In questa parte del nostro lavoro andremo ad analizzare i dati relativi ai consumi delle famiglie presenti nel sito ISTAT. I comportamenti di consumo delle famiglie riflettono lo stato di benessere di un paese, risultando per questo utili al fine di un confronto a livello temporale e territoriale. La base informativa per questo tipo di analisi è costituita dall’indagine sui consumi delle famiglie che è condotta, con periodicità variabile, da tutti gli istituti nazionali di statistica. In Italia l’istituto incaricato di ciò è l’ISTAT, ma vi sono delle discontinuità nelle indagini condotte causate da modifiche metodologiche e di contenuto. Abbiamo preso in considerazione i Report pubblicati negli anni 2011 e 2014. All’interno di tale documenti sono presenti i dati relativi agli anni 2010 e 2013 e il nostro intento è quello di operare un confronto tra questi periodi. Possiamo comunque trovare in ogni report anche i dati relativi ad anni precedenti e ovviamente questo ci permette di confrontare ampiamente i dati, al fine di fare ciò andremo a presentare di seguito i dati più rilevanti per la nostra analisi e che prendono in considerazione un periodo temporale maggiore, integrando al massimo le informazioni contenute nei due report. Consumi delle famiglie: beni e servizi acquistati o autoconsumati dalle famiglie per il soddisfacimento dei propri bisogni. Vi rientrano i beni che provengono dal proprio orto o azienda agricola, i beni e i servizi forniti dal datore di lavoro ai dipendenti a titolo di salario, i fitti figurativi. Spesa mediana mensile: è il valore di spesa per consumi che divide la distribuzione di frequenza in due parti uguali (il 50% delle famiglie presenta un valore di spesa per consumi inferiore o pari alla mediana, il 50% un valore superiore). Poiché la spesa per consumi ha una distribuzione asimmetrica, la mediana risulta sempre inferiore al valore medio. Spesa media mensile: è calcolata dividendo la spesa totale per il numero delle famiglie residenti in Italia. Spesa media effettiva: è calcolata dividendo la spesa totale delle famiglie relativa all’acquisto di un bene (o servizio) per il numero di famiglie che hanno effettuato la specifica spesa. La spesa media mensile, nel periodo sopra presentato risulta essere diminuita in termini reali. Fino al 2010 risultava all’incirca stabile in termini reali. In riferimento al periodo 2008-2010, la spesa risulta stabile in termini reali, sia essa alimentare e non, nonostante la dinamica inflazionistica. Per quanto riguarda la spesa alimentare, essa rimane costante al nord e al centro, mentre risulta aumentare al mezzogiorno. In relazione alla spesa non alimentare essa risulta relativamente stabile, ad eccezione di quella per i trasporti che aumenta al nord e diminuisce al sud. Considerando invece il periodo 2011-2013 è possibile notare come la spesa registri una diminuzione anche in termini reali, la diminuzione della spesa alimentare non è significativa, mentre lo è quella per la carne. La spesa non alimentare risulta significativamente in calo, soprattutto quella relativa ai trasporti in seguito alla diminuzione dei prezzi dei carburanti avvenuta nel 2013. Questo grafico ci mostra con chiarezza quanto la spesa nel mezzogiorno per l’affitto sia notevolmente minore rispetto al nord e soprattutto al centro. Notiamo inoltre che se nel nord e nel sud tale spesa si presenta in aumento nel corse dei tre anni in esame, ciò non avviene al centro dove troviamo invece una seppur leggera diminuzione. Rispetto al triennio precedente complessivamente notiamo un aumento della spesa. Se nel sud l’andamento si presenta lineare, nel senso che tende a crescere, la situazione appare meno omogenea nel nord e centro dove riscontriamo prima un lieve aumento e poi una lieve diminuzione. Esaminiamo qui la spesa per le abitazioni di proprietà e notiamo come questa sia complessivamente maggiore rispetto alla spesa per l’affitto. Nonostante vi sia stato un aumento dal 2010 al 2011 , si assiste di nuovo ad una riduzione di essa fino al 2013. La percentuale delle famiglie che vivono in abitazioni di proprietà, sul totale della popolazione oscilla tra il 73,6% del 2010 e il 73,4% del 2013. Ponendo attenzione alla ripartizione geografica possiamo notare come la spesa risulti relativamente costante al Nord, in aumento al Centro. Nel complesso risulta comunque inferiore nel Mezzogiorno. La diversa dimensione familiare determina livelli di spesa e allocazione del budget disponibile tra loro differenti. In particolare, il livello di spesa media (e mediana) aumenta in misura meno che proporzionale rispetto al numero di componenti. Nel 2010 la spesa media mensile per una famiglia composta da un solo individuo è circa il 70% di quella delle famiglie di due componenti ed analogo fenomeno si rileva per la spesa mediana. Nelle famiglie numerose risulta elevata la spesa destinata ai generi alimentari, abbigliamento, istruzione trasporti, mentre più bassa risulta quella per l’abitazione. Il livelli di spesa media delle famiglie con a capo una donna o delle famiglie di anziani sono più bassi. In riferimento all’anno 2013, come per il 2010, la spesa media e mediana aumentano in misura meno che proporzionale rispetto al numero dei componenti. In questo anno la spesa media mensile per una famiglia composta da un solo individuo è pari al 75% di quella di famiglie di due componenti. Per le famiglie numerose più alta è la spesa per istruzione, abbigliamento, mentre più bassa quella per abitazione. Anche in questo caso la spesa delle famiglie anziane o con a capo una donna è più bassa. Nell’anno 2010 la regione con più elevata spesa mensile risulta essere la Lombardia, seguita dell’Emilia-Romagna e dal Veneto. All’ultimo posto si colloca invece la Sicilia con una spesa decisamente inferiore rispetto alle altre regioni sopra citate. Le regioni del mezzogiorno destinano oltre un quinto della loro spesa per beni alimentari mentre ciò non accade nelle regioni del Nord. Le regioni del centro invece utilizzano quote maggiori di spesa per l’abitazione. La diversa propensione alla spesa è legata sia alla diversa compartecipazione delle istituzioni locali alla spesa sostenuta dalla famiglia sia alla diversa composizione della famiglia (presenza di bambini in età scolare, anziani). Nel 2013, a differenza del 2010, la regione con spesa media mensile più elevata risulta il Trentino-Alto Adige seguita dalla Lombardia. In ultima posizione si trova nuovamente la Sicilia. Sia per quanto riguarda la spesa alimentare che per la spesa per l’abitazione possiamo riscontrare una situazione del tutto simile a quella presente nel 2010. Ovvero la quota di spesa destinata all’abitazione è più elevata nelle regioni del centro mentre quella alimentare è più alta al Sud. Anche in questo caso la diversa propensione alla spesa è legata alla diversa composizione familiare e al ruolo delle istituzioni locali. Dall’analisi presentata abbiamo dunque potuto constatare che nel periodo che va dal 2008 al 2013 vi è stata una riduzione della spesa mensile soprattutto a partire dal 2011 a causa della dinamica inflazionistica e ciò ha colpito soprattutto la spesa non alimentare, rispetto a quella alimentare la quale risulta essere maggiore al Sud. La spesa per l’abitazione si presenta più alta nelle regioni centrali. In riferimento alla composizione famigliare si nota come le famiglie numerose spendano di meno per l’abitazione, quindi la composizione influenza i consumi. Infine a determinare la diversa propensione alla spesa è anche la condizione professionale, perciò possiamo notare come numerose siano le variabili da considerare al fine di comprendere i comportamenti di spesa delle famiglie.