Corso di Specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità nella scuola dell’infanzia, nella scuola primaria e nella scuola secondaria di I° e II° grado A.A. 2013/2014 Il diario di bordo. Un approccio metodologico per costruire un pensiero “nuovo” Francesca Pascolini - 20 agosto 2014 ALCUNE LINEE GUIDA EMERSE ATTRAVERSO IL LAVORO FATTO INSIEME L’OSSERVAZIONE : processo dinamico e ricorsivo • Il Nome di colui che svolge l’osservazione; • la data dell’osservazione; • il tempo dedicato: ora di inizio e ora in cui è terminata (15 – 20 minuti circa) • Descrizione del contesto • [1]Ricerca degli obiettivi ed esplicitazione delle ipotesi di lavoro • Trascrizione dell’osservazione al più presto per non perdere memoria di quanto osservato • Utilizzo di un linguaggio descrittivo • Distinzione tra momento descrittivo e momento interpretativo • Auto-osservazione • Confronto intersoggettivo • Confronto delle aspettative con l’esito dell’osservazione (autovalutazione ) IL DIARIO DI BORDO: La scrittura come scoperta di sapere pedagogico-didattico. Osservazioni; domande; riflessioni sui percorsi e sui processi di apprendimentoinsegnamento osservati; intuizioni; ipotesi operative; espressione di vissuti emotivi; valutazioni… Francesca Pascolini - 20 agosto 2014 “L’osservazione e la documentazione hanno lo stesso obiettivo: rendere comprensibile ciò che ancora non lo è e quest’ultima rappresenta lo strumento e l’occasione per chi ha svolto l’azione, per chi ha osservato di entrare meglio nella situazione, perché lo pone di fronte alla sua stessa azione, che così può essere vista in modo nuovo, attraverso il distanziamento cognitivo ed emotivo che il tempo ci concede, distanziamento che permette la valutazione e l’autovalutazione. “ Arcangeli L., Il silenzio come possibilità per una didattica speciale, Morlacchi, Perugia 2009, p.76 documentare il processo Lancia, scaglia, fa rotolare (una corsista durante il dibattito)….. Luca sceglie? Francesca Pascolini - 20 agosto 2014 Scrivere il diario di bordo per aprire prospettive La scrittura del diario non si caratterizza semplicemente come una forma di documentazione dell’esperienza, ma come processo profondo con la valenza dell’azione…. Ciò significa entrare in relazione intensa con i propri pensieri, con se stessi, con le proprie idee e con le proprie emozioni in modo da permettere, oltre ad uno “svelamento di sé” in progress, un affiorare di domande inedite che orientano il percorso formativo… Francesca Pascolini, Il diario di bordo. Un approccio metodologico per costruire un pensiero “nuovo”, in il silenzio come possibilità… Francesca Pascolini - 20 agosto 2014 Le domande (nel diario di bordo) aiutano a riflettere sulla scelta degli obiettivi e delle strategie Francesca Pascolini - 20 agosto 2014 Lancia, scaglia, fa rotolare … Queste azioni ci autorizzano a ipotizzare che ci sia intenzionalità e di conseguenza a supporre la presenza di operazioni mentali di discriminazione. Francesca Pascolini - 20 agosto 2014 Un lavoro di team per l’integrazione Insegnanti curricolari e Insegnante di sostegno non hanno lavorato separatamente, non hanno lavorato parallelamente ma hanno condiviso il progetto educativo per quella classe senza perdere di vista le specificità di ciascuno. Cfr. Pascolini F., Studio di caso, in De Anna L. , Integrazione scolastica Francia e Italia: modelli operativi e sistemi a confronto, l’ed, Roma 1992 La progettazione come strumento di integrazione La progettazione, realizzata da tutti gli insegnanti di quella classe ( l’insegnante di sostegno è un insegnante di classe) è il comune punto di riferimento per la strutturazione di percorsi che tengano conto delle specificità di ciascuno (modalità, strategie, tempi, contenuti, modi, strumenti, prodotti). Il PEI è dentro la Progettazione curricolare Luca sicuramente segue un percorso personalizzato, talora individualizzato. Proprio questa modulazione dell’intervento educativo è il tramite della sua piena partecipazione alla vita della classe. Ne è prova il frammento di percorso multidisciplinare relativo all’esplorazione d’ambiente Cfr. Pascolini F., Studio di caso, in De Anna L. , Integrazione scolastica Francia e Italia: modelli operativi e sistemi a confronto, l’ed, Roma 1992 Luca viene pensato dal team docente affinchè possa utilizzare intenzionalmente le sue competenze. Sa fare se… Progettazione come… • Procedura critico-metodologica per analizzare e interpretare la complessità della realtà educativa • Attività esplorativa, costruttiva, ricostruttiva…creativa • Costante tensione verso la ricerca… Progettazione come… procedura critico-metodologica per analizzare e interpretare la complessità della realtà educativa Obiettivo a lungo termine aumentare il risicato numero di vocaboli nella speranza di metterlo in condizione di comunicare. Obiettivo a breve termine: • Potenziare la capacità di reagire a stimoli che dirigono l’attenzione • Potenziare il mantenimento dell’attenzione • Condividere l’attenzione • Reagire con azioni o parole a messaggi verbali • Acquisire la capacità di rappresentare oggetti mediante parole • Acquisire concetti: riconoscere- discriminare -denominare immagini costruite ad hoc. Strumenti Il proiettore per diapositive attraverso il quale venivano proposti oggetti e situazioni … [1 ] Pascolini F., in De Anna L. , Integrazione scolastica Francia e Italia: modelli operativi e sistemi a confronto, l’ed, Roma 1992 p. 172 La scrittura come scoperta di sapere pedagogico-didattico Attraverso la scrittura del diario di bordo l’insegnante esibisce il modo in cui si dispone nei confronti di quell’esperienza, quale strada intraprende per costruire il profilo di funzionamento dell’alunno e nel contempo fa emergere il proprio posizionamento a quella data e con quelle variabili. Francesca Pascolini, Il diario di bordo. Un approccio metodologico per costruire un pensiero “nuovo”, in Laura Arcangeli, il silenzio come possibilità… Progettazione come… attività esplorativa, costruttiva, ricostruttiva…creativa Dal diario di bordo -gennaio 1990 …Inserisco nel proiettore le diapositive, proietto le immagini sul muro accompagnando l’azione con una breve descrizione delle immagini stesse. Luca getta una rapida occhiata… si allontana… Casualmente inserisco nel proiettore una diapositiva con un’immagine colorata in modo vivace. Luca si avvicina, sorride, fissa l’immagine a lungo, emette vocalizzi. Tenta di inserire un’altra diapositiva, non ci riesce. Si allontana, prende il contenitore delle bolle di sapone e si dirige verso la finestra. Scuote il contenitore, lo apre. Una piccola parte di liquido cade a terra. Guarda il liquido caduto, si china, strofina il liquido a terra con la mano aperta, si lecca la mano…. Muovo il proiettore verso l’alto, verso il baso, avanti, indietro… faccio muovere l’immagine sul muro mentre verbalizzo gli spostamenti: “…su,su, su…. Giù, giù….avantiiiii…indietroooo….avanti, avanti….” Luca guarda nella mia direzione, abbandona le bolle di sapone sul banco, corre verso di me, sorride, tenta di prendere il proiettore dalle mie mani… Cfr. Pascolini F., Studio di caso, in De Anna L. , Integrazione scolastica Francia e Italia: modelli operativi e sistemi a confronto, l’ed, Roma 1992 Progettazione come… procedura aperta e dinamica Quell’esperienza non è infruttuosa perché contiene allo stesso tempo informazioni importanti su come procedere. Dal diario di bordo gennaio 1990 Intuizione: Un