Istituto Comprensivo “ L. Bartolini” Cupramontana (AN.) A.S. 2012 / 13 Definizione L'ergonomia è la scienza applicata che aiuta a creare un lavoro che corrisponda alle caratteristiche dell'essere umano, fisiche, mentali e sociali. Migliorare l'ergonomia significa aumentare la prestazione assieme al benessere. Obiettivi Il termine “Ergonomia” deriva dalle parole greche “ergon” (lavoro) e “nomos” (legge). Uno dei principali obiettivi dell’ergonomia è quello di migliorare un ambiente attraverso un uso diverso delle tecnologie già presenti oppure l’introduzione di nuove tecnologie. La ricerca scientifica ha dimostrato che alcuni problemi legati alla sicurezza e alla salute sono risolvibili grazie al contributo dell’ergonomia, tanto che sono stati emessi numerosi standard normativi atti a formalizzare i principi di tale disciplina. Tali standard sono approvati da organismi riconosciuti a livello internazionale e nazionale come l’ISO (International Standardization Organization), il CEN (Comitè Europèen de Normalisation) e l’UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione). Questi organismi hanno l’obiettivo di: descrivere le caratteristiche di prodotti e sistemi in relazione a valori limite, regole di classificazione e criteri di progettazione e/o esecuzione, fornendo le direttive utili alla realizzazione di impianti ed artefatti tecnicamente corretti, in sicurezza e standardizzati. Interventi sulle tecnologie Non sempre però vi è la possibilità di intervenire sulle tecnologie a causa della scarsità di risorse e strumenti adatti per la riprogettazione di un ambiente. In particolare nell’ambito del contesto scolastico sotto il profilo ergonomico vi possono essere notevoli criticità soprattutto a causa degli arredi (banchi, sedie, banconi di laboratorio, accessori, etc.) che molto spesso si discostano dagli standard di qualità proposti dalla normativa. Miglioramento ergonomico L'ergonomia non serve solo a correggere le cose che non vanno (problemi muscolo-scheletrici, fatica, ...); essa è invece una scienza applicata che aiuta le organizzazioni a svilupparsi, attraverso una visione sistemica che tiene in conto gli aspetti fisici, mentali e organizzativi dell'attività umana. Aspetti fisici Le alterazioni a carico della colonna vertebrale (tratto cervicale, dorsale e lombo sacrale) rappresentano uno dei principali problemi sanitari e possono interessare fino all’80% della popolazione. Molte ricerche, condotte in diverse nazioni evidenziano come già dalla prima infanzia le posture statiche prolungate, i movimenti quotidiani scorretti, i sollevamenti e gli spostamenti di carichi, possono danneggiare la colonna vertebrale in fase di sviluppo. I bambini che frequentano la scuola, a partire dalla primaria, potrebbero incorrere in disturbi muscolo-scheletrici (es. mal di schiena, scoliosi, iperlordosi lombare, etc.) derivanti da posture errate al banco di scuola, alla postazione del computer o dal “peso della cultura” (gli zainetti carichi di libri). I dati riferiti nella letteratura degli ultimi decenni evidenziano un preoccupante aumento del mal di schiena tra i bambini già dall’età di 6-7 anni e tra i ragazzi compresi nella fascia di età 11-15 . Documentazione In un ampio studio condotto in Europa nel 1984 è riportato che circa il 23% degli studenti delle scuole primarie lamenta il mal di schiena e che questa percentuale sale a circa il 33% tra gli studenti delle scuole medie. In due ampi studi europei è stato riscontrato che il 60% degli scolari hanno sofferto di almeno un episodio di mal di schiena prima dei 15 anni. Risultati di studi di ricerca Secondo una ricerca effettuata nel 2008 dall’Albo degli Optometristi e da Federottica con la collaborazione dell’Università del Salento, in Italia il 95% dei bambini tra 6 e 10 anni assume atteggiamenti scorretti nella lettura, nella scrittura e nella postura, tenendo una distanza di lettura e scrittura inadeguata già dalla prima classe della scuola primaria; inoltre tre bambini su quattro che usano il personal computer soffrono di disagi visivi e posturali . L’insieme degli studi citati evidenziano, tra le cause di questa alta incidenza di “mal di schiena” nei bambini, alcuni aspetti di particolare rilievo: – le posizioni