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Definizione di mito e mitologia
Funzione del mito
Caratteristiche del genere
Mitologia greca
Mitologia romana
Mitologia egizia
Mitologia etrusca
Mitologia celtica
Definizione di mito e mitologia
• Deriva dalla parola greca mythos
• È un racconto particolare che riflette e le
esperienze, il modo di vivere e di pensare
del popolo che l’ ha prodotto
• Non è una creazione puramente fantastica
ma ha una “verità”da dire spesso molto
profonda (interpretazione fantastica del
reale)
Funzione del mito
• Il mito svolge una funzione in conoscenza
della realtà e nasce dell’esigenza di dare
una risposta a ciò che esiste e accade
intorno a noi. L’uomo infatti,fin dai tempi
più antichi ha cercato di scoprire il segreto
del mondo circostante e ogni,comunità
primitiva,priva delle conoscenze di cui oggi
disponiamo,ricorse a proprie
interpretazioni riconosciute vere e quindi
sacre
caratteristiche
• I miti dei popoli che non conoscevano la
scrittura sono stati tramandati oralmente e
solo in epoca recente sono stati trascritti
da antropologi ed etnologi.
• I miti greci e romani sono stati tramandati
in forma scritta da poeti e cantori.
LINGUAGGIO
• Il linguaggio è caratterizzato da frasi brevi
e semplici con abbondanza di nomi e
verbi.
• È ricco di parole ed espressioni che si
ripetono , così da permettere a chi
ascoltava la narrazione , di impararla
facilmente a memoria.
IL MITO GRECO
• La famiglia degli dei
• Gli dei Olimpici
• Strane divinità
La famiglia degli dei
• I Greci credevano in migliaia di divinità.
• Alcuni dei sono molto importanti e
venivano chiamati “gli Olimpici”.
• Le divinità più modeste,come le
ninfe,popolavano le rocce,le foreste e i
fiumi.
• Esistevano anche creature mostruose che
era meglio non incontrare sul proprio
cammino.
ZEUS
ATENA APOLLO
Gli dei Olimpici
• Vivevano sul monte Olimpo per questo
vengono chiamati Olimpici.
• Si nutrivano di ambrosia (cibo divino che
procura l’immortalità )
• Bevevano nettare .
• Zeus il loro re e li comandava tutti, ma gli dei
litigavano spesso fra loro e le loro avventure
non erano sempre semplici!
Strane divinità
• Intorno agli Olimpici
esisteva una folla di
altre straordinarie
divinità dai poteri
stupefacenti. I venti
obbedivano a
Poseidone che
scatenava a suo
piacere violente
tempeste.
• Gli eroi, metà dei e
metà uomini,
Le ninfe
• Le ninfe, belle l’una più
dell’altra, vivono centinaia
d’anni.
Le naiadi
• Le Naiadi sono le ninfe dell'acqua nelle sue diverse forme, e
personificano la fonte o il fiume che abitano, a volte
singolarmente, a volte in gruppo come sorelle. Godono di
grande longevità ma sono mortali.
• Nelle leggende e nelle genealogie dei mitografi la loro origine è
variabile: secondo Omero sono figlie di Zeus, per altri
discendono dal dio Oceano, oppure sono le figlie del dio del
fiume nel quale abitano.
• Ogni fonte ha una Naiade, protagonista della sua personale
leggenda, come nel caso della ninfa Aretusa, protetta da
Artemide e, come lei, sdegnosa dell'amore, la cui sorgente
sbocca vicino Siracusa.
• Le Naiadi avevano la fama di essere guaritrici e gli infermi
bevevano l'acqua delle loro fonti o vi si bagnavano. A volte,
invece, il bagno era considerato sacrilego ed era punito con
una vendetta, per lo più espressa in forma di malattia
misteriosa.
ATENA LA GUERRIERA
•
LA NASCITA DI ATENA
La prima moglie di Zeus era Meti, dea della saggezza e della prudenza.
Ma qualcuno avverte Zeus che il bambino che nascerà da loro lo
detronizzerà.
