ing. Domenico Mannelli
www.mannelli.info
Le radiazioni
ottiche
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2010
COSA SONO LE ROA?
 Con il termine radiazioni ottiche si intende la porzione di
spettro elettromagnetico fra 100 nm e 1 mm;
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2010
RADIOMETRIA
La radiometria studia il trasferimento di energia radiante
tramite un insieme di
grandezze fisiche
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2010
Grandezze e unità in ottica
RADIOMETRIA
Grandezze legate alla
energia
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FOTOMETRIA
Grandezze legate
alla vista
2010
RADIOMETRIA E FOTOMETRIA
Misurano l’intera
potenza radiante
e le grandezze derivate
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Grandezze
radiometriche
Grandezze
fotometriche
Intensità radiante
W/sr
Intensità luminosa
Candela (cd)
Potenza radiante
(Flusso radiante)
W
Energia radiante
J
Potenza luminosa
lumen (lm)
[cd sr]
Misurano la parte della
potenza radiante
percepita come luce
Energia luminosa
lumen s
Radianza
W sr -1 m-2
Luminanza
Nit [cd m-2]
Emettenza
W m-2
Emettenza luminosa
(illuminanza) lux (lx)
[cd sr m-2]
Irradiamento
W m-2
Illuminamento
lux (lx)
[cd sr m-2]
Candela (S.I.): intensità luminosa in una data direzione di una sorgente monocromatica con
frequenza 5401012 Hz e con intensità radiante in quella direzione di 1/683 W sr –1 (ovvero
2010
emette un totale di 4lumen)
Angoli
 Angolo piano: è il rapporto tra la lunghezza dell’arco sotteso da due raggi ed il
raggio della circonferenza
 Il cerchio ha 2p radianti
L
 
r
 L’angolo solido ω è una regione conica di spazio ed è definito dal rapporto
tra l’area della superficie A racchiusa sulla sfera ed il quadrato del raggio r2 della
stessa

Si misura in steradianti [sr]
 La sfera ha 4 radianti
7/59
A
 2
r
2010
Grandezze radiometriche
Possiamo distinguere in grandezze radiometriche totali e
grandezze radiometriche spettrali.
Nei valori totali si considera la quantità di energia a prescindere
dalla lunghezza d’onda.
Le grandezze spettrali invece sono funzioni della lunghezza
d’onda.
Le grandezze totali perdono una dimensione m-1
Es.:
Radianza spettrale
Radianza
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Le(l)
[Watt⋅sr-1⋅m-3]
[Watt⋅sr-1⋅m-2]
2010
Grandezze radiometriche
Possono essere divise in due classi
1. Quelle che descrivono la sorgente emettitrice (Φ, L)
2. Quelle che descrivono la superficie irradiata (E, H)
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2010
Energia radiante
Flusso radiante
Intensità radiante
Radianza
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2010
ENERGIA RADIANTE
è l'energia totale emessa da una sorgente, Qe.
Si misura in Joule (J).
Energia radiante spettrale: Qe(λ)
[Joule⋅m-1]
Tutte le grandezze spettrali hanno in più una dimensione m-1
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2010
FLUSSO RADIANTE (POTENZA RADIANTE)
è l'energia irraggiata da una sorgente per unità di tempo. Se Q
rappresenta l'energia allora:
dQe
Fe 
dt
L'unità di misura del flusso Fe è il Watt (W)
dQe  l 
Flusso radiante spettrale:
2010
Fe 
12/79
dt
[Watt⋅m-1]
12/15
FLUSSO (POTENZA) RADIANTE
Se il flusso è lo stesso in tutte le direzioni, la sorgente è
isotropa.
Certe sorgenti emettono diversamente in diverse
direzioni, in altre sorgenti il flusso radiante può
essere convogliato in una direzione preferenziale
mediante delle ottiche opportune (come nei fari di
un’auto).
Il flusso radiante ha però un valore che è
caratteristico della sorgente e dipende solo dalla
potenza erogata, non dalla sua distribuzione spaziale.
2010
13/15
INTENSITÀ RADIANTE
è il flusso radiante per unità di angolo solido
in una data direzione, considerando la
sorgente
come origine delle coordinate:
Si misura in W/sr.
