LA MEDIAZIONE
FAMILIARE
LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO E LA
NASCITA DELLA COPPIA
Marianna Storri 26 febbraio 2011
LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO
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LO SVILUPPO AFFETTIVO,
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Lo sviluppo affettivo è strettamente correlato, infatti, nelle prime
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parimenti allo sviluppo
cognitivo e sociale, è una delle dimensioni costituenti la personalità,
la quale è data dalla costante interazione adattiva con l’ambiente
circostante sulla base di un’adeguata maturazione psicobiologica .
fasi dell’infanzia, allo sviluppo delle funzioni cognitive e
psicomotorie.
Secondo la teoria psicoanalitica di S. Freud, lo sviluppo
affettivo si esplica nella polarizzazione dell’interesse del
soggetto su alcune parti del corpo, definite zone erogene, che
hanno una funzione di sede delle esperienze primarie ed
essenziali della vita affettiva del bambino. Con lo sviluppo
cognitivo e biologico le zone erogene cambiano.
LO SVILUPPO AFFETTIVO
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Secondo Freud si susseguono 5 fasi:
1.
La fase orale: secondo Freud il piacere è dapprima associato
alla pulsione della fame e secondariamente alla figura della
madre.
2.
La fase anale: dell’espulsione delle feci
3.
La fase fallica:l’eccitamento si concentra sui genitali
4.
La fase di latenza:la fase in cui si disinveste dalla libido
5.
La fase genitale:fase dell’adolescenza
LO SVILUPPO AFFETTIVO
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Per l’equilibrio psicofisico del neonato è di vitale
importanza la stimolazione di alcune parti del corpo
durante le prime esperienze affettive. Harlow e
Zimmermann hanno svolto interessanti ricerche al
riguardo, seguiti da J. Bowlby.
Quella del contatto è una delle esperienze emotive più
profonde e primitive: la sensazione dell’essere teneramente
abbracciato e protetto dal calore del corpo materno,
dell’essere cullato, sono esperienze fondamentali per lo
sviluppo del senso di sicurezza e dell’apertura fiduciosa
verso l’ambiente. Gli scambi affettivi devono coinvolgere
tutti i canali sensoriali e non essere limitati a settori del
corpo o a segmenti temporali circoscritti (in opposizione
alla teoria Freudiana).
LO SVILUPPO AFFETTIVO
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Sulla ricchezza e la varietà degli scambi e sulla qualità
della relazione si vengono costituendo le fondamenta
dell’affettività del bambino, che poi diventerà adulto.
In questa relazione il bambino non si trova ad essere un
agente passivo, bensì una parte attiva nella diade.
Il bambino segnala i propri stati d’animo e i propri bisogni
alla figura che se ne prende cura, la cosidetta figura di
attaccamento.
J. Bowlby , seppur in modo del tutto originale, riprende
dagli studi di Harlow e Zimmermann, rispetto
all’importanza del bisogno del bambino di essere contenuto,
accolto e protetto, e della sua interazione attiva con la
madre.
LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO
DI J. BOWLBY

Attraverso
una
metodologia
osservativa
dell’interazione tra madre e bambino, Bowlby
formula la teoria dell’attaccamento. Il legame
affettivo madre-bambino ha per B. una
importanza fondamentale ai fini dello sviluppo
della competenza sociale e dell’autonomia,
come aspetti fondamentali della personalità.
Per tale autore il legame d’attaccamento è il
risultato
di
un
sistema
di
schemi
comportamentali a base innata.
La motivazione primaria sarebbe data dalla
necessità del bambino del contatto fisico con la
madre o con la figura di accudimento.
LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO
DI J. BOWLBY
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Sia la ricerca della madre da parte del bambino
che la particolare sensibilità della madre ai
segnali del figlio sono schemi preprogrammati
innati, iscritti nel patrimonio genetico a seguito
della selezione naturale.
Ciò si contrappone alla teoria psiconalitica che
legge la ricerca della madre come un
soddisfacimento libidico.
B., ricollegandosi agli esperimenti di Harlow,
dimostra che il piccolo ricerca la figura di
attaccamento non in funzione del cibo ma di
soddisfacimento di calore e protezione.
LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO
DI J. BOWLBY
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Quando si verificano i comportamenti propri
dell’attaccamento?
L’attaccamento è il processo dicotomico di prossimità
con la madre e di esplorazione dell’ambiente.
I comportamenti di attaccamento servono per
mantenere un livello ottimale di distanza/vicinanza
del bambino dalla sua figura materna, la base
sicura.
Se il bambino, esplorando, si trova in presenza di
pericoli, si attivano quei comportamenti che
producono vicinanza con la madre.
In assenza di pericoli, i processi cognitivi e un sistema
di controllo gestiscono la distanza prossimale dalla
madre e mantengono in equilibrio la tendenza ad
esplorare l’ambiente e quello di tornare alla base
sicura.
LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO
DI J. BOWLBY

