Impegnati per il bene comune Spunti dal discernimento delle quindici Diocesi la parola del papa • «Continuate con energia a testimoniare l’amore di Dio anche con la promozione del “bene comune”: il bene di tutti e di ciascuno. Continuate ad offrire il vostro contributo per umanizzare gli spazi della convivenza civile. Suscitate una nuova generazione di uomini e donne capaci di assumersi responsabilità dirette nei vari ambiti del sociale, in modo particolare in quello politico, capaci di edificare una “vita buona” a favore e al servizio di tutti». [Benedetto XVI, Intervento, Aquileia, 7.05.11] il fondamento • centralità della persona umana = relazione di amore con Dio e con il prossimo • la qualità o capacità di vero ascolto e dialogo sociale dipende dalla natura di questa duplice relazione: • quanto più siamo aperti al dialogo con Dio, tanto più lo saremo con i fratelli (ma vale anche il reciproco è a partire dai fratelli che impariamo ad amare Dio) il fondamento • Cristo è il dialogo possibile con Dio e con i fratelli (con la creazione tutta): grazie a Lui, con Lui e in Lui siamo abilitati a vivere la comunione con il prossimo senza che questa diventi, in qualche modo, sopraffazione dell’uno sull’altro • in Cristo solo si può amare sempre e in forma autentica perché è il crocifisso-risorto colui che vince l’odio con l’amore e abilita a superare ogni paura egoistica il fondamento • radicati in Cristo siamo abilitati alla missione che è la nostra testimonianza intesa come risposta alla chiamata ricevuta • ciò che saremo in grado di testimoniare singolarmente e come Chiese dipende non principalmente dalla nostre buone intenzioni (le nostre progettualità) ma dalla risposta che sapremo dare all’amore che ci ha creati e redenti e di cui è costituita la nostra natura umana il metodo • in ascolto, senza timore: della Parola di Dio che si è fatta carne, presente nel mondo, annunciata e riconosciuta dalla Chiesa dell’uomo di oggi per condividerne gioie e speranze, tristezze e angosce ma con un messaggio di salvezza da proporre a tutti il metodo • con spirito di collaborazione e reciproco rispetto verso tutte le istituzioni sociali (comune, scuola, sanità) • con il coraggio dell’umile ma ferma denuncia di politiche che ostacolano il riconoscimento della dignità della persona umana ovvero del suo sviluppo integrale (le gravi ingiustizie) il metodo • con impegnativa ma doverosa declinazione dei principi di sussidiarietà e di solidarietà in ogni ambito della vita umana, con particolare riferimento alla famiglia e al lavoro • Con una rinnovata presenza dell’associazionismo laicale per una più efficace evangelizzazione il soggetto laicale • questo è il tempo di un nuovo stile di vita dei christifideles laici e non solo nella chiesa, ma sopratutto nel mondo, a partire dalla propria condizione di vita familiare sociale e lavorativa • nuovi stili di vita laicale che sotto l’azione creativa dello Spirito realizzino i consigli evangelici (battesimali): ascolto responsabile (obbedienza) essenzialità dei beni (povertà) fedeltà nei rapporti (castità) la testimonianza • a partire da questi doni battesimali si testimoniano la legalità, la solidarietà e la partecipazione che sono certamente i valori di una democrazia compiuta ma prima ancora sono la vita stessa della Chiesa la testimonianza • se il valore della povertà non consiste nell’indigenza ma nella relazione di libertà solidale con ciò che si possiede, la Chiesa, in tutti i suoi membri, è chiamata a testimoniare questo tipo di relazione libera • nei confronti dei poveri, non assistenzialismo ma solidarietà, ovvero responsabilità nel dare e nel ricevere la testimonianza • il valore dell’«obbedienza» nei confronti del prossimo (gli immigrati) e della nuova realtà multiculturale e multireligiosa è sì accoglienza e rispetto, ma anche promozione dei veri valori che la vita, le tradizioni culturali e le fedi religiose richiedono • sono dimensioni che hanno continuo bisogno di purificazione la testimonianza • il valore della fedeltà non è solo interpersonale ma anche istituzionale: vale per la Chiesa come per le istituzioni sociali e civili; ciò significa chiedere e stabilire collaborazioni istituzionali reciprocamente non strumentali • la fiducia nella responsabilità della res publica si fonda su questo valore di fedeltà al bene comune la parola del papa • «La missione prioritaria che il Signore vi affida oggi è quella di testimoniare l’amore di Dio con le opere dell’amore e le scelte di vita in favore delle persone concrete come i poveri, gli anziani, i malati, i disabili, (le parti più deboli del corpo ecclesiale: (cfr 1 Cor 12,15-27) ». [Benedetto XVI, Intervento, Aquileia, 7.05.11] la dsc • è una missione battesimale che si realizza a partire dalle condizioni di vita e dai luoghi in cui ciascuno vive e non si può ridurre alle sole forme della carità organizzata nelle parrocchie e nelle diocesi • la dottrina sociale della Chiesa che traduce il Vangelo della vita e dell’amore nell’oggi deve essere sempre meglio conosciuta e praticata collaborazione • le Chiese del Nord-Est con le loro risorse pastorali possono promuovere una migliore conoscenza della DSC favorendo la partecipazione alle esperienze di impegno sociale, mettendo in rete gli strumenti di comunicazione, favorendo la nascita e lo sviluppo di forme di aggregazione dei laici in ambito sociale e politico, partendo dalle nuove generazioni. la parola del papa • Da ultimo, raccomando anche a voi, come alle altre Chiese che sono in Italia, l’impegno a suscitare una nuova generazione di uomini e donne capaci di assumersi responsabilità dirette nei vari ambiti del sociale, in modo particolare in quello politico. Esso ha più che mai bisogno di vedere persone, soprattutto giovani, capaci di edificare una “vita buona” a favore e al servizio di tutti. A questo impegno infatti non possono sottrarsi i cristiani, che sono pellegrini verso il Cielo, ma che già vivono quaggiù un anticipo di eternità. [Benedetto XVI, Intervento, Aquileia, 7.05.11]