2
d Qe
Ie =
dtdω
Intensità radiante spettrale:
[Watt⋅/sr⋅m]
2
d Qe (λ)
Ie =
dtdω
2010
14/79
14/15
RADIANZA [Watt⋅sr
L
-1⋅m-3]
E' la quantità di energia emessa da una superficie
nell’unità di tempo
(= Flusso Radiante)
per unità di angolo solido
(= Intensità radiante) e
per unità di superficie:
d3Qe (λ)
Le (λ)=
dtdωdAcosθ
– dA area della sorgente emittente
– cosӨ dipende dall’angolo che la sorgente ha rispetto al ricettore
– dω dipende dalla dimensione del ricettore (pupilla, sensore) e dalla distanza
La radianza è una grandezza
utilizzata per descrivere quanto un
fascio di radiazione ottica è
concentrato. Può essere calcolata
dividendo l’irradianza (in W/m2) ad
una data posizione dalla sorgente per
l’angolo solido con cui la si osserva da
quella posizione.
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2010
Qe(λ)
Energia radiante
dQe  l 
Fe 
dt
Flusso radiante
Intensità radiante
Radianza
2010
d 2 Qe (λ)
Ie (λ)=
dtdω
d3Qe (λ)
Le (λ)=
dtdωdAcosθ
Grandezza con Valore Limite
16
GRANDEZZE RADIOMETRICHE
Irradianza: è definita come il
flusso radiante per superficie di rilevazione unitaria
si misura in W/m2.
dF
E
e
dA con il coseno dell’angolo di
L’Irradianza che cade su una superficie varia
incidenza
La irradianza definisce il rateo con cui l’energia arriva, nell’unità di
superficie, in un dato luogo. Essa quindi dipende dalla potenza
radiante e dall’area che il fascio intercetta sulla superficie che
attraversa.
Irradianza spettrale
2010
dF e (λ)
E e (λ)=
dA
17/79
17/15
Irradianza
2010
E e (λ)=
dF e (λ)
dA
18
ESPOSIZIONE RADIANTE H
 La esposizione radiante descrive quanta energia, per unità di
superficie, è arrivata in un dato luogo rispetto alla posizione della
sorgente.
 Può essere calcolata moltiplicando l’irradianza (inW/m2) per il tempo
complessivo della esposizione in secondi.
 La esposizione radiante consente quindi di quantificare l’effetto
dell’esposizione integrata nel tempo ed il conseguente rischio.
 Si misura in J/m2 . Il simbolo che la esprime è “H”.
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2010
LIMITI DI ESPOSIZIONE
Il rispetto dei limiti di esposizione garantisce i lavoratori esposti a
ROA dagli effetti nocivi sugli occhi e sulla cute.
I limiti sono definiti per:
[E] = Irradianza (W/m2)
[H] = Esposizione radiante (J/m2)
[L] = Radianza (W/m2 sr)
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2010
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2010
I LIMITI DI ESPOSIZIONE
Alcuni di essi sono espressi in termini “efficaci”.
Quindi:
• Irradianza efficace Eeff
• Esposizione radiante efficace Heff
• Radianza efficace LR
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2010
I LIMITI DI ESPOSIZIONE
 Il termine “efficace” si riferisce alle grandezze radiometriche
“pesate” per gli effetti biologici che generano alle diverse
lunghezze d’onda.
 Per fare ciò sono definiti alcuni fattori adimensionali
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2010
FATTORI ADIMENSIONALI
S(λ) fattore di peso spettrale: tiene conto della dipendenza dalla
lunghezza d’onda degli effetti sulla salute delle radiazioni UV
sull’occhio e sulla cute
R(λ) fattore di peso spettrale: tiene conto della dipendenza dalla
lunghezza d’onda delle lesioni termiche provocate sull’occhio
dalle radiazioni visibili e IRA
B(λ) ponderazione spettrale: tiene conto della dipendenza dalla
lunghezza d’onda della lesione fotochimica provocata all’occhio
dalla radiazione di luce blu
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2010
FATTORI GEOMETRICI
Se la sorgente emette nel visibile o nel IR, per potere calcolare
correttamente le grandezze di interesse deve essere valutato
se una sorgente è omogenea o no o se è composta da più
sorgenti singole messe insieme.
Nel primo caso si deve sempre considerare la DIMENSIONE
della parte di sorgente più luminosa.
Nel secondo caso ogni singola sorgente deve essere trattata
come una sorgente singola che contribuisce con la sua quota
parte alla grandezza misurata.