A questo punto, sta alla madre saper offrire conforto
e protezione ed è proprio sulla base di queste
esperienze del bambino con la figura di
attaccamento, che si formano i modelli mentali del sé
e delle persone significative, definiti come modelli
operativi interni (Internal Working Models).
Nel caso di un attaccamento insicuro, le aspettative
preconcette nei riguardi degli altri e di se stessi
portano ad interpretare in maniera distorta il
comportamento altrui e a mettere in atto
comportamenti ostili e disadattivi, così da impedire
la costruzione di legami affettivi significativi in età
adulta.
INTERNAL WORKING MODELS

Questi modelli divengono decisivi nel regolare e
governare ogni relazione di attaccamento. Veicolano i
significati che l’individuo ha imparato ad attribuire
alle emozioni di attaccamento, alle risposte dell’altro
ed alle aspettative su ciò che seguirà a tali risposte.
Gli IWM inevitabilmente distorcono il significato delle
informazioni, attraverso processi di percezione
selettiva , di attenzione selettiva e memoria selettiva.
Un bambino con un attaccamento sicuro sarà
governato da un modello operativo interno di un sé
sentito degno di essere considerato, e di una figura di
attaccamento attenta, disponibile e desiderosa di
prendersi cura di lui, un tale IWM influenzerà ogni
altra relazione fino all’età adulta.
STILI DI ATTACCAMENTO

Attaccamento sicuro:
si verifica quando, durante i primi mesi di vita, la
madre è stata sensibile e responsiva, ed è
caratterizzato dal comportamento del bambino che è
in grado di esplorare e giocare e che, quando la madre
si allontana, è capace di affrontare la separazione e al
momento del ricongiungimento accoglie la madre con
calore. La madre viene preferita all’estraneo, e non
suscita turbamento essendo stata introiettata. Le
condizioni di un attaccamento sicuro sono la
disponibilità delle figure di attaccamento, che
infondono al bambino il senso della propria
accettabilità, e l’evolversi dei modelli operativi nel
tempo.
STILI DI ATTACCAMENTO
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Attaccamento insicuro ansioso-evitante:
si verifica quando i primi mesi di vita la madre si è
dimostrata
evitante
lei
stessa,
mostrando
atteggiamenti espliciti di rifiuto e spesso di rabbia .
Sia in presenza che in assenza della madre, questi
bambini mostrano atteggiamenti di evitamento
rispetto all’interazione con la madre, reagendo
all’estraneo in modo simile.
Non mostrano alla madre dolore per la separazione.
Mancano in questi bambini segni di angoscia quando
sono lasciati da soli e una volta ricongiunti mostrano
circospezione e inibizione. Il bambino teme
particolarmente il rifiuto e il suo evitamento ha lo
scopo di prevenirlo per scongiurare il dolore.
STILI DI ATTACCAMENTO
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L’attaccamento insicuro ambivalente è classificato con
riferimento a un comportamento che denuncia apprensione nel
bambino per la situazione nel suo complesso. Appare ipervigile nei
confronti della madre, non perdendola mai di vista. In questo modo la
sua esplorazione è inibita.
All’allontanamento della madre manifesta un’acuta angoscia e al
momento del ricongiungimento ha difficoltà a consolarsi, alternando
la ricerca di uno stretto contatto con la madre a momenti di furiosa
rabbia.
I bambini di questo gruppo sono alle prese con madri davvero
imprevedibili, poco coinvolte emotivamente ed inclini a condotte
aggressive.
Si tratta per il bambino di una madre pericolosa dalla quale è
necessario cautelarsi. Il bambino tende ad aggrapparsi alla madre o
a chi ne fa le veci, manifestando un’eccessiva arrendevolezza e
sottomissione.
STILI DI ATTACCAMENTO
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Attaccamento disorganizzato (Main-Solomon 1986)
(Liotti 1993).
Tra gli attaccamenti atipici è il più grave e si riscontra
in bambini che hanno subito maltrattamenti e abusi
di vario tipo.
Il bambino
appare disorientato e manifesta un
comportamento disorganizzato, ovvero non guidato da
una precisa intenzione o scopo.
Il bambino si interrompe nei suoi atti, non completa i
movimenti, è bloccato ed incapace di avvicinarsi o
allontanarsi alla madre.
In questo modello emerge un grave conflitto per il
bambino; la madre, in quanto figura di attaccamento,
è l’unica disponibile per ottenere sicurezza ma allo
stesso tempo quella che incute paura.
LA SCELTA DEL PARTNER
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Perché si sceglie un partner?
Per dividere le spese? Per sentirsi meno a disagio
perché non in coppia?
I motivi principali sono legati ad alcuni bisogni
fondamentali dell’uomo che si esprimono attraverso i
suoi
sistemi
motivazionali
in
particolare
dell’attaccamento,
dell’accudimento
e
sessuale.
Bisogni ancestrali volti al mantenimento della specie
e alla sicurezza dei membri durante lo sviluppo.
Gli individui ricercano la sicurezza complementare al
bisogno di prendersi cura. Per questi aspetti è
fondamentale e indispensabile l’esistenza di una
fiducia di base nei confronti del partner.
Determinante a questo scopo la qualità del legame
che si è creato con chi si è preso cura di noi
nell’infanzia (stile di attaccamento).
LA SCELTA DEL PRATNER
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Schematizzando:
quanto più è stata soddisfacente la relazione
originaria, tanto più si potrà sviluppare un
atteggiamento di fiducia nei confronti delle nuove
relazioni;
quanto più quella è stata ambivalente e ambigua
e scarsamente soddisfacente riguardo ai bisogni
personali fondamentali, tanto più si osserveranno
comportamenti ambigui, ambivalenti o evitanti
da parte di chi ha avuto questo tipo di esperienza.
Corrispondenti a grandi linee alle forme di
attaccamento sopra citate.
LA SCELTA DEL PARTNER
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Oltre a ciò, la scelta del partner risulta essere una
mescolanza tra compiti assegnati più o meno
esplicitamente dalla famiglia a ciascun membro, e
bisogni strettamente personali.
Si tratta di un gioco di equilibri in cui vediamo
prevalere il mandato familiare o i bisogni personali
dell’individuo. Un ‘interazione dinamica di vuoti e di
pieni che determinano la fine o l’evoluzione del
rapporto.
Nel
tutto
intervengono
i
valori
dell’individuo (che cos’è un buon marito, e un buon
amante, una buona madre e un buon padre) e le
funzioni (quali sono i comportamenti che le varie
figure dovranno avere) trasmesse sotto forma di storia
e mito dalla famiglia.
LA SCELTA DEL PARTNER

