INSPIRAZIONE 0. 5 Paw= 0 + 0.5 0.5 0 Ppl= -5 0 -5 ESPIRAZIONE Paw=0 0. 5 + 0.5 0.5 PRitornoElastico (+) 0 0 -5 INSUFFICIENZA RESPIRATORIA (PaO2<60 mmHg) Insufficienza respiratoria INSUFFICIENZA RESPIRATORIA (PaO2<60 mmHg) (= o ↓ PaCO2) ( PaCO2) SCAMBI GASSOSI POMPA INSUFFICIENZA DI PARENCHIMA ≠ V/Q – Shunt - Diffusione INSUFFICIENZA DI POMPA Ipoventilazione SCOPI DELLA VENTILAZIONE MECCANICA • PREVENIRE E TRATTARE LA FATICA DEI MUSCOLI RESPIRATORI • CORREGGERE L’IPOSSIEMIA • CORREGGERE L’IPERCAPNIA CON ACIDOSI RESPIRATORIA INDICAZIONI ALLA VENTILAZIONE MECCANICA A) SINTOMI E SEGNI DI INSUFFICIENZA RESPIRATORIA: 1) DISPNEA MODERATA-SEVERA E 2) TACHIPNEA, USO MUSCOLI RESPIRATORI ACCESSORI, PARADOSSO ADDOMINALE B) TURBE DELLO SCAMBIO GASSOSO 1) PaCO2 > 45, pH < 7.35 oppure 2) PaO2/FiO2 < 200 MODALITA’ DI VENTILAZIONE VENTILAZIONE A PRESSIONE POSITIVA INVASIVA NON INVASIVA VENTILAZIONE A PRESSIONE NEGATIVA VENTILAZIONE A PRESSIONE NEGATIVA LA VENTILAZIONE MECCANICA PRESSIONE POSITIVA INVASIVA: APPLICATA TRAMITE INTERFACCIA INSERITA NELLE VIE AEREE (tubo tracheale translaringeo oppure cannula tracheotomica) NON INVASIVA: APPLICATA TRAMITE INTERFACCIA APPLICATA ALL’ESTERNO DELLE VIE AEREE (maschera, casco boccaglio ecc.) LA VENTILAZIONE MECCANICA A PRESSIONE POSITIVA VENTILAZIONE INVASIVA: VANTAGGI: VENTILAZIONE IN SISTEMA CHIUSO, OTTIMALE CONTROLLO DELLO SCAMBIO GASSOSO SVANTAGGI: ELEVATO RISCHIO DI COMPLICANZE LA VENTILAZIONE MECCANICA A PRESSIONE POSITIVA VENTILAZIONE NON INVASIVA: VANTAGGI: MINORE RISCHIO DI TRAUMA ALLE VIE AEREE (eccetto decubiti al viso) - MINORE RISCHIO INFETTIVO SVANTAGGI: E SISTEMA SEMI-CHIUSO - MINORE MANIPOLAZIONE CONTROLLO DELLO SCAMBIO GASSOSO LA VENTILAZIONE MECCANICA A PRESSIONE POSITIVA MODALITA’ VOLUMETRICA: Si imposta il ventilatore in modo che il paziente mantenga un volume corrente costante stabilito dall’operatore, a prescindere dalle pressioni erogate dal ventilatore necessarie per ottenerlo. RISCHIO: barotrauma MODALITA’ PRESSOMETRICA: Si imposta il ventilatore in modo tale da erogare sempre le stesse pressioni positive scelte dall’operatore, a prescindere dal volume corrente che sarà poi sviluppato dal paziente. E’ la modalità di ventilazione comunemente utilizzata per la NIMV RISCHIO: volume corrente non costante FORME DI VENTILAZIONE RESPIRO SPONTANEO: I muscoli respiratori generano tutta la pressione applicata al sistema respiratorio. Prs = Pmus VENTILAZIONE CONTROLLATA (TOTALE) Il paziente, costantemente in respiro spontaneo, viene assistito