La crisi economica europea Le agenzie di rating Lo spread LO SPREAD . “Berlusconi-Monti, duello sullo spread” Mario Monti e Silvio Berlusconi si sfidano su spread e crisi economica in un duello che ha già i toni della campagna elettorale. Il Cavaliere accusa il governo tecnico di aver aggravato le condizioni dell’economia italiana e attacca sullo spread. Il premier dice, invece, di essere << molto preoccupato >> per l’andamento del differenziale con i buoni tedeschi e chiarisce che quanto fanno i governi non è affatto secondario riguardo alla tenuta dei titoli del debito. Monti non risparmia un altro affondo al suo predecessore e ripete che ogni periodo elettorale ha dato luogo a una tendenza di chi chiede il voto ai cittadini volendo ipersemplificare le cose e promettere ciò che non può essere mantenuto. (AVVENIRE, 12 DICEMBRE 2012, GIANNI SANTAMARIA) VAI ALL’ARTICOLO COMPLETO . Curiosità:”Il professore e il nipotino << Lo chiamano Spread >>” Al nipotino di Monti è stato affibbiato un soprannome. Il premier racconta questo aneddoto:<< Il più piccolo dei miei tre nipoti ha visto che i televisione parlavano dello spread e ha detto alla mamma di essere stato soprannominato dai compagni d’asilo Spread. Forse le colpe dei nonni ricadono sui nipoti. La campagna elettorale comincia così: con il duello a distanza tra i nonni. (IL MESSAGGERO, 12 DICEMBRE 2012, MARCO AJELLO) VAI ALL’ARTICOLO COMPLETO . La situazione generale in Grecia . “Via libera agli aiuti alla Grecia. Le riforme sul tavolo Ue” Dopo la decisione dell’ Eurogruppo di sbloccare la prossima tranche di aiuti alla Grecia e l’accordo all’Ecofin sulla supervisione bancaria, i capi di Stato e di governo della UE sono convinti di aver superato la fase più acuta della crisi. Il compromesso per trasferir la vigilanza delle banche alla Bce serve a dimostrare ai mercati la determinazione dei governi. Sulla Grecia, dopo il successo dell’operazione di buyback del debito, l’Eurogruppo ha formalmente approvato l’esborso di 49,1 miliardi. Se l’obiettivo del 24% del Pil nel 2020 non sarà rispettato, i governi della zona euro dovranno rinunciare a una parte dei loro crediti verso Atene. (IL MESSAGGERO, 14 DICEMBRE 2012, D. CAR.) VAI ALL’ARTICOLO COMPLETO . “A segno il buyback della Grecia” L'operazione di riacquisto di parte del debito greco è stata un successo. Secondo fonti ufficiali greche è stato infatti centrato l'obiettivo di 30 miliardi di euro. Il piano di riacquisto prevede che il Governo greco riacquisti i titoli di debito detenuti dai creditori a un prezzo di poco più di un terzo del valore nominale. Il successo dell'operazione, con l'obiettivo di tagliare di circa 20 miliardi di euro il debito pubblico, era fondamentale per il futuro greco perché se non fosse riuscita l'Fmi non avrebbe partecipato al finanziamento della tranche di aiuti da 30 miliardi di euro su 43,7 complessivi prevista il 13 dicembre, con relativo blocco anche della quota Ue. Il governo ha promesso di voler proteggere con uno "scudo" le banche greche da possibili azioni legali degli azionisti contrari all'operazione. Le banche greche sono rimaste incerte fino alla vigilia perché se da un lato ci perderanno nel riacquisto, dato che i loro bond sono iscritti a valori più elevati in bilancio rispetto all'offerta, dall'altro ci guadagneranno, visto che dei 30 miliardi di aiuti, 23 sono destinati alla loro ricapitalizzazione. (IL SOLE 24 ORE, 9 DICEMBRE 2012, VITTORIO DA ROLD) • . VAI ALL’ARTICOLO COMPLETO . “Grecia, i disoccupati arrivano al 26 %” Il tasso di disoccupazione in Grecia ha fatto registrare una nuova impennata a settembre toccando il record del 26%. Lo ha affermato l’Istituto di statistica ellenico confermando il dato preannunciato lo scorso Dicembre dalla Banca Centrale. Negli ultimi due anni il potere d’acquisto degli stipendi greci si è dimezzato mentre sempre la Banca Centrale ha confermato che i prezzi al dettaglio sul mercato ellenico rimangono alti. (IL MESSAGGERO, 7 DICEMBRE 2012, ALESSANDRO DE LELLI) VAI ALL’ARTICOLO COMPLETO . La situazione generale in Spagna “Euro salvo, ma serve di più” . Più che guardando avanti, al futuro prossimo marcato dai rinvii, il vertice europeo che si è appena concluso a Bruxelles si è consolato guardando indietro, al 2012 che sta per finire. «Grazie al buon lavoro compiuto quest'anno, è finito il tempo in cui l'Europa dava spettacolo di crisi e divisioni» ha annunciato compiaciuto il presidente francese, François Hollande. Anche Mario Monti ha tenuto a sottolineare i passi avanti compiuti per spegnere l'emergenza euro, quelli che «permettono di affrontare con più serenità il 