Susanna Bocz Sinestesie e metafore cromatiche: analisi di alcuni esempi italiani e ungheresi a confronto Visione Fotorecettori retinici >>>6 milioni di coni e 125 milioni di bastoncelli> gangli>> un milione di assoni del nervo ottico ecc-. >>Area IV Vista del cervello STUDI: Gladstone 1858; Evoluzionismo: Magnus 1877 differenze non ricettiva, ma terminologiche; Rivers : non evoluzionismo Berlin e Kay Basic colour terms 1969: parlanti arabi, bulgari, catalani, cantonesi, mandarini, inglesi degli Stati Uniti d’America, ebrei, ungheresi, ibibio (Nigeria), indonesiani, giapponesi, coreani, pomo (California), spagnoli del Messico, swahili (Africa orientale), tagalog (Filippine), thailandesi, tzeltal (Messico meridionale), urdu (India) e vietnamiti 1. Esistono delle categorie cromatiche che presiedono alla formazione dei cromonimi. 2. La comparsa dei diversi cromonimi segue un percorso evolutivo ben preciso. 3. Esistono cromonimi primari (o fondamentali) e cromonimi secondari. 4. Sembra esistere un rapporto di dipendenza tra numero di cromonimi e livello tecnologico. Maria Grossmann Colori e lessico: studi sulla struttura semantica degli aggettivi di colore in catalano, castigliano, italiano, romeno, latino ed ungherese (1988) >>220 crononimi>>classificati per tratti didtintivi Kolor + Gradazione, Valutazione, Derivazione, Classe semantica dei nomi reggenti Tendenza ad altre tonalità solo il 10% si presta a comparire in metonimici o metaforici arancione, argenteo, argento, azzurro, bianco, bigio, biondo, blu, canarino, candido, canuto, giallo, granata, grigio, imbiancato, livido, nero, oro, porpora, rosa, rosato, roseo, rosso, scarlatto, verde e viola>>queste 26 voci sono adatte a ospitare una stessa quantità di significati metonimici o metaforici (arancione, per esempio, vi è un solo esempio metonimico, mentre per bianco si attualizzano 126 combinazioni e configurazioni linguistiche con altrettanti significati non concreti) Arbitrarietà piano contenuto (Sto) LATINO ater niger italiano LATINO italiano nero albus candidus bianco •Ess: •italiano notte in bianco, per notte ‘trascorsa senza riuscire a prender sonno, passata in stato di veglia’; •ungherese sárga az irigységtől, per ‘essere giallo, logorato dall’invidia’; •inglese to feel blue, per ‘essere blu, di umore triste’; russo pozelenet’ot zavisti ‘essere verde, esasperato per l’invidia’ l’uso metaforico dei nomi di colore è un dominio guidato da regole che lo identificano e non è casuale l’associazione di un certo nome di colore con una certa espressione relativa a determinati sentimenti, emozioni, valori ecc BIANCO>> produttività la metafora della guerra: arma bianca; la metafora della medicina: buco bianco; la metafora della natura: vento bianco; metafore connesse a prodotti culturali: libro legato in bianco; la metafora del mangiare: pizza bianca; la metafora delle relazioni istituzionalizzate: matrimonio bianco; metafore connesse allo sport: rete bianca; metafore connesse al lavoro: cordaggio bianco; metafore connesse alla politica: semestre bianco; metafore connesse ad azioni ufficiali: cambiale in bianco •DISTINZIONI •Metonimie >>referente interno (1, 2 )/referente esterno (3) •Metafore >>4 e 5 •1. colletti bianchi/fehérgallérosok gli impiegati e i tecnici (contrapposti a colletti o tute blu ‘gli operai’) (Devoto, Oli, 2004-2005); •2. padri bianchi/fehérbarátok i religiosi della Società delle missioni africane (per l'abito che portano, simile a quello degli arabi) (Battaglia, 1961); • 3. settimana bianca/síszünet periodo di vacanze di sei giorni trascorso in montagna e dedicato allo sport sciistico (Devoto, Oli, 1990); •4. arma bianca/szúrófegyver quella che ferisce di punta o di taglio (spada, scimitarra ecc.) (Oli, 2004-2005); •5. partita in bianco/gól nélküli meccs quella finita senza gol (Devoto, Oli, 1990) Tesi • • • • • 1. solo alcuni nomi di colore sarebbero soggetti