G.B. Zorzoli
COME SI STA TRASFORMANDO L’ECONOMIA
PER FARE A MENO DEI COMBUSTIBILI FOSSILI
E VINCERE LA SFIDA DEL CLIMA
Convegno “Proposte green per l’economia e il lavoro in Liguria ll futuro non è nei combustibili fossili”, Genova 22 aprile 2015
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Impatto economico dei cambiamenti climatici
DA UN ARTICOLO DELLA VERSIONE ON LINE DELLA RIVISTA AMERICANA
DI ECONOMIA E FINANZA “FORBES”
Last fall, investors, which collectively manage $3.5 trillion in assets,
wrote to the world’s 45 largest fossil fuel companies,
asking them to disclose how climate change will affect their
businesses, including the potential of current and future reserves
becoming unusable – or “stranded.”
They also filed shareholder resolutions with a dozen companies and
held face-to-face meetings with oil giants such as Exxon and Shell
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Impatto economico dei cambiamenti climatici
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Comunicato della Reuters
Tue Jul 16, 2013 7:03pm
World Bank to limit financing of coal-fired plants
WASHINGTON | By Anna Yukhananov and Valerie Volcovici
(Reuters) - The World Bank's board on Tuesday agreed
to a new energy strategy that will limit financing of
coal-fired power plants to "rare circumstances," as the
Washington-based global development powerhouse seeks
to address the impact of climate change
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Anche la Cina si adegua
Titolo sul numero 031 pag. 14 del 06/02/2015
Produzione giù del 2,5% e import da 260 a 215 mln di t. in un anno
Cina, miniere chiudono. Si brucia meno carbone
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Nel 2014 in Cina la potenza installata FER
supera quella di carbone e nucleare
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La fiscalità ambientale in Europa
Nel 1990 la Finlandia per prima introdusse una “sovrattassa
CO2”, destinata sia ai cittadini che alle imprese, su prodotti e
servizi, sulla base dei gas serra emessi.
L’anno dopo si associò la Svezia, che nel tempo è diventata la
più severa, passando da 25 a 120 €/ tCO2 .
Successivamente Danimarca, Norvegia, Irlanda e Paesi Bassi
hanno optato per forme di carbon tax
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La fiscalità ambientale in Europa
Più recentemente, nel quadro della riforma del mercato
energetico, il Regno Unito ha introdotto un floor price
dell’ETS che, al cambio attuale sterlina/euro, nel periodo
2016-2020 sarà pari a circa 25 €/t CO2. Visto che sul mercato
gli ETS sono oggi quotati intorno a 6-7 €/t CO2, un floor price
più di tre volte tanto è un mero artificio formale, per non
parlare esplicitamente di carbon tax. Malgrado in UK il
carbone pesi ancora molto nel mix elettrico (31% nel 2014),
il governo britannico non ha esitato a supplire motu proprio
alle carenze della normativa europea
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La fiscalità ambientale in Europa
In Francia dall’1 aprile 2014 è entrata in vigore la taxe
intérieure sur la consommation (TIC), che include
imposizioni specifiche su carbone, prodotti petroliferi e gas
naturale, introducendo di fatto una carbon tax estesa a tutti
i consumi finali di energia: elettricità, calore, trasporti
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La fiscalità ambientale in Europa
A dicembre 2014 il governo tedesco ha varato il Climate
Action Plan, che investe tutte le modalità di consumo di
energia , e nel settore elettrico prevede per le centrali in
attività da più di 20 anni un permesso di emissione pari 7
milioni di tonnellate di CO2 per ogni MW, che decresce
linearmente fino 3 milioni per gli impianti in esercizio da 40
anni. Per ogni tonnellata in eccesso, si pagheranno 18-20
euro, cioè una carbon tax quasi tre volte gli attuali ETS. In
Germania nel 2014 le centrali a lignite hanno fornito il
25,6% alla produzione elettrica e quelle a carbone il 19,3%
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In Italia …
Con qualsiasi di queste norme quasi tutte le centrali italiane
a carbone non sarebbero più competitive. Particolarmente
a rischio di chiusura sarebbero le più vecchie (La Spezia e
Vado Ligure sono state realizzate negli anni ’60)
10 04.2015: il Governo approva il Documento Economico e
Finanziario, a cui è allegato il Programma Nazionale di
Riforma, dove fra le priorità è indicato l’obiettivo di
“trasferire ulteriormente il carico fiscale dai fattori
produttivi ai consumi, ai beni immobili e all’ambiente”, già
