ESTE MUNDO TAM MUDADO…
GLOBALIZZAZIONE
Termine adoperato, a
partire dagli anni 1990,
per indicare un insieme
assai ampio di
fenomeni, connessi
con la crescita
dell’integrazione
economica, sociale e
culturale tra le diverse
aree del mondo.
LA GLOBALIZZAZIONE E I SUOI CRITICI…
Il termine «globalizzazione» si è diffuso nel corso degli anni
Novanta, in un’accezione per lo più negativa, ad opera dei
movimenti che criticavano quelle che consideravano
conseguenze negative:
A. crescita delle diseguaglianze fra aree geografiche, nazioni
e gruppi sociali all’interno delle nazioni.
B. Omogenizzazione culturale. Impiosizione di un unico
modello culturale di origine occidentale (americana)
Dominio della finanza sull’economia reale
Perdita di potere degli stati nazionali e di conseguenze delle
istituzioni democratiche (laddove ci sono) a favore di soggetti
sovra o extra nazionali non soggetti a controllod democratico
…E I SUOI ESTIMATORI
L’integrazione dei mercati è un fattore di crescita
complessiva, grazie ad una maggiore e più efficiente
divisione del lavoro
Sul medio-lungo periodo favorisce la redistribuzione di
ricchezza a livello globale.
La maggiore facilità di circolazione delle informazioni con
maggiori opportunità di conoscenza e di formazione
Di conseguenza la globalizzazione favorisce i processi di
democratizzazione rendendo più difficile il controllo dei
media da parte di governi autoritari.
Possibilità di concertazione globale di politiche ambientali
GLOBALIZZATI DA QUANDO?
Caduta dei regimi comunisti
Rivoluzione informatica e telecomunicazioni
WTO
Se dovessimo scegliere
una data simbolica per
l’inizio di quella che
chiamiamo
globalizzazione, il primo
gennaio 1995, potrebbe
andare bene.
Quel giorno segna infatti
la nascita del W.T.O.
l’organizzazione mondiale
del commercio in cui
obbiettivo è quello è
l'abolizione o della
riduzione delle barriere
tariffarie al commercio
internazionale
WORLD HISTORY
Gli scienziati sociali che si sono occupati
di quel complesso di dinamiche raccolte
sotto l’etichetta di globalizzazione, hanno
per lo più enfatizzato gli elementi di novità,
di discontinuità con la realtà precedente.
La circolazione, più o meno intensa, più o
meno rapida di idee, uomini, merci non è
però una prerogativa degli ultimi
vent’anni.
Il mondo è passato attraverso diversa fasi
di intensificazione e di riduzione delle
interdipendenze e delle interconnessioni
fra le sue componenti. Questo è l’oggetto
della World History
TRASFERIMENTI DI TECNOLOGIE E DI PATOLOGIE
SISTEMI E CONNESSIONI
L’esistenza di connessioni non
implica l’esistenza di un sistema.
Perché si possa parlare di un
sistema è necessario che fra le sue
componenti vi siano delle relazioni
relativamente stabili e durevoli e
che il livello di interdipendenza fra
gli elementi costitutivi del sistema
sia piuttosto elevato. Ovvero che la
rimozione di un elemento dal
sistema stesso comporti un
profondo mutamento sia
dell’elemento stesso, sia del
sistema al quale apparteneva.
MONDO GLOBALE/SISTEMI CONNESSI
IMPERI E CONNESSIONI 1. IMPERO
MACEDONE
GLI IMPERI DEL I° SECOLO d. C.: ROMA,
PARTI E HAN
IMPERO MONGOLO:XIII-XIV sec. d. C.
… LA VIA DELL’ORO
Anche l’Africa subsahariana era inserita nei
sistemi di circolazione del
Vecchio Mondo, sia
attraverso la navigazione
costiera, soprattutto
nell’Oceano indiano, sia
grazie agli itinerari
carovanieri che
attraversavano il
Mediterraneo
L’ISLAM
NEL 1500
Alla vigilia
dell’età delle
scoperte, l’Islam
è la civiltà
centrale nel
Vecchio Mondo
Euroasiatico e
africano
L’IMPERO VENEZIANO: TERMINALE DELLA VIA
DELLE SPEZIE E DELLA SETA
L’EUROPA NEL 1500
Nel 1500 lo spazio della
civiltà europea è suddiviso in
una moltitudine di stati di
varia dimensione.
