APPIGNANO 10 MARZO 2014 Laboratorio di progettazione: insegnare Storia per competenze Maila Pentucci COSA FANNO I SOGGETTI DEL PROCESSO? DOCENTE ALUNNO/STUDENTE Mediazione dei contenuti (PROGETTAZIONE DIDATTICA) Studio individuale e personale Laboratorio e lavoro sulle fonti e sui luoghi Selezione e presentazione di storiografia e cartografia Produzione di storiografia e cartografia Problematizzazione Ricostruzione Interpretazione Costruzione di problemi Soluzione di problemi Selezione, scelta, uso dei materiali (compreso il manuale) Processo di insegnamento - apprendimento L’INDIDVIDUO COMPETENTE SA COMPIERE SUL SAPERE STORICO UN INSIEME DI OPERAZIONI FINALIZZATE A: POSSESSO DI UN’EPISTEMOLOGIA DI BASE INTERPRETAZIONE CRITICA E PROBLEMATIZZAZIO NE ORIENTARSI NEL DIVENIRE STORICO UTILIZZANDONE GLI OPERATORI COGNITIVI Elementi propriamente fattuali ANALIZZA ED INTERPRETA SISTEMI TERRITORIALI IN RELAZIONE CON LE AZIONI UMANE Elementi fattuali rielaborati METTE IN RELAZIONE TALI PERCORSI CON IL CONTESTO (A VARI LIVELLI) E CON ALTRI PERCORSI SPAZIO Elementi interpretativi STORICIZZA ESPERIENZE E PERCORSI PERSONALI E DELLE COMUNITA’ UMANE SCALA TEMPO TEMATIZZAZIONE USO DEGLI STRUMENTI PROPRI DELLA DISCIPLINA CONOSCE ED UTILIZZA LE PROCEDURE DELLA RICOSTRUZIONE E DELLA RICERCA STORICA (FONTI) CONOSCE, UTILIZZA E PRODUCE “STORIOGRAFIE” E “CARTOGRAFIE” IL PERCORSO DI LAVORO • CAMBIO DI MENTALITA’: ABBANDONARE L’IDEA DI PROGETTARE PER ARGOMENTI • CONDIVIDERE LE COMPETENZE RELATIVE ALLA PROGETTAZIONE DELLE DISCIPLINE STORICHE • INDIVIDUARE UNA COMPETENZA PROBLEMATICA • INDIVIDUARE UN ASPETTO DI COMPETENZA SU CUI SPERIMENTARE LA PROGETTAZIONE DI UNA UNITA’ DI LAVORO LA PROPOSTA: LAVORIAMO SUL TEMPO • RISULTA UNA CRITICITA’ GENERALIZZATA (IN PARTICOLARE NEGLI ANNI PONTE) • E’ VERTICALE (SI INIZIA A LAVORARE SUL TEMPO A PARTIRE DALLA SCUOLA DELL’INFANZIA) • E’ TRASVERSALE (HA FORTI IMPLICAZIONI CON PROBLEMATICHE DI TIPO LOGISTICO, CON LA TESTUALITA’, CON L’ORIENTAMENTO) • E’ UN ORGANIZZATORE Le convinzioni da sfatare: • L’insegnamento della storia conduce con sé, in maniera consequenziale e automatica, l’apprendimento del tempo (la storia non è il tempo) • L’astrattezza del concetto “tempo” lo rende non insegnabile (ne rende insegnabile solo la tecnica di misurazione: orologio, calendario, millenni – secoli – anni) È necessaria un’educazione temporale con finalità sostitutive di: - STRUTTURE E RAPPRESENTAZIONI DEL TEMPO - TEMPO CONIUGATO AL SINGOLARE - TEMPO COME MISURA COSA RAPPRESENTA IL TEMPO NELLA E PER LA STORIA – DISCIPLINA? • SCHEMA COGNITIVO (Suddiviso a sua volta in operatori cognitivi peculiari) • Elemento interpretativo e problematizzante per le narrazioni storiche: – Il tempo e la sua categorizzazione rendono DIFFERENTE il testo storico (storiografico) da un testo narrativo qualsiasi – Dunque: le operazioni da compiere sono DIFFERENTI (cfr. R. Barthes, Il discorso della storia, in Il brusio della lingua, 1988 ed. it.) UN ESEMPIO: LA FINE DELLE INVASIONI UNGARICHE (M. Bloch, La società feudale) Il 10 agosto 955, Ottone il Grande, re della Francia orientale, avvisato a tempo di un colpo di mano sulla Germania meridionale, incontrò, ai margini del Lech, la banda ungarica, in procinto di ritornare. Riuscì vincitore, dopo un sanguinoso combattimento e seppe utilizzare l'inseguimento. Questa impresa di rapina così punita doveva essere