Istituto Tecnico
Commerciale e per
Geometri “E.Fermi”
Anno scolastico 2007\’08
Alunna: Macca Giovanna
ARGOMENTI DELLA DISCUSSIONE


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



Italiano: Sicilianità e Sicilitudine, Verga.
Storia: Questione meridionale dopo l’Unità d’Italia,
Brigantaggio, emigrazione nel ‘900, Italia fascista.
Finanza: Imprese pubbliche.
Diritto: Unione Europea.
Inglese: The EU, the euro.
Matematica: Problema di gestione delle scorte.
Ragioneria: Il magazzino.
Informatica: Sistemi operativi.
Tecnica e organizzazione aziendale: Funzioni e
tecniche di gestione della banca.
Sicilianità e Sicilitudine
Il termine sicilianità caratterizza insieme a “u
sicilianu”, ovvero la lingua siciliana, quell'insieme dei
caratteri attribuiti all'uomo di Sicilia, tipici cioè del
siciliano, definiti anche sicilitudine.
L’insularità, cioè, comporta un modo di essere, di
pensare e di sperimentare che è già un appartenenza
ad una identità specifica.
La sicilianità è solare, porta ad aprirsi all’altro, pur nella
consapevolezza e nella fierezza del sentirsi diverso; la
sicilitudine è chiusura e solitudine: prevale la coscienza
dell’incomunicabilità di un esperienza.
C’è anche una sicilianità specifica, nel raccontare o nel
vivere i viaggi, che sa essere a volte molto espressiva,
ma sempre trasbordante e referente al proprio vissuto,
impersonata nel siciliano che gira mezzo mondo e che
in ogni parte del mondo afferma con assoluta sicurezza
che non potrebbe vivere in nessun altro luogo, perché
solo in Sicilia trova il cibo, il clima e persino gli amici
congeniali alla sua natura.
Analogamente c’è una sicilitudine che
diviene come un sostrato interiore e
accompagna il siciliano dovunque si
trovi, apparentemente integrato in
ogni parte del mondo, ma tuttavia in
sintonia a cogliere ogni aspetto che
renda l’altro originale e diverso, come
lui stesso si sente; chi rientra in
questa categoria, nei suoi viaggi è
spesso alla ricerca del nuovo e
dell’esotico.
La sicilitudine ha una forte carica di
incomunicabilità, nel recepire
l’altro, essa esprime in sommo grado
l’intuizione che non ha bisogno di
tante parole.
La Sicilia nella narrativa del ‘900 è una
realtà storico-geografica e culturale
che si esprime letterariamente in un
certo modo. C’è insomma una
narrativa siciliana in cui i personaggi e
gli autori sono espressione di una
“sicilianità”.
Nel momento dell’unificazione
dell’Italia, tante erano le differenze tra
Nord e Sud, tra le quali emergeva una
frattura culturale: il Romanticismo era
fermo a Firenze. Il sud rimane
bloccato in una situazione di stallo. In
questo periodo vi furono una serie di
fenomeni come, il brigantaggio,
addirittura il rimpianto del governo
borbonico. In questo quadro ha le sue
radici l’esperienza più importante della
narrativa del secondo ottocento, il
Verismo, che è “parte vitale della
sicilianità”, di tutti i vari narratori come
Verga, Pirandello, Tomasi di
Lampedusa, Bufalino ecc..
I caratteri della cultura siciliana:

Consapevolezza della diversità che
caratterizza la realtà sociale della Sicilia e quindi
una particolare attenzione rivolta a
rappresentarne gli aspetti e le manifestazioni
peculiari.
 L’interpretazione della storia della Sicilia come
il susseguirsi di invasioni e di inganni fino
all’ultima disillusione di fronte alla politica del
nuovo Stato unitario.
 Il rifiuto di isolarsi entro i confini della propria
isola e di rimanere prigionieri di una storia e una
società “diverse”; il dialogo con le moderne
esperienze europee.
Gesualdo Bufalino: grande conoscitore della Sicilia
e della sicilianità, nello scritto L'isola plurale, tratto
dalla raccolta Cere perse, ha delineato più di ogni
altro le caratteristiche fondamentali dei siciliani, il
carattere e le tendenze, causate da ragioni
storiche, climatiche e insulari:
«[…]Vi è una Sicilia “babba”, cioè mite, fino a
sembrare stupida; una Sicilia “sperta”, cioè furba,
dedita alle più utilitarie pratiche della violenza e
della frode. Vi è una Sicilia pigra, una frenetica;
una che si estenua nell’angoscia della roba, una
che recita la vita come un copione di carnevale;
una, infine, che si sporge da un crinale di vento in
un accesso di abbagliato delirio… Soffre, la Sicilia,
di un eccesso d’identità. Ogni siciliano è, di fatti,
una irripetibile ambiguità psicologica e morale. Non
è tutto, vi sono altre Sicilie, non finirò di contarle.».
È nell’opera di Bufalino il modo di indagare la vita,
di andare al di là di ciò che appare vero per
attingere alla menzogna e al sogno, che non sono
mai slegati dalla verità.
Verga nella novella “Libertà”, fa dire al carbonaio :<<
Dove mi conducete?, in galera?, o perché?, non mi è
toccato neppure un palmo di terra! Se avevano detto
che c’era la libertà!>>”, parole che esprimono la
inconsapevolezza e la delusione storica, nei confronti
del Risorgimento, che è una costante della narrativa
siciliana.
Così Pirandello ne “I vecchi e i Giovani: In una stessa
famiglia, i Laurentano, due generazioni a confronto
misurano i reciproci fallimenti; i vecchi responsabili di
un mancato rinnovamento civile promosso dagli ideali
risorgimentali, i giovani costretti nelle pastoie di una
squallida eredità.”
O ancora Tomasi di Lampedusa ne “Il Gattopardo:
«Tutto questo non dovrebbe poter durare; però durerà,
sempre; il sempre umano, beninteso, un secolo, due
secoli ...; e dopo sarà diverso, ma peggiore. Noi
fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno
saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti
Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci
il sale della terra.»”.
Il multiculturalismo:
C’è da dire anche che la Sicilia terra di
invasioni , nel corso della storia è stata
caratterizzata dalla presenza di diversi
popoli e di varie etnie che l’hanno
resa“diversa”e ricca di varie istanze.
Ancora oggi si possono usare i termini
“multietnico”, “multiculturale”,
“multirazziale”, quando si descrive la
società siciliana e ormai anche quella
europea.
Il multiculturalismo, componente nuova per
altre regioni d’Europa, è stata una
componente sempre presente nella nostra
sicilitudine.
Noi cioè siamo abituati a stare con altri,
diversi da noi:siamo educati a considerare
di pari dignità tutti gli uomini e diamo pari
valore alle altre culture, perché educati
storicamente alla convivenza, anche se
siamo stati dominati.fra
Metamorfosi razzismo contemporaneo:
Tuttavia, nel resto del mondo la situazione appare diversa: le relazioni tra
diverse identità etniche non coinvolgono solo il piano dei diritti, bensì,
soprattutto la vita quotidiana in cui giocano un ruolo importante fattori
emotivi sui quali è difficile intervenire, tanto che le relazioni tra i diversi
gruppi si risolvono spesso in conflitti provocati da gesti di intolleranza
quotidiana più o meno gravi.
Il mutamento prodotto dalla presenza di migranti nella società e nella
cultura del Terzo millennio si accompagna spesso al rifiuto e alla
discriminazione del “diverso”, oppure alla tendenza a trattare
l’immigrazione quasi esclusivamente come situazione di emergenza ,
denunciandone la pericolosità nei confronti del buon ordine della vita
associata delle nazioni ricche.
La paura dell’altro, la paura della omologazione culturale, la
paura della mescolanza socio-culturale o biologica tra noi e
gli “altri”, conducono quindi a una nuova forma di razzismo.
Emigrazione nel ‘900
Uno dei fenomeni più importanti
degli ultimi due decenni del
Novecento è stata la ripresa dei
flussi migratori, insieme al
cambiamento della loro natura. Le
migrazioni, infatti, si sono verificate
in ogni epoca e in ogni regione del
mondo contribuendo in modo
determinante a configurare l’assetto
della popolazione. L’Europa ha
conosciuto, per limitarci agli ultimi
due o tre secoli una forte corrente
migratoria verso il continente
americano. L’Italia, in particolare, è
tra i paesi europei che più hanno
conosciuto il fenomeno
dell’emigrazione, sia verso l’esterno
sia all’interno dei propri confini.
A partire dalla fine della seconda guerra mondiale si
possono distinguere tre grandi fasi delle migrazioni. La
prima, dal 1945 alla fine degli anni Sessanta, è
caratterizzata dal cosiddetto “liberismo migratorio”.
La seconda fase, tra la fine degli anni Sessanta e
la fine degli anni Settanta, si è sviluppata durante una
crisi economica.
Una terza fase, dall’inizio degli anni
