Linee Guida Negoziazione
Sociale 2014
Documento SPI CGIL Lombardia
Riunione del 21 maggio 2014
1
Criticità della negoziazione sociale
Molto labile il rapporto con le altre categorie della
CGIL sui temi della negoziazione sociale
 Poca consapevolezza sull’efficacia della stessa su temi
quali :
 La qualità e le tariffe dei servizi comunali
 Interventi a tutela delle fasce deboli


E’ inoltre necessaria una maggior condivisone con
cittadini e iscritti nella costruzione delle piattaforme.

Ulteriore criticità da quest’anno Il Patto di stabilità si
deve applicare a tutti i comuni sopra i mille abitanti
2
Proposte per la negoziazione
sociale

E necessario quindi :

Stimolare il protagonismo di pensionati e lavoratori nella stesura
delle piattaforme
Superare i confini della stessa per occuparsi di :
Dissesto del territorio
Interventi sulla sicurezza delle scuole e degli altri edifici pubblici
Risparmio energetico e sue politiche
Costruire sintonia con il piano del lavoro
Promuovere gli stili di vita per combattere l’aumento delle
patologie croniche
Utilizzare le nuove opportunità quale l’aumento del limite di
indebitamento dal 6% all’8% di quest’anno e la possibilità di
contrarre nuovi mutui







3

Bilancio della negoziazione sociale
2013
Da tempo SPi CGIL, Fnp CISL, UILp e Uil
Lombardia sono impegnate nella
negoziazione sociale con le realtà locali .
 I risultati fin qui raggiunti ci dicono della
bontà di questo lavoro , anche se la
situazione difficile che vivono molti dei
nostri concittadini travolti da questa crisi
economica e di sistema non ci può
lasciare né tranquilli né indifferenti.

4

L’anno scorso si è chiuso con una leggera flessione per il
numero degli accordi sottoscritti, il risultato è frutto di
una forte crisi economica che oramai da sei anni sta
colpendo il nostro paese.

I tagli pesanti operati dal governo e dalle varie
autonomie locali hanno finito per incidere pesantemente
anche sulle politiche sociali decise a livello comunale, se
pur in presenza di margini di manovra che ancor di più
dovranno essere perseguiti nel 2014.

Si è notata una incapacità di comprendere come in un
momento come questo sia indispensabile superare i
piccoli localismi e sviluppare politiche soprattutto nel
campo sociale all’interno dell’unione dei comuni o nei
Piani di zona , per avere una capacità di risposta ben più
ampia e soprattutto cercando di uniformare gli interventi
e i livelli di compartecipazione alla spesa
5
Orientamenti e contributi alla negoziazione sociale 2014

Nel definire un documento che elenchi le possibili priorità di tale
negoziazione ci poniamo un primo obiettivo , la negoziazione sociale del
2014 dovrà interessare un numero maggiori di comuni lombardi,comuni
che in buona parte si misureranno con le prossime elezioni amministrative
,dalle quali verranno eletti molti nuovi amministratori ,con loro ci dovremo
confrontare partendo sicuramente da quelli più importanti, ma senza
dimenticare nemmeno le realtà più piccole, importanti saranno anche le
tempistiche che qui brevemente elenchiamo per produrre una
contrattazione utile ed efficace .

Nostro compito dovrà essere quello di aprire nuovi canali di confronto
sociale , partendo dalla definizione di documenti condivisi con le
associazioni degli Enti locali a livello regionale, ma anche e soprattutto
provinciale.

Con i singoli comuni inoltre si dovrà cercare di costruire rapporti stabili di
confronto e dove possibile di negoziazione dei temi a noi più cari e che
toccano gli interessi e i diritti delle persone anziane e delle persone più
fragili.
6

Tempi della contrattazione ,le scadenze di
bilancio
Previsione
31 dicembre
(il termine può essere
differito con decreto)
Rendiconto
30 aprile
Avanzo di
amministrazione
Assestamento
generale il 30
novembre
7

Ulteriori opportunita’ per la contrattazione
Le variazioni di
bilancio
Possono riguardare
le entrate
Per la salvagurdia
degli equlibri di
bilancio 30
settembre
Assestamento
generale 30
novembre
8

Nostro compito sarà anche quello di garantire la presenza al tavolo di tutti
gli interessi anche quello dei giovani che per noi rimane una priorità ,
perchè siamo ancor di più convinti che dare loro un futuro sarà il nostro
futuro.

Nella situazione pur difficile e complessa , in una situazione generale di
mancata definizione di entrate comunali certe dovremo comunque saper
coniugare due fattori , il governo delle rette e l’aiuto alla popolazione più
fragile.

Regione Lombardia ha messo recentemente a disposizione delle realtà
locali una cifra che sfiora i 47 milioni di euro , se a questi sommiamo le
risorse che i comuni non hanno speso nel 2013 per troppa prudenza
abbiamo un margine importante di manovra a favore delle persone che noi
rappresentiamo , risorse che devono essere assolutamente rivendicate e
utilizzate.

Di seguito la tabella con i Fondi 2013-2014 e per il fondo non
autosufficienza le proiezioni per gli anni 2015 e 2016 previsti nei
documenti di programmazione finanziaria.
9
fondo non
autosufficienza
ASSEGNATO A
FNPS assegnato alla REGIONE
Regione Lombardia LOMBARDIA
ANNO
FONDO NAZIONALE
POLITICHE SOCIALI
VALORE
COMPLESSIVO
FONDO NAZIONALE
NON AUTOSUFF
VALORE
COMPLESSIVO
2013 42.450.000,00
41.452.500,00
344.200.000,00
275.000.000,00
2014 37.160.477,00
51.714.000,00
317.000.000,00
350.000.000,00
2015
14.500.000,00
0
2016
14.600.000,00
0
10
indicatori economici
L’Unione Europea rinnova le stime della crescita del Pil a +1.2 nel
2015: "Dopo la forte recessione del 2012-13, si prevede una lenta
ripresa nel 2014 sostenuta soprattutto da domanda esterna".
 Le nuove stime della Commissione UE sull'Italia lasciano quindi la
crescita invariata a 0,6% nel 2014 e 1,2% nel 2015.
 E’ previsto anche un aumento del debito pubblico italiano nel
2014. La Commissione Ue rivede al rialzo le stime e spiega che,
dopo il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione,
toccherà il nuovo record di 135,2% del Pil per poi scendere a
133,9% nel 2015 grazie ad avanzo primario, crescita e
privatizzazioni previste nella seconda parte del 2014.
 La Ue lascia invariate le stime sul deficit italiano: nel 2014 al 2,6%
e nel 2015 al 2,2%.