Questi sono i meccanismi di base che cambiano
nel tempo a seconda del grado di differenziazione
che può e vuole raggiungere la persona con le sue
capacità di elaborare il mito e il mandato
familiare. Cioè il suo grado di autonomia e di
individuazione e il modo in cui struttura e
risolve i propri legami con le figure familiari
significative.
Per tali ragioni col passare degli anni, la scelta di
un partner diventa sempre più complessa e
soggetta ad un maggior numero di esigenze. Chi
inizia un rapporto da ragazzo ha aspettative
diverse da chi lo inizia in età più matura, né
sceglie partner in base alle stesse caratteristiche.
LA SCELTA DEL PARTNER
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Partendo da ciò si vede come i partner diventano, nelle fasi
iniziali di costruzione del legame, il mezzo principale di
trasmissione e di elaborazione della storia familiare. Il
terreno di sviluppo si colloca nei problemi non risolti di
perdita,
separazione,
abbandono,
individuazione,
nutrimento e deprivazione.
Da Freud conosciamo l’assunto, universalmente condiviso,
di come il matrimonio rappresenti un inconscio tentativo di
terapia, e sappiamo coma la formazione della coppia si
inscriva nella complessa rete di problemi dolorosi non
risolti e di perdite, inganni, tradimenti che hanno
caratterizzato la storia di ognuno dei componenti della
coppia nella famiglia di origine.
Quanto più le relazioni nella famiglia di origine sono prive
di elementi conflittuali irrisolti, tanto più la scelta del
partner è libera ed i vincoli sono meno pressanti. La
mancata o insufficiente differenziazione dell’individuo
dell’individuo peserà sulla scelta del partner attraverso
l’esigenza inconsapevole di ripetere, e illusoriamente
tentare di risolvere i conflitti passati.
Che succede quando i conflitti sono presenti?
LA SCELTA DEL PARTNER
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

Si sceglie un partner che risulta tanto più adatto
quanto più fa intravedere la possibilità, reale o
fantastica, di dare informazioni sui punti problematici
del rapporto passato o di risolverli. Devono essere
presenti elementi che facciano sperare di riprendere
in mano il filo di una storia interrotta che non ha dato
le risposte di sicurezza desiderate.
Un ragazzo, per esempio, può scegliere una ragazza
che possieda aspetti della propria madre, di cui ha
bisogno, o parimenti del padre o del nonno magari.
Si verifica quindi la coazione a ripetere. Secondo
Freud una l’espressione di un arresto dello sviluppo,
secondo altri, non una tendenze all’autodistruzione ,
ma il tentativo ripetuto e strategicamente inefficace
di trovare soluzione alle difficoltà.
COAZIONE A RIPETERE NELLA SCELTA DEL
PARTNER

