Pedagogia
interculturale e della
cittadinanza
Prof. Sandra Chistolini
Primo semestre
a. a. 2014-2015
Lezioni dal 13 ottobre 2014
Formazione in aula
13.10.14
1.
Presentazione del programma e struttura del corso
2.
I libri scritti nel Programma e da studiare durante l’anno
3.
Il volume Rapporto sugli Italiani nel mondo 2014: scelta di un saggio da leggere in gruppo
4.
Il libro di I. Kant, Per la pace perpetua, 1795 oppure Voltaire, Trattato sulla tolleranza,
1763, edizione a piacere, anche digitale
5.
La Costituzione italiana, scaricare da internet
6.
Introduzione alla modalità della prova di verifica scritta del primo semestre: sarà una
tematica
14.10.14
1.
Organizzazione dello studio di gruppo del saggio scelto dal volume Rapporto sugli Italiani nel mondo
2014: scelta di un saggio da leggere in gruppo
2.
Elenco dei punti da esaminare nel volume RInM14: ermeneutica di un saggio scelto
3.
Iter di preparazione dello studio per la prova scritta
4.
Prima lezione sul volume Donne italoscozzesi, 2011
- La migrazione come anticipazione dell’intercultura e della cittadinanza
- Concetti esaminati: assimilazionismo, integrazione, migrazione, intercultura, cittadinanza
- Processi: i flussi migratori in Italia, 1989-2014, la situazione nella scuola italiana, mediazione culturale,
minori non accompagnati
- Aspetti interdiscipinari con apporti da parte di autori, studiosi afferenti a più campi disciplinari
- Ricerca qualitativa e quantitativa interdisciplinare, ricerca longitudinale
5. Incontro con l’Associazione Cittadinanzattiva: 29 novembre 2014 aula Parco
20.10.14
1. Considerazioni sulla scelta di gruppo dei saggi
2. Una metodologia per la presentazione dei contenuti studiati nel RInM 2014
3. Attenzione agli aspetti pedagogici impliciti ed espliciti trattati nei saggi
4. Raggruppamento dei saggi per tematiche simili
5. Definizioni delle domande di riflessione per saggio e per gruppo di saggi
6. Ricerca della direzione verso la quale orientare il ragionamento pedagogico
21.10.14
1. La migrazione italiana all’estero
2. Assunzioni teoriche e proposizioni ipotetiche per l’impostazione della ricerca
3. Gli Autori di riferimento
4. Le tematiche emergenti nell’ambito degli studi migratori
5. La metodologia prescelta
6. La prospettiva pedagogica
27.10.14
1. Donne italoscozzesi e prospettiva pedagogica nello studio interdisciplinare
2. Teorie di riferimento per il quadro concettuale di partenza
3. Teorie di riferimento per la metodologia prescelta
4. Teorie di riferimento per le implicazioni pratico-educative
5. Gli studi su alcuni concetti fondamentali in materia migratoria
6. Il rapporto tra Società Persona Cultura
28.10.14
1.
2.
3.
La comunità in emigrazione
Studi sugli effetti rispetto all’apprendimento nei processi di formazione culturale
L’identità migratoria al femminile
4.
5.
6.
Quesiti specifici sui saggi scelti in RInM 2014
Quesiti conclusivi di carattere pedagogico sui saggi scelti in RInM 2014
Definizione di una lettura ermeneutica che attraversa tutti i saggi considerati
03.11.14
1. I perché dell’emigrazione: forse esterne e spinte interne
2. Emergenza del femminile e studi precedenti
3. Indagini quantitative – Andamenti del fenomeno - Censimenti
4. Tendenze di incremento e decremento dell’emigrazione italiana in Scozia e ad
Edimburgo
5.Iscrizione all’AIRE e anagrafe consolare
6. Immigrazione dall’Est dell’Europa
7. Nuovi ingressi a confronto con le precedenti immigrazioni
04.11.14
1. Migrazione –Lingua – Anticipazioni
2. Evoluzione linguistica intergenerazionale
3. Tipologie di rilevazione
4. Caratteri socioculturali emergenti
5. Generazioni a confronto
6. Modello familiare - Il ritorno – Nuove prospettive di studio
7. La solidarietà umana – Il valore della comunità - Significati pedagogici
10.11.14
I. Kant, Per la pace perpetua, 1795
La Costituzione italiana
Art. 11 L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle
controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un
ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale
scopo.
11.11.14
Voltaire, Trattato sulla tolleranza, 1763
La Costituzione italiana
Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di
religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine
economico
e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e
l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 8
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica
hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. I loro
rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.
Art. 19
Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di
farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume.
17. 11.14
1.
2.
3.
4.
5.
La Costituzione nella scuola
Aspetti storici e culturali dell’educazione civica
Relazioni disciplinari
L’impegno internazionale per la difesa dei diritti umani
Il patrimonio dell’umanità tra salvaguardia e insegnamento
18.11.14
1.
2.
3.
4.
5.
Le dichiarazioni internazionali e l’attenzione nazionale
Dalla intercultura alla cittadinanza
Posizioni a favore e posizioni a sfavore dell’insegnamento
La Costituzione come tessuto valoriale
Come insegnare la Costituzione ai bambini
Calendario – Tematiche -Libri
OTTOBRE
13
Rapporto Italiani nel Mondo
NOVEMBRE
3
Costituzione Italiana
14
20
21
oppure
4
Donne italoscozzesi
10
Voltaire, Trattato sulla
tolleranza
11
L. Corradini, La Costituzione
nella scuola. Ragioni e
proposte, Prefazione di
Valerio Onida, Erickson,
Trento 2014.
27
28
Kant, Per la pace perpetua
17
18
24
Preparazione prima
verifica
25
Prima verifica scritta
29
Incontro Cittadinanzattiva
ore 9-13 Aula Parco
DICEMBRE
1 Commento prima verifica
Prima prova scritta alla fine del
secondo semestre
Tematica presentata dalla docente e sviluppata
personalmente dallo/a studente/ssa
Lo scritto sarà un tema scelto dallo/a
studente/ssa tenendo conto del
percorso svolto in aula, dello studio
personale e della ricerca
Iter di preparazione
migrazioni
intercultura
cittadinanza
Lessico
Assimilazione - Cittadinanza – Emigrazione italiana –
Integrazione – Interculturalismo – Migrazioni – Migrazioni
di ritorno – Migrazioni interne in Italia – Minoranza –
Pregiudizio – Religione – Seconda generazione.
Ogni parola è approfondita da un Autore scelto come
esperto a livello internazionale
in Tassello G. (a cura di), Lessico migratorio, Centro Studi
Emigrazione, Roma, 1987.
Assimilazione
in Laeng M., Nuovo lessico pedagogico, La Scuola, Brescia,
1998.
Va notata la specificità e la generalità della terminologia
ERMENEUTICA DI UN SAGGIO SCELTO
dal volume Rapporto Italiani nel Mondo 2014
Premessa
1) Presentazione del saggio nella sua totalità
2) Individuazione delle aree specifiche di analisi
3) Le riflessioni conclusive dell’Autore
4) Lo scopo dell’Autore
5) In che modo il saggio risponde al tema posto dal Rapporto
«Italiani nel mondo»
6) In che misura l’Autore ci presenta elementi che accrescono la
nostra conoscenza interculturale
7) Il rapporto dei primi 12 articoli della Costituzione con il saggio
scelto.
Riflessioni di carattere pedagogico ed educativo
12 saggi scelti - a
Anziani, minori e
donne….
di C. Venturi p. 25
Invecchiare ....di
D. CosminiRose, D.
O’Connor
….p. 204
Aspetti quantitativi e qualitativi, statistiche, fenomeni, concetti, il significato di parole come
inclusione e cittadinanza.
