IMPARIAMO A DISCERNERE. PROPOSTA
SPIRITUALE SUI FONDAMENTI DEL
DISCERNIMENTO CRISTIANO.
9-3-2014
MARIA VERGINE MADRE
DEL BUON CONSIGLIO
“La partecipazione a questi santi misteri
ci rinnovi nel tuo Spirito, o Padre, perché alla
scuola del tuo Figlio, che per mezzo di Maria
ci hai donato come consigliere mirabile,
impariamo a discernere ciò che è conforme
alla tua volontà e siamo salvi nel tuo nome”
(Preghiera dopo la Comunione della s. Messa).
2
• FAUSTI S., Occasione o tentazione? Scuola
pratica per discernere e decidere, Àncora,
Milano 1997 (nelle slide: F seguito dal numero
della pagina).
• MARTINI C.M., Che cosa dobbiamo fare? Meditazioni sul Vangelo di Matteo, Piemme, Casale Monferrato 1995.
• - Non sprecate parole. Esercizi spirituali con il
Padre Nostro, Portalupi, Casale Monferrato
2005.
3
• RUPNIK M. I., Il discernimento, prima e seconda parte, ed. Lipa 2002.
• SCHIAVONE P., Il discernimento. Teoria e
prassi, Paoline, Milano 2009.
• Segnalo esercizi spirituali di s. Ignazio (ES nelle
slide)http://www.documentacatholicaomnia.e
u/03d/14911556,_Ignatius_Loyola,_Esercizii_S
pirituali,_IT.pdf
4
Ed ecco un tale gli si avvicinò e gli disse:
«Maestro, che cosa devo fare di buono per
ottenere la vita eterna?» (Mt 19, 16).
5
• Folle, pubblicani e soldati ponevano tutti la
medesima domanda a Giovanni Battista che
battezzava nel Giordano: «Che cosa dobbiamo
fare?» (Lc 3, 10.12.14).
• Un dottore della legge si alzò per metterlo alla
prova: «Maestro, che devo fare per ereditare
la vita eterna?» Gesù rispose con la parabola
del buon samaritano (cf Lc 10, 25-37).
6
Ecco gli effetti del discorso che Pietro fece nel
giorno di Pentecoste:
All'udir tutto questo si sentirono trafiggere il
cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli:
«Che cosa dobbiamo fare, fratelli?» (At 2, 37).
7
ALCUNE DOMANDE DI FONDO
• Qual è lo scopo della nostra vita?
• In cosa consiste la volontà di Dio?
• È possibile conoscerla? Come si conosce?
8
• Perché fare la sua volontà?
• Cosa fare? Che rapporto tra discernere e
decidere?
• Come scegliere?
9
COSCIENZA E LEGGE
• Se con la legge morale e con la parola di Dio
io conosco la volontà di Dio, a che serve la
coscienza?
• Può esserci conflitto tra coscienza e legge?
Come si risolve?
10
COSCIENZA E LEGGE
• La coscienza verso la legge civile.
• La coscienza verso la legge morale.
• Qual è la visione cristiana della
legge?
11
IL PROBLEMA DEL MALE
• Dio interviene nella storia? E come?
• È assente, è solo spettatore e giudice o
Lui interviene e noi siamo ridotti a
burattini?
• Interviene sull’agire? / sull’essere?
12
“Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia
di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio
vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter
discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a
lui gradito e perfetto” (Rom 12, 1-2).
13
“Il rapporto con Dio è logico (ragionevole),
quando il mio corpo, la mia vita concreta non
scorre nei binari dell'egoismo, ma si trasforma
in una metamorfosi divina, assumendo di continuo quel modo di capire e di agire, che è
proprio di Dio” (cf F 53; segnala Rom 12, 1-2).
14
“Offrire i corpi significa offrire vita, esistenza.
Per raggiungere tale ideale, per prestare culto
spirituale, occorre discernere la volontà di Dio,
occorre ingaggiare una lotta contro la mentalità di questo secolo ed acquistarne una nuova. Lo scopo è assumere una forma mentis
conforme a Cristo e al suo vangelo” (SCHIAVONE P.).
15
DEFINIZIONE DI
ESERCIZI SPIRITUALI
“Ogni forma di esame di coscienza, di meditazione, di contemplazione, di preghiera vocale
e mentale, e di altre attività spirituali.
16
Infatti, come il passeggiare, il camminare e il
correre sono esercizi corporali, così si chiamano esercizi spirituali i diversi modi di preparare
e disporre l'anima a liberarsi da tutte le affezioni disordinate e, dopo averle eliminate, a
cercare e trovare la volontà di Dio nell'organizzazione della propria vita in ordine alla salvezza dell'anima” (ES 1).
17
Apparentemente staremo molto sul negativo
(i peccati), ma è l'unica strada per passare al
positivo, per fare esperienza di Dio e del suo
perdono e per realizzarci meglio con gli altri.
18
• Forse parlerò poco o nulla di matrimonio e
famiglia, ma vedrete - se persevererete - che è
decisivo per tutta la vita cristiana, ovviamente
anche per la vita familiare!
• Siamo al confine tra varie dimensioni: spirituale, morale e psicologica.
19
ECCO I TEMI DI FONDO
• Rapporto tra il discernimento, il pensare, il
decidere, il fare.
• Vigilanza, coscienza, prudenza.
• Esame di coscienza.
20
QUALE COLLEGAMENTO / BENEFICIO
PER LA VITA FAMILIARE?