l'ultima. Tutto ormai si ridusse, ai limiti della Baviera, a una guerriglia di "confine". Ben presto Ottone, seguendo la tradizione carolingia, ripristinò i comandi di frontiera. Furono fondate due “marche", l'una nelle Alpi, sulla Mur, l'altra più a nord, sull'Enns: quest'ultima, nota rapidamente col nome di "governo dell'est" - Ostarrichi, da cui il nostro Osterreich - raggiunse, sin dalla fine del secolo X, la Selva Viennese, e, verso la metà del secolo successivo, la Leitha e la Morava. È evidente che un fatto d'armi isolato, come la battaglia sul Lech o di Augusta, per quanto brillante e nonostante tutta la sua ripercussione morale, non sarebbe bastato a troncare di netto le scorrerie. Gli Ungari, il cui territorio vero e proprio non era stato raggiunto, erano ben lontani dall'aver subito la stessa disfatta inferta in passato agli Avari da Carlo Magno. La sconfitta di una delle loro bande, molte delle quali erano state vinte nello stesso modo, sarebbe stata impotente a mutare il loro sistema di vita. La verità è che, dopo il 926 circa, le loro scorrerie, quanto mai furiose, erano andate diradandosi. In Italia ebbero comunque fine, senza battaglia, dopo il 954. Verso sud-est, sin dal 960, le incursioni nella Tracia si ridussero a piccole e mediocri imprese di brigantaggio. E più che certo che un insieme di cause profonde aveva lentamente fatto sentire la sua azione. Elementi fattuali (sequenze) • • • • • • • • • Ottone era re della Francia orientale. Gli Ungari fecero un colpo di mano nella Germania meridionale. Ottone fu avvisato in tempo. Il 10 agosto 955, Ottone il Grande sconfisse la banda ungarica ai margini del Lech. Ben presto Ottone fondò due "marche", l'una nelle Alpi, sulla Mur, l'altra più a nord, sull'Enns. Gli Ungari compirono atti di guerriglia lungo i confini della Baviera. Dopo il 926 circa, le scorrerie degli Ungari, quanto mai furiose, erano andate diradandosi. (analessi) In Italia le scorrerie ebbero comunque fine, senza battaglia, dopo il 954. (analessi) Verso sud-est, sin dal 960, le incursioni ungare nella Tracia si ridussero a piccole e mediocri imprese di brigantaggio. (prolessi) Perché non funziona la lettura sequenziale? Perché gli elementi fattuali della storia non sono semplici sequenze narrative o informative, ma… DERIVANTI DAL PASSATO DERIVANTI DAL PRESENTE Elementi propriamente fattuali Elementi fattuali rielaborati Elementi interpretativi FATTI RICAPITOLAZIONI ATTRIBUZIONI DI SIGNIFICATO INFORMAZIONI SUI FATTI GENERALIZZAZIONI CONCETTUALIZZAZIONI INFORMAZIONI SUI DATI SERIE QUANTITATIVE VALUTAZIONI AZIONI PROCESSI GIUDIZI DATI INFORMAZIONI SU AZIONI IPOTESI PROBLEMATICHE INFORMAZIONI SU AGENTI IPOTESI ESPLICATIVE INFORMAZIONI SU STATI DI FATTO FORME DI COMUNICAZIONE Cfr. I. Mattozzi, Pensare la storia da insegnare, 2011 UN ESEMPIO: LA FINE DELLE INVASIONI UNGARICHE (M. Bloch, La società feudale) Il 10 agosto 955, Ottone il Grande, re della Francia orientale, avvisato a tempo di un colpo di mano sulla Germania meridionale, incontrò, ai margini del Lech, la banda ungarica, in procinto di ritornare. Riuscì vincitore, dopo un sanguinoso combattimento e seppe utilizzare l'inseguimento. Questa impresa di rapina così punita doveva essere l'ultima. Tutto ormai si ridusse, ai limiti della Baviera, a una guerriglia di "confine". Ben presto Ottone, seguendo la tradizione carolingia, ripristinò i comandi di