Pedagogia interculturale e della cittadinanza Prof. Sandra Chistolini Primo semestre a. a. 2014-2015 Lezioni dal 13 ottobre 2014 Formazione in aula 13.10.14 1. Presentazione del programma e struttura del corso 2. I libri scritti nel Programma e da studiare durante l’anno 3. Il volume Rapporto sugli Italiani nel mondo 2014: scelta di un saggio da leggere in gruppo 4. Il libro di I. Kant, Per la pace perpetua, 1795 oppure Voltaire, Trattato sulla tolleranza, 1763, edizione a piacere, anche digitale 5. La Costituzione italiana, scaricare da internet 6. Introduzione alla modalità della prova di verifica scritta del primo semestre: sarà una tematica 14.10.14 1. Organizzazione dello studio di gruppo del saggio scelto dal volume Rapporto sugli Italiani nel mondo 2014: scelta di un saggio da leggere in gruppo 2. Elenco dei punti da esaminare nel volume RInM14: ermeneutica di un saggio scelto 3. Iter di preparazione dello studio per la prova scritta 4. Prima lezione sul volume Donne italoscozzesi, 2011 - La migrazione come anticipazione dell’intercultura e della cittadinanza - Concetti esaminati: assimilazionismo, integrazione, migrazione, intercultura, cittadinanza - Processi: i flussi migratori in Italia, 1989-2014, la situazione nella scuola italiana, mediazione culturale, minori non accompagnati - Aspetti interdiscipinari con apporti da parte di autori, studiosi afferenti a più campi disciplinari - Ricerca qualitativa e quantitativa interdisciplinare, ricerca longitudinale 5. Incontro con l’Associazione Cittadinanzattiva: 29 novembre 2014 aula Parco 20.10.14 1. Considerazioni sulla scelta di gruppo dei saggi 2. Una metodologia per la presentazione dei contenuti studiati nel RInM 2014 3. Attenzione agli aspetti pedagogici impliciti ed espliciti trattati nei saggi 4. Raggruppamento dei saggi per tematiche simili 5. Definizioni delle domande di riflessione per saggio e per gruppo di saggi 6. Ricerca della direzione verso la quale orientare il ragionamento pedagogico 21.10.14 1. La migrazione italiana all’estero 2. Assunzioni teoriche e proposizioni ipotetiche per l’impostazione della ricerca 3. Gli Autori di riferimento 4. Le tematiche emergenti nell’ambito degli studi migratori 5. La metodologia prescelta 6. La prospettiva pedagogica 27.10.14 1. Donne italoscozzesi e prospettiva pedagogica nello studio interdisciplinare 2. Teorie di riferimento per il quadro concettuale di partenza 3. Teorie di riferimento per la metodologia prescelta 4. Teorie di riferimento per le implicazioni pratico-educative 5. Gli studi su alcuni concetti fondamentali in materia migratoria 6. Il rapporto tra Società Persona Cultura 28.10.14 1. 2. 3. La comunità in emigrazione Studi sugli effetti rispetto all’apprendimento nei processi di formazione culturale L’identità migratoria al femminile 4. 5. 6. Quesiti specifici sui saggi scelti in RInM 2014 Quesiti conclusivi di carattere pedagogico sui saggi scelti in RInM 2014 Definizione di una lettura ermeneutica che attraversa tutti i saggi considerati 03.11.14 1. I perché dell’emigrazione: forse esterne e spinte interne 2. Emergenza del femminile e studi precedenti 3. Indagini quantitative – Andamenti del fenomeno - Censimenti 4. Tendenze di incremento e decremento dell’emigrazione italiana in Scozia e ad Edimburgo 5.Iscrizione all’AIRE e anagrafe consolare 6. Immigrazione dall’Est dell’Europa 7. Nuovi ingressi a confronto con le precedenti immigrazioni 04.11.14 1. Migrazione –Lingua – Anticipazioni 2. Evoluzione linguistica intergenerazionale 3. Tipologie di rilevazione 4. Caratteri socioculturali emergenti 5. Generazioni a confronto 6. Modello familiare - Il ritorno – Nuove prospettive di studio 7. La solidarietà umana – Il valore della comunità - Significati pedagogici 10.11.14 I. Kant, Per la pace perpetua, 1795 La Costituzione italiana Art. 11 L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo. 11.11.14 Voltaire, Trattato sulla tolleranza, 1763 La Costituzione italiana Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Art. 8 Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze. Art. 19 Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume. 17. 11.14 1. 2. 3. 4. 5. La Costituzione nella scuola Aspetti storici e culturali dell’educazione civica Relazioni disciplinari L’impegno internazionale per la difesa dei diritti umani Il patrimonio dell’umanità tra salvaguardia e insegnamento 18.11.14 1. 2. 3. 4. 5. Le dichiarazioni internazionali e l’attenzione nazionale Dalla intercultura alla cittadinanza Posizioni a favore e posizioni a sfavore dell’insegnamento La Costituzione come tessuto valoriale Come insegnare la Costituzione ai bambini Calendario – Tematiche -Libri OTTOBRE 13 Rapporto Italiani nel Mondo NOVEMBRE 3 Costituzione Italiana 14 20 21 oppure 4 Donne italoscozzesi 10 Voltaire, Trattato sulla tolleranza 11 L. Corradini, La Costituzione nella scuola. Ragioni e proposte, Prefazione di Valerio Onida, Erickson, Trento 2014. 27 28 Kant, Per la pace perpetua 17 18 24 Preparazione prima verifica 25 Prima verifica scritta 29 Incontro Cittadinanzattiva ore 9-13 Aula Parco DICEMBRE 1 Commento prima verifica Prima prova scritta alla fine del secondo semestre Tematica presentata dalla docente e sviluppata personalmente dallo/a studente/ssa Lo scritto sarà un tema scelto dallo/a studente/ssa tenendo conto del percorso svolto in aula, dello studio personale e della ricerca Iter di preparazione migrazioni intercultura cittadinanza Lessico Assimilazione - Cittadinanza – Emigrazione italiana – Integrazione – Interculturalismo – Migrazioni – Migrazioni di ritorno – Migrazioni interne in Italia – Minoranza – Pregiudizio – Religione – Seconda generazione. Ogni parola è approfondita da un Autore scelto come esperto a livello internazionale in Tassello G. (a cura di), Lessico migratorio, Centro Studi Emigrazione, Roma, 1987. Assimilazione in Laeng M., Nuovo lessico pedagogico, La Scuola, Brescia, 1998. Va notata la specificità e la generalità della terminologia ERMENEUTICA DI UN SAGGIO SCELTO dal volume Rapporto Italiani nel Mondo 2014 Premessa 1) Presentazione del saggio nella sua totalità 2) Individuazione delle aree specifiche di analisi 3) Le riflessioni conclusive dell’Autore 4) Lo scopo dell’Autore 5) In che modo il saggio risponde al tema posto dal Rapporto «Italiani nel mondo» 6) In che misura l’Autore ci presenta elementi che accrescono la nostra conoscenza interculturale 7) Il rapporto dei primi 12 articoli della Costituzione con il saggio scelto. Riflessioni di carattere pedagogico ed educativo 12 saggi scelti - a Anziani, minori e donne…. di C. Venturi p. 25 Invecchiare ....di D. CosminiRose, D. O’Connor ….p. 204 Aspetti quantitativi e qualitativi, statistiche, fenomeni, concetti, il significato di parole come inclusione e cittadinanza. Anziani (over 85) Politiche migratorie di inclusione (Argentina, Germania) Caratteri delle migrazioni europee e d’oltreoceano (inserimento economico e sociale) La concezione dell’assistenza