• La superficialità, l'estroflessione, l'inconsistenza spirituale e morale, la mancata unione con
la volontà di Dio fanno bene alla vita coniugale?
• Se non so conoscere me stesso, di cosa dialogo con mia moglie (marito)?
• Se non combatto contro il mio peccato, è bella
la vita matrimoniale?
21
QUALCHE DOMANDA
• Con chi fidanzarmi, con chi sposarmi?
• Da sposati, ci sono divergenze nelle decisioni
da prendere? C’è chi comanda e chi soccombe, magari per salvare l’unità della famiglia?
• O può accadere che entrambi si lasciano guidare dallo Spirito Santo, dalla volontà di Dio,
dal vero bene della famiglia?
22
• Come educare i figli? Posso trattarli tutti allo
stesso modo? Forse li carico di troppe attese?
• Quanti figli averne e quando e con che ...
metodo averne/ non averne?
• Adozione / affido? Per forza sani e solo da
coppie sterili?
• Quanto tempo dedicare a lavoro, apostolato,
riposo, preghiera, vita familiare ...
23
“Allora si avvicinò a lui uno degli scribi che li
aveva uditi discutere e, visto come aveva ben
risposto a loro, gli domandò: «Qual è il primo
di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il
primo è: Ascolta, Israele!” (Mc 12, 28-29)
Ascoltare prima di parlare.
Pensare prima di decidere.
24
POSSIBILI OBIEZIONI
•
•
•
•
“Ma io sono spontaneo, sincero, istintivo!”
Oppure è meglio essere repressi?
Io chiedo: mi sintonizzo con l’iniziativa di Dio?
Forse è importante non essere sordi, distratti.
25
• È ovvio che sul male da evitare o su un bene
chiarissimo c'è poco da discernere, ma per il
resto è tutta una questione di scelta ben ponderata, di sapiente riflessione e decisione.
Agisco magari per ottenere i risultati migliori,
in senso utilitaristico?
• Esempio: dico la verità o la menzogna secondo
come mi conviene?
26
• Preghiera non è solo chiedere forza per ciò
che ho già deciso io.
• Siamo agli antipodi di ogni forma di superficialità e di estroflessione, del tipo passare il
tempo a guardare cosa gli altri fanno o non
fanno, a pensare cosa gli altri dovrebbero fare.
27
• Ruolo del padre spirituale, degli amici, della
parrocchia, ... del coniuge?
• Ovviamente evitiamo l'essere precipitosi
(avventati, superficiali) o l’eccessiva lentezza
(indecisione, timore paralizzante ...)
28
Certo conta la Grazia, ma lavoriamo molto
sulla natura. Senza escludere il mondo che ci
circonda, faremo un'esplorazione dentro noi
stessi, per conoscere meglio noi stessi, certi
nostri meccanismi.
29
EVITARE …EQUIVOCI
• Non è un discorso immanente, né con accentuazione unilaterale di constatazione di sentimenti e stati d’animo.
• Lo scopo ultimo è sapersi mettere in contatto
con Lui, vedere Lui come agisce in noi, altrimenti non ci penseremo neanche a collaborare con Lui, con la Sua azione.
30
TORNIAMO ALLA DUE DOMANDE
INIZIALI, DI FONDO
• Qual è lo scopo della nostra vita?
• In cosa consiste la volontà di Dio? È possibile
conoscerla?
31
LO SCOPO DELLA VITA DELL’UOMO
“Unico scopo della vita è glorificare Dio con i
fatti. Dia il Signore intelligenza per sentire e
volontà efficace per attenersi a quanto può
piacere di più a sua divina maestà, ché questo
solo è il nostro scopo” (S. IGNAZIO, Epistolae
et instructiones, 12, 293 1200).
32
LA VOLONTÀ DI DIO È LA
PROMOZIONE UMANA INTEGRALE
• "Questa infatti è volontà di Dio, la vostra santificazione" (1 Ts 4, 3).
• "Con questo egli ci ha donato i beni grandissimi e preziosi a noi promessi, affinché per loro
mezzo diventiate partecipi della natura divina"
(2 Pt 1, 4).
33
IL FINE DELL’UOMO
“La Chiesa, istruita dalla Rivelazione divina,
afferma che l'uomo è stato creato da Dio per
un fine di felicità oltre i confini delle miserie
terrene” (GS 18).
Dio infatti ha chiamato e chiama l'uomo ad
aderire a lui con tutto il suo essere, in una comunione perpetua con la incorruttibile vita
divina.
34
Bisogna distinguere tra divina volontà ultima e
quelle intermedie, cioè tutto ciò che dobbiamo scegliere e fare lungo questa vita a livello
di stato di vita e dei mezzi da adottare per vivere secondo il vangelo (qui possono esserci
molte incertezze).
35
ECCO COSA CHIEDIAMO AL
SIGNORE
“Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri” (Sal 25, 4).
36
Sal 143, 8-10
“Al mattino fammi sentire il tuo amore, perché
in te confido. Fammi conoscere la strada da
percorrere, perché a te s'innalza l'anima mia.
Liberami dai miei nemici, Signore, in te mi
rifugio. Insegnami a fare la tua volontà, perché
sei tu il mio Dio. Il tuo spirito buono mi guidi
in una terra piana”.
37
ECCO LA RISPOSTA DEL SIGNORE
“Ti istruirò e ti insegnerò la via da seguire;
con gli occhi su di te, ti darò consiglio”
(Sal 32, 8).
38
Quando la Bibbia parla di vie, sentieri, cammino, voleri, consiglio, possiamo vedere le
paterne volontà intermedie, ordinate a quella
ultima. Esse sono nuove e diverse secondo le
diverse situazioni.