Anziani (over 85) Politiche migratorie di inclusione (Argentina, Germania)
Caratteri delle migrazioni europee e d’oltreoceano (inserimento economico e sociale)
La concezione dell’assistenza varia con l’età
Emigrazione dei pensionati (Tunisia, Marocco, Tailandia)
Minori aumento a causa crisi economica (Germania, Regno Unito)
Donne italiane all’estero più degli uomini (Argentina, Germania, Svizzera) da Sicilia, Campania,
Lazio
Quale differenza emerge tra vecchie e nuove migrazioni rispetto alla mia conoscenza e rispetto a
quanto evidenziato nell’articolo?
Ricchezza vecchia e nuova, le rimesse dall’estero, la concezione della salute e dell’assistenza: umiliazione o nuova
partecipazione?
Modelli familiari di accompagnamento delle età nel Sud Australia. Emigrazione tra le due guerre e degli anni ‘50-’60,
questi ultimi partecipano ad iniziative di volontariato rivolte ai connazionali.
Invecchiamento della popolazione e differenziazione etnica. Carenze di compartecipazione sociale. Il ruolo di
interprete dei figli per la lingua. Gap tra cultura di origine e cultura locale. Persistenza degli stereotipi da parte della
società ospite e dei modelli familiari. Comunicazione difficile da parte delle istituzioni.
La partecipazione al servizio sanitario è un indice di crescita democratica e di partecipazione sociale e politica?
Quesito conclusivo di carattere pedagogico
Considerata la distanza tra aspettative della
persona e offerta di carattere sociale…..
12 saggi scelti - a
Anziani, minori e
donne….
di C. Venturi p. 25
Invecchiare ....di D.
Cosmini-Rose, D.
O’Connor….p. 204
Quesito conclusivo di carattere pedagogico
Considerata la distanza tra aspettative della persona
e offerta di carattere sociale quale educazione è
possibile prefigurare per prevenire il riprodursi di
questa distanza, tenendo conto che le situazioni
rilevate nell’emigrazione italiana all’estero si
ripresentano nel contesto migratorio italiano? Quale
educazione dei bambini di oggi perché siano adulti
partecipativi e capaci di esercitare i propri diritti
nella società nella quale vivono?
12 saggi scelti - b
• Il valore
aggiunto..... p. 62
Il concetto di formazione in Europa. Progetti Erasmus
e mobilità degli studenti italiana.
Come influisce la formazione all’estero sul percorso
di vita della persona?
• Iovogliotornare... p. 238
•
Giovani
pronti e a
partire.....
p. 227
Mobilità del capitale umano nei
processi interni+
Fuga dei cervelli, comunità on-line. La disoccupazione in Italia spinge all’emigrazione dei
giovani competenti che investono all’estero i loro talenti. Ragioni economiche, politiche
socio-culturali motivano alla partenza. Il concetto di apprendimento continuo. Revisione
del rapporto docente-discente secondo nuove prospettive di inserimento lavorativo. Idea
generica di emigrazione da mettere in relazione con le cause dell’emigrazione. Apertura
dell’Italia alle culture estere può essere un fattore di forte impatto nel momento della
decisione di emigrare. Le partenze sono proprio delle emigrazioni giovanili? Aumento delle
partenze e ricerca sull’identità di chi parte, non sono solo i laureati ma anche chi non ha un
elevato titolo di studio. I giovani sembrano disorientati anche per mancanza della sicurezza
data dalle istituzioni. Non si tratta di una emigrazione, ma una partenza temporanea,
spesso non valorizzata. Articoli 1-4-9 della Costituzione.
Completare la propria formazione all’estero è una forma di emigrazione?
12 saggi scelti - c
• L’emigrazione in
Australia...p. 215
• Le Marche..... p.
125
Nuove emigrazioni, la scuola, la
cultura, l’istruzione, il mercato.
Lo studente migrante: nuova
categoria?
L’emigrazione segno di progresso, staticità
della lingua e trasformazioni culturali
Può il lavoro essere considerato un diritto e
un dovere come è scritto negli articoli 1 e 4
della Costituzione italiana se in molti sono
costretti a spostarsi in cerca di una
occupazione?
12 saggi scelti - d
Pasta e pizza...p. 423
Cibo...p.397
Quesito conclusivo di carattere pedagogico
Il cibo tipico di un popolo è segno di civiltà e di
cultura, esso parla della storia locale e della
tensione creativa verso la produzione di una identità
che raccorda il passato al presente. L’innovazione
dell’arte culinaria è materia di dialogo interculturale.
Come si può predisporre un percorso educativo che
formi nei bambini la considerazione positiva delle
varie culture presenti nella propria classe a partire
dagli apporti delle varietà culinarie?
12 saggi scelti - d
Pasta
e
pizza..
.p.
423
Identità, cultura, tradizione. Mito e realtà di una cultura aperta al mondo. Nascita di una cucina che aiuta
alla comunicazione. Innovazione dell’arte culinaria e vie del dialogo che si intessano a tavola. La cucina
funziona anche da stereotipo nel caso delle discriminazioni etniche. Insegnare l’arte culinaria e
combinare le culture è una opzione di dialogo e comprensione dei popoli. Nel cibo si simbolizza lo stato
di un popolo e le sue condizioni socio-culturali. Pasta e pizza sono mezzi di conoscenza della tradizione e
della cultura italiana. Identificazione dello scambio tra culture del passato e del presente.
Riconoscimento dell’apporto dell’altro come compartecipe della creazione dell’arte culinaria. Riscontro
degli articoli della Costituzione come invito ad eliminare l’uso dei nomignoli quali forme di
stigmatizzazione. Il cibo è un prodotto del progresso della civiltà di un popolo e come forma di
interculturale. Il cibo è stato usato come elemento di discriminazione ed ora è da rivalutare nella sua
portata culturale. Conoscere le radici della propria identità culturale può essere motivo di arricchimento
o di conflitto? Quanto si è disposti a conoscere l’altro che è in sé?
Cibo...
p.397
Relazione interpersonale e costruzione di significati comunitari. Rapporto
tra cibo identità e emigrazione. Superamento delle diversità. Nel passato
l’emigrazione più rilevante è dell’800 e del 900. Italocanadese,
italoamericano. Chi siamo? Attraverso il cibo si creano i ponti ed
evocazione delle proprie radici. Dal cibo si può partire per educare alla
conoscenza dell’altro.
Può il cibo essere considerato un elemento di unificazione interculturale?
12 saggi scelti - e
Italian
American
Museum
...Scelsa, Mucci,
p. 367
Venduti...
.di Luatti,
p. 144
Volonta
riato.....
Cossett
a, p.
325
Pluralismo costruttivo, educazione e insegnamento. Importanza per la conoscenza
delle proprie origini. Rapporto con le istituzioni locali e con l’Italia. Libertà di pratica
e coesistenza delle culture. Raccolta di «pezzi culturali», esposizione di opere
significative. Fratellanza tra persone appartenenti alle stesse comunità. Intercultura
e multiculturale. Attività culturali che aprono alla conoscenza reciproca. Basta un
museo per mantenere l’identità italiana all’estero?