frontiera. Furono fondate due “marche", l'una nelle Alpi, sulla Mur, l'altra più a nord, sull'Enns: quest'ultima, nota rapidamente col nome di "governo dell'est" - Ostarrichi, da cui il nostro Osterreich - raggiunse, sin dalla fine del secolo X, la Selva Viennese, e, verso la metà del secolo successivo, la Leitha e la Morava. È evidente che un fatto d'armi isolato, come la battaglia sul Lech o di Augusta, per quanto brillante e nonostante tutta la sua ripercussione morale, non sarebbe bastato a troncare di netto le scorrerie. Gli Ungari, il cui territorio vero e proprio non era stato raggiunto, erano ben lontani dall'aver subito la stessa disfatta inferta in passato agli Avari da Carlo Magno. La sconfitta di una delle loro bande, molte delle quali erano state vinte nello stesso modo, sarebbe stata impotente a mutare il loro sistema di vita. La verità è che, dopo il 926 circa, le loro scorrerie, quanto mai furiose, erano andate diradandosi. In Italia ebbero comunque fine, senza battaglia, dopo il 954. Verso sud-est, sin dal 960, le incursioni nella Tracia si ridussero a piccole e mediocri imprese di brigantaggio. E più che certo che un insieme di cause profonde aveva lentamente fatto sentire la sua azione. Operatore primario o macrooperatore: TEMPO PASSATO OPERATORI TEMPORALI PER INDIVIDUARE IL TEMA PRESENTE FUTURO EVENTO OPERATORI DI CLASSIFICAZIONE TEMPORALE MUTAMENTO PERMANENZA SUCCESSIONE CRONOLOGIA CONTEMPORANEITA’ DURATA OPERATORI PER STABILIRE RELAZIONI TEMPORALI PERIODO CICLO CONGIUNTURA PERIODIZZAZIONE Lunga Media Breve Idea di tempo Diradamento delle scorrerie degli Ungari 926 Battaglia sul Lech 955 956 Fine delle scorrerie in Italia Carattere vettoriale di un tempo considerato al singolare La durata: il tempo al plurale DURATA Senso comune Senso storico Estensione o quantità di tempo (periodo) Connotazione e classificazione di frammenti di realtà e degli insiemi di frammenti a cui la ricerca conferisce senso Lunga o lunghissima Processi o concetti Media Cicli Breve Congiunture Eventi Cosa dà il confine delle durate? L’IDEA DI MUTAMENTO La percezione umana del tempo deriva dall’idea del mutamento, dalla trasformazione. La trasformazione è tale se è significativa per un cambiamento GLOBALE della realtà La trasformazione non è un confine netto della durata: anche le strutture trasformative hanno tempi lunghi di formazione e dissoluzione La periodizzazione • C’è una periodizzazione “canonizzata” (quella scolastica), che va smontata e interpretata (cfr. M. De Certeau, La scrittura della storia, 1977: la cronologia o legge mascherata) • Ci sono moltissime periodizzazioni interpretative desumibili da storiografie o visioni del mondo Es.: J. Hobsbawn, Il secolo breve, 1995 C. M. Cipolla, Uomini, tecniche economie, 1996 D. Christian, Maps of Time: An Introduction to Big History, 2005 Come lavoriamo sul tempo inteso come durata • SCUOLA DELL’INFANZIA – IL TEMPO PERCEPITO (MENTALE) E IL TEMPO CRONOMETRICO E MISURATO (OGGETTIVO) • SCUOLA PRIMARIA - IL TEMPO GEOLOCALIZZATO Cfr. http://www.bradshawfoundation.com/journey/ - LE PERIODIZZAZIONI - LO SMONTAGGIO DEGLI STEREOTIPI • SCUOLA SECONDARIA - I PROCESSI DI TRASFORMAZIONE (Cfr. T. Rabitti, Per il curriculo di storia, idee e pratiche, 2009) - I PANORAMI, I PAESAGGI, I PRIMI PIANI (Cfr. http://worldhistoryforusall.sdsu.edu/) - LA LETTURA STORIOGRAFICA ATTRAVERSO L’ORGANIZZATORE TEMPO