varia con l’età Emigrazione dei pensionati (Tunisia, Marocco, Tailandia) Minori aumento a causa crisi economica (Germania, Regno Unito) Donne italiane all’estero più degli uomini (Argentina, Germania, Svizzera) da Sicilia, Campania, Lazio Quale differenza emerge tra vecchie e nuove migrazioni rispetto alla mia conoscenza e rispetto a quanto evidenziato nell’articolo? Ricchezza vecchia e nuova, le rimesse dall’estero, la concezione della salute e dell’assistenza: umiliazione o nuova partecipazione? Modelli familiari di accompagnamento delle età nel Sud Australia. Emigrazione tra le due guerre e degli anni ‘50-’60, questi ultimi partecipano ad iniziative di volontariato rivolte ai connazionali. Invecchiamento della popolazione e differenziazione etnica. Carenze di compartecipazione sociale. Il ruolo di interprete dei figli per la lingua. Gap tra cultura di origine e cultura locale. Persistenza degli stereotipi da parte della società ospite e dei modelli familiari. Comunicazione difficile da parte delle istituzioni. La partecipazione al servizio sanitario è un indice di crescita democratica e di partecipazione sociale e politica? Quesito conclusivo di carattere pedagogico Considerata la distanza tra aspettative della persona e offerta di carattere sociale….. 12 saggi scelti - a Anziani, minori e donne…. di C. Venturi p. 25 Invecchiare ....di D. Cosmini-Rose, D. O’Connor….p. 204 Quesito conclusivo di carattere pedagogico Considerata la distanza tra aspettative della persona e offerta di carattere sociale quale educazione è possibile prefigurare per prevenire il riprodursi di questa distanza, tenendo conto che le situazioni rilevate nell’emigrazione italiana all’estero si ripresentano nel contesto migratorio italiano? Quale educazione dei bambini di oggi perché siano adulti partecipativi e capaci di esercitare i propri diritti nella società nella quale vivono? 12 saggi scelti - b • Il valore aggiunto..... p. 62 Il concetto di formazione in Europa. Progetti Erasmus e mobilità degli studenti italiana. Come influisce la formazione all’estero sul percorso di vita della persona? • Iovogliotornare... p. 238 • Giovani pronti e a partire..... p. 227 Mobilità del capitale umano nei processi interni+ Fuga dei cervelli, comunità on-line. La disoccupazione in Italia spinge all’emigrazione dei giovani competenti che investono all’estero i loro talenti. Ragioni economiche, politiche socio-culturali motivano alla partenza. Il concetto di apprendimento continuo. Revisione del rapporto docente-discente secondo nuove prospettive di inserimento lavorativo. Idea generica di emigrazione da mettere in relazione con le cause dell’emigrazione. Apertura dell’Italia alle culture estere può essere un fattore di forte impatto nel momento della decisione di emigrare. Le partenze sono proprio delle emigrazioni giovanili? Aumento delle partenze e ricerca sull’identità di chi parte, non sono solo i laureati ma anche chi non ha un elevato titolo di studio. I giovani sembrano disorientati anche per mancanza della sicurezza data dalle istituzioni. Non si tratta di una emigrazione, ma una partenza temporanea, spesso non valorizzata. Articoli 1-4-9 della Costituzione. Completare la propria formazione all’estero è una forma di emigrazione? 12 saggi scelti - c • L’emigrazione in Australia...p. 215 • Le Marche..... p. 125 Nuove emigrazioni, la scuola, la cultura, l’istruzione, il mercato. Lo studente migrante: nuova categoria? L’emigrazione segno di progresso, staticità della lingua e trasformazioni culturali Può il lavoro essere considerato un diritto e un dovere come è scritto negli articoli 1 e 4 della Costituzione italiana se in molti sono costretti a spostarsi in cerca di una occupazione? 12 saggi scelti - d Pasta e pizza...p. 423 Cibo...p.397 Quesito conclusivo di carattere pedagogico Il cibo tipico di un popolo è segno di civiltà e di cultura, esso parla della storia locale e della tensione creativa verso la produzione di una identità che raccorda il passato al presente. L’innovazione dell’arte culinaria è materia di dialogo interculturale. Come si può predisporre un percorso educativo che formi nei bambini la considerazione positiva delle varie culture presenti nella propria classe a partire dagli apporti delle varietà culinarie? 12 saggi scelti - d Pasta e pizza.. .p. 423 Identità, cultura, tradizione. Mito e realtà di una cultura aperta al mondo. Nascita di una cucina che aiuta alla comunicazione. Innovazione dell’arte culinaria e vie del dialogo che si intessano a tavola. La cucina funziona anche da stereotipo nel caso delle discriminazioni etniche. Insegnare l’arte culinaria e combinare le culture è una opzione di dialogo e comprensione dei popoli. Nel cibo si simbolizza lo stato di un popolo e le sue condizioni socio-culturali. Pasta e pizza sono mezzi di conoscenza della tradizione e della cultura italiana. Identificazione dello scambio tra culture del passato e del presente. Riconoscimento dell’apporto dell’altro come compartecipe della creazione dell’arte culinaria. Riscontro degli articoli della Costituzione come invito ad eliminare l’uso dei nomignoli quali forme di stigmatizzazione. Il cibo è un prodotto del progresso della civiltà di un popolo e come forma di interculturale. Il cibo è stato usato come elemento di discriminazione ed ora è da rivalutare nella sua portata culturale. Conoscere le radici della propria identità culturale può essere motivo di arricchimento o di conflitto? Quanto si è disposti a conoscere l’altro che è in sé? Cibo... p.397 Relazione interpersonale e costruzione di significati comunitari. Rapporto tra cibo identità e emigrazione. Superamento delle diversità. Nel passato l’emigrazione più rilevante è dell’800 e del 900. Italocanadese, italoamericano. Chi siamo? Attraverso il cibo si creano i ponti ed evocazione delle proprie radici. Dal cibo si può partire per educare alla conoscenza dell’altro. Può il cibo essere considerato un elemento di unificazione interculturale? 