www.didadada.it www.didadada.it Epica Significa “discorso” o “parola” Indica lunghe narrazioni in versi , dal tono elevato Racconta vicende ambientate in un passato lontano e le avventure di uno o più eroi nel corso di guerre e di viaggi • E’ un genere narrativo antichissimo: le prime testimonianze risalgono alla civiltà sumera (epopea di Gilgamesh XIII-XII secolo); • è un genere che presenta una tradizione e una storia millenarie, dai poemi della tradizione greca e latina (Iliade, Odissea ed Eneide) ai poemi cavallereschi del Rinascimento (1600). Epica classica Il titolo “Iliade” deriva da “Ilio”, nome greco della città di Troia. Il poema racconta la parte finale della guerra tra greci e troiani. Il titolo “Odissea” deriva invece da “Odisseo”, il nome greco di Ulisse. Il poema racconta il lunghissimo e avventuroso viaggio di Odisseo, in seguito alla sconfitta di Troia, per ritornare in Patria, ad Itaca. “Eneide”, infine, deriva da “Enea”, il nome di un eroe troiano che fugge dalla città di Troia, incendiata dai greci e, dopo un lungo viaggio, arriva in Lazio dove dà origine alla stirpe dei romani. Epica classica Il poema epico classico si divide in tre parti Proemio Invocazione alla musa ispiratrice Premessa o introduzione al racconto diviso in Svolgimento Narrazione della storia Catarsi Momento conclusivo in cui si risolvono i conflitti Protasi Esposizione sintetica degli avvenimenti che saranno narrati nel poema L’epica tratta delle origini eroiche di un popolo. Epica Ne narra le imprese grandiose, i valori morali e le credenze religiose. Nelle origini leggendarie di un popolo ci sono sempre degli eroi che hanno combattuto per rendere forte la nazione. Un eroe è un semi-dio (come Achille) o comunque è un nobile (come Ulisse), con qualità eccezionali (è un valoroso combattente oppure è molto intelligente) e compie grandi imprese, impossibili per la gente comune. Gli eroi, gli dèi e il fato Gli dèi che appaiono nell’epica classica sono antropomorfi, hanno cioè aspetto e passioni umane. Davanti alle vicende degli uomini, non si mantengono neutrali: si schierano e agiscono per aiutare i loro “protetti”. Al di sopra degli dèi esiste una forza invincibile, il Fato, alla quale nemmeno gli dèi possono sottrarsi: è il fato che governa i destini del mondo e nessuna divinità può cambiarlo. www.didadada.it EPITETI Espressioni che caratterizzano un personaggio , un oggetto , un luogo. (Achille pie’ veloce; Ettore elmo lucente) PATRONIMICI Aspetti del linguaggio e dello stile Appellativi aggiunti ai nomi di persona per identificare la discendenza paterna (Pelìde = figlio di Peleo) RIPETIZIONI DI FRASI Poemi omerici Sono le prime opere letterarie in lingua greca redatte in forma scritta Con esse ha origine la letteratura occidentale, prima la scrittura era usata solo per scopi pratici. Una leggenda antica ce lo presenta come figlio di una famiglia povera dell’ Asia Minore (odierna Turchia), umile maestro di scuola e afflitto dalla cecità. • Secondo un’ipotesi moderna sarebbe vissuto nell’ VIII sec la sua educazione sarebbe stata buona, figlio di una famiglia benestante, colto e studioso, poté viaggiare e fin da giovane ascoltò gli antichi canti epici dalla bocca degli aedi e presto vi si cimentò. I viaggi lo portarono in giro per la Grecia, facilitando le sue conoscenze. • La fama delle sue opere si diffuse rapidamente durante la sua vita in tutto il mondo greco, tanto che il suo nome, quando morì intorno al 700 a.C., è rimasto legato strettamente ai sue testi, Iliade e Odissea. L’epica omerica La questione omerica questione omerica - esistenza o meno di Omero - luogo e anno di nascita di Omero - datazione di Iliade e Odissea - attribuzione dei due poemi nasce da differenze tra i 2 poemi posizione attuale della critica - linguistiche - stilistiche - personaggi →impulsivi (Iliade) razionali (Odissea) - poemi composti oralmente in età micenea - messi per iscritto nell’VIII secolo - revisione dello stesso autore → forse Omero - Iliade più antica dell’Odissea Metodi e fantasia © 2012 Zanichelli editore Spa Bologna L’epica omerica Aèdi e rapsòdi cantavano e recitavano al pubblico le storie epiche - cantori di miti e leggende, XIII-IX sec. a.C. aèdi - si esibiscono nelle corti, poi nelle piazze - si accompagnano con la musica della cetra rapsòdi - tessono la trama del racconto - fondono i canti degli aèdi in poemi - passano dal canto alla recitazione Nell’ VIII secolo a.C. i poemi furono messi per iscritto, forse da Omero, ma prima per secoli essi circolarono in forma orale, trasmessi di generazione in generazione a memoria da aedi e rapsodi Metodi e fantasia © 2012 Zanichelli editore Spa Bologna L’epica omerica Le origini dell’epica greca civiltà micenea (achea) I due poemi sono gli unici sopravvissuti del ciclo troiano, una serie di poemi greci che traevano ispirazione dalla guerra di Troia Micene, Sparta, Corinto XVI-XII sec. a.C. guerra contro Troia narrazioni orali dell’impresa militare epica greca Metodi e fantasia © 2012 Zanichelli editore Spa Bologna Questa città è esistita realmente, LA CITTA’ DI TROIA i suoi resti furono scoperti nel 1870 da Heinrich Schliemann in Turchia, partendo dalle indicazioni dell’ Iliade La guerra di Troia durò 10 anni, tra Achei e Troiani; scoppiò realmente per il controllo dello stretto dei Dardanelli; secondo la leggenda scoppiò per il rapimento della bellissima Elena, moglie di Menelao re di Sparta, da parte di Paride, principe troiano. l’Iliade riguarda le vicende di 51 giorni, dell’ultimo anno della guerra. ACHEI o GRECI Troiani Achille: il protagonista ed più forte combattente Agamennone: capo dell’ esercito e fratello di Menelao Menelao: re di Sparta, marito di Elena Elena: la donna più bella, moglie di Menelao Patroclo: cugino di Achille e suo caro amico Paride: principe troiano che rapisce Elena Ettore:principe troiano e più valente condottiero Priamo: re antefatto cioè... cosa accadde prima dei 51 giorni di guerra raccontati nell’ Iliade? Durante un banchetto di nozze la dea della discordia, per vendicarsi di non essere stata invitata, lancia sulla tavola una mela con scritto alla più bella. A decidere su chi sia la più bella viene chiamato il principe troiano Paride, che dà la mela ad Afrodite in cambio dell’ amore della donna più bella del mondo. Paride così parte per la Grecia e rapisce Elena, moglie di Menelao re di Sparta. Menelao, aiutato dal fratello Agamennone, raduna un esercito di cui fa parte anche Achille eparte per attaccare Troia e riprendersi Elena. La guerra infuria da 9 anni quando inizia il racconto dell’ Iliade. la trama l’ Iliade racconta 51 giorni di guerra: da quando scoppia una pestilenza al campo greco fino ai funerali di Ettore. La peste era scoppiata perché aveva fatta schiava Criseide, figlia del sacerdote di Apollo, Crise; per vebdetta Apollo scatenò la peste, ed i troiani cominciarono a guadagnare terreno. Agamennone è quindi costretto a restituirla, prendendosi però come bottino di guerra, la schiava di Achille, Briseide. Egli prese ciò come un affronto, e si ritirò dalla guerra. Senza di lui la Grecia era persa: i troiani non facevano altro che guadagnare vittorie su vittorie, finché un giorno, Patroclo, il miglior amico di Achille, decise di scendere in campo con le armi dell'amico per dar coraggio ai Greci. Ettore, capo dei Troiani, credendo che fosse Achille, lo