L’elemento unitario più
importante è costituito dalla
religione cristiana. Il papato
e l’Impero nonostante la loro
scarsa rilevanza politica,
rappresentano le due più
importanTi istanze unitarie.
GLI IMPERI ISLAMICI NEL MEDITERRANEO
ORIENTALE. I TERMINALI DELLA VIA DELLE SPEZIE
Impero Ottomano 1500
Mamelucchi 1500
LA
SUPERPOTENZA
OTTOMANA
1520
LA VIA DELLA SETA, LA VIA DELLE SPEZIE…
L’IMPERO SAFAVIDE DI PERSIA
IL SULTANATO DI DELHI
LA CINA DEI MING
Nel 1368 un rivolta
nazionale abbatte il
potere dei mongoli e
instaura in Cina una
nuova dinastia
autoctona, i Ming.
La minaccia di
incursioni e invasioni
dalle steppe del nord e
dell’ovest rimane una
costante nella storia
cinese, come
testimonia la
costruzione della
Grande Muraglia.
L’IMPERO MING
Nel Quattrocento
l’impero dei Ming è
probabilmente il più
esteso e certamente il
più popolato della
terra.
Il Tibet e parte del
Sinkiang rimangono
tuttavia al di fuori dei
confini. Che
comprendono invece
anche l’odierno
Vietnam
settentrionale.
LE ESPORTAZIONI CINESI: OLTRE LA SETA, GIADA
E PORCELLANA
Il crocevia
dell’Insulindia
La regione
dell’Insulinda è il
grande crocevia del
commercio in Asia e
mette in
comunicazione l’Asia
orientale (Cina e
Giappone) con il
mondo dell’Oceano
Indiano.
I VIAGGI DI ZHENG HE 1405-1433
l
Le sette spedizioni
guidate da Zheng He
furono imprese
straordinarie da un
punto di vista tecnico
e organizzativo.
Le flotte di giunche
contavano centinaia
di navi, di dimensioni
impensabili in
Europa, che
trasportavano
decina di migliaia di
uomini.
MAPPAMONDO DI
FRA’MAURO 1450 C.
Il mappamondo realizzato nel
1450 dal veneziano fra’ Mauro,
contrariamente alla tradizione
tolemaica, raffigurava un
collegamento diretto fra
Oceano Atlantico e Oceano
indiano. E’ stato ipotizzato che
questa informazione fosse stata
ottenuta grazie ai viaggi di
Zheng He.
IL
MONDO
DI
TOLOMEO
L’immagine
del
mondo
che
avevano
gli
uomini
del
medioevo
era
quella
proposta
dal
geografo
greco del II sec.
D.
C.
Claudio
Tolomeo
MANSA MUSA
XIII-XIV SEC. D. C.
In questa carta italiana
del XIV secolo è
raffigurato Mansa Musa,
imperatore del Mali, la cui
ricchezza era leggendaria.
Durante un pellegrinaggio
alla Mecca, sostò in
Egitto e l’enorme quantità
d’oro spesa dal re e dal
suo seguito provocò una
inflazione senza
precedenti.
I REGNI AFRICANI
Il controllo delle vie di
comunicazione transsahariane che
mettevano in contatto
l’Africa sub-sahariana
con il mondo
Mediterraneo e
medio-orientale
permise la formazione
di regni ricchi e
potenti, soprattutto in
Africa occidentale.
I MOVENTI: CRISTIANI E SPEZIE (E ORO)
Prete Gianni: il mito di un’altra cristianità
La Crociata
COLOMBO, PROFETA E
CROCIATO
Per Cristoforo Colombo, come per molti altri suoi contemporanei,
il contrasto fra motivazioni economiche e personali e moventi
ideali di tipo religioso non era così netto come possiamo
percepirlo noi.
L’oro può essere uno strumento di salvezza e può fornire i mezzi
per liberare Gerusalemme: «La mia impresa aveva lo scopo di
ricondurre alla Chiesa la Santa Casa di Gerusalemme», scrive a
papa Alessandro VI.
«L’oro – scrive ancora Colombo- è cosa eccellente, con esso si
costituiscono i tesori. Chi lo possiede può fare tutto ciò che vuole,
con l’oro si possono anche condurre le anime in Paradiso».