Bambini senza infanzia. Mestieri dei bambini all’estero. L’educazione ideologica. Rappresentazione
dell’immaginario infantile. Emigrazione fine ‘800 e inizio ‘900. Promesse di miglioramenti e
ricongiungimenti. Assenza di interculturale come conoscenza e scambio. Violazione dei diritti
dell’infanzia. Differenza tra paesi ricchi e poveri. Confronto con gli articoli della Costituzione (articoli 1-23). Sfruttamento e dignità sociale. Aspetti storici dell’emigrazione dei bambini. Figure di paura e di
deprivazione. Infanzia infelice. Migrazione dei bambini imposta dai genitori. La situazione si ripete in
Italia. Abbandono dei minori (negativo). Conoscenza e prevenzione oggi. Attraverso quali pratiche
educative la scuola può costruire un processo educativo che garantisca l’identità del bambino nel
rispetto dei suoi bisogni propri dell’infanzia?
Una scelta: esistenze, solidarietà, pausa, coinvolgimento. Volontariato internazionale relazione
tra il lavoro e il volontariato come servizio alla persona. Mobilità come crescita e volontariato
come arricchimento umano. Si parte per brevi e lunghi periodi. Inserimento nel nuovo
contesto. Contatti entro la comunità on line e in presenza. Intercultura: opportunità educative.
Volontariato tra le età. Art.4-9-11: sul lavoro diritto e dovere, dovere civico, promozione della
cultura, diffusione della pace. Con quali strategie la scuola italiana può educare al volontariato
all’estero?
Italian American
Museum ...Scelsa,
Mucci, p. 367
12 saggi scelti - e
Venduti....di Volontariato.....Co
Luatti, p. 144 ssetta, p. 325
Quesito conclusivo di carattere pedagogico
Educare alla conoscenza delle proprie origini permette la
formazione dell’identità nazionale come salvaguardia dei valori
ai quali ci riferiamo nella nostra vita. All’identità nazionale si
può arrivare con un percorso di riscoperta delle tradizioni orali e
scritte, delle «cose» e degli «oggetti» che sono segni di cultura e
forme di appartenenza. Dalla cultura locale ci si apre al mondo
nella ricerca delle radici comuni che avvicinano genti e popoli,
stati e nazioni. Possiamo delineare a scuola un itinerario nel
quale i bambini possano comprendere il valore di sé e dell’altro
al fine di contrastare ogni forma di violazione dell’infanzia? Può
un esempio di volontariato insegnare che l’amore è senza
confini e che la pace è una utopia realizzabile qui ed ora?
Studio dei Saggi del RInM
I saggi sono stati selezionati e raggruppati in una
stessa
tematica
indicata
come:
a)
Invecchiamento; b) Formazione senza confini; c)
Nuove emigrazioni; d) Tradizioni; e) Diritti e
Volontariato.
Gli studenti frequentanti studiano tutti i saggi
selezionati.
Nel foglio delle presenze del 27.10.14 scrivere
R sì se si è ritirato il volume
Rapporto Italiani nel Mondo
2014
F sì se si sono usate le fotocopie e
non il volume
No in tutti gli altri casi
PROSPETTIVA
PEDAGOGICA
Quantitativa
Linguistica
Longitudinale
DONNE ITALOSCOZZESI
Interdisciplin
are
Scientifica
1983-2010
STUDIO TEORICO E
RICERCA EMPIRICA
Umanistica
Qualitativa
Comparativa
Narrativa
Donne italoscozzesi 1983-2010
R. Lynd e H. M. Lynd:
valori, costumi, studio
di comunità, analisi
longitudinale, non
ipotesi rigide, studio in
situazione,
partecipazione interna,
non osservazione
esterna, andare a
vivere con (USA) 19291937 e continuatori
1976-1981 (p.15 e
p.35)
Teorie di riferimento
Diversi ambiti di approfondimento e
interdisciplinare
Scienze sociali, psicologiche,
pedagogiche W.I. Thomas, F. Znaniecki
1918-20; D. Bertaux 1981; Ferrarotti
1981; G. Milanesi 1981 (pp. 32-35)
Definizione di integrazione L. Gallino,
1978 (p. 35); processo di
aggiustamento (assimilazione
accomodamento conflitto) J.
Zubrzycki 1956 (p. 153 e p. 314)
Donne italoscozzesi 1983-2010
Teorie
- Scientifiche: R. e
M. Lynds
- Novellistica: H.
Fast
- Storico-sociali: R.
F. Harney, M.
Contini (p. 16)
Strumenti
- Biografia, narrazione, storie di vita,
documenti a carattere conoscitivo e
pedagogico; interazionismo
simbolico; la persona che narra il
ricercatore che trascrive e
partecipa della narrazione : W.I.
Thomas, F. Znaniecki , N. K. Denzin,
J. Bruner (p. 33)
società
persona
cultura
Donne italoscozzesi 1983-2010
Pratica
- Integrazione economica, sociale, culturale (p. 31)
- Relazione intergenerazionale: vite normali, comuni,
di ogni giorno (p. 32)
- Ambivalenza (p. 33)
- Modelli compresenti società contadino-rurale e
industriale (p.. 34)
Quale domanda di valori, quale cultura viene
elaborata divenendo proposta educativa tra le
generazioni?
società
persona
cultura
Thomas W. I., F. Znaniecki, The Polish peasant in Europe and America.
Monograph of an immigrant group, Chicago, Ill., The University of Chicago press,
1918-1920.
Concepts
Tre tipi di
ADATTAMENTO
Assimilation
Accommodation
posizioni dinamiche
non statiche, sono
tendenze in atto e
non stati fissi
Conflict
Zubrzycki J., Polish immigrants in
Britain. A Study of adjustment, The
Hague, M. Nijhoff, 1956.
studio sul processo di “adattamento” in gruppi immigrati, secondo gli sviluppi
caratterizzati da “accomodamento”, “assimiliazione” e “conflitto”
Concepts
ACCOMODAMENTO
ASSIMILAZIONE
CONFLITTO
Thomas W. I., F. Znaniecki, The Polish
Zubrzycki J., Polish immigrants in Britain. A Study of adjustment, The
peasant in Europe and America.
Hague, M. Nijhoff, 1956.
Monograph of an immigrant group,
Chicago, Ill., The University of Chicago
press, 1918-1920.
Zubrzycki J., Polish immigrants in Britain. A Study of adjustment, The Hague,
M. Nijhoff, 1956.
Concepts
ACCOMODAMENTO COME TIPO DI ADATTAMENTO IN IMMIGRAZIONE
Accomodamento è stato definita una forma intermedia di reazione tra due i
due estremi il conflitto e l’assimilazione. È stato notato che l’accomodamento va
distinto dalla assimilazione poiché non implica la fusione completa di gruppi
culturali e di personalità. D’altra parte, l’accomodamento differisce dal conflitto
perché implica l’esistenza di un definito modus vivendi tra gruppo immigrato e
società ospite. Dal punto di vista dell’individuo, l’accomodamento implica il
mantenimento di un equilibrio nelle relazioni tra i membri del gruppo
immigrato e l’immigrato e le comunità ospiti e quindi di fatto denota la
risoluzione del conflitto tra individui e gruppi più che l’esistenza del conflitto.
Ne segue che le caratteristiche della categoria definita come accomodamento
sono: 1) la persistenza della identità culturale del gruppo immigrato; 2) la
segregazione che di per se stesso manifesta nella scelta dell’impiego, delle
abitazioni e del tempo libero; 3) nel contatti inter-gruppo ristretti a contatti
formali principalmente stabiliti su basi istituzionali; 4) assenza di conflitto
L’accomodamento è la forma più diffusa tra gli immigranti polacchi in Gran
Bretagna.