Ottanta del Novecento fino ad oggi.
In sintesi si può constatare che il
fenomeno migratorio negli ultimi
decenni è stato caratterizzato da una
crescita delle dimensioni,dalla
globalizzazione ma anche da una
regionalizzazione.
Pierangelo Bertoli –
Nuova Emigrazione
Verga
Uno scrittore silenzioso;
 Il Verismo di Verga;
 I Malavoglia;
 Le Novelle rusticane e Mastro-Don
Verga può essere inquadrato in:
 Un contesto culturale;
 Un contesto storico;
 Un contesto filosofico.
Gesualdo;
Questione meridionale
Un problema di grande importanza che subito si
presentò al nuovo regno fu la cosiddetta questione
meridionale. La povertà del Mezzogiorno aveva molte
cause:
 la situazione geografica: il Sud era in gran parte
montuoso e privo di strade;
 la situazione economica: il Sud non aveva beneficiato
di quello sviluppo comunale e cittadino caratteristico
dell'Italia centro-settentrionale. Schiacciata dal potere
dei baroni, non si era formata quella borghesia attiva che
in altri luoghi aveva sviluppato l'industria e il commercio.
Il brigantaggio
Si sviluppò così il cosiddetto brigantaggio: una parte della popolazione
sostenne le bande dei briganti di campagna, che erano sempre esistite
nel Mezzogiorno e che ora venivano aiutate e finanziate dal re Francesco
Il di Borbone, rifugiatosi a Roma.
Fu una forma di rivolta contro i Piemontesi e contro il nuovo Stato che
aveva portato nuovi, pesanti obblighi. Per circa cinque anni, dal 1861 al
1865, in molti luoghi del Mezzogiorno infuriò una vera e propria guerra
fra lo Stato e i briganti, nella quale il governo impegnò oltre cento mila
soldati.
Solo a partire dal 1865 la situazione si andò normalizzando e l'impiego
dell'esercito venne sempre più ridotto: in ogni caso la repressione del
brigantaggio causò molte vittime innocenti da una parte e dall' altra e
lasciò a lungo uno strascico di recriminazioni e di polemiche fra le regioni
settentrionali e quelle meridionali. Questo avvenne perché non furono
presi provvedimenti contro le cause vere del fenomeno: l'esistenza del
latifondo e la povertà del mondo contadino.
Italia fascista
La costruzione dello Stato fascista era improntato su:
Gran Consiglio del fascismo;
 Milizia volontaria per la sicurezza nazionale
 La politica liberista
 La legge elettorale maggioritaria (elezioni dell’aprile del ’24)
 Il delitto Matteotti
 La secessione dell’Aventino
 La legislazione autoritaria
 Le leggi << fascistissime>> (aprile ’26)
 Le leggi del ’28 (legge elettorale che introduceva il sistema
della lista unica).
Totalitarismo imperfetto: nella seconda metà
degli anni 20 in Italia li Stato fascista era
una realtà, con le sue strutture giuridiche:
 Partito unico
 Milizia
 Sindacati di regime
e con :
Ventennio fascista.
 Le adunate dei cittadini
 L’amplificazione dell’immagine
 Culto del capo.
Mussolini era capo del governo e duce del fascismo e si servì dei prefetti
per trasmettere le sue volontà dal centro alla periferia.
Burocratizzazione del P.N.F:
 Iscrizione al partito = pratica di massa (per ottenere un posto
nell’amministrazione statale)
 Organizzazione di massa del partito :
 fasci giovanili
 GUF ( gruppi universitari fascisti)
 ONB ( operai manovali Balilla: inquadramento dei giovani dai 12 ai 18
anni (balilla e avanguardisti), ai quali veniva fornito un supplemento di
educazione fisica,un’ istruzione “premilitare” e un minimo di
indottrinamento)
 figli della lupa (bambini sotto i 12 anni)
 Fasci femminili
 piccole italiane
 giovani italiane
 massaie rurali
Decennio
Balilla.
In questo senso il regime fu totalitario.
Ma un limite era rappresentato dalla Chiesa:
Patti Lateranensi :( notevole successo propagandistico per
il fascismo; ricompose con essi lo storico contrasto tra Stato
e Chiesa, che aveva segnato l’intera vita del Regno
d’Italia). Si articolarono in 3 parti :
trattato internazionale
 la Santa Fede riconosceva lo Stato italiano e la sua capitale
 lo Stato, in cambio, riconosce la sovranità della Chiesa in “Città
del Vaticano” .
 convenzione finanziaria = lo Stato concede una indennità
al Papa, come riconoscimento per la perdita dello Stato
Pontificio
 concordato = che regolava i rapporti interni tra la chiesa e
il Regno d’Italia ( effetti civili del matrimonio;religione
cattolica fondamento dell’istruzione pubblica).
Il regime e il paese:
Immagine Italia fascista: paese largamente fascistizzato (ritratti
di Mussolini nelle scuole, grandi cartelli nelle strade, emblema
del fascio Littorio sulle copertine dei libri, grandi folle per le
ricorrenze fasciste).
Duce a lavoro.
Duce a Milano.
Cultura, scuola, comunicazioni di massa: il fascismo
fu particolarmente attento al mondo della cultura :
Riforma Gentile.
Controllo sulla stampa: Ministero per la cultura popolare.
Radio: EIAR 1927;
Cinema: Istituto Luce.
Film di propaganda con
I° discorso camera.
Economia: il fascismo credette di individuare la sua “ terza via” nella
formazione del CORPORATIVISMO (1934).
Per risolvere :
1.
battaglia del grano : inasprimento del dazio sui cereali, ci fu il
raggiungimento dell’autosufficienza nel settore dei cereali tramite
l’aumento della superficie coltivabile a grano;
2.
impiego di tecniche agricole più avanzate specializzate per
l’esportazione;
“Quota novanta” : rivalutazione della lira, fissando l’obiettivo,
irraggiungibile per
alcuni, di quota 90 (90 lire per una sterlina).
Conseguenze :