39
È importante che l'occhio della nostra intenzione sia semplice cioè abbiamo sempre di
mira unicamente il fine per cui siamo stati
creati per lode di Dio nostro Signore e salvezza
della nostra anima.
40
GESÙ HA SEMPRE CERCATO LA
VOLONTÀ DEL PADRE
“Entrando nel mondo, Cristo dice: Tu non hai
voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece
mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti
né sacrifici per il peccato. Allora ho detto:
«Ecco, io vengo - poiché di me sta scritto nel
rotolo del libro - per fare, o Dio, la tua volontà» (Eb 10, 5-7).
41
“Perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il
giorno di Cristo” (Fil 1, 9-10).
42
“Perciò anche noi, dal giorno in cui ne fummo
informati, non cessiamo di pregare per voi e di
chiedere che abbiate piena conoscenza della
sua volontà, con ogni sapienza e intelligenza
spirituale, perché possiate comportarvi in
maniera degna del Signore, per piacergli in
tutto, portando frutto in ogni opera buona e
crescendo nella conoscenza di Dio” (Col 1, 910).
43
PASSIVI E ATTIVI!
Il Dio trascendente non è il Dio assente, non è
il primo motore immobile.
Noi siamo chiamati a nutrire fiducia in Dio e la
lasciarci da lui condurre, ma in passività altamente attiva.
44
"Sicché, né chi pianta né chi irriga vale qualcosa, ma solo Dio, che fa crescere. Chi pianta
e chi irriga sono una medesima cosa: ciascuno
riceverà la propria ricompensa secondo il proprio lavoro. Siamo infatti collaboratori di Dio,
e voi siete campo di Dio, edificio di Dio” (1 Cor
3, 7-9).
45
È necessario che ci attiviamo per discernere e
cercare di precisare che cosa il Signore vuole
dal singolo o dalla comunità di cui facciamo
parte, operare le dovute scelte, passare ad
azione impegnata.
46
La ragion d'essere e di agire di ogni uomo e di
ogni donna dev'essere la divina volontà.
Predisporsi a farla, costi quel che costi, prima
ancora di averla conosciuta, è condizione da
assicurare fin dall'inizio di un discernimento.
47
La vita è fatta non solo di cose certe, ma anche
di incertezze, dubbi, problemi, interrogativi.
Spesso occorre umiltà di consultazione, in perseveranza di preghiera, di analisi. Non si può
far passare per volontà di Dio quanto non genera tranquillità di coscienza.
48
PREGHIERA ED IMPEGNO
PERSONALE
“Figlio mio, se tu accoglierai le mie parole e custodirai in te i miei precetti, tendendo il tuo
orecchio alla sapienza, inclinando il tuo cuore alla prudenza, se appunto invocherai l'intelligenza
e rivolgerai la tua voce alla prudenza, se la ricercherai come l'argento e per averla scaverai come
per i tesori, allora comprenderai il timore del Signore e troverai la conoscenza di Dio, perché il
Signore dà la sapienza, dalla sua bocca escono
scienza e prudenza” (Pr 2,1-6).
49
FIDUCIA NEL SIGNORE
“Confida nel Signore con tutto il tuo cuore e
non affidarti alla tua intelligenza; riconoscilo in
tutti i tuoi passi ed egli appianerà i tuoi sentieri. Non crederti saggio ai tuoi occhi, temi il
Signore e sta' lontano dal male” (Pr 3, 5-7).
50
LA PREGHIERA DI SALOMONE
(1 Re 3, 7-8)
“Ora, Signore, mio Dio, tu hai fatto regnare il
tuo servo al posto di Davide, mio padre.
Ebbene io sono solo un ragazzo; non so come
regolarmi. Il tuo servo è in mezzo al tuo
popolo che hai scelto, popolo numeroso che
per quantità non si può calcolare né contare.
51
Concedi al tuo servo un cuore docile, perché
sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia
distinguere il bene dal male; infatti chi può governare questo tuo popolo così numeroso?»
(1 Re 3, 9).
52
È bene meditare anche Sap 9, 1-8 (la preghiera di Salomone per ottenere la sapienza).
53
In quella notte Dio apparve a Salomone e gli
disse: «Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda». Salomone disse a Dio: «Tu hai trattato
Davide, mio padre, con grande amore e mi hai
fatto regnare al suo posto. Ora, Signore Dio, si
avveri la tua promessa fatta a Davide, mio padre, perché mi hai costituito re su un popolo
numeroso come la polvere della terra.
54
Ora concedimi saggezza e scienza, perché io
possa guidare questo popolo; perché chi
governerebbe mai questo tuo grande
popolo?» (2 Cr 1, 8-10).
55
RISCHIO DELL’INGANNO
• Ciò che a prima vista sembra bene e volontà di
Dio, poi può rivelarsi impostura diabolica o
capriccio umano.
• "Satana si maschera da angelo di luce" (2 Cor
11, 14).
• Perciò bisogna chiedere luce allo Spirito.
56
Comunque, oggetto di discernimento non
sono solo fatti esteriori e tangibili, ma anche
realtà interiori: mozioni, desideri, pensieri,
intenzioni, propositi.
57
È bene precisare sempre che la preghiera non
è il tentativo di piegare la volontà divina alla
nostra, ma il tentativo sempre rinnovato di
conformare il nostro volere al volere del Padre.