Comunità
Carattere
• Emigrazione e memoria
• Identità e responsabilità
• Dignità e storia
Processi
• Educazione
• Percezione
• Comprensione
L’influenza della comunità
Alcuni studi sull’influenza dei valori familiari, della cultura e del
patrimonio ereditario mostrano come le abilità di lettura dei
bambini, le loro capacità di comprensione sono migliori ed
eccellenti in relazione all’incremento delle occasioni di esperienza
di un vasto vocabolario, alla cura continua della lettura ad alta
voce, alle opportunità di rendere la comunità un ambiente di
apprendimento. La famiglia ha un potere rilevante
nell’educazione dei figli e nello sviluppo del loro senso di
comunità, per questo le conoscenze della famiglia orientano i
bambini e sono esse stesse motivo di esercizio dei saperi (L.
Breitborde, L. B. Swiniarski, “Family education and community
power: new structures for new visions on the educational village”,
Educational Studies, 2002, 28, 3, pp. 305-318).
Identità migratoria al femminile
Alla fine della II guerra mondiale
• Spose di guerra
• Con contratto di lavoro
• Ricongiungimento familiare
Riferimento teorico Bellisario
1983
(p. 42)
CARATTERI COSTANTI
- Catena migratoria
- Solidarietà di gruppo
- Riproduzione valori culturali, modelli di
comportamento, stili di vita
- Ruoli patriarcali più che matriarcali
- L’uomo compie scelte indipendenti la
donna no
Rif. teorico Alberoni 1964 (p.44)
Dal 1950 in poi
• Emigrazione con il marito
• Con un famigliare
• Raramente per scelta
autonoma
MODELLO PROGRESSIVO
- solitario: emigra una persona
- famiglia: emigra il gruppo
- paese: emigra gran parte del
paese
Rif. teorico Barton 1975 (p. 42)
PERCHÉ EMIGRARE ?
- Per forze esterne e non per decisione
personale
- Miraggio/Sogno americano
- Intraprendenza
(p. 43)
Rif. teorico Briggs 1978
Emergenza del femminile e studi precedenti
Le statistiche dell’ISTAT in Italia cominciano dal 1876 ma i
dati dello Stato unitario partono dal 1861
Emerge un incremento costante delle donne emigrate
I maggiori incrementi si hanno nel 1906-1915 su circa 3
milioni di emigrati circa 500.000 (17%) sono donne e nel
1946-1960 su 1.700.000 emigrati 400.000 sono donne (24%)
Nel 2010 su 4.028.370 iscritti all’AIRE il 47,7% sono
donne (Italiani nel mondo Rap. Fond. Migrantes Idos)
Erano uomini senza donne nella prima emigrazione sono
donne senza uomini nella nuova emigrazione dei talenti,
donne preparate professionalmente che scelgono di lavorare
all’estero
Nuova tipologia migratoria
Emigrazione italiana
1971-1981
Inversione di tendenza tra Scozia e Edimburgo
SCOZIA pp. 46-48
in diminuzione
invecchiamento
aumento divorzi
EDIMBURGO pp. 4950
in aumento
invecchiamento
divorzi delle donne
p. 202
Italiani iscritti all'AIRE, dal 1990 al 2012, per anno di iscrizione e sesso, in %
54,97
52,50
50,86
52,06
47,50
45,03
Maschi
Femmine
FONTE: Ministero dell’Interno, Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali,
Statistiche relative all'elenco aggiornato dei cittadini italiani residenti all'estero (AIRE),
in http://infoaire.interno.it/statistiche2012/anno_sesso.htm. Elaborazioni
Iscritti all’anagrafe consolare di Edimburgo 1999-2012, frequenze
12.090
12.381
11.505
10.584
11.113 10.959 10.951
10.895
10.785
10.093
10.057
11.118
10.331
9.464
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
FONTE: Ministero degli Affari Esteri, Segreteria Generale, Ufficio di Statistica, Annuario
Statistico, Il Ministero degli Affari Esteri in cifre, SISTAN Sistema Statistico Nazionale,
Anni 1999-2013. Elaborazioni
Aggiornamento di fig. 2 a p. 202
AIRE 11.3.11 Consolato di Edimburgo 1990-1999 frequenze(Tot 5.338)
1200
1051
1000
908
798
800
600
400
313
48 59 37
109
177
79
280
251
248
198
200
0
375
164
141
51 41
10
p. 203
Censimento in Scozia
Italiani ad Edimburgo
1971
1981
1991
2001
855
863
793
1257
Italiani ad Edimburgo
secondo il luogo di
origine
Consolato ad
Edimburgo
Comune di Picinisco
Consolato ad Edimburgo
Picinisco
2011
189
2011
227
1982
232
Barga
Filignano
88
33
n.d.
n.d.
58 Toscana
27 Molise
Processo sociale
grammatica
biografia
esperienza
Nuova lingua
Donne italoscozzesi
Migrazione
originale
Lingua
Dialetto
Anticipazioni
Italiano
autentica
intercultura
Scozzese
globalizzazione
Evoluzione linguistica – Modello 3 e 4 per 1
Dialetto
Italiano
Scozzese
1. Prevalentemente il dialetto e l’italiano
dell’emigrazione delle madri del secondo dopoguerra
2. Prevalentemente il dialetto, l’italiano e lo scozzese/inglese delle figlie che
rappresentano la seconda generazione in emigrazione
3. Prevalentemente lo
scozzese e l’inglese delle
nipoti che rappresentano
la terza generazione in
emigrazione
4. Prevalentemente l’italiano e l’inglese di chi cura
l’apprendimento delle due lingue nella forma
standard letteraria rappresentato dalle donne che
hanno intenzionalmente scelto di perfezionare le due
lingue dalla seconda generazione in poi
Esemplificazione della classificazione delle caratteristiche tipologiche ed anagrafiche del campione 1983-1984 e 2010
Tipologia
Classificazione del 1983-1984 e nuove
intervistate
Età
nel
2010
79
Luogo di
nascita
Livello di
istruzione
Stato
civile
Occupazione
Abitazione a
Edimburgo
elementare
sposata
pensionata
Portobello
scuola
dell’obbligo
scuola
dell’obbligo
sposata
coadiutrice
Craigentinny
sposata
casalinga
Bonnyrigg
Durata
intervista
in minuti
90
Luogo e data
dell’intervista
nel bar nella piazza
principale di Picinisco il
30 luglio 2010
Lingua
prevalente
nell’intervista
dialetto e
italiano
A. Donne
venute a
Edimburgo
intorno al 1960
A.1-52-cp1
Rosa Crolla in Crolla2
B.1 Figlie nate
in Italia,
emigrate con la
famiglia da
bambine
B.1-8-25-cc
Figlia di B.1-8-25-cc
27
Edimburgo
2
B. 2 Figlie nate
ad Edimburgo
(o in Scozia)
B.2-14-22-cc
non disponibile per impegni di lavoro

Figlia di B.2-14-22-cc
27
Edimburgo
1
scuola
dell’obbligo
sposata
parrucchiera
Colinton
40
nella casa della donna
a Edimburgo l’11
settembre 2010
inglese
C. Donne di
nuova
emigrazione
venute ad
Edimburgo
intorno al 1980
C.15-58-d
Anna Campli
84
Casalbordino
(CH)
1
licenza
media
conseguita
nel 198384 nel
corso del
Consolato
d’Italia a
Edimburgo
sposata
pensionata
Tollcross
30
nella casa della donna
a Edimburgo l’8
settembre 2010
dialetto e
italiano
C. 17-25-cc
52
Gallinaro
3
licenza
media
conseguita
nel 198384 nel
corso del
Consolato
d’Italia a
Edimburgo
scuola
dell’obbligo
scuola
secondaria
divorziata
aiutante in
una sartoria
È inclusa una
nuova
intervistata
appartenente al
ramo degli
italiani nati in
Inghilterra ed
imparentati con
compaesani
che vivono in
Scozia
Picinisco
(FR)
N°
di
figli
3
A.2-50-cs irreperibile
52



Picinisco
2
Veronica Alonzi figlia di C. 17-25-cc
30
Edimburgo
0
Adriana Alonzi figlia di C. 17-25-cc
27
Edimburgo
1
Orchard
Brae
60
80
nella casa della donna
più anziana a
Edimburgo il 9
settembre 2010
nella casa della donna
a Edimburgo il 10
settembre 2010
inglese
dialetto e
italiano
nubile
baby sitter
inglese
nubile
commerciante
dialetto e