12 saggi scelti - e Italian American Museum ...Scelsa, Mucci, p. 367 Venduti... .di Luatti, p. 144 Volonta riato..... Cossett a, p. 325 Pluralismo costruttivo, educazione e insegnamento. Importanza per la conoscenza delle proprie origini. Rapporto con le istituzioni locali e con l’Italia. Libertà di pratica e coesistenza delle culture. Raccolta di «pezzi culturali», esposizione di opere significative. Fratellanza tra persone appartenenti alle stesse comunità. Intercultura e multiculturale. Attività culturali che aprono alla conoscenza reciproca. Basta un museo per mantenere l’identità italiana all’estero? Bambini senza infanzia. Mestieri dei bambini all’estero. L’educazione ideologica. Rappresentazione dell’immaginario infantile. Emigrazione fine ‘800 e inizio ‘900. Promesse di miglioramenti e ricongiungimenti. Assenza di interculturale come conoscenza e scambio. Violazione dei diritti dell’infanzia. Differenza tra paesi ricchi e poveri. Confronto con gli articoli della Costituzione (articoli 1-23). Sfruttamento e dignità sociale. Aspetti storici dell’emigrazione dei bambini. Figure di paura e di deprivazione. Infanzia infelice. Migrazione dei bambini imposta dai genitori. La situazione si ripete in Italia. Abbandono dei minori (negativo). Conoscenza e prevenzione oggi. Attraverso quali pratiche educative la scuola può costruire un processo educativo che garantisca l’identità del bambino nel rispetto dei suoi bisogni propri dell’infanzia? Una scelta: esistenze, solidarietà, pausa, coinvolgimento. Volontariato internazionale relazione tra il lavoro e il volontariato come servizio alla persona. Mobilità come crescita e volontariato come arricchimento umano. Si parte per brevi e lunghi periodi. Inserimento nel nuovo contesto. Contatti entro la comunità on line e in presenza. Intercultura: opportunità educative. Volontariato tra le età. Art.4-9-11: sul lavoro diritto e dovere, dovere civico, promozione della cultura, diffusione della pace. Con quali strategie la scuola italiana può educare al volontariato all’estero? Italian American Museum ...Scelsa, Mucci, p. 367 12 saggi scelti - e Venduti....di Volontariato.....Co Luatti, p. 144 ssetta, p. 325 Quesito conclusivo di carattere pedagogico Educare alla conoscenza delle proprie origini permette la formazione dell’identità nazionale come salvaguardia dei valori ai quali ci riferiamo nella nostra vita. All’identità nazionale si può arrivare con un percorso di riscoperta delle tradizioni orali e scritte, delle «cose» e degli «oggetti» che sono segni di cultura e forme di appartenenza. Dalla cultura locale ci si apre al mondo nella ricerca delle radici comuni che avvicinano genti e popoli, stati e nazioni. Possiamo delineare a scuola un itinerario nel quale i bambini possano comprendere il valore di sé e dell’altro al fine di contrastare ogni forma di violazione dell’infanzia? Può un esempio di volontariato insegnare che l’amore è senza confini e che la pace è una utopia realizzabile qui ed ora? Studio dei Saggi del RInM I saggi sono stati selezionati e raggruppati in una stessa tematica indicata come: a) Invecchiamento; b) Formazione senza confini; c) Nuove emigrazioni; d) Tradizioni; e) Diritti e Volontariato. Gli studenti frequentanti studiano tutti i saggi selezionati. Nel foglio delle presenze del 27.10.14 scrivere R sì se si è ritirato il volume Rapporto Italiani nel Mondo 2014 F sì se si sono usate le fotocopie e non il volume No in tutti gli altri casi PROSPETTIVA PEDAGOGICA Quantitativa Linguistica Longitudinale DONNE ITALOSCOZZESI Interdisciplin are Scientifica 1983-2010 STUDIO TEORICO E RICERCA EMPIRICA Umanistica Qualitativa Comparativa Narrativa Donne italoscozzesi 1983-2010 R. Lynd e H. M. Lynd: valori, costumi, studio di comunità, analisi longitudinale, non ipotesi rigide, studio in situazione, partecipazione interna, non osservazione esterna, andare a vivere con (USA) 19291937 e continuatori 1976-1981 (p.15 e p.35) Teorie di riferimento Diversi ambiti di approfondimento e interdisciplinare Scienze sociali, psicologiche, pedagogiche W.I. Thomas, F. Znaniecki 1918-20; D. Bertaux 1981; Ferrarotti 1981; G. Milanesi 1981 (pp. 32-35) Definizione di integrazione L. Gallino, 1978 (p. 35); processo di aggiustamento (assimilazione accomodamento conflitto) J. Zubrzycki 1956 (p. 153 e p. 314) Donne italoscozzesi 1983-2010 Teorie - Scientifiche: R. e M. Lynds - Novellistica: H. Fast - Storico-sociali: R. F. Harney, M. Contini (p. 16) Strumenti - Biografia, narrazione, storie di vita, documenti a carattere conoscitivo e pedagogico; interazionismo simbolico; la persona che narra il ricercatore che trascrive e partecipa della narrazione : W.I. Thomas, F. Znaniecki , N. K. Denzin, J. Bruner (p. 33) società persona cultura Donne italoscozzesi 1983-2010 Pratica - Integrazione economica, sociale, culturale (p. 31) - Relazione intergenerazionale: vite normali, comuni, di ogni giorno (p. 32) - Ambivalenza (p. 33) - Modelli compresenti società contadino-rurale e industriale (p.. 34) Quale domanda di valori, quale cultura viene elaborata divenendo proposta educativa tra le generazioni? società persona cultura Thomas W. I., F. Znaniecki, The Polish peasant in Europe and America. Monograph of an immigrant group, Chicago, Ill., The University of Chicago press, 1918-1920. Concepts Tre tipi di ADATTAMENTO Assimilation Accommodation posizioni dinamiche non statiche, sono tendenze in atto e non stati fissi Conflict Zubrzycki J., Polish immigrants in Britain. A Study of adjustment, The Hague, M. Nijhoff, 1956. studio sul processo di “adattamento” in gruppi immigrati, secondo gli sviluppi caratterizzati da “accomodamento”, “assimiliazione” e “conflitto” Concepts ACCOMODAMENTO ASSIMILAZIONE CONFLITTO Thomas W. I., F. Znaniecki, The Polish Zubrzycki J., Polish immigrants in Britain. A Study of adjustment, The peasant in Europe and America. Hague, M. Nijhoff, 1956. Monograph of an immigrant group, Chicago, Ill., The University of Chicago press, 1918-1920. Zubrzycki J., Polish immigrants in Britain. A Study of adjustment, The Hague, M. Nijhoff, 1956. Concepts ACCOMODAMENTO COME TIPO DI ADATTAMENTO IN IMMIGRAZIONE Accomodamento è stato definita una forma intermedia di reazione tra due i due estremi il conflitto e l’assimilazione. È stato notato che l’accomodamento va distinto dalla assimilazione poiché non implica la fusione completa di gruppi culturali e di personalità. D’altra parte, l’accomodamento differisce dal conflitto perché implica l’esistenza di un definito modus vivendi tra gruppo immigrato e società ospite. Dal punto di vista dell’individuo, l’accomodamento implica il mantenimento di un equilibrio nelle relazioni tra i membri del gruppo immigrato e l’immigrato e le comunità ospiti e quindi di fatto denota la risoluzione del conflitto tra individui e gruppi più che l’esistenza del conflitto. Ne segue che le caratteristiche della categoria definita come accomodamento sono: 1) la persistenza della identità culturale del gruppo immigrato; 2) la segregazione che di per se stesso manifesta nella scelta dell’impiego, delle abitazioni e del tempo libero; 3) nel contatti inter-gruppo ristretti a contatti formali principalmente stabiliti su basi istituzionali; 4) assenza di conflitto L’accomodamento è la forma più diffusa tra gli immigranti polacchi in Gran Bretagna. Comunità Carattere • Emigrazione e memoria • Identità e responsabilità • Dignità e storia Processi • Educazione • Percezione • Comprensione L’influenza della comunità Alcuni studi sull’influenza dei valori familiari, della cultura e del patrimonio ereditario mostrano come le abilità di lettura dei bambini, le loro capacità di comprensione sono migliori ed eccellenti in relazione all’incremento delle occasioni di esperienza di un vasto vocabolario, alla cura continua della lettura ad alta voce, alle opportunità di rendere la comunità un ambiente di apprendimento. La famiglia ha un potere rilevante nell’educazione dei figli e