ALEXANDRINA AMAVA TANTO I FIORI!
Alexandrina amava tanto i fiori!
Doveroso omaggio è mettere in evidenza la sua «corrispondenza coi fiori».
Il desiderio, anzi l’urgenza di incidere nel profondo dell’anima di molti fratelli
alcuni atteggiamenti spirituali di questa Serva di Dio, ha suggerito di estrarre dai suoi
scritti alcune frasi e di illustrarle con disegni di fiori i quali, impressionando
l’immaginzione del lettore con la loro bellezza, facessero scendere nel profondo del suo
cuore quanto le frasi esprimono.
È nata così la Parte I.
A questa fa séguito una Parte II in cui il disegno vuole esprimire un momento
spirituale di Alexandrina e inoltre la sua missione presso le anime.
Qui le didascalie sono degli autori.
Siamo riconoscenti a Felicina Sesto per gli artistici acquarelli tanto espressivi.
13 ottobre 1990
Festa di Alexandrina
UN FIORE CHE NON SECCA
Alle volte, in visita a luoghi celebri,
Porto tra le pagine della agendina
il petalo di un fiore;
esso seca, perde il profumo,
e rimane solo a dare valore alla data in cui fu inserito.
Andai a Balasar un giorno. Tiornai una seconda volta.
E anche da la portai,
tra le pagine del Libro delle Ore della mia povera vita,
un petalo per ricordo.
Ma esso non è ancora seccato,
non ha ancora perduto il profumo:
la visione di un’anima angelica,
atraverso occhi di purezza,
come in questa corrotta terra non si ne trovano.
E, del Calvario di Alexandrina da Costa,
fu questo il doloroso e immaculato ricordo
che mi restò» .
D. Gabriel de Sousa, O.S.B., Abade de Singeverga
Parte I
A 6 anni mi intratenevo per molto tempo
a vedere cadere sopra di me
innumerevoli petali di fiori
di tutti i colori:
parevano una pioggia minuta.
Questo si repeté molte volte.
Io vedevo cadere quei petali,
ma non comprendevo nulla.
Può darsi che fosse Gesù
che mi invitava alla contemplazione
delle sue grandezze.
Avevo nostalgie del mio giardinetto,
perché amavo molto i fiori.
Alcune volte, al collo di mia sorella,
andai a vederlo,
saziando un po’ le mie nostalgie.
Gesù, che mia sorella abbia
dove cogliere i fiori
per adornare il vostro altare
nei giorni di sabato!
O Gesù, tutti i fiori sono per Voi!
La Mamma mi mise nella mano
un bel ramo d’ulivo e mi disse:
- Figlia mia, ecco qui:
Ti consegno nelle tue mani
un ramo d’ulivo,
simbolo di pace.
«Il tuo corpo di purezza,
adorno di tutte le virtù,
delle più ricche e preziose,
estende i suoi petali di giglio,
con ttutto il suo candore e profumo.
Crescono i petali teneri e rigogliosi
e, mediante la brezza che passa,
mandano lontano il loro profumo».
Il mio Gesù nella sua mano portava
un iris, un giglio e una palma.
Mise tutto nella mia mano destra,
facendoli appoggiare per tarverso
sul mio petto.
«Iris e giglio, in segno
di candore e purezza;
palma, in segno di martirio:
sono i simboli che Gesù ti offre.»
«La sapienza divina in te
si è elevata
alla più grande altezza,
e tu, con la tua anima umiliata,
stai picola e nascosta
come la violetta.»
Le gioie di questo mondo
sono per me
come rose appassite,
ormai fradice,
senza che io possa riuscire
a vederne i colori.
Rose appassite,
ma sempre accompagnate
da molte e penetranti spine.
«Io vorrei, sposa cara,
che la tua vita,
venisse diffusa
arrivando presto
ai confini del mondo,
come pioggia di belle rose
caddute dal Cielo:
quale pioggia di meraviglie,
quale balsamo per le anime!»