italiano
Forme di base prevalenti
Categorie di analisi con esempi di
interviste
Dialetto,
prima forma
Prevalentemente il dialetto e l’italiano
dell’emigrazione delle madri del secondo
dopoguerra, prima generazione in
emigrazione
Edimburgo 1983 e Picinisco 2010
Italiano,
seconda forma
Dialetto
Italiano
Scozzese/
inglese,
terza forma
Scozzese
Madre 48 anni e Figlia 24, la madre inizia
in italiano e poi segue la figlia con lo
scozzese/inglese, ambedue nate in Scozia
(italiano e scozzese/inglese già dal 1983)
Prevalentemente lo scozzese
Esempio di madre (seconda generazione)
intervistata nel 1983 e di figlia (terza
generazione) intervistata nel 2010
Prevalentemente l’italiano e l’inglese di
chi cura l’apprendimento delle due lingue
Ci avviciniamo al bilinguismo
ESEMPIO DI INTERVISTA CON
DIALETTO - ITALIANO - SCOZZESE/INGLESE
MADRE
Usa le 3 forme
FIGLIA MAGGIORE
Usa lo scozzese
FIGLIA MINORE
Usa l’italiano per
scelta di contesto
Caratteri socioculturali emergenti dall’intervista
• Le parole sono veicolo di comunicazione biografica
• Il ricordo è guidato dal sentimento
• I condizionamenti familiari e sociali sono ben
definiti
• La consapevolezza del proprio progetto di vita
s’intreccia con le aspettative di successo dei figli
• Lo studio è considerato un passaggio importante
• Classe sociale: media e medio bassa, raramente alta negli anni ‘60
• Il paragone le donne lo fanno con chi hanno lasciato in Italia non con la
società scozzese (alta autostima e forte senso del successo)
• I figli invece si paragonano con i coetanei e si sentono figli di emigrati
(ambivalenza culturale) ma sono più liberi e vivono meglio
• Tenuta della famiglia nella prima emigrazione educazione della donna:
pensa prima a formarsi una famiglia e poi eventualmente al lavoro
• Scarse opportunità di ascesa sociale per la donna
• Amicizie tra famiglie italiane
• Il coniuge italiano preferibilmente
• Attività fish and chips rari casi di uscita da questa traccia, anche per i
maschi.
• La lingua italiana va scomparendo e così la cultura, l’orgoglio,
l’appartenenza
• Per le più istruite: preferiscono usare lo scozzese e apprezzano intorno ai
40 anni la cultura italiana
• Hanno dato vita ad un concetto mobile e flessibile di integrazione
Generazioni a confronto
• Nella I generazione, costituita da chi compie l’azione di emigrare:
la nostalgia, il valore della famiglia, lingua madre nel dialogo in
casa, la ricerca del successo economico, l’inserimento linguistico
spontaneo senza la frequenza di classi, la religione educa, le basse
aspettative nella riuscita scolastica dei figli, doppia morale, la
comunità ed il gruppo etnico originario.
• Nella II generazione, costituita dai figli della prima generazione,
nati sia nel paese di origine dei genitori ed emigrati con la famiglia
da bambini, oppure nati nel paese di immigrazione, i caratteri
precedenti si conservano ad un livello di intensità minore, il
dialetto è progressivamente abbandonato e aumentano le aperture
alla società di immigrazione.
• Nella III generazione i caratteri della prima generazione sono
ricordo del passato, si parla quasi esclusivamente la lingua locale
, rari casi di interesse allo studio e alla conservazione, si identifica
preferibilmente con il sistema di vita e di valori di nascita .
Il modello familiare
• il modello endogamico con la scelta del coniuge all’interno
della famiglia, consanguineo, parente dei parenti, vicino dei
vicini, dello stesso paese o di un paese limitrofo, con il
mantenimento della lingua e delle tradizioni italiane in
famiglia
• il modello nostalgico che si richiama al valore dell’identità
italiana, formata sulla conoscenza di caratteri distintivi
divenuti progetto di vita per i figli
• il modello della lontananza caratterizzato dalla scelta
endogamica del coniuge e con un riferimento prevalente ai
costumi scozzesi, in esso emerge la maturazione di un
atteggiamento di distanza rispetto a generazioni passate con le
quali non si è condivisa l’esperienza di emigrazione, conosciuta
per via indiretta
Il ritorno
Nella ricerca del 2010, limitatamente al campione investigato, la
doppia emigrazione riguarda tutti i tipi di ritorno. C’è chi ha
fallito all’estero e torna senza mezzi; c’è chi è tornato con la
speranza di riprendere, ad un livello superiore, non solo la terra
e la casa, ma un posto economico-sociale ben diverso da quello
lasciato al tempo dell’emigrazione; c’è chi è tornato per
investire, ma non riesce nel proprio intento; c’è chi torna per
ragioni di salute e per la vecchiaia, tutti non abbandonano l’idea
del ritorno al contrario; vale a dire, verso la seconda patria,
Edimburgo.
Questo comportamento migratorio bidirezionale continuo, già
segnalato dagli studi del primo Novecento, è facilitato dalla
tecnologia, dalle comunicazioni telematiche, dalla moneta
unica, dal progetto europeo di cittadinanza.
Nuove prospettive di studio
Negli studi recenti sull’immigrazione in Italia, si cita il
superamento della ipotesi della “pura integrazione” e si
preferisce parlare di “modelli aggregativi coinvolgenti” che
danno senso a persone e stili di vita proponendosi come
unità rispetto alle quali i residenti storici vivono situazioni
sospese tra aspettative e nuove inquietudini. L’analisi riferita
alla città di Bologna è particolarmente interessante per
essere, entro certi aggiustamenti necessari, uno specchio nel
quale solo per alcuni aspetti si ritrovano caratteri propri di
tutti i fenomeni migratori come il ruolo di socializzazione
giocato dal gruppo famiglia verso le generazioni più giovani,
il consolidamento della seconda generazione,
l’autoreferenzialità del gruppo etnico, solo per citarne
alcuni.
La solidarietà umana
Emerge un mutamento socio-antropologico: stili di vita della
persona, della coppia, della famiglia, della comunità.
La filosofia dell’old world traits transplanted, descritta nel 1921, con
la ripetizione delle abitudini dello stesso paese e della definizione
dei matrimoni tra compaesani,(etichetta di gruppo) scompare dalle
quinte generazioni in avanti. Il processo tuttavia tende a
ricomparire nelle nuove emigrazioni di italiani che, ad un livello
superiore di consapevolezza e di professionalità, lasciano l’Italia
per ragioni di opportunità economica e occupazionale ed arrivano
in Scozia con tutta la famiglia. Nasce il Network della solidarietà tra
italiani che non provengono dallo stesso paese, dalla stessa
Regione, ma che si aiutano in molti modi con comportamenti che
definiamo di società aperta, nella quale le coordinate sono quelle
della democrazia in politica, dell’innovazione nell’economia, della
globalizzazione nella cultura.
La comunità
Le strutture gerarchiche sono:
- inalterate nelle famiglie degli anziani,
- flessibili nelle famiglie più giovani
Nessuno si meraviglia se una donna anziana continua a parlare il
dialetto, mentre l’uso dell’italiano in casa può facilmente
generare nelle nipoti un sentimento di inadeguatezza.
