PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA
OPERA DON GUANELLA – BARI
Dare da mangiare
agli affamati
e
Insegnare agli
ignoranti
in alcuni scritti di
Don Guanella
Dare da mangiare
agli affamati
«Un cuore cristiano che crede e
che sente non può passare
innanzi alle indigenze del povero
senza soccorrervi. In questo si
conosce che uno è vero seguace
di Gesù Cristo, se ha carità per i
poveri e i sofferenti nei quali è più
viva l’immagine del Salvatore».
Possiamo trovare in questa
affermazione di don Guanella un
chiaro riferimento all’opera di
misericordia corporale Dare da
mangiare agli affamati.
Guanella Luigi, Regolamento dei Servi della Carità
Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p. 1150.
(1905), in Scritti per le
Guanella Luigi, La Divina Provvidenza, aprile 1900, p. 27.
«Non si risparmino cure perciò
per la loro salute e anche se
nelle nostre Case si può dare al
povero solo quel tanto che
basta per toglierlo
dall’indigenza, tuttavia si
procura che quel tanto infonda
nei ricoverati , anche
fisicamente, la forza e la
robustezza che li rende spesso
oggetto di invidia ai facoltosi.
Bisogna provvedere cibo
nutriente e adatto alla loro età
e alla loro condizione». Non
bisogna risparmiare cure verso
i poveri e bisogna provvedere il
cibo nutriente. Don Guanella
vuole il massimo nel vivere la
carità verso il povero.
Guanella Luigi, La Divina Provvidenza, aprile 1900, p. 26.
Don Guanella, nel caratterizzare i
contenuti della sua pedagogia, ne
esprime i due grandi settori con
una ricchezza di formule molto
semplici e chiare:
«portare al prossimo un aiuto
corporale e un aiuto spirituale;
queste opere della Piccola Casa
sono opere di misericordia e
come tali si dividono in opere di
misericordia corporali e opere di
misericordia spirituali».
Abbiamo qui il riferimento al
nutrimento per il corpo e il
nutrimento allo spirito e alle
opere di misericordia corporale e
spirituale.
Guanella Luigi, Vieni Meco per le suore missionarie americane in uso nella
Congregazione delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza in Como (1913), in Scritti
per le Congregazioni, NuoveFrontiere, Roma1988, p. 796.
«Il primo e più abbandonato fra tutti, raccoglietelo voi e
metterlo a mensa con voi e fatelo vostro, perché questi è
Gesù Cristo». Qualsiasi cosa avete fatto a uno di questi miei
fratelli più piccoli lo avete fatto a me. Per don Guanella questa
esperienza era regola di vita cristiana.
Guanella Luigi, La Divina Provvidenza, aprile 1908, p. 13.
«Dare pane a chi ne ha
bisogno perché non abbia
ad emigrare: cioè terra per
fabbricare e per coltivare a
chi ne domanda, e lavoro».
Don Guanella voleva che si
soccorresse il povero ma
chiedeva anche che al
povero di desse la
possibilità di provvedere a
se stesso attraverso il
lavoro delle su emani e con
le sue capacità.
Guanella Luigi, In tempo sacro. Fervorini per ogni giorno della quaresima (1884), in
Scritti per l’Anno Liturgico, NuoveFrontiere, Roma1992, p. 894.
«Il bambino prende il suo cibo di latte
e cresce; il fanciullo prende il suo
nutrimento di pane e si fortifica;
l’adulto si adatta ad ogni sorta di cibo
ancor agreste e con ciò si fa uomo
perfetto. Tu sia bambino, o
adolescente, o uomo formato, sii
come tu vuoi: se ti accosti al cibo del
dovere divino, crescerai cristiano
perfetto fino a ingigantire, e cioè a
divenire un cristiano eroico, perché il
crescere nella virtù non ha misura.
Intanto, piace mangiare il pane
quotidiano, così il giusto giubila col
nutrimento spirituale del santo volere
di Dio». Qui troviamo il riferimento al
cibo dell’anima: la Parola di Dio, i
sacramenti e soprattutto l’Eucarestia.
Insegnare agli ignoranti
«Questo è un compito altissimo e
nobilissimo: far crescere i fanciulli
buoni e civili, religiosi, senza nulla
trascurare di quanto è necessario
alla loro istruzione, onde restituirli
alla famiglia figlioli docili, alla società
cittadini utili, onorati e amanti della
patria, e a Dio anime sante». Il tema
dell’istruzione è molto caro a don
Guanella. Voleva che tutti sapessero
scrivere e leggere. Non
dimentichiamo che aprì delle scuole
serali per l’istruzione degli
analfabeti.
Guanella Luigi, La Divina Provvidenza, aprile 1895, p. 218.