durante i suoi atti inspiratori da un aumento di pressione erogato dal ventilatore Prs = Paw ASSISTITA/CONTROLLATA (PARZIALE) Uno sforzo inspiratorio spontaneo del paziente innesca un atto inspiratorio meccanico. Se, tuttavia, non viene registrato alcuno sforzo inspiratorio da parte del paziente, il ventilatore eroga automaticamente un atto inspiratorio controllato. Prs = Paw+Pmus CPAP BI-level LA VENTILAZIONE MECCANICA A PRESSIONE POSITIVA FASE INSPIRATORIA: LA VENTILAZIONE MECCANICA A PRESSIONE POSITIVA FASE ESPIRATORIA: Ventilazione spontanea con una pressione di fine espirazione superiore alla pressione atmosferica. Tutti i respiri sono spontanei e non supportati Soggetto sano OSA OSA+ CPAP Pressione positiva continua INSUFFICIENZA RESPIRATORIA (PaO2<60 mmHg) (= o ↓ PaCO2) ( PaCO2) SCAMBI GASSOSI POMPA INSUFFICIENZA DI PARENCHIMA ≠ V/Q – Shunt - Diffusione CPAP INSUFFICIENZA DI POMPA Ipoventilazione BIPAP Ventilazione assistita: la ventilazione è ripartita tra muscoli respiratori e ventilatore PAW 10 0 INSUFFICIENZA RESPIRATORIA (PaO2<60 mmHg) (= o ↓ PaCO2) ( PaCO2) SCAMBI GASSOSI POMPA INSUFFICIENZA DI PARENCHIMA ≠ V/Q – Shunt - Diffusione CPAP INSUFFICIENZA DI POMPA Ipoventilazione BIPAP Velocità di pressurizzazione (rampa) Pressione inspiratoria impostata Passaggio inspirazione espirazione Inizio inspirazione (trigger) Inizio inspirazione (trigger) TRIGGER INSPIRATORIO • A FLUSSO O A PRESSIONE • NON TROPPO “DURO” PER EVITARE SFORZI INEFFICACI • NON TROPPO SENSIBILE PER EVITARE FENOMENI DI “AUTOINNESCO” Velocità di pressurizzazione (rampa) Time(s) VELOCITA’ DI PRESSURIZZAZIONE (RAMPA) • TENDENZIALMENTE PIU’ “RIPIDA” NEL BPCO • TENDENZIALMENTE PIU’ “LENTA” NEL RISTRETTO • VALUTARE COMFORT DEL PAZIENTE E FUGHE AEREE IMPOSTAZIONE DELLA PRESSIONE INSPIRATORIA Algoritmo IPAP/EPAP (BIPAP) vs Algoritmo PSV/PEEP (PSV) Algoritmo IPAP/EPAP vs PSV/PEEP • ALGORITMO “SOPRA” PEEP Pressione totale sopra PEEP= 20 PSV 20 (Pmax 25) PEEP 5 Algoritmo IPAP/EPAP vs PSV/PEEP ALGORITMO “SOPRA” PEEP ALGORITMO “SOTTO” PEEP Pressione totale sopra PEEP= 20 PSV 20 (Pmax 25) PEEP 5 Pressione totale sopra EPAP=15 (Pmax 20) IPAP 20 EPAP 5 RESSIONE INSPIRATORIA Alleviare la fatica respiratoria Aumentare la ventilazione Ottimizzare Il Comfort del paziente VALORE DI PRESSIONE INSPIRATORIA • TENERE PRESENTE L’ALGORITMO DEL VENTILATORE • IMPOSTARE UN VALORE DI PRESSIONE TALE DA “RIDURRE” LO SFORZO INSPIRATORIO DEL PAZIENTE E DA GARANTIRE UN BUON COMFORT • CON VALORI > 20 – 23 CM H20 > RISCHIO FUGHE AEREE E