E questo ultimo compito è particolarmente urgente, perché, pens
aColombo, la fine dei tempi è vicina. Secondo i suoi calcoli,
mancano poco più di 150 anni alla fine del mondo: «Il Nostro
Redentore afferma che tutte le profezie devono compiersi prima
della consumazione del mondo… e molte profezie devono
ancora avere compimento. Grandi cose accadono e Nostro
Signore si affretta. La predicazione del Vangelo in tante terre in
tempi recenti è un segno. L’abate Gioacchino di Calabria
afferma che è dalla Spagna che deve provenire colui che
riedificherà la Santa Casa del Monte Sion…»
IL PORTOGALLO E LA
RECONQUISTA
IL nesso fra motivazioni economiche – in primo luogo
il tentativo di raggiungere le regioni dove ‘nasce’
l’oro – e quelle religiose è è particolarmente stretto
nelle tre monarchie iberiche, il regno del Portogallo,
quello di Castiglia e quello di Aragona (questi ultimi
due uniti dopo il matrimonio di Ferdinando e Isabella
nel 1469). L’identità dei regni cristiani è infatti
indissolubilmente legata alla lunga lotta contro i
Musulmani: la Reconquista, ancora da ultimare dato
che Granada è ancora islamica.
La conquista di Ceuta da parte portoghese nel 1415,
alla quale partecipa anche il giovane principe Enrico
(1394-1460), ha motivazioni politiche più che
mercantili. Vi è anche il desiderio da parte di cadetti
di famiglie nobili di trovare sbocchi ‘occupazionali’. Il
Marocco è in un certo senso la Nuova Frontiera del
Portogallo che ha portato a termine la sua
Reconquista peninsulare.
AL-ANDALUS
Tra il 711, data dell’irruzione
dei musulmani di Tarik, e il
1492, data della conquista di
Cordova, la Spagna è stata
un territorio conteso fra
Emirati e regni musulmani
ed regni cattolici. Anche se
molto frequentemente i
conflitti contrapponevano
potentati della stessa
religione.
LA PENISOLA IBERICA ALLA META’ DEL
QUATTROCENTO
IL MEDITERRANEO ATLANTICO
Oltre alla terraferma del Maghreb,
portoghesi, spagnoli e altre
potenze europee rivolsero la loro
attenzione nel corso del Tre e
Quattrocento agli arcipelaghi
presenti nell’Atlantico orientale,
alcuni dei quali, come la Canarie,
forse già conosciti dagli antichi
come Isole Fortunate.
L’Atlantico era sempre stato
considerato una barriera
invalicabile, il limite del mondo
con conosciuto. La colonizzazione
delle isole apre invece una nuova
frontiera e nel contempo consente
di approfondire la conoscenza
delle correnti e dei venti atlantici.
LE ISOLE
(S)FORTUNATE
L’unico arcipelago atlantico già
abitato, le Canarie, divennero il
teatrop di una sorta di esperimento di
colonizzazione che prefigura quella
che avverrà oltre un secolo dopo in
America.
Nelle Canarie infatti le condizioni
climatiche erano molto propizie alla
coltivazione di uno dei prodotti
maggiormente richiesti in Europa, lo
zucchero di canna.
I Guanci, la popolazione autoctona.
Oppose però una dura resistenza alla
colonizzazione europea e in pratica
fu piegata solo dalla diffusione di
terribili epidemie, le quali però
privarono i coloni anche della
manodopera necessaria alla
coltivazione della canna.
GLI INIZI DELLA
TRATTA ATLANTICA
La risposta al problema posto dalla
necessità di manodopera della coltivazione
di canna e dalla estinzione della
popolazione indigena viene da un’istituzione
già presente da secoli: la tratta dei neri.
Un numero notevole di schiavi neri
provenienti dall’Africa sub-sahariana era già
presente nelle coste meridionali, islamiche,
del Mediterraneo.
Un certo numero era però presente anche
nelle città europee, spagnole e italiane in
particolare.
All’oro si aggiunse allora la ricerca di questa
altra preziosa risorsa.
NAVI MEDITERRANEE
NAVI ATLANTICHE
LO STRUMENTO DELLE
SCOPERTE: LA CARAVELLA
La caravella venne messa a
punto tra la fine del Trecento e
l’inizio del Quattrocento grazie
all’incontro fra tradizioni
nautiche nordiche e
mediterranee con probabili
influenze arabe. Era
un’imbarcazione piccola e
agile, Adatta a lunghe
navigazioni grazie
all’equipaggio poco numeroso.
L’adozione delle vele latine
triangolari le permetteva di
navigare controvento,.
I PORTOGHESI LUNGO LE
COSTE DELL’AFRICA
OCCIDENTALE
I Portoghesi dedicarono quasi un
secolo, dalla conquista di Ceuta
nel 1415 all’arrivo di Bartolomeu
Diaz al Capo di Buona Speranza
nel 1487, all’esplorazioni e
all’insediamento lungo le coste
occidentali dell’Africa. L’oro e poi
soprattutto gli schiavi furono le
risorse che finanziarono questa
espansione. Solo dopo la metà
del Quattrocento la ricerca di una
via per l’India divenne un
obiettivo importante..
I I QUATTRO VIAGGI DI COLOMBO
IL REGIME DEI VENTI ATLANTICI
CIVILTA’
AMERICANE
LE CIVILTA’ URBANE: AZTECHI E INCA
TENOCHTITLAN
MACHU PICCHU
UNA CITTA’ MAYA: PALENQUE
ASSEDIO DI TENOCHTITLAN:
maggio-agosto 1521.
Hernan Cortéz sbarca in Messico nel 1519
con poco più di cinquecento soldati e una
ventina di cavalli.
Inizialmente Cortéz si impadronisce del
potere attreverso il controllo di Moctezuma.
Dopo la rivolta del maggio 120 e l’uccisione
di Moctezuma, si giunse ad uno scontro
aperto.
Gli spagnoli potevano contare su circa 1000
uomini e 50000 alleati locali. I difensori di
Tenochtitlan erano circa il doppio.
La caduta della città oltre che dall’impiego
di armi da fuoco e di acciaio, fu provocata
da un ‘epidemia di vaiolo.
LA «BATTAGLIA»
DI CAJAMARCA.
Dieci anni dopo la conquista
dell’impero azteco, un cugino di
Cortéz, Francisco Pizarro, arrivo
con un a banda di circa 200
uomini ai confini dell’impero
Inca.
Il 16 novembre 1532, nella
località di Cajamarca, gli
spagnoli si incontrarono con il
nuovo Inca, appena uscito
vincitore da un conflitto civile. In
un imboscata gli spagnoli
sterminano la nobiltà inca e si
impadroniscono dello stesso
imperatore, che sarebbe stato
ucciso circa un anno dopo.
CONQUISTADORES
Hernan Cortéz 1485-1547
Francisco Pizarro 1475-1541
LE RAGIONI DELLA CONQUISTA
 La struttura fortemente accentrata dei imperi azteco e inca li rende
vulnerabili ad una decapitazione dei vertici politici e religiosi, molto
ristretti.
 Capacità degli spagnoli di approfittare delle tensioni interne ai due
imperi: il malcontento delle popolazioni da poco assoggettate
(Tlaxcala)
e i conflitti dinastici come quello che contrappone
Athaualpa al fratello Huascar, dopo la morte di Manco Capac.
 Superiorità nella tecnologia militare: acciaio, armi da fuoco e cavalli,
soprattutto in una prima fase dove il fattore sorpresa e psicologico
hanno un ruolo fondamentale.
 Effetti devastanti delle malattie infettive importate dal Vecchio Mondo
UNA RELATIVA SUPERIORITA’ MILITARE
LA CRISI
DEMOGRAFICA
POST
COLOMBIANA
In tutte le aree del
continente americano
nelle quali la popolazione
venne a contatto, anche
indirettamente, con le
popolazioni di origine
europea o africana, il
crollo demografico fu
drammatico
LO
SPOPOLAMENTO
DELL’AMERICA
DEL NORD
Nell’America
settentrionale il declino fu
più tardivo perché qui il
contatto avvenne a partire
dal XVII secolo ma fu
ugualmente drammatico.
L’America settentrionale
non era affatto un
continente disabitato
come è stato descritto
anche da molti osservatori
europei del Settecento. La
situazione che si trovarono
di fronte era già il risultato
di uno spopolamento.
IL PRINCIPALE RESPONSABILE:
IL VAIOLO
: “Quando la gente di Narváez scese a terra – scrive
il cronista Bernal Diaz de Castillo - con loro giunse
anche un negro malato di vaiolo, il quale sparse il
contagio nell’abitazione che l’ospitava… e quindi un
indio lo trasmise a un altro indio… Nella maggior
parte delle case morivano tutti…”. Il vaiolo fu
certamente il killer più micidiale, ma non fu il solo.
Sulle navi che giungevano nel Nuovo Mondo
purtroppo viaggiavano clandestinamente altre
malattie: il tifo, il morbillo, la varicella, diversi tipi di
influenza. E quando la tratta degli schiavi africani si
intensificò, con essi arrivarono altre malattie, come
la febbre gialla e la malaria.
Le epidemie facilitarono la conquista spagnola. “In
quella occasione venne una pestilenza di morbillo e
di vaiolo tanto dura e crudele che credo morì la
quarta parte degli indios e che ci aiutò molto nel far
la guerra e fu causa che terminasse così presto
perché di questa pestilenza morì una gran quantità
di gente e di uomini d’arme, e molti signori, e
capitani e guerrieri valenti … e miracolosamente il
Nostro Signore li uccise e ce li tolse di torno”
L’EREDITA’ DELLA
RIVOLUZIONE
NEOLITICA
GRAN PARTE DELLE MALATTIE
INFETTIVE CHE DECIMARONO
LA POPOLAZIONE INDIGENA
AMERICANA ERA DI LONTANA
ORIGINE ANIMALE, COME IL
VAIOLO O VARIE FORME DI
INFLEUNZA E QUESTI AGENTI
PATOGENI SI ERANO
ADATTAE ALL’UOMO DOPO LA
RIVOLUZIONE NEOLITICA CHE
AVEVA PORTATO
ALL’ADDOMESTICAMENTO DI
MOLTE SPECIE ANIMALI E UNA
CONSEGUENTE STRETTA
COABITAZIONE FRA UOMINI E
ANIMALI IN EURASIA E
AFRICA
LA POVERTA’ DELLA
FAUNA AMERICANA
Prima dell’arrivo degli Europei, la
fauna del continente americano
era piuttosto povera di grandi
mammiferi domestici. Cavalli,
pecore, capre, maiali, e bovini
erano assenti. Gli animali di
maggiore taglia erano alcune
specie di camelidi presenti sulle
ande e utilizzati come animali da
carico e come fonte di fibre
tessili.-
IL POPOLAMENTO DEL PIANETA
BARTOLOME’
DE LAS CASAS
Bartolomé de Las Casas (1484-1566) prese parte al quarto
viaggio di Colombo e si stabilì nelle Indie occidentali nel 1502,
come encomendero, ovvero come colono al quale erano
affidati un certo numero di indigeni, in linea di principio per
prendersi cura della loro evangelizzazione, in pratica per
sfruttarli come forza lavoro. Una crisi spirituale portò però
Bartolomé a prendere i voti nel 1507 e ad entrare in seguito
nell’ordine dei domenicani, diventando poi vescovo della
diocesi del Chiapas.
Nel 1550 Lasa Casas si scontrò a Valladolid in un accesso
dibattito in presenza dell’imperatore Carlo V con l’umanista
Juan Ginés de Sepúlveda il quale sosteneva che gli indios
erano intrinsecamente inferiori agli europei così come le donne
e i bambini erano inferiore agli uomini e agli adulti.
Le Leyes Nuevas – le Nuove Leggi – promulgate nel 1552 sono in
larga misura il risultato del prevalere delle posizioni di Las Casas
sull’uguaglianza degli indios. Nonostante le buone intenzioni
tuttavia, anche per le difficoltà da parte del governo centrale
spagnolo di intervenire efficacemente nei lontani territori
americani, il calvario degli indios proseguì. La Brevissima
relazione della distruzione delle Indie di Las Casa costituisce la
testimonianza più sconvolgente di questa tragedia senza
precedenti.
L’APOLOGIA
DELLA
CONQUISTA
I 4 argomenti sono, in verità, quattro
motivi di guerra giusta:
1. i peccati contro natura che questi
popoli commettevano, come i sacrifici
umani, il cannibalismo, l'idolatria e la
sodomia;
2. lo stato di servitù naturale e di
inferiorità nel quale gli indios si
trovavano, che giustificava la loro
sottomissione;
3.
la necessità dell'evangelizzazione che
richiedeva una previa sottomissione
violenta degli indigeni per permettere
l'annuncio dell'evangelo;
4. la difesa delle vittime innocenti dei
sacrifici umani e di altre pratiche
contrarie al diritto naturale e al diritto
delle genti.
LO SCAMBIO COLOMBIANO
Dal Vecchio Mondo:
Dalle Americhe:
 Mais (America centrale)
 Patata (Ande)
 Pomodoro
 Peperone
 Peperoncino
 Cacao
 Tabacco
 Quinoa
 Tacchino









Bovini, equini, suini e ovini
Frumento
Riso
Canna da zucchero
Cotone
Specie infestanti (topi, etc.)
Vite
Olivo
Caffé
IL RE
DEL
CONGO
Dal Cinque
al
Settecento
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