pertugio… I colori in movimento Ipotesi:il proiettore per diapositive i colori proiettati sul muro e resi mobili spostando il proiettore sembrano la strada per catturare e mantenere l’interesse di Luca… Strategia: telaietti colorati costruiti artigianalmente, verbalizzazione di semplici azioni da parte dell’insegnante (su, giù, avanti, indietro….) Cfr. Pascolini F., Studio di caso, in De Anna L. , Integrazione scolastica Francia e Italia: modelli operativi e sistemi a confronto, l’ed, Roma 1992 Costante tensione verso la ricerca… Ciò che era bene per Luca non lo sapevo a priori ma lo scoprivo con Luca, in quel contesto, in quell’incontro educativo ITER OPERATIVO 1. Le diapositive colorate vengono proiettate sul muro, i colori vengono denominati dall’insegnante. Luca osserva e si muove alla ricerca di immagini colorate sul muro, vocalizza senza apparente intenzionalità comunicativa. 2. L’insegnante invita il bambino a infilare le diapositive colorate nel proiettore. 3. L’insegnante chiede a Luca di porgere la diapositiva di un dato colore. 4. L’insegnante chiede “che colore è?” Descrizione delle strategie messe in atto ai fini della discriminazione del colore rosso • Modeling: Prendo la diapositiva colorata di rosso: “Questo è rosso. Rosso.” • Aiuto fisico: Prendo la mano di Luca e la dirigo sul rosso: “Prendi il rosso” • Aiuto gestuale: Indico il rosso: “Prendi il rosso • Richiesta verbale: “Prendi il rosso” • Inserimento di un distrattore: Luca ha disposizione rosso e nero “Prendi il rosso” L’aiuto viene modulato per accompagnare la crescita di Luca verso la propria autoorganizzazione cognitiva Pascolini F., Studio di caso, in De Anna L. , Integrazione scolastica Francia e Italia: modelli operativi e sistemi a confronto, l’ed, Roma 1992 p. 172 Rigorosa verifica-valutazione Strategie anche inventate al momento dunque ma sempre poi sottoposte a rigorosa verificavalutazione (efficacia ed opportunità in direzione globale della maturazione del bambino) e riprogettazione (processo di retroazione descritto). Si è riflettuto sul feedback del bambino che è stato usato per regolare la scelta dello scopo e della strategia AZIONE (COMPRENSIONE-ELABORAZIONE –OUTPUT) DAMMI IL ROSSO INPUT Porge subito il colore richiesto Porge un colore diverso da quello richiesto guardando l’insieme dei pennarelli Porge un colore diverso da quello richiesto senza guardare l’insieme dei pennarelli Prende un colore diverso da quello richiesto e fa una sua proposta (prende il marrone e dice: “La cacca…la cacca” Porge un colore diverso per tre volte consecutive Dammi il rosso Bravo Questo è rosso Rinforzo Ora disegno il rumore del trapano. Forte forte… Porge il colore richiesto Prende un altro colore Aiuto gestuale Guarda quanti pennarelli Dammi il rosso Bravo Questo è rosso Rinforzo Dammi il rosso facciamo una palla piccola piccola Porge il colore richiesto Porge il colore richiesto Prende un altro colore Bravo. Questo è rosso Bravo. Questo è rosso L’insegnante mostra il colore rosso: questo è rosso Prende il rosso Bravo. Questo è rosso Prende un altro colore Rinforzo Dammi il rosso facciamo una grande A Dammi il rosso Dammi il rosso Si cambia attività Porge il colore richiesto Bravo. Questo è rosso Mostra segni di mpazienza Continua ad offrire il marrone Va bene, ora disegniamo la cacca, dopo mi dai il rosso Prende un altro colore Dammi il rosso L’insegnante mostra il rosso Porge il colore richiesto Pascolini F., Studio di caso, in De Anna L. , Integrazione scolastica Francia e Italia: modelli operativi e sistemi a confronto, l’ed, Roma 1992 p. 173 Vent’anni dopo …l’ICF Diario di bordo - 22 febbraio 2013 Ore 08.20 (5'') Ingresso dei bambini: sguardi bassi, chi sente il mio 'buongiorno' replica a fatica qualcosa. Arriva Lucio; la maestra C. gli indica il tirocinante. " Maria Rosa'- dice lui "No, oggi non c'è Maria Rosa" "Gabriele" ribatte. "Non c'è nemmeno Gabriele. Oggi lavoriamo insieme a Luca, ti ricordi? E' venuto anche l'altra volta...". Segue un suo grido strozzato, le braccia si irrigidiscono.[2] Gli sorrido, lo saluto ma non mi avvicino. Deposita lo zaino sul banco e sembra valutare il da farsi con il giubbotto indosso. Rimango insieme alla maestra di fronte alla classe e parlo con lei. La maestra gli dice "forza, togliti il giubbotto". Non mi guarda, mi sfila davanti e ancora una volta seguo il rituale dell'appendiabiti. Mi stacco dalla maestra che intanto si intrattiene con alcune mamme. Si è appoggiato al grande tavolo centrale e non si muove, si guarda attorno. Mi dà le spalle. Aspetto un po’. Poi entro nel suo campo visivo e dico "Ti aiuto a togliere il giubbotto?" Si lascia aiutare, lo appende e torna in classe senza il consueto giro attorno al tavolo. [3] [2] D2500 accettare le novità p.146 ICF-CY;d1601 focalizzare l'attenzione sui cambiamenti nell'ambiente p.140;b1142 orientamento rispetto alla persona p.74; b 1141 rispetto agli altri p.75; [3] b7653 p.173 stereotipie e perseverazione della memoria Un altro esempio… Diario di bordo – 3 marzo 2013 (…) la maestra C. è malata e oggi c'è la supplente che l'ha sostituita per tutta la settimana. Non appena finite le presentazioni, il grosso dei bambini affluisce improvvisamente, come una fiumana. (….) C'è anche Lino nella truppa e nota la mia presenza con un piccolo grido. Mi riconosce? Si ricorda di me? Sul momento sono sicuro che mi abbia riconosciuto[1]. Mentre compilo il db sono più cauto: certo è che Lino manifesta un carattere amichevole, non diffidente….[2] 1] b1441 Funzioni corporee- Funzioni mentali memoria a lungo termine ICF-CY p.79 [2] b1260 Funzioni corporee- Funzioni mentali funzioni di temperamento e personalitàestroversione ICF-CY p.76 Riflettiamo insieme su alcuni passaggi… Il contesto (…) la maestra C. è malata e oggi c'è la supplente che l'ha sostituita per tutta la settimana. Non appena finite le presentazioni, il grosso dei bambini affluisce improvvisamente, come una fiumana. Osservazione descrittiva (…) C'è anche Lino nella truppa e nota la mia presenza con un piccolo grido. (…) domande che contengono delle Ipotesi Mi riconosce? Si ricorda di me? Valutazione Sul momento sono sicuro che mi abbia riconosciuto. [1]. Definizione […] certo è che Lino manifesta un carattere amichevole, non diffidente.[2] [1] b1441 Funzioni corporee- Funzioni mentali memoria a lungo termine ICF-CY p.79 [2] b1260 Funzioni corporee- Funzioni mentali funzioni di temperamento e personalitàestroversione ICF-CY p.76 UTILIZZARE ICF Utilizzate l’ ICF –“usare lo zoom”- per osservare il funzionamento del bambino in relazione ai diversi domini tenendo ben presente che “La condizione di salute –benessere non è uno stato completo, ma il frutto di un continuo adattamento al fine di promuoverla, è legata ai diversi contesti di vita del soggetto e quindi non comprensibile a prescindere da questi (… ) è un processo aperto in continua definizione, un valore da perseguire(…) Ogni soggetto ha una sua identità che perciò deve essere riconosciuta non attribuita, ha una propria auto-organizzazione interna della quale bisogna comprendere l’equilibrio e il cambiamento, la qualità degli scambi con l’esterno (…) la mappa che famiglia, scuola, servizi possono costruirne non può che essere una continua riformulazione, una ipotesi in divenire e non un quadro rigido all’interno del quale chiudere un “territorio”.[1] [1] Arcangeli L., il Silenzio come possibilità per una didattica speciale, Morlacchi, Perugia 2009, p.105108