Vita nelle trincee
Vita nelle trincee
Una logorante guerra di posizione
Vita nelle trincee
 L’illusione di una rapida soluzione del primo conflitto mondiale svanì subito.
 Contrapposte lungo fronti continui e lunghissimi, le fanterie nemiche si
fronteggiarono vivendo per quattro lunghi anni nell’inferno delle trincee.
 L’uso delle mitragliatrici e dei grandi cannoni rese impossibile lo scontro in
campo aperto perché significava farsi massacrare dal fuoco dell’artiglieria
avversaria.
guerra di posizione o
guerra di trincea
• avversari fermi nelle rispettive
posizioni, senza alcun avanzamento
sul territorio
guerra di movimento
• azioni di attacco contro l’esercito
avversario allo scopo di conquistare
rapidamente il territorio nemico
Le trincee
Fossati, più o meno profondi, scavati nel terreno e difesi con cumuli di terra o sacchi
di sabbia.
Dietro la prima linea, la trincea più avanzata, parecchie linee di fossati paralleli che
servivano a contenere gli attacchi che fossero riusciti a superare gli avamposti.
Vita nelle trincee
Le trincee erano collegate tra loro per mezzo di camminamenti, tramite cui si
portavano alla prima linea ordini, viveri, rifornimenti.
A una distanza tra i 100 e i 400 metri le trincee
nemiche.
In mezzo, la «terra di nessuno», disseminata di
reticolati di filo spinato.
L’assalto alla baionetta
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 Le giornate trascorrevano in attesa del temuto grido «All’attacco».
 Preceduti dagli spari della propria artiglieria, i soldati dovevano uscire allo
scoperto e superare il filo spinato sotto il fuoco delle mitragliatrici nemiche.
 Coloro che riuscivano a passare indenni si gettavano in uno scontro corpo a
corpo nei fossati degli avversari.
 Entrare nelle linee nemiche significava esporsi al contrattacco della retrovia
avversaria, che spesso respingeva gli attaccanti nella posizione di partenza.
 Si trattava di un sistema che costava un ingente numero di vittime.
BAIONETTA
 lama molto tagliente da
inserire sul fucile per il
combattimento corpo a corpo
La vita quotidiana dei soldati
 Esposti al sole, alla pioggia, alla neve e al freddo.
 Costretti in spazi ristretti, umidi, sporchi e con poca luce:
 la stessa uniforme veniva indossata per parecchie settimane con il conseguente proliferare
di pulci e pidocchi
 semplici buche scavate nella terra costituivano le latrine, quando non veniva usata allo
scopo la trincea stessa
 la mancanza d’igiene attirava schiere di topi che rosicchiavano i cadaveri, le riserve di cibo,
gli zaini.
 Sottoposti a massacranti turni di guardia:
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 i soldati semplici e gli ufficiali inferiori potevano rimanere in prima linea senza ricevere il
cambio per molte settimane.
 Limitati nei movimenti perché l’uscita dalla trincea esponeva al fuoco dei cecchini:
 solitamente la distribuzione dei viveri, soprattutto verso le prime linee, avveniva di notte.
CECCHINI
 dal nomignolo di «Cecco Peppe» attribuito dagli
Italiani all’imperatore Francesco Giuseppe
 tiratori scelti dell’esercito austriaco che sparavano
da posizione nascoste al minimo movimento nelle
linee nemiche
La costante presenza della morte
 I feriti dovevano spesso attendere la notte
per i soccorsi.
 Il rischio di setticemia e tetano era molto
elevato.
Vita nelle trincee
 Per giorni i cadaveri dei compagni
rimanevano nell’area compresa tra le
opposte trincee.
 Quando i caduti venivano finalmente
recuperati e seppelliti, non era
infrequente che colpi di granate finissero
sui cimiteri di terra improvvisati portando
alla luce cumuli di spoglie orrendamente
mutilate.
La resistenza alla guerra
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Disagi, sofferenze,
privazioni, paura
mettevano a dura
prova i soldati.
Frequenti furono le forme di opposizione alla guerra :
 diserzione: fuga e abbandono della divisa e delle
armi
 renitenza alla leva: non presentarsi al distretto
militare una volta ricevuta la chiamata alle armi
 ammutinamento: rifiuto di combattere
 autolesionismo: procurarsi ferite per evitare la
trincea.
I tribunali militari punirono duramente queste
forme di rivolta. Le esecuzioni capitali furono
spesso trasformate in eventi esemplari tramite
i quali eliminare ogni velleità di disobbedienza.
Come il caso di questi soldati, esposti nella
«terra di nessuno» al fuoco nemico.
L’«eroismo» degli Arditi
 Gli Arditi costituivano un corpo militare
speciale che aveva la funzione di svolgere
azioni particolarmente pericolose.
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 Per farne parte erano richiesti coraggio,
esperienza, forza di volontà.
 Fu la stampa ad esaltarne gli atti di eroismo per far
dimenticare il vero volto della guerra e per incitare i soldati in
trincea, stanchi e avviliti.
 In realtà la propaganda nascondeva un’altra realtà: gli Arditi
intervenivano per la maggior parte delle volte quando il
nemico era già stato sopraffatto dalle truppe ordinarie.
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