2013». Dall'entrata in campo in estate della Bce fino all'esborso di nuovi aiuti alla Grecia, salvata in extremis sull'orlo del baratro e avviata verso il graduale risanamento. E poi il sofferto accordo politico sulla vigilanza bancaria unica affidata alla Bce: limitata, è vero, ai maggiori istituti di credito europei, circa 150, e operativa solo dal marzo 2014, ma comunque la prima pietra dell'Unione bancaria che dovrà tagliare il legame perverso tra crisi del debito sovrano e crisi finanziaria. Sullo sfondo, la sostanziale pacificazione dei mercati domati soprattutto dalla Bce, la discesa degli spread rispetto ai bund decennali tedeschi per tutti, Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna e Italia. La sostanziale stabilità dell'euro rispetto al dollaro. La ritirata di chi in giro per il mondo aveva scommesso forte sul collasso della moneta unica. Se questi sono i risultati del 2012, ci si può chiedere perché in Europa non si respiri ottimismo, perché, invece della logica dei rinvii, non prevalga lo spirito dell'avanti tutta con le riforme per consolidare al più presto quei risultati e archiviare la crisi. Le risposte sono tante. Le scorie della crisi dell'euro sono pesanti e velenose: scontro Nord-Sud, rinazionalizzazione strisciante dei mercati finanziari Ue, egoismi nazionali sempre più diffusi insieme all'esplosione della sfiducia reciproca. Recessione economica e disoccupazione record, con il rigore a senso unico che non ripiana i debiti ma li aggrava, che allarga i divari intra-euro invece di colmarli, in un contesto complicato perché, se la crisi è globale ed europea, le soluzioni restano tutte ancora nazionali. In breve, l'Europa chiede ai paesi in difficoltà sacrifici e senso di responsabilità ma in cambio non si mostra molto solidale. La Germania che andrà alle elezioni nel settembre prossimo con la Merkel decisa a vincerle contribuisce poi a paralizzare ogni iniziativa potenzialmente controversa, per ridurre al minimo i rischi di contraccolpi sull'esito delle urne. E così le riforme dell'unione economica e monetaria dovranno attendere, quasi certamente anche le elezioni del parlamento europeo dell'estate 2014, con la scusa del rinnovo dell'equipe Ue che dovrà co-negoziarle. ( IL SOLE 24 ORE, 15 DICEMBRE 2012, ADRIANA CERRETELLI) VAI ALL’ARTICOLO COMPLETO . “Italia, Francia e Spagna in crisi di deficit. L'unica via è svalutare l'euro del 20% e metterlo a pari con il dollaro” Le prospettive per l'euro e per l'Eurozona rimangono incerte. Ma i recenti eventi alla Banca centrale europea, in Germania e sui mercati finanziari globali inducono a prendere in considerazione uno scenario favorevole per il futuro della valuta unica. La Bce ha promesso di acquistare titoli di Stato italiani e spagnoli per tenerne bassi i tassi di interesse, a condizione che questi Paesi chiedano l'apertura di una linea di credito al Meccanismo europeo di stabilità e aderiscano alle riforme concordate per la spesa pubblica. Gli interessi sui titoli di Stato italiani erano già in calo prima che il presidente della Bce Mario Draghi annunciasse lo scudo anti-spread, grazie ai sostanziali progressi già realizzati dall'esecutivo Monti: nuove disposizioni legislative rallenteranno fortemente la crescita delle indennità previdenziali e l'incremento delle tasse sulla prima casa consentirà di raccogliere introiti rilevanti senza gli effetti negativi, in termini di incentivi, che si avrebbero con un incremento delle tasse sul reddito personale, delle tasse sul lavoro o dell'imposta sul valore aggiunto. In seguito a queste riforme, il Fondo Monetario Internazionale recentemente ha pronosticato per l'Italia un avanzo, corretto in base alla congiuntura, di quasi l'1% del Pil nel 2013. In Spagna la situazione non è altrettanto incoraggiante. Nonostante i tagli della spesa pubblica e gli aumenti delle tasse, le proiezioni dell'Fmi parlano ancora di un disavanzo di bilancio corretto in base alla congiuntura superiore al 3,2% del Pil per il 2013 e al 2,3% del Pil per il 2015. L'elemento chiave dei problemi di bilancio della Spagna sta nel suo sistema di regioni semiautonome, che generano spesa e scaricano l'onere finanziario su Madrid. ( IL SOLE 24 ORE, 15 NOVEMBRE 2012, MARTIN FELDSTEIN) VAI ALL’ARTICOLO COMPLETO . La situazione generale in Italia . “Draghi: le riforme costano ma il risanamento è visibile, l'Italia sta migliorando le proprie esportazioni” Le riforme economiche «portano frutti, anche se i costi per i cittadini, nel breve termine, sono elevati». Lo ha affermato il Mario Draghi durante un'audizione al Parlamento europeo. Draghi ha anche aggiunto che i governi devono