ECONOMIA INDUSTRIALE (MERCATO, CONCORRENZA, REGOLE) LEZ 7 Augusto Ninni Università di Parma a.a. 2010-2011 1 Corso di Economia Industriale, Prof. Augusto Ninni Discriminazione di prezzo 2 Legge dell’unico prezzo ma: Discriminazione di prezzo • Nella tradizione classica (Pigou, Robinson) la discriminazione di prezzo è la vendita di più unità dello stesso prodotto a prezzi diversi – allo stesso consumatore o a consumatori diversi – contraddicendo alla legge dell’unico prezzo (a cominciare dagli sconti per acquisti più estesi). 3 • Il riferimento “allo stesso prodotto” crea qualche problema: meglio sarebbe identificare la “discriminazione dei prezzi” come una differenza dei prezzi fra n unità dello stesso bene, non giustificate da una equivalente differenza nei costi (esclusi costi di trasporto) 4 Una classificazione più pratica è quella di stabilire processi di discriminazione sulla base di caratteristiche differenziate dell’acquirente, in particolare della disponibilità a pagare. Il problema è se il produttore conosce queste differenziazioni (come nella discriminazione di 3° grado) oppure induce un’autoselezione (discriminazione di 2° grado) Ma come può verificarsi, in pratica, la “discriminazione dei prezzi” ? 5 Esistono 3 condizioni: • Occorre che l’impresa abbia potere di mercato (o deve valere una forte differenziazione del prodotto) • Non deve essere possibile l’arbitraggio da parte del consumatore (mancano i mercati secondari, oppure è eccessivamente costoso in termini di costi di transazione) • Occorre che l’impresa conosca i prezzi di riserva dei consumatori o che cerchi di determinarli (contesto di informazione imperfetta) 6 Tre discriminazioni • Discriminazione di I grado, o perfetta: l’impresa conosce i prezzi di riserva di tutti i consumatori, ed è in grado di estrarre tutto il surplus dei consumatori 7 • Discriminazione di II grado: l’impresa propone differenti combinazioni del prodotto a prezzi diversi (“business class” e “classe turistica” negli aerei) (low cost); saranno i consumatori stessi a rivelare i propri prezzi di riserva (auto-selezione da parte dei consumatori) 8 • Discriminazione di III grado: l’impresa distingue tra i consumatori secondo grandi gruppi con prezzi di riserva diversi (pagamento con biglietto differenziale al cinema per studenti e pensionati) (selezione da parte dell’impresa) 9 Discriminazione di I grado A Monopolio tradizionale, senza discriminazione C B Pm Surplus dei consumatori Surplus dei produttori Perdita secca D F E Costi marginali 10 A p1 F B Ma se fosse possibile far pagare al consumatore 1 quanto egli in realtà è disponibile a pagare… Surplus dei consumatori G H C Surplus dei produttori Pm Perdita secca D F E 11 A p1 F E se fosse possibile far pagare a tutti i consumatori quanto in realtà sono disponibili a pagare… (discriminazione del I grado), praticando un prezzo G differenziato per ciascuno di loro (e quindi praticando al “meno disponibile” il prezzo di concorrenza) C Surplus dei produttori B D F E Costi marginali 12 • Nel caso di discriminazione di I grado il produttore sottrae a tutti i consumatori il surplus dei consumatori, che sostituisce con il proprio surplus. • Non c’è più perdita secca. • Il monopolio con discriminazione di I grado è una configurazione di mercato efficiente 13 Discriminazione II grado • Modo per discriminare: tariffe binomie • P=F+p*q • F è fisso, personalizzato (rappresenterebbe il prezzo di riserva) (nell’energia elettrica: la potenza installata, 3 kW piuttosto che 5 kW) • p * q = pagamento per ogni unità consumata (sulla base dei kWh) • Oppure “Tariffe diurne” e “notturne” • Sono i consumatori a scegliere “dove mettersi” 14 Possibilità di scelta fra tariffe diverse a seconda dell’intensità di uso Il venditore deve tener conto: • Del vincolo di partecipazione: ogni consumatore deve essere incentivato a partecipare al mercato, piuttosto che non