diminuzione dei prezzi interni, con conseguente recupero del
potere d’acquisto della lira (politica deflazionistica: minor costo
delle importazioni).
L’Italia risentì degli effetti della grande crisi del ’29 infatti vi fu
l’aumento della disoccupazione e difficoltà delle imprese grandi e
piccole.
Risposta del regime e conseguenze:

sviluppo dei lavori pubblici:
1.
intervento diretto e indiretto dello Stato;
2.
bonifica dell’Agro Pontino (furono creati 3000 nuovi
poderi);
3.
città nuove: “Sabaudia e Littorio”.
 crisi bancaria (soprattutto per le banche miste (Banca
commerciale, Credito italiano);
 creazione dell’ IMI(istituto mobiliare italiano) e dell’ IRI
(istituto ricostruzione aziendale).
Patto acciaio.
Lo Stato-imprenditore: divenne azionista.
IRI: divenne azionista di maggioranza delle banche in crisi e ne
rilevò le partecipazioni industriali. Ebbe anche il controllo delle
maggiori imprese italiane: ANSALDO;ILVA;TERNI.
L’IRI nel ’37 divenne un ente permanente così lo Stato italiano si
trovò a controllare, anche se indirettamente, una quota
dell’apparato industriale e bancario superiore a qualunque altro
stato italiano: Stato-imprenditore; Stato-banchiere.
Ultimo discorso.
Imprese pubbliche
Mediante l’impresa pubblica lo Stato esercita
un’attività produttiva di beni e servizi volta al
raggiungimento di fini di pubblico interesse ,
ottenendo da tale attività delle entrate originarie , in
base ai prezzi di vendita dei beni e servizi prodotti.
Diverse sono le ragioni che spiegano l’assunzione , da
parte dello Stato , di iniziative imprenditoriali.
Fra di esse vi sono:
 Necessità di evitare monopoli privati
 Attuazione di una politica economica anticongiunturale
 Riduzione degli squilibri economici territoriali
 Realizzazione di una politica di sviluppo
 Incompatibilità fra interessi privati e interessi pubblici.
1933 venne istituito l’ IRI (Istituto di
Ricostruzione Industriale)
•
La crisi dell’ impresa pubblica: a partire
dall’inizio degli anni ’70.
•
•
Modello Saraceno
Le ragioni della crisi degli anni ’90
 Collusione fra la sfera economica e quella
politica che ha generato sprechi e inefficienze;
 I difetti del sistema derivano dalla struttura
economico-finanziaria fondata sulla formula
privatistica delle società per azioni;
 L’impresa pubblica ha registrato
un’espansione incontrollata.
Le privatizzazioni
 Aumenta l’efficienza dei settori industriali e
dei servizi.
Lo Stato realizza ingenti entrate.
Si afferma un azionariato diffuso.
Aumenta l’integrazione dell’economia italiana
nel sistema economico europeo.
Ricerca operativa:

Problemi di scelta con effetti
immediati e in condizioni certe:
il problema della gestione delle
scorte.
Si parla di problemi di scelta con effetti immediati quando
la realizzazione del processo produttivo viene pensata
come istantanea per cui fra il momento in cui si
sostengono i costi e quello in cui si realizzano i ricavi non
intercorre tempo alcuno.
Si dice che una scelta si presenta in condizioni certe
quando le diverse condizioni che intervengono nel
problema sono tutte note a priori in modo univoco.
Un problema di particolare importanza nella vita di ogni
impresa è quello relativo all’approvvigionamento: si parla
di problema delle scorte o anche di problema di controllo
delle giacenze di magazzino. Accertato il fabbisogno S per
unità del tempo espresso in una data unità di misura, il
problema consiste nella ricerca di quella politica di
approvvigionamento che rende minimo il costo totale di
magazzino.
I dati del problema: la risoluzione di un problema di scorte
richiede la conoscenza dei seguenti dati :
quantità di materia prima di cui l’impresa necessita durante
l’anno;
 il prezzo p per ogni unità acquistata;
 i tempi di consegna, cioè i tempi intercorrenti fra le date di
ordinazione e le date di consegna;
 il consumo futuro o,meglio, il modo in cui il consumo si
distribuisce durante l’anno.

Ipotesi alla base del modello:


i tempi di consegna siano nulli. Cioè, a ciascuna
ordinazione segua immediatamente la consegna la
qual cosa comporta che ciascuna ordinazione
abbia luogo soltanto quando la scorta preesistente
si riduce a zero.
il consumo sia uniformemente distribuito durante il
corso dell’intero anno. Ciò comporta che la
dimensione ottima di ciascuna ordinazione, ovvero
il tempo intercorrente fra due successive
ordinazioni, sia costante. (Le ordinazioni vengono
effettuate sempre per la medesima entità e a
intervalli costanti di tempo).
Dire che il consumo è uniformemente distribuito vuol dire che la
giacenza di magazzino è uguale a Q (quantità ordinata) all’inizio
del periodo, è uguale a zero in T (alla fine del periodo), e
decresce linearmente fra 0 e T.
Il costo di approvvigionamento è costituito da:
 costo dell’ordinazione
 costo di magazzinaggio
 costo di acquisto del materiale.
Formalizzazione e risoluzione del problema:
siano:
Q la quantità da ordinare
T l’intervallo di tempo che intercorre fra due successive ordinazioni
N il numero delle ordinazioni nell’anno
Ciò posto, osserviamo che come incognita si può assumere una qualsiasi fra queste
variabili in quanto esse sono legate dalle seguenti relazioni :
Q = ST
Q = S/N
Sicchè una volta determinata una di esse è possibile determinare le altre due. In
particolare, convenendo come incognita la quantità Q da ordinare e ammettendo
che il prezzo p sia costante e indipendente da Q , si ha quanto segue:
 essendo h il costo per ciascuna ordinazione, Q la quantità costante da ordinare e
S il
fabbisogno complessivo, il costo totale relativo a tutte le ordinazioni è:
y1 = hN = hS/N
 essendo il consumo uniformemente distribuito durante l’anno, la scorta media in
magazzino è :
Q+0/2 = Q/2
Ne segue che, essendo k il costo di magazzino per ciascuna unità di scorta e per
ciascuna unità di tempo, il costo complessivo di magazzinaggio è:
y2 = kQ/2
 il costo complessivo relativo agli acquisti è
y3 = Sp
in definitiva il costo totale dell’approvvigionamento è :
Y = y1+y2+y3
Cioè :
Y = hS/Q+kQ/2+Sp
A questo punto si tratta di determinare per quale valore della
variabile d’azione Q la funzione obiettivo è minima:
y(Q) = hS/Q+kQ/2+Sp
derivando rispetto a Q si ha:
y’(Q) = -hS/Q²+k/2
quindi, ponendo :
y’(Q) = 0
si ricava
Q* = √2Sh/k
con
y(Q) = min
dato che, come facilmente si verifica, si ha :
y’’(Q)>0.
Formule inverse:
N = S/Q
T =360/N
N = 360/T
Vincoli derivanti dalla capacità di magazzino:
fin ora si è supposto che non esistevano vincoli riguardanti
la capacità del magazzino. Ma in concreto tali vincoli
possono esistere. A tal proposito supponiamo che il
magazzino possa accogliere al massimo la quantità C. ne
segue che deve essere Q* < = C. Pertanto:
 se Q* = √2hS/k < C possiamo ogni volta ordinare Q*
 se Q* = √2hS/k >= C dobbiamo assumere Q* = C : ad
ogni ordinazione dobbiamo ordinare C e, quindi,
determinare in funzione di C il numero di ordinazioni N* per
anno.
Il magazzino
La
contabilità di magazzino
 Valorizzazione dei movimenti
di magazzino
 La contabilità fiscale di
magazzino
 Le rimanenze di magazzino
 I lavori in corso su
ordinazione.
La contabilità di magazzino:
è tenuta dall’ufficio magazzino e deve:

Controllare i movimenti di entrata e di uscita;

Verificare il livello delle scorte e segnalare all’Ufficio acquisti le
necessità di approvvigionamento;

Fornire alla contabilità gestionale(o industriale), i dati necessari
per determinare i costi delle materie consumate o dei
componenti utilizzati nei processi di lavorazione e
assemblaggio;

Fornire alla contabilità generale i dati concernenti la consistenza
delle rimanenze di fine anno;