uccise. Allora una furia immensa di vendetta cominciò ad annebbiare il cuore di Achille. Infatti, riuscì ad uccidere finalmente l'assassino del suo migliore amico, Ettore. Dopo varie suppliche da parte del padre di quest'ultimo, Priamo, si decide a restituirgli il cadavere del figlio. L’odissea, ossia le avventure di Odisseo, il nome greco di Ulisse, è un poema in 24 libri in cui vengono narrati i fatti accaduti a Ulisse nei dieci anni intercorsi tra la fine della guerra di Troia e il suo ritorno a Itaca. La storia è divisa in tre parti: PARTE 1. - La telemachia (libri I-IV) cioè la parte dedicata a Telemaco, figlio di Ulisse, che in viaggio per la Grecia cerca di avere notizie del padre PARTE 2 - I viaggi di Ulisse (Libri V-XII) Questa parte si apre con la partenza di Ulisse dall’isola di Ogigia, dove era naufragato dopo la partenza da Troia ed era rimasto per anni con la ninfa Calipso. Ulisse parte su una zattera, ma una tempesta scatenata da Poseidone lo fa aufragare sulle coste della terra dei feaci dove incontra Nausicaa, la figlia del re Alcinoo, che lo guida alla reggia. Nel corso di un banchetto in suo onore narra le sue avventure dall’incontro con i ciconi, un popolo inospitale e feroce, a quello coi lotofagi, mangiatori del fiore di loto che dà la dimenticanza del passato, fino a quello col ciclope Polifemo, un gigante figlio di Poesidone con un occhio solo in mezzo alla fronte, a cui riesce a sfuggire grazie alla sua astuzia. Il racconto prosegue con la sosta presso Eolo, re dei venti, che gli dona per il ritorno un otre in cui sono imprigionati i venti contrari. Ma, già in vista della patria, i compagni aprono l’otre liberando i venti che scatenano una tempesta. Dopo altre avventure, Ulisse e i compagni superstiti approdano nell’isola della maga Circe che trasforma in porci alcuni compagni dell’eroe. Obbligata la maga a ridare loro forma umana, Ulisse, dopo un anno di permanenza presso Circe, si reca nel regno dei morti dove riceve dall’indovino Tiresia consigli utili per il suo ritorno in patria. Dopo aver narrato le avventure con le Sirene, creature dolcissime che ammaliano i marinai con il loro canto e li fanno naufragare, e con Scilla e Cariddi, due terribili mostri che rendono pericolosissimo il passaggio attraverso lo stretto di Messina, Ulisse racconta l’approdo nell’isola di Trinacria (la Sicilia). Avendo i suoi compagni ucciso e mangiato alcuni buoi sacri al Sole, il dio, per punizione, suscitò una terribile tempesta. Dal naufragio si salvò solo Ulisse che, sbattuto sulla spiaggia dell’isola Ogigia, venne accolto dalla ninfa Calipso. PARTE 3 Il ritorno e la vendetta di Ulisse (Libro XIII-XXIV) Riportato in patria dai feaci, Ulisse, trasformato da Atena in un vecchio mendicante, incontra Telemaco, gli rivela la sua identità e progetta con lui la vendetta contro i Proci che vogliono il suo trono, sposando la regina Penelope. Sempre in veste di mendicante, si reca alla reggia dove solo il vecchio cane Argo lo riconosce appena prima di morire. Penelope, durante l’assenza del marito, ha tenuto a bada i Proci pretendenti alla sua mano, promettendo di scegliersi tra loro uno sposo, appena finito di tessere una certa tela per il suocero. A questa tela però lavorava di giorno disfacendo di notte il lavoro fatto: così la tela non progrediva. Ora Penelope propone ai Proci una gara con l’arco di Ulisse: chi riuscirà a tenderlo e a far passare una freccia attraverso gli anelli di dodici scuri otterrà la sua mano. Nessuno dei Proci riesce a superare la prova che viene, invece, superata dal falso mendicante. E’ il momento della vendetta: Ulisse fa strage dei Proci e delle ancelle infedeli. epica romana