Quindi la prima cosa che occorre è la
Z = dimensione media della sorgente
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2010
FATTORI GEOMETRICI
 Per calcolarla occorre misurare la lunghezza e la larghezza
apparente della sorgente ovvero le sue dimensioni reali
moltiplicate per il coseno dell’angolo da cui la si sta
osservando. Se si è di fronte alla sorgente le dimensioni
apparenti coincideranno con quelle reali.
 Z è la media delle due dimensioni.
 Per sorgenti circolari l’area apparente A della sorgente sarà
l’area reale per il coseno dell’angolo di osservazione rispetto
alla normale alla superficie;
 Per quelle lineari l’area apparente sarà il prodotto delle due
dimensioni lineari apparenti.
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2010
FATTORI GEOMETRICI
Esempio: lampada fluorescente
Dimensioni reali: lunghezza 153 cm, larghezza 2 cm
Se si osserva lungo l’asse perpendicolare al tubo fluorescente il cosθ
= 1, quindi le dimensioni reali coincidono con quelle apparenti
che sono date da:
Dimensione media: (153 + 2)/2 = 77,5 cm
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2010
FATTORI GEOMETRICI
 Un altro fattore geometrico determinante è α ossia l’angolo
sotteso dalla sorgente.
 Esso rappresenta la dimensione della sorgente che forma
l’immagine sulla retina. Se è α < di 11 mrad la sorgente può
essere considerata puntiforme.
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2010
FATTORI GEOMETRICI
Nel caso del tubo fluorescente.
Se ci si pone a d = 100 cm di distanza per misurare
l’irradianza avrò
α = Z/d
ossia α = 77,5/ 100 = 0,775 rad
che è la dimensione apparente della sorgente a quella
distanza dall’osservatore.
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2010
FATTORI GEOMETRICI
Si calcola adesso la superficie S della sorgente per trovare l’angolo
solido ω che serve per calcolare dall’irradianza la radianza
tramite la relazione
L = E/ ω.
S = 153 cm x 2 cm = 306 cm2
Poiché mi trovo ad una distanza d = 100 cm
dalla sorgente, l’angolo solido ω sarà S/d2
Ossia 306/10000 = 0,0306 sr (steradianti)
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2010
FATTORI GEOMETRICI
 Il tubo fluoresecente per illuminazione emette radiazione
visibile e UV (in quanto lampada a scarica). Emette radiazioni
IR non significative. Quindi dovremo cercare i limiti
appropriati.
 Esaminando la tabella 1.1 dell’allegato XXXVII troviamo che i
limiti pertinenti sono:
 a) b) d)
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2010
FATTORI GEOMETRICI
Supponiamo di avere misurato i seguenti dati radiometrici:
Irradianza efficace Eeff = 600 μW/m2
Irradianza UVA EUVA =120 mW/ m2
Irradianza efficace (luce blu) EB = 561 mW/m2
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2010
FATTORI GEOMETRICI
Limite a) = Heff = 30 Jm2
Irradianza efficace Eeff = 600 μW/m2 misurata e
pesata S (λ).
Nell’ipotesi di esposizione continua per 8 ore,
ossia 28800 secondi, ad una irradianza efficace di
0,0006 Wm2 da UVA-UVB-UVC (180-400 nm), risulta
Esposizione radiante = 28800 s x 0,0006 W/m2 = 17,28
Jm2
Siamo quindi a poco più del 50% del limite per
effetti sull’occhio e la cute.
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2010
FATTORI GEOMETRICI
Limite b) = HUVA = 104 J/m2
Irradianza UVA EUVA =120 mW/ m2
misurata e non pesata
Nell’ipotesi di esposizione continuativa di 8
ore, ossia 28800 s, si ha:
Esposizione radiante = 28800 s x 0,12 W/m2 = 3,456 103
J/m2
Ossia circa il 33% del limite per la generazione della cataratta.
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2010
FATTORI GEOMETRICI
Limite d) = LB = 100 W/m2sr (cioè RADIANZA)
Irradianza efficace EB = 561 mW/m2 misurata e pesata B(λ).
Convertiamo l’irradianza in radianza invocando
l’angolo solido ω = S/d2 = 306/10000 = 0,0306 sr .
Da cui:
(561 mW/m2 ) / 0,0306 sr = (0,561 W m2 ) / 0,0306 sr
= 18,3 W/m2sr
Cioè meno del 20 % del limite per danno fotochimico retinico
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2010
FATTORI GEOMETRICI
Verifichiamo anche il confronto con il limite
g) = LR = 280 kW /m2sr per la valutazione del danno termico
retinico.
Ipotizzando di avere misurato una radianza efficace ER = 7843
mW/m2 misurata e pesata R(λ).
Convertiamo l’irradianza in radianza invocando l’angolo solido
ω = S/d2 = 306/10000 = 0,0306 sr .
Da cui:
(7843 mW/m2 ) / 0,0306 sr = (7,483 W m2 ) / 0,0306 sr = 244,5
W/m2sr
Cioè meno del 0,1 % del limite per danno termico retinico
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2010
VALUTAZIONE DEI DIVERSI RISCHI GENERATI DALLA NORMALE
ILLUMINAZIONE DA UFFICIO CON TUBI FLUORESCENTI, OSSERVATA
DALLA DISTANZA DI 50 CM
 La normale illuminazione degli uffici ottenuta con
 lampade fluorescenti non presenta pertanto rischi dal punto di
vista dell’esposizione a radiazioni ottiche.
 Fonte Frigerio Fondazione Salvatore Maugeri Pavia
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2010
PERCHÉ RADIAZIONI “OTTICHE”?
 La definizione “ottiche” deriva dal fatto che, in questo
intervallo di lunghezza d’onda, si applicano le leggi
dell’ottica classica, a prescindere dalla capacità del cervello
umano di rivelare la radiazione come “visibile”.
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2010
SPECCHI
 La radiazione infrarossa a 800 nm viene riflessa e focalizzata
con sistemi di lenti e specchi non molto diversi da quelli
comunemente noti anche se non è visibile all’occhio umano.
 Tuttavia, i materiali che si comportano da lenti e specchi a
frequenze molto lontane da quelle del visibile, possono essere
molto diversi da quelli che ci si attende, il che comporta
qualche problema a livello di prevenzione, in particolare nel
campo dei laser.
39/59
2010
TIPOLOGIA ROA
 ROA NON COERENTI qualsiasi radiazione ottica diversa dalla
radiazione laser
 INFRAROSSI, VISIBILI,ULTRAVIOLETTI
 ROA COERENTI
 LASER amplificazione di luce mediante emissione stimolata di
radiazione
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2010
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2010
SORGENTI INCOERENTI
SORGENTI LASER
• Applicazioni mediche e mediche per uso estetico
• Applicazioni per solo uso estetico (depilazione)
• Riscaldatori radianti
• Forni di fusione metalli e vetro
IR
• Telecomunicazioni, informatica
• Cementerie
• Lavorazioni di materiali (taglio, saldatura, marcatura e
incisione)
• Lampade per riscaldamento a incandescenza
• Metrologia e misure
• Dispositivi militari per la visione notturna
• Applicazioni nei laboratori di ricerca
• Beni di consumo (lettori CD e “bar code”) e
intrattenimento (laser per discoteche e concerti)
• Sorgenti di illuminazione artificiale (lampade ad alogenuri metallici, al
mercurio)
VISIBI • Lampade per uso medico (fototerapia neonatale e dermatologica) / estetico
LE
• Luce pulsata —TPL (Intense Pulsed Light)
• Saldatura
• Sterilizzazione
• Essiccazione inchiostri, vernici
• Fotoincisione
UV
• Controlli difetti di fabbricazione
• Lampade per uso medico (es.: fototerapia dermatologica) e/o estetico
(abbronzatura) e/o di laboratorio
• Luce pulsata —TPL
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• Saldatura ad arco / al laser
2010
ARTICOLO 181 - VALUTAZIONE DEI RISCHI FISICI
 esecuzione secondo norme di buona tecnica e buone prassi.
 programmata ed effettuata, con cadenza almeno
quadriennale, da personale qualificato nell’ambito del
servizio di prevenzione e protezione in possesso di specifiche
conoscenze in materia
 può includere una giustificazione del datore di lavoro
secondo cui la natura e l'entità dei rischi non rendono
necessaria una valutazione dei rischi più dettagliata.
43/59
2010
“Quali sono le condizioni nelle quali la valutazione del rischio può
concludersi con la “giustificazione” secondo cui la natura e l’entità dei
rischi non rendono necessaria una valutazione più dettagliata ?
 Sono giustificabili tutte le apparecchiature che emettono radiazione ottica non
coerente classificate nella categoria 0 secondo lo standard UNI EN 12198:2009,
così come le lampade e i sistemi di lampade, anche a LED, classificate nel gruppo
“Esente” dalla norma CEI EN 62471:2009 .
 Esempio di sorgenti di gruppo “Esente” sono l’illuminazione standard per uso
domestico e di ufficio, i monitor dei computer, i display, le fotocopiatrici, le
lampade e i cartelli di segnalazione luminosa. Sorgenti analoghe, anche in assenza
della suddetta classificazione, nelle corrette condizioni di impiego si possono
“giustificare”.
Tutte le sorgenti che emettono radiazione laser classificate nelle classi 1 e 2 secondo
lo standard IEC 60825-1 sono giustificabili. Per le altre sorgenti occorrerà
effettuare una valutazione del rischio più approfondita.
44/59
2010
Principali sorgenti ROA non coerenti delle quali si
dovrebbe approfondire la valutazione del rischio
Sorgente
Possibilità di
sovraesposizione
Arco elettrico (saldatura elettrica)
Molto elevata
Le saldature ad arco elettrico (tranne quelle a gas) a
prescindere dal metallo, possono superare i valori limite
previsti per la radiazione UV per tempi di esposizione
dell’ordine delle decine di secondi a distanza di un metro
dall’arco. I lavoratori, le persone presenti e di passaggio
possono essere sovraesposti in assenza di adeguati
precauzioni tecnico-organizzative
Lampade germicide per
sterilizzazione e disinfezione
Elevata
Lampade per fotoindurimento di
polimeri, fotoincisione, “curing”
Media
Gli UVC emessi dalle lampade sono utilizzati per
sterilizzare aree di lavoro e locali in ospedali, industrie
alimentari e laboratori
Le sorgenti UV sono usualmente posizionate all’interno di
apparecchiature, ma l’eventuale radiazione che può
fuoriuscire attraverso aperture o fessure è in grado di
superare i limiti in poche decine di secondi
45/59
Note
2010
Principali sorgenti ROA non coerenti delle quali si
dovrebbe approfondire la valutazione del rischio
Sorgente
Possibilità di
sovraesposizione
Note
Fari di veicoli
Bassa (Elevata se Possibile sovraesposizione da luce blu per visione diretta
visione diretta) protratta per più di 5-10 minuti: potenzialmente esposti
i lavoratori delle officine di riparazione auto
Lampade scialitiche da sala
operatoria
Bassa (Elevata se Per talune lampade i valori limite di esposizione per
visione diretta) luce blu possono essere superati in 30 minuti in
condizioni di visione diretta della sorgente
Media – Elevata Le sorgenti utilizzate in ambito estetico per
l’abbronzatura possono emettere sia UVA che UVB, i
cui contributi relativi variano a seconda della loro
tipologia Queste sorgenti superano i limiti per i
lavoratori per esposizioni dell’ordine dei minuti.
Lampade abbronzanti
46/59
2010
DIRETTIVA MACCHINE
 Il DLgs. 27/01/2010 n.17 prevede che se una macchina
emette radiazioni non ionizzanti (quindi
comprese anche le ROA) che possono nuocere all’operatore o
alle persone esposte, soprattutto se portatrici di dispositivi
medici impiantati (per le ROA: il cristallino artificiale), il
costruttore deve riportare nel manuale di istruzioni le
relative informazioni.
47/59
2010
LE MACCHINE
la norma UNI EN 12198:2009 consente al fabbricante di
assegnare alla macchina una categoria in funzione del livello
di emissione di radiazioni secondo i valori riportati nella
appendice B della suddetta norma. Sono contemplate tre
categorie di emissione
48/59
2010
LAMPADE E I SISTEMI DI LAMPADE
 Le lampade e i sistemi di lampade sono classificati in 4 gruppi
secondo lo standard CEI EN 62471:2009.
Gruppo
49/59
Stima del Rischio
Esente
Nessun rischio fotobiologico
Gruppo 1
Nessun rischio fotobiologico nelle normali condizioni di impiego
Gruppo 2
Non presenta rischio in condizioni di riflesso naturale
Gruppo 3
Pericoloso anche per esposizioni momentanee
2010
RADIAZIONI LASER
 Quando una macchina emette radiazioni che possono
nuocere all’operatore o alle persone esposte, soprattutto se
portatrici di dispositivi medici impiantati (per le ROA: il
cristallino artificiale), il costruttore deve riportare nel manuale
di istruzioni le relative informazioni.
 Ogni qual volta si utilizzino apparecchiature che emettono
radiazioni laser, i fabbricanti sono tenuti a fornire informazioni:
classificazione, targhettatura e indicazione dei requisiti di
sicurezza.
 Le norme armonizzate che trattano dei requisiti generali di
sicurezza delle macchine laser e dei laser portatili sono le UNI
EN ISO 11553-1 e UNI EN ISO 11553-2 del 2009
50/59
2010
AI FINI DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO, È SEMPRE
NECESSARIO MISURARE E/O CALCOLARE ?
 Secondo l’art.216 del D.Lgs.81/2008, nell’ambito della
valutazione dei rischi il datore di lavoro valuta e, quando
necessario, misura e/o calcola i livelli delle radiazioni ottiche
a cui possono essere esposti i lavoratori.
 Essendo le misurazioni strumentali generalmente costose sia
in termini economici che di tempo, è da preferire, quando
possibile, la valutazione dei rischi che non richieda
misurazioni.
51/59
Spettroradiometro Ocean Optics HR4000, utilizzato
per le misure spettrali nel campo
dell’UV-Visibile
2010
SEGNALETICA
 i luoghi di lavoro in cui i lavoratori potrebbero essere esposti
a livelli di radiazioni ottiche che superino i valori limite di
esposizione devono essere indicati con un'apposita
segnaletica. Dette aree sono inoltre identificate e l'accesso
alle stesse è limitato, laddove ciò sia tecnicamente possibile
52/59
2010
ARTICOLO 218 - SORVEGLIANZA SANITARIA
1. La sorveglianza sanitaria viene effettuata periodicamente, di norma una volta l'anno o con
periodicità inferiore decisa dal medico competente con particolare riguardo ai lavoratori
particolarmente sensibili al rischio, tenuto conto dei risultati della valutazione dei rischi
trasmessi dal datore di lavoro. La sorveglianza sanitaria è effettuata con l’obiettivo di
prevenire e scoprire tempestivamente effetti negativi per la salute, nonché prevenire effetti a
lungo termine negativi per la salute e rischi di malattie croniche derivanti dall’esposizione a
radiazioni ottiche.
2 . Fermo restando il rispetto di quanto stabilito dall'articolo 182 Disposizioni miranti ad eliminare o
ridurre i rischi e di quanto previsto al comma 1, sono tempestivamente sottoposti a controllo
medico i lavoratori per i quali è stata rilevata un'esposizione superiore ai valori limite di cui
all'articolo 215.
53/59
2010
LINEE GUIDA ISPESL
 appare logico attivare gli accertamenti sanitari preventivi e
periodici certamente per quei lavoratori che, sulla base dei
risultati della valutazione del rischio, debbano indossare DPI
degli occhi o della pelle in quanto altrimenti potrebbero
risultare esposti a livelli superiori ai valori limite di legge
(nonostante siano state adottate tutte le necessarie misure
tecniche di prevenzione, mezzi di protezione collettiva
nonché misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione
del lavoro).
54/59
2010
RADIAZIONE UV E LUCE BLU
 Nel caso delle esposizioni alla radiazione ultravioletta, il rispetto dei
VLE non previene totalmente il rischio di effetti a lungo termine
indotti dall’esposizione cronica, quali la fotocancerogenesi cutanea,
il fotoinvecchiamento cutaneo e i danni oculari da esposizione
cronica.
 Così anche il danno retinico di natura fotochimica, detto anche
rischio da “luce blu” in quanto indotto prevalentemente dalla
radiazione visibile blu (lunghezza d’onda compresa tra circa 380 e
490 nm), con massima efficacia tra i 440 e i 442 nm.
55/59
2010
LINEE GUIDA ISPESL
 Con specifico riferimento alla radiazione ultravioletta e
alla luce blu, possono essere messi in atto interventi
mirati di sorveglianza sanitaria finalizzata alla
prevenzione dei danni a lungo termine quando le
esposizioni, anche se inferiori ai valori limite, si possono
protrarre nel tempo (mesi, anni)
56/59
2010
LINEE GUIDA ISPESL
Ai fini della sorveglianza sanitaria devono essere
cautelativamente considerati particolarmente
sensibili al danno retinico di natura fotochimica i lavoratori che
hanno subito un impianto IOL
(Intra Ocular Lens; “cristallino artificiale”), in particolare se
esposti a radiazioni tra 300 nm e 550 nm,.
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2010
DPI
 Per la protezione di occhi e viso si utilizzano occhiali
(con oculare doppio o singolo), maschere (del tipo a
scatola o a coppa) e ripari facciali (per saldatura o altro
uso)
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2010
59/59
2010
Scarica

in W/m 2 - Formazione della sicurezza sul lavoro