Adempiere agli obblighi fiscali.
Valorizzazione dei movimenti in magazzino:
Quantità
Quantità e valori:
Valorizzazione dei carichi: se la contabilità di magazzino è a
quantità e valori, le materie prime vengono caricate al prezzo
d’acquisto.
Valorizzazione degli scarichi: si rilevano in base al criterio del
costo e possono essere effettuati secondo diversi metodi:
1.
metodo del costo effettivo
2.
metodo del costo medio
3.
metodo LIFO(last in first out)
4.
metodo FIFO(first in firs out)
5.
metodometodo del costo standard
6.
metodo del prezzo corrente
La contabilità fiscale di magazzino:
l’obbligo fiscale di tenuta della contabilità di magazzino riguarda
le aziende in contabilità ordinaria . Le scritture di magazzino
devono essere tenute a partire dal secondo periodo d’imposta
successivo a quello in cui per la seconda volta consecutivamente
l’ammontare dei ricavi e il valore complessivo delle rimanenze
sono superiori rispettivamente a 5164568.99 euro e a
1032913.80 euro. L’obbligo cessa a partire dal primo periodo
d’imposta successivo a quello in cui, per la seconda volta
consecutivamente, l’ammontare dei ricavi o il valore delle
rimanenze è inferiore a tale limite.
L’obbligo fiscale non si rivolge indistintamente a tutte le
imprese è perciò necessario distinguere tra le varie
aziende:
 Aziende commerciali
 Aziende di servizi
Aziende industriali
Le scritture di magazzino devono essere tenute
secondo principi di ordinata contabilità; l’obbligo di
conservazione è di almeno 10 anni.
Contenuto:
Esclusioni:
 beni di scarsa rilevanza
Le rimanenze di magazzino.
La contabilità di magazzino non procede
direttamente alla valutazione delle quantità
di magazzino in quanto:
 Gli scopi per cui è tenuta la contabilità di
magazzino sono diversi da quello per cui si
valutano le rimanenze finali;
 Le rimanenze finali devono essere iscritte
in bilancio nel rispetto dei criteri di
valutazione stabiliti dal codice civile;ai fini
fiscali bisogna tener conto dei criteri stabiliti
dal T.U.I.R.
Il valore di costo è costituito:

per le materie e ogni altro bene acquistato all’esterno, dal
prezzo fatturato dal fornitore, al netto di sconti mercantili e
abbuoni, integrato dalle spese accessorie direttamente
imputabili;

per i prodotti ottenuti internamente, dal costo di fabbricazione,
determinato tenendo conto delle materie, dei semilavorati, dei
costi di lavoro, ecc..;non devono essere incluse le spese
generali d’amministrazione e di vendita.
Il valore di mercato è costituito:

per le materie prime e ogni altro bene da impiegare nel
processo produttivo, dal costo di approvvigionamento,
risultante dai listini dei fornitori;

per i prodotti finiti, i semilavorati e le materie destinate alla
vendita, dal valore netto di realizzo desumibile dai listini di
vendita dell’impresa, tenuto conto degli sconti e delle spese di
commercializzazione a suo carico;

per i prodotti in corso di lavorazione, dal valore netto di realizzo
tenuto conto anche dei costi necessari per il loro
completamento.
I sistemi operativi
Funzionano come interfaccie tra l’utente e l’hardware della
macchina in modo che l’utente non debba interagire direttamente
con l’elaboratore,
 Gestiscono le risorse del sistema (CPU, memoria centrale,
periferiche, informazioni) rispettando le politiche di gestione.

Struttura e funzionamento:
Macchine virtuali:
la presenza del sistema operativo rende più
semplice lavorare con il calcolatore in quanto
fornisce un’immagine astratta di tutte le risorse
disponibili, indipendentemente da come queste
funzionino.
Elaborazione a lotti (bach):
i dati necessari all’elaborazione sono accumulati in una
memoria ausiliaria durante un certo periodo di tempo: a una
scadenza prefissata vengono elaborati tutti insieme (in un
unico lotto) dai programmi applicativi.
Un esempio potrebbe essere la procedura che fornisce la
stampa. Inoltre non si ha la possibilità di interagire con il
programma durante la sua esecuzione.
Elaborazione interattiva :
permette di colloquiare con il programma in
esecuzione, influenzando quindi
l’elaborazione stessa; i dati in ingresso
vengono elaborati non appena si rendono
disponibili, fornendo subito i risultati.
Sistemi in monoprogrammazione :
sono quei sistemi che permettono
l’esecuzione di un solo programma
utente alla volta.
Sistemi in multiprogrammazione: sono quei
sistemi operativi che permettono di allocare più programmi
utente in memoria centrale e di ripartire fra questi l’uso delle
risorse.
Per poter realizzare la multiprogrammazione, sono stati
introdotti gli elaboratori di canale che sono piccoli
elaboratori in grado di eseguire le operazioni di
trasferimento dei dati fra la memoria centrale e le
periferiche e viceversa.
Sistemi in time-sharing:
la soluzione di un sistema operativo in multiprogrammazione
presenta ancora un inconveniente:infatti se un programma non
ha richieste di I/O monopolizza la CPU a danno degli altri che
restano in attesa. Per ovviare a questo e per migliorare
l’efficienza del sistema è stato introdotto il concetto di “quanto”
temporale (o time slice), cioè un periodo di tempo durante il
quale la CPU lavora per un programma. Scaduto tale periodo,
anche se l’esecuzione del programma non è terminata o se il
programma non ha richiesto operazioni di I/O, la sua
esecuzione viene sospesa. Quindi se la CPU è gestita in timesharing essa rimane assegnata a un programma finchè:
 Il programma termina
 Il programma richiede un ‘operazione di I/O
 Scade il time slice.
Sistemi in multielaborazione:
avendo tante CPU queste possono dedicarsi ai vari programmi.
Interrupt:
è il meccanismo mediante il quale vengono
comunicati alla CPU alcuni eventi ben precisi.
Il registro di stato contiene l’insieme delle
informazioni relative all’esecuzione del
programma e serve alla CPU per poter operare
sul programma stesso. Le componenti del
registro di stato sono:

Stato;
 Program counter;
 Lunghezza.
Funzioni e tecniche di gestione della banca


Funzioni delle banche
Definizione e concetto di
banca
 Creazione del credito e
moltiplicatore dei depositi
 Equilibrio della gestione
bancaria
 Formazione del risultato
economico
 Norme tecniche di gestione
bancaria
 Basilea 2 e misurazione del
rischio di credito.
Formazione del risultato economico:
MARGINE DI INTERESSE (forbice) = proventi su impieghi
– costi di raccolta.
Seconda area di attività : gestione caratteristica:
MARGINE DI INTERMEDIAZIONE= margine
d’interesse + commissioni nette +/- risultati
Prima area di attività: intermediazione creditizia e operazioni di
investimento finanziario :
di investimenti in titoli e divise + altri proventi di gestione.
Dal margine di intermediazione così ottenuto si passa poi al risultato
lordo di gestione:
RISULTATO LORDO DI GESTIONE= margine di
intermediazione – spese amministrative.
Si passa infine dal risultato lordo al risultato netto d’esercizio:
REDDITO D’ESERCIZIO= risultato lordo di gestione –
accantonamenti per rischi e oneri +/- rettifiche di valore +/- risultato
della gestione straordinaria – imposte dell’esercizio.
Norme tecniche di gestione bancaria:
 Liquidità: la liquidità di un azienda, è l’attitudine a
fronteggiare immediatamente e senza perdite i propri
impegni. stesso tempo degli autonomi risultati
economici;
 Concordanza di scadenze.
Frazionamento dei rischi: il contenimento dei fidi,
l’eterogeneità della clientela, l’estensione territoriale
dell’attività.
Basilea 2 e misurazione del rischio di credito:
Rating:
Probability of default (pd)\;
 Loss given default (lgd);
 Maturità (durata dell’espos.creditizia della banca).
cid
L’UNIONE EUROPEA

È un’organizzazione sovranazionale di cui fanno parte attualmente 27 stati europei,
ha assunto questa denominazione nel 1993 per effetto del trattato di Maastricht che
in qst modo ha voluto realizzare una “nuova tappa nel processo di creazione di
un’unione sempre più stretta tra i popoli dell’Europa”.
I
nuovi trattati:
1986 Trattato di Lussemburgo
(detto anche atto unico europeo).
1992 Trattato di Maastricht (detto
anche trattato dell’Unione Europea)
1997 Trattato
di Amsterdam
2001 Trattato
di Nizza
LE LEGGI EUROPEE
L’UE può emanare due tipi di leggi europee:i
regolamenti e le direttiva.
∞ Regolamenti
∞ Direttive
THE EUROPEAN
UNION
is a trading bloc, made up of twenty-seven
countries, that has organised a free
trade area in which:

No tariffs are imposed.

There is free movement of capital and
labour.

The european investment bank (eib)
provides loans to promote regional
development.

Ect……..
THE EURO
In 1999,eleven of the countries formed the
economic and monetary union and
adopted the euro as a single currency.
Euro coins and notes began to circulate
on the 1° january.
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Jenny Macca