viziate e fisse che i bambini assumono e mantengono per molte ore al giorno quando sono seduti al banco di scuola, al computer, alla scrivania dove fanno i compiti e davanti alla televisione; – gli zainetti scolastici troppo pesanti o mal portati. Analisi della situazione Se analizziamo una giornata tipo di un bambino tra i 6 e i 7 anni, possiamo riscontrare che • In media il bambino riposa per circa 10 ore (sonno, riposo a letto), • passa in posizione seduta circa 8-10 ore (scuola, pasti, computer, televisione, studio), • Passa in posizione ortostatica il resto del tempo (6 ore circa). : Posizioni La posizione seduta rappresenta la postura più statica e quella che nel tempo influenza maggiormente lo sviluppo della struttura della colonna vertebrale, perciò se è viziata può risultare molto dannosa per lo sviluppo della schiena del ragazzo oltre che fonte di mal di schiena Non dobbiamo dimenticare che per l’homo erectus la posizione ottimale è quella ortostatica: quando stiamo in piedi le curve fisiologiche della colonna vertebrale permettono una spesa energetica muscolare minima e una distribuzione della pressione sui dischi intervertebrali ottimale. Rapporto tra malattie muscolo-scheletriche e comportamento a scuola Diversi studi in materia hanno ribadito che la prevenzione delle malattie muscolo-scheletriche è strettamente connessa al comportamento degli studenti e all’ambiente scolastico circostante, auspicando, quanto prima, un riposizionamento posturale dei bambini per un miglioramento del sistema visivo e di quello muscolo-scheletrico con conseguenti benefici anche sull’apprendimento. Difetti più comuni dovuti a una postura scorretta che si evidenziano con il passare degli anni Cosa fare ? Formare l’alunno, facendogli acquisire competenze ed abilità che siano fonte di modificazione dei propri comportamenti inerenti l’ergonomia scolastica. In particolare: • Uso corretto dello zainetto scolastico • Postura corretta al banco di scuola • Postura corretta davanti al videoterminale “Se lo dici, dimentico se mi fai vedere, ricordo se mi coinvolgi, capisco” Gli zainetti Per quanto riguarda gli zainetti scolastici, bisogna evidenziare che un peso eccessivo portato sulle spalle dal bambino determina una attivazione delle masse muscolari dorsolombari che a questa età non sono ancora ben sviluppate, con una possibile accentuazione delle curve fisiologiche della colonna (cifosi dorsale e lordosi lombare). Inoltre la posizione che si assume quando si porta uno zainetto troppo pesante, caratterizzata da uno spostamento in avanti del collo e tipica di quando si porta un peso sulla schiena, porta a contratture, spesso anche dolorose, dei muscoli del collo, delle spalle e della schiena. Tutto questo può sfociare in squilibri e atteggiamenti scorretti della posizione ortostatica e nel mal di schiena. Come usare bene lo zainetto 1. Riempire lo zainetto partendo dallo schienale e mettendo le cose più pesanti vicino allo schienale e poi via, via le cose meno pesanti. Nella tasca esterna mettere solo materiale molto leggero. 3. Non portare lo zainetto su una spalla sola, ma indossare sempre ambedue le bretelle. 2. Regolare le bretelle affinché siano della stessa lunghezza e lo schienale sia ben aderente alla schiena, in modo che la parte inferiore dello zainetto messo sulla schiena non scenda al di sotto della vita. 4. Allacciare sempre la cintura in vita (se c’è). 5. Quando è possibile (es. sull’autobus, quando si è fermi) togliere lo zainetto. 6. Non correre con lo zainetto sulle spalle. 7. Non indossare uno zaino troppo grande rispetto al proprio fisico perché il carico non si distribuisce correttamente sulla schiena. Inoltre, maggiore è la capienza dello zaino, maggiore è la probabilità che diventi più pesante: i limiti di spazio costringono ad evitare carichi inutili. Raccomandazioni Nella seduta del 16 dicembre 1999, il Consiglio Superiore di Sanità ha sottolineato la necessità, a scopo prevalentemente prudenziale, di seguire le seguenti raccomandazioni : (Parere del Consiglio Superiore di Sanità. Sessione XLIII. Assemblea Generale seduta del 16 dicembre1999): • Il carico dello zaino non deve superare il 10-15% del peso del bambino. • La regola non può essere interpretata in senso rigido e vincolante perché andranno considerate altre variabili come: la configurazione fisica dello scolaro con particolare riguardo alla massa muscolare e alla struttura scheletrica, il tempo e lo spazio di percorrenza con il carico dello zainetto. • Il superamento modico e occasionale del limite massimo del peso, può essere considerato tollerabile ove il percorso sia relativamente breve e la struttura muscolo-scheletrica possa essere riconducibile a costituzione robusta. Al contrario, in soggetti di costituzione gracile e con scarsa massa muscolare, soprattutto se obbligati a percorrere lunghi tragitti, andrà incoraggiato il rispetto del carico raccomandato. Pertanto, le variabili di cui sopra dovranno essere concretamente valutate caso per caso da tutti coloro che interagiscono con lo sviluppo del bambino in particolare dai genitori, dagli insegnanti e dai medici che entrano in contatto abituale od occasionale con il ragazzo. (Pediatra, Medico di base, specialisti del Dipartimento Materno-infantile, Ortopedici, Fisiatri) La prevenzione dei disturbi muscolo-scheletrici in età preadolescenziale e adolescenziale non può essere ristretta esclusivamente alla “gestione” del peso dello zainetto, ma quest’ultima va inserita all’interno di programmi più completi di “educazione alla salute”, in cui l’apprendimento di corrette posture e il potenziamento delle abilità motorie dovranno essere sviluppati con determinazione e capillarità. Posture scorrette In classe una delle cause più frequenti di disagio che affligge gli alunni è rappresentata dalla permanenza prolungata e quotidiana nella posizione seduta al banco di scuola. I principali rischi connessi a questa postura riguardano soprattutto l’apparato muscoloscheletrico. È ampiamente dimostrato in letteratura che un bambino che trascorre molto tempo seduto (al banco di scuola, davanti al televisore, etc.) a seguito dell’assunzione di posture scorrette e forzate, può avvertire disturbi quali senso di tensione alla nuca, dolore al collo, alle braccia, alla schiena o alle gambe. Questi effetti negativi possono essere contrastati anche mediante il ricorso ad una attività fisica regolare, da esercitare non solo nel tempo libero, ma anche durante brevi pause dell’attività scolastica. Prescrizioni Per una corretta postura, la norma prescrive che lo schienale debba avere un’inclinazione compresa tra i 95° e i 115°, questo indipendentemente dalla statura dello studente. In relazione all’altezza dello studente (si parte da un minimo di 80 cm per i bambini fino ad arrivare ai ragazzi delle scuole superiori che possono superare i due metri di altezza), le norme assegnano agli arredi scolastici delle vere e proprie “taglie”, otto in tutto, ad ognuna delle quali è stato abbinato uno specifico colore. In questo modo, le norme intendono favorire l’adozione di una corretta postura contribuendo allo sviluppo psicofisico di bambini e ragazzi che trascorrono gran parte della loro giornata a scuola. Arredi scolastici Gli arredi scolastici a norma sono progettati in modo che gli studenti possano appoggiare le braccia mantenendo le spalle rilassate sia che si trovino dinanzi ad un monitor sia che siano alle prese con i più tradizionali quaderni a righe o quadretti . Le norme fissano le dimensioni del “banco europeo” anche in relazione alla crescente diffusione dell’utilizzo di PC nella didattica. Il piano dei tavoli può essere orizzontale – con un’inclinazione fissa – o regolabile dall’utilizzatore. Nel caso il top del banco fosse inclinabile è necessario che lo studente possa anche regolarlo in una posizione orizzontale. Il banco I banchi e le sedie devono essere rettangolari e di dimensioni adatte, combinabili tra loro per consentire attività di gruppo. Le superfici di lavoro devono essere spaziose e di materiale idoneo con i bordi arrotondati. I banchi dovrebbero avere dei ripiani per riporre i libri. Il banco ergonomico deve avere: • una superficie di colore chiaro (ma non bianco) e opaca (non riflettente); • pianale inclinato che rispetti una posizione ergonomica del corpo; • riduzione al minimo delle parti metalliche. • deve avere una profondità minima di 50 cm indipendentemente dalla “taglia” dello studente che lo utilizza e la lunghezza