Guardando indietro alla propria vita di giovane donna emigrata
con la famiglia numerosa, e considerando la situazione
economica attuale, i termini del confronto sono cambiati
notevolmente. Nella condizione di lavoro di figli e nipoti non si
tratta più di fuggire dalla campagna per cercare l’occupazione
nella città del Nord dell’Europa. Oggi l’offerta è mondiale le
risorse sono molto competitive: precariato e mondialità del
lavoro!
La pedagogia
“I miei cinque figli tutti capiscono l’italiano. Il primo figlio
e l’ultima figlia lo parlano poco, gli altri figli lo parlano
bene. Noi parlavamo sempre italiano in casa con i
bambini. Lo capivano ma non rispondono in italiano
perché si prendono vergogna di qualche parola che
non è giusta. Non sono voluti andare a scuola. I nipoti
non parlano italiano, non capiscono niente. Io parlo
qualche volta ma loro non rispondono dicono che non
capiscono. Le mamme sono scozzesi e parlano inglese,
non sono interessate”
Intervista del 2010 a Edimburgo
Immanuel Kant
Per la pace perpetua
1795
Scenario
Opportunità globali di pace
Realtà locali di guerra
Universalismo e tribalismo
Oscillazioni continue
A che punto è l’utopia cosmopolita
e cooperativa degli uomini e delle
donne coinquilini del pianeta e
cittadini del mondo?
Responsabilità e democrazia
Insostenibilità
Carestie
Fame
Ineguaglianze
Ingiustificabili in
termini di diritti e
risorse della Terra,
inquinata, a
rischio,
minacciata,
depredata
Thomas Nagel
(filosofia della mente e filosofia morale)
«una minoranza di nazioni ‘costituisce
un arcipelago di isole di relativo
benessere in un mare di tirannia e di
miseria disumana e la preservazione di
un tenore di vita elevato dipende
assolutamente dal rigido controllo
dell’immigrazione» (p.9)
Considerazioni
• Per essere ricchi si deve controllare
l’immigrazione
• Più condividiamo più diminuisce
l’incertezza
• La via dei diritti, della democrazia,
della pace
Umberto Eco
semiologo, filosofo,
scrittore
Guerra del Golfo
È un dovere intellettuale
proclamare l’impossibilità della
guerra anche senza alternativa
Immanuel Kant
Per la pace perpetua
Progetto filosofico
di fondazione
trascendentale
dell’idea di diritto
1795
10 ragioni per la guerra 10 ragioni per
la pace
Motivi per la guerra: economici; culturali;
religiosi; politici; prevaricazione; vendetta;
potere; invidia.
Ragioni per la pace: conseguenze di morte;
sofferenza; paura; sottomissione; feriti;
incertezza;
Voltaire
François-Marie Arouet
Trattato sulla tolleranza
Scritto nel 1762 e
diffuso in
Varie edizioni
anche clandestine
dal 1763
Breve storia della morte
di Jean Calas
Quello che si dimentica e
quello che non si può dimenticare
Una battaglia
1698-1762
Una guerra
La sentenza di condanna di un padre di famiglia
innocente
Perché questo paragone?
Il fatto: è vero che
Religione Omicidio Parricidio: è vero?
I genitori uccidono il figlio per piacere a Dio: è
vero?
Il fratello aveva ucciso il fratello per piacere a
Dio: è vero?
L’amico aveva ucciso l’amico: è vero?
I giudici avevano sentenziato in modo giusto: è
vero?
La storia di Jean Calas
•
•
•
•
•
68 anni
Da 40 anni negoziante di Tolosa
Buon padre di famiglia
Protestante
Persona che «sembrava essere così lontano da
quell’assurdo fanatismo che spezza tutti i vincoli
della società, che aveva approvato la conversione
del figlio Louis Calas» e accoglie da 30 anni la
domestica, cattolica zelante, con i figli.
Il fatto accaduto
Il suicidio del figlio Marcantonio
La sorpresa
L’adunanza del popolo intorno alla casa di Jean
Calas
Un grido da uno alla folla: Jean Calas aveva
impiccato il figlio che voleva farsi cattolico
La costruzione popolare
dell’assassino innocente
p. 12
Madre Padre Fratello Amico Domestica
tutti in catene
La chiesa cattolica
Non riesce a frenare la folla che fanno del
suicida un eroe, un martire della fede
«al disgraziato non mancava che la
canonizzazione» p. 13
Uno diventa pazzo perché non ottiene il
miracolo dal nuovo santo!
Coincidenze storiche
Festa del massacro degli ugonotti
Gli accusati alla ruota per celebrare la festa
La Provvidenza offriva le vittime in sacrificio per
la religione
p. 13
13 Giudici
• Processo
Prova: la religione tradita
2 giudici violentemente contrapposti (uno
difende e l’altro condanna) si astengono dalla
votazione, il difensore mantiene la posizione,
l’altro no e così Calas è condannato
Il ragionamento
Come poteva essere che......
La sentenza di condanna
Le assurdità dei giudizi
Il pentimento dei giudici
La conversione forzata del figlio
La moglie decide di riscattare la memoria del
marito e va a Parigi
Parigi
Contro il fanatismo
Trionfo della ragione
Il problema diventa nazionale ed europeo
Il pubblico emette la sentenza di assoluzione
prima del tribunale
Qualcuno dice «valgono più i magistrati che i
Calas», per evitare di accusare i giudici della
condanna di Tolosa
Come deve essere la religione?
Abusarne
Caritatevole
Barbara
Esaminare questo punto è un interesse del
genere umano
L’affermazione di Voltaire
- Siamo abbastanza religiosi per odiare e
perseguitare ma non per amare e per
soccorrere (p.21)
- Evitare le dispute sul dogma
Religione o superstizione?
•
•
•
•
La vendita delle indulgenze p. 23
La negazione del purgatorio
Avere il torto di essere nati valdesi p. 25
Gli errori del passato non si possono far
scontare a chi vive oggi p. 27
• La filosofia vince il fanatismo della religione e
disarma gli eccessi come le superstizioni p.29
Uscire dalla propria sfera
• Ci rendiamo conto che altrove il fanatismo è
stato superato p. 30
• Abbiamo esempi di tolleranza in Turchia, in
India, in Cina
• La saggezza dell’Oriente ci insegna la
tolleranza contro l’intolleranza dell’Occidente
Può essere ammessa la tolleranza?
• Assicurare la libertà di coscienza
• Più religioni sono una garanzia contro il
fanatismo
• La molteplicità indebolisce gli assolutismi
• L’ignoranza viene sconfitta dalla ragione
• Si deve avere paura dell’ingiustizia
• La religione se è vera non ha bisogno di essere
imposta
Nel 1765
• La famiglia Calas è dichiarata innocente e i giudici
di Tolosa sono condannati al risarcimento.
• La famiglia fu riabilitata agli occhi del mondo e
addirittura fu aiutata dalla beneficienza del re
Conclusione:
«Questi casi sono rari, ma accadono, e sono l’effetto
di questa cupa superstizione che porta le anime
deboli a imputare di delitti chiunque non la pensa
come loro» p. 131
KANT, VOLTAIRE E LA COSTITUZIONE ITALIANA
I. Kant, Per la pace perpetua, 1795
La Costituzione italiana, in vigore dal 1° gennaio 1948
Art. 11 L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle
controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un
ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale
scopo.
Voltaire, Trattato sulla tolleranza, 1763
La Costituzione italiana, in vigore dal 1° gennaio 1948
Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di
religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine
economico
e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e
l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 8
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica
hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. I loro
rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.