Il Documento di economia e finanza (DEF) stima che il PIL
dell’Italia cresca dello 0,8 per cento nel 2014 e dell’1,3 per cento
nel 2015.
11
indicatori economici primo bimestre 2014
DEBITO PUBBLICO
 è aumentato a febbraio 2014 di 17,5 miliardi (rispetto al gennaio),
raggiungendo un nuovo massimo storico a 2.107,2 miliardi (fonte:
Bankitalia). Secondo le previsioni il debito pubblico salirà al 130,8%
del Pil nel primo trimestre 2014, rispetto al 123,8% del primo
trimestre 2012.
PIL
 Nel quarto trimestre del 2013 il PIL italiano è tornato a crescere,
seppure in misura modesta 0,1 per cento sul periodo precedente.
PRODUZIONE INDUSTRIALE
 Nonostante il calo in febbraio, nella media del primo bimestre
dell’anno la produzione industriale è cresciuta dello 0,4 per cento sul
periodo precedente.
INVESTIMENTI
 Nel quarto trimestre del 2013 gli investimenti fissi lordi sono tornati
ad aumentare (0,9 per cento sul periodo precedente).
12
indicatori economici primo bimestre 2014
ESPORTAZIONI
 Nel quarto trimestre del 2013 le esportazioni di beni e servizi in volume
sono cresciute dell’1,2 per cento rispetto al periodo precedente.
CONSUMI FAMIGLIE
 Nel quarto trimestre del 2013 i consumi delle famiglie sono rimasti quasi
invariati (-0,1 per cento sul periodo precedente). Nei primi mesi dell’anno in
corso si sono manifestati segnali di minore debolezza dei consumi.
OCCUPAZIONE
 Nel quarto trimestre del 2013 il numero di occupati nel complesso
dell’economia, secondo quanto stimato nei conti nazionali, è diminuito
rispetto al periodo precedente (-0,5 per cento)
TASSO DISOCCUPAZIONE
 Tasso di disoccupazione, al 12,6 per cento nel quarto trimestre 2013 (12,7
marzo 2014).
POVERTA’
 Nel 2012 la povertà relativa coinvolge il 12,7% delle famiglie (9 milioni e
563mila) e la povertà assoluta il 6,8% (5 milioni in povertà assoluta).
13
indicatori economici
previsioni Istat

Nel 2014 si prevede un aumento del prodotto interno lordo (Pil)
italiano pari allo 0,6% in termini reali, seguito da una crescita
dell'1,0% nel 2015 e dell'1,4% nel 2016.

Nell'anno in corso la spesa delle famiglie, dopo tre anni di riduzione,
segnerebbe un aumento dello 0,2%. Nel 2015 si prevede un ulteriore
miglioramento con una crescita dei consumi delle famiglie pari allo
0,5%. La crescita della spesa delle famiglie è prevista raggiungere
l'1% nel 2016.

Nel 2014 è attesa una ripresa significativa dei tassi di crescita degli
investimenti (+1,9%) che si consoliderebbe nel 2015 (+3,5%) e nel
2016 (+3,8%).

Il tasso di disoccupazione al 12,7% nel 2014. Una stabilizzazione
dell'indicatore è prevista avviarsi nella seconda metà dell'anno con
riflessi sul 2015, anno in cui è attesa una riduzione del tasso al
12,4%.
14
indicatori economici
(previsioni REF /Ricerche per l’economia e la finanza)
15
Le entrate tributarie - 1

Le entrate tributarie e contributive nel periodo gennaio-dicembre
2013 mostrano nel complesso una contrazione dello 0,4 per
cento (- 2.412 milioni di euro)
16
Le entrate tributarie - 2

Nei dodici mesi del 2013 le entrate tributarie degli enti territoriali
segnano una crescita rispetto al corrispondente periodo dell’anno
precedente: si registrano entrate per 64.979 milioni di euro con
un aumento di + 1.064 milioni di euro (+1,7 per cento).
Contribuiscono positivamente al gettito delle entrate territoriali
l’addizionale comunale IRPEF (+655 milioni di euro, +20,3 per
cento) e l’imposta municipale propria per la quota di spettanza
comunale (+97 milioni di euro, pari a +0,6 per cento).
17
La Corte dei Conti sulla pressione fiscale
Audizione del 6 marzo sul federalismo fiscale

La forza trainante sulla pressione fiscale complessiva, cresciuta
dal 38% al 44% appare imputabile per oltre i 4/5 alla dinamica
delle entrate locali.

La quota delle entrate locali su quelle dell’intera pubblica
amministrazione si è più che triplicata: dal 5,5% del 1990 al 15,9
% del 2012.

Alla crescita delle entrate proprie ha corrisposto un
ridimensionamento dei trasferimenti statali. Ciò ha comportato
una significativa ricomposizione delle fonti di finanziamento degli
enti territoriali.

Ma tale forte crescita non sembra espressione di un effettivo
aumento di autonomia impositiva.
18
Il Patto di stabilità 2014 per i comuni
Sono soggetti al Patto di stabilità interno:
 Tutte le province e i comuni con popolazione superiore a 1.000
abitanti (ai sensi dell'articolo 31, comma 1, della legge n.
183/2011,), compresi gli enti locali commissariati per fenomeni di
infiltrazione di tipo mafioso;

le unioni di comuni formate dagli enti con popolazione inferiore
a 1.000 abitanti (in applicazione dell’articolo 16, comma 1, del D.L.
13 agosto 2011, n. 138). Alle predette unioni si applica la
disciplina del patto di stabilità interno prevista per i comuni aventi
corrispondente popolazione.

I meccanismi di calcolo degli obiettivi di saldo sono ancorati alla
capacità di spesa di ciascun ente locale, corrispondente al livello di
spesa corrente mediamente sostenuto in un triennio.
19
Il Patto di stabilità 2014 per i comuni
Studio Ance sulle risorse comunali bloccate dal Patto di stabilità

Una stima condotta da IFEL sulla platea dei Comuni soggetti a
Patto nel 2013, per i quali si dispone dei bilanci (ultimo
utilizzabile anno 2010), indica che a fronte di una disponibilità di
fondo di cassa di 13,2 miliardi di euro si rilevano residui passivi in
conto capitale per oltre 45 miliardi di euro, di cui 12,5 miliardi
avrebbero copertura attraverso il fondo di cassa.

La dimensione finanziaria dei ritardi di pagamento della P.A. nel
settore dei lavori pubblici ha raggiunto i 19 miliardi di euro ed è in
costante crescita.
20
Differimento dei bilanci di previsione dei comuni
conversione D.L. n° 16 - 6 marzo 2014 “disposizioni
urgenti in materia di finanza locale (…)”

Il termine per la deliberazione del bilancio di
previsione per l'anno 2014 da parte degli enti locali
e' differito al 31 luglio.
21
Fabbisogni standard dei comuni

La determinazione dei Fabbisogni standard punta a promuovere un uso
più efficiente delle risorse pubbliche e passa attraverso il D.Lgs. n.216
del 26/11/2010, pubblicato sulla G.U. n.294 del 17/12/2010.

Nel biennio 2011-2012, le funzioni per le quali sono stati individuati i
fabbisogni standard dei Comuni sono quelle di “Polizia Locale” e quelle
“Generali di amministrazione, di gestione e di controllo” (pari al 35%
della spesa corrente totale delle funzioni fondamentali dei Comuni).
Nel corso del 2013 sono state analizzate, a completamento del
processo di standardizzazione, le “Funzioni di Istruzione Pubblica”, le
“Funzioni nel settore sociale”, le “Funzioni nel campo della viabilità e
dei trasporti” e le “Funzioni riguardanti la gestione del territorio e
dell’ambiente” per i Comuni.
L’attuazione del D.Lgs. n.216 andrà a regime nel 2014 con l’entrata in
vigore dei Fabbisogni Standard per tutte le funzioni fondamentali.



Fonte - Sose (Soluzioni per il Sistema Economico S.p.A. – Min. Economia
Fin.)
22
Fabbisogni standard – l’incognita Province

Nel 2013 sono state analizzate le “Funzioni di Istruzione
Pubblica” quelle riguardanti la “Gestione del Territorio”, le
“Funzioni nel campo dei trasporti”, le “Funzioni nel campo della
tutela ambientale” e i “Servizi di Polizia provinciale” per le
Province.

Nel corso del 2014 si procederà al primo aggiornamento della
banca dati dei fabbisogni standard partendo dalle funzioni
fondamentali delle Province.

L’8 aprile 2014 è stato pubblicato il nuovo questionario unico per
le Province, FP10U.
23
Analisi delle partecipazioni dei Comuni Italiani
In particolar modo, i Comuni con più di 50.000 abitanti detengono
mediamente più di 11 partecipazioni in S.p.A. e più di 7 in S.r.l. Il dato, sebbene
di minore entità, è comunque di rilievo anche per i Comuni tra 30.000 e
50.000 abitanti e con meno di 30.000 abitanti. Si ricorda come con l’art. 14,
comma 32, del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, e successive modifiche, è
stato sancito che i Comuni con popolazione inferiore a 30.000 abitanti non
possono costituire società, con l’obbligo degli stessi di mettere in liquidazione,
entro il 30 settembre 2013, le società già costituite al 31 maggio 2010, ovvero
a cederne le partecipazioni.
24

Un fattore importante della negoziazione sociale 2014 sarà l’introduzione del
nuovo indicatore della situazione economica ISEE

A partire da luglio 2014 le amministrazioni locali dovranno applicare il nuovo
Isee , il primo elemento da assumere è che questo indicatore verrà assunto
come LIVELLO ESSENZIALE DI ASSISTENZA. A livello regionale è stato chiesto
un incontro per definire la possibile coesistenza dei due indicatori ISEE
nazionale e FFL lombardo.

Nuovo ISEE

Diventa un indicatore uniforme in tutto il paese e non potrà essere modificato
dalle singole amministrazioni nelle sue caratteristiche strutturali ,
individuazione delle prestazioni , scala di equivalenza famiglia di riferimento,
pertanto l’ISEE potrà essere solo migliorato

Il nuovo Isee dovrà esser applicato nei seguenti ambiti:
prestazioni sociali - intendendo tutte le prestazioni di servizi gratuiti o a
pagamento, nonché prestazioni economiche destinate a rimuovere situazioni di
bisogno difficoltà (escludendo quelle derivanti dal sistema previdenziale e
sanitario)
prestazioni sociali agevolate limitate a soggetti con particolari requisiti sociali
ed economici
25

prestazioni agevolate di natura socio-sanitaria, rivolte a persone con disabilità
e limitazioni dell’autonomia.

Sostegno e aiuto domestico per favorire la permanenza nel proprio domicilio

Prestazioni in strutture residenziali per chi non è assistibile a domicilio

Prestazioni per favorire l’inserimento sociale, compresi sostegni economici
(bonus, acquisto servizi).

Prestazioni rivolte a minori

Stante l’attuale formulazioni sono perciò escluse tutte le forme di valutazione
Isee ai fini della compartecipazione alla spesa sanitaria (benché su questo
aspetto sia in corso una possibile apertura da parte dei soggetti istituzionali, a
livello regionale infatti è stato già utilizzato con il precedente Isee)
26

Dunque il riferimento è circoscritto all’ambito sociale e
sociosanitario (quest’ultimo afferente alle situazioni di
disabilità e non autosufficienza

Alle regioni e ai comuni si offrono comunque margini di
intervento di notevole interesse. Gli enti territoriali
possono contribuire ad una migliore gestione ed a una
implementazione dello strumento.

Analogamente alle regioni i comuni - pur in assenza di
potere legislativo – hanno comunque potestà
regolamentare e possono intervenire a partire dalla
individuazione delle soglie Isee con le quali esentare e far
compartecipare i cittadini richiedenti prestazioni e servizi,
ovviamente come scritto in precedenza sarebbe più
razionale una concertazione sulla definizione delle soglie
con la Regione, o quanto meno attraverso l’individuazione
di bacini territoriali di distretto o piano di zona.
27

Un ulteriore intervento riguarda i benefici per i richiedenti
servizi e prestazioni, che possono essere incrementati da
parte del comune, sia sul versante della valutazione dei
requisiti di chi fa domanda di un determinato servizio o
beneficio, sia nella individuazione di particolari ambiti
sociali di riferimento (ad esempio tutelando specifiche
condizioni sociali delle anziane e degli anziani; le condizioni
sociali di lavoratrici e lavoratori, particolari situazioni delle
famiglie).

Tra le novità di maggiore rilievo dell’Isee c’è l’intervento
nell’ambito della non autosufficienza che incrocia gli
interventi di tipo assistenziale con quelli di tipo sanitario.
Per la parte assistenziale il nuovo Isee su questo versante
attua una vera riforma radicale stabilendo interventi mirati
al sostegno di due tipologie di disabilità: media e grave e
della non autosufficienza. Sono introdotte le franchigie
4.500 euro per disabilità media (maggiorata a 5.500 per i
minori); di 5.500 euro per la disabilità grave (maggiorata a
7.500 per i minori); di 7.000 euro per la non
autosufficienza (maggiorata a 9.500 per i minori).
28
Dunque un primo elemento fondamentale è l’individuazione delle
soglie Isee e dei livelli progressivi di compartecipazione che
tengano conto della reale situazione reddituale delle famiglie.
Gli interventi di carattere socio-assistenziale dei comuni

I comuni utilizzano l’Isee per i servizi sociali (Asili, nido, servizi
di assistenza domiciliare, mense, ecc)