al fenomeno della metaforizzazione e tra questi i più consistenti sarebbero i nomi di colore basico 2. non tutte le espressioni cromatiche prese in esame sono uguali e non tutte sono da considerarsi metaforiche 3. i significati traslati ossia metonimici e metaforici ricavati dall’esame dell’italiano sono presenti anche in ungherese ma in numero molto più ridotto 4. le metafore cromatiche che sono sinestesiche non possono essere considerate vere metafore, se non parzialmente, perché l’elemento cromatico in qualche modo ha a che fare con l’esistenza concreta del color bianco 5. il rapporto tra la funzione cromatica e la designazione del colore tramite un oggetto di riferimento deve essere complementare CLASSIFICAZIONI In italiano solo i nomi di colore basici e tra questi solo sei – bianco, nero, rosso, giallo, verde, azzurro – soggiacciono produttivamente al fenomeno della metaforizzazione. I. bianco, nero, rosso, giallo, verde, azzurro (grigio) (182). Nel secondo gruppo tra i nomi di colore l’uso metaforico non è produttivo. II. marrone, viola, rosa (arancione) Nome di colore Designazione del colore attraverso un oggetto di riferimento Predisposizione bianco – + nero – + rosso – + giallo – + verde – + azzurro – sporadicamente grigio – + (arancione) + – marrone + – viola + sporadicamente rosa + sporadicamente alla metaforizzazione Ne è una riprova il fatto che gli aggettivi che indicano il colore tramite un oggetto di riferimento occupino obbligatoriamente una posizione post-nominale nel sintagma (22) Ho comprato una sciarpa arancione/marrone/viola/rosa. La posizione prenominale sarebbe deviante. (23) *Ho comprato una arancione/marrone/viola/rosa sciarpa. Mentre nel caso degli aggettivi connotativi la posizione prenominale è normale. (24) Quando ti sposi con quella bella ragazza? In più questi aggettivi di colore non si accordano al plurale con il nome cui si riferiscono. (25) Per il matrimonio di Alberto tutti indossavano i pantaloni arancioni/*marroni/*violi/*rosi. Un meccanismo simile si avverte anche nel caso dell’ungherese, ma sul piano ortografico e non morfologico. In ungherese l’aggettivo si trova obbligatoriamente in posizione prenominale e i due elementi del sintagma sono sempre distaccati ortograficamente l’uno dall’altro. (25) Láttam a Ferrari kék fényét. ‘Ho visto la luce blu della Ferrari’. (26) Tegnap láttam a Kékfényt a tv-ben. ‘Ieri ho visto la Luce Blu alla televisione’ Conclusioni 1. i nomi di colore del primo gruppo (basici) possono far parte produttivamente di un’espressione sinestesica, perché quelli del secondo gruppo per eccellenza non possono coinvolgere nessun senso specifico, visto che designano il colore tramite un oggetto di riferimento; 2. possono essere considerate parzialmente metaforiche perché il colore concreto in qualche modo è presente; 3. il nome di colore bianco in certi casi può avere anche funzione superlativa oltre a indicare l’esistenza di un referente esterno Marco Mazzeo . Un senso isolato? Olfatto e sinestesia>> Olfatto isolato, ambivalente (sacro e lusso)afasico(senza parole indicibile a favore della tesi più forte: l’olfatto è un senso sinestetico sia in entrata (è interferito da altri sensi) sia in uscita (interferisce con altre percezioni) Come nel caso vista /udito>>Entro in una stanza illuminata da una pervasiva luce blu. Dagli altoparlanti fuoriesce un suono che mi sembra avere una tonalità piuttosto bassa. Poi la musica si interrompe e la luce cambia, diventa gialla. Il suono che si diffonde nell’ambiente a questo punto sembra più alto del primo Gusto e Olfatto • Numerosi esperimenti dimostrano l’interdipendenza tra le percezioni olfattive e i cinque sapori fondamentali (oltre al dolce, il salato, l’amaro, l’acido e l’umami) • “Aumento della dolcezza” (sweetness enhancement)>> l’odore di fragola potenzia la sensazione di dolcezza legata a uno stimolo gustativo come il