ASAM
Associazione scuole
autonome milanesi
Come affrontare
gli alunni
Con bisogni
educativi
speciali
Laura Barbirato
Dirigente scolastica
Psicologa dell’apprendimento
UnicattBrescia-Pedagogia
Speciale
laura barbirato 2014
1
Cosa affronteremo…
tempo permettendo!
 Approfondiremo
il significato
dell’acronimo BES e le sue applicazioni
 Ragioneremo
sul concetto di successo e
insuccesso formativo
 Vedremo
cosa si richiede a insegnanti e
genitori
 Prenderemo
in considerazione alcuni
interventi efficaci
laura barbirato 2014
2
Cara prof…
Quando oggi mi hai detto di ricordare alla mamma i colloqui di
mercoledì volevo dirti che non lo avevo dimenticato, nemmeno di
notte. So già cosa le dirai: “E’ svogliata, si distrae continuamente,
non fa i compiti e non ha mai le cose giuste, i voti sono sempre
peggio”. Anche la mamma lo sa già, se lo è sentita dire un sacco
di volte e forse abbasserà gli occhi in silenzio, o magari cercherà di
difendermi, appoggiandosi ad una nuova, inutile scusa.
L’altra volta che è venuta a parlarti, l’ho aspettata a casa sperando
che si sfogasse, magari mi desse uno schiaffo. Ma non l’ha fatto.
Non mi ha nemmeno parlato, perché era stanca di dirmelo.
laura barbirato 2014
3
L’ho trovata in cucina che piangeva. Mi ha parlato con lo sguardo
al muro: “Dammi il cellulare e da qui a fine mese scordati di
uscire con i tuoi amici”.Non ho detto nulla, nemmeno che mi
dispiaceva e che senza il cellulare sarei stata definitivamente sola.
Prof, io mi sento scema. Per fortuna domani c’è artistica perché mi
piace disegnare e anche il prof mi dice che ho una bella mano. Lo
ha detto anche la prof di fisica quando ho fatto una bella battuta
a pallavolo. Ma la testa no. Pagine di errori, le espressioni le
sbaglio… Certo mi distraggo. Provi lei a far finta di stare
attenta con la paura di essere chiamata, sapendo già di fare brutta
figura. E’ la paura che cerco di mascherare facendo la scema.
laura barbirato 2014
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Mercoledì parlerai alla mamma, così saprà della nota sul registro,
del 4 di storia e del 4 nella verifica di matematica. Non potrò mai
prendere un otto per riuscire a rimediare, forse per questo la prof
mi ha messo in mano la verifica senza neanche guardarmi. Tu
almeno prof cerchi di spiegarmi gli errori, mi dici che posso farcela.
Ma so che non è vero: a fine quadrimestre avrò sei insufficienze, di
cui due 4. Neanche Batman riuscirebbe a tirarle su.
Credi prof, non vedo l’ora che tutto questo sia finito, per sempre.
La “solita” Marta
laura barbirato 2014
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Non siamo tutti uguali!
“La scuola ha un problema solo. I ragazzi li perde. La vostra scuola
dell’obbligo ne perde per strada 462.000 l’anno. A questo punto gli
unici incompetenti di scuola siete voi che li perdete e non tornate a
cercarli. Non noi che li troviamo nei campi e nelle fabbriche e li
conosciamo da vicino. I problemi della scuola li vede la mamma di
Gianni, lei che non sa leggere”
(Don Lorenzo Milani, Lettera ad una professoressa. 1967)
laura barbirato 2014
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Ancora Don Milani…
“Se al tornitore un pezzo non riesce
bene, lo lima, lo modifica, lo riadatta, ci
lavora sopra per cercare di renderlo il
più possibile simile a quelli venuti bene.
Un insegnante invece sovente mette da
parte l’allievo che non ha ottenuto i
risultati sperati. Se da esso dipendesse
la sua considerazione professionale, si
adopererebbe in tutti i modi per farlo
funzionare!”
laura barbirato 2014
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GLI ALUNNI “SPECIALI”
 Non
riescono spontaneamente a sfruttare
appieno le occasioni di apprendimento che
l’ambiente offre loro (a causa di limiti
intrinseci), oppure
 Non hanno potuto fruire di opportune
stimolazioni ambientali (a causa di
contesti deprivanti), oppure
 Entrambe le condizioni.
laura barbirato 2014
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La Direttiva BES li “classifica” così:
a) ALUNNI CERTIFICATI
 DVA
(alunni disabili, tutelati dalla Legge104)
 DSA (Dislessici e alt. Legge 170/2010)
 ADHD (Disturbi dell’attenzione/instabilità)
CON ”RELAZIONE”
clinica o da parte dei servizi sociali
 Disturbi del linguaggio
 Situazioni di istituzionalizzazione/affido/
condizioni socio-ambientali difficili…
laura barbirato
2014
 Condizioni mediche
(diabete,
epilessia…) 9
b) ALUNNI NON CERTIFICATI
 Disagio
sociale, culturale, linguistico...
TUTTE LE SITUAZIONI IN CUI E’ IL
CONSIGLIO DI CLASSE/TEAM,
UNANIMEMENTE, A RITENERE CHE
QUELL’ALUNNO ABBIA BISOGNO DI
UNO SPECIALE AIUTO
(uso di strumenti compensativi, misure
dispensative, forme di valutazione
personalizzate)
Qui è il CdCl/Team a produrre la relazione!
laura barbirato 2014
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Tutti questi alunni
Richiedono una speciale mediazione,
cioè: che gli stimoli vengano
opportunamente selezionati,
organizzati e presentati
 Per poter essere accessibili
all’apprendimento
 Per poter consentire apprendimenti
successivi
 In direzione della conquista dell’autonomia
laura barbirato 2014
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…al di là delle inutili categorie
I
BES sono tutti i bambini e ragazzi che
vanno male a scuola per le più varie
ragioni ed hanno bisogno di un aiuto
supplementare per
affrontare il
curricolo
proposto
alla classe.
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Tutte le nostre iniziative
devono avere il fine di
creare una rete di
protezione intorno a
questi ragazzi, perché
rischiamo di perderli
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L’INCLUSIONE
è un processo,
per sua natura,
l’Italia ha fatto questa scelta definitivamente nel
1977 con la legge 517
laura barbirato 2014
irreversibile
14
Direttiva 27.12.2014
 Ha
prodotto grandi discussioni nella scuola
 Ha esteso a tutti gli alunni con particolari
bisogni educativi le tutele previste per i DSA
 Ha individuato tali alunni anche se NON
CERTIFICATI, attribuendo grosse
responsabilità ai docenti
 Ha modificato la fisionomia di molti
organismi scolastici (GLI, organismi
territoriali)
laura barbirato 2014
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Ma già le norme c’erano…
PERCHE’ richiamare la
scuola?
Perché l’insuccesso scolastico e la dispersione
sono in aumento, con le conseguenze
dell’insuccesso FORMATIVO e sociale;
 Perché la complessità delle nostre classi è in
aumento e rispecchia una maggiore complessità
sociale;
 Perchè la scuola spontaneamente non diventa più
flessibile, tende ad essere un sistema rigido, che
esclude chi non si adatta piuttosto che includere