Gli individui cercano attivamente e selezionano, sia pure
inconsapevolmente, persone, situazioni e relazioni che
corrispondano alle loro opinioni su se stessi e sugli altri. Se
una persona non si sente degna di essere amata, e non ha
fiducia negli altri, selezionerà come partner, sia della vita
infantile che della vita adulta, proprio le persone che
possono confermare la sua aspettativa e il modello che ha
già di se stessa; sceglierà, sulla base di spinte inconsce,
proprio quelle persone che dimostreranno che non può
ottenere tanto l’affetto quanto l’attenzione di cui ha bisogno
; e cercherà quelle situazioni sociali che possono fare da
contesto o da sostegno a questo tipo di credenza. Se si
crede che gli altri non siano disponibili e siano pronti ad
ingannare, si tenderà ad avvicinarsi ad esse in maniera
difensiva, aumentando la probabilità di essere rifiutati. Se
ci si concentra solo su segnali di inaffidabilità, si tenderà a
fare continue scenate, esasperando anche un partner ben
intenzionato fino a farlo diventare infido: delle vere e
proprie profezie che si autoavverano.
LA SCELTA DEL PARTNER
 In
sintesi il momento della scelta del
partner
 Viene ad essere il risultato di un
processo molto complicato e
sofisticato, frutto dell’immissione, in
una sorta di computer, di una vasta
gamma di informazioni, la cui
elaborazione produce un
“programma” preciso e infallibile.
IL LEGAME SENTIMENTALE TRA ADULTI

Hazan e Zeifman propongono un modello basato
su un processo a quattro tappe, un modello che
riflette quello che abbiamo tratteggiato per la
formazione del legame madre bambino, anche per
ciò che concerne i comportamenti e le emozioni
caratterizzanti le varie fasi.
Amante e genitore sono due cose diverse
naturalmente, ma se ci spostiamo sul piano delle
funzioni ci accorgiamo che comportamenti ed
emozioni sono equivalenti: si tratta di una
equivalenza funzionale .
IL LEGAME SENTIMENTALE TRA ADULTI


I fase: l’attrazione, il corteggiamento, il flirt:
siete ad una festa e vedete la vostra amica Lucia con uno
sconosciuto di nome Rodolfo e avete la sensazione di
trovarvi di fronte ad un corteggiamento. Cosa accade? Lui,
stando seduto, assume una postura che lo porta a piegarsi
in avanti verso di lei, con le gambe e le braccia allargate,
parla animatamente a voce alta, muove le mani, gesticola
più del dovuto, le tocca un braccio o una gamba, le fa
complimenti, le offre da bere e le chiede se ha freddo. Si
tratta di un copione collaudato da secoli, geneticamente
determinato.
Gli etologi ritengono che si tratti di un programma di
preconcepimento. In questa fase vengono adottate delle
strategie, inconsapevoli, che hanno la funzione di
consentire a Rodolfo di individuare la persona giusta alla
quale legarsi.
IL LEGAME SENTIMENTALE TRA ADULTI

Si tenta immediatamente di mantenere il più
possibile la vicinanza, ognuno cerca di dare la
migliore immagine di sé. Lucia vuole sembrare bella e
seria, Rodolfo vuole sembrare focoso e abbastanza
ricco da offrire una cena in un buon ristorante. I
criteri che l’uno in quanto maschio e l’altra in quanto
femmina
utilizzeranno
sono
in
realtà
inconsapevolmente chiari. Lucia “sa” che per Rodolfo
l’apparenze fisica è molto importante, come pure la
sua resistenza, la sua ritrosia ed un suo esibito
iniziale scarso interesse per il sesso. Rodolfo “sa” che
Lucia deciderà, sulla base delle sue potenzialità di
guadagno, della sua assertività sessuale e della sua
affidabilità. Il corteggiamento va avanti proprio per
sondare la congruenza di quanto ciascuno si aspetta.


II fase: l’innamoramento:
Nel momento in cui i due partner hanno la sensazione
di avere a che fare con la persona giusta, la relazione
entra in un’altra fase: dall’attrazione si passa
all’innamoramento. Gli stati mentali e fisiologici
dell’infatuazione sono presenti e aumentano. Si
verificano insonnia, riduzione dell’appetito e
sensazione di possedere energia sconfinata. Nel
nostro corpo si liberano le fenilanfetamine, simili alle
anfetamine.
Per
questo
quando
lo
stato
dell’innamoramento scompare per essere sostituito da
un conflitto di coppia la reazione è così cocente! Gli
innamorati inoltre si differenziano perché si
rassicurano e accudiscono, la voce cambia si basa su
sussurri, si usano diminutivi, si fa ricorso al baby
talk, il modo di parlare delle madri ai figli. Darwin
sottolineava come desideriamo intensamente tenere
tra le braccia la persona che amiamo, probabilmente
per fattori ereditari associati a cura e sorveglianza dei
neonati.

Mentre nel flirt si cerca di mostrare i lati più
splendenti, appena la relazione si stabilizza si
incomincia a condividere con l’altro delusione e
dolore e le esperienze negative prima
dell’incontro. Ciascun membro in pratica
comincia a funzionare per l’altro come risorsa
affettiva, come rifugio emotivo. Compare quella
dimensione del legame di attaccamento detta del
rifugio sicuro e si basa nella possibilità di trovare
nel proprio partner, protezione nei momenti di
pericolo, paura , ansia e stress. In questa fase del
legame, che ha funzione di mettere alla prova
l’altro, solo il partner viene cercato sia per il
piacere che per la risoluzione del dolore.


Fase III: l’amore
Quando si può parlare di amore e non più di
innamoramento? Quando si tratta di un legame di
attaccamento ben strutturato? Vari sono i cambiamenti dei
due partner. La frequenza dell’attività sessuale diminuisce,
mentre aumenta sempre di più l’importanza del supporto e
la capacità di porsi come rifugio sicuro. Dalla passione si
passa all’intimità, al calore, all’affetto e alla fiducia. È
questa fiducia reciproca che fa scattare il desiderio sessuale
in questa fase. E se fare all’amore fa bene all’amore, farlo
senza riuscire a trovare nell’altro anche calore e
comprensione porta alla fine di un legame. I ripetuti
accoppiamenti e orgasmi della fase dell’innamoramento
sono all’origine della sensazione di benessere degli amanti
che intendono mantenere la relazione. L’eccitazione
produce fenilanfetamine, che producono endorfine che
inducono sensazione di calma e appagamento. Il partner
con cui abbiamo rapporti sessuali soddisfacenti, diventa lo
stimolo associato alla sensazione di benessere prodotta
dalle endorfine.

Le relazioni che si trasformano in legami di
attaccamento sembrano essere quindi quelle che
producono effetti calmanti e di benessere. Questo
vale sia per il bambino che per la relazione tra
adulti. L’ossitocina rilasciata dall’orgasmo,
incrementa la possibilità di mantenimento del
legame affettivo. Non a caso in tutte le culture
esistono proibizioni più o meno esplicite per ciò
che concerne l’intimità fisica al di fuori dei legami
di coppia ufficiali, come se si sapesse che il
contatto fisico ripetuto con un’altra persona può
trasformarsi in un altro legame d’amore.

Proprio in virtù dell’azione calmante di un
partner sull’altro che emerge in questa fase del
legame la terza dimensione dell’attaccamento.
L’ansia da separazione, quello stato dell’anima e
della mente che si prova quando il partner è
lontano e non può stare accanto a noi. Nel
legame tra adulti questa dimensione indica che il
legame di attaccamento è formato e che la
relazione è una relazione d’amore.


La IV fase: la vita quotidiana, l’attaccamento
Ad un certo punto la relazione sentimentale cambia
ancora. La frequenza degli scambi sessuali
diminuisce, il contatto fisico, il guardarsi negli occhi
sono rari. I partner sembrano aver distolto
l’attenzione e dirigere la loro energia verso l’ambiente
circostante. Questa è la fase in cui i partner sono
legati dall’impegno, dall’ambiente in cui si vive con la
persona amata e decide di non prendere in
considerazione altre opzioni, ciascun partner funziona
da base sicura per l’altro. La possibilità, di esplorare,
di lavorare, di prendersi cura dei figli, di viaggiare è
funzione della sicurezza di avere nell’altro qualcuno
su cui fare affidamento, dal quale ricevere protezione
e cura in caso di necessità e da cui potersi allontanare
se si sta bene. È proprio la sicurezza che l’altro
fornisce a costituire la base per una nuova
esplorazione dello stesso partner per affrontare con
curiosità gli inevitabili cambiamenti.