58
L’ADESIONE DI GESÙ AL PADRE
Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra
e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile,
passi via da me questo calice! Però non come
voglio io, ma come vuoi tu!». Poi venne dai
discepoli e li trovò addormentati. E disse a
Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare
con me una sola ora? Vegliate e pregate, per
non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto,
ma la carne è debole» (Mt 26, 39-41).
59
Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua
volontà» (Mt 26, 42).
60
UNA PREMESSA DECISIVA
“Ciascuno deve pensare che tanto progredirà
nella vita spirituale, quanto si libererà
dell'amore di sé, della propria volontà e del
proprio interesse” (ES 189 d; F 10).
61
UN CAMMINO DI LIBERAZIONE
Il fine degli ES è liberarci da quei sentimenti,
prodotti da ignoranza ed errori, che ci intaccano l’intelligenza e la volontà, impedendoci
di sentire con oggettività la realtà. Si può vivere la propria verità solo se si esce dal delirio
delle nostre illusioni e delusioni (F 10, nota 6).
62
SAPER DISTINGUERE
Il nostro problema è distinguere l’occasione
da non perdere dalla tentazione che ci perde,
ciò che ci realizza da ciò che ci danneggia (F
15).
63
AL CENTRO I SENTIMENTI, LE
EMOZIONI, GLI STATI D’ANIMO?
Porremo come criterio di riconoscimento la
gioia e la tristezza del cuore, imparando a
conoscere la differenza tra piacere e gioia, fra
tristezza positiva e negativa, fra gioia autentica
e contraffazioni (F 16).
64
“Distinguere prima di agire quali sentimenti
fanno raggiungere il bersaglio e quali no, quali
sono per la vita e quali per la morte, è il difficile mestiere di essere uomini: è conoscere,
decidere e scegliere con libertà e responsabilità” (F 16).
65
LA META: LA VERA LIBERTÀ
(esteriore o interiore? Da? Per?)
“Senza discernimento restiamo nell’incoscienza, nell’indecisione, nel caos. Ci riduciamo a
semplici automi mossi da impulsi per lo più
contraddittori, abdichiamo alla nostra dignità.
Liberi finalmente da tutto, diventiamo liberi
solo per il nulla, per nulla liberi e schiavi di
tutto? “(F 16)
66
Tali riflessioni servono ad entrare nel mondo
interiore (di solito ne siamo fuori!) e a prenderne familiarità. L’interiorità è ciò che fa sì
che una persona sia se stessa e possa comunicare con l’altra. Senza di essa ci sono massificazione ed omologazione (F 16).
67
Il discernere e decidere (due cose molto diverse) è un’arte, anche una tecnica. Per impararle, occorre applicarsi con esercizio ed impegno. Occorrono ispirazione ed educazione,
istinto e fatica, natura e cultura (F 17).
68
• Quello degli ES di s. Ignazio è un piccolo manuale di vita interiore, indica esercizi da fare,
che costituiscono un cammino per giungere
alla libertà e acquisire l’arte di discernere e
decidere (F 18).
• Non si tratta di esser ghiotti di sensazioni spirituali o di essere ricercatori di curiosità intellettuali. Occorre non voler rinunciare a ciò che
ci fa uomini: capire e agire con libertà (F 18).
69
Il discernimento è l’arte di leggere in che direzione portano i desideri del cuore, senza lasciarsi sedurre da ciò che conduce dove mai si
sarebbe voluti arrivare (F 29).
70
DIFFERENZA TRA DIVIDERE E
DISTINGUERE
• Testa divisa da spalle?
• Testa non distinta da spalle?
• Distinzione: è la condizione per esistere. Ogni
creatura esiste perché distinta da Dio. Il figlio
deve distinguersi dalla madre per venire alla
luce. Nella creazione c’è tutta un’opera di distinzione di ogni singolo elemento dall’altro
(F 30).
71
L’indistinto è inesistente. Il contrario della distinzione è la confusione, il caos. Non distinguere è fare un frullato, ridurre ad omogeneizzato. Un frullato di uomo non è più un
uomo. La nostra vita interiore è normalmente
un magma di sentimenti opposti (F 30).
72
APRO UNA PARENTESI
• Anche papa Francesco lo scorso 25 luglio ha
parlato del frullato ai giovani argentini!
• “C’è il frullato di arancia, c’è il frullato di mela,
c’è il frullato di banana, ma per favore non
bevete frullato di fede. La fede è intera, non si
frulla”. Segnala Mt 5 (beatitudini) e 25 “se
vuoi sapere che cosa devi fare concretamente.
Con queste due cose avete il Piano d’azione”.
73
TORNIAMO A FAUSTI
Fin quando non impariamo a distinguere i sentimenti, spiritualmente siamo ancora inesistenti. Discernere una cosa dal suo contrario è
venire alla luce come persone, in grado di
compiere azioni umane, libere e responsabili.
“Il discernimento è migliore di tutte le virtù”
(antichi Padri del deserto), è l’opera stessa
dell’uomo, quella che la fa uomo (F 30).
74
CONOSCERE SÉ PER ESSERE LIBERI
• Senza discernimento non si agisce: si è semplicemente agiti e agitati da pulsioni contrastanti, che portano alla totale destrutturazione.
• Non fate regali ad un bambino fin quando non
sa distinguere un sasso da una noce. Altrimenti potrebbe inghiottire la noce o cercare di
rompere il sasso per mangiarne i frantumi
(antico detto ebraico) (F 30).
