!
Seconda
domenica di
Quaresima
Questi è il Figlio mio,
l’amato
Monte Tabor
Palestina
Ho offuscato la bellezza della mia anima, o Creatore;
l'oscurità ha invaso il mio cuore
e il mio desiderio si è legato alla terra,
ho fatto a brandelli i vestiti originari
che tu mi avevi tessuto.
Ho contemplato la bellezza dell'albero del male
e il mio spirito ne è stato sedotto.
Mi sono trovato nudo e mi sono nascosto.
Non ho risposto, Signore,
quando mi chiamavi per nome".
Ma oggi nel deserto di questa Quaresima
ho di nuovo sentito la tua voce,
e non chiuderò più il mio cuore;
entra nella tenda della mia carne
affinché da questo tempio spirituale
si innalzi il sacrificio di una preghiera continua.
Dal Vangelo secondo Marco
(Mc 9,2-10)
Sei giorni dopo, Gesù prese con sé
Pietro, Giacomo e Giovanni e li
condusse su un alto monte, in
disparte, loro soli. Fu trasfigurato
davanti a loro e le sue vesti
divennero splendenti, bianchissime: nessun
lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia
con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a
Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te,
una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché
erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla
nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E
improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non
Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non
raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio
dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa,
chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
!
Momento
di silenzio orante
Rileggere e sostare davanti alla Parola:
il Signore parla con l’amore del Padre.
Non perdere nulla di quanto vuole dirti
personalmente
Il contesto
• Mc 8,31-33 : Al centro del vangelo Gesù ha dato per la
prima volta l’annuncio della sua passione, morte e
resurrezione, suscitando l’incomprensione di Pietro
• Mc 8,31-37 : la sequela deve passare attraverso la croce.
• Mc 8,38 : Il discepolo di Gesù non può pensare di
essere esente dalla croce nè rifiutarla come scandalo e
vergogna
• Mc 9,1: Venuta gloriosa che chiuderà la storia, ma della
quale alcuni potranno vedere un’anticipazione
struttura del testo
1. Salita sul monte (Mc 9,2-6): esperienza di
trascendenza
vv. 2a: ambientazione
vv. 2b-4: trasfigurazione di Gesù davanti ai
discepoli
v. 4: apparizione di Elia con Mosè
v. 5-6: Reazione di Pietro :
v. 7 dalla nube, una voce
v. 8: conclusione
2. Discesa dal monte: riflessione sul significato
vv. 9: silenzio imposto sino alla resurrezione
vv. 10: silenzio e interrogativi dei discepoli
«Sei giorni dopo».
Sei giorni dopo aver annunciato la sua morte.
sei giorni: riferimento alla manifestazione del Signore sul monte
Sinai:
 Es 24,16: la gloria del Signore sul monte Sinai e la nube lo coprì
per sei giorni)
 Lv 23,39-43: sei giorni sono quelli che distanziavano la festa
dell’Espiazione da quella delle Capanne
«dopo i sei giorni» sarebbe un'allusione alla festa delle tende. Per
questo Pietro ricorda l'obbligo di costruire tende, perché era il
sesto giorno della festa delle Tende, una festa molto popolare di
sei giorni che ricordava il dono della legge e i quaranta anni nel
deserto. Il popolo doveva trascorrere la settimana della festa in
tende improvvisate.
«Gesù prese con sé Pietro, Giacomo
e Giovanni suo fratello».
tre discepoli più intimi: Pietro, Giacomo e
Giovanni:
tra primi ad essere chiamati (Mt 4,18-22)
la loro presenza è in diversi momenti
importanti della vicenda di Gesù:
testimoni della resurrezione della figlia
di Giairo (Mc 5,37)
dell’agonia di Gesù, della sua
sfigurazione nell’orto del Getsemani (Mc
14,33; Mt 26,36-39)
«e
li condusse in disparte,
su un alto monte».
Il monte, luogo della presenza di Dio. Il monte per
eccellenza è il monte Sinai, dove Mosè ha ricevuto
le tavole della legge.
la presenza di tre compagni richiama al monte Sinai,
ove Mosè aveva con sè Aronne e i suoi due figli
Nadab e Abiu, (Es. 24,1.9).
La tradizione ha identificato il monte della
trasfigurazione con il monte Tabor, nella piana di
Jizreel, che è raggiungibile in “sei giorni” da
Cesarea
.
«Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti
divennero splendenti, bianchissime»
volto luminoso di Gesù: riferimento a Mosè che,
scendendo dal monte Sinai “non si era accorto che la
pelle del suo volto era raggiante per il fatto di aver
conversato con Dio” (Es 34,29).
bianchissime:
 segno dell’appartenenza al mondo celeste
Segno della natura divina di Gesù
All’epoca delle comunità cristiane sono le vesti dei
risorti, richiamo alla resurrezione di Gesù
Ed apparve loro Elia con Mosè e
conversavano con Gesù.
Mosè ed Elia: i personaggi più importanti dell’AT, simbolo
della Legge e dei Profeti; entrambi sono stati sul monte
Sinai e hanno avuto il privilegio di vedere Dio faccia a
faccia
la loro morte è avvenuta in circostanze particolari: Mosè
morì prima di entrare nella terra promessa, ma la sua tomba
non è mai stata ritrovata (Dt 34,5-6); Elia fu rapito da un
carro di fuoco (2Re 2)
La presenza di Gesù, Mosè ed Elia sul monte indica la
pienezza della rivelazione: la Legge, i Profeti e il
compimento di tutte le Scritture
Conversazione fra i tre: un compimento dinamico, che si
realizza nella conversazione, nello scambio di idee tra
coloro che rappresentano tutta la rivelazione di Dio
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello
per noi essere qui! Facciamo tre capanne, una per te, una
per Mosè e una per Elia". Non sapeva infatti cosa dire,
perché erano spaventati
La menzione delle capanne (invece di «tende») è un
riferimento alla festa delle Capanne (Lv 23,39-43), durante la
quale gli Israeliti abitavano in capanne per sette giorni, in
ricordo del periodo trascorso nel deserto dell’Esodo,
situazione di precarietà, ma anche il momento in cui
ricevettero la Legge dalle mani di Dio.
A Pietro piace l'accaduto, ma non capisce. Propone di
costruire tre tende. Pietro aveva paura e non sapere ciò che
stava dicendo, e Luca aggiunge che i discepoli avevano sonno
(Lc 9,32).
Pietro con la proposta di fare delle capanne rivela la
tentazione di un messianismo trionfante, diretto ad impedire
la discesa dal monte della gloria.
«Venne una nube che li coprì con la sua
ombra»
La nube, riferimento all’Esodo:
 la nube del Signore “appariva come fuoco
divorante, agli occhi dei figli d’Israele,
sulla cima della montagna” (Es 24,17) ed
accompagnava il loro cammino nel
deserto.
 La nube copriva la tenda del convegno in
Es 40,34-35.
«e dalla nube uscì una voce: "Questi è il Figlio
mio, l'amato: Ascoltatelo".
 una voce dal cielo, del tutto simile a quella udita dopo il battesimo di Gesù.
A differenza della voce del battesimo, qui si aggiunge “Ascoltatelo” (Dt
18,15).
 La voce del cielo chiarisce i fatti. Appena Gesù è avvolto nella gloria, una voce :
«Questo è il mio Figlio, l’amato: Ascoltatelo!».
 L'espressione «Figlio, l’amato» evoca la figura del Messia Servo, annunciato
dal profeta Isaia (cfr. Is 42,1).
 L'espressione «Ascoltatelo» evoca la profezia che prometteva l'arrivo di un
nuovo Mosè (cfr. Dt 18,15). In Gesù, si stanno realizzando le profezie
dell'Antico Testamento. I discepoli non potevano dubitarlo. I cristiani degli
anni 70 non potevano dubitarlo. Gesù è veramente il Messia glorioso, ma il
cammino della gloria passa per la croce, secondo l'annuncio dato nella
profezia del Servo (Is 53,3-9). La gloria della Trasfigurazione ne è la prova.
Mosè ed Elia lo confermano. Il Padre ne è il garante. Gesù l'accetta.
«E
improvvisamente, guardandosi
attorno, non videro più nessuno, se non
Gesù solo, con loro»
 La visione termina bruscamente. Gesù rimane solo: ormai
non c’è più bisogno di Mosè e di Elia. Gesù è il
compimento di tutte le Scritture. Però egli nasconde ancora
per un po’ di tempo la sua gloria: è necessario che egli
affronti la sua croce a Gerusalemme.
 Solo Gesù e nessun altro! dopo la visione, i discepoli
vedono solo Gesù e nessun altro.
 L'insistenza nell'affermare che vedono solo Gesù
suggerisce che d'ora in poi Gesù è l'unica rivelazione di Dio
per noi!
 Gesù, e solamente lui, è la chiave per capire tutto il senso
dell'Antico Testamento.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non
raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non
dopo che il Figlio dell'uomo non sia risorto dai
morti".
 l’espressione Figlio dell’uomo richiama il libro di Daniele (Dn 7,13-14).
L’esperienza viene chiamata esplicitamente “visione”, come nelle esperienze di
visioni apocalittiche.
 Sapere rimanere in silenzio. Gesù chiede di non dire niente a nessuno fino a che
fosse risuscitato dai morti, ma i discepoli non lo capiscono.
 Non capisce il significato della croce chi non unisce la sofferenza alla risurrezione.
La Risurrezione di Gesù è la prova che la vita è più forte della morte.
 Il ritorno del profeta Elia.
 Il profeta Malachia aveva annunciato che Elia doveva ritornare per preparare
il cammino del Messia (Ml 3,23-24).
 Questo stesso annuncio si trova nel libro del Siracide (Sir 48,10). Allora, come
poteva essere Gesù il Messia, se Elia ancora non era tornato? Per questo, i
discepoli chiedevano: «Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elia?»
(9,11). La risposta di Gesù è chiara: «Io vi dico che Elia è già venuto, ma hanno
fatto di lui quello che hanno voluto, come sta scritto di lui» (9,13). Gesù stava
parlando di Giovanni Battista, assassinato da Erode (Mt 17,13).
La Trasfigurazione: la difficoltà dei discepoli ad
entrare nella logica di Dio
 Gesù dona ai suoi discepoli un’anteprima della gloria che egli manifesterà dopo la
risurrezione e alla fine dei tempi.
 L'AT, sia la legge come i Profeti, insegnava già che il cammino della gloria passa per
la croce (cfr. Is 53)
 Nel mezzo dei conflitti con i farisei e gli erodiani (Mc 8,11-21), Gesù lascia la Galilea e
si reca nella regione di Cesarea di Filippo (Mc 8,27), dove inizia a preparare i
discepoli. Lungo il cammino, lancia una domanda: «Chi dice la gente che io sia?»
(Mc 8,27). Dopo aver ascoltato la risposta che lo consideravano il Messia, Gesù
comincia a parlare della sua passione e morte (Mc 8,31). Pietro reagisce: «Dio te ne
scampi, Signore!» (Mt 16,22). Gesù ribadisce: «Lungi da me, satana! Tu mi sei di
scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!» (Mc 8,33). Fu un
momento di crisi. I discepoli, presi dall'idea di un Messia glorioso (Mc 8,32-33; 9,32),
non comprendono la proposta di Gesù e cercano di condurla per un altro cammino.
Era vicina la festa delle Tende (cfr. Lc 9,33), in cui l'aspettativa messianica-popolare
era solita aumentare e di molto. Gesù sale sul monte a pregare (Lc 9,28). Vince la
tentazione per mezzo della preghiera.
 La vittoria del Servo sarebbe giunta attraverso la condanna a morte (Is 50,4-9; 53,112). La croce appare all'orizzonte, non già come una possibilità, bensì come una
certezza. A partire da questo momento, inizia un cambiamento anche nella pratica di
Gesù.
Un modo nuovo di presentarsi del
signore
A partire da Mc 8,27; Mt 16,13 e Lc 9,18, i miracoli
costituiscono quasi un'eccezione
Annuncio della Passione: Prima si parlava della
Passione, come di una possibilità remota (Mc 3,6). Ora
se ne parla costantemente (Mc 8,31; 9,9.31; 10,33.38).
Prendere la croce: Prima, Gesù annunciava l'arrivo
imminente del regno. Ora insiste sulla vigilanza, sulle
esigenze della sequela e sulla necessità di prendere la
croce (Mt 16,24-26; 19,27- 30; 24,42-51; 25,1-13; Mc 8,34;
10,28-31; Lc 9,23-26.57-62; 12,8-9.35-48; 14,25-33; 17,33;
18,28-30)
Un modo nuovo di presentarsi del
signore
 Insegna ai discepoli: si preoccupa maggiormente della formazione dei
discepoli. Chiede loro di scegliere di nuovo (Gv 6,67) ed inizia a prepararli
per la missione che verrà in seguito. Esce dalla città per poter stare con loro
ed occuparsi della loro formazione (Mc 8,27; 9,28.30-35; 10,10.23.28-32;
11,11).
 Parabole diverse: Prima, le parabole rivelavano il mistero del regno presente
nell'attività di Gesù. Ora le parabole orientano verso il giudizio futuro, verso
la fine dei tempi: i vignaioli omicidi (Mt 21,33-46), il servo spietato (Mt 18,2335), gli operai dell'undicesima ora (Mt 20,1-16), i due figli (Mt 21,28-32), il
banchetto nuziale (Mt 22,1-14), i dieci talenti (Mt 25,14-30).
 Gesù assume la volontà del Padre che si rivela nella nuova situazione, e
decide di andare a Gerusalemme (Lc 9,51). Assume questa decisione con una
determinazione tale da spaventare i discepoli, che non riescono a capire
queste cose (Mc 10,32; Lc 18,31-34).
 l'annuncio del regno così come lo faceva Gesù, non era tollerato. E quindi o
cambiava o sarebbe morto! Gesù non cambiò l'annuncio. Continuò ad essere
fedele al Padre e ai poveri. Per questo fu condannato a morte!
Lasciamoci
interpellare dalla
Parola
La difficoltà dei discepoli a comprendere ed
accettare la paradossale logica di Dio
 L’autentica sequela di Gesù esige una radicale conversione
(I Domenica di Quaresima), un serio cambiamento anzi un
rovesciamento del proprio modo di pensare (metamoia)
 Altro è il pensare secondo gli uomini e altro è il pensare
secondo Dio
 Gesù impone a Pietro di tornare «dietro» di Lui, cioè nella
posizione di discepolo, per riprendere l’arduo cammino
della sequela
 Non basta proclamare con le labbra che Gesù è il Signore
della nostra vita: questo è il primo passo richiesto a
chiunque
 Scegliere di credere significa scegliere di abbracciare e
percorrere la stessa via del maestro: quella del rifiuto e
della passione, della morte e della resurrezione al terzo
giorno
La via del Maestro è la via del discepolo
 Ogni discepolo del Signore deve partecipare alla
trasfigurazione, deve lasciarsi trasfigurare, lasciandosi
identificare in tutto il proprio essere umano con la volontà
di Dio
 La trasfigurazione è anticipazione della gloria, alla quale
Gesù giungerà attraverso la passione e la morte in croce
 Per seguirla è necessario restare dietro a Gesù e «sposare»
una missione che suona umanamente paradossale! E’ la
ragione per cui i discepoli hanno fatto fatica ed è la stessa
ragione per cui è sempre difficile diventare discepoli
 Mc insiste sulla loro «ignoranza»: Solo quando Gesù sarà
risorto dai morti, i discepoli comprenderanno il senso della
Trasfigurazione
 Solo rinnegando il proprio modo di pensare secondo il
mondo è possibile intraprendere l’entusiasmante cammino
del discepolato, che dura per tutta la vita e che riserva
O Padre, tenerezza infinita,
per noi non hai risparmiato il tuo unico figlio,
Concedici, o Padre, di corrispondere al tuo dono
con l’abbandono fiducioso nelle tue mani e
l’offerta totale di quanto ci è più prezioso.
Aiutaci ad accogliere umilmente quella morte
che ogni giorno ci è chiesta
e che la piena dedizione comporta:
il sacrificio di sé per la vita del mondo.
Plasmaci con il tocco del tuo Spirito
a immagine del tuo Figlio;
uomini nuovi, il lui vivremo da figli,
con lui saremo donati per tutti i fratelli:
è l’unica gloria che vale
È amore che trasfigura l’oscurità del tempo
presente nella luce dell’eternità.
O Padre, che chiamasti alla fede i nostri
padri e hai dato a noi la grazia
di camminare alla luce del Vangelo,
aprici all'ascolto del tuo Figlio,
perché accettando nella nostra vita il
mistero della croce, possiamo entrare
nella gloria del tuo regno. AMEN
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sei giorni - Diocesi di Locri