Fine della guerra di Troia I Nostoi di Aurora Ventrella La morte di Achille Esistono diverse versioni riguardo la morte di Achille: Apollo durante la battaglia ordina ad Achille di ritirarsi, ma quest'ultimo si rifiuta, a questo punto Apollo scaglia una freccia fatale al tallone di Achille che quindi muore. Secondo una variante invece è Paride a tirare il dardo, che però colpisce il tallone di Achille solo perchè diretto dal dio. Vi è poi un'ultima e poco conosciuta versione: secondo questa Achille, prima dell'incendio di Troia, si innamora di una delle figlie di Priamo, Polissena, quindi, essendo intenzionato a sposarla di fatto tradisce i Greci; gli innamorati devono però unirsi in mantrimonio davanti ad un dio. Si recano quindi al tempio di Apollo, Achille è disarmato perché fiducioso dei Troiani, ma in realtà Paride nascosto dietro una colonna, armato di arco lo colpisce vigliaccamente con una freccia al tallone, provocandogli così la morte. Quest'ultima tesi è meno attendibile rispetto alle altre due anche perché non rispecchia la reale immagine dell'eroe Acheo. La spartizione delle armi di Achille e la morte di Aiace Dopo la morte di Achille si tenne una grande battaglia per recuperare il suo corpo. Il tenace Aiace Telamonio riuscì a distrarre i troiani consentendo ad Ulisse di portare via la salma. I generali decisero che l'armatura di Achille sarebbe spettata al guerriero più valoroso: si fecero avanti Aiace e Ulisse, che avevano recuperato il corpo di Achille. Agamennone, non volendo fare una scelta così difficile, chiese ai prigionieri troiani chi fra i due avesse causato più danni alla loro città. Seguendo il consiglio di Nestore si decise quindi di inviare alcune spie all'interno della città di Troia per scoprire quale fosse il pensiero dei troiani sulla battaglia avvenuta poco prima, e per capire chi fosse il più valoroso tra i due pretendenti. Una giovane disse che Aiace era il migliore, ma un altro sotto consiglio di Atena diede il voto a Ulisse. Le armi vennero consegnate ad Ulisse. Aiace, impazzito dal dolore, decise di uccidere tutti i giudici di gara, ma intervenne Atena che approfittando del suo stato furioso gli fece sgozzare due arieti, facendogli credere che fossero Agamennone e Menelao. Più tardi Aiace, tornato ormai normale accorgendosi dell'accaduto, angosciato dal disonore si uccise, trafiggendosi con la stessa spada che gli aveva donato Ettore, colpendosi all'ascella ritenuta il suo unico punto debole. Le profezie di Eleno Odisseo riesce a tendere un agguato all'indovino troiano Eleno e lo fa prigioniero; Eleno fa delle profezie riguardo le situazioni che dovranno verificarsi affinchè i Greci possano conquistare Troia. Seguendo queste profezie, Odisseo e Diomede vanno a Lemnos a riprendere l'eroe Filottete, che aveva l’arco e le frecce che avrebbero fatto crollare Troia. Egli sfida in duello Paride: vince e lo uccide. Dopo la morte di Paride la moglie Elena sposa Deifobo. Odisseo conduce Neottolemo, figlio di Achille, a Troia e gli dona le armi del padre: gli appare lo spettro di Achille. Il cavallo e la presa della città di Troia Dopo dieci anni di inutile assedio, i Greci fecero credere di rinunciare alla conquista della città di Troia e finsero di tornare alle proprie sedi. Su idea di Ulisse, lasciarono sulla spiaggia un enorme cavallo di legno. Laocoonte e la profetessa Cassandra consigliarono di non portarlo in città, ma il greco di nome Sinone, convinse il re che il cavallo era un regalo avuto in segno di pace. I Troiani quindi ritennero di utilizzarlo come dono per aggraziarsi gli dei e trascinarono il cavallo all’interno delle mura. Di notte, mentre i troiani dormivano, i guerrieri greci che si erano nascosti uscirono dal cavallo di legno ed aprirono le porte della città agli altri compagni che nel frattempo erano sbarcati sulla spiaggia di Troia, dopo essersi appartati dietro un’isoletta di nome Tenedo. Entrati nella città, i Greci colsero di sorpresa i Troiani, che furono facilmente sopraffatti: Troia fu data alle fiamme. La morte di Priamo Quando i Greci penetrano infine nella città, Priamo rivestita la sua vecchia armatura voleva cercare la morte in battaglia, ma la moglie Ecuba in lacrime lo convinse a rifugiarsi con le donne sull'altare di Zeus. Da lì dovette assistere allo spettacolo straziante della morte del figlio Polite che inseguito da Pirro Neottolemo lo uccide proprio sui gradini dell‘altare. Priamo in preda alla furia gli lancia con estrema potenza un’asta: nel poema virgiliano il colpo va decisamente a vuoto, altri dicono invece che l'arma ferisce lievemente a un braccio Pirro, dopo essere passata per il suo scudo. In ogni caso Neottolemo afferra il re troiano e gli conficca la spada in un fianco, uccidendolo. Il ricongiungimento tra Elena e Menelao Alla morte