Gli unici animali che sulla terraferma sono riusciti a raggiungere grandi
dimensioni sono i vertebrati poiché possiedono un endoscheletro, cioè
uno scheletro interno che sostiene le parti molli e aiuta il movimento.
L’endoscheletro dell’uomo ha una organizzazione del tutto analoga a
quella dello scheletro degli altri gruppi di vertebrati anche se, a causa
dell’andatura bipede, evidenzia un diverso sviluppo o una diversa
forma di alcune strutture. Alcune parti dell’endoscheletro svolgono
una funzione protettiva nei confronti degli organi vitali: la scatola
cranica protegge il cranio, la gabbia toracica, il cuore e i polmoni.
Lo scheletro è formato da circa 203 “pezzi”, le ossa connesse fra di loro. Le ossa
del cranio, della colonna vertebrale e della gabbia toracica costituiscono la parte
assile del sistema scheletrico; le ossa degli arti superiori e inferiori insieme a quelli
che le connettono al tronco (come la scapola e il bacino) costituiscono la parte
appendicolare.
Nel corso della vita di un individuo lo scheletro si rinnova circa 6-7 volte. Da una
parte infatti cellule specializzate, dette osteoclasti, continuano a demolire la
matrice minerale in cui sono immersi gli osteociti, dall’altra gli osteoblasti la
ricostruiscono. Questo processo ha lo scopo di mettere continuamente a
disposizione dell’organismo il calcio, necessario alle cellule nervose e muscolari, e
il fosforo, componente delle molecole energetiche (ATP, ADP).
In base al prevalere o meno di una o più dimensioni, le ossa
vengono suddivise in tre categorie: ossa piatte, in cui
prevalgono due dimensioni (come le ossa del cranio o del
bacino); ossa lunghe, in cui prevale una dimensione (come le
ossa che costituiscono gli arti); ossa brevi, in cui nessuna delle
tre dimensioni spaziali prevale sull’altra (come la rotula del
ginocchio o le vertebre).
Nel tessuto spugnoso delle ossa è contenuto il midollo osseo
rosso, responsabile della formazione delle cellule del sangue.
Nel canale centrale presente nelle ossa lunghe degli arti c’è
invece il midollo osseo giallo, costituito da tessuto adiposo.
Le ossa sono collegate tra di loro attraverso le articolazioni; si tratta di giunzioni tra le
estremità di due ossa a contatto, che, tranne in alcuni casi specifici, consentono loro di
muoversi l’una rispetto all’altra. In questo modo l’intera struttura scheletrica risulta
compatta ma flessibile e permette quindi il movimento di singole parti del corpo. Le
articolazioni vengono classificate in:
• Le articolazioni fisse, come quelle del cranio, sono costituite da una saldatura tra le
due ossa che non possono dunque muoversi l’una rispetto all’altra.
• Le articolazioni mobili come quelle che connettono le ossa degli arti, consentono un
ampio movimento relativo delle due ossa contigue.
• Le articolazioni semimobili, come quelle tra le vertebre, consentono movimenti più
limitati.
Per limitare l’usura da sfregamento in corrispondenza dell’articolazione, le estremità
delle ossa a contatto sono rivestite da tessuto cartilagineo e lubrificate dal liquido
sinoviale. I legamenti, fibre di tessuto connettivo elastico, impediscono la
disarticolazione delle ossa durante il movimento.
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