LA CERTOSA DI PAVIA
Nell’anno scolastico 2013/2014 la classe 4TC ha partecipato al progetto
interdisciplinare sui monumenti rinascimentali presenti nel territorio
pavese. Si è deciso di concentrare lo studio sulla Certosa di Pavia, uno dei
monumenti più significativi del Rinascimento lombardo.
I lavori per l’edificazione della Certosa iniziano nel 1396 per volontà di Gian Galeazzo
Visconti.
Bernardo da Venezia, intagliatore, scultore ed architetto, che ha lavorato al Duomo e
al castello di Pavia, viene nominato “ generalis ingenierius”. Egli per la planimetria
della chiesa e il rapporto tra navata centrale e navate laterali si ispira al Duomo di
Milano.
L’ impianto della Certosa è a croce latina, con navata centrale e due navate laterali.
GIAN GALEAZZO VISCONTI
La progettazione della
Certosa fu voluta da Gian
Galeazzo Visconti (13511402), in seguito alla
promessa di esaudire un
desiderio della seconda
moglie e cugina, Caterina,
figlia di Regina Della Scala e
di Barnabò Visconti.
All’inizio del XV secolo Gian
Galeazzo Visconti, al culmine
della sua potenza, può
considerarsi il principale
signore d’Italia.
Tuttavia è insoddisfatto per
l’andamento dei lavori alla
Certosa che, a 5 anni
dall’inizio, non progrediscono
affatto con quella velocità
che avrebbe desiderato per
un’opera da lui promossa e
finanziata.
Il motivo che spinge Gian Galeazzo Visconti a promuovere la realizzazione di un
progetto grandioso, la Certosa delle Grazie, da cui l’acronimo Gra Car, cioè
Gratiarum Carthusia, che ricorre sulla pavimentazione e su alcune pareti della
Certosa
è legato alla promessa di esaudire un desiderio della seconda moglie e
cugina, Caterina, figlia di Regina della Scala e di Barnabò Visconti.
L’ESTERNO
Il portale è opera di collaborazione tra l'Amadeo e il suo allievo Benedetto
Briosco ed è caratterizzato da colonne binate e bassorilievi con Storie della
Certosa.
In uno dei rilievi della facciata
si può notare la posa della
prima pietra che risale al 1396,
ad opera di Gian Galeazzo
Visconti.
Per volontà di Galeazzo Maria
Sforza l’esecuzione della
facciata è affidata ai fratelli
milanesi Cristoforo ed Antonio
Mantegazza che si impegnano
ad eseguire “totam fazatam…
ac portam cum fenestris et aliis
laboreriis pro ipsa fazata… e
marmore albero”.
Nell’agosto successivo sempre
per volontà del duca, ai fratelli
scultori si affianca Giovanni
Antonio Amadeo al quale sono
commissionate la metà delle
sculture previste.
Cristoforo Mantegazza (Pavia, intorno
al 1430-1482) è stato uno scultore
italiano attivo dal 1464.
Fra le altre opere, collaborò
dal 1472 insieme al
fratello Antonio alla facciata
della Certosa di Pavia, di cui esegui
l'ornamentazione a rilievo dello
zoccolo della parte sinistra, mentre
l’Amadeo realizzava quella della parte
destra. Nella facciata della Certosa di
Pavia suo è il rilievo con la Cacciata
dei Progenitori, in cui la composizione
ad angoli acuti è sbilanciata, le
espressioni stravolte dei progenitori
derivano dall’arte ferrarese.
INTERNO
Le volte
esapartite sono
dipinte
alternativamente
con motivi
geometrici e con
un cielo stellato.
Nell'abside di destra
del transetto è
collocato un affresco
di Bergognone con
Gian Galeazzo
Visconti che
presenta alla vergine
il modello della
Certosa tra Filippo
Maria
Visconti, Galeazzo
Maria Sforza e Gian
Galeazzo Sforza,
eseguito tra il 14901495.
All'interno si segnalano
alcune opere pittoriche
dello stesso Bergognone,
come la pala di
Sant'Ambrogio (1490),
quella di San Siro(1491) e
la Crocifissione (1490).
Pala di Sant’Ambrogio
Noi ragazzi della classe 4TC siamo entusiasti di aver trascorso una giornata alla
riscoperta di un famoso e prestigioso monumento dell’arte lombarda.
Ci auguriamo che la Certosa di Pavia non venga abbandonata all’incuria del tempo
o che non venga ceduta in concessione a privati, come si legge nelle pagine del
Corriere di Milano, perchè gli organi preposti non riescono a reperire i 10 milioni di
euro che servirebbero per far rinascere la Certosa.
Ci piacerebbe che questa preziosa eredità del nostro passato venga valorizzata
come patrimonio di tutti i cittadini.
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