75
IL “TOCCO” DI DIO. DISCERNIMENTO
ED ESAME DI COSCIENZA
Ogni uomo ha una sua esperienza mistica: il
suo io tocca direttamente Dio, che direttamente lo tocca. Bisogna imparare a leggere
questo tocco, a sentirlo e distinguerlo da altri
impulsi, che partono da altra sorgente e portano altrove. Solo allora si sa che fare e si trova la via verso casa, senza naufragare nel viaggio (F 30).
76
Il discernimento, come ogni tipo di conoscenza – anche e sopratutto quello della fede – è
un’opera di mente e di cuore, risultato di doti
naturali e di esercizio personale. È un gioco di
sensibilità o buon gusto: un fatto estetico, una
percezione o sensazione bella del tocco di Dio,
che culmina nel piacere del bene (F 31).
77
È una questione di fiuto, che infallibilmente
distingue un fiore da una carogna, la fragranza
di vita dal fetore di morte. Un uomo senza discernimento è come un segugio senza olfatto
(F 31).
78
Segnala Fil 1, 9-10 (vedi sopra 41)
Il discernimento è il frutto maturo di un amore
che cresce sempre di più nella conoscenza e
nella percezione delle differenze, per valutare
ciò che rende più luminoso e agile il cammino
verso il giorno del Signore, in una trasparenza
sempre maggiore di lui (F 31).
79
LE TRE FONTI DEL MIO SENTIRE
Il mio sentire può avere tre fonti diverse: il
mio io naturale, Dio e il nemico (una realtà
ostile che è in noi e non è noi). Sia Dio sia il
nemico interferiscono nel mio sentimento naturale e lo sollecitano, Dio verso la libertà, il
nemico verso la schiavitù. Imparare a distinguere da dove partono e dove portano i sentimenti è indispensabile perché l’azione sia il
più possibile cosciente e libera, umana (F 31).
80
UNA DOMANDA
SEMPLICE E DECISIVA
Gli antichi Padri del deserto dicevano: “Ad
ogni pensiero che ti assale, chiedi: sei dei nostri o vieni dall’avversario? L’anima è una fonte; se la scavi si purifica; se ci getti della terra,
scompare“ (F 32).
81
• Solo se c'è il discernimento, il nostro agire è
umano, cioè cosciente e voluto, libero e responsabile, capace di decidere che fare qui e
ora e di imprimere l'orientamento di fondo
alla vita.
• Le azioni sono esterne e visibili, ma sono determinate da moti interiori e invisibili. Se tali
moti restano ignoti, le azioni non sono pienamente umane (F 32).
82
Senza conoscenza e libertà, l'uomo si comporta come una bestiola, perché mosso da impulsi diversi a seconda degli stimoli. Tutto può
stimolarlo perché, fatto per l'infinito, è infinitamente insoddisfatto (F 32-33).
83
Talvolta il male sembra bene e il bene sembra
male. Oppure il bene riesce male e con difficoltà: il male riesce bene e con facilità. O anche, il male vince e il bene perde. Il male spesso vincendo perde; il bene perdendo vince.
Distinguere fra loro le voci di Dio, del messaggero buono e di quello cattivo è fondamentale
per scegliere con libertà e agire moralmente (F
33).
84
Lo scopo del discernimento non è solo teorico.
Distinguere da dove partono e dove portano i
moti interiori ha un fine molto pratico: trattenere i buoni e respingere i cattivi (ES 313).
Così attuiamo la libertà, decidiamo responsabilmente per il sì a ciò che è bene senza confonderlo col suo contrario per inavvertenza o
ignoranza (F 35).
85
• Il discernimento è un metodo di ricerca; non
dà risposte a priori, ma valuta la situazione
concreta, per decidere che fare qui e ora.
• Il fine del discernimento, del sentire e del conoscere è acconsentire a ciò che è da Dio e
dissentire da ciò che il nemico pone nel cuore
a danno proprio e altrui. È l'esercizio stesso
della libertà, che ci fa uomini (F 35).
86
Per agire bene, non basta osservare materialmente le norme, le leggi. L'uomo sarebbe ridotto ad animale ammaestrato, che reagisce
come deve o meno, secondo la connessione
che ha fatto fra una certa azione e la sanzione
o gratifica che riceve (F 36).
87
La vita spirituale è una lotta, ma non contro
persone, bensì contro la tenebra che vuole
impedirci di venire alla luce (cf Ef 6, 10-12) (F
42).
88
“Per
il resto, rafforzatevi nel Signore e nel vigore della sua potenza. Indossate l'armatura
di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro la
carne e il sangue, ma contro i Principati e le
Potenze, contro i dominatori di questo mondo
tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti” (Ef 6, 10-12).
89
RISCHIO DI UNA FALSA PACE
Se sei suddito del male, questo ti lascia in una
tranquillità da anestesia più o meno totale; ma
se lotti contro, anch'esso lotta contro di te. Per
questo la schiavitù pare meno dura della libertà. Ecco la differenza tra il tirare fuori Israele dall'Egitto (una notte!) e tirar fuori l'Egitto
dal cuore di Israele (non bastarono 40 anni nel
deserto) (F 42).
90
• “Figlio, se ti presenti per servire il Signore,
prepàrati alla tentazione” (Sir 2, 1).
• “Un uomo non tentato, è inetto” (Didascalia
Sir 2, 8) (F 42).
91
ESAME PARTICOLARE
•
•
•
•
È l’esercizio chiave per entrare in te stesso.
come si fa l'esercizio dell'esame particolare
(ES 24-31).
il senso di tale esame.
spiegazione del meccanismo e dei frutti di tale
esame.
esame particolare e quotidiano. Tre tempi,
due esami (F 48).
