Benchmarketing dei mercati internazionali e le direzioni del
nostro export
Prof. Angelo Miglietta
Professore Ordinario di Economia delle aziende e dei mercati internazionali - Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM)
Presidente - Fondazione OGR - CRT
Roma, 26 Settembre 2012
Exports of goods and services. At current prices in
million EUR
(Fonte Eurostat, 15/09/2012)
2000000
1800000
1600000
1400000
Germany
1200000
France
Italy
1000000
United States
800000
Japan
600000
400000
200000
0
2002
2003
2004
2005
Prof. A. Miglietta [IULM, Fondazione OGR - CRT]
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
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Protectionism alert. The world should heed
warnings that barriers to trade are creeping up
(The Economist 30 giugno – 6 luglio 2012) - 1
Quando è scoppiata la crisi finanziaria, il G20, che raggruppa i paesi che producono più del 85% del PIL
mondiale, si dichiarò determinato a non ripetere gli errori del 1930, quando il protezionismo portò al
disastro economico.
Come un rapporto della Organizzazione mondiale del commercio (OMC) ha rilevato lo scorso luglio, le
barriere si sono in realtà ripresentate.
“The new restrictions range from higher tariffs to costly import licences and customs controls. Individual
examples can seem trivial, but the cumulative impact is significant. An increasingly popular method
nowadays is to strangle traders not with high tariffs, which are easy to spot, but with red tape, which is
not.
Governments often justify these steps as short-term remedies for particular problems. Subsidies for a
hard-hit export sector, say, seem to make sense as a response to the global downturn. But barriers are
easier to put in place than to remove, so the share of trade held back by protectionist measures tends to
grow over time”.
Fino ad ora il mercato unico dell'Unione europea, anche se ben lungi dall'essere perfetto, è stato un
brillante esempio di uno sforzo sostenuto e determinato ad abbassare le barriere commerciali. La crisi
attuale, se porta alla rottura dell'euro, potrebbe portare a una catastrofica rottura del mercato unico ed
anche a ripetere gli errori del 1930.
Prof. A. Miglietta [IULM, Fondazione OGR - CRT]
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Protectionism alert. The world should heed
warnings that barriers to trade are creeping up
(The Economist, 30 giugno – 6 luglio 2012) - 2
Prof. A. Miglietta [IULM, Fondazione OGR - CRT]
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Bumping along the bottom
(The Economist 2-8 giugno 2012)
Il paese è stato in pericolo per dieci anni, tasse e spesa pubblica sono entrambi
aumentati anche quando il PIL si è fermato (vedi tabella). La commissione è
moderatamente ottimista sulla crescita futura (si aspetta un aumento del 0,4% del
PIL l'anno prossimo). In un precedente rapporto, l'OCSE si è dimostrato invece
meno ottimista, la previsione è che l'economia possa contrarsi dello 0,4% nel 2013, e
che tra il 2012 e il 2017 il PIL cresca con una media annuale del solo 0,5%: il tasso
più basso tra i 41 paesi monitorati.
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Europe’s tired engine
The Economist (18-24 agosto 2012)
Figures released on August 14th duly showed that German GDP grew in the second quarter on the
previous one, but only by 0.3%. That was better than in France (no growth at all), Spain (minus 0.4%)
and Italy (minus 0.7%). Given its current weakness, can Germany continue to pull its neighbours along?
The German trade surplus is so huge—nearly €100 billion ($123 billion) in the first half of the year—
that it has drawn flak from the OECD club of rich countries, and from the European Commission.
“A balance-of-payments surplus is no reason for Europe to intervene,” says a government spokesman.
Plenty of economists disagree, as does the German Confederation of Trade Unions, which is calling for
more investment to stimulate domestic demand.
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Crescita del Pil e contributo delle principali
componenti Anni 2000-2011
(variazioni e punti percentuali)
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Esportazioni nazionali di merci e quote dell’Italia
sul commercio mondiale (a) - Anni 2000-2011
(valori correnti, variazioni rispetto all’anno precedente e quote
percentuali)
Prof. A. Miglietta [IULM, Fondazione OGR - CRT]
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Specializzazione dell’Italia nel commercio
mondiale di manufatti - Anni 2000-2010
Fonte: Elaborazione su dati Ice
(a) L’indice varia tra –1 e +1 dove i valori
estremi indicano rispettivamente la massima
despecializzazione e la massima
specializzazione. Si fa riferimento alla seconda
cifra della classificazione Cpa-Ateco
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Investimenti diretti esteri in entrata per alcuni
paesi dell’Ue - Anni 2000-2010 (stock in % del Pil)
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Investimenti diretti esteri in uscita per alcuni paesi
dell’Ue - Anni 2000-2010 (stock in % del Pil)
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11
GRAZIE!
Prof. A. Miglietta [IULM, Fondazione OGR - CRT]
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Diapositiva 1 - 26 settembre 2012