«Le tue spine
sulla terra
sarano transformate
in splendide rose
in Cielo».
«I tuoi venerdi,
sono ghirlande di bei fiori
che adornano il Cielo…
le anime che da te fuorono salvate».
… Mi tormentai tanto
che mi torcevo e distorcevo
come ramo verde
che il vento torce e distorce
ma non distrugge.
Vedevo le vigne abbattute
dalla tempesta della notte
e nello stesso tempo sentivo
che così stava la mia anima,
abbattuta e triste
per la tempesta che giorno e notte
la va strascinando con tutta la furia.
Mentre tra queste povere pareti
io soffro a non poterne più,
il mio nome
va percorrendo il mondo
come foglia
che la tempesta trasporta.
Dove vi erano gli abissi,
mi apparve un bel giardino
pieno di fiori. Come erano belli!
Tra di essi spiccavano raggi,
molti raggi più brillanti dell’oro.
«I fiori di questo bel giardino
sono le tue eroiche virtù;
i raggi sono del tuo amore;
l’abisso, la perdizione delle anime.»
Attorno alla mia tomba
vi è un prato, un giardino fiorito.
Dentro, morte e tenebre;
fuori, verzure, iris, gigli rigogliosi:
vita che vive
e fa sopravvivere sempre.
Voglio il mio sepolcro attorniato
da piante chiamate «martírios»,
per mostrare che le amai in vita
e le amarò dopo la morte.
Intrecciate ai «martírios»,
voglio rose rampicanti,
ma di quelle
che hanno molte spine…
Tutto questo per mostrare
che è con le spine
e con tutti i martìri
che ci rendiamo simili a Gesù,
che consoliamo il suo Cuore divino
e che salviamo le anime,
figlie di tutto il suo sangue.
Parte II
Alexandrina,
umile fiorellino,
si china in devota accettazione,
della volontà di Dio.
Si apre verso il Cielo invocando:
- Riempimi tutta di Te!
Il suo cuore,
tutto fiamme vive d’amore,
arde tra oscure prove di ogni genere.
Raccolta nel suo candore,
si apre col cuore ardente fisso al Cielo…
Già in parte consumata dal martirio
Ha sempre
aneliti verso il Cielo,
ma non cessa
di chinarsi sull’umanità.
La sua anima
candida, luminosa
è avvolta nel manto del dolore
contemplando l’umanità.
Alexandrina è portata in Cielo
dal suo Gesù.
Finalmente in beata unione
col suo Sposo divino.
Alexandrina trascina
anche noi
in slanci di gioia
verso il Cielo…
… sempre in continua,
celestiale ascesa…
… nel vortice del divino Spirito Santo,
verso la Vita.
ALEXANDRINA MARIA DA COSTA
Balasar (Braga), 30/3/1904-13/10/1955
Umile figlia dei campi, esuberante e sensible, a
14 anni salta da una finestra per salvare la sua
purezza.
Di qui, una paralisi progressiva che la
inchioderà nel letto per 30 anni.
In un mare di dolori, comprende a poco a poco
il valore salvifico della soferenza accettata con
amore e diventa una potente anima-vittima e
grande mistica.
Viene scelta da Gesù anche come strumento
per ottenere la consacrazione del mondo alla
Madonna.
Dal 1938 alla morte rivive settimanalmente la
Passione, nel corpo, nel cuore e nell’ anima.
Da 1942, soffre il martirio di un digiuno totale,
nutrendosi solo di Gesù Eucaristico.
Imita Cristo non solo nel soffrire ma anche nel
amare, al punto da irradiare la vita divina e da
attirare folle di visitatori, che ne restano
trasformati.
Questa «Corrispondenza coi Fiori» non è più che il bel
libro Anima pura cuore di fuoco che Chiaffredo ed Eugenia
Signorile hanno publicato 16 anni fa.
José Ferreira, 23/06/06.
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