DILATAZIONE GASTRICA Passaggio inspirazione espirazione RIGGER ESPIRATORIO . (FLUSSO) V (l/m) 100 Sens: 60% 60 20 0 Sens: 20% Paw (cmH2O) 30 20 10 0 . V (l/m) 100 80 60 Sens: 40% Air leak = 50 L/min Hang-Up 40 20 0 Sist. Sicurezza: Tempo inspiratorio max di 3 – 4 sec o regolabile Velocità di pressurizzazione (rampa) Pressione inspiratoria impostata Passaggio inspirazione espirazione Inizio inspirazione (trigger) 4° fase espirazione volume LA PEEP INTRINSECA tempo Soggetto normale Soggetto BPCO LA PEEP ESTRINSECA IMPOSTAZIONE DELLA PEEPe • Impostazione di un valore di PEEPe mirato a controbilanciare la PEEPi (ragionevole partire con 4-5 cmH20) valutando gli sforzi inefficaci • Tenere presente il problema del rebreathing (tipo di circuito) • In caso di variazioni del valore di PEEP tenere presente il tipo di algoritmo (sopra/sotto peep) del ventilatore per eventuali aggiustamenti della IPAP INIZIO DELLA VNI • PREDISPORRE IL MONITORAGGIO NON INVASIVO DI FREQUENZA CARDIACA, RESPIRATORIA E SATURIMETRIA TRANSCUTANEA • POSIZIONARE IL PAZIENTE IN UNA POSIZIONE CONFORTEVOLE E CON IL BUSTO SOLLEVATO DI ALMENO 30° INIZIO DELLA VNI • ACCENDERE IL VENTILATORE E VERIFICARE IL CORRETTO MONTAGGIO DEL CIRCUITO RESPIRATORIO • APPLICARE AL VOLTO L’INTERFACCIA CON IL REGGIMASCHERA FISSATO MA NON ECCESSIVAMENTE STRETTO; MEGLIO SE SI TIENE LA MASCHERA SUL VOLTO CON LA MANO INIZIO DELLA VNI • COLLEGARE IL CIRCUITO ALL’INTERFACCIA • INIZIARE CON PRESSIONI NON TROPPO ELEVATE (8-10 IPAP, 3-4 EPAP), RAMPA INTERMEDIA E TRIGGER INSPIRATORIO SENSIBILE • INCREMENTARE GRADUALMENTE LA PRESSIONE FINO AL RAGGIUNGIMENTO DEL TARGET DI FR ED INTERAZIONE INIZIO DELLA VNI • TITOLARE L’ARRICCHIMENTO DI OSSIGENO FINO A RAGGIUNGERE UNA SATURAZIONE >90% • CONTROLLARE LE FUGHE AEREE E STRINGERE IL REGGI-MASCHERA SE NECESSARIO, SENZA “ESAGERARE” • AGGIUNGERE UN UMIDIFICATORE A PIASTRA IN CASO DI VENTILAZIONE PROLUNGATA INIZIO DELLA VNI • RASSICURARE E TRANQUILLIZZARE IL PAZIENTE, CONSIDERARE LA POSSIBILITA’ DI UNA BLANDA SEDAZIONE • CONTROLLARE L’EMOGASANALISI ALMENO DOPO 1 ORA DALL’INIZIO DELLA VENTILAZIONE VENTILAZIONE NON INVASIVA VENTILATORI SORGENTE DI ALIMENTAZIONE • VENTILATORI ALIMENTATI CON ARIA E OSSIGENO AD ALTA PRESSIONE (4 atm.) • VENTILATORI A TURBINA O PISTONE CON FONTE DI OSSIGENO AD ALTA PRESSIONE E ARIA AMBIENTE • VENTILATORI A TURBINA O PISTONE CON FONTE DI OSSIGENO A BASSA PRESSIONE ALIMENTAZIONE DI OSSIGENO • NEI VENTILATORI AD USO DOMICILIARE POSSIBILE SOLO A BASSA PRESSIONE • FiO2 NON REGOLABILE CON PRECISIONE