identificare e rimuovere i colli di bottiglia per migliorare la competitività ed ha ribadito come le riforme strutturali debbano interessare i mercati dei prodotti, dei servizi e del lavoro «È incoraggiante constatare che ora la correzione di squilibri è chiaramente in corso», ha detto il numero uno della Bce. «Per esempio le esportazioni di beni e servizi in Spagna sono aumentate del 27% dal 2009, del 14% in Irlanda, del 22% in Portogallo e del 21% in Italia. Questi quattro Paesi stanno anche assistendo a miglioramenti dei costi unitari del lavoro». «La debolezza economica si estenderà ancora nel prossimo anno, con una ripresa molto graduale nella seconda metà dell'anno», ha poi affermato Draghi che ha anche detto che il futuro organismo della Bce responsabile della vigilanza europea sulle banche sarà «rigorosamente separato» dall'attuale Consiglio direttivo, tanto che nemmeno il presidente della Bce ne farà parte. (IL SOLE 24 ORE, 17 DICEMBRE 2012) VAI ALL’ARTICOLO COMPLETO . “Lo spread cala, ma niente taglio delle tasse” Roma-Il risparmio ottenuto dal calo dei tassi sui titoli di Stato, vale a dire l'abbassamento degli interessi del nostro debito pubblico non affluirà al Fondo istituito per permettere il taglio delle tasse come si immaginava. Tra le pieghe del disegno di legge di Stabilità è stato approvato un emendamento che blocca proprio questo meccanismo, poiché «si reputa che, più appropriatamente, debba andare a vantaggio dei saldi di finanza pubblica». Viene invece previsto che le somme per ridurre la pressione fiscale debbano essere «effettivamente incassate». Spesso, infatti, le somme accertate non vengono poi recuperate appieno. Per erogare benefici alle famiglie e alle imprese non basterà quindi che le risorse siano indicate nei capitoli di bilancio: e questo ovviamente richiederà tempi più lunghi. Al fondo calo-tasse, stabilisce poi l'emendamento, non affluiranno i recuperi di contributi previdenziali. Tali entrate - viene infatti spiegato nella relazione tecnica - sono finalizzate al pagamento delle relative prestazioni pensionistiche, visto che tutti i lavoratori sono soggetti al sistema contributivo. Quindi nessuna speranza di vedere nel prossimo futuro una riduzione della pressione fiscale generale. Tra le altre disposizioni avanzate negli emendamenti al ddl di stabilità c'è anche una norma riguardante i precari della pubblica amministrazione. Questi ultimi saranno «salvi» fino al prossimo 31 luglio. La proroga riguarda i contratti a tempo che hanno superato il limite dei 36 mesi ed è subordinata a un accordo sindacale. Potranno poi essere riservati fino al 40% dei posti banditi nei concorsi ai precari con almeno tre anni di servizio nella Pa Possibile anche una selezione per titoli ed esami per valorizzare l'esperienza lavorativa svolta. Di segno inverso invece un emendamento riguardante la carriera militare. Sarà, infatti, necessario un anno in più di permanenza nel grado precedente per diventare generale di divisione e generale di corpo d'armata della Fiamme gialle. Recuperati, infine, 850 milioni per allentare il patto di stabilità interno». È quanto stanzia un emendamento dei relatori del ddl di stabilità. «Ai Comuni vanno 450 milioni, 150 alle Province - spiega Paolo Tancredi (Pdl) - mentre altri 250 servono a ammorbidire i tagli già effettuati». (IL GIORNALE, 16 DICEMBRE 2012, PIER FRANCESCO BORGIA) VAI ALL’ARTICOLO COMPLETO . Le agenzie di rating . “Più della caduta del governo ci spaventa Standard & Poor’s” Molti temono la riapertura dei mercati dopo le dimissioni di Mario Monti ma il successo del buyback greco potrebbe dare un significativo sostegno ai listini. Il riacquisto del debito da parte del governo di Atene è sicuramente una notizia positiva. << Maggiore attenzione merita la di S&P, la cui visione sull’Italia è piuttosto pessimista>>. L’agenzia di rating americana ha scritto che potrebbe tagliare il rating dell’Italia se l recessione proseguirà nel secondo semestre del 2013. Gli esperti della società Usa hanno scritto di attendersi che l’economia italiana continui a contrarsi nel 2012 e nel 2013 prima di tornare a un debole tasso di crescita del Pil non superiore all’1%. Sul giudizio complessivo del rating influisce poi l’incertezza se la prossima coalizione del Governo rimarrà impegnata sull’agenda di riforme strutturali avviata dall’attuale esecutivo. Se per l’Italia l’incertezza è dunque aumentata, per Atene è invece diminuita. L’operazione di riacquisto del debito è stato un successo: abbattuto il debito pubblico di 20 miliardi di euro. (CORRIERE DELLA SERA, 22 AGOSTO 2012, MASSIMO SIDERI) VAI ALL’ARTICOLO COMPLETO