La coppia in questa fase agli occhi di un estraneo
potrebbe
sembrare
in
crisi.
In
realtà
l’attaccamento profondo tra i partner rende il
desiderio sessuale una forma di riconoscimento e
di
conoscenza,
caratterizzato
da
minor
eccitazione e maggiore e maturo coinvolgimento.
I rapporti sessuali hanno pienezza e danno
gratificazione. Un legame che non raggiunga
questa
fase
e
rimanga
allo
stadio
dell’innamoramento indica che il legame di
coppia non funziona, che nessuno dei due riesce a
dare all’altro quel senso di fiducia e di sicurezza
che rendono la vita insieme possibile.
….. PER POI
ARRIVARE AL
MATRIMONIO…..
COME NASCE LA COPPIA CONIUGALE

Il patto coniugale: la coppia oggi dà risalto
all’intimità tra i partner, ognuno manifesta
all’altro ciò che prova, pensa e sente, si aspetta di
ricevere empatia, comprensione, condivisione e
sostegno. La coppia è perciò investita di alte
aspettative e richieste ed è fortemente
idealizzata. Per questo risulta facilmente
soggetta a delusione e, in un contesto di
debolezza, l’esito è la rottura. Tale risultato è da
imputare all’importanza della coppia come
referente sociale nella società odierna. La
relazione di coppia appare centrale nella vita
adulta, ci si rappresenta di fatto in tale forma.
LA COSTRUZIONE DEL PATTO CONIUGALE
Cosa significa sposarsi?
 Dibattito.


La relazione coniugale si fonda su un patto fiduciario che ha nel
matrimonio il suo atto esplicito. In questo senso il matrimonio
rappresenta il simbolo della transizione attraverso questa
ritualità. Il patto fiduciario rappresenta l’aspetto etico e affettivo
della relazione. È il patto che fonda e organizza la relazione, gli
elementi fondamentali sono: la comune attrattiva, la
consensualità, la consapevolezza, l’impegno a rispettarlo, la
delineazione di un fine. Il patto matrimoniale non si esaurisce
nella dichiarazione di impegno formulata esplicitamente e
pubblicamente. Da un punto di vista psichico è sorretto dal patto
segreto, l’intreccio inconsapevole della base reciproca.

Ciò che ha attratto i due nella stessa orbita è un misto di
bisogni, speranze e difesa dei pericoli che i partner si
aspettano di trattare nel rapporto di coppia . Il tutto si
ricollega alla storia pregressa dei partner e ai modelli
identificatori con i familiari. “io sposo in te questo e tu
sposi in me quest’altro” questo è in sintesi, l’aspetto
inconsapevole della scelta. È l’incastro dei bisogni, desideri
e paure a costituire la peculiarità di quella coppia, il suo
inedito. Il patto dichiarato richiama la valenza etica e di
vincolo reciproco. Si esplicita in una promessa di fedeltà
nella gioia e nel dolore ecc. riguarda un obbligo reciproco
testimoniato pubblicamente.
PATTO DICHIARATO E PATTO SEGRETO
Il compito più difficile per la coppia è quello di
riuscire ad alimentare il proprio spazio segreto e
la condivisione di ideali rispettando nel contempo
la lealtà nei confronti delle famiglie d’origine e
l’impegno verso la generazione successiva.
 La riuscita dell’alleanza di coppia suscita la
sensazione di una vera e propria impresa verso
forze ostacolanti, forze che trascendono la coppia
ma appartengono alla sua storia, e alle
vicissitudini familiari e culturali. (e)

PATTO DICHIARATO E PATTO SEGRETO

In particolare il patto segreto può dirsi riuscito
quando è possibile praticarlo, cioè quando i
partner, attraverso il loro incontro, soddisfano
bisogni affettivi reciproci e quando è flessibile,
vale a dire che può essere lanciato e riformulato
secondo il mutamento dei bisogni e delle attese
delle persone lungo il percorso di vita. In questo
caso si riesce a fare un salto di posizione cruciale,
si passa dallo “ sposo questo in te “ allo “sposo
anche quest’altro in te”. Il patto segreto in questo
caso, si piega e segue flessibilmente il mutare, nel
tempo dei bisogni affettivi e relazionali.
IMPRATICABILITÀ

DEL PATTO
È impraticabile il patto quando i bisogni che i due
partner sperano di soddisfare reciprocamente
vengono sistematicamente disattesi . Tipico della
relazione perversa dove uno tenta di realizzare il
dominio e la sudditanza dell’altro che a sua volta
o ha la stessa logica o la apprende e la mette in
atto. In questa situazione il patto propriamente
non esiste, l’intesa è nulla e lo scambio è
impossibile. Ne consegue che l’altro non è
percepito nella sua realtà e nel suo bisogno e il
mondo psichico della coppia collassa. È una forma
di anti-patto,un attacco devastante al legame.
RIGIDITÀ DEL PATTO

La rigidità è data dalle situazioni in cui il patto si effettua,
lo scambio avviene, ma nell’evoluzione dei bisogni reciproci
l’intesa segreta si consuma. Non può essere riformulato e
rilanciato, vale a dire non si fa il passaggio da “sposo questo
in te” a “sposo quest’altro in te”. Esaurita la soddisfazione e
la funzione di quella particolare forma di incastro tra
bisogni, il legame viene meno. L’incastro c’è stato, si sono
scambiati qualcosa di profondo, protetti dal pericolo e
risposto a determinate attese per poi esaurirsi.
L’inaccettabilità della fine del patto e l’impossibilità di
rilanciarlo fanno esplodere modalità sadico perverse di
relazione. La riformulazione del patto di coppia consiste
nella direzione di un maggior riconoscimento dell’altro (il
suo valore) e di una tenerezza nei confronti dei suoi limiti.
FRAGILITÀ DEL PATTO DICHIARATO


Il patto dichiarato può essere interiorizzato e assunto ma
anche formale e fragile. È coscientemente assunto quando è
voluto, i partner si dedicano al legame con dedizione
tramite operazioni concrete di cura del medesimo. La
coppia è cioè in grado di formulare un progetto di vita in
comune anche nelle sue valenze concrete e si impegnano
nella sua realizzazione. Il patto è fragile quando il progetto
ha poca consistenza e la scelta reciproca è povera di
impegno. Questa modalità è tipica delle coppie della post
modernità che si possono definire come emotivo affettive.
Un aspetto importante è costituito dalla collusione visto
come spazio ambiguo e giocoso della coppia che può
scaturire nella patologia o nella alleanza creativa della
coppia. Le coppie creative riescono a far nascere un corpo di
coppia condiviso accettando ambiguità e limiti.
LE SITUAZIONI DI COPPIA RISCHIOSE


La DISCORDIA: il patto dichiarato è assunto nella sua
formalità e non nella sua tensione ideale, come distributore
di ruoli è facile che si combini con l’impraticabilità del patto
segreto. Si tratta di coppie manipolative. Al posto di una
struttura condivisa di desideri e bisogni, prende il dominio
una struttura sadomasochistica e perversa.
IL CROLLO DEL PATTO: trattando di divorzio
osserviamo questo fenomeno. Il patto dichiarato è formale e
il patto segreto è rigido, non può essere rilanciato. Non
resterà che mantenere il patto formale svuotato di compiti
affettivi e impegno reciproco, i separati in casa, oppure
cercare di rompere il patto. Quando si agisce la frattura
accade il finimondo. L’accettabilità della fine del legame
scatena discordia. Non esistono quindi coppie intermedie
tra patto creativo e patto che diffonde il dolore.
I COMPITI DI SVILUPPO DELLA COPPIA

1.
La coppia riesce a sopravvivere a trovare un equilibrio
interno ed esterno se è in grado di portare a termine
questi tre compiti:
in quanto coniugi l’obiettivo è quello di costruire
“l’identità di coppia” . Viene data dalla capacità di
reciprocità, cioè che ognuno sappia prendersi cura
dell’altro nella sua unicità, differenza e limite. La coppia
deve valutare su basi realistiche le problematiche che la
vita pone attraverso disincanto e cooperazione-sostegno.
Perché si realizzi l’identità di coppia è altresì necessario
che i coniugi siano in grado di uscire da una prospettiva
autoreferenziale. Comporta un sacrificio narcisistico,la
coppia deve essere in senso lato generativa, non come una
sterile vicinanza di individui ma una effettiva
condivisione di identità.
2 Compiti di sviluppo in quanto figli: il matrimonio comporta
non solo l’unione di due persone, ma anche l’incontro di
due storie e di messaggi provenienti dai sistemi delle
famiglie d’origine. La coppia che si sposa è dunque
chiamata a realizzare una revisione del sistema di lealtà
concernente il partner e le famiglie di origine. Se la lealtà
nei confronti del partner assume aspetti di priorità ed
esclusività quella nei confronti dei genitori va limitata.
Questo secondo aspetto presenta delle difficoltà, perché
spesso è proprio alle famiglie di origine che viene delegato
il ruolo di garanti della stabilità. L’intervento delle
famiglie di origine nella vita di coppia verrebbe dunque
richiesto come fonte di sicurezza e stabilità. Il rischio
delle famiglie è quello di tessere una sorta di ragnatela
che nel tempo, più che protettiva risulta essere
invischiante per la nuova coppia. Il processo di svincolo
sembra essere particolarmente difficoltoso.
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Per la coppia è fondamentale acquisire identità
differenziandosi e distinguendosi dalle famiglie d’origine e
contemporaneamente attuando un nuovo tipo di legame con
esse. La distinzione di coppia avviene quando i coniugi
sanno autonomamente costruire un proprio stile
relazionale a partire dalle modalità apprese nelle famiglie
di origine evitando il rischio della ripetizione e della
controdipendenza. Ciò implica che i coniugi si assumano il
compito di avviare e portare avanti un processo di
regolazione delle distanze con le famiglie di origine
ridefinendo le relazioni con esse e tracciando nuovi confini
tramite processi di negoziazione che dovranno essere più
volte attivati nel succedersi delle transizioni e dei
cambiamenti a cui la famiglia sarà sottoposta.
L’itinerario del processo di distinzione di coppia prevede il
confronto della coppia con le coppie delle famiglie di
origine.
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Ognuno si rapporta per identificazione o per opposizione al
tipo di coppia che ha vissuto e interiorizzato dalla propria
famiglia. La coppia giovane ha un modello ideale e
culturalmente determinato a cui fa riferimento nel corso
del suo sviluppo. Per la nuova coppia possono costituire un
problema sia coppie genitoriali molto conflittuali che quelle
molto riuscite. In questi casi ci si sente facilmente
inadeguati e si fa fatica ad accettare i problemi del proprio
rapporto di coppia.
La coppia si distingue, si differenzia e si appropria per così
dire della sua unicità, affrontando in modo specifico eventi
specifici che la rendono unica. I coniugi sanno che quella è
la vita che è stata loro data e che essi hanno costruito,
differenziandosi dalle famiglie di origine.
IL COMPITO FONDAMENTALE DELLA
COPPIA
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Il compito permanente della coppia in ogni transizione è
quello che implica il rilancio della coniugalità nei passaggi
chiave della vita. Ovvero è chiamata a impegnarsi a
riformulare nel tempo il patto coniugale , articolato in patto
dichiarato e patto segreto.
La coppia è infatti chiamata a rilanciare il patto ad ogni
transizione e in conseguenza della crisi che questa
comporta. Piuttosto che di nuovi partner le persone hanno
bisogno di cambiare contratto relazionale a seconda delle
diverse fasi del ciclo di vita, dal momento che le cose
necessarie al soddisfacimento di un rapporto cambiano nel
corso del tempo anche al variare dei requisiti familiari.
Il compito relativo all’identità di coppia è un compito
permanente. Si deve continuamente investire nella
relazione
FATTORI DI PROTEZIONE E DI RISCHIO
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Lo stile di attaccamento tra i partner influisce sulla buona
o cattiva qualità della relazione. Gli individui con stile di
attaccamento sicuro sperimentano facilmente rapporti di
intimità, senza paure particolari verso l’abbandono. Si
sentono a loro agio a dipendere in parte dagli altri e che
altre dipendano in parte da loro;sono quindi in grado di
ricevere e dare.
I soggetti con stile evitante sono invece a disagio e
manifestano ansia nei contesti di intimità. Riescono ad
avvicinarsi al partner solo se pressati da una specifica
richiesta, ma tendono a ritirarsi di fronte all’intimità.
Hanno difficoltà a fidarsi, si sentono a disagio quando
devono dipendere preferiscono considerarsi autosufficienti
e non chiedere aiuto.
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Coloro che possiedono uno stile di attaccamento ansioso
ambivalente manifestano dei dubbi sul fatto di essere
veramente amati dal coniuge, avanzano continue richieste,
che sono prove, e sono meno propensi a fornire cure perché
si pongono al centro del mondo.
Come riportato in letteratura, gli individui con stile di
attaccamento sicuro riferiscono di vivere
nelle loro
relazioni livelli più alti di soddisfazione e intimità, mentre
gli individui con stile evitante riportano più bassi livelli di
entrambi. I partner ansiosi, riportano più bassi livelli di
soddisfazione e più alti livelli di conflitto e ambivalenza.
L’ultimo e più recente stile di attaccamento individuato è
quello disorganizzato che è stato al centro di importanti
ricerche (Liotti 1993). Si tratta di uno stile in cui gli
estremi si toccano, il distacco si alterna all’invischiamento
emotivo generando confusione e panico nell’altro. La coppia
poi crea un suo modello di attaccamento.
ALTRI FATTORI DI RISCHIO E PROTEZIONE
Credenze ed aspettative
 Intimità come apertura fiduciosa all’altro,
rivelazione di sé
 Comunicazione
 Conflitto
 Impegno e dedizione al rapporto
 Supporto, il prendersi cura
 Rete sociale e famigliare
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COSA ACCADE QUANDO IL SISTEMA DELLE
ASPETTATIVE VIENE DELUSO E I FATTORI
DI RISCHIO PREDONO IL SOPRAVVENTO?
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LA COPPIA VA IN CRISI….
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Mediazione famigliare e attaccamento