partecipare • Del vincolo di incentivazione (ogni categoria di consumatori deve essere incentivata ad utilizzare la tariffa che è stata pensata dal venditore per lui) 15 • Consumatori ad alta intensità di domanda pagano molto la parte fissa, poco la parte variabile • Consumatori a bassa intensità di domanda pagano poco la parte fissa, molto la parte variabile 16 Discriminazione di III grado A B Due gruppi di consumatori, A e B, con le rispettive funzioni di domanda. La domanda del gruppo B è più elastica in ogni suo punto 17 RMC MC Sappiamo che il monopolista massimizza il suo profitto quando spinge la produzione sino al punto in cui il ricavo marginale è uguale al costo marginale. Allora tracciamo un terzo grafico, in cui RMC è la somma orizzontale delle curve del ricavo marginale di A e di B, e la uguagliamo al costo marginale complessivo MC. Il punto di incontro tra MC e RMB stabilisce la quantità complessiva che deve essere prodotta per max il 18 profitto. RMC PA PB MC Tracciamo quindi una linea dal punto in cui RMC = MC. Dove questa interseca i ricavi marginali dei due segmenti di domanda, si individua la quantità prodotta e quindi il prezzo. 19 RMC PA PB MC Pertanto il monopolista massimizza il suo profitto praticando una discriminazione dei prezzi a seconda dei mercati, in particolare impone prezzi più bassi per quel segmento di mercato a domanda più elastica (PB < PA) 20 (esempio auto e mercati nazionali) Vendite congiunte (bundling) • Quando l’impresa vende congiuntamente più beni, o più unità dello stesso bene, ad un prezzo complessivo che è inferiore alla somma dei prezzi delle singole componenti: P (1+2) < P 1 + P 2 21 • L’alternativa può essere tra bundling puro e bundling misto • Bundling puro = si può acquistare solo l’intero pacchetto • Bundling misto = si possono acquistare anche separatamente i diversi prodotti 22 • Se vi sono economie di scala (nella produzione dello stesso bene oppure nel confezionamento di beni simili) la motivazione è chiara: il costo unitario è decrescente, per cui della pratica di prezzi più bassi si avvantaggiano sia i consumatori (prezzi più bassi per forniture più estese) sia i produttori (in grado di praticare prezzi più bassi in quanto sopportano costi più bassi). • Ne beneficiano soprattutto i mercati ad alta elasticità della domanda 23 • Più interessante è il caso in cui non esistano economie di scala, ma la strategia è di trarre vantaggio dalla discriminazione di prezzo (bundling misto) 24 Supponiamo che Microsoft debba lanciare Office, e sia indecisa su come vendere i programmi e quale prezzo praticare Tipo di utenti n. Giornalisti 40 Prezzo di riserva per Word 50 Prezzo di riserva per Excel 0 Ragionieri 40 0 50 Generici 30 30 20 25 Ciascun programma separatamente a 50 Ciascun programma separatamente a 30 Sia ciascun programma a 50 sia l’intero pacchetto a 60 N. acquirenti 80 120 100 Ricavo unitario 50 30 Ricavo complessivo 4000 3600 (50*0,8) + (60*0,2) = 52 5200 26 Beni durevoli • Importanza del profilo temporale: quando acquistare il bene (l’acquisto può essere anticipato o posticipato) (auto, ma anche case ecc.) • Fissare un prezzo elevato oggi per consumatori ad elevata disponibilità a pagare una somma elevata pur di averlo subito, poi prezzo basso per gli altri (nuovo modello di un’auto, edizione rilegata poi economica di un testo, ecc.) 27 • In realtà il consumatore razionale aspetta gli sconti futuri, e la discriminazione può non avere successo Il produttore può reagire • o impegnandosi a non praticare sconti • oppure a cedere in affitto il bene (da bene durevole a bene non durevole) 28 Il comportamento dell’Antitrust Particolarmente controverso: • Accordi: no • Fusioni/acquisizioni: no Abuso di posizione dominante • (dilemma tra efficienza ed equità), in Europa peggiorato dall’essere la DG Competition legata al tema della distorsione del commercio fra gli Stati membri 29