Per evitare questo destino, Zeus divora Meti appena sa che la dea aspetta
un figlio, ma viene subito colto da un terribile male di testa. Soffre tanto che
chiede ad Efesto, dio degli artigiani, di aprirgli il cranio. E dalla sua testa
esce Atena, con armi e casco, lasciando un grido di vittoria!
•
LA PROTETTRICE DI ATENE...
Dopo aver vinto un concorso contro Poseidone per diventare la patrona
dell’Attica (la regione di Atene),Atena diventa la protettrice di questa città.
Molti templi le vengono dedicati,in particolare il grande Partenone , e la dea
è celebrata in importanti feste pubbliche.
Atena si serve della sua intelligenza per aiutare gli eroi greci a superare le
peggiori difficoltà : grazie a lei Perseo può uccidere la Medusa , Giasone
riesce a costruire la nave che lo porterà alla conquista del vello d’ oro,
Ulisse rientra in patria ... ma quando è in collera questa dea può diventare
spietata.
Apollo
• Dio della luce e della bellezza, nonché della poesia e
della musica. Era figlio di Zeus e di Latona e fratello
gemello di Artemide. Secondo il mito Latona,
perseguitata da Era moglie di Zeus, trovò rifugio
nell'isoletta di Delos e qui mise al mondo i due
gemelli. Appena nato Apollo ricevette in dono da
Zeus una lira, un diadema d'oro e un cocchio
trainato da cigni, con i quali si recò dapprima nel
paese degli Iperborei e da lì a Delfi, suo principale
luogo di culto. Ancora oggi l'aggettivo apollìneo e
l'appellativo Apollo vengono utilizzati per designare
un giovane bello e dalle forme perfette, come lo
splendido dio greco
ZEUS
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Zeus, il re degli dei
Zeus ha liberato i fratelli e le sorelle. Questi decidono di allearsi con lui contro Crono.
Ora devono affrontare i Titani, che vogliono continuare ad essere i padroni dell’
universo.
Una lotta senza quartiere
Per dieci lunghi anni, due eserciti eccezionali si affrontano, quello dei Titani e quello
degli Olimpici, composto da Zeus, dai suoi fratelli e dalle sue sorelle.
Sono tutti così potenti che nessuna parte ottiene vittoria decisiva sull’ altra.
Come avere la meglio?
Zeus chiama a raccolta i Ciclopi e i Centimani e trova in loro alleati di grande valore. I
tre Centimani, da soli, sono terribili come un intero esercito. Ognuno di loro infatti può
lanciare cento pietre alla volta, mentre Zeus scaglia tanti fulmini che le foreste si
incendiano e la Terra è sconvolta dai tuoni. Finalmente i Titani sono sconfitti e
precipitano nelle profondità della Terra da dove non usciranno mai più.
I Giganti
Zeus e i suoi devono ancora i Giganti, ma alla fine gli dei dell’ Olimpo escono vincitori
da questa lotta divina e si dividono l’Universo: Zeus regnerà sul cielo, Ade sul mondo
sotterraneo e Poseidone sul mare.
Giasone e gli Argonauti
è figlio di Esone ,re di Iolco , una
piccola città del Peloponneso, il
giovane cresce lontano dalla città
,da quando lo zio Pelia ha
usurpato il potere.
All’età di 16 anni ,vuole restituire il
trono a suo padre e parte per
Iolco.
Lungo il cammino, perde un
sandalo .
Quando lo vede arrivare, Pelia si
spaventa:gli hanno predetto che
un uomo con un solo sandalo
sarebbe stato la causa della sua
fine.
Giasone è determinato e
coraggioso. Reclama dallo zio il
trono del padre. Ma Pelia prende
tempo: “Il trono sarà tuo, se mi
porti il Vello d’oro”. Sa che si
tratta di un’impresa praticamente
impossibile.
Questo Vello, che apparteneva a
un ariete magico, si trova molto
lontano, sulla riva opposta del Mar
Nero ed è sorvegliato da un drago
.Ma Giasone non si scoraggia e si
prepara per il viaggio.
Apollo
APOLLO
Apollo è dotato di mille talenti: questo figlio di Zeus, splendente
come il sole, è migliore dei musicisti e il più bello degli dei.
Possiede anche il potere di predire il futuro.
