Leggiamo la realtà attraverso la statistica RAPPORTI STATISTICI e INDICATORI Scuola Secondaria 1°grado; Argomento: Leggiamo – Rapporti (30.10.14); Pacchetto: S1.A.5 Indice 1. Rapporti statistici 2. Un’applicazione : BES Rapporto statistico • è un quoziente tra due grandezze • almeno una è di natura statistica ossia riferita ad un fenomeno collettivo • tra le grandezze vi è una chiara relazione logica Senza l’impiego dei rapporti statistici, il confronto tra i valori assoluti di due o più caratteri può portare a conclusioni non corrette e non significative. Rapporti statistici • Rapporti di densità o rapporti medi • Numeri indici • Rapporti di coesistenza • Rapporti di composizione • Rapporti di derivazione Rapporti di densità o rapporti medi Una caratteristica quantitativa di un fenomeno viene rapportata ad una dimensione del campo in cui viene osservata ad esempio lo spazio o il tempo, o un gruppo di persone di riferimento Si possono calcolare rapporti di densità confrontando grandezze statistiche che siano entrambe flussi, entrambe stock, oppure un flusso e uno stock. Esempi I rapporti di densità sono alla base di molti indicatori sociali e di benessere, tra cui: Indice di dotazione di posti letto negli istituti di cura: Numero di posti letto Numero totale delle persone residenti Ricchezza netta media pro-capite: Totale della ricchezza netta delle famiglie Numero totale delle persone residenti Reddito medio disponibile pro-capite: Reddito disponibile delle famiglie Numero totale di persone residenti “Statistichiamo” un po' Le strutture residenziali nel 2010 avevano • 10 posti letto per mille abitanti al nord • 4 posti letto al Sud L’offerta più elevata si registra • in Valle d’Aosta, 17,4 posti letto • a Trento, 13 posti letto Il tasso più basso si osserva • in Campania, 2,7 • in Puglia, 3,3 Negli ultimi anni i posti letto sono aumentati, in modo diverso nelle diverse regioni. Numeri Indici • Consentono di confrontare le intensità o le frequenze di uno stesso fenomeno in tempi e luoghi diversi • numeri indici temporali • numeri indici territoriali o spaziali • Il termine con il quale vengono messi a rapporto (denominatore) si dice base degli indici • Sono numeri puri • per effettuare confronti tra variazioni di fenomeni diversi Numeri Indici semplici e complessi I numeri indici semplici consentono di confrontare le intensità o le frequenze di uno stesso fenomeno in due situazione diverse I numeri indici complessi sintetizzano la variazione di un fenomeno che ha molteplici manifestazioni. Sono ottenuti come medie (aritmetiche, geometriche, armoniche, … ), semplici o ponderate dei numeri indici semplici. Si tratta, quindi, di medie di rapporti. Numeri indici a base fissa e mobile Gli indici temporali che misurano le variazioni di uno stesso fenomeno nel tempo (anni, mesi, ecc.) posso essere calcolati: • a base fissa il denominatore è sempre uguale ad esempio, l’ammontare della popolazione di un dato anno come denominatore dei diversi ammontare della popolazione in vari anni • a base mobile, a variabile o a catena la base cambia di volta in volta e si rapporta ciascuna intensità a quella precedente il denominatore corrisponde all’anno precedente a quello dell’intensità posta a numeratore Esempio: numeri indici a base fissa e a base mobile Il reddito medio disponibile delle famiglie italiane è aumentato del 8,9% dal 2004 al 2011 Il reddito medio disponibile delle famiglie italiane è diminuito del 3,6% nel 2009 Rapporti di Coesistenza Mettono a confronto le frequenze o le quantità corrispondenti ad una modalità e la frequenza corrispondente ad un’altra modalità di uno stesso collettivo. • uno stesso fenomeno in luoghi diversi ad esempio, il numero degli espatriati italiani nei paesi della Comunità Europea e in altri paesi europei • due fenomeni diversi in uno stesso luogo ad esempio, il rapporto dei sessi alla nascita, l’indice di mascolinità, l’indice di vecchiaia, l’indice di dipendenza degli anziani È importante il fenomeno posto al denominatore, perché è rispetto ad esso che viene misurata la variazione, espressa in termini unitari o percentuali, del fenomeno posto al numeratore. Rapporto dei sessi alla nascita Indica quanti maschietti sono nati vivi per 100 femminucce nell’anno considerato Il valore 105-106 maschi per ogni 100 femmine è una costante demografica che non varia nel tempo e nello spazio Esempi Per l’analisi della struttura socio-demografica delle popolazioni e per una valutazione sintetica e comparativa del benessere si usano: - Indice di dipendenza degli anziani - Rapporto tra il tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni con figli in età prescolare e quello delle donne senza figli “Statistichiamo” un po' Rapporto tra il tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni con figli in età prescolare e quello delle donne senza figli La qualità dell’occupazione di un Paese si misura anche dalla possibilità che le donne, e in particolare quelle con figli piccoli, riescano a conciliare il lavoro retribuito con le attività di cura familiare. Guardando il rapporto occupazionale pari a 72% per il 2011 si deduce che le donne con figli piccoli hanno una probabilità di lavorare inferiore al 30% rispetto alle donne senza figli. Nel Mezzogiorno il rapporto è più basso di 5 punti %. In Campania il valore è pari a 62,2% ovvero le donne con figli piccoli hanno una probabilità di lavorare inferiore al 40% rispetto alle donne senza figli. Da questa differenza si potrebbe desumere che l’aiuto “familiare delle nonne” nelle regioni meridionali non riesce oramai più a compensare la minore disponibilità di strutture pubbliche di cura dei bambini. Rapporti di composizione • Sono detti anche di “parte al tutto” • mettono in relazione l’intensità o frequenza parziale (di una modalità) all’intensità o frequenza totale (del fenomeno complessivo) Tra i rapporti di composizione più utilizzati vi sono le frequenze relative di una distribuzione statistica Esempio Indicano l’incidenza, generalmente espressa in termini percentuali, della modalità considerata sul fenomeno totale. Alcuni esempi noti - Tasso di occupazione - Giovani che non lavorano e non studiano (Neet): - Persone con almeno il diploma superiore “Statistichiamo” un po' Tasso di occupazione per sesso (età 20-64) La differenza tra il tasso di occupazione del Mezzogiorno e quello del Nord è notevole. Nel 2011 su 100 persone dai 20 a 64 anni residenti nel Mezzogiorno lavoravano 63 maschi e 33 femmine mentre su 100 persone residenti al Nord lavoravano 79 maschi e 60 femmine. Negli ultimi anni si è aperta una frattura tra le opportunità occupazionali del nord e quelle del mezzogiorno, soprattutto per le donne. “Statistichiamo” un po' Giovani che non lavorano e non studiano (Neet) La quota di Neet presenta delle differenze territoriali elevate: mentre nel nord la quota si attesta a circa al 12,3% per i maschi e al 18,5% per le femmine in Campania e in Sicilia oltre un terzo di giovani tra i 15-29 anni non studiano, non sono inseriti in programmi di formazione e non lavorano. In particolare in Campania 33 ragazzi su 100 e in Sicilia 40 ragazze su 100. Rapporti di derivazione Mettono in relazione l’intensità o la frequenza di un carattere con quella di un altro che si ritiene la causa o il presupposto del primo. Sono dei rapporti fra l’ammontare di un collettivo in movimento e l’ammontare di un collettivo di stato, che è del primo il presupposto. Si distinguono in rapporti generici e rapporti specifici a seconda che il fenomeno posto al denominatore possa considerarsi un presupposto generico o un presupposto specifico. Esempio Morti di un dato territorio e anno, divisi per l’ammontare della popolazione (quoziente generico di mortalità) Morti nel 1° anno di vita, divisi per i nati vivi (quoziente specifico di mortalità infantile) Quozienti demografici Quoziente generico di mortalità Quoziente specifico di mortalità infantile In generale, la specificazione dei rapporti di derivazione rispetto ad uno o più caratteri ritenuti rilevanti per il fenomeno in esame consente di effettuare confronti più significativi che non con i rapporti generici. “Statistichiamo” un po' In Italia nel periodo 2004-2009 si osserva una riduzione complessiva della mortalità infantile (da 37 a 34 per 10.000 nati vivi). Negli ultimi anni si assiste ad un lieve incremento del tasso (0,8 per 10.000 nati vivi tra il 2008 e il 2009) dovuto all’aumento dei nati da madri straniere che presentano tassi di mortalità infantile più elevati. A livello territoriale, tra il 2004 e il 2009, si osserva una graduale diminuzione dello svantaggio del Mezzogiorno. La mortalità infantile si è ridotta passando da 47,8 a 42,1 per 10.000 nati vivi mentre nel nord e nel centro il tasso si mantiene tendenzialmente stabile. Perché calcolare i rapporti statistici Nella ricerca sociale ed economica, si usano concetti generali, è necessario dunque operativizzare i concetti: da un concetto generale (ad esempio "benessere") bisogna semplificare ("benessere nella condizione economica" o "benessere ambientale”). Così facendo se ne riduce la complessità, selezionandone alcuni aspetti più significativi, che sono legati al concetto di partenza da un rapporto di indicazione. Gli indicatori misurano, quindi, gli aspetti più significativi del fenomeno e permettono di individuare possibili priorità per l’azione politica, amministrativa e per le scelte del singolo individuo. Un’applicazione eccellente Nel 2010 l’Istat ha lanciato un’iniziativa congiunta con il CNEL Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro per la misurazione in Italia del Benessere Equo e Sostenibile. Benessere: analisi multidimensionale degli aspetti rilevanti della qualità della vita dei cittadini. Equo: attenzione alla distribuzione delle determinanti del benessere tra soggetti sociali. Sostenibile: garanzia dello stesso benessere anche per le generazioni future. Scelta dei domini e degli indicatori: L’iniziativa ha prodotto una serie di indicatori in grado di offrire una visione condivisa di progresso per l'Italia. Essa ha previsto: Il comitato d’indirizzo che ha elaborato una definizione condivisa di progresso attraverso 12 domini. La commissione scientifica che seleziona gli indicatori per ogni dominio entro i primi mesi deal 2012. La consultazione pubblica Indagine Multiscopo – l’importanza dei domini del benessere. Importanza di misurare il benessere Valutazione delle 12 dimensioni Specificità italiane Utilizzo finale dello strumento Discussione più approfondita sugli aspetti rilevanti del problema. Trasmissione di documenti utili al dibattito. È possibile inviare un post a [email protected] I domini del BES Questo articolato processo ha condotto all’individuazione di 134 indicatori raggruppati in 12 domini. Domandandosi quali siano le dimensioni del benessere e come misurarle, ha indotto una riflessione su quali fenomeni tendono a migliore la vita nel nostro paese. La scelta dei domini e degli indicatori ha permesso di individuare una sorta di “costituzione statistica”, alla quale far riferimento per conoscere la direzione del progresso. Rapporto Bes 2013 Il risultato del progetto è presentato in un volume realizzato con un linguaggio accessibile anche ai non esperti disponibile anche online Il sito del BES Per conoscere tutti gli indicatori e di scaricare le serie storiche, esportare i dati in xls o csv, eseguire confronti tra regioni e macroregioni su più indicatori. Esempio Cliccando su l’indicatore eccesso di peso: 1) Si visualizza la definizione; 2) Si genera la mappa con i dati regionali; 3) E’ possibile scaricare grafici e serie storiche dell’indicatore. I risultati in sintesi …e adesso… buon lavoro! Rete per la promozione della cultura statistica