La distribuzione delle fasce sismiche in genere coincide con il decorso delle grandi catene montuose, delle dorsali oceaniche o delle fosse abissali. Nelle aree asismiche non si generano terremoti, ma non è detto che in esse non se ne risentano gli effetti che sono dovuti al propagarsi di vibrazioni provenienti da vicine zone sismiche. Che cos’è un terremoto? Un terremoto è una rapida vibrazione più o meno forte della crosta terrestre, prodotta da una rapida liberazione di energia meccanica in qualche punto al suo interno. L'ipocentro o fuoco di un terremoto è il punto in cui l’energia si propaga per onde sferiche che attraversano tutto il pianeta. Ogni anno si verificano in tutta la terra circa un milione di terremoti, in media uno ogni 30 secondi, solo qualche migliaio di essi è abbastanza forte da essere percepito dall’uomo e fra questi solo qualche decina ha un intensità tale da causare gravi danni Il modello del rimbalzo elastico Le rocce, sottoposte a qualche sforzo, si comportano in maniera elastica e si deformano progressivamente fino a raggiungere il limite di rottura. In quel momento nella massa rocciosa si innesca una lacerazione, una faglia, lungo il punto in cui le rocce possono scorrere le une contro le altre in direzioni opposte. Le due parti dell’originaria massa rocciosa, libere di reagire elasticamente, riacquistano bruscamente il loro volume e la loro posizione di equilibrio, con una serie di rapide vibrazioni, che si trasmettono alle masse rocciose circostanti. Secondo il modello del rimbalzo elastico di Ried, con il brusco ritorno delle masse rocciose all’equilibrio, l’energia elastica accumulata durante la deformazione si libera, in parte sotto forma di calore per l’attrito lungo la superficie della faglia, in parte sotto forma di violente vibrazioni. Queste si propagano verso tutte le direzioni, a partire da un certo volume di roccia: L’ipocentro Il ciclo sismico Nel ciclo sismico si distinguono due stadi: • Lo stadio pre-sismico in cui la deformazione elastica provoca variazioni in alcune caratteristiche delle rocce • Lo stadio post-sismico in cui l’area colpita va verso un nuovo equilibrio, attraverso scosse successive o repliche. Le onde sismiche Si distinguono 3 gruppi di onde sismiche: • Le onde longitudinali, dette anche di compressione o onde P • Le onde trasversali o di taglio dette anche onde S • Le onde superficiali dette anche onde di Love o onde L Le onde Longitudinali sono quelle onde al cui passaggio le particelle di roccia oscillano vanti e indietro nella direzione di propagazione dell’onda stessa. Sono le onde più veloci, si muovono nella crosta con velocità tra 4 e 8 km/h e si propagano in ogni mezzo. Le onde trasversali si formano in seguito allo scivolamento delle masse rocciose lungo il piano di faglia provocando deformazioni. Al passaggio di queste onde le particelle di roccia compiono delle oscillazioni perpendicolari alla direzione di propagazione; così la roccia subisce modificazioni di forma, ma non di volume. La loro velocità varia tra i 2,3 e i 4,6 km/h e non possono propagarsi attraverso i fluidi Le onde superficiali sono le onde che si propagano dall’epicentro lungo la superficie terrestre mentre si smorzano rapidamente con la profondità