FIGLIO DI ZEUS E DI LETO
Era viene a sapere un giorno che la dea Leto aspetta un figlio da
Zeus, il suo infedele marito.Accecata dalla gelosia,ordina a tutte le
terre di rifiutare l’ospitalità alla rivale.Leto vaga per mesi alla ricerca di
un luogo dove partorire e si rifugia in fine su un arido isolotto, che
diventerà Delo,una delle più famose isole greche.
Là, mette al mondo due gemelli: Artemide e Apollo.
APOLLO A DELFI
Apollo rimane bambino per qualche
giorno.
Grazie al nettare e all’ambrosia, cibo
degli dei.
Diventa presto un bel ragazzo.
Suona così bene la lira che sarà il dio
patrono dei musicisti.
Si reca a Delfi, dove ha deciso di
stabilire la sua dimora: come tutti gli
dei, vuole che gli uomini lo venerino e
lo nutrano con le loro offerte.
Uccide il serpente Pitone che terrorizza
la regione e Delfi diventa il più famoso
dei suoi santuari.
Là il dio predice il futuro per bocca di
una donna chiamata Pizia.
Gli dei
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Ra
Osiride
Iside
Sobek
Horus
Thot
GLI DEI
Nell'Antico Egitto era solito adorare gli Dei
per garantirsi la loro
protezione, ma anche per scongiurare
eventi negativi.
RA
Personificazione del dio solare, degli
dei,associato ad Atum (il tutto) é,
il creatore dell'universo.
Viaggiava nel cielo con il suo equipaggio su
due barche: quella del giorno e
quella della notte.
Veniva ingoiato la sera da Nut e partorito la
mattina.
Da lui era stata emanata una figlia, Maat.
OSIRIDE
• Dio supremo del culto funerario giudice e
reggitore dei morti
• Uomo rappresentato come un falco o
uomo dalla testa di falco, barbuto,
• mummiforme, con la corona ,le mani
sporgono dal suo abito aderente e reggono
gli scettri a bastone da pastore e la frusta .
• La sua pelle è spessodi colore verde o
nero.
ISIDE
• Dea dell’amore divino e forza generante. Il
suo nome significa trono.
• È considerata un simbolo di fedeltà e di
protezione per i bambini.
• Sorella di Osiride, di cui è sposa,
SOBEK
Dio coccodrillo, connesso alle acque ed alla
fertilità. Più tardi dio
creatore.
«L'Egitto è bagnato dal Nilo per tutto il suo
corso», scrisse Erodoto al ritorno da un viaggio
nel paese delle Due Terre. Sin dalla preistoria, le
fertili acque del Nilo hanno garantito la vita
dell'Egitto, e i villaggi hanno sempre saputo
mantenere un perfetto equilibrio con il fiume che,
tra l'altro, è ricco di un gran numero di specie di
animali e di piante.
HORUS
Dio del sole, figlio di Iside e Osiride, regna
sull'Egitto dopo la morte del
padre. I faraoni sono considerati suoi
discendenti. L'animale a lui
associato è il falco.
THOT
Dio del tempo, della luna, della misura, delle arti
magiche e della scrittura della quale fu
inventore. Messaggero degli dei. Protettore di
Osiride e compagno di Ra durante il giorno.
Viene rappresentato con l'ibis o il babbuino.
Mitologia celtica
• La mitologia irlandese è la più antica a essere stata
scritta nella lingua del popolo e non in una lingua
classica accessibile soltanto ai letterati.
Le numerose leggende irlandesi sono frutto di
antiche tradizioni popolari più che di miti e
superstizioni.
Alcune storie compaiono in forma scritta a partire
dall'VII secolo, ma molte risalgono a ben più di 2.000
anni fa, quando i druidi le tramandavano oralmente
da una generazione all'altra.
Così come la mitologia celtica abbonda di guerrieri
temerari e gesta eroiche, anche le fiabe irlandesi
sono popolate da fate, folletti, spiriti e altre creature
soprannaturali.
ARAWN
Re dell'Annwn (l'oltretomba) e guardiano dei
luoghi pericolosi. Pregando questo Dio un
mortale potrebbe avere accesso alla
saggezza delle animArawn è anche signore
dell'inganno e del doppio gioco e fa di tutto
per accaparrarsi le anime dei mortali.