Tra gli interventi sociali dobbiamo perciò inserire anche quegli
interventi che operano direttamente o indirettamente per il
sostegno al reddito e che vengono assegnati in base alla
dichiarazione Isee che vede la presenza diretta o indiretta dei
comuni nella gestione:
La Carta Acquisti ordinaria ( Isee 6.781,76 per l'anno 2014)
Nuova Carta Acquisti (Isee 3.000 euro per l’anno 2014)
I bonus gas ed energia (Isee 7.500 euro per il 2014 )

Ma i comuni utilizzano l’Isee anche per:
l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica (ERP)
agevolazioni per i trasporti locali
29
Utilizzo Isee da parte di enti e aziende



Rai – esenzione Canone TV (Isee 6.713,98 euro anno
2014)
Telecom – esenzione canone telefonico (Isee 6.713,94 euro
anno 2014)
Il primo elemento che emerge è quello di un utilizzo
dell’Isee con soglie molto basse di accesso a servizi e
benefici che nei fatti lo limita ad interventi di contrasto a
situazioni di estrema povertà, mentre rimangono fuori dai
benefici la gran parte dei lavoratori e pensionati che hanno
redditi da lavoro e pensioni medio bassi e che comunque
avrebbero bisogno di interventi di sostegno in grado di
alleggerire sia il peso del costo dei servizi di varia natura.
30
L’ IMPOSIZIONE FISCALE LOCALE E L’ISEE

I comuni utilizzano l’Isee anche per interventi che non rientrano strettamente
nella sfera di prestazioni sociali o finalizzate all’inserimento sociale di soggetti
in difficoltà. Questi interventi divengono oggi non solo utili ma fondamentali al
fine di salvaguardare i redditi da lavoro e pensione dal peso congiunto del
prelievo fiscale nazionale e di quello fiscale e tariffario locale.

La legge di stabilità per il 2014 ha introdotto la nuova imposta comunale unica
IUC, che di fatto è composta da tre livelli impositivi: la precedente IMU (che
però non grava più sull’abitazione principale eccetto che per le abitazioni di
lusso); la TARI, che sostituisce tassa sui rifiuti Tarsu la Tia e per ultima Tares;
la vera novità è costituita dalla TASI (Tassa sui servizi indivisibili comunali) a
cui sono chiamati a contribuire sia i proprietari di prima abitazione che glia
affittuari, in misura stabilita dal comune tra il 10% e il 30%. Per la TARI e la
TASI il comune ha facoltà di disporre l’utilizzo dell’ISEE ai fini della
concessione delle esenzioni ed agevolazioni che sono deliberate annualmente,
il regolamento comunale sui tributi definisce le modalità applicative e le forme
di agevolazione previste. La normativa in materia di TASI prevede che se il
comune dotta la possibilità di innalzare l’aliquota (per un massimo dello 0,8
per mille portandola al massimo del 3,3 per mille) il gettito di tali
incrementi sia utilizzato per operare delle agevolazioni per i possessori
31

dell’unica casa di abitazione con bassi redditi. Poiché la Tasi agisce
anche sugli affittuari è logico dedurre che debbano essere stabilite
forme di agevolazione anche per locatari.

Una importante novità adottata dalla legge di stabilità è quella di
prevedere l’utilizzo dell’Isee nella regolamentazione della TARI e TASI
ai fini della concessione di esenzioni e/o agevolazioni per i
contribuenti.

I comuni sono chiamati a definire parallelamente all’approvazione del bilancio
comunale di previsione anche le deliberazioni inerenti l’imposizione locale della
nuova imposta IUC e i relativi regolamenti applicativi. Si apre quindi su questo
versante una possibilità concreta di contrattazione ulteriore con le
amministrazioni comunali per la tutela delle fasce sociali più esposte
all’erosione fiscale locale.
32
La IUC






La nuova Imposta Comunale Unica IUC (legge
147/2013)
Ridisegna la fiscalità comunale
La IUC è composta da tre tributi
TARI (Tassa sui rifiuti)
TASI (Tassa sui servizi comunali)
IMU (imposta municipale Unica)
33
TASI
le agevolazioni previste
ANALOGAMENTE ALLA TARI IL COMUNE PUO’ PREVEDERE ESENZIONI
O AGEVOLAZIONI
 Il comune con proprio REGOLAMENTO può prevedere riduzioni
tariffarie in caso di:
a) Abitazioni con unico occupante
b) Abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale o altro uso
limitato o discontinuo
c) Locali diversi dalle abitazioni ed aree scoperte a uso stagionale o
uso non continuativo
d) Abitazioni occupate da soggetti che risiedano o abbiano dimora
per più di 6 mesi all’anno all’estero
e) Fabbricati rurali ad uso abitativo
Disciplina delle riduzioni che tengano conto della capacità
contributiva della famiglia anche attraverso l’ISEE.
34
applicazione TASI
dovendo adempiere alla previsione normativa, il Comune è tenuto
ad individuare i servizi indivisibili, la cui scelta è rimessa alla
discrezionalità dell’ente.
 La normativa lascia un ampia possibilità di disporre riduzioni, ma
una limitata possibilità di disporre esenzioni, giacché queste si
limitano ai casi previsti dal comma 679.


Le modalità di applicazione della detrazione sono liberamente
scelte dal Comune, il quale potrà decidere di applicare un
detrazione equivalente all’Imu (ovvero 50 euro per ogni punto di
aliquota) oppure una detrazione differenziata per scaglioni di
rendita catastale.

Volendo assoggettare ad imposizione gli inquilini, si ritiene che a
questi possa essere riconosciuta una detrazione per abitazione
principale, nella stessa misura o in misura differenziata, al pari di
quella riconosciuta per le abitazioni principali in proprietà.
(Fonte - Anci Emilia Romagna)
35
TASI
problemi aperti 1








Rispetto all’IMU non ci sono detrazioni fisse sull’abitazione
principale, ciò provoca in numerosi casi un sostanziale aumento
del prelievo.
Le seconde abitazioni subiscono un innalzamento del prelievo
fiscale.
Forte aumento del prelievo sulle tipologie industriali e commerciali
La legge di stabilità reintroduce l’Irpef fondiaria anche se ridotta
del 50% per le case sfitte.
L’IMU non è cancellata ma insiste su tutte le tipologie escluse le
prime abitazioni e rimane vigente per le prime abitazioni di lusso.
E’ facoltà dei comuni decidere se assimilare alla prima abitazione
l’abitazione delle persone non autosufficienti ricoverate in
strutture sociosanitarie residenziali .
La Tasi si configura come un tassa patrimoniale (Corte dei Conti)
La Tasi sarà per una parte a carico anche degli affittuari (in
precedenza versavano solo la Tassa sui rifiuti o la tariffa) il
comune ne dispone la percentuale di compartecipazione, in ogni
caso aumenta il carico fiscale su questa categoria.
36
TASI
problemi aperti - 2








