Qui città di M. da giovedì 18 a domenica 21 ottobre al Teatro Ringhiera Compagnia ATIR di Piero Colaprico / con Arianna Scommegna / regia Serena Sinigaglia / Costumi Federica Ponissi / Scene Maria Spazzi / luci Alessandro Verazzi È possibile ribellarsi all’indifferenza, alla paura, al ritratto spietato di una città che si odia e si ama nello stesso tempo? I sette personaggi interpretati da Arianna Scommegna, indizio dopo indizio cercheranno di risolvere il giallo metropolitano scritto da Piero Colaprico. Cleopatràs e Mater Strangoscias da giovedì 25 a domenica 29 ottobre, da giovedì 1 a domenica 4 novembre al Teatro Ringhiera Compagnia ATIR I due Lai di Giovanni Testori / regia Gigi Dall’Aglio / con Arianna Scommegna / al violoncello Antony Montanari (Cleopatràs) / alla fisarmonica Giulia Bertasi (Maters Sctrangosciàs) Le storie di due figure femminili opposte. La regina lussuriosa Cleopatràs e la donna del popolo Mater Strangosciàs che nella scrittura di Giovanni Testori incarnano due modi di vivere il dolore e la ribellione di fronte alla perdita. Ribellioni possibili da giovedì 22 novembre a domenica 2 dicembre al Teatro Ringhiera Compagnia ATIR di Luis Garcìa-Araus e Javier Garcìa Yague / con Mattia Fabris, Stefano Orlandi, Maria Pilar Pérez Aspa, Arianna Scommegna, Chiara Stoppa, Sandra Zoccolan / regia Serena Sinigaglia Il gruppo ATIR mette in scena un testo spagnolo che parla di piccoli gesti e rivoluzioni che insieme possono creare l’indignazione umana e naturale indispensabile per poter cambiare le cose in questi anni di drammatica crisi economica globale. Una favola tragicomica per costruire un mondo migliore. Serata 11 dicembre 2012 We WASH you a Merry Christmas Incontro laboratoriale con Max Samaritani ed Elena Modaelli A seguire cena di Natale Nazional popolare: da Gramsci ai Reality Show Da giovedì 17 a domenica 20 gennaio al Teatro Ringhiera Compagnia ATIR di e con Serena Sinigaglia / luci Alessandro Verazzi e Sara Chiarcos / con la partecipazione di Mattia Fabris e Arianna Scommegna e con esperti della comunicazione e dei massmedia Le “rivoluzionarie” parole di Antonio Gramsci, Mike Bongiorno, Antonio Ricci, Alfonso Signorini… ci accompagneranno ogni sera alla scoperta del “Nazional popolare” cercando di ritrovare il senso di una cultura che sia poetica, divertente e umana. Lavorare stanca da giovedì 24 a domenica 27 gennaio al Teatro Ringhiera Di e con Matilde Facheris / musiche Massimo Betti (chitarra), Stefano Fascioli (contrabbasso) Un monologo con canzoni e musica che si interroga sul senso e sullimportanza del lavoro nella vita di ogni essere umano; un senso ormai stravolto nella nostra società moderna. Una riflessione inoltre sul senso del tempo ed infine il tentativo di immaginar una ribellione che permetta una vita migliore, più umana e felice. Chicago Boys Dal 7 al 10 febbraio al Teatro Ringhiera Testo e regia di Renato Sarti / con la collaborazione di Bebo Storti / con Renato Sarti ed Elena Novoselova / scene e costumi Carlo Sala La crisi economica del nostro tempo raccontata con il linguaggio delle emozioni, della denuncia e della passione civile. Uno spettacolo che risveglia l’indignazione verso l’esaltazione surreale del capitalismo, del consumismo e della liberalizzazione più sfrenata. LABORATORIO TEATRALE Ma io ho sete? 2-3 marzo e 9-10 marzo al Teatro Ringhiera con S.Sinigaglia Teatro Cargo con Laura Curino / testo e regia Laura Sicignano / ricerca storica Silvia Sriano / musiche originali Edmondo Romano / scene Laura Benzi / costumi Maria Grazia Bisio disegno luci Tiziano Scal / elettricista e fonico Federico Canibus / assistente alla regia Dal Marta Caldon Scintille 2 al 7 aprile 2013 al Teatro della Cooperativa New York, sabato 25 marzo 1911, ore 16 e 40: manca un quarto d'ora alla chiusura della fabbrica Triangle Waistshirt Company, produttrice di camicette. Sono al lavoro circa 600 persone, per lo più donne giovanissime. Laura Curino rievoca questa giornata dal punto di vista delle protagoniste, una madre e due figlie, emigrate dall'Italia in cerca di fortuna. Una scintilla. Forse è scaturita da una delle fioche lampade a gas che illuminano le file di cucitrici, chine sulle loro macchine. In un attimo, all'Ottavo piano del grattacielo che ospita la fabbrica, prendono fuoco le camicette appese sopra le teste delle lavoratrici, gli avanzi di tessuto ammucchiati in enormi cumuli negli stanzoni, i rocchetti di filo. La tragedia si svolge in 18 minuti: 146 morti, quasi tutte ragazze. Seguiranno una serie di processi, da cui i proprietari della fabbrica usciranno praticamente impuniti. Ma la scintilla della protesta si è sprigionata da questa terribile vicenda, che diventerà uno dei precedenti storici per la Festa della Donna.