del top deve almeno arrivare ai 60 cm. La sedia Una sedia con schienale anatomico consente di mantenere le normali curvature della colonna. Deve potersi adattare alla diverse altezze degli studenti La sedia deve favorire una posizione naturale del corpo tale da distribuire il peso in maniera equilibrata. La sedia deve far stare il busto a 90° e le gambe piegate anch'esse ad angolo retto. Inoltre deve favorire una posizione di equilibrio della spina dorsale in maniera tale da ridurre al minimo lo stress e la fatica del dorso, delle spalle e del collo. Come stare seduti •I piedi devono poggiare completamente sul pavimento o sulla barra poggia-piedi (non mettere i piedi intorno alle gambe della sedia – non sedersi in ginocchio). • Sotto al banco deve esserci spazio sufficiente per muovere le gambe. • Considerando il piano di seduta della sedia, deve esserci un spazio libero tra la parte posteriore (dietro) delle ginocchia ed il bordo anteriore (avanti) della sedia. • Le ginocchia non devono toccare la parte inferiore del piano del banco. • Gli avambracci devono poggiare sul banco con un angolo fra il braccio ed avambraccio di circa 90° gradi. • La schiena deve essere ben poggiata allo schienale della sedia e non curva sul banco. • Evitare di poggiare il gomito sul banco con il mento poggiato sulla mano. • Tenere gli oggetti che si stanno usando vicino a sé, sul piano del banco. • Non dondolare con la sedia. • È bene che la sedia non sia troppo lontana dal piano d'appoggio utilizzato. Arredi biblioteca Gli arredi della biblioteca devono presentare alcune caratteristiche quali: -la flessibilità (in funzione dei diversi usi dello spazio e del successivo ingresso di nuovi materiali); -la modularità (affinché possano essere integrati nel tempo con nuovi elementi); -l’ergonomia (per consentire situazioni di rilassamento ed evitare quelle di disagio). Gli scaffali devono essere facilmente accessibili e devono permettere di esporre i documenti, anche quelli multimediali, con diverse modalità. Infine, elementi importanti da considerare sono l’insonorizzazione, l’illuminazione, la scelta dei colori delle pareti e dei materiali dei pavimenti Arredi a norma Il computer L’uso dei computer nelle scuole è una realtà ormai ben consolidata. Tuttavia, continua ad esserci poca attenzione riservata ai fattori ergonomici, durante la creazione di postazioni di computer nelle scuole o per il successivo utilizzo dei computer da parte dei bambini. Continua inoltre ad esserci preoccupazione per gli effetti fisici a breve e lungo termine sugli alunni dovuti agli aspetti ergonomici della postazione al videoterminale e all’utilizzo prolungato del computer. Numerose ricerche hanno evidenziato che le postazioni al computer idonee per gli adulti non sono confortevoli per i bambini . La postazione al computer La schiena deve essere sempre ben poggiata allo schienale. Se la seduta della sedia è troppo profonda, usiamo un cuscino o un giaccone ripiegato per dare un buon appoggio alla schiena. I piedi debbono avere sempre un appoggio. Se la sedia è alta utilizziamo un poggia-piedi, uno scatolone o altro per fornire un appoggio ai piedi. Sotto la scrivania ci deve essere abbastanza spazio libero per alloggiare le gambe. Nel caso in cui si utilizzi il mouse per lunghi periodi è bene spostare la tastiera di lato e mettere il mouse davanti a sé. Lo schermo deve essere posizionato frontalmente a distanza di 50-70 cm dagli occhi. Gli occhi devono trovarsi all’altezza della parte superiore dello schermo. Per ottenere questo si può alzare il sedile della sedia, oppure mettere un cuscino o altro. Il monitor deve essere inclinato dai 3° ai 15° per consentire durante la lettura e la scrittura un’attività visiva più confortevole permettendo una posizione meno inclinata in avanti. Gli avambracci debbono poggiare sulla scrivania davanti la tastiera. La tastiera deve essere bassa, in maniera tale che la mano sia in linea con il polso. Il gomito deve trovarsi all’altezza del piano della scrivania (angolo del gomito di 90°). llluminazione Non vi devono essere riflessi sullo schermo (le finestre e le luci poste alle spalle del bambino si riflettono inevitabilmente sullo schermo), né vi devono essere forti fonti di luce nel