di Paride, Elena viene obbligata a unirsi in matrimonio con il fratello di quest’ultimo, Deìfobo. Durante la notte della caduta di Troia nasconde le armi del marito e apre la porta a Menelao e Ulisse, che fanno irruzione nella camera da letto di Deifobo addormentato e ubriaco. Si tramandano versioni differenti per risalire alla vera identità dell'uccisore di Deifobo: Menelao, Ulisse, Menelao e Ulisse insieme o addirittura Elena. Ci sono dubbi anche riguardo al fatto che il troiano fosse sveglio o dormisse. Secondo altre fonti Elena appare riconciliata col marito e ritorna a Sparta per regnarvi al suo fianco, anche se malvista dai sudditi. Lo stupro di Cassandra Il dio Apollo si innamora della giovanissima Cassandra e le porta in dono la capacità di prevedere il futuro. Cassandra rifiuta l’amore di Apollo che si vendica aggiungendo al dono della profezia anche la condanna a non essere mai creduta. La vendetta si compie durante la guerra di Troia. Dopo un lungo assedio della città, gli Achei fingono di ritirarsi lasciando dinnanzi alle mura della città un enorme cavallo di legno. Cassandra avverte i suoi compatrioti troiani dell'inganno dei greci ma non viene creduta. Suo padre Priamo la accusa di essere solo profeta di sventure e fa portare il cavallo dentro le mura come simbolo della vittoria troiana. Durante la notte escono dal cavallo i guerrieri Achei, nascosti al suo interno, per aprire le porte della città e consentire la sua presa. Nel saccheggio Cassandra viene stuprata da Aiace di Locride nel tempio di Atena. La dea decide di punirlo con la morte. Cassandra diviene schiava di Agamennone che però se ne innamora. Viene alla fine uccisa insieme ad Agamennone da Egisto e Clitemnestra al ritorno a Micene dopo la conquista di Troia. L’uccisione di Astianatte Astianatte era figlio di Ettore e Andromaca. Fu ucciso da Neottolemo, che lo gettò dalle mura di Troia durante il saccheggio su consiglio di Ulisse, affinché la stirpe di Priamo non avesse più discendenza. Venne poi seppellito da Ecuba che depose il suo corpo sullo scudo che era appartenuto ad Ettore. Il sacrificio di Polissena Neottolemo decide di sacrificare la fanciulla Polissena. Egli la uccide sulla tomba del padre Achille, per vendicarlo e ricordarne la memoria, dato che era stata ritenuta la causa della sua morte. La spartizione del bottino di guerra Dopo aver incendiato la città i greci si divisero il bottino. Cassandra fu data ad Agamennone, Andromaca a Neottolemo, Ecuba ad Ulisse. I Nostoi Il poema si apre con i Greci che si stanno preparando a tornare con le navi in patria. Agamennone si attarda, cercando di riappacificarsi con Atena, adirata dal loro comportamento durante il saccheggio di Troia; Diomede e Nestore riescono a raggiungere la propria casa senza rischi; Menelao parte a sua volta ma incontra una tempesta e perde molte delle sue navi, finendo contro la sua volontà in Egitto dove è costretto a restare per diversi anni . Poi riesce a fare ritorno in patria. Il profeta Calcante, si allontana via terra e raggiunge Colofone, dove muore e viene sepolto. Quando Agamennone è pronto a prendere il mare, gli appare il fantasma di Achille che gli rivela il suo destino. Agamennone compie un sacrificio propiziatorio e decide di partire ugualmente; Neottolemo, invece, riceve la visita di sua nonna, la Nereide Teti, che gli suggerisce di attendere ancora. Dietro richiesta di Atena, Zeus scatena una tempesta su Agamennone e sul suo seguito, nel corso della quale perde la vita Aiace Oileo. Neottolemo segue il consiglio di Teti e decide di rientrare via terra. Agamennone riesce a raggiungere la sua dimora, ma viene assassinato da sua moglie Clitemnestra e dal suo amante Egesto, cugino di Agamennone. Alla fine dei Nostoi l'unico eroe greco ancora in vita che non aveva ancora fatto ritorno a casa era Odisseo la cui avventura verrà narrata nell'Odissea. Fonti La morte di Achille testo: http://www.iliade.altervista.org/eroi.htm immagine: www.accademiasanluca.it La spartizione delle armi e la morte di Aiace testo e immagine: www.wikipedia.org Le profezie di Eleno testo e immagine: www.wikipedia.org Il cavallo e la presa della città di Troia testo e immagine: www.wikipedia.org Il ricongiungimento tra Elena e Menelao testo e immagine: www.wikipedia.org La morte di Priamo Immagine e storia: www.wikipedia.org Lo stupro di Cassandra testo: http://www.okpedia.it/cassandra immagine: http://apolides.wordpress.com L’uccisione di Astianatte testo e immagine: www.wikipedia.org Il sacrificio di Polissena testo: www.wikipedia.org immagine: www.wikipedia.org La spartizione del bottino di guerra testo: www.wikipedia.org immagini: blog.oggi.it (Cassandra) www.cancelloedarnonenews.com (Andromaca) www.apollodoro.it (Ecuba) I Nostoi testo e immagine: www.wikipedia.org Fine