laura barbirato 2014
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L’evoluzione del concetto si
evidenzia nel senso delle parole….
Inserimento
Integrazione
inclusione
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La più grande inguistizia…
E’ fare parti uguali tra
disuguali…
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Incremento???
 alla
scuola primaria 10/15% dei bambini
per uno o più aspetti faticano a “stare al
passo” della classe
 Alla secondaria di I grado arriviamo al
25% che non riesce o raggiunge a stento i
“minimi termini”
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Geneticamente
i nostri alunni non sono diversi da
quelli di 10-20 anni fa!
 Migliore
capacità diagnostica (vedi
DSA)
 Maggiore sensibilità interpretativa degli
insegnanti
 Percezione di incremento dei disturbi
dell’attenzione, bullismo, condizioni
dello spettro autistico: aumento come
dato storico-antropologico?
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BISOGNI EDUCATIVI
NORMALI?
SPECIALI?
http://www.iccasalgrande.it/spazioragazzi.html
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Bisogni Educativi “Normali”…
sviluppo delle proprie competenze:
imparare
appartenenza sociale e accettazione:
identità e autonomia
valorizzazione e autostima
sicurezza affettiva
……
diventano speciali quando è più difficile
ottenere una risposta adeguata a soddisfarli
laura barbirato 2014
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Chi individua le difficoltà
dell’alunno?





La scuola/la famiglia
I servizi clinici o sociali in caso di segnalazione
L’INVIO, eventualmente suggerito dalla scuola
sulla base delle proprie osservazioni, è affidato
interamente alla famiglia.
La famiglia completa l’iter valutativo e porta la
certificazione alla scuola
La scuola può individuare le difficoltà anche
senza certificazione, con l’accordo della famiglia
laura barbirato 2014
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Cosa va esteso a tutti i BES?

Le metodologie facilitanti, gli strumenti
compensativi e le misure dispensative

Una valutazione PERSONALIZZATA, che
tenga conto dei livelli di partenza, delle
difficoltà prevedibili e degli obiettivi
personalizzati programmati per quell’alunno

Questo va DOCUMENTATO (PEI, PDP,
ALTRO…) E CONDIVISO
COLLEGIALMENTE!
laura barbirato 2014
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Quali strumenti applicare
Progettazione differenziata anche
temporanea (ai sensi della normativa
precedente)
26
2 DOCUMENTI
 PER
OGNI SINGOLO ALUNNO CON BES
si elabora il PDP (o il PEI o una
progettazione differenziata temporanea o
parziale) DA CONDIVIDERE CON LA
FAMGILIA
A
LIVELLO DI ISTITUTO SI ELABORA IL
Piano Annuale per l’Inclusività
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27
Per elaborare un piano
per l’alunno