nello sviluppo del loro senso di comunità, per questo le conoscenze della famiglia orientano i bambini e sono esse stesse motivo di esercizio dei saperi (L. Breitborde, L. B. Swiniarski, “Family education and community power: new structures for new visions on the educational village”, Educational Studies, 2002, 28, 3, pp. 305-318). Identità migratoria al femminile Alla fine della II guerra mondiale • Spose di guerra • Con contratto di lavoro • Ricongiungimento familiare Riferimento teorico Bellisario 1983 (p. 42) CARATTERI COSTANTI - Catena migratoria - Solidarietà di gruppo - Riproduzione valori culturali, modelli di comportamento, stili di vita - Ruoli patriarcali più che matriarcali - L’uomo compie scelte indipendenti la donna no Rif. teorico Alberoni 1964 (p.44) Dal 1950 in poi • Emigrazione con il marito • Con un famigliare • Raramente per scelta autonoma MODELLO PROGRESSIVO - solitario: emigra una persona - famiglia: emigra il gruppo - paese: emigra gran parte del paese Rif. teorico Barton 1975 (p. 42) PERCHÉ EMIGRARE ? - Per forze esterne e non per decisione personale - Miraggio/Sogno americano - Intraprendenza (p. 43) Rif. teorico Briggs 1978 Emergenza del femminile e studi precedenti Le statistiche dell’ISTAT in Italia cominciano dal 1876 ma i dati dello Stato unitario partono dal 1861 Emerge un incremento costante delle donne emigrate I maggiori incrementi si hanno nel 1906-1915 su circa 3 milioni di emigrati circa 500.000 (17%) sono donne e nel 1946-1960 su 1.700.000 emigrati 400.000 sono donne (24%) Nel 2010 su 4.028.370 iscritti all’AIRE il 47,7% sono donne (Italiani nel mondo Rap. Fond. Migrantes Idos) Erano uomini senza donne nella prima emigrazione sono donne senza uomini nella nuova emigrazione dei talenti, donne preparate professionalmente che scelgono di lavorare all’estero Nuova tipologia migratoria Emigrazione italiana 1971-1981 Inversione di tendenza tra Scozia e Edimburgo SCOZIA pp. 46-48 in diminuzione invecchiamento aumento divorzi EDIMBURGO pp. 4950 in aumento invecchiamento divorzi delle donne p. 202 Italiani iscritti all'AIRE, dal 1990 al 2012, per anno di iscrizione e sesso, in % 54,97 52,50 50,86 52,06 47,50 45,03 Maschi Femmine FONTE: Ministero dell’Interno, Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali, Statistiche relative all'elenco aggiornato dei cittadini italiani residenti all'estero (AIRE), in http://infoaire.interno.it/statistiche2012/anno_sesso.htm. Elaborazioni Iscritti all’anagrafe consolare di Edimburgo 1999-2012, frequenze 12.090 12.381 11.505 10.584 11.113 10.959 10.951 10.895 10.785 10.093 10.057 11.118 10.331 9.464 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 FONTE: Ministero degli Affari Esteri, Segreteria Generale, Ufficio di Statistica, Annuario Statistico, Il Ministero degli Affari Esteri in cifre, SISTAN Sistema Statistico Nazionale, Anni 1999-2013. Elaborazioni Aggiornamento di fig. 2 a p. 202 AIRE 11.3.11 Consolato di Edimburgo 1990-1999 frequenze(Tot 5.338) 1200 1051 1000 908 798 800 600 400 313 48 59 37 109 177 79 280 251 248 198 200 0 375 164 141 51 41 10 p. 203 Censimento in Scozia Italiani ad Edimburgo 1971 1981 1991 2001 855 863 793 1257 Italiani ad Edimburgo secondo il luogo di origine Consolato ad Edimburgo Comune di Picinisco Consolato ad Edimburgo Picinisco 2011 189 2011 227 1982 232 Barga Filignano 88 33 n.d. n.d. 58 Toscana 27 Molise Processo sociale grammatica biografia esperienza Nuova lingua Donne italoscozzesi Migrazione originale Lingua Dialetto Anticipazioni Italiano autentica intercultura Scozzese globalizzazione Evoluzione linguistica – Modello 3 e 4 per 1 Dialetto Italiano Scozzese 1. Prevalentemente il dialetto e l’italiano dell’emigrazione delle madri del secondo dopoguerra 2. Prevalentemente il dialetto, l’italiano e lo scozzese/inglese delle figlie che rappresentano la seconda generazione in emigrazione 3. Prevalentemente lo scozzese e l’inglese delle nipoti che rappresentano la terza generazione in emigrazione 4. Prevalentemente l’italiano e l’inglese di chi cura l’apprendimento delle due lingue nella forma standard letteraria rappresentato dalle donne che hanno intenzionalmente scelto di perfezionare le due lingue dalla seconda generazione in poi Esemplificazione della classificazione delle caratteristiche tipologiche ed anagrafiche del campione 1983-1984 e 2010 Tipologia Classificazione del 1983-1984 e nuove intervistate Età nel 2010 79 Luogo di nascita Livello di istruzione Stato civile Occupazione Abitazione a Edimburgo elementare sposata pensionata Portobello scuola dell’obbligo scuola dell’obbligo sposata coadiutrice Craigentinny sposata casalinga Bonnyrigg Durata intervista in minuti 90 Luogo e data dell’intervista nel bar nella piazza principale di Picinisco il 30 luglio 2010 Lingua prevalente nell’intervista dialetto e italiano A. Donne venute a Edimburgo intorno al 1960 A.1-52-cp1 Rosa Crolla in Crolla2 B.1 Figlie nate in Italia, emigrate con la famiglia da bambine B.1-8-25-cc Figlia di B.1-8-25-cc 27 Edimburgo 2 B. 2 Figlie nate ad Edimburgo (o in Scozia) B.2-14-22-cc non disponibile per impegni di lavoro Figlia di B.2-14-22-cc 27 Edimburgo 1 scuola dell’obbligo sposata parrucchiera Colinton 40 nella casa della donna a Edimburgo l’11 settembre 2010 inglese C. Donne di nuova emigrazione venute ad Edimburgo intorno al 1980 C.15-58-d Anna Campli 84 Casalbordino (CH) 1 licenza media conseguita nel 198384 nel corso del Consolato d’Italia a Edimburgo sposata pensionata Tollcross 30 nella casa della donna a Edimburgo l’8 settembre 2010 dialetto e italiano C. 17-25-cc 52 Gallinaro 3 licenza media conseguita nel 198384 nel corso del Consolato d’Italia a Edimburgo scuola dell’obbligo scuola secondaria divorziata aiutante in una sartoria È inclusa una nuova intervistata appartenente al ramo degli italiani nati in Inghilterra ed imparentati con compaesani che vivono in Scozia Picinisco (FR) N° di figli 3 A.2-50-cs irreperibile 52 Picinisco 2 Veronica Alonzi figlia di C. 17-25-cc 30 Edimburgo 0 Adriana Alonzi figlia di C. 17-25-cc 27 Edimburgo 1 Orchard Brae 60 80 nella casa della donna più anziana a Edimburgo il 9 settembre 2010 nella casa della donna a Edimburgo il 10 settembre 2010 inglese dialetto e italiano nubile baby sitter inglese nubile commerciante dialetto e italiano Forme di base prevalenti Categorie di analisi con esempi di interviste Dialetto, prima forma Prevalentemente il dialetto e l’italiano dell’emigrazione delle madri del secondo dopoguerra, prima generazione in emigrazione Edimburgo 1983 e Picinisco 2010 Italiano, seconda forma Dialetto Italiano Scozzese/ inglese, terza forma Scozzese Madre 48 anni e Figlia 24, la madre inizia in italiano e poi segue la figlia con lo scozzese/inglese, ambedue nate in Scozia (italiano e scozzese/inglese già dal 1983) Prevalentemente lo scozzese Esempio di madre (seconda generazione) intervistata nel 1983 e di figlia (terza generazione) intervistata nel 2010 Prevalentemente l’italiano e l’inglese di chi cura l’apprendimento delle due lingue Ci avviciniamo al bilinguismo ESEMPIO DI INTERVISTA CON DIALETTO - ITALIANO - SCOZZESE/INGLESE MADRE Usa le 3 forme FIGLIA MAGGIORE Usa lo scozzese FIGLIA MINORE Usa l’italiano per scelta di contesto Caratteri socioculturali emergenti dall’intervista • Le parole sono veicolo di comunicazione biografica • Il ricordo è guidato dal sentimento • I condizionamenti familiari e sociali sono ben definiti • La consapevolezza del proprio progetto di vita s’intreccia con le aspettative di successo dei figli • Lo studio è considerato un passaggio importante • Classe sociale: media e medio bassa, raramente alta negli anni ‘60 • Il paragone le donne lo fanno con chi hanno lasciato in Italia non con la società scozzese (alta autostima e forte senso del successo) • I figli invece si paragonano con i coetanei e si sentono figli di emigrati (ambivalenza culturale) ma sono più liberi e vivono meglio • Tenuta della famiglia nella prima emigrazione educazione della donna: pensa prima a formarsi una famiglia e poi eventualmente al lavoro • Scarse opportunità di ascesa sociale per la donna • Amicizie tra famiglie italiane • Il coniuge italiano preferibilmente • Attività fish and chips rari casi di uscita da questa traccia, anche per i maschi. • La lingua italiana va scomparendo e così la cultura, l’orgoglio, l’appartenenza • Per le più istruite: preferiscono usare lo scozzese e apprezzano intorno ai 40 anni la cultura italiana • Hanno dato vita ad un concetto mobile e flessibile di integrazione Generazioni a confronto • Nella I generazione, costituita da chi compie l’azione di emigrare: la nostalgia, il valore della famiglia, lingua madre nel dialogo in casa, la ricerca del successo economico, l’inserimento linguistico spontaneo senza la frequenza di classi, la religione educa, le basse aspettative nella riuscita scolastica dei figli, doppia morale, la comunità ed il gruppo etnico originario. • Nella II generazione, costituita dai figli della prima generazione, nati sia nel paese di origine dei genitori ed emigrati con la famiglia da bambini, oppure nati nel paese di immigrazione, i caratteri precedenti si conservano ad un livello di intensità minore, il dialetto è progressivamente abbandonato e aumentano le aperture alla società di immigrazione. • Nella III generazione i caratteri della prima generazione sono ricordo del passato, si parla quasi esclusivamente la lingua locale , rari casi di interesse allo studio e alla conservazione, si identifica preferibilmente con il sistema di vita e di valori di nascita . Il modello familiare • il modello endogamico con la scelta del coniuge all’interno della famiglia, consanguineo, parente dei parenti, vicino dei vicini, dello stesso paese o di un paese limitrofo, con il mantenimento della lingua e delle tradizioni italiane in famiglia • il modello nostalgico che si richiama al valore dell’identità italiana, formata sulla conoscenza di caratteri distintivi divenuti progetto di vita per i figli • il modello della lontananza caratterizzato dalla scelta endogamica del coniuge e con un riferimento prevalente ai costumi scozzesi, in esso emerge la maturazione di un atteggiamento di distanza rispetto a generazioni passate con le quali non si è condivisa l’esperienza di emigrazione, conosciuta per via indiretta Il ritorno Nella ricerca del 2010, limitatamente al campione investigato, la doppia emigrazione riguarda tutti i tipi di ritorno. C’è chi ha fallito all’estero e torna senza mezzi; c’è chi è tornato con la speranza di riprendere, ad un livello superiore, non solo la terra e la casa, ma un posto economico-sociale ben diverso da quello lasciato al tempo dell’emigrazione; c’è chi è tornato per investire, ma non riesce nel proprio intento; c’è chi torna per ragioni di salute e per la vecchiaia, tutti non abbandonano l’idea del ritorno al contrario; vale a dire, verso la seconda patria, Edimburgo. Questo comportamento migratorio bidirezionale continuo, già segnalato dagli studi del primo Novecento, è facilitato dalla tecnologia, dalle comunicazioni telematiche, dalla moneta unica, dal progetto europeo di cittadinanza. Nuove prospettive di studio Negli studi recenti sull’immigrazione in Italia, si cita il superamento della ipotesi della “pura integrazione” e si preferisce parlare di “modelli aggregativi coinvolgenti” che danno senso a persone e stili di vita proponendosi come unità rispetto alle quali i residenti storici vivono situazioni sospese tra aspettative e nuove inquietudini. L’analisi riferita alla città di Bologna è particolarmente interessante per essere, entro certi aggiustamenti necessari, uno specchio nel quale solo per alcuni aspetti si ritrovano caratteri propri di tutti i fenomeni migratori come il ruolo di socializzazione giocato dal gruppo famiglia verso le generazioni più giovani, il consolidamento della seconda generazione, l’autoreferenzialità del gruppo etnico, solo per citarne alcuni. La solidarietà umana Emerge un mutamento socio-antropologico: stili di vita della persona, della coppia, della famiglia, della comunità. La filosofia dell’old world traits transplanted, descritta nel 1921, con la ripetizione delle abitudini dello stesso paese e della definizione dei matrimoni tra compaesani,(etichetta di gruppo) scompare dalle quinte generazioni in avanti. Il processo tuttavia tende a ricomparire nelle nuove emigrazioni di italiani che, ad un livello superiore di consapevolezza e di professionalità, lasciano l’Italia per ragioni di opportunità economica e occupazionale ed arrivano in Scozia con tutta la famiglia. Nasce il Network della solidarietà tra italiani che non provengono dallo stesso paese, dalla stessa Regione, ma che si aiutano in molti modi con comportamenti che definiamo di società aperta, nella quale le coordinate sono quelle della democrazia in politica, dell’innovazione nell’economia, della globalizzazione nella cultura. La comunità Le strutture gerarchiche sono: - inalterate nelle famiglie degli anziani, - flessibili nelle famiglie più giovani Nessuno si meraviglia se una donna anziana continua a parlare il dialetto, mentre l’uso dell’italiano in casa può facilmente generare nelle nipoti un sentimento di inadeguatezza. Guardando indietro alla propria vita di giovane donna emigrata con la famiglia numerosa, e considerando la situazione economica attuale, i termini del confronto sono cambiati notevolmente. Nella condizione di lavoro di figli e nipoti non si tratta più di fuggire dalla campagna per cercare l’occupazione nella città del Nord dell’Europa. Oggi l’offerta è mondiale le risorse sono molto competitive: precariato e mondialità del lavoro! La pedagogia “I miei cinque figli tutti capiscono l’italiano. Il primo figlio e l’ultima figlia lo parlano poco, gli altri figli lo parlano bene. Noi parlavamo sempre italiano in casa con i bambini. Lo capivano ma non rispondono in italiano perché si prendono vergogna di qualche parola che non è giusta. Non sono voluti andare a scuola. I nipoti non parlano italiano, non capiscono niente. Io parlo qualche volta ma loro non rispondono dicono che non capiscono. Le mamme sono scozzesi e parlano inglese, non sono interessate” Intervista del 2010 a Edimburgo Immanuel Kant Per la pace perpetua 1795 Scenario Opportunità globali di pace Realtà locali di guerra Universalismo e tribalismo Oscillazioni continue A che punto è l’utopia cosmopolita e cooperativa degli uomini e delle donne coinquilini del pianeta e cittadini del mondo? Responsabilità e democrazia Insostenibilità Carestie Fame Ineguaglianze Ingiustificabili in termini di diritti e risorse della Terra, inquinata, a rischio, minacciata, depredata Thomas Nagel (filosofia della mente e filosofia morale) «una minoranza di nazioni ‘costituisce un arcipelago di isole di relativo benessere in un mare di tirannia e di miseria disumana e la preservazione di un tenore di vita elevato dipende assolutamente dal rigido controllo dell’immigrazione» (p.9) Considerazioni • Per essere ricchi si deve controllare l’immigrazione • Più condividiamo più diminuisce l’incertezza • La via dei diritti, della democrazia, della pace Umberto Eco semiologo, filosofo, scrittore Guerra del Golfo È un dovere intellettuale proclamare l’impossibilità della guerra anche senza alternativa Immanuel Kant Per la pace perpetua Progetto filosofico di fondazione trascendentale dell’idea di diritto 1795 10 ragioni per la guerra 10 ragioni per la pace Motivi per la guerra: economici; culturali; religiosi; politici; prevaricazione; vendetta; potere; invidia. Ragioni per la pace: conseguenze di morte; sofferenza; paura; sottomissione; feriti; incertezza; Voltaire François-Marie Arouet Trattato sulla tolleranza Scritto nel 1762 e diffuso in Varie edizioni anche clandestine dal 1763 Breve storia della morte di Jean Calas Quello che si dimentica e quello che non si può dimenticare Una battaglia 1698-1762 Una guerra La sentenza di condanna di un padre di famiglia innocente Perché questo paragone? Il fatto: è vero che Religione Omicidio Parricidio: è vero? I genitori uccidono il figlio per piacere a Dio: è vero? Il fratello aveva ucciso il fratello per piacere a Dio: è vero? L’amico aveva ucciso l’amico: è vero? I giudici avevano sentenziato in modo giusto: è vero? La storia di Jean Calas • • • • • 68 anni Da 40 anni negoziante di Tolosa Buon padre di famiglia Protestante Persona che «sembrava essere così lontano da quell’assurdo fanatismo che spezza tutti i vincoli della società, che aveva approvato la conversione del figlio Louis Calas» e accoglie da 30 anni la domestica, cattolica zelante, con i figli. Il fatto accaduto Il suicidio del figlio Marcantonio La sorpresa L’adunanza del popolo intorno alla casa di Jean Calas Un grido da uno alla folla: Jean Calas aveva impiccato il figlio che voleva farsi cattolico La costruzione popolare dell’assassino innocente p. 12 Madre Padre Fratello Amico Domestica tutti in catene La chiesa cattolica Non riesce a frenare la folla che fanno del suicida un eroe, un martire della fede «al disgraziato non mancava che la canonizzazione» p. 13 Uno diventa pazzo perché non ottiene il miracolo dal nuovo santo! Coincidenze storiche Festa del massacro degli ugonotti Gli accusati alla ruota per celebrare la festa La Provvidenza offriva le vittime in sacrificio per la religione p. 13 13 Giudici • Processo Prova: la religione tradita 2 giudici violentemente contrapposti (uno difende e l’altro condanna) si astengono dalla votazione, il difensore mantiene la posizione, l’altro no e così Calas è condannato Il ragionamento Come poteva essere che...... La sentenza di condanna Le assurdità dei giudizi Il pentimento dei giudici La conversione forzata del figlio La moglie decide di riscattare la memoria del marito e va a Parigi Parigi Contro il fanatismo Trionfo della ragione Il problema diventa nazionale ed europeo Il pubblico emette la sentenza di assoluzione prima del tribunale Qualcuno dice «valgono più i magistrati che i Calas», per evitare di accusare i giudici della condanna di Tolosa Come deve essere la religione? Abusarne Caritatevole Barbara Esaminare questo punto è un interesse del genere umano L’affermazione di Voltaire - Siamo abbastanza religiosi per odiare e perseguitare ma non per amare e per soccorrere (p.21) - Evitare le dispute sul dogma Religione o superstizione? • • • • La vendita delle indulgenze p. 23 La negazione del purgatorio Avere il torto di essere nati valdesi p. 25 Gli errori del passato non si possono far scontare a chi vive oggi p. 27 • La filosofia vince il fanatismo della religione e disarma gli eccessi come le superstizioni p.29 Uscire dalla propria sfera • Ci rendiamo conto che altrove il fanatismo è stato superato p. 30 • Abbiamo esempi di tolleranza in Turchia, in India, in Cina • La saggezza dell’Oriente ci insegna la tolleranza contro l’intolleranza dell’Occidente Può essere ammessa la tolleranza? • Assicurare la libertà di coscienza • Più religioni sono una garanzia contro il fanatismo • La molteplicità indebolisce gli assolutismi • L’ignoranza viene sconfitta dalla ragione • Si deve avere paura dell’ingiustizia • La religione se è vera non ha bisogno di essere imposta Nel 1765 • La famiglia Calas è dichiarata innocente e i giudici di Tolosa sono condannati al risarcimento. • La famiglia fu riabilitata agli occhi del mondo e addirittura fu aiutata dalla beneficienza del re Conclusione: «Questi casi sono rari, ma accadono, e sono l’effetto di questa cupa superstizione che porta le anime deboli a imputare di delitti chiunque non la pensa come loro» p. 131 KANT, VOLTAIRE E LA COSTITUZIONE ITALIANA I. Kant, Per la pace perpetua, 1795 La Costituzione italiana, in vigore dal 1° gennaio 1948 Art. 11 L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo. Voltaire, Trattato sulla tolleranza, 1763 La Costituzione italiana, in vigore dal 1° gennaio 1948 Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Art. 8 Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze. Art. 19 Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume. Iter di preparazione migrazi oni interc ultura COMUNITÀ (migrazioni) PACE TOLLERANZA (intercultura) CITTADINANZA (Costituzione) cittadi nanza Il patrimonio culturale immateriale http://www.unesco.org/culture/ich/index.php ?lg=en&pg=00482&activityID=00223 Il patrimonio mondiale e al comunità https://www.youtube.com/watch?v=mFmnw2 8Q6bQ Il patrimonio culturale immateriale Raccomandazione UNESCO sulla salvaguardia della cultura tradizionale e del folclore del 1989 e successive disposizioni Si considera «l’importanza del patrimonio culturale immateriale in quanto fattore principale della diversità culturale e garanzia di uno sviluppo duraturo» (p. 1) «Per ‘patrimonio culturale immateriale’ s’intendono le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, il know-how – come pure gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati agli stessi – che le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale» (p. 2). Fonte: UNESCO, Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, Parigi 17 ottobre 2003 The role of intangible heritage, traditions and local culture within the immigrant communities 09-11-2013 Marcianise (Italy) The association Radici, based in Marcianise (CE), in collaboration with ICH Net Coordinator for Campania based in Macerata Campania, the Association Sant’Antuono e le Battuglie di Pastellessa, the association Club Etnie and other cultural associations operating in the territory, on the occasion of the tenth anniversary of the Convention for the Safeguarding of the ICH and within the ICHNet initiative «Culture Viventi», organizes a round table to deepen and debate the role of intangible heritage, traditions and local culture within the immigrant communities. The aim of the meeting is to raise awareness of the importance of ICH as a part of the identity of a community, thus leading to the importance of its safeguarding and the role and contribution of those members of the community who live geographically apart. We will try to approach both the importance of ICH as a part of the identity of these members and, on the other hand, on their contribution to its safeguarding. Processi sociali e risposte pedagogiche • • • • Assimilazionismo (1965) Integrazione (1980) Antirazzismo (1990) Cittadinanza (2000) Uguaglianza delle opportunità (1944-1965) Alunni con esigenze specifiche (1965-1976) Educazione multi/interculturale (1976-1995) Educazione alla cittadinanza (1995-2008) e poi Cittadinanza e Costituzione dal 2009 Definizioni di intercultura • Integrazione di minoranze culturali nella scuola • le educazioni ad orizzonte sovranazionale (pace, ecologia, mondialità) • Attenzioni ai problemi vivi e complessi del nostro convivere (democrazia, integrazione) • Riconosce l’importanza delle differenze e le peculiari identità • Cerca vie di un nuovo umanesimo globale e persegue valori universalmente condivisibili • Fonda sul dialogo il fulcro del crescere personale e sociale e il cambiamento • Pedagogia interculturale pone al centro della propria attenzione l’uomo, secondo una lettura di sistema, di interdipendenza Intercultura In pedagogia esprime «l’esigenza diffusa di un approccio alla comprensione e alla gestione dei caratteri di complessità e di frammentarietà, di globalismo e di localismo, di omologazione e di diversificazione che connotano la società d’oggi» p. 9 - Orientamento valoriale - Formazione personale e civica Angela Perucca, Pedagogia interculturale e dimensione europea dell’educazione, Pensa, Lecce, 1996 Pedagogia interculturale - Nuova dimensione di senso - Ricognizione sui valori emergenti dal diverso al nuovo, oltre che dal diverso all’uguale - Appartenenza trascende le radici locali anche se parte da queste per il confronto sovranazionale e mondiale - Costruzione della cultura europea per una nuova cittadinanza - Prospettiva di studio interdisciplinare Pedagogia interculturale - Incontro con gli studi di peace research per la risoluzione dei conflitti - Cultura dell’accoglienza per costruire una cultura di pace - Progetto umano condiviso per una comune cittadinanza - Forma mentis antirazzista Intercultura come conoscenza L’educazione interculturale investe ogni ambito del vivere civile, sociale e lavorativo e per questo va intesa come «attenzione e cura per l’altro, migrazione verso realtà diverse, disponibilità al dialogo, alla comprensione, alla donazione, flessibilità e duttilità nei confronti del mutamento e del divenire relazionale, culturale, professionale» essa permea « ogni attività e ogni espressione umana che abbiano come fine ultimo il progresso e l’ulteriorità delle qualità più squisitamente umanizzanti» per questo la concezione della Pedagogia interculturale rinvia a un problema di conoscenza della nostra società pluralista e post-industriale. Superare i particolarismi culturali, nazionalistici ed etnici. Dario De Salvo, La conoscenza come presupposto della pedagogia interculturale, in Matteo Venza, Le nuove frontiere della pedagogia interculturale, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2007, p. 37 Due categorie della Pedagogia interculturale Duccio Demetrio, Graziella Favaro, Immigrazione e pedagogia interculturale, Scandicci, La Nuova Italia, 1992 Integrazione e interazione Processo che cerca le azioni educative più idonee per porre l’ospite in situazioni di vantaggio (1989), con riduzione dei fattori di rischio di una possibile dis-integrazione che si verifica quando il soggetto non può mantenere un legame totale con la propria appartenenza etnica (lingua, religione, cultura, valori) perché vive in un nuovo territorio e non vuole apprendere quanto viene proposto di nuovo. La scuola «dispositivo pedagogico per l’inserimento» Una integrazione riuscita è la creazione di nuove mentalità e ordini sociali, vuol dire anche diritti comuni (interazione positiva Cfr. pp. 29-30 «Compito della pedagogia interculturale è.... Quello di fare in modo che culture diverse convivano senza ignorarsi: dal momento che la non conoscenza del pensiero dell’altro, da sempre, scava fossati, aggrava pregiudizi e stereotipi, alimenta i conflitti sotterranei. L’interazione non è semplice tolleranza: in quanto questo principio illuministico, sovente, ha ingenerato più eventi di distacco che di avvicinamento e comprensione, intendimento delle forme di vita e di pensiero altrui» pp. 30-31. La pedagogia interculturale promuove (cfr. p. 31) - Strategie di comunicazione per conoscersi - Occasioni per aprirsi alle altre culture Giuseppe Flores d’Arcais L’uomo frazionato non può farsi mai universale nel senso di identico, analogo all’altro, poiché i ruoli, gli status dipendono dalla storia e dalla tradizione dei costumi, degli atteggiamenti, dei comportamenti. I vertice dell’umanità è una pienezza irraggiungibile e mai si arriva all’identità. La vita è tra il contrasto della teoreticità del pensare, del conoscere, e la praticità dell’esistere. Compito dell’educazione oggetto della pedagogia che pur parte dalla teoria guardi alla prassi per una realizzazione quanto più ampia possibile. Cfr. in L. Corradini, Pedagogia: ricerca e formazione, 2000, p. 149 La Costituzione nella scuola • Dichiarazione universale dei diritti umani • La Costituzione italiana 1948 • Competenze chiave per apprendimento permanente 18.12.06 • Competenze chiave cittadinanza DM 139 del 22.8.2007 • Legge 30.10.2008, n.169 • Documento di indirizzo per la sperimentazione di Cittadinanza e Costituzione 04.03.2009 RACCOMANDAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 18 dicembre 2006 relativa a competenze chiave per l'apprendimento permanente (2006/962/CE) (La relazione del Consiglio sul più ampio ruolo dell'istruzione, adottata nel novembre 2004, sottolineava il contributo dell'istruzione alla conservazione e al rinnovo del contesto culturale comune nella società nonché all'apprendimento di valori sociali e civici essenziali quali la cittadinanza, l'uguaglianza, la tolleranza e il rispetto, e la sua particolare importanza in un momento in cui tutti gli Stati membri si trovano innanzi al problema di come affrontare la crescente diversità socioculturale. Inoltre, il fatto di consentire alle persone di accedere al mondo del lavoro e di rimanervi è un elemento importante del ruolo dell'istruzione ai fini del rafforzamento della coesione sociale. Politica Scopo principale Critica Validità pedagogica assimilazione (fine 1950 inizio 1960) insegnamento dell'inglese come seconda lingua modello monoculturale bianco, cristiano, di lingua inglese inadeguata integrazione (fine 1960) adattamento degli immigrati per una società maggioritaria culturalmente omogenea gli immigrati sono inadeguata parte della società britannica e non individui da assorbire educazione multiculturale (dal 1975 ad oggi) incontro dei bisogni dei gruppi etnici minoritari e preparazione di tutti gli alunni a vivere nella società assenza di significato universale, di sinistra, progressista, senza senso, forma di razzismo latente, fuorviante rispetto ai fini educativi adeguata Si comincia da Rousseau e dall’illuminismo del Settecento • Dichiarazione dell’indipendenza americana 1776 • Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino 1789 art. 1 • Dichiarazione universale dei diritti umani 1948 art. 26 • Convenzione sui diritti dell’infanzia 1989 art. 30 • Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea 2000 art 14 • Carta europea dei diritti umani nella città 2000 art. 24 •Costituzione italiana 1948 articoli 1-2-3-4 Dichiarazione universale dei diritti umani (10.12.1948) Preambolo Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo; Considerato che il disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell'umanità, e che l'avvento di un mondo in cui gli esseri umani godano della libertà di parola e di credo e della libertà dal timore e dal bisogno è stato proclamato come la più alta aspirazione dell'uomo; Considerato che è indispensabile che i diritti umani siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che l'uomo sia costretto a ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e l'oppressione; Considerato che è indispensabile promuovere lo sviluppo di rapporti amichevoli tra le Nazioni; Considerato che i popoli delle Nazioni Unite hanno riaffermato nello Statuto la loro fede nei diritti umani fondamentali, nella dignità e nel valore della persona umana, nell'uguaglianza dei diritti dell'uomo e della donna, ed hanno deciso di promuovere il progresso sociale e un miglior tenore di vita in una maggiore libertà; Preambolo della Dichiarazione universale dei diritti umani (10.12.1948) Considerato che gli Stati membri si sono impegnati a perseguire, in cooperazione con le Nazioni Unite, il rispetto e l'osservanza universale dei diritti umani e delle libertà fondamentali; Considerato che una concezione comune di questi diritti e di questa libertà è della massima importanza per la piena realizzazione di questi impegni; L'ASSEMBLEA GENERALE proclama la presente dichiarazione universale dei diritti umani come ideale comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che ogni individuo ed ogni organo della società, avendo costantemente presente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con l'insegnamento e l'educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante misure progressive di carattere nazionale e internazionale, l'universale ed effettivo riconoscimento e rispetto tanto fra i popoli degli stessi Stati membri, quanto fra quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione. Art. 26 della Dichiarazione universale dei diritti umani (10.12.1948) 1.Ogni individuo ha diritto all’istruzione. L’istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L’istruzione elementare deve essere obbligatoria. L’istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l’istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito. 2.L’istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l’amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l’opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace. 3. I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli. Compiti della scuola, quale organo dello Stato in Corradini, 2014, pp. 36-39 • Valorizzazione del «tesoro» dell’educazione • Memoria vivente e rispetto della Carta costituzionale • Cittadinanza attiva volontaria • Proposta di vita • Diminuire la distanza tra principi e prassi quotidiana • Democrazia come credo sociale La fede nei diritti umani - Réné Cassin - Jacques Maritain - Malala Yousafzai (n. 1997, Mingora, Pakistan) Premio Nobel per la pace 2014 per la sua lotta contro la soppressione dei bambini e dei giovani e per il diritto di tutti i bambini all’istruzione - Iqbal Masih (n. 1983, m. 1995 in Pakistan) All’età di quattro anni suo padre lo vende per 12 dollari a un fabbricante di tappeti. Diviene simbolo e portavoce del dramma dei bambini lavoratori nei convegni, prima nei paesi asiatici, poi a Stoccolma e a Boston. Nel 1994 riceve a Boston il premio Reebok per la Gioventù in Azione. Dal documento del1957 a DPR 585 del 1958 (pp. 50-61) Il Ministro della Pubblica Istruzione, consentì l’attivazione di una commissione di lavoro che tracciò i programmi di studio nei diversi ordini di scuola e la nuova disciplina Educazione civica entrò a far parte delle materie scolastiche insieme a Italiano, Storia, Geografia ed Educazione Civica. PRINCIPI APPRENDIMENTO EUROPA • Principi basilari dell’educazione civica, che prende il nome di “educazione alla convivenza civile e alla cittadinanza” e tra breve “cittadinanza e costituzione” sono i riferimenti all’educazione morale, sociale, civile, familiare e civica della Costituzione italiana. • L’Educazione civica, non è una materia da studiare, ma un edificio da costruire, è una disciplina da imparare e da vivere. Essa raccoglie e propone i valori da difendere e da testimoniare. • Riflettendo sull’attualità possiamo affermare che se gli insegnamenti della scuola fossero diventanti veri “apprendimenti” per gli studenti, oggi non lamenteremmo gli atti di bullismo e la violenza negli stadi. • La celebrazione del cinquantesimo di un fatto scolastico, che ha origine in Sicilia e nella città di Catania, ben si intreccia alle celebrazioni nazionali del cinquantesimo del Trattato di Roma firmato il 25 marzo dello stesso anno (1957) e che segna l’avvio della nascente Comunità Europea, realtà viva che accomuna Paesi e culture e che guida e governa le economie degli Stati. • Il ricordo dei due momenti storici mette così in relazione l’educazione alla cittadinanza attiva nell’ottica di una cittadinanza europea, che passa non solo attraverso la conoscenza degli organismi dell’Unione europea, ma attraverso una nuova cultura di incontro, di scambio, di apertura, di dialogo con i Paesi della Comunità. Perché insegnare Cittadinanza e Costituzione nella scuola di oggi?