L’incremento della Tasi che il comune può stabilire nel 2014 va a
finanziare le detrazioni sulle abitazioni principali:
Devono essere stabiliti i criteri per la concessione delle detrazioni e la
quantità delle detrazioni .
Esempio: aumento dello 0,8 per finanziare le detrazioni sulle abitazioni
di minor valore catastale (come es. il comune di Bologna).
Il comune per il 2014 ha differenti opzioni quindi in base a tali scelte si
aumenta o diminuisce il prelievo sui contribuenti e su particolari
situazioni dei contribuenti.
Può ad esempio essere utilizzato l’incremento sulle seconde case per
non aumentare il prelievo sulle prime abitazioni o viceversa.
Ve tenuto conto che anche i possessori di seconde case possono
comunque avere redditi non alti.
Vanno individuati i servizi che saranno finanziati attraverso la TASI
La contrattazione deve essere tarata sulla specifica realtà del comune
(valori catastali medi, costo dei servizi indivisibili, entrate tributarie,
ecc.)
37
TASI
problemi aperti - 2

Per le abitazioni in affitto c’è il problema della impossibilità di
versare l’acconto se il regolamento Tasi viene emanato dopo il 16
giugno.
38
TASI
alcune soluzioni adottate dai comuni





Comune di Bologna
Il nodo IMU e TASI è stato risolto in modo da garantire che tutti i soggetti
passivi della TASI, oltre ai proprietari di abitazione principale,
contribuiscano al finanziamento dei servizi indivisibili per consentire di
raggiungere così l'equilibrio di bilancio.
I residui 10 milioni mancanti saranno reperiti attraverso un aumento
dell'IMU sui beni strumentali all'attività di impresa, che verranno quindi
tassati, come tutti gli atri immobili diversi dalla prima abitazione con
l'aliquota ordinaria del 10,6 per mille. Non ci saranno aumenti di aliquota
per i proprietari di seconde case, in quanto in questo caso si è già
raggiunta l'aliquota complessiva IMU+TASI del 10,6 per mille.
Questa soluzione consente di mantenere invariata, sul livello fissato nel
2007, l'addizionale IRPEF allo 0,7 per cento, con soglia di esenzione ferma
a 12.000 euro, che permette di esentare circa 94.000 contribuenti
bolognesi dal pagamento dell'addizionale.
http://www.comune.bologna.it/news/bilancio-di-previsione-2014-2016la-presentazione-al-consiglio-comunale#sthash.JmBxRqJv.dpuf
39
L’imposizione comunale
mancanza di stabilità legislativa - 3
IMU
 il decreto legislativo n. 23 del 2011 in materia di federalismo fiscale
municipale ha istituito l'Imposta municipale propria – IMU.
Entrata in vigore con la legge 214/ 2011(art. 13 – commi 1-17) e’
stata applicata con imposizione anche sull’abitazione principale (non
era prevista nel Dlgs 23/11)
 Nel 2013 è stata soppresso il versamento sulla abitazione principale
 Abolizione prima rata (DL 102/2013 convertito nella legge 28
ottobre 2013, n. 124)
 Abolizione seconda rata (Consiglio dei Ministri 27.11.2013 n° 38 –
D.L. 133/2013 convertito nella legge 29 gennaio 2014, n. 5 )


L’IMU con la legge 147/2013 non è più sperimentale ma è parte
stabile dell’imposizione avviata con il nuovo tributo IUC.
40
IMU 2014 - 1
LA LEGGE DI STABILITA’ 2014 – LEGGE 147/2013
Commi 703 – 749
 L’imposta
municipale propria non si applica al possesso
dell’abitazione principale e delle pertinenze della stessa, ad
eccezione di quelle classificate nelle categorie catastali a/1 A/8
A/9 per le quali continuano ad applicarsi l’aliquota di cui al comma
7 (0,4%) e la detrazione di cui al comma 10 (200 euro)”
ANZIANI IN STRUTTURE RESIDENZIALI
 I comuni possono considerare adibita ad abitazione principale
l’unità immobiliare posseduta a titolo di proprietà o di usufrutto da
anziani o disabili che acquisiscano la residenza in istituti di
ricovero o sanitari in modo permanente.


Può essere considerata prima abitazione l’ unità immobiliare
posseduta da cittadini italiani non residenti a titolo di proprietà o di
usufrutto a condizione che non risulti locata.
41
IMU 2014 - 2

Nonché l’unità immobiliare concessa in comodato dal soggetto
passivo ai parenti in linea retta entro il primo grado che la
utilizzano come abitazione principale, prevedendo che
l’agevolazione operi limitatamente alla quota di rendita risultante
in catasto eccedente il valore di 500 euro

Oppure in caso il comodatario appartenga a un nucleo familiare
con ISEE non superiore a 15.000 euro annui.

In caso di più unità immobiliari l’agevolazione si applica ad una
sola unità immobiliare.
42
IMU E ANZIANI RICOVERATI IN STRUTTURE RESIDENZIALI

Anche con la riscrittura dell’IMU operata dalla IUC rimangono aperte alcune
problematiche che riguardano la popolazione anziana. Infatti la legge di
stabilità del 2014 conferma quanto era stato già definito con interventi
legislativi precedenti in materia di anziani e disabili ricoverati in strutture a
carattere residenziale. La casa d’abitazione principale delle persone ricoverate
viene infatti equiparata alla seconda abitazione. La normativa dispone quindi
che sia competenza dei comuni, attraverso i propri regolamenti di equiparare la
casa di proprietà alla prima abitazione e quindi godere della esenzione dal
tributo. ). Un primo elemento è dunque quello della verifica dei comuni che
hanno regolamentato già in precedenza l’equiparazione alla prima abitazione.
Per i comuni che non hanno fatto l’equiparazione si tratta invece di fare
acquisire questa impostazione.

Il tema incrocia l’Isee in quanto ai fini della esenzione anche in questo
frangente può essere utilizzato l’indicatore della situazione economica per
definire le aree di esenzione e in base alla situazione reddituale – patrimoniale
quelle di assoggettamento alla normativa nazionale. Va tenuto inoltre conto
che anche i parenti prossimi dei ricoverati sono chiamati a compartecipare alle
spese per chi è ricoverato in strutture residenziali, dunque il metro Isee può
costituire uno strumento utile per una compartecipazione che tenga conto
anche delle specifiche condizioni dei familiari (es. famiglie numerose, lavoro
precario
43
Dall’IMU alla TASI - 1








L’IMU sull’abitazione principale ha avuto un prelievo medio di 225
euro
Gettito complessivo abitazione principale 4 miliardi di euro circa
Con aliquota standard - al netto delle variazioni comunali - il
gettito è stato di 3,4 miliardi di euro. Un quarto delle abitazione è
risultato esente da IMU
600 milioni di euro sono derivati dalle variazioni di aliquota
disposte dai comuni.
Per classi di reddito il valore medio IMU è stato:
Fino a 10.000 euro di reddito = 187 euro
Tra 10.000 e 26.000 euro di reddito = 195 euro
Per compensare i mancati introiti del gettito IMU sulla prima
abitazione con il passaggio alla TASI, sono stati stanziati 500
milioni dalla Legge di Stabilità 2014 ai quali sono stati aggiunti
125 milioni portandolo a 625 milioni.
44
LA LEGGE DELEGA SUL FISCO