92
PRIMO TEMPO
Mattina appena alzato. Mi propongo di guardarmi con impegno da un peccato o difetto
specifico di cui mi voglio correggere (F 48).
93
SECONDO TEMPO
A metà giornata chiedo a Dio la grazia di ricordarmi quante volte sono caduto in quel peccato o difetto e di correggermi per il futuro.
Poi faccio il primo esame su quella cosa di cui
mi voglio correggere. Passo in rassegna ora
per ora a cominciare da quando mi sono alzato fino al presente esame. Segno nella prima
linea della g tanti punti per quante volte sono
caduto in quel peccato o difetto, e poi mi propongo di correggermi fino all'altro esame (F
94
------------------G
------------------------------------g
------------------------------------g
------------------95
TERZO TEMPO
Alla fine della giornata sempre ora per ora,
faccio il secondo esame dal primo esame
all'esame attuale. Segno nella seconda linea
della g quante volte sono caduto in quel peccato o difetto (F 48).
96
4 CONSIGLI
• 1. Quando cado in quel peccato o difetto pongo la mano sul petto e mi dispiaccio d'essere
caduto. Lo posso fare anche in presenza di
altri, senza che se ne accorgano.
• 2. Devo vedere a sera se dal primo al secondo
rigo, cioè dal primo al secondo esame ci sono
miglioramenti (F 49).
97
• 3. Confronto i due esami del giorno presente
con i due esami del giorno precedente e vedo
se da un giorno all'altro c'è miglioramento.
• 4. Confronto una settimana con l'altra e vedo
se, rispetto alla settimana precedente, nella
settimana presente mi sono corretto (F 49).
98
IL SENSO DI TALE ESAME
• L'esame particolare è utile ad ogni persona in
qualsiasi livello. Ignazio lo fece fino al giorno
della morte.
• È la prima cosa da raccomandare a chi vuol
iniziare un cammino spirituale, quasi la chiave
per entrare effettivamente ed efficacemente
nel cuore. È anche la prima cosa che tralascia
uno che smette di camminare (F 49).
99
• È una pratica ascetica, che implica un tuo impegno. Non esiste vita interiore fino a quando
confondi la spontaneità con la bontà. Il bene
non è più spontaneo o facile del male. È vero il
contrario.
• Fare quello che viene spontaneo vale per il
neonato, non per la persona normale. Fa regredire a bestiolina non ancora educata (F 50).
100
LOTTA CONTRO LA
RASSEGNAZIONE
Il primo ostacolo in tale cammino è lo scoraggiamento: "Non posso cambiare, non ce la faccio. È contro la mia indole, la mia genuinità, la
mia natura". Molti qui si siedono e si precludono qualsiasi cammino (cf F 50).
101
Non è vero che "sono fatto così". Io sono anzitutto figlio di Dio. Però questa realtà è nascosta nel buio delle paure, avvolta nel groviglio
di desideri contrastanti, deformata dai pasticci
che vi ho aggiunto (cf F 50).
102
ECCO LA LIBERAZIONE
Per Michelangelo la forma della statua è già
nel blocco di marmo, prigioniera della pietra.
Bisogna liberarla, togliere ciò che c'è di più,
perché venga fuori nella sua bellezza. È il di
più, la massa informe da togliere. È il negativo
che mi rende difforme da ciò che sono (F 50).
103
SCALPELLO … E CESELLO
L'esame particolare è un lavoro di scalpello,
talora di cesello, per levare da me ciò che
nasconde la mia verità. In me c'è il tesoro
inestimabile: sono a immagine di Dio. La mia
felicità consiste nel liberare tale mia identità.
Io sono felice quando sono me stesso (F 50).
104
È una lotta contro il falso io, perché il mio vero
io esca alla luce, finalmente libero. Questa è la
mia croce quotidiana (cf Lc 9, 23), che può
essere solo mia e di nessun altro. È la mia lotta
contro il male per diventare conforme all'icona del Figlio a cui sono predestinato dal Padre
(cf Rom 8, 29) (F 51).
105
È IL LAVORO SU ME STESSO.
ECCO IL CAMBIAMENTO!!!
• da piccolo volevo cambiare il mondo.
• da adolescente volevo cambiare gli altri.
• divento spiritualmente adulto quando comincio a cambiare me stesso o meglio a cercare di
essere me stesso, liberandomi dal mio falso io
(cf F 51).
106
UN LAVORO … NEGATIVO!
• Non mi devo stravolgere, ma togliere da me
stesso l'ignoranza e le schiavitù che mi impediscono di essere e realizzare ciò che sono.
• Non è un'ascesi positiva, in cui mi sforzo di acquistare virtù (F 51).
107
È un'ascesi negativa in cui tolgo ciò che mi
nuoce. Ciò è sommamente liberante. Più male
tolgo da me, meglio sto e più sono libero.
Levando da me ciò che è disarmonico, divento
sempre più armonico. È un potare che mi rende fruttuoso, un mortificare che mi vivifica (F
51).
108
• Devo mirare un solo punto negativo alla volta.
Un gatto non può inseguire due topi, né un
uomo cavalcare due cavalli. Mi fermo su questo per tutto il tempo che sarà necessario per
raggiungere un risultato soddisfacente.
• È bene cominciare da quel difetto o peccato
che, qui ed ora, avverto più nocivo nella mia
vita di relazione o di lavoro, abituale o occasionale (F 51).
