mille si diffonde in Italia l'esigenza di
una lingua che sia compresa da tutti, non solo dalle
persone colte.
Fioriscono infatti le attività commerciali, aumentano gli
scambi, i viaggi, le relazioni politiche e culturali tra gli
Stati
Fino al secolo XIII il volgare rimane una lingua solo
parlata; i primi testi scritti in lingua volgare appare
all'inizio del 1200 grazie all'opera di alcuni poeti di
opere in prosa o poesia.
I primi poeti che tentano di mettere per iscritto la lingua
volgare operano a Palermo presso la corte
dell'imperatore Federico II.
IL CANTICO DI FRATE SOLE
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Venne scritto da Francesco d'Assisi nel 1224
Argomento: inno
di lode a Dio
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Temi: lode a Dio per la creazione
del Sole, della Luna...
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Lingua: volgare umbro
Somiglianze con il
latino
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http://www.youtube.com/watch?v=AeikVsSBSJk
FRANCESCO PETRARCA E IL CANZONIERE
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E’ uno dei più grandi poeti italiani di tutti i tempi;
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Vive nel 1300, si occupa prevalentemente di poesia d’amore
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E’ un uomo coltissimo e intelligente
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E’ autore della raccolta di poesie Il Canzoniere, scritto nel corso
di tutta la vita
Le liriche (poesie) scritte da lui diventano il modello a cui tutti i
poeti successivi (in tutta Europa) fanno riferimento per scrivere
poesie d’amore
La sua opera è importante perchè lui parla dei sentimenti
dell’uomo e di ciò che l’uomo prova e sente, del suo dolore, dei
suoi desideri, e questo modo di pensare è tipico dell’epoca
chiamata UMANESIMO (1400 – Quattrocento).
http://www.youtube.com/watch?v=AeikVsSBSJk
Chiare fresche e dolci acque
Canzone, vv.1-13
Chiare, fresche et dolci acque,
ove le belle membra
pose colei che sola a me par donna1;
gentil ramo ove piacque
con sospir' mi rimembra
a lei di fare al bel fianco colonna;
erba e fior' che la gonna
leggiadra ricoverse
co l'angelico seno;
aere sacro, sereno,
ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse:
date udïenza insieme
a le dolenti mie parole estreme.
Esercizio: rispondi alle domande:
- qual è la lingua usata da Petrarca in questa poesia?
- chi e cosa descrive l'autore?
- qual è il tema affrontato?
- individua qualche metafora contenuta nel testo.
- che forma metrica usa Petrarca in questa poesia?
Solo e pensoso
Solo et pensoso i più deserti campi
vo mesurando a passi tardi et lenti,
et gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio human la rena stampi.
Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti,
perché negli atti d’alegrezza spenti
di fuor si legge com’io dentro avampi:
sì ch’io mi credo omai che monti et piagge
et fiumi et selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch’è celata altrui.
Ma pur sì aspre vie né sì selvagge
cercar non so, ch’Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io co·llui.
Esercizio: rispondi alle domande:
- qual è la lingua usata da Petrarca in questa poesia?
- chi e cosa descrive l'autore?
- qual è il tema affrontato?
- che figura retorica è contenuta nel verso seguente: 'com'io dentro avampi'
(verso 8)?
- che forma metrica usa Petrarca in questa poesia?
- perché il poeta vuole stare solo?
GIOVANNI BOCCACCIO
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E’ uno dei più grandi scrittori italiani di
tutti i tempi.
Vive nel 1300, nasce a Firenze, scrive
prevalentemente in prosa, romanzi e
poemi, in lingua volgare e in lingua
latina.
E’ un uomo coltissimo e intelligente,
grande estimatore di Dante, ha scritto
molti testi di critica letteraria sulla
Divina Commedia
Ha scritto anche molte opere in lingua
latina, testimonianza del suo amore
per gli autori classici
Il suo CAPOLAVORO è la raccolta di
novelle DECAMERON, scritta tra il
1348 e il 1353 in lingua volgare
http://www.youtube.com/watch?v=AeikVsSBSJk
Il DECAMERON
Nel DECAMERON l'autore immagina che dieci giovani di Firenze lascino la città per
sfuggire all'epidemia di peste del 1348. Per dieci giorni (Decameron significa dieci
giorni), a turno ogni giovane sceglie un tema e tutti narrano una novella che si
accorda con il tema assegnato.
L'INTENTO DI BOCCACCIO è quello di rappresentare la vita reale nella sua
grande varietà di tipi umani, di atteggiamenti morali e psicologici, di vizi e virtù.
Nelle sue novelle l'eroe è l'UOMO, un uomo intelligente, simbolo della rinascita
umanistica del Quattro-Cinquecento.
Le novelle lette:
- FEDERIGO DEGLI ALBERIGHI
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Che tipo di genere è la NOVELLA?
Qual è il tema trattato in questa novella?
Chi sono i protagonisti?
Descrivi Federigo.
- ANDREUCCIO DA PERUGIA
- Qual è il tema trattato in questa novella?
- Chi sono i protagonisti?
- Descrivi le peripezie vissute da Andreuccio.
- qual è il messaggio che Boccaccio vuole dare con questo
racconto?
http://www.youtube.com/watch?v=AeikVsSBSJk
TRA IL QUATTROCENTO E IL
CINQUECENTO:
LUDOVICO ARIOSTO e l'ORLANDO FURIOSO
- LUDOVICO ARIOSTO
- nasce a Reggio Emilia nel 1474, entra a
servizio dei signori d'Este che gli affidano
incarichi politici e amministrativi;
-contemporaneamente lavora alle sue opere
letterarie che gli danno celebrità e gli
procurano immediate lodi;
- vive prevalentemente a Ferrara dedicando=
si alla revisione del suo capolavoro che è
l'ORLANDO FURIOSO
http://www.youtube.com/watch?v=AeikVsSBSJk
L'ORLANDO FURIOSO
L'Orlando Furioso è un POEMA EPICO, costituito da 46 canti. I
CANTI sono composti in OTTAVE di versi ENDECASILLABI.
TEMI PRINCIPALI:
- l'amore di ORLANDO PER ANGELICA;
-la pazzia di Orlando;
-il rinsavimento dell'eroe grazie all'aiuto dell'amico;
- la guerra combattuta da Carlo Magno in Francia contro Agramante
re dei Mori;
- la vita di corte nel Cinquecento (dame, cavalieri, combattimenti,
maghi, armi..)
L'Ariosto rivela di essere
un uomo del
Rinascimento soprattutto
nel suo capolavoro:
l'Orlando Furioso. In
questo poema, infatti,
emerge la sua capacità di
indagare con acuta
intelligenza nella
psicologia dei
comportamenti umani,
senza condannarli,
mettendone in risalto la
varietà e le contraddizioni.
Lui non è un moralista, a
lui piace descrivere il
modo in cui agisce l'uomo.
Angelica in sella al cavallo alato
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