osservare in modo sistematico
 Confrontarsi / condividere con i colleghi

raccogliere informazioni dalla famiglia e dalla
scolarità precedente
 Elaborare il PEI/PDP/programma e tenerlo
sempre “aperto”
 Firmare congiuntamente (scuola e famiglia)
per condivisione, non per presa visione!
laura barbirato 2014
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IL RAPPORTO SCUOLA
FAMIGLIA
 IL
PATTO EDUCATIVO (allegato al PDP)
 IL LAVORO A CASA E A SCUOLA
 LE POSSIBILI CRITICITA’:
a) resistenza, difficoltà di accettazione della
famiglia al momento dell’invio a
valutazione
b) Eccessiva protezione una volta ottenuta la
certificazione
c) Resistenza della scuola ad adeguarsi
laura barbirato 2014
29
In caso di certificazione
 NB
quel che i servizi scrivono al termine
della valutazione sono SUGGERIMENTI
PER LA SCUOLA
 La
scuola, nella sua specificità
professionale, è arbitra delle decisioni sul
come applicare strumenti e misure
(modulare!)
laura barbirato 2014
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La SINERGIA scuola/famiglia è
di importanza decisiva
 FIDUCIA
 Condivisione
delle informazioni
 COLLABORAZIONE
 COMUNICAZIONE (gli errori o i malintesi
sono da considerarsi fisiologici!)
 La condizione di BES non è garanzia di
“nessuna insufficienza”!
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La lezione efficace
NELLA CLASSE INCLUSIVA
Laurabarbirato2014
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«Lo scorso Sermio, Flinghedoro e Pribo stavano nel Nerdino, freppando
cami gloppi e clemando grepi borti. Ecco che uno strezzo dritto bufa nel
tresco di Flinghedoro. Pribo glippa e glappa. Oh, Flinghedoro chita. “Io
strezzo dritto tunna nel tuo grappo!”».
Avete
capito?
Domande alle quali è possibile rispondere:
“Quando è avvenuta questa storia?” lo scorso Sermio
Pribo
“Chi c'era con Flinghedoro?”
nel Nerdino
“Dove stavano?”
cami gloppi
“Che cosa freppavano?”
grepi borti
“Che cosano stavano clemando?”
dritto
“Che tipo di strezzo arriva?”
bufa
“Cosa fa lo strezzo?”
“Dove?” nel tresco di Flinghedoro
“Che cosa tunna nel grappo?” lo strezzo dritto
Nella lezione
esclusivamente
frontale gli studenti
potrebbero rispondere
di aver
pur non
L’eventuale
rispostacapito,
affermativa alla domanda
“Avete capito?” è del tutto rituale
avendo compreso …
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«Lo scorso Sermio, Flinghedoro e Pribo stavano nel Nerdino, freppando
cami gloppi e clemando grepi borti. Ecco che uno strezzo dritto bufa nel
tresco di Flinghedoro. Pribo glippa e glappa. Oh, Flinghedoro chita. “Io
strezzo dritto tunna nel tuo grappo!”».
Avete capito?
Domande :
grepi borti
“Che cosano stavano clemando?”
Pribo
“Chi c'era con Flinghedoro?”
nel tresco di Flinghedoro
“Dove?”
nel Nerdino
“Dove stavano?”
“Quando è avvenuta questa storia?” lo scorso Sermio
bufa
“Cosa fa lo strezzo?”
cami gloppi
“Che cosa freppavano?”
dritto
“Che tipo di strezzo arriva?”
lo strezzo dritto
“Che cosa tunna nel grappo?”
Mescoliamo pure le domande …
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L’insegnante pensa
che gli studenti
abbiano capito…
ma non si accerta davvero che
sia andata così!!!
laura barbirato cidi 2014
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Favorire

Approcci cooperativi
 … e collaborativi
 Appr. metacognitivi
 tutoring
• Attività di
“potenziamento” in aula
con il gruppo-classe
• Attività di “recupero”
fuori dall’aula solo in
gruppi eterogenei
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Bandire
• Approcci competitivi
• Lezione SOLO
frontale
• …
• Attività di
“potenziamento e/o
recupero” fuori l’aula e/o
in gruppi omogenei,
ovvero composti da soli
alunni in difficoltà
36

Presupposto: ciò che “funziona” per l’alunno
con BES, è efficace anche per gli altri
• Per l’insegnante: occasione per rivedere e
riorganizzare il proprio agire professionale
• Attivare e attuare strategie per:
• Valorizzare i punti di forza (i pensiero visivo e
creativo, divergente);
• Minimizzare quelli di debolezza (errori , deficit nella
memoria di lavoro, lentezza esecutiva, facile
affaticabilità, mancata autonomia nelle strumentalità
di base).
laura barbirato 2014
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Le scelte didattiche in
presenza di BES
laura barbirato cidi 2014
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1. le sensorialità prevalenti
facilitato l’apprendimento attraverso
il canale visivo : organizzatori grafici in
senso lato (diagrammi di flusso, mappe
mentali e concettuali, schemi, immagini,
film, utilizzo di colori. ecc) e il canale
uditivo (registrazione delle spiegazioni,
audiolibri , libri di testo digitali, sintesi
vocale, lettore umano , ecc).
 va
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2. I tempi
 Frammentare
la lezione in micro-unità di
circa 15’, introducendