Classe IV A scuola primaria Di Balvano Alunno: Fernando Di Stasio Castello normanno o dei Conti di Girasole Danneggiato dal terremoto del 23 novembre 1980. Storicamente il nucleo originario del paese, che si snoda intorno all'antico castello, è databile all'epoca longobarda. Balvano fu eletto a contea sotto i Normanni e nel XII sec. fece parte del Principato di Salerno. Il castello è tuttavia appartenuto alla famiglia Jovine fino al '900. L'edificio sorge sullo sperone di una roccia che emerge di circa 20 m a NE e di altri 60 m a SO rispetto al suolo circostante. Originariamente il castello era racchiuso da una cinta muraria con una torre cilindrica all'angolo SO e si componeva di due corpi distinti, di cui uno a quota più bassa dove si apriva il portone di ingresso. Da qui partiva un lungo androne che si immetteva su una rampa gradonata, la quale si collegava con il secondo corpo: l'edificio vero e proprio. Il maniero si sviluppava intorno a un cortile interno. Il 31 luglio 1561 un altro violento terremoto distrusse Balvano e con esso Tito, Picerno e Bella; indicato impropriamente come “terremoto del Vallo di Diano”. Come riportano alcuni storici: “La prima scossa avvenne verso le 24 del 31 luglio ed interessò specialmente la Terra di Lavoro, il Principato Citra e la Basilicata […]a Balvano precipitò al suolo il Castello e circa metà dell’abitato causando 11 vittime […] fu una scossa fortissima perché ivi le case oscillarono fino a toccarsi e rimasero lesionate insieme al Castello” Elementi grafici del castello: a. La Rupe b. La cinta muraria c. L’ingresso d. Il Rudere e. La Filanda L’impianto planimetrico della fortificazione di Balvano denuncia chiaramente la successione e stratificazione di diverse fasi costruttive, per cui lo stato attuale dei ruderi dimostra i molteplici interventi di edificazione, che si sono sovrapposti all’impianto primitivo e ne hanno modificato ampiamente la forma originaria. Balvano, notoriamente conosciuto per le tragiche e drammatiche conseguenze del sisma, sconta la mancata valorizzazione del suo patrimonio storico ed architettonico, rappresentato dal Castello che, se recuperato e restaurato, potrebbe costituire un notevole e creativo elemento per rilanciare, verso una dimensione attuale e futura il paese stesso, nascondendo eventi del passato, pur stratificati nella memoria. L’intervento sulla Filanda ha previsto l’inserimento di un nuovo volume realizzato con materiali moderni, quali l’acciaio, il vetro ed il legno, scelti per rendere l’idea di leggerezza della struttura e portare il paesaggio circostante all’interno dell’edificio. La Filanda conserva e mantiene valori formali ed estetici legati alla netta percezione del suo volume originario; è stata progettata una copertura che protegge le vecchie mura e alcuni frammenti di tali murature, ricadenti negli ambienti dell’Accademia, sono stati preservati ed inseriti nel più ampio progetto di musealizzazione. La copertura vetrata, inoltre, permette di mantenere intatto il fascino del rudere, riprendendo formalmente i tratti della vecchia struttura del tetto, alterati e tradotti in una forma moderna che si inserisce in quella antica. E’ una speranza!