109
ESEMPI
Irascibilità, impazienza, litigiosità, spirito di
contraddizione, incapacità di ascolto, pignoleria, intolleranza, remissività, trascuratezza,
brontolamento, maldicenza, precipitosità, pigrizia, intemperanza o un disordine di qualsiasi tipo che diminuisce o impedisce la mia libertà (F 51).
110
SI ALLARGA L’ORIZZONTE
Ti accorgerai che, vigilando su un solo punto,
ti risveglierai con stupore anche su tante altre
cose che sono in te e che ignoravi. Una sentinella veglia nella notte, attenta al nemico che
deve venire da una determinata direzione.
Magari il nemico o non viene o viene da un'altra direzione, ma la sentinella comincia ad avvertire i rumori e scopre che la notte è popolata da una vita di cui prima era all'oscuro (F 5152).
111
COMINCIO COL … NEGATIVO!
Davvero l'esame particolare è la porta d'ingresso nella vita dello spirito. Ci entri mediante il negativo. Il male è principio di sensibilità
non solo per il corpo, ma anche per lo spirito.
Se stai bene, non senti il tuo corpo; se invece
stai male, subito senti la parte dolorante.
Vigilando su questa, impari un po' alla volta ad
avvertire anche il resto (F 52).
112
DAL MALE … IL BENE!
Il male nella vita spirituale funziona come l'attrito nel moto. Certo, l'attrito di per sé impedisce il moto, ma senza l'attrito slitteresti senza
muoverti. Ciò che ti ostacola diventa ciò che
permette il tuo cammino. I tuoi difetti e peccati non sono, non devono essere il luogo della sconfitta (magari con delusione, rabbia, rassegnazione o autogiustificazione, dici non sono capace!) (F 52).
113
• Possono e devono diventare il luogo del tuo
lavoro quotidiano, del tuo lento e sicuro cammino verso casa (F 52).
• “Ciò che conta è che ti accorgi del male, non ti
assuefai ad esso, non cadi nella coscienza erronea e combatti, senza mai scoraggiarti”
(MDM).
114
DIMENSIONE MISTICA
DELL'ESAME DI COSCIENZA
Cominci a percepire i tuoi moti interiori, le resistenze, i desideri, le paure, le attrazioni, le
tristezze e le gioie, che sono il linguaggio del
cuore in cui parla anche Dio. Cominci a sentirlo, a renderti attento al suo tocco. Imparerai
un po' alla volta a distinguere la Sua dalle altre
voci e a comportarti di conseguenza (F 52).
115
Cominci davvero ad amare Dio. Quest'esercizio è l'arte di amarlo concretamente con tutto
il cuore, con tutta la vita, con tutta la forza e
con tutta la mente (cf Lc 10, 27). È la tua risposta al suo amore. Chi ama vuol piacere in tutto
all'amato e diventargli simile! (F 52)
116
L'esame particolare consiste nella capacità di
vincere il tuo falso io per essere in armonia
con te, con tutti e con Dio, ordinando la tua
vita senza lasciarti determinare da nessuna
schiavitù della mente o del cuore (ES 21)
(F 52).
117
GRANDI VIZI O DIFETTI MINIMI?
Posso avere vizi grandi: se non faccio la pace
con essi, cammino davvero, anche se non mi
sembra. Invece, se ho un difetto minimo, ma
con cui faccio la pace, la mia volontà rimane
bloccata, come una colomba legata ad un filo
(cf F 52-53).
118
UN BIVIO DECISIVO
• Siamo posti dinanzi ad un'alternativa che non
è esagerato definire decisiva, drammatica.
• Qualsiasi forma di meditazione e preghiera è
posta dinanzi ad un bivio.
119
È RICERCA DEL PROPRIO PIACERE
Infatti, c'è anche quello spirituale, oltre quello
fisico, intellettuale o del cuore. C'è il rischio
che una mia pratica spirituale non sia un atto
d'amore per l'Altro, ma un semplice farmi
solletico allo spirito, provare delle sensazioni
che mi chiudono nel mio io, invece di aprirmi a
Dio (F 53).
120
Insomma, non confondiamo l'autoerotismo
spirituale con la vera vita spirituale. Pregare
per le buone sensazioni che posso ricevere
dalla preghiera è come amare un altro per il
piacere che mi dà. La realtà non è poi allegra
(F 53).
121
NON CONFONDIAMO L’AMORE COL
SUO CONTRARIO!
Io non amo l'altro, ma il mio piacere nell'altro.
Invece, amare è piacere all'altro. Cercare il
mio piacere nell'altro e confonderlo con l'altro
significa che mi sto chiudendo nell'egoismo
peggiore, che alla fine distrugge sia me sia
l'altro (F 53).
122
LA PREGHIERA “BUONA”
Ha il fine di preparare e disporre la persona a
rimuovere da sé ogni schiavitù per poter cercare e trovare la propria autenticità. Solo così
amo davvero Dio e raggiungo quella verità per
cui sono stato creato (cf ES 1) (F 53).
123
COME VINCERE IL MALE?
• Rimozione? Repressione?
• La rimozione ignora il male.
• La repressione lo controlla, ma forse entrambe
non risolvono, bensì aggravano il male (F 54).
124
Noi preferiamo lavorare a due livelli: coscientizzazione e dissociazione. La mia intelligenza
può prendere onestamente coscienza del male
e la mia volontà è sempre almeno libera di disapprovarlo, anche se non sempre è libera di
non farlo. Ho sempre la responsabilità di dire:
ho sbagliato e vorrei non averlo fatto (F 54).