campo visivo in quanto possono provocare abbagliamento (evitiamo finestre e luci poste di fronte al bambino). È bene che le finestre siano poste solo lateralmente rispetto alla postazione al videoterminale e che siano dotate di buoni schermi (tende, tapparelle). VIDEOTERMINALI E PREVENZIONE LA SORVEGLIANZA SANITARIA • è dovuta per chi utilizza i videoterminali sistematicamente e abitualmente per almeno 20 ore settimanali • è esercitata dal medico competente • sono previste visite: – preventive (prima dell’avviamento alla mansione) – periodiche • sono previsti controlli – degli occhi e della vista – alla colonna vertebrale e agli arti superiori • periodicità: – biennale per i lavoratori/trici classificati idonei con prescrizioni e/o quelli con più di 50 anni – tutti gli altri ogni 5 anni • I lavoratori sono sottoposti inoltre a controllo oftalmologico: – quando sospettano alterazioni delle funzioni visive, confermate dal medico competente – qualora la visita periodica ne evidenzi la necessità • le spese: – per gli accertamenti e eventuali dispositivi di correzione sono a carico del datore di lavoro DISTURBI OCULO VISIVI • Sintomi: – bruciore, lacrimazione – senso di corpo estraneo – ammiccamento frequente – fastidio alla luce, pesantezza – visione annebbiata o sdoppiata – stanchezza alla lettura – cefalea • NEL COMPLESSO SONO DISTURBI REVERSIBILI DISTURBI OCULO VISIVI • Principali cause: – illuminazione inadatta – riflessi da superfici lucide – luce diretta (artificiale o naturale) su monitor o occhi – presenza di superfici di colore estremo (bianco o nero) – difettosità del monitor – impegno visivo statico, ravvicinato, protratto nel tempo DISTURBI OCULO VISIVI • Come prevenirli: – ai primi sintomi di affaticamento fare piccole pause – socchiudere le palpebre per 1/2 minuti – distogliere lo sguardo dagli oggetti vicini e rivolgerlo verso quelli lontani – verificare l’illuminazione e le tende – eliminare riflessi e/o abbagliamenti – seguire con lo sguardo il perimetro del soffitto DISTURBI MUSCOLO SCHELETRICI • Sensazioni: – senso di peso, di fastidio – intorpidimento – dolore – rigidità di: • • • • • collo schiena spalle braccia mani • Cause: – posizione di lavoro scorretta – errata scelta degli arredi – posizione di lavoro fissa e mantenuta per lungo tempo – movimenti rapidi e ripetitivi delle mani (uso di tastiera e mouse) • Come prevenirli: – verificare che la parte alta del monitor sia al livello degli occhi – verificare la distanza del monitor e della tastiera – stare seduti ben eretti con i piedi ben poggiati – regolare bene l’altezza e l’inclinazione della sedia – ai primi sintomi di dolore al collo o alle estremità concedersi una pausa alzandosi e muovendosi Ergonomia posto di lavoro al videoterminale Accorgimenti da seguire • Evitare posture scorrette, anche se costretti a lavorare con il portatile o per telelavoro nella propria abitazione: spalle rilassate, polsi e mani in linea retta, cosce in posizione orizzontale. • Il monitor deve stare in posizione frontale rispetto all’operatore. • La parte superiore del monitor deve essere all’altezza degli occhi, o leggermente al di sotto. • Lo schermo non deve avere riflessi o riverberi che possano causare molestia all’utilizzatore. • Lo spazio davanti alla tastiera deve essere sufficiente, onde consentire l’appoggio delle mani e delle braccia dell’operatore. • Il sedile deve avere altezza regolabile, lo schienale deve essere regolabile in altezza e in inclinazione. • Un poggiapiedi deve essere messo a disposizione di coloro che lo desiderano. • L’illuminazione generale e quella specifica (lampade da tavolo) devono garantire un’illuminazione sufficiente ed un contrasto appropriato tra lo schermo e l’ambiente, tenuto conto delle caratteristiche del lavoro e delle esigenze visive dell’utilizzatore. Diritti del lavoratore al VDT Il lavoratore, qualora svolga la sua attività per più di 20 ore settimanali, comunque distribuite, ha diritto ad una interruzione della sua attività mediante pause ovvero cambiamento di attività. Le modalità di tali interruzioni sono stabilite in sede di contrattazione collettiva. In assenza, il lavoratore ha comunque diritto ad una pausa di quindici minuti ogni 2 ore di applicazione continuativa