previsto all’art. 15 della legge delega per la riforma fiscale
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Due esempi di insediamenti alternativi
PER CENTRALI VICINI A ZONE FORESTALI
Impianto cogenerativo a biomassa da 500 kW, che fornisce energia
elettrica e calore necessari per un pellettificio da 20.000 t/a
PER CENTRALI LIMITROFE A PORTI
Impianto di polimerizzazione di biomonomeri
alimentato da impianto a biomassa (CHIMICA VERDE)
Spesso è disponibile spazio residuo per altri insediamenti
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Efficienza energetica - 1
PRIORITÀ A MISURE A FAVORE DI INTERVENTI DI
RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA COMPLESSIVA DEGLI EDIFICI
Vanno favoriti accordi fra imprese edilizie, fornitori di apparecchiature
e strutture in grado di definire le specifiche degli interventi, coprendo
l’intera filiera che va dalla diagnosi energetica, agli interventi
sull’edificio e sull’impiantistica, alle misure ex-post
Si creerebbe un mercato delle tecnologie per la generazione termica
ed elettrica su piccola scala, con fonti rinnovabili o cogenerazione,
necessarie per realizzare le prestazioni energetiche richieste
In quanto componenti ordinarie dell’edilizia, queste tecnologie
creerebbero un mercato certo per la crescita competitiva dei relativi
comparti industriali, in quanto la selezione fra le diverse tecnologie
avverrebbe sulla base del rapporto costo/prestazioni energetiche
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Efficienza energetica - 2
Senza interventi integrali e radicali, non si riuscirebbe a realizzare
l’obiettivo fissato da una direttiva europea, la quale, a partire dal 2021,
richiede che l’edilizia nuova o largamente ristrutturata sia
ad assorbimento di energia dall’esterno quasi nullo
Edifici diventati smart rappresentano inoltre la cella elementare degli
smart districts, a loro volta componenti essenziali delle smart cities
Senza questa trasformazione edilizia, non sarebbe realizzabile
l’obiettivo di migliorare la vita dei cittadini nel quadro di uno sviluppo
economico sostenibile, a cui mira il progetto Genova Smart City
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Un territorio Green - 1
È pensabile di riuscire a realizzare smart cities in assenza di un
parallelo sviluppo smart (ambientalmente sostenibile)
del territorio extra-urbano?
1. Vanno recuperate le tre gambe sulle quali si reggeva l’economia
agricola: produzione (oltre tutto diversificata) di alimenti, di energia e
di fibre. Non a caso le politiche comunitarie si stanno orientando
verso il ricupero di questa multifunzionalità perduta, naturalmente
utilizzando le più aggiornate conoscenze scientifiche e tecnologiche
2. A tal fine va innanzi tutto abbandonata la pratica della monocoltura
e dello sfruttamento intensivo, basato su prodotti chimici. Il solo food
garantisce sempre meno la sopravvivenza economica dell’agricoltore,
mentre il no food, se realizzato in modo sostenibile, lungi dal
competere col food, lo mantiene in vita
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Un territorio Green - 2
Anche il riassetto idrogeologico va ripensato in un’ottica green , che in
modo innovativo riscopra la capacità di consolidare un territorio
strutturalmente fragile come quello ligure
In una regione a vocazione industriale anche l’industria deve
sviluppare nuove attività green, ma soprattutto indirizzare in questa
direzione quelle tradizionali (go green)
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Promozione dell’economia circolare - 1
Il sistema produttivo attuale, in prevalenza lineare (materie prime →
prodotti intermedi → prodotto finale), nel 2010 ha richiesto 65 Gt di
materie prime, che salirebbero a circa 82 nel 2020. Questi tassi di
crescita creano problemi, destinati ad aggravarsi, dato che entro il
2030 nei paesi in via di sviluppo tre miliardi di individui entreranno a
far parte della classe media, diventando consumatori al nostro livello
La conseguente crescita tendenziale del costo delle materie prime
favorisce lo sviluppo dell’economia circolare, dove ogni bene viene
progettato e prodotto in modo da rendere agevole a fine vita lo
smontaggio e il riuso dei materiali o dei componenti che lo
costituiscono: dalla culla alla culla, invece che dalla culla alla tomba
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Promozione dell’economia circolare - 2
A imprese e ad aziende addette all’illuminazione pubblica, invece dei
suoi prodotti la Philips vende il servizio di illuminazione.
