Il Perdono d ‘Assisi.
(Testo e illustrazioni di suor Chiara Amata O.S.C. tratto dall’opuscolo
“Il Perdono d’Assisi”)
La forza dell’amore aveva reso l’uomo di Dio
FRANCESCO fratello di tutte le altre creature;
Diceva che niente è più importante della salvezza degli
uomini e lo provava con il fatto che il Signore nostro
Gesù Cristo si è degnato di morire sul legno della croce
per questa ragione.
Non è quindi meraviglia se la carità di Cristo lo rendeva
ancor più fratello di quanti insigniti dell’immagine del
Creatore:ogni uomo ed ogni donna.
Da qui derivava il suo impegno nella preghiera,
Il suo trasferirsi da un
luogo all’altro per predicare
e la sua preoccupazione di
dare buon esempio.
Dimentico di sé si era abituato a cercare non il proprio
interesse ma soprattutto quanto vedeva necessario alla
salvezza del prossimo.
Fu per questo fuoco di carità che Francesco
aveva in sé versotutti i fratelli che ottenne dal
Signore Gesù Cristo
L’INDULGENZA PLENARIA NELLA CHIESA DI
SANTA MARIA DEGLI ANGELI.
Una notte mentre Francesco
si trovava in orazione nella sua cella,,
gli apparve un Angelo di
Dio che gli disse:
“Vieni in chiesa
Francesco; ti attendono il Signore
Gesù Cristo e la Vergine Maria con una
moltitudine di Angeli”.
Francesco
si avviò
subito.
Ed entrato in chiesa vide il Signore Gesù Cristo glorioso con
la Vergine Maria alla sua destra e una grande moltitudine di
Angeli di splendore indicibile.
Francesco si prostrò
a terra e il Signore
Gesù gli disse:
Francesco, tu sei molto sollecito
della salvezza dei
fratelli;domanda
Dunque ciò che vuoi riguardo alla
salvezza di tutti.”
Francesco rispose: ”O Santissimo
Signore,io misero peccatore supplico
che ti piaccia concedere questa grazia
alla generazione umana:
L’INDULGENZA PLENARIA a tutti
quelli che verranno in questo luogo ed
entreranno in questa chiesa pentiti dei
loro peccati e avendoli confessati al
sacerdote;e supplico la Vergine Maria
perché interceda per tale
indulgenza.”.
“Quello che tu chiedi è grande –gli
disse il Signore - ma di maggiori cose
sei degno,Francesco, e voglio
esaudirti.Tu però,vai dal mio Vicario in
Terra, il Papa,e domandagli da parte
mia questa indulgenza. Gli dirai che ti
mando io.”
La mattina seguente
Francesco prese con sé frate
Masseo da Marignano e si
recò da Papa Onorio che in
quel tempo dimorava a
Perugia.
“Santo Padre – disse Francesco
– di recente a onore della
Vergine Madre di Cristo
riparai per voi una chiesa .
Prego vostra Santità che vi
poniate una indulgenza
conseguibile senza oboli.”
Il Papa rispose: ”Questo,stando
alla consuetudine, non si può
fare poiché è opportuno che
colui che chiede un’indulgenza la
meriti stendendo una mano ad
aiutare. Ma tuttavia indicami
quanti anni vuoi che io fissi
riguardo all’indulgenza.”
“Santo Padre – esclamò Francescopiaccia alla vostra Santità di
concedermi non anni, ma anime!
“In che modo vuoi delle
anime?”Chiese il Papa.
Il Beato Francesco rispose:”Santo
Padre,voglio, se ciò piace alla sua
Santità,che quanti verranno a questa
chiesa confessati, pentiti e come
conviene assolti da un sacerdote,siano
liberati dalla colpa e dalla pena in Cielo e
in Terra,dal giorno del Battesimo ,al
giorno e all’ora dell’entrata in questa
chiesa.”
Francesco
rispose:”Signor
Papa, ciò che
chiedo non viene
da me,ma lo
chiedo da parte di
Colui che mi ha
mandato: IL
SIGNORE GESÙ
CRISTO.”
“Molto è ciò che chiedi, o Francesco,disse il Papa - non è infatti
consuetudine alla curia romana
concedere una simile indulgenza.”
Allora il Papa,senza indugio proruppe
dicendo tre volte:
“ORDINO CHE TU
L’ABBIA!”
I cardinali presenti obiettarono:
“Badate ,Signor Papa, che se
concedete a costui una tale indulgenza
farete scomparire l’indulgenza della
Terra Santa e ridurrete a nulla quella
degli apostoli Pietro e Paolo che sarà
tenuta in nessun conto.”
Rispose il Papa: ”Gliel’abbiamo data e concessa, non possiamo né è
conveniente annullare ciò che è stato fatto,ma regoliamola in modo tale
che la sua validità si estenda solo per una giornata”.Allora chiamò
Francesco e gli disse: ”Concediamo che chiunque verrà ed entrerà nella
predetta chiesa,opportunamente confessato e pentito,sia assolto dalla
colpa e dalla pena e vogliamo che questa indulgenza,valga ogni anno in
perpetuo, ma solo per una giornata, dai primi vespri, compresa la
notte,sino ai vespri del giorno seguente.”
Mentre Francesco, fatto l’inchino, usciva dal palazzo, il Papa vedendolo
allontanarsi, chiamandolo disse: ”O semplicione,dove vai? Quale prova
porti tu di tale indulgenza?”
E il beato Francesco rispose: ” Per
me è sufficiente la vostra parola… Se
è opera di Dio, tocca a Lui renderla
manifesta. Di tale indulgenza non
voglio altro strumento, ma solo che la
Vergine Maria sia la carta, Cristo il
notaio e gli Angeli i testimoni.”
E poi lasciando Perugia e
ritornando verso Assisi a metà
strada in una località detta Colle,
ove era un lebbrosario, riposando
un po’ con il compagno si
addormentò.
Al risveglio,dopo la preghiera, Francesco chiamò il compagno e gli disse:
”Frate Masseo, ti dico da parte di Dio che l’indulgenza concessami dal
Pontefice è confermata in Cielo! “
TU SIGNORE SII BENEDETTO!
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