Meschino, crudele, affascinante, non ha un
aspetto vero e proprio, ma si presenta sotto
molteplici forme e aspetti. e degli antenati
assimilate da Arawn.
ARTIO
•
Dea della caccia e
dell'abbondanza, spesso raffigurata
come un'orsa (o in compagnia di un
orso). Il suo nome significa infatti
"orsa". Pare che il nome di Artù sia
collegato a questa divinità di cui ad
oggi non restano che pochissime
tracce.
EPONA
• Epona è la dea dei cavalli per
antonomasia, il suo nome deriva infatti
dalla parola celtica "epos" che significa
appunto "cavallo". Per i celti il cavallo
era molto importante, al punto tale che
essi non ne mangiavano per alcun
motivo le carni, per questo Epona era
una delle divinità più venerate.
• In origine era chiamato Dagodevos ed era la
principale divinità dei danesi che si spostarono in
Irlanda
Il suo nome significa "il buon dio" ed era associato
alla magia e all'abbondanza, egli infatti possedeva un
caderone magico chiamato Uldry che poteva nutrire
tutta la terra. Viene rappresentato con un'enorme
clava in mano, la quale ha una particolarità: quando
colpisce da una parte uccide i vivi e quando colpisce
dall'altra resuscita i morti.
BRIGIT
• Alta, forte o gloriosa", dea della sapienza, del
fuoco, del focolare domestico e della poesia.
Brigit è una delle divinità più complesse del
Pantheon celtico ma anche una delle più amate,
tanto che la Chiesa Cristiana per eradicarne il
culto la trasformò in Santa Brigida. Era una dea
una e trina, a volte legata a due "sorelle" e
talvolta veniva associata anche alla guarigione
ed alla fertilità tanto che la festa di Imbolc (1°
febbraio) era a lei dedicata in quasi tutta l'area
celtica
IL CULTO DELLA TESTA
• "…per i Celti la testa umana è venerata
sopra tutto, poiché la testa è l'anima,
centro delle emozioni così come di vita
in sè, un simbolo delle divinità
• La testa è un trofeo stimato nella
battaglia, le teste dei nemici sgominati,
vengono divise fra i Guerrieri e
conservate come bottino di guerra:
MITOLOGIA DELL’
ANTICA ROMA
• Romolo e Remo
• La storia di Enea
ROMOLO E REMO
•
La leggenda delle origini:
Enea, Marte e la Lupa
La leggenda vuole che i latini siano in qualche modo discendenti di
Enea, fuggito dalle ceneri di Troia e approdato nel Lazio, dove si stabilì
ed ebbe abbondante discendenza.
Ora, alcune generazioni dopo, in una delle città fondate dalla sua
stirpe (Alba Longa), accadde che il buon re Numitore fosse usurpato
dal fratello malvagio, Amulio. Questi imprigionò il fratello e ne uccise
la discendenza maschile, costringendo l'unica figlia superstite a farsi
vestale, titolo che imponeva il voto di castità.
Rea Silvia, questo il nome della ragazza, era una bella e innocente
fanciulla, che commise però il fatale errore di addormentarsi distesa
sulla riva del fiume: la bella non passò inosservata agli dei, visto che
di lì a poco passò Marte e molto ellenicamente la fece sua.
Da questa unione nacquero due gemelli, Romolo e Remo.
Amulio, venuto a sapere del fatto, fece uccidere Rea Silvia a
bastonate e ordinò ad un suo servitore di ucciderne i figli, ma il
servitore si impietosì e li abbandonò in un cesto di vimini in
una secca, in balia del loro destino fluviale.
La cesta si arenò, i due gemelli piangevano e il loro pianto
giunse alle orecchie di una Lupa che provvide a portare la
cesta nella sua tana e a svezzarne il contenuto.
Sennonché Faustolo, un pastore di passaggio, impietosito,
decise di portarsi a casa gli infanti. Qui trovarono finalmente
una mamma umana, Acca Larenzia, che sembra fosse la vera e
unica Lupa di tutta la storia (ovvero una prostituta), con buona
pace della corrente storico-animalista.
Romolo e Remo crebbero tra i pastori e si distinsero per forza e
coraggio (erano pur sempre figli del dio della guerra). Venuti a
sapere delle loro vere origini, si recarono ad Alba Longa, fecero
piazza pulita di Amulio e restituirono il trono al nonno Numitore.
A questo punto i due fratelli decisero di tributarsi il giusto onore
fondando una città nel luogo del loro ritrovamento, e
immancabilmente nacquero i primi dissapori per la supremazia di
quelle poche capanne che chiamavano città. Romolo voleva
chiamarla Roma, Remo invece Remuria, entrambi ispirandosi ai
rispettivi nomi. Romolo prevalse dopo essersi giocato il nome in
una serie di prove di abilità.
•
Trovato il nome occorreva fissare il quadrato delle mura: Romolo ebbe
la visione premonitrice di dodici avvoltoi roteanti sul suo capo
(mentendo al fratello che ne vide appena sei). Questo gli diede il diritto
di tracciare il solco con l'aratro e giurare davanti agli dei che nessuno
lo avrebbe mai oltrepassato senza il suo permesso. Accade però che il
solco fu attraversato per sfida proprio dal fratello, il quale venne
ucciso da Romolo secondo giuramento.
Così, secondo il mito, nacque Roma nel 753 a.C.
ENEIDE
• Protagonista dell’Eneide, poema epico in 12
libri scritto da Virgilio, è Enea, figlio di
Anchise e della dea Afrodite, sposo di Creusa
e padre Ascanio.
• L’opera narra delle peripezie che l’eroe deve
affrontare per arrivare nel Lazio, e le
successive guerre che deve condurre per
conquistarlo.
• Dopo aver lasciato Troia Enea, attraverso
mille peripezie, giungerà a Creta, ad Azio, in
Sicilia, terra dei Ciclopi, e a Cartagine. Qui la
regina Didone si suiciderà a causa dell’amore
non corrisposto che prova verso Enea.
Partito da Cartagine l’eroe troiano arriverà
infine a Cuma, dove verrà introdotto
nell’antro della Sibilla.
L’indovina lo porta con sé nel regno
dei morti, attraverso una grotta
profonda che termina in un
vestibolo. Da qui arrivano sulle
rive dell’Acheronte, dove le
schiere dei morti aspettano di
essere traghettate da Caronte.
Sulla sponda del fiume Enea
incontra Palinuro, suo
connazionale,e si intrattiene a
parlare con lui
. Caronte accetta di far proseguire la
Sibilla ed Enea solo dopo aver
visto il ramoscello d’oro, mentre
Cerbero viene zittito da una
focaccia drogata.
Giunti nell’antinferno, Enea incontra
Didone nei campi del pianto, ma la
regina non lo degna di una parola.
Successivamente incontra nei
campi degli eroi Deifobo, suo
parente, che gli racconterà l’ultima
notte di Troia e gli confermerà
inoltre l’investitura a restauratore
della gloria troiana.
Giungono infine a un bivio che
conduce da una parte al Tartaro
e dall’altra ai Campi Elisi.
Usando il ramoscello d’oro,
Enea apre i portoni dei Campi
Elisi, e finalmente raggiunge
suo padre Anchise sulle sponde
del Lete. Enea prova tre volte ad
abbracciarlo, senza mai
riuscirvi, e il padre spiega al
figlio il meccanismo della
reincarnazione: le anime,
purificate nel Lete, dopo cento
anni rinascono in altri corpi.
Anchise indica ad Enea le
anime dei futuri Romolo,
Cesare, Pompeo, Augusto e dei
due Marcelli.
• Una volta terminata la
spiegazione, Anchise
si congeda e la Sibilla
ed Enea tornano in
superficie.
• Enea prosegue il
viaggio e giungerà
alle foci del Tevere .
Sarà ospitato dal re
Latino e sposerà su a
figlia Lavinia
• Dopo la guerra con
Turno, re dei Rutuli,
promesso sposo di
Lavinia, Enea vince
e si celebrano le
nozze riportando la
pace nel Lazio
• Dal matrimonio
discenderà Romolo,
fondatore di Roma
• AITA Il dio etrusco
dell'Oltretomba. E' identico al
dio greco dell'Ade ed a quello
romano Plutone.
• ALPAN Dea etrusca
dell'amore e dell'Oltretomba, è
di solito ritratta nuda. Fa parte
delle Lasa.
• ANI Dio etrusco del Paradiso,
vive nei cieli più alti. Mostra
molte somiglianze con il dio
romano Giano.
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•
APLU Dio etrusco del tuono e del
fulmine. Aplu è di solito raffigurato
con una corona di alloro sulla
testa, mentre in una mano regge
un bastone e nell'altra un
ramoscello di alloro. La sua figura
ha molte analogie con il dio greco
Apollo.
ARTUME (o ARITIMI) Dea
etrusca della notte e della morte,
ma anche personificazione della
crescita e della natura. Può
essere comparata alla dea greca
Artemide.
ATUNIS La versione etrusca del
greco Adone, lo si può trovare
spesso in compagnia di Turan, la
dea dell'Amore.
•
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•
CHARONTES Demoni etruschi
della morte. Il loro nome lascia
trasparire un innegabile
connessione con il greco Caronte
ed il suo equivalente etrusco
Charun.
CHARUN Demone etrusco della
morte che tormenta le anime dei
morti nell'Oltretomba. Egli è anche
il guardiano dell'ingresso
dell'Oltretomba. E' simile al greco
Caronte. E' raffigurato con il becco
di un avvoltoio, le orecchie
appuntite ed è solitamente alato. Il
suo attributo è il martello.
CULSU Demone etrusca che
vigila l'ingresso dell'Oltretomba.
Suoi attributi sono la torcia e le
forbici.
• FUFLUNS Dio della
vegetazione, della vitalità e
della gaiezza, figlio della deaTerra Semia. Rgli presenta
molte somiglianze con Dioniso
e Bacco, rispettivamente gli
dei del vino greco e romano.
• HERCLE Eroe etrusco, figlio
della dea suprema Uni, simile
al l'eroe greco Eracle,
predecessore del romano
Ercole.
• HORTA Dea dell'agricoltura.
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•
MENVRA Dea etrusca somigliante
alla dea greca Atena, raffigurata in
modo simile (con elmo, lancia e
scudo). Come Atena, inoltre, ella era
nata dalla testa di un dio (in questo
caso Tinia). Assieme al padre e alla
dea Uni fa parte della triade di divinità
più importanti del pantheon etrusco.
Dalla sua figura deriverà la dea
romana Minerva.
NETHUNS Dio etrusco dell'acqua,
originariamente delle fonti ma più tardi
anche del mare. Presenta molti tratti in
comune con il dio greco Poseidoneed
è il predecessore del dio romano
Nettuno.Suoi attributi sono il tridente,
l'ancora, il cavallo marino ed il delfino.
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•
•
TINIA Dio supremo del Cielo, che vive
nella parte settentrionale del cielo. Con
sua moglie, Uni, e la dea Menvra,
forma la triade più importante del
pantheon etrusco. Suoi attributi sono
un grappolo di fulmini scintillanti, una
lancia e uno scettro. I romani lo
equipararono con Giove.
TURMS Dio etrusco che guida i morti
nell'Oltretomba. E' il messaggero degli
dei e, come il suo equivalente greco
Ermes, egli indossa scarpe alate e
porta con sè un bastone da araldo.
UNI La suprema Dea del pantheon
etrusco. Ella è la dea del Cosmo.
Insieme al marito Tinia e alla dea
Mnevra forma un importante triade.
Suo figlio è l'eroe Hercle. Uni si
identifica alla dea greca Era e a quella
romana Giunone.
• VOLTUMNA (o
VELTHA) Voltumna, conosciuto
anche come Veltha è un dio
indigeno degli etruschi, la cui
figura non ha subito influenze di
origine greca, e che più tardi fu
elevato al rango di Dio
supremo. E' anche il dio patrono
della federazione delle dodici
città-stato etrusche. Il centro del
suo culto era in Volsini. I
Romani lo chiamarono
Vertumno.
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Mito e la mitologia greca 2 - Istituto Comprensivo di Santo