Art. 19
Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di
farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume.
Iter di preparazione
migrazi
oni
interc
ultura
COMUNITÀ (migrazioni)
PACE TOLLERANZA (intercultura)
CITTADINANZA (Costituzione)
cittadi
nanza
Il patrimonio culturale immateriale
http://www.unesco.org/culture/ich/index.php
?lg=en&pg=00482&activityID=00223
Il patrimonio mondiale e al comunità
https://www.youtube.com/watch?v=mFmnw2
8Q6bQ
Il patrimonio culturale immateriale
Raccomandazione UNESCO sulla salvaguardia della cultura tradizionale e del
folclore del 1989 e successive disposizioni
Si considera «l’importanza del patrimonio culturale immateriale in
quanto fattore principale della diversità culturale e garanzia di uno
sviluppo duraturo» (p. 1)
«Per ‘patrimonio culturale immateriale’ s’intendono le prassi, le
rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, il know-how – come pure
gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati agli
stessi – che le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui
riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale» (p. 2).
Fonte: UNESCO, Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale
immateriale, Parigi 17 ottobre 2003
The role of intangible heritage, traditions and local culture
within the immigrant communities
09-11-2013 Marcianise (Italy)
The association Radici, based in Marcianise (CE), in collaboration with ICH Net
Coordinator for Campania based in Macerata Campania, the Association Sant’Antuono e
le Battuglie di Pastellessa, the association Club Etnie and other cultural associations
operating in the territory, on the occasion of the tenth anniversary of the Convention for
the Safeguarding of the ICH and within the ICHNet initiative «Culture Viventi»,
organizes a round table to deepen and debate the role of intangible heritage, traditions
and local culture within the immigrant communities. The aim of the meeting is to raise
awareness of the importance of ICH as a part of the identity of a community, thus
leading to the importance of its safeguarding and the role and contribution of those
members of the community who live geographically apart. We will try to approach both
the importance of ICH as a part of the identity of these members and, on the other hand,
on their contribution to its safeguarding.
Processi sociali e risposte pedagogiche
•
•
•
•
Assimilazionismo (1965)
Integrazione (1980)
Antirazzismo (1990)
Cittadinanza (2000)
Uguaglianza delle opportunità (1944-1965)
Alunni con esigenze specifiche (1965-1976)
Educazione multi/interculturale (1976-1995)
Educazione alla cittadinanza (1995-2008) e
poi Cittadinanza e Costituzione dal 2009
Definizioni di intercultura
• Integrazione di minoranze culturali nella scuola
• le educazioni ad orizzonte sovranazionale (pace, ecologia,
mondialità)
• Attenzioni ai problemi vivi e complessi del nostro convivere
(democrazia, integrazione)
• Riconosce l’importanza delle differenze e le peculiari identità
• Cerca vie di un nuovo umanesimo globale e persegue valori
universalmente condivisibili
• Fonda sul dialogo il fulcro del crescere personale e sociale e il
cambiamento
• Pedagogia interculturale pone al centro della propria
attenzione l’uomo, secondo una lettura di sistema, di
interdipendenza
Intercultura
In pedagogia esprime «l’esigenza diffusa di un approccio alla
comprensione e alla gestione dei caratteri di complessità e di
frammentarietà, di globalismo e di localismo, di omologazione e
di diversificazione che connotano la società d’oggi» p. 9
- Orientamento valoriale
- Formazione personale e civica
Angela Perucca, Pedagogia interculturale e dimensione europea
dell’educazione, Pensa, Lecce, 1996
Pedagogia interculturale
- Nuova dimensione di senso
- Ricognizione sui valori emergenti dal diverso al
nuovo, oltre che dal diverso all’uguale
- Appartenenza trascende le radici locali anche
se parte da queste per il confronto
sovranazionale e mondiale
- Costruzione della cultura europea per una
nuova cittadinanza
- Prospettiva di studio interdisciplinare
Pedagogia interculturale
- Incontro con gli studi di peace research per la
risoluzione dei conflitti
- Cultura dell’accoglienza per costruire una
cultura di pace
- Progetto umano condiviso per una comune
cittadinanza
- Forma mentis antirazzista
Intercultura come conoscenza
L’educazione interculturale investe ogni ambito del vivere civile,
sociale e lavorativo e per questo va intesa come «attenzione e cura
per l’altro, migrazione verso realtà diverse, disponibilità al dialogo,
alla comprensione, alla donazione, flessibilità e duttilità nei
confronti del mutamento e del divenire relazionale, culturale,
professionale» essa permea « ogni attività e ogni espressione
umana che abbiano come fine ultimo il progresso e l’ulteriorità
delle qualità più squisitamente umanizzanti» per questo la
concezione della Pedagogia interculturale rinvia a un problema di
conoscenza della nostra società pluralista e post-industriale.
Superare i particolarismi culturali, nazionalistici ed etnici.
Dario De Salvo, La conoscenza come presupposto della pedagogia
interculturale, in Matteo Venza, Le nuove frontiere della pedagogia
interculturale, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2007, p. 37
Due categorie della Pedagogia interculturale
Duccio Demetrio, Graziella Favaro, Immigrazione e pedagogia
interculturale, Scandicci, La Nuova Italia, 1992
Integrazione e interazione
Processo che cerca le azioni educative più idonee per porre
l’ospite in situazioni di vantaggio (1989), con riduzione dei fattori
di rischio di una possibile dis-integrazione che si verifica quando
il soggetto non può mantenere un legame totale con la propria
appartenenza etnica (lingua, religione, cultura, valori) perché
vive in un nuovo territorio e non vuole apprendere quanto viene
proposto di nuovo.
La scuola «dispositivo pedagogico per l’inserimento»
Una integrazione riuscita è la creazione di nuove mentalità e
ordini sociali, vuol dire anche diritti comuni (interazione positiva
Cfr. pp. 29-30
«Compito della pedagogia interculturale è.... Quello di fare in
modo che culture diverse convivano senza ignorarsi: dal
momento che la non conoscenza del pensiero dell’altro, da
sempre, scava fossati, aggrava pregiudizi e stereotipi, alimenta i
conflitti sotterranei. L’interazione non è semplice tolleranza: in
quanto questo principio illuministico, sovente, ha ingenerato più
eventi di distacco che di avvicinamento e comprensione,
intendimento delle forme di vita e di pensiero altrui» pp. 30-31.
La pedagogia interculturale promuove (cfr. p. 31)
- Strategie di comunicazione per conoscersi
- Occasioni per aprirsi alle altre culture
Giuseppe Flores d’Arcais
L’uomo frazionato non può farsi mai universale nel
senso di identico, analogo all’altro, poiché i ruoli, gli
status dipendono dalla storia e dalla tradizione dei
costumi, degli atteggiamenti, dei comportamenti.
I vertice dell’umanità è una pienezza irraggiungibile e
mai si arriva all’identità.
La vita è tra il contrasto della teoreticità del pensare,
del conoscere, e la praticità dell’esistere.
Compito dell’educazione oggetto della pedagogia che
pur parte dalla teoria guardi alla prassi per una
realizzazione quanto più ampia possibile. Cfr. in L.
Corradini, Pedagogia: ricerca e formazione, 2000, p.