a videoterminale Fisio anatomia della colonna vertebrale La struttura anatomica del rachide è costituita da vari elementi mobili, distinti gli uni dagli altri e connessi fra loro da numerosi elementi fibro - legamentosi, che gli conferiscono una notevole resistenza meccanica e una grande capacità di armonizzazione del movimento. Il rachide è costituito dalle vertebre, che sono i suoi elementi base, 33 in tutto, di cui: 7 cervicali 12 toraciche 5 lombari 5 sacrali 4 coccigee Fra ogni corpo vertebrale si trova il disco intervertebrale, che serve da ammortizzatore Il rachide ha il compito di ammortizzare i colpi e i contraccolpi che il corpo, nel muoversi, subisce. In questa funzione è aiutato dalla presenza delle curve rachidee La seconda funzione del rachide è quella di proteggere il midollo spinale, che passa nel canale vertebrale Tecniche di movimentazione corrette Sollevamento Prima di sollevare un carico è necessario pianificare e preparare l’operazione Movimentazione Assicurarsi: • di sapere dove si sta andando • che la zona in cui si deve operare sia libera da ostacoli • di afferrare il carico con sicurezza • che le mani, il carico ed eventuali maniglie non siano scivolosi Regole fondamentali per sollevare un carico • posizionare i piedi accanto al carico, piegando il tronco sopra l’oggetto da trasportare • tenere la schiena ben eretta • utilizzare la muscolatura delle gambe per sollevare il carico • tenere il carico il più possibile vicino al corpo • sollevare e trasportare il carico con le braccia distese verso il basso SBAGLIATO !!! CORRETTO !!! SBAGLIATO !!! CORRETTO !!! CORRETTO !!! Regole fondamentali per spingere e tirare un carico • Svolgere queste operazioni sfruttando il peso del corpo: se si spinge, piegare il corpo in avanti; se si tira, piegare il corpo all’indietro • Evitate di ruotare o piegare la schiena • I pavimenti devono essere duri, regolari e puliti • Gli eventuali sistemi di movimentazione devono essere ben funzionanti NORME DI MOVIMENTAZIONE DIV. ABILI Decreto Ministeriale 10 marzo 1998. Prevenzione Osservare le seguenti regole operative: 1. La classe dello studente diversamente abile deve essere collocata al piano più basso o. in subordine, nell’immediatezza di un luogo sicuro 2. La classe dello studente diversamente abile deve essere collocata nell’immediatezza di un’uscita per disabili 3. In caso di impossibilità di ottemperare alle due regole precedenti, la classe dello studente diversamente abile deve essere collocata nell’immediatezza dei locali dei collaboratori scolastici. Protezione I soggetti che potrebbero avere un ruolo nell’evacuazione del diversamente abile sono: 1. Il docente di sostegno alla classe di cui il diversamente abile è parte. Questi, all’emanazione dell’ordine di evacuazione, al termine dell’uscita di tutti gli altri studenti ad eccezione del chiudifila: • spinge la carrozzina fuori dalla classe, oppure • prende per mano il soggetto se non è in carrozzina, o ancora •Prende in braccio il soggetto che non sia in carrozzina ma sia impossibilitato a muoversi. In tutti i casi si dirige verso l’uscita di sicurezza. Il docente di sostegno è coadiuvato dal personale ATA presente al piano. Se, per qualsiasi motivo, risultasse impossibile il raggiungimento dell’uscita , il docente di sostegno si porta in un luogo sicuro e, senza abbandonare lo studente, cerca di segnalare la loro posizione e attende i soccorsi. 2. I collaboratori scolastici in servizio al piano o i docenti non impegnati I collaboratori scolastici, dopo l’evacuazione della massa, effettuano il controllo delle presenze in tutti i locali, partendo da quelli in cui è segnalata la presenza di diversamente abili. Se individuano un soggetto diversamente abile si comportano come indicato al punto 1. 3. Il docente con l’aiuto degli studenti aiutanti Nella totale assenza dei soggetti di cui ai punti 1 e2 , il docente con l’ausilio degli studenti aiutanti, si comporta come indicato al punto 1. Si ricorda che : • Non è corretto tentare a tutti i costi di raggiungere l’uscita con il soggetto diversamente abile, molto spesso è più saggio dirigersi verso un luogo sicuro ed attendere l’arrivo delle squadre di emergenza. • Bisogna sempre segnalare al Coordinatore dell'emergenza o ad un altro addetto l’avvenuta evacuazione del disabile. •L’indicazione di accodarsi, con il soggetto diversamente abile al gruppo, e quindi di fatto uscire per ultimi, non è motivata da una valutazione cinica , ma serve ad evitare eccessivi rallentamenti nel deflusso delle classi ed anche ad evitare di subire pressioni o spinte con il rischio di pericolose cadute. Tecniche di movimentazione persone disabili in situazione di emergenza Scelta delle misure da adottare La scelta delle misure da adottare è diversa a secondo della disabilità: 1) Disabili motori: Scegliere un percorso di evacuazione accessibile privo di ostacoli, gradini, ecc.) e fornire assistenza nel percorrerlo. 2) Disabili sensoriali: a) Uditivi: facilitare la comunicazione (lettura labiale, frasi brevi, frasi scritte); b) Visivi: manifestare la propria presenza, definire il pericolo, definire le azioni, guidarli in luogo sicuro. 3) Disabili cognitivi: assicurarsi della percezione del pericolo, fornire istruzioni semplici. 1) Disabilità motoria La movimentazione di un disabile motorio dipende fondamentalmente dal grado di collaborazione che questo può fornire secondo le due seguenti tipologie di azioni: Ø sollevamenti, ovvero spostamenti di tutto il peso del corpo della persona da soccorrere; Ø spostamenti, di parti del corpo della persona. Per effettuare un’azione che garantisca il corretto espletamento della prestazione richiesta e che, nel contempo, salvaguardi l’integrità fisica del soccorritore, è necessario: Ø individuare in ogni persona tutte le possibilità di collaborazione; Ø essere in grado di posizionare le mani in punti di presa specifici, per consentire il trasferimento della persona in modo sicuro; Ø assumere posizioni di lavoro corrette, che salvaguardino la schiena dei soccorritori; Ø essere in grado di interpretare le necessità della persona da affiancare ed offrire la collaborazione necessaria. In generale è bene non interferire con persone che, pur utilizzando ausili motori quali, ad esempio, una gruccia o un bastone, sono capaci di muoversi in piena autonomia e palesemente dimostrano di sapersi spostare da sole. In questo caso :dare la propria disponibilità ad accompagnare la persona fino ad un luogo sicuro. Se nella fase di evacuazione dovesse determinarsi un notevole flusso di persone che possa travolgere quella che si sta muovendo con la gruccia o il bastone o creare difficoltà di movimento, è possibile difendere quest’ultima utilizzando il proprio corpo come uno scudo per impedire che sia messa in difficoltà. Persone su sedie a ruote Le persone che utilizzano sedie a ruote, molte volte possono muoversi autonomamente fino ai punti dov’è necessario affrontare dislivelli, quando sarà necessario fornire l’assistenza necessaria per il loro superamento. In tale circostanza il ruolo del soccorritore può consistere in un affiancamento, dichiarando la disponibilità a collaborare, senza peraltro imporre la propria presenza; in ogni caso il soccorritore dovrà assicurare che la persona giunga in un luogo sicuro, ovvero che abbia completato l’esodo. TECNICHE DI TRASPORTO Trasporto da parte di una sola persona Il sollevamento in braccio è il metodo preferito da impiegare per il trasporto di una persona quando non ha forza nelle gambe, ma è pur sempre collaborante. È questo un trasporto sicuro se il trasportato pesa molto meno di chi la trasporta. In quest’ultima circostanza é necessario far collaborare il trasportato, invitandolo a porre il braccio attorno al collo del soccorritore, in modo da alleggerire il peso scaricato sulle braccia. Trasporto da parte di due persone È questa una tecnica che può ritenersi valida nel caso sia necessario movimentare una persona che non può utilizzare gli arti inferiori, ma che in ogni caso è collaborante: •due operatori si pongono a fianco della persona da trasportare; ne afferrano le braccia e le avvolgono attorno alle loro spalle; •afferrano l’avambraccio del partner; uniscono le braccia sotto le ginocchia della persona da soccorrere ed uno afferra il polso del partner; •entrambe le persone devono piegarsi verso l’interno vicino al trasportato e sollevarlo coordinando tra loro le azioni di sollevamento in modo da non far gravare in modo asimmetrico il carico su uno dei soccorritori; 2) Disabilità sensoriali: Disabilità uditiva Nell’assistenza a persone con questo tipo di disabilità il soccorritore dovrà porre attenzione nell’attuare i seguenti accorgimenti: Ø per consentire al sordo una buona lettura labiale, la distanza ottimale nella conversazione non deve mai superare il metro e mezzo; Ø il viso di chi parla deve essere illuminato in modo da permetterne la lettura labiale; Ø parlare distintamente, ma senza esagerare, avendo cura di non storpiare la pronuncia: la lettura labiale, infatti, si basa sulla pronuncia corretta; Ø la velocità del discorso inoltre deve essere moderata: né troppo in fretta, né troppo adagio; Ø usare possibilmente frasi corte, semplici ma complete, esposte con un tono normale di voce (non occorre gridare) Ø se il sordo non riesce, nonostante gli sforzi, a recepire il messaggio, anziché spazientirsi, si può scrivere la parola in stampatello su di un foglio; Disabilità visiva Nel caso di presenza di persone ipovedenti o prive della vista l’addetto prenderà sottobraccio la persona interessata e la accompagnerà, avendo cura di non tirare e di non spingere la stessa fornendo tutte le indicazioni su eventuali ostacoli o sul percorso che si sta effettuando. Nell’assistenza a persone con questo tipo di disabilità il soccorritore dovrà porre attenzione nell’attuare i seguenti accorgimenti: Ø annunciare la propria presenza e parlare con voce ben distinta e comprensibile fin da quando si entra nell’ambiente in cui è presente la persona da aiutare; Ø parlare naturalmente, senza gridare, descrivendo l’evento e la reale situazione di pericolo; Ø descrivere in anticipo le azioni da intraprendere; Ø lasciare che la persona afferri leggermente il braccio o la spalla per farsi guidare; Ø lungo il percorso è necessario annunciare, ad alta voce, la presenza di scale, porte ed altre eventuali situazioni e/o ostacoli; Ø nell’invitare un non vedente a sedersi, guidare prima la mano di quest’ultima affinché tocchi lo schienale del sedile; Ø qualora si ponesse la necessità di guidare più persone con le stesse difficoltà, invitatele a tenersi per mano; Una volta raggiunto l’esterno è necessario accertarsi che la persona aiutata non sia abbandonata a se stessa ma rimanga in compagnia di altri, fino alla fine dell’emergenza. Disabilità cognitiva: Le persone con disabilità di apprendimento possono avere difficoltà nell’eseguire istruzioni piuttosto complesse e che coinvolgono più di una breve sequenza di semplici azioni. In una situazione di pericolo (incendio, fumo, scossa sismica , etc.) un disabile cognitivo può esibire un atteggiamento di completa o parziale o nulla collaborazione con coloro che portano soccorso. Può accadere che in una situazione nuova e sconosciuta manifesti una reazione di totale rifiuto e disconoscimento della realtà pericolosa, che può sfociare in comportamenti aggressivi contro se stessi o nei confronti di coloro che intendono prestare soccorso. In tali evenienze il soccorritore deve mantenere la calma, parlare con voce rassicurante con il disabile, farsi aiutare da persone eventualmente presenti sul luogo e decidere rapidamente sul da farsi. La priorità assoluta è l’integrità fisica della persona, ed il ricorso ad un eventuale intervento coercitivo di contenimento per salvaguardarne l’incolumità può rappresentare l’unica soluzione. Nel fornire assistenza a persone con questo tipo di disabilità il soccorritore dovrà tener presente che: Ø la persona può non essere completamente in grado di percepire il pericolo; Ø molti di loro non posseggono l’abilità della letto-scrittura; Ø la percezione visiva di istruzioni scritte o di pannelli può essere confusa; Ø il loro senso di direzione potrebbe essere limitato, ragion per cui potrebbero avere bisogno di qualcuno che li accompagni durante il percorso; Quindi: Ø le istruzioni e le informazioni devono essere suddivise in semplici fasi successive Ø bisogna usare segnali semplici o simboli immediatamente comprensibili, ad esempio segnali grafici universali; Ø si deve spiegare sempre e direttamente alla persona le operazioni che si effettueranno; Ø non si deve parlate loro con sufficienza o come se fossero bambini piccoli. R.S.P.P. Chiappini Giuliana