sucrosio ma non di uno salato come il cloruro di sodio. Il sapore dolce, a propria volta, non è esaltato da altri odori (tipo quello del burro di arachidi: Frank, Byran, 1988). Viceversa l’esposizione contemporanea di un soggetto a un odore dolce e a un sapore amaro diminuisce la sensazione di amaro legata per esempio all’ingestione di acido citrico (Stevenson et al., 1999) • Memoria + gustativa • per molte comunità e molte lingue “avere sapore” ed “essere dolce” sono nozioni che si identificano Tatto e Olfatto • • • Il nervo trigemino contribuisce alla percezione odorose inserendovi un costituente tattile L’analisi cinematica dei movimenti della mano ha mostrato che il tempo e l’ampiezza di apertura della mano sono più ampi nel caso di congruenza olfattivo/visiva (forma visiva di un oggetto piccolo/odore di un oggetto piccolo), mentre nel caso opposto la sequenza motoria manuale è meno ampia e più breve Campioni di stoffa sono giudicati più soffici in presenza di odore di limone che di un odore, sgradevole, di tipo animale Vista e Olfatto • Una rassegna recente mostra che l’influenza del colore sull’identificazione degli aromi è un fenomeno attestato, mentre l’influenza del colore sull’intensità aromatica è controversa • esperimento vino rosso con 54 soggetti Udito e Olfatto • Il tubercolo è una struttura che si trova tra il bulbo olfattivo e la corteccia cerebrale, presente in tutti i mammiferi e, sebbene con dimensioni ridotte, anche nei mammiferi microsmatici (come l’uomo) • • Belkin et al. (1997)>> venti fragranze usate comunemente in profumeria e proposta suono >> Si adatta o meno al profumo? È meglio più basso o più alto = scale associative statisticamente rilevanti e piuttosto stabili: lo zibetto e il caramello erano spesso legati alle frequenze più basse, l’anice stellato e la lavanda a quelle centrali, l’incenso e il bergamotto alle frequenze più alte>> risultato non idiosincratico • Esperimento patatine fritte (le Pringles)>> croccantezza (Zampini, Spence, 2004) • Superamento atteggiamento squalificante dell’odorato Isotopia (Greimas 1966) • Percorsi testuali in cui ricorrono gli stessi elementi o contenuti. La nozione di isotopia rinvia a una concezione del significato come "effetto del contesto", cioè come qualcosa che non appartiene alle parole prese singolarmente, bensì che risulta dai loro rapporti all'interno dei testi. • La funzione delle isotopie è quella di facilitare l'interpretazione dei discorsi (o dei testi); in effetti, ciascuna di esse individua un contesto di riferimento "condiviso" da più parole, che non deriva però dai loro specifici significati. Ciò nella logica che l'insieme è qualcosa di diverso dalla sommatoria dei suoi elementi. ISOTOPIE >>>>>CONVERGENZE>>>> CONTINUUM VERBALE NON VERBALE Esempi testi >Isotopie multimodali e sinestesiche • L’olfatto si qualifica così come un senso atto a captare la soave fragranza del divino; può condurre a percepire la santità, cioè l’invisibile, l’impalpabile, l’ineludibile: il profumo è un senso profondo, e la comunicazione con il sacro – l’odore di santità, ma anche il fetore che rivela la presenza del diavolo – passano innanzitutto per il canale olfattivo (Greimas 1987, p. 53). • Anita Macauda Vedere l’odore. Analisi semiotica dell’Assunzione di Nicolas Poussin I nomi del pane: isotopie Vs pain rassis / pane raffermo Vs Marinetti: monoplani ad eliche 1987 rotopan pane a girelle peter pan ISOTOPIE >>>>>CONVERGENZE Isotopie sinestesiche Gianfranco Marrone . Interno/esterno: un modello d’analisi testuale per la sinestesia Corpi parlati (o raffigurati) a partire da corpi parlanti (o raffiguranti) • Differenza di principio fra corpo rappresentato (a livello dell’enunciato) e corpo rappresentante (a livello dell’enunciazione)>>>tracce nell’enunciato, nel corpo di cui stanno in qualche modo parlando o raffigurando • La sinestesia non è semplicemente la rappresentazione