La recente legge 11 marzo 2014 n° 23 “Delega al
governo recante disposizioni per un sistema fiscale
più equo, trasparente, e orientato alla crescita”
inserisce anch’essa alcuni elementi di novità in
materia di fisco ed Isee. Il testo infatti all’articolo
2 sottolinea che nel prelievo ai fini
dell’abitazione principale vada tenuto conto
della tutela della prima casa e delle condizioni
socio-economiche e familiari dei contribuenti. A
tale scopo si indica come strumento di
valutazione l’adozione dell’Isee.
45
TUTELARE I REDDITI DA PENSIONE ATTRAVERSO UN
ABBATTIMENTO DEI TRIBUTI LOCALI

A livello comunale occorre agire sulla IUC e sull’addizionale
comunale utilizzando l’opportunità dello strumento Isee.

Abbattere il peso di parte del prelievo locale può consentire
dunque di recuperare importanti risorse per i pensionati. Alcuni
enti locali si sono già adoperati negli anni recenti per fare fronte a
questa necessità di sostegno ai contribuenti con bassi redditi.

In Lombardia abbiamo numerosi esempi di interventi a sostegno
dei redditi tramite l’alleggerimento del prelievo fiscale locale.
Come ad esempio il comune di Milano con gli sconti sulla Tares
graduati anche in relazione al numero dei componenti familiari.
Interessante anche il sistema del Comune di Bergamo che ha
erogato un contributo forfettario di 80 euro come recupero per i
contribuenti con indicatore Isee di 15.000 euro che avevano
versato l’addizionale comunale Irpef, la Tia e avevano usufruito di
un servizio comunale. Il contributo veniva poi maggiorato e
modulato in base ad altre variabili individuate dal regolamento.
46

Questa strada per un utilizzo dell’Isee ai fini
della maggior tutela dei redditi da pensione
è dunque concretamente percorribile,
ovviamente occorre una contestuale verifica
della veridicità delle condizioni socio
economiche dei richiedenti servizi e
prestazioni, ovvero attivare un sistema di
monitoraggio che consenta una valutazione
immediata dei requisiti, così come indicato
dal nuovo regolamento nazionale Isee. E’ qui
che si gioca la capacità del nuovo Isee di
essere realmente strumento non solo di
compartecipazione ma di equità e sostegno
verso le fasce sociali più disagiate
47




Individuazione delle priorità di intervento:
Povertà ,disabilità, minori ,compartecipazione
degli anziani alla spesa sociale nella
definizione dei nuovi regolamenti ISEE
Verifica con Regione Lombardia per definire
l’impatto del nuovo ISEE e del fattore
famiglia lombardo
Confronto con le OO.ss a livello locale prima
dell’adozione dei nuovi regolamenti ISEE
Accordo con anci Lombardia
48
49
Aumenta il peso del prelievo fiscale
con l’imposizione locale
Di seguito riportiamo quanto in media può incidere il peso dei prelievi locali
su un reddito medio da pensione Istat di 11.482 euro lordi annui di un singolo pensionato.
Addizionale regionale - aliquota 1,23
Addizionale comunale aliquota 0,8
TARI
due persone 90 mq
TASI con aliquota 0,25%
141,22
euro
91,85
euro
335,83
euro
252,00
euro
Tot. 820,09 euro
nel 2012 = 638,28
nel 2013 = 532,94 - (con Tares) escluso versamento Imu - prima abitazione
(*) con Mini IMU (media 40 euro) = 572,94 euro
50
Spazi di contrattazione sociale territoriale 1

La contrattazione deve tenere conto delle singole
specificità di ogni comune, della situazione economica,
finanziaria, patrimoniale.

Il prelievo fiscale locale va attuato garantendo due
presupposti fondamentali:

L’aderenza al principio della progressività del prelievo.

La tutela dei redditi da lavoro e da pensione più esposti
all’erosione.
Strumenti per l’equità:



Isee
Fondi di restituzione
Articolazione del prelievo
51
TARI
verifica se è stato già emanato il regolamenti attuativo comunale 2014. In
caso
fosse ancora stato
emanato
chiedere l’inserimento
di esenzioni ed
Spazi dinon
contrattazione
sociale
territoriale
2
agevolazioni per i pensionati. Possibilità di utilizzare l’Isee per la
concessione di agevolazioni in favore delle categorie sociali più deboli.
TASI
verifica se è stato emanato il regolamento attuativo comunale 2014.
Anche per la TASI sono possibili esenzioni ed agevolazioni. La
maggiorazione a carico dei comuni deve essere usata solo per garantire
detrazioni in favore delle fasce sociali più deboli con prima abitazione.
Anche in questo caso è possibile l’utilizzo dell’Isee. Tutela degli affittuari
soprattutto con bassi redditi, il prelievo previsto (tra il 10% e il 30%) ha
anche poca chiarezza nell’applicazione per il 2014.
52
IMU
Va verificata nel comune la situazione per i ricoverati in strutture
residenziali
se il comune aveva
deliberato
l’equiparazione
all’abitazione
Spazi di contrattazione
sociale
territoriale
2
principale, se non lo aveva fatto chiedere che sia emanata la deliberazione
di equiparazione con le possibili agevolazioni previste o aggiuntive in sede
locale.
ADDIZIONALE COMUNALE IRPEF
La nostra priorità in caso non avesse deliberato è che comune deve evitare
l’adozione dell’aliquota unica. Va chiesta l’adozione delle aliquote
progressive, per fasce di reddito, in analogia al sistema Irpef nazionale,
portando il maggiore prelievo sui redditi più alti e garantendo una
esenzione che tuteli al meglio i redditi medio bassi .
53
Somme recuperati con patti antievasione
54
PATTI ANTIEAVASIONE
Verificare se il comune ha aderito ai “Patti Antievasione” per il recupero
dell’evasione fiscale in
Spazi
dicon
contrattazione
sociale
-3
accordo
l’Agenzia delle Entrate.
Se il territoriale
comune non è aderente
chiedere che
aderisca al
patto antievasione .
fino a tutto il 2014 il 100% delle somme recuperate va ai comuni, è una occasione
da non
sciupare.
Oltre il recupero dell’evasione sui tributi nazionali i comuni possono attivarsi con
accordi con
a Regione per il recupero dell’evasione dei tributi regionali: Irap, Addizionale Irpef
regionale,
Bollo Auto ( vanno stipulati accordi con l’ente regione) .
E’ ovviamente possibile attivare se non già presente il recupero sui tributi comunali.
ISEE
E’ utile l’adozione dell’Isee al fine di tutelare le fasce di reddito medie e basse. La
legge di
stabilità 2014 estende il possibile uso dell’Isee anche ai fini della concessione delle
esenzioni
ed agevolazioni sui tributi locali TARI e TASI. La legge delega di riforma della
fiscalità n°
23/2013 individua l’Isee come strumento di tutela dei redditi più bassi ai fini del
prelievo fiscale
Locale.
55
POVERTA’

il primo problema rimane comunque quello della povertà , le
famiglie povere sono ormai 4 milioni nel nostro paese molte
quelle lombarde che spesso sono famiglie che devono questa
situazione alla perdita del posto di lavoro , la priorità è
rivendicare dai comuni e dai piani di zona interventi meglio se
programmati tesi a mantenere l’integrità dei nuclei familiari , la
salvaguardia dell’abitazione , la garanzia di poter soddisfare i
bisogni primari , quali il cibo o il riscaldamento e la possibilità di
mantenere i figli a scuola, o accudire le persone anziane presenti
nel nucleo familiare o presso le strutture residenziali.

In quest’ottica diventa strategico prevenire gli sfratti ,
promuovere buoni di aiuto all’affitto , politiche di contenimento
delle tassazioni , locali e delle tariffe dei servizi comunali con
aiuto alle situazioni di fragilità , quali il buono per il riscaldamento
o per i consumi energetici, per le situazioni più gravi si deve
prevedere anche il sostegno al reddito con tutte le forme
disponibili comprese convenzioni con super mercati o negozi
locali.
56
Situazioni di disabilita’ grave

Le delibere regionali appena promulgate ,
quali la 740 per le disabilità gravi , la 856 per
gli interventi alle persone fragili e i fondi
sociali per i comuni sono sicuramente un
valido aiuto , gli stessi fondi dovrebbero
essere confermati per il 2014 con un nuovo
finanziamento, cosa che si appresta a fare
anche il governo nazionale.
57
Trasporto Sociale
Rimane prioritario per noi il trasporto sociale da e per
i luoghi di cura , sempre più le strutture sanitarie e
socio sanitarie tendono ad accentrare i luoghi di cura
, spesso questi risultano lontani e poco serviti dai
mezzi pubblici , inoltre molti utenti anziani non se ne
possono servire visto lo stato di salute e le poche
capacita di autonomia che hanno.
 Per rispondere a tutto questo lo strumento del
trasporto sociale è assolutamente necessario e
strategico e come tale va implementato in una logica
di funzionamento tra più realtà locali.

58
Assistenza domiciliare

Sempre più necessario è inoltre creare le condizioni affinchè le persone anziane possano
vivere al loro domicilio , che banalmente deve essere reso idoneo , ma soprattutto gli
stessi devono essere supportati con servizi che superino la barriera della solitudine e siano
un vero aiuto , citiamo i servizi SAD , ma anche il tele soccorso , la medicina a domicilio , a
partire dai medici di base che devono essere disponibili a recarsi periodicamente dai loro
assistiti se impossibilitati a muoversi per verificarne lo stato di salute ,per altro questa
attività viene remunerata dalle ASL.

Ma ancora più nel dettaglio l’accesso all’acquisto dei farmaci presso le farmacie con la
consegna della ricetta e il recapito del farmaco , la prenotazione dell’esame preso le
strutture sanitarie e la garanzia dell’accompagnamento.

Va promossa l’attivazione dei centri unici di presa in carico delle problematiche sociosanitarie( punti unici del welfare) , questo in collaborazione con le Asl di riferimento.

Le politiche territoriali dovranno anche promuovere la realizzazione di quelle strutture
intermedie che vanno sotto il nome di residenzialità leggera , e soprattutto la messa
regime di ricoveri di sollievo che possano aiutare le famiglie nei momenti di maggior
bisogno , ricordiamo che le delibere regionali creano le risorse economiche per i buoni di
aiuto a queste politiche.

Nelle nostre iniziative non dovremo nemmeno dimenticare le buone prassi volte ad attivare
politiche per la promozione degli stili di vita , e progetti quali le città della salute.
59
Residenzialità

Particolare attenzione dovrà essere riservata
anche al governo delle rette all’aiuto per
quelle famiglie che devono sostenere spese
importati legate al ricovero di persone care ,
presso strutture quali le RSA.

Questo nel 20% dei casi rappresenta per le
famiglie lombarde il possibile rischio di casi
di nuove povertà.
60
Politiche dei redditi

Ma la nostra azione dovrà saper coniugare anche
altri temi , nella confusione generale delle nuove
tassazioni vanno governate le stesse con
politiche di redistribuzione del reddito atte a
garantire la salvaguardia delle fasce più deboli.

Il governo della tassazione delle irpef comunali e
degli sgravi .

Vanno promosse anche tutte quelle azioni
istituzionali di governo della spesa banalmente
con la condivisione nei piani di zona delle
politiche sociali e come spesso accade con la
necessaria messa in comune delle risorse
necessarie.
61
Il peso dell’evasione fiscale

La quantificazione del valore aggiunto sommerso è tra il 16,3 e 17,5%

IRAP evasa per 19,4%

IVA gettito perduto in valori assoluti 36 miliardi

IRPEF base imponibile evasa 13,5% (stima)

Mancati introiti fiscali per 170 miliardi di euro annui
Recupero fiscale negli anni recenti :
2009 = 9,1 mld; 2010 = 11 mld; 2011 = 12,7 mld; 2012 = 11 mld;
13,1 mld.
2013 =
62
patti antievasione comunali -1

L’85% dei comuni italiani (circa 7.000 su 8.101) sono collegati al portale
SIATEL con cui l’Agenzia delle entrate rende loro (gratuitamente) disponibili
la gran parte delle informazioni presenti in Anagrafe Tributaria:

dai dati di dettaglio delle dichiarazioni dei redditi ai modelli di versamento,
dagli atti di registrazione ai dati delle successioni, dai dati delle utenze
elettriche ai bonifici bancari versati per le ristrutturazioni edilizie, arrivando
di recente anche ai dati degli studi di settore.

Dal febbraio 2009 al febbraio 2014 sono state trasmesse circa 63.000 le
segnalazioni da quasi 900 Comuni; di queste segnalazioni oltre 10.000 sono
state già trasfuse in atti di accertamento con oltre 186 milioni di maggior
imposta. accertata: ciò significa che ogni segnalazione ha mediamente
consentito di accertare più di 18.000 euro di maggiori imposte. Il trend di
crescita del processo è stato costante dal 2009 ad oggi.

L’incasso è passato da appena 95.000 euro del 2009 (anno di inizio del
processo) ai 3,5 milioni di euro del 2010, ai circa 6,3 milioni del 2011 fino
agli 11 milioni del 2012.
63
Patti antievasione comunali - 2

il comune di Milano e quello di Bergamo hanno incassato rispettivamente
quasi 1 milione di euro, Bologna e Genova oltre 700.000 euro, Rimini oltre
600.000. E se queste cifre possono apparire esigue rispetto ai bilanci dei
comuni citati, gli oltre 800mila euro incassati dal comune di Formigine o i
530.000 incassati dal comune di Castel San Pietro Terme probabilmente
hanno consentito a questi ultimi di riprogrammare i loro investimenti locali.

Il nuovo Protocollo d’Intesa nazionale, di prossima emanazione, fra Agenzia
delle entrate, ANCI, IFEL e Guardia di Finanza rilancerà proprio le azioni di
formazione, quelle di aggiornamento ed evoluzione delle best practices
nonché quelle di predisposizione e diffusione di specifici percorsi
metodologici, al fine di indirizzare i Comuni alla trasmissione di segnalazioni
qualificate di qualità e in numero compatibile con le capacità operative delle
Direzioni Provinciali dell’Agenzia e dei Reparti della Guardia di Finanza. Al
centro di questo ulteriore passo avanti in direzione d’una piena integrazione
dei Comuni nella strategia antievasione un posto di rilievo spetta alla rete di
referenti.
Fonte – Audizione Direttore Generale Agenzia Entrate sul federalismo fiscale
marzo 2014
64
Somme recuperati con patti antievasione
65
Lotta all’evasione fiscale

Vanno adottate idonee misure di contrasto
dell'evasione fiscale e tariffaria locale e di
partecipazione alla lotta all'evasione dei
tributi statali, non solo per l’affermazione di
un principio di giustizia ed equità e
miglioramento dei processi di coesione
sociale, ma anche per il reperimento di nuove
risorse finanziarie. Estendendo , dove non
esistenti, i patti anti evasione e la verifica
puntuale delle dichiarazioni ISEE. I relativi
introiti devono trovare impiego nella spesa
sociale e devono essere condivisi e fatti
conoscere i risultati conseguiti.
66
Gestione associata dei servizi


Vanno inoltre promosse e rafforzate le
forme di gestione associata dei servizi per
ridurre i costi ed incrementarne qualità e
quantità con le economie e le
razionalizzazioni ottenute. Intraprendere per i
comuni piccoli, percorsi orientati a forme di
unione o fusione, attraverso la ricerca del
necessario consenso delle popolazioni
interessate e la valorizzazione degli
importanti incentivi finanziari già ora
possibili.
( A SETTEMBRE CONVEGNO UNITARIO SUL TEMA
DELLA FUSIONE DEI COMUNI E GESTIONE DEI
SERVIZI)
67
Il Ben- essere

Inoltre la cultura dovrà necessariamente essere un punto cruciale delle nostre
richieste vivere bene significa anche poter crescere culturalmente in ogni età della
vita , sempre più l’incapacità di utilizzare il personal computer diviene una barriera
per l’accesso a servizi e prestazioni per esempio un forte impulso a promuovere
anche presso gli anziani queste conoscenze ci sarà di grande aiuto , anche perché
banalmente l’informazione sindacale troverebbe nuovi canali di accesso alle persone
totalmente gratuiti e sicuramente puntuali.

Vanno promossi i centri di aggregazione sociale a partire dai luoghi canonici che sono
le biblioteche comunali, ma senza dimenticare i centri sociali o culturali , il vivere
insieme aiuta a superare situazioni difficili e a prevenire anche condizioni di patologia
, il decadimento mentale e le patologie correlate saranno la vera piaga che dovremmo
affrontare in questi anni.

Va chiesta ai comuni l’applicazione della legge regionale contro il fenomeno del gioco
d’azzardo vera piaga sociale in grado di impoverire interi territori , con il rischio di
attecchimento in quelle realtà dei poteri malavitosi . Inoltre si dovrebbe chiedere la
sottoscrizione di protocolli come quelli sottoscritti dai comuni bergamaschi che aiutino
a una crescita culturale e impegnino le realtà locali a condurre una vera lotta contro lo
stesso coniugandola con un’ opera di sensibilizzazione sul fenomeno della ludopatia
che colpisce per la gran parte la popolazione anziana tra i 65 e i 75 anni di età.
68
Politiche abitative.





I cambiamenti demografici - invecchiamento della popolazione e crescente
diffusione dei singoli - hanno comportato un mutamento della domanda
abitativa.
Il crescente impoverimento generalizzato investe sia chi è in affitto che chi è
in proprietà. Questa situazione non trova finora adeguate risposte negli
investimenti pubblici Erp, sostanzialmente bloccati. I fenomeni degenerativi
della gestione delle Aler hanno complicato la situazione portando a enormi
deficit di bilancio.
Risulta, dunque, indispensabile una ripresa dell'edilizia Erp, finanziata con
adeguati stanziamenti pubblici. Il problema casa non può essere separato da
quello della fruibilità del territorio attraverso una pianificazione integrata,
anche a misura d'anziano. Le esigue risorse destinate al Fondo affitti regionale
e la soglia di reddito troppo bassa (4.000 euro di reddito annuo) per l'accesso
al contributo, esclude di fatto la grande maggioranza dei pensionati a basso
reddito. Ora si tratterà di monitorare con attenzione lo sblocco del piano casa
messo in campo dal governo Renzi.
Per questo riteniamo che occorrano: stanziamenti aggiuntivi, una revisione
delle soglie di accesso e la rimozione dei vincoli di anzianità di residenza per i
soggetti bisognosi.
Va quindi rilanciata anche a livello comunale una politica della casa
69
La negoziazione sociale partecipata

Deve essere ulteriormente migliorato il dialogo con i pensionati e i cittadini
nella costruzione degli obiettivi della negoziazione sociale favorendo la
partecipazione attraverso momenti di confronto, per cogliere i bisogni , le
priorità .

Va ripresa e promosso l’esperienza dei bilanci partecipati e sociali , per
favorire e recuperare un maggior rapporto con le amministrazioni nella fase di
definizione dei bilanci comunali,si suggerisce l’introduzione di strumenti per la
misurazione della qualità dei servizi erogati e del gradimento dell’utenza .

Deve continuare il nostro impegno per una maggior razionalizzazione della
spesa pubblica.

Molti sarebbero ancora gli spunti e le iniziative che potremmo mettere in
campo in questa fase negoziale.

Gli obiettivi possono anche sembrare complessi da raggiungere, ma noi
pensiamo che un nostro forte impegno in questo campo sarà sicuramente
strategico per la tenuta dell’intero sistema sociale lombardo.
70

Per questo nel rinnovare gli auguri di un
buon lavoro vi confermiamo l’impegno
delle strutture regionali al vostro fianco
per raggiungere gli obiettivi indicati.

Grazie per l’ascolto!
71
Scarica

Documento negoziazione sociale con i comuni nel 2014 - SPI