S.E.P.I. – Scuola Europea di Psicoterapia Ipnotica
A.M.I.S.I. – Associazione Medica Italiana per lo Studio della Ipnosi
Il caso di “Mariya del Caravaggio”
Enrico Paglialunga
24 gennaio 2015, secondo biennio
Presentazione … mi chiamo …
Parlare lo stesso linguaggio
T.S.O.
Con trattamento sanitario obbligatorio (T.S.O.), in Italia si intendono procedure sanitarie normate e con
specifiche tutele di legge, che possono essere applicate in caso di motivata necessità e urgenza clinica,
conseguenti al rifiuto al trattamento del soggetto che soffra di una grave patologia psichiatrica o
infettiva non altrimenti gestibile, a tutela della sua salute e sicurezza e/o della salute pubblica.
Disciplina normativa: Il trattamento sanitario obbligatorio, istituito dalla legge n. 180/1978 (legge Basaglia)
e attualmente regolamentato dalla legge 23 dicembre 1978 n. 833 (articoli 33-35)[1], è un atto
composito, di tipo medico e giuridico, che consente l'effettuazione di determinati accertamenti e
terapie a un soggetto affetto da malattia mentale che, anche se in presenza di alterazioni psichiche tali
da richiedere urgenti interventi terapeutici, rifiuti il trattamento (solitamente per mancanza di
consapevolezza di malattia).
Il concetto di T.S.O. basato su valutazioni di gravità clinica e di urgenza - e quindi inteso come una
procedura esclusivamente finalizzata alla tutela della salute e della sicurezza del paziente - ha
sostituito la precedente normativa del 1904 riguardante il "ricovero coatto" (legge n. 36/1904)[2],
basato sul concetto di "pericolosità per sé e per gli altri e/o pubblico scandalo", concetto maggiormente
orientato verso la difesa sociale.
Competenze e casi di applicazione [modifica]
Il T.S.O. viene disposto dal sindaco del comune (il sindaco è la massima autorità sanitaria di un comune)
presso il quale si trova il paziente, su proposta motivata di un medico. Qualora il trattamento preveda un
ricovero ospedaliero, è necessaria inoltre la convalida di un secondo medico, appartenente a una
struttura pubblica. La procedura impone infine la convalida del provvedimento del sindaco da parte del
giudice tutelare di competenza.
Il T.S.O. ospedaliero viene disposto quando:una persona affetta da malattia mentale necessiti di
trattamenti sanitari urgenti o rifiuti il trattamento o non sia possibile prendere adeguate misure
extraospedaliere.
Il T.S.O. ospedaliero ha una durata massima di sette giorni, ma può essere eventualmente rinnovato e quindi
prolungato nel caso ne permanga la necessità clinica motivata.
Durante il T.S.O., che si svolge nel rispetto della dignità della persona e dei diritti civili e politici garantiti
dalla Costituzione, e può essere trasformato in qualunque momento in ricovero volontario su richiesta
La partita a scacchi
F 1913, vol. 7 pag. 3
Chi voglia imparare sui libri il nobile gioco degli
scacchi si accorgerà ben presto che soltanto le
mosse di apertura e quelle finali consentono una
presentazione sistematica esauriente, mentre ad
essa si sottraggono le innumerevoli, svariatissime
mosse che si succedono dopo l’apertura. Soltanto un
assiduo studio di partite in cui abbiano gareggiato
dei maestri può colmare la lacuna esistente in
queste istruzioni. A limitazioni analoghe
soggiacciono senza dubbio le regole che possono
essere fissate per l’esercizio psicoanalitico.
Diverso approccio, cos’è il rapport
La diagnosi … Il reale?
Il reale rimarrà per sempre “inconoscibile”.Compendio,Freud,1938
(1941)
Un caffè
ep
ep
La Canestra, la ricostruzione
La tesi, pagina 57,58,59
La canestra
Il dipinto è stato realizzato da Caravaggio nel 1600 ca. È stato richiesto al pittore dal cardinale Francesco Maria Del Monte per
regalarlo al cardinale Federico Borromeo di Milano. Si trova ancora all'Ambrosiana: la biblioteca fondata dello stesso Borromeo. Del
Monte e Borromeo erano amici e condividevano la passione per la pittura e l'interesse per le scienze (tra cui l'alchimia), tra i due ci sono
stati molti scambi culturali.
Il cardinale Federico Borromeo era parente di Costanza Colonna, marchesa di Caravaggio, al cui servizio stava il padre del pittore. I
Colonna continuarono a proteggere Caravaggio in tutte le sue disavventure, anche tramite il Borromeo.
Stando ai documenti, la Canestra appartenne al Borromeo fin dal 1607.