esteriore di un senso attraverso un altro (come quando si dice che l’immagine di una bottiglia umida dà l’idea del freddo), ma il riuso di una forma sintattica attraverso altre sostanze sensoriali, una specie di riemersione di quel sensorium commune corporeo a partire da cui i modi del sensibile possono differenziarsi • Olfatto>>respirazione >>> SINTASSI Figurative La questione che si pone, dal punto di vista della semiotica, è quella di predisporre modelli d’analisi che possano mettere in correlazione le problematiche antropologiche e filosofiche relative alla corporeità, apparentemente astratte, con la realtà testuale, mettendo in collegamento sensorialità e discorsività >>>>>>>Ricerca di impronte Fontanille 2004 Inside cromatismi (beige marrone ; femm/masch; dentro/fuori; inscatolamenti spaziali; ogni corpo, ogni elemento del testo è esterno e interno al tempo stesso bersaglio corpo che percepisce effluvio impronta organica penetrazione - diffusione - emanazione nascita degradazione decomposizione sorgente corpo percepito Stanza 1 Effluvio>> movimento 2 Dietro la tenda 3 Tavolo/bottiglie/pelle>> inversione dentro fuori 4 spazio >Enunciazione Giovanni Zaganelli La sinestesia tra narrazione e descrizione Oralità >> dal Designatum al Disegnatum Pubblicità >> dal Disegnatum al Designatum Prospettiva semiotica • Parry (1932) Havelock (1963; trad. it. 1973)>> Narrazione epica , omerica consisteva nel coinvolgere l’uditorio facendo in modo che la scena fosse udita non solo tramite la voce del cantore stesso, ma anche direttamente dalle voci dei protagonisti della storia • L’intreccio tipico dell’epica omerica è a scatole una dentro l’altra >> Scatti fotografici • • Sinestesia >> Ecfrasi>> immagine, fotografia tende a riprodurre tramite il sistema linguistico scene vivide senza alcuna contropartita visiva percepibilmente presente nel testo>> imitazione realtà • Ipotiposi>> descrizione dettagliata di una persona, di una situazione, di un oggetto, caratterizzata da vivacità e concretezza di particolari , cinema>> effetti di reale (Flaubert) (Purg. VI, 64-66): «Ella non ci dicëa alcuna cosa, Ma lasciavane gir, solo sguardando A guisa di leon quando si posa») • Pubblicità >> ecfrasi inversa Illy caffè e Icotesti Dina Riccò Accesso sinestesico ai contenuti visivi. La ricerca sulla sinestesia nel design della comunicazione >> autodiacronia Anni ‘80: Bruno Munari “non progettare solo per la vista” • l’exhibition design, ovvero lo spazio espositivo inteso come luogo di orchestrazione di percezioni e azioni dei visitatori; • l’oggetto sinestetico, nelle sue relazioni percettive e comunicative con il fruitore; • lo spettacolo sinestetico, quando, come nella performance, nell’happening, intervengono le gestualità e i movimenti del corpo; • la conduzione sinestetica, l’idea di orchestrazione registica, la pianificazione temporale e il progetto di atmosfere sensoriali nei mass media, nell’arte e nella pubblicità; • le relazioni sonoro/visuali, nei sistemi di notazione della musica e della scrittura (poesia sonora, musica da vedere, parola musicale, sonorità verbali); • e infine le relazioni fra sinestesia e linguaggio, lì intendendo sia le espressioni della letteratura, sia i processi cognitivo/percettivi sottesi; Differenza fra traduzione sinestesica (audiodescrizione) del film tratto dal romanzo Cecità di Saramago l’audiodescrizione portoghese dice «Na mesa, um prato com batatas cruas» (Sul tavolo, un piatto con delle patate crude), mentre la versione inglese, della stessa scena, ci dice che quelle rappresentate sono «oranges» (arance) VS sintesi sinestesica : Fabiani; Gill; film Mojito design for all >> test solo audio e poi audio/visivo >> il regista Stefano Bruno ha scritto “Se gli occhi sono lo specchio dell’anima le orecchie sono la via più breve per toccarla” Titti Fabiani, Jazz Power (1971). Eric Gill, L'occhio e la mano (1908),