125
• L'esercizio consiste nel prendere coscienza del
male: lo sento come male, non vi acconsento,
dissento da esso e me ne dissocio.
• Ecco un punto decisivo, un confine netto (F
54).
126
• Ciò a cui acconsento è accolto e custodito nel
mio cuore. Tenderà a svilupparsi fino a diventare principio del mio sentire, pensare ed agire.
• Invece, ciò da cui dissento non fa presa sul
mio cuore; la conseguenza decisiva è che non
si sviluppa, proprio come una pianta cui manca l'aria (F 54).
127
Certo, bisogna ammettere che non sono libero
di sentire o di non sentire, spesso neanche di
fare o di non fare, ma almeno sono sempre libero di cercare di avvertire o meno, di acconsentire o meno a ciò che sento (F 54).
128
LA REGOLA DECISIVA DELLA VITA
DELLO SPIRITO
• Ciò che approvo cresce in me; ciò che disapprovo tende a decrescere fino a scomparire.
• ESEMPIO. Sono irascibile. posso rimuovere
questa cosa. Mi consolo dicendo: "sono fatto
così". Così semplicemente rinuncio alla mia
libertà. Tendo a fossilizzarmi, mi deprimo, mi
giustifico nel mio male e magari mi difendo:
"Avevo motivi per fare così. Avrei potuto fare
anche peggio!“ (F 54).
129
Dovrei avere almeno un dubbio: se non mi
fosse chiaro che sto sbagliando, non avrei bisogno di giustificarmi. Alla fine, se lavoro con
la rimozione, avrò una coscienza infelice. Avrò
una malafede latente o una buona fede proclamata a chiacchiere, ma finirò col non crederle neppure io (cf F 54).
130
LA REPRESSIONE
• All'opposto posso reprimere la mia ira (ovviamente è positivo che, quando voglio schiaffeggiare qualcuno, mi controllo).
• In realtà, la repressione non risolve molto.
Posso trattenere l'ira per 9 volte, ma povero
colui che mi fa arrabbiare per la decima volta.
Una molla, più è compressa, più scatta con
violenza (F 55).
131
ALLORA NON POSSO FAR NULLA?
No! Posso prendere di mira i miei scatti d'ira
con l'esame particolare. All'inizio ne prendo
coscienza dopo che sono avvenuti. Me ne dispiaccio, non li approvo, anzi li disapprovo e
me ne dissocio. Poi, un po' alla volta, comincio
ad avvertire gli scatti d'ira mentre mi stanno
venendo. E allora li disinnesco subito con un
sorriso, sapendo che arrabbiarmi è sconveniente, tant'è vero che poi mi arrabbio di essermi arrabbiato (F 55).
132
Alla fine, ne prendo coscienza sul loro nascere
nel mio cuore e ne ho il più o meno perfetto
dominio. Divento un auriga che tiene le redini
dei suoi cavalli e li conduce dove vuole lui
(Platone). Ecco che sto diventando un uomo
libero. So guidare i miei impulsi nella direzione
positiva che io stesso desidero. Non sono più
in balia delle mie pulsioni (F 55).
133
Sono il loro signore, non il loro schiavo. Può
anche accadere che non riesco a domare i cavalli, perché troppo bizzarri. Però così ho comunque alcuni vantaggi (F 55).
134
ECCO I VANTAGGI …
DELLA SCONFITTA
• Ho imparato a conoscere i moti del mio cuore.
• Ho esercitato la mia libertà per domarli.
L'esercizio migliora ogni facoltà, mentre il non
uso li atrofizza.
• Ho visto i miei limiti e peccati: la mia verità (F
55).
135
• La mia miseria mi rende umile (= umano!), solidale e misericordioso con gli altri, che sono
peccatori come me.
• La mia miseria mi rende solidale con la misericordia di Dio. Capisco che significa dire "Cristo è morto per me". Questa è l'affermazione
centrale della fede cristiana (F 55).
136
Capirò che il problema non è chi sbaglia di
meno, ma chi amerà di più. Amerà di più colui
al quale è stato perdonato di più (cf Lc 7, 42 e
ss.). Questo è divino. Il mio peccato è il luogo
più profondo di esperienza di Dio come perdono, come dono-più-grande, possibilità per
me di un amore più grande (F 55).
137
IL MIRACOLO PIÙ GRANDE
• Capirò perché in tale ottica conoscere il proprio peccato è miracolo maggiore che risuscitare i morti! (F 55)
• Per mal che vada, anche il risultato nullo è già
un gran risultato. Con i miei difetti posso raggiungere un bene maggiore che con le mie
stesse virtù (F 56).
138
Più cammino nella luce, più vedo la mia tenebra e viceversa. È un buon segno quando mi
sento lontano dalla meta. Devo invece spaventarmi quando mi credo già arrivato: vuol semplicemente dire che sono caduto così in basso
che non cammino più! (F 56)
139
L'esame particolare mi introduce nella camera
superiore (cf Mc 14, 12-26), dove il Signore cena con me e io con lui. È il luogo della comunione mia con me stesso, con Dio e con tutti,
nella mia, nella sua e nella loro verità. È il principio della mia libertà (F 56).
140
CONSIGLI CONCRETI
• Può essere utile tenere un diario su cui annoto
l'andamento del mio cammino.
• Ogni volta che cado, devo guardarmi con lo
sguardo benevolo di Dio.
• Ogni volta che sono triste, devo alzare gli occhi
del cuore al Signore con un sentimento di fiducia nel suo amore per me (F 56).
141
Scarica

140309 discernimento - PastoraleFamiliareSalerno.it