149
La Costituzione nella scuola
• Dichiarazione universale dei diritti umani
• La Costituzione italiana 1948
• Competenze chiave per apprendimento
permanente 18.12.06
• Competenze chiave cittadinanza DM 139 del
22.8.2007
• Legge 30.10.2008, n.169
• Documento di indirizzo per la sperimentazione di
Cittadinanza e Costituzione 04.03.2009
RACCOMANDAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
del 18 dicembre 2006
relativa a competenze chiave per l'apprendimento permanente
(2006/962/CE)
(La relazione del Consiglio sul più ampio ruolo
dell'istruzione, adottata nel novembre 2004, sottolineava
il contributo dell'istruzione alla conservazione e al
rinnovo del contesto culturale comune nella società
nonché all'apprendimento di valori sociali e civici
essenziali quali la cittadinanza, l'uguaglianza, la tolleranza
e il rispetto, e la sua particolare importanza in un
momento in cui tutti gli Stati membri si trovano innanzi al
problema di come affrontare la crescente diversità
socioculturale. Inoltre, il fatto di consentire alle persone
di accedere al mondo del lavoro e di rimanervi è un
elemento importante del ruolo dell'istruzione ai fini del
rafforzamento della coesione sociale.
Politica
Scopo
principale
Critica
Validità
pedagogica
assimilazione
(fine 1950 inizio
1960)
insegnamento
dell'inglese come
seconda lingua
modello
monoculturale
bianco, cristiano,
di lingua inglese
inadeguata
integrazione
(fine 1960)
adattamento degli
immigrati per una
società maggioritaria
culturalmente
omogenea
gli immigrati sono
inadeguata
parte della società
britannica e non
individui da assorbire
educazione
multiculturale
(dal 1975 ad oggi)
incontro dei bisogni dei
gruppi etnici minoritari
e preparazione di tutti
gli alunni a vivere nella
società
assenza di significato
universale, di sinistra,
progressista, senza
senso, forma di
razzismo latente,
fuorviante rispetto ai
fini educativi
adeguata
Si comincia da Rousseau e dall’illuminismo del
Settecento
• Dichiarazione dell’indipendenza americana 1776
• Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino 1789 art. 1
• Dichiarazione universale dei diritti umani 1948 art. 26
• Convenzione sui diritti dell’infanzia 1989 art. 30
• Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea 2000 art 14
• Carta europea dei diritti umani nella città 2000 art. 24
•Costituzione italiana 1948 articoli 1-2-3-4
Dichiarazione universale dei diritti umani
(10.12.1948)
Preambolo
Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della
famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il
fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo;
Considerato che il disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani hanno
portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell'umanità, e che
l'avvento di un mondo in cui gli esseri umani godano della libertà di parola e di
credo e della libertà dal timore e dal bisogno è stato proclamato come la più
alta aspirazione dell'uomo;
Considerato che è indispensabile che i diritti umani siano protetti da norme
giuridiche, se si vuole evitare che l'uomo sia costretto a ricorrere, come ultima
istanza, alla ribellione contro la tirannia e l'oppressione;
Considerato che è indispensabile promuovere lo sviluppo di rapporti
amichevoli tra le Nazioni;
Considerato che i popoli delle Nazioni Unite hanno riaffermato nello Statuto la
loro fede nei diritti umani fondamentali, nella dignità e nel valore della persona
umana, nell'uguaglianza dei diritti dell'uomo e della donna, ed hanno deciso di
promuovere il progresso sociale e un miglior tenore di vita in una maggiore
libertà;
Preambolo della Dichiarazione universale dei
diritti umani (10.12.1948)
Considerato che gli Stati membri si sono impegnati a perseguire, in
cooperazione con le Nazioni Unite, il rispetto e l'osservanza universale dei
diritti umani e delle libertà fondamentali;
Considerato che una concezione comune di questi diritti e di questa libertà è
della massima importanza per la piena realizzazione di questi impegni;
L'ASSEMBLEA GENERALE
proclama
la presente dichiarazione universale dei diritti umani come ideale comune da
raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che ogni individuo ed
ogni organo della società, avendo costantemente presente questa
Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con l'insegnamento e l'educazione, il
rispetto di questi diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante misure
progressive di carattere nazionale e internazionale, l'universale ed effettivo
riconoscimento e rispetto tanto fra i popoli degli stessi Stati membri, quanto fra
quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione.
Art. 26 della Dichiarazione universale dei diritti
umani (10.12.1948)
1.Ogni individuo ha diritto all’istruzione. L’istruzione deve essere
gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e
fondamentali. L’istruzione elementare deve essere obbligatoria.
L’istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata
di tutti e l’istruzione superiore deve essere egualmente accessibile
a tutti sulla base del merito.
2.L’istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della
personalità umana ed al rafforzamento dei diritti umani e delle
libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la
tolleranza, l’amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e
religiosi, e deve favorire l’opera delle Nazioni Unite per il
mantenimento della pace.
3. I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di
istruzione da impartire ai loro figli.
Compiti della scuola, quale organo dello
Stato in Corradini, 2014, pp. 36-39
• Valorizzazione del «tesoro» dell’educazione
• Memoria vivente e rispetto della Carta
costituzionale
• Cittadinanza attiva volontaria
• Proposta di vita
• Diminuire la distanza tra principi e prassi
quotidiana
• Democrazia come credo sociale
La fede nei diritti umani
- Réné Cassin
- Jacques Maritain
- Malala Yousafzai (n. 1997, Mingora, Pakistan)
Premio Nobel per la pace 2014 per la sua lotta contro la
soppressione dei bambini e dei giovani e per il diritto di
tutti i bambini all’istruzione
- Iqbal Masih (n. 1983, m. 1995 in Pakistan)
All’età di quattro anni suo padre lo vende
per 12 dollari a un fabbricante di tappeti.
Diviene simbolo e portavoce del dramma dei
bambini lavoratori nei convegni, prima nei paesi asiatici,
poi a Stoccolma e a Boston. Nel 1994 riceve a Boston il
premio Reebok per la Gioventù in Azione.
Dal documento del1957 a DPR 585
del 1958 (pp. 50-61)
Il Ministro della Pubblica Istruzione, consentì
l’attivazione di una commissione di lavoro che
tracciò i programmi di studio nei diversi
ordini di scuola e la nuova disciplina
Educazione civica entrò a far parte delle
materie scolastiche insieme a Italiano, Storia,
Geografia ed Educazione Civica.
PRINCIPI APPRENDIMENTO EUROPA
•
Principi basilari dell’educazione civica, che prende il nome di “educazione alla
convivenza civile e alla cittadinanza” e tra breve “cittadinanza e costituzione” sono i
riferimenti all’educazione morale, sociale, civile, familiare e civica della Costituzione
italiana.
•
L’Educazione civica, non è una materia da studiare, ma un edificio da costruire,
è una disciplina da imparare e da vivere. Essa raccoglie e propone i valori da
difendere e da testimoniare.
•
Riflettendo sull’attualità possiamo affermare che se gli insegnamenti della
scuola fossero diventanti veri “apprendimenti” per gli studenti, oggi non
lamenteremmo gli atti di bullismo e la violenza negli stadi.
•
La celebrazione del cinquantesimo di un fatto scolastico, che ha origine in Sicilia
e nella città di Catania, ben si intreccia alle celebrazioni nazionali del cinquantesimo
del Trattato di Roma firmato il 25 marzo dello stesso anno (1957) e che segna l’avvio
della nascente Comunità Europea, realtà viva che accomuna Paesi e culture e che
guida e governa le economie degli Stati.
•
Il ricordo dei due momenti storici mette così in relazione l’educazione
alla cittadinanza attiva nell’ottica di una cittadinanza europea, che passa non
solo attraverso la conoscenza degli organismi dell’Unione europea, ma
attraverso una nuova cultura di incontro, di scambio, di apertura, di dialogo
con i Paesi della Comunità.
Perché insegnare Cittadinanza e
Costituzione nella scuola di oggi?
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Italiani nel mondo - Sandra Chistolini