Gli impianti vengono sostituiti quando è il momento appropriato
per riciclare i materiali o riqualificarli per il riuso
In Gran Bretagna i magazzini H&M , in cambio di un voucher valido per
nuovi acquisti, incoraggia i clienti a restituire i capi dismessi. Questi
sono ceduti a una ditta, che ne rivende una frazione consistente come
vestiti di seconda mano. La parte non commerciabile è convertita in
panni per la pulizia, riciclata come fibra per impianti tessili, utilizzata
come ammortizzatori o materiali isolanti nell’industria
automobilistica. Il residuo finale viene bruciato per produrre energia.
Ogni tonnellata di vestiario raccolto e recuperato genera
un profitto lordo di circa 1.000 euro
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Promozione dell’economia circolare - 3
L’ECONOMIA CIRCOLARE, OLTRE A ESSERE REDDITIZIA, CONSENTE
a) un grosso risparmio di materiali, con beneficio per l’ambiente
b) la generazione di un notevole indotto, anche locale
c) la creazione di nuove opportunità professionali e di R&S
In agricoltura consente il sequestro nel suolo della CO2
Richiede però un grande impegno per riorganizzare l’intero ciclo
produttivo , ma soprattutto un contesto culturalmente predisposto
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Non a caso la Philips è olandese
Quantità pro capite di rifiuti urbani smaltiti in discarica nell’UE (kg/abitante per anno)
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Produzione pro capite dei rifiuti urbani per regione
Fonte: ISPRA
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Percentuali di raccolta differenziata dei rifiuti urbani
Fonte: ISPRA
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Impianti di compostaggio e digestione anaerobica*
Realizzando 65% di raccolta
differenziata,
Il FORSU ligure consentirebbe
la produzione di quasi 70 GWh/a
mediante digestione anaerobica
Fonte: ISPRA
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*Con un quantitativo trattato maggiore di 1.000 t/a,
Potenza FV installata a fine 2013
Liguria: 82,8 MW
Umbria: 448 MW
Tenuto conto della differente estensione territoriale
(la superficie ligure è il 60% di quella umbra)
a fine 2013 in Liguria dovevano essere installati 287 MW
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Produzione elettrica con FER
LIGURIA 2013: 662,4 GWh
Area Geografica
Liguria
Italia
Produzione
FER/1000 abitanti
0,417 GWh
1,843 GWh
Produzione FER/km2
0,122 GWh
0,372 GWh
IN LIGURIA È FATTIBILE L’OBIETTIVO DI 2000 GWh PRODOTTI CON
FONTI RINNOVABILI, PARI A UN TERZO DELL’ATTUALE DOMANDA
(6.1048,8 GWH NEL 2013), CUI VA AGGIUNTA LA PRODUZIONE DELLE
FER INCORPORATE NELL’EFFICIENTAMENTO DEGLI EDIFICI
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Gli accumuli elettrochimici - 1
PREVISIONI UBS
Bloomberg, CiTI, Tesla fanno previsioni analoghe
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Gli accumuli elettrochimici - 2
In pochi anni i sistemi di accumulo saranno competitivi, rendendo:
Programmabili le produzioni eoliche e fotovoltaiche
Fattibile lo sviluppo su larga scala della mobilità elettrica
UNA GRANDE OPPORTUNITÀ PER ANSALDO, LE CUI STRUTTURE DI
RICERCA HANNO LAVORATO A LUNGO SU QUESTO TEMA, SPESSO
CIRCONDATE DA SCETTICISMO DA PARTE DELLLO STESSO
MANAGEMENT AZIENDALE
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Nuove opportunità produttive -1
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Nuove opportunità produttive -2
Le prime stampanti 3D sfornavano alcuni semplici prodotti di plastica.
Oggi possono utilizzare materiali come il titanio e realizzare componenti
ad alto contenuto tecnologico, come i transistor e i led.
La Boeing le usa per fabbricare duecento parti di dieci differenti modelli di velivoli
Aziende di prodotti medici se ne servono per la produzione di arti artificiali
Siemens utilizza la stampa 3D per accelerare la riparazione di turbine a gas. Per
alcuni tipi di turbine, i componenti difettosi del bruciatore vengono semplicemente
ristampati in modo da ridurre del 90% i tempi di riparazione
Una società di Shanghai ha realizzato in meno di un giorno case di poco meno di 200
metri quadri, assemblando monoblocchi strutturali (lastre di cemento e
controventature in acciaio) prodotti da una stampante 3D di grandi dimensioni
(lunga 147 metri, larga 10, alta 6). Grazie anche all’impiego parziale di materiali di
costruzione riciclati, ogni edificio è costato meno di 4.000 euro.
Ricorre a materiale riciclato (per il 70%) anche la fabbrica marchigiana Kubodesign,
che con la tecnologia 3D riesce a ottenere cartone avente sofisticati profili curvilinei
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Nuove opportunità produttive -3
Gli esperti concordano sulla capacità della stampante 3D di produrre a
costi contenuti su scala molto inferiore a quella dei tradizionali
impianti industriali, per cui si diffonderà in quasi tutti i settori
produttivi, che sempre più saranno quindi costituiti da piccole unità
(anche con produzioni di nicchia o addirittura personalizzate),
comunque tendenzialmente più vicine ai potenziali clienti
La stampa 3D promuove la parallela diffusione della generazione
diffusa di energia, per alimentare le crescenti botteghe artigianali high
tech, distribuite entro le città. Lo stesso vale per l’efficienza
energetica. I processi additivi di materiali, che caratterizzano la stampa
3D, eliminano quasi del tutto gli scarti di lavorazione propri della
manifattura tradizionale, che opera prevalentemente sottraendo
materiali ai semilavorati su cui interviene, rendendo possibile
produzioni dove il concetto di rifiuto avrà meno cittadinanza
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La stampa 3D
aumenta i profitti
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Occorre una “vision”
La crisi ambientale, sbocco inevitabile di un modo di produrre e di
consumare svincolato dal senso del limite, sta trovando un imprevisto
supporto nel contemporaneo affacciarsi di rivoluzioni tecnologicoproduttive, provocate da convenienze economiche, le quali
contribuiscono però a orientare il futuro verso la green economy
Davanti a noi si è aperta una grande prateria, come tutti i territori
inesplorati ricca di opportunità, ma anche piena di insidie. Per
affrontarla con buone probabilità di successo, dobbiamo avere una
“vision”, che non può consistere soltanto di pura razionalità
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Vida es sueño
Ogni “vision”, come ci insegnano i grandi innovatori del passato,
per essere efficace deve includere una componente di sogno.
Come suggerisce Papa Francesco: «se non siamo capaci di sogno non
riusciamo a creare vita, a costruire il nuovo e l’insperato»
«Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è arreso».
Lo ripeteva sempre Nelson Mandela.
Senza «I have a dream», la lotta per i diritti degli afroamericani
avrebbe avuto lo stesso impeto?
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GRAZIE !
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