Guanella Luigi, Regolamento interno dei Figli del Sacro Cuore
nella casa Divina Provvidenza (1899), in Scritti per le
Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p. 1006-1007.
«In favore dei propri fratelli meno favoriti dal dono
dell’intelletto, come sono i deficienti in generale, cioè quei
giovinetti o adulti che, avendo impedite le facoltà intellettuali,
vivono in perpetua infanzia. Sono deficienti, ma il più delle volte
sono capaci di qualche miglioramento». Per don Guanella anche
i ʽbuoni figliʼ avevano diritto all’istruzione, anche loro potevano
migliorare la loro le loro facoltà intellettive. Don Guanella è uno
dei pionieri che ha fatto di tutto per l’istruzione dei
diversamente abili.
Guanella Luigi, Regola delle Figlie di Santa Maria della
Provvidenza (1902), in Scritti per le Congregazioni, Nuove
Frontiere, Roma1988, p. 330.
«Con l’esercizio della vita
apostolica: all’istituzione,
secondo l’opportunità, di scuole
serali, festive o professionali, per
aiutare i figli del popolo, come
pure di scuole agricole e
sperimentali per l’agricoltura in
aiuto dei poveri dei campi». Le
scuole per don Guanella erano
essenziali in un periodo di
analfabetismo e di poca capacità
di specializzarsi in un lavoro
professionale. Voleva che tutti
potessero, secondo delle
capacità, provvedere a se stessi e
non essere vittime di un sistema
politico che voleva sottomettere
il popolo attraverso l’ignoranza e
la povertà.
Guanella Luigi, Regolamento interno dei Figli del Sacro Cuore
nella casa Divina Provvidenza (1899), in Scritti per le
Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p. 988-996.
«Ciò serve all’educatore sia
perché, dove i giovinetti sono
maggiormente e aiutati dalla
grazi, ivi di applichino di
proposito; sia perché almeno in
qualche ramo di studio e di arte
riescano utili; sia per saperli
utilmente impiegare a suo
tempo». Don Guanella voleva
che nelle sue case i giovani
ricevessero l’istruzione dovuta
per essere poi capaci di
impiegarli nei mestieri più vicini
alle loro capacità
Guanella Luigi, Regolamento interno dei Figli del Sacro Cuore
nella casa Divina Provvidenza (1899), in Scritti per le
Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p.1053.
«Chi ha speciale attitudine allo
studio ed è capace di esami si
può condurre a un
perfezionamento. Chi ha
attitudine particolare in qualche
arte professionale sia
perfezionamento nei diversi
lavori: per i giovanetti artigiani,
la tipografia, la sartoria, la
calzoleria, la scatoleria, il
falegname di fabbrica; per le
fanciulle, lavori di cucito, di
ricamo, di maglieria, di merletti e
quegli altri che verranno
richiesti». Ritorna il tema di
prima, don Guanella voleva che
si aiutassero i ragazzi a tirare
fuori le loro capacità attraverso
l’insegnamento e soprattutto nel
saper tirar fuori da ciascuno le
proprie capacità.
1. Hai mai letto un testo di don Luigi Guanella
dove si parla del suo metodo pedagogico
educativo?
2. «Un cuore cristiano che
crede e che sente non può
passare innanzi alle
indigenze del povero senza
soccorrervi». Don
Guanella, come buon
samaritano, soccorreva i
poveri e li metteva a tavola
con lui. Ti è capitato di far
sedere a tavola con te un
povero bisognosi di pane
materiale?
3. Per don Guanella cibo dell’anima è la Parola di Dio.
Leggi quotidianamente la Parola di Dio? Come
cooperatore guanelliano ti nutri con il pane della parola
per conoscere sempre più la volontà di Dio per la tua vita?
4. Don Guanella, nel
caratterizzare i contenuti
della sua pedagogia, ne
esprime i due grandi settori
con una ricchezza di
formule molto semplici e
chiare: «portare al prossimo
un aiuto corporale e un
aiuto spirituale». Nel vivere
la carità tieni conto di
queste due dimensioni?
Come don Guanella sai dare
Pane e Signore?
5. Il tema dell’istruzione è
molto caro a don
Guanella, voleva che tutti
sapessero scrivere e
leggere. Oggi tutti sanno
leggere e scrivere, se c’è
un analfabetismo che
preoccupa è quello
affettivo: sei convinto/a
che oggi se c’è un
insegnamento da attuare
è quello del linguaggio
dell’amore?
6. Molti cristiani ignorano la Parola di Dio e pensano che
posso vivere lo stesso facendone a meno. La tua
testimonianza come cooperatore del Vangelo della carità
è fondata sulla Parola di Dio?
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