Scultura in bronzo Fusione in bronzo La fusione dei metalli è nota fin dalla preistoria. Il bronzo (lega di rame e stagno) veniva colato in stampi piatti scavati nella pietra. Gli oggetti ottenuti erano di piccole dimensioni, e con un lato piatto. Veniva spesso rifiniti a mano, usando lime e punteruoli di pietra. Punta di freccia Bronzetto nuragico Verso la fine del periodo neolitico, si cominciano ad usare gli stampi (in terracotta), che consentono la figurazione tridimensionale Bronzetto di guerriero: viste laterali La “nave sarda”, uno dei pezzi più complessi della scultura nuragica Bronzetti votivi etruschi Ottenuti con stampi in terracotta, di qualità assai diverse secondo i luoghi e , presumibilmente, i costi. La tecnica a fusione in stampi è tuttora molto usata in oreficeria, per anelli , orecchini, ciondoli e spille Colatura di oro fuso in uno stampo per gioielli Alla fine dell’età arcaica ( VI sec. A. C.) in Grecia si inventa la tecnica di fusione a cera persa che permette la realizzazione di grandi statue Modello pronto per la fusione L’anima in creta, ricoperta di cera, è collegata ai canalini e all’imbuto di colatura. Si prepara la cassaforma in legno. Colatura del bronzo fuso nello stampo Rottura dello stampo: come si presenta la statua Sculture fuse “a cera persa” Fusione a pezzo unico Fusione in più pezzi, montati ad incastro e saldati Dettaglio di testa romana La fusione a cera persa consente effetti di straordinario realismo, ma è soggetta a difetti (buchi, rotture) per la difficoltà del bronzo fuso di raggiungere omogeneamente ogni punto dello stampo Il bronzo è resistente alle intemperie e poco toccato dall’inquinamento, quindi adatto a monumenti da porre all’aperto Ossidazione da inquinamento Donatello, monumento al Gattamelata, Padova I Bronzi di Riace (V sec.a.C.) Bronzo, con finiture in rame e argento Ritrovati da un ragazzo che nuotava sott’acqua, di fronte all’omonima località calabrese, ora sono al Museo Archeologico di Reggio Calabria. Dopo duemila cinquecento anni di immersione in mare, il restauro ha dovuto solo asportare le incrostazioni, e i resti di terra di fusione interna, per rivelare le ottime condizioni di conservazione. Il bronzo puà essere saldato su altre superfici, e ricoperto di foglia d’oro o d’argento. Lorenzo Ghiberti, il sacrificio di Isacco, Firenze I “bronzi di Cartoceto” epoca imperiale romana Chioccia e pulcini oro, bronzo e rame arte Longobarda, dal Tesoro del duomo di Monza Con il bronzo si possono ottenere effetti di “equilibrio” e “dinamismo”, grazie al peso specifico, assai minore del marmo. Benvenuto Cellini, Perseo, Firenze Vittoria di Brescia, statua romana con ali mobili, incernierate al corpo