Egli era un appassionato di nature morte, genere che si stava diffondendo in quegli anni. Il cardinale possedeva una preziosa collezione
con quadri di fiori e nature morte di artisti famosi come il fiammingo Jean Bruges.
La Canestra di Caravaggio è un capolavoro di importanza fondamentale non perché sia il primo, del suo genere, anzi, il genere della natura
morta esisteva già ed aveva una lunga tradizione alle spalle, ma perché con questo dipinto Caravaggio contravviene alle regole
della gerarchia dei generi, sostenendo che la qualità del dipinto non dipende dal soggetto ma dalla fattura. Con questo quadro si apre
una fase nuova, moderna della pittura.
Osservando questo quadro possiamo notare la grande naturalezza, c'è un effetto di cose che sembrano messe là così come sono: la mela
buona, quella bacata, le foglie secche, il cesto di vimini. Oggi ammiriamo il forte naturalismo, la pienezza delle forme, i colori e la luce
così "veri" che riescono quasi a farci sentire il profumo. Il rapporto con la realtà è uno degli aspetti più importanti della pittura di
Caravaggio. Inoltre si avverte anche una luminosità e un'energia positiva, trasmessa da questo quadro, che apparentemente allude alla
bellezza della natura così com'è in maniera spontanea.
Ma osservando con più attenzione, si notano altri particolari che possono sembrare abbastanza strani. La completa assenza
dello sfondo ci fa capire che Caravaggio non ha esattamente ritratto dal vero la scena, ma ha operato una sintesi, per concentrare tutta
la nostra attenzione sul primo piano. L'inquadratura della canestra è decentrata, come se il pittore volesse farci capire che anche le
foglie secche sono importanti. La mela buona è quasi nascosta da quella bacata, messa davanti, ben in vista. Inoltre, la cesta è
posata sull'orlo del tavolo, in bilico e non al centro, come avviene normalmente, ciò suggerisce un senso di precarietà,
transitorietà. Anche il punto di vista è molto strano: è esattamente perpendicolare al bordo del tavolo, si tratta di una visione
particolare, privilegiata, assolutamente anomala.
E' quindi chiaro che la canestra di Caravaggio non è semplicemente ciò che sembra, ma è un'allegoria, allude al tema religioso
della Vanitas.
Il concetto della natura effimera della vita e delle cose terrene è una delle riflessioni centrali sulle quali si soffermano i due cardinali
e in particolare il Borromeo.
L'accezione religiosa di questa natura morta è evidenziata soprattutto dall'uso che Caravaggio fa della luce, oltre che dalla stessa
composizione. Il colore caldo e dorato della luce allude (riprendendo una tradizione antica, che risale all'arte bizantina) alla presenza
divina. Nel quadro ogni oggetto è vivificato dalla luce divina, che si sofferma su ogni cosa e crea questi magnifici effetti: riflessi,
trasparenze, bagliori...Inoltre la luce pervade interamente lo spazio, la canestra occupa solo metà quadro. La metà superiore del quadro
è tutta occupata da questo colore giallo oro: allusione alla presenza di Dio e alla salvezza nella vita eterna. E' il mondo del
trascendente, regno dello spirito che si contrappone alla natura terrena delle cose.
Anche gli stessi frutti non sono stati scelti a caso, sono frutti simbolici riferiti a testi sacri come il Cantico dei Cantici e ad altre fonti
“Per il risultato di un trattamento
psichico, la personalità del
terapeuta (così come quella del
paziente) è spesso infinitamente
più importante di ciò che il
terapeuta dice o pensa anche se
quanto egli dice o pensa può
essere un fattore non
disprezzabile di perturbamento o
di guarigione. L’incontro di due
personalità è simile alla
mescolanza di due diverse
sostanze chimiche: un legame
può trasformarle entrambe” (C.G.
Jung, 1929)
Il “Punto Zero”: definizione generale
capacità di creare una relazione peculiare, dove la comunicazione è
insieme conscia e inconscia.
Quella conscia si esprime attraverso la mediazione della mente conscia
quella inconscia appartiene al dominio
degli stati d’animo, degli atteggiamenti, dei
comportamenti e di quant’altro venga
trasmesso attingendo “automaticamente” a
quel magazzino di esperienze che ognuno
di noi porta con sé.
La via regia
Oggi nessun metodo può rivendicare il
titolo di “via regia” verso l’inconscio: i
sogni, le libere associazioni, i momenti
presenti, le sensazioni, i movimenti e le
azioni costituiscono tutte strade, se non
proprio “regie”, quanto meno valide per
avanzare nella nostra conoscenza della
mente, inclusa la sua sfera inconscia e
implicita. Daniel Stern, Il momento
presente, p. 122
“Se il medico
e il paziente
non diventano
un problema
l’uno per l’altro,
non si trova
una soluzione”
“Il Rapport è un fenomeno stabile delle trances ipnotiche; uno
stato di armonia tra soggetto e ipnotista in cui il primo dipende
dal secondo quanto agli stimoli che lo motivano e lo guidano
ed è un po’ simile al Transfert della situazione psicoanalitica”
(Mosconi, 2008)
“Al vecchio ipnotismo e alla terapia
della suggestione elaborata da
Bernheim era già noto che l’efficacia
curativa dipende dal cosiddetto
Rapport (“Traslazione” nella
terminologia freudiana) e dalla forza di
convinzione e penetrazione di cui è
dotata la personalità di chi cura”
(C.G. Jung, 1935)
Il “Punto Zero”: una definizione operativa
Autenticità della
percezione dell’altro
Sintonizzazione – Osservazione (Erickson) –
Attenzione responsiva (Erickson & Rossi)
Considerazione
dell’unicità della persona
Considerazione dell’ “esperienza vissuta” –
Accettazione incondizionata (Rogers) –
Ottica “comprensiva” (Dilthey) –
“Letto di Procuste” (Erickson)
“Tenere per”,
tifare attivamente
Far percepire empaticamente che “sono qui
per te” e ho “fiducia” in te e nelle tue risorse
Rispetto e incoraggiamento
dei valori individuali
Accettazione (Erickson) – Incoraggiamento dei
valori della persona (Rogers, Erickson) – Tayloring
(Zeig) – Utilizzazione (Erickson & Rossi)
Preparare se stesso e
l’altro
Competenza esperienziale e teorica maturata–
Ruolo – Utilizzo delle proprie esperienze di vita
Tempo
Rispetto del tempo altrui – gestione terapeutica
del tempo (Erickson)
“Mi capitava che il paziente riuscisse a superare se stesso grazie a
potenzialità a lui sconosciute, e ciò costituì per me l’esperienza più
preziosa. Nel frattempo avevo infatti imparato che i problemi più grandi e
importanti della vita sono, in fondo, irresolubili; e non possono non esserlo,
perché esprimono la necessaria polarità inerente ad ogni sistema di
autoregolazione. Essi dunque non potranno mai essere risolti, ma soltanto
superati. Nell’osservare il processo di sviluppo dei pazienti che tacitamente,
quasi senza rendersene conto, erano riusciti a superare se stessi, vedevo
che i loro destini avevano tutti un elemento in comune, in quanto il nuovo
giungeva loro dalla sfera delle potenzialità nascoste, o dall’esterno o
dall’interno. Essi lo accettavano e crescevano con il suo aiuto. Mi parve
tipico che gli uni lo ricevessero dall’esterno e gli altri dall’interno, o
meglio,che agli uni esso si sviluppasse dall’esterno e agli alti dall’interno, pur
non essendo mai il nuovo cosa soltanto esterna o soltanto interna. Se
proveniva da fuori diventava una profonda esperienza interiore, se
invece proveniva dall’interno si trasformava in un evento esterno. In
nessun caso però era stato procurato intenzionalmente e consciamente,
ma sembrava piuttosto essere generato dal fluire del tempo”. (C.G. Jung)
Hillman,
la bellezza
Il codice dell’anima,pagina 56
• Di tutti i peccati della psicologia, il più mortale è la
sua indifferenza per la bellezza. … Con mortale
intendo il peccato del mortificare, quel senso di
morte che ci prende nel leggere la psicologia degli
addetti ai lavori, nell’udirne la lingua, la voce
monotona, nel vedere la ponderosità dei suoi testi,
la pretenziosità seriosa, i pomposi annunci di nuove
scoperte che più banali non si può … trascurare la
bellezza è trascurare la Dea, che allora è
costretta a introdursi di soppiatto nelle facoltà
come molestie sessuali, nei laboratori come
ricerche sul comportamento sessuale e di genere,
negli studi e negli ambulatori come appuntamenti
seduttivi.
La metafora,
il codice dell’anima, pagina 61
• Le immagini e le metafore sono la lingua
madre, innata, la stessa che costituisce
la base poetica della mente e rende
possibile la comunicazione con tutti gli
uomini e tutte le cose.
Il tempo
F. Volume 7 pagina 338
Quanto tempo durerà il trattamento? Quanto
tempo le occorre per liberarmi dal mio male?
Pressappoco come Esopo nella favola del
viandante che chiede quanto sia lunga la via la
risposta che diamo è un “va!”, e la
motivazione di questo decreto è che bisogna
imparare a conoscere il passo del viandante
prima di poter calcolare la durata del suo
cammino.
Per cosa vale la pena vivere
Scarica

Scarica