IL RAPPORTO STORICO FRA
VERITÀ E CERTEZZA
Breve viaggio turistico nell’arcipelago della conoscenza
seguendo la scia di Kant, Hegel, Marx
La “verità” può mai essere “certa”?
Similitudini e differenze
fra discorso filosofico e senso comune
Cosa intendiamo per
“senso comune”?
 È il nostro atteggiamento comune di intendere il
mondo in cui viviamo indipendentemente dalle
sovrastrutture apportate dalla “cultura”
 Si tratta di un nostro fondamentale o “naturale”
modo di pensare e di avere certezza intorno alla
realtà
 Si può parlare di un consensus gentium tra gli
uomini o tra vaste aree umane a proposito di
certe più elementari e fondamentali strutture
conoscitive
Le tre convinzioni fondamentali
del “senso comune”
 Il mondo in cui viviamo e i suoi processi sono
indipendenti da noi e dalla coscienza che ne
abbiamo
 Il mondo in cui viviamo è esterno alla nostra mente
 Quando riflettiamo sul mondo, ciò che veniamo a
sapere appartiene effettivamente al mondo sul
quale riflettiamo
Le tre convinzioni indicate esprimono
quindi l’identità immediata
tra verità e certezza
 Di cosa sono dunque certo?
 “Sono certo di questo mondo in cui viviamo e che ci
riempie gli occhi e le orecchie e la mente; e che è il
vero mondo”.
 Il contenuto della mia certezza è appunto la verità
 E che cos’è la verità?
 “la verità è questo mondo di cui sono certo, poiché
la verità è identica al contenuto della certezza”
La filosofia come conoscenza
della verità incontrovertibile
 Per decine di millenni l’esistenza dell’uomo è
guidata dal mito: una sentenza (mythos) in grado
prevedere il futuro di fronte alla “meraviglia”
(tháuma) per tutto ciò che è imprevedibile.
 Sennonché, la necessità di un sapere innegabile,
che non può essere negato né dagli uomini, né
da dei, né da mutamenti dei tempi e dei costumi
(la società stessa) conduce l’uomo alla ricerca di
che cosa può esser detto verità (aletheia: alla
lettera, “il non essere nascosto”)
 “Filosofia” significa “aver cura della verità”, e come
conoscenza della verità intende essere il
fondamento che consente di dominare il mondo,
cioè di agire in modo efficace su di esso
 La potenza è salvezza e la salvezza è potenza. Ma la
potenza e la salvezza offerte dal mito non hanno
verità. Come fondamento del vero dominio del
mondo, la filosofia intende essere il fondamento
della vera potenza e della vera salvezza dell’uomo
 Appare cioè l’idea di un sapere che sia innegabile; e
sia innegabile non perché la società e gli individui
abbiano fede in esso, o vivano senza dubitare in
esso, ma perché esso stesso è capace di respingere
ogni suo avversario in quanto epistéme: lo “stare”
(stéme) che si impone “su” (epi) tutto ciò che
pretende negare ciò che “sta”
Ricapitolando…
 La filosofia greca è negazione del mito
 Il “senso comune” greco non vive separato
dal mito
 Sennonché le convinzioni fondamentali del
“senso comune” greco (ma anche di noi
contemporanei) sono distinguibili dal mito
che le avvolge, e la filosofia è stata la loro
espressione e conferma
Dunque:
 La filosofia antica esprime e conferma
l’affermazione della identità di “certezza” e
“verità”, che sta alla base del senso comune
greco;
ma proprio perché la esprime e la conferma la
filosofia antica trasforma insieme il senso di
quell’affermazione: per quel tanto che la
filosofia, nascendo, porta alla luce un senso
inaudito delle parole “essere”, “pensiero”,
“verità”, “certezza”, “idea”, “realtà”
Comprensione dell’ “idea”
 Nell’uso comune avere un’ “idea” vuol dire
“pensare a qualcosa che è nella mia mente” e
ciò si contrappone alla “realtà”
 Il significato originario della parola “idea”
(eidos) è propriamente la forma visibile
dell’essere, vale a dire l’aspetto che le cose
presentano allo sguardo, non quello degli
occhi, ma quello della conoscenza
concettuale
 L’idea è cioè l’essere stesso nel suo apparire
Comprensione dello “spirito”
 Se la realtà è la forma visibile rispetto al pensiero
che guarda a essa, per Platone e Hegel l’idea è la
realtà stessa in quanto intellegibile
 Allora la comprensione dell’idea è quel modo di
pensare che è consapevole solamente delle cose
e dei loro significati (o categorie) ed è dimentico
di se stesso: il pensiero vede la realtà, ma non
vede questo suo vedere
 Al contrario lo “spirito” è la stessa comprensione
dell’idea, è lo stesso pensiero dell’essere che, nel
vedersi, si riconosce come produttore della
realtà
I tre fondamentali
atteggiamenti della storia
della filosofia (per Hegel)
 Primo: Comprensione dell’ “idea”
 Secondo: Passaggio dal Primo al Terzo
 Terzo: Comprensione dello “spirito”
Il rapporto storico tra
verità e certezza
 Dapprima il pensiero filosofico è affermazione
immediata dell’identità di “verità” e “certezza”
 Poi è affermazione dell’opposizione di “verità”
e “certezza”
 E infine è il superamento di questa
opposizione, ossia è l’affermazione mediata
dell’identità di “verità” e “certezza”
Il significato di
“certezza” e “verità”
 La “certezza” è una determinazione o qualità
soggettiva (umana, mentale)
Pertanto è uno stato del pensare (cioè della
coscienza, della mente)
 La “verità” è una determinazione oggettiva
vale a dire è uno stato delle cose
COSA (CI) POSSIAMO CONOSCERE?
 Pensiero e mondo reale
tra criticismo kantiano
e idealismo hegeliano
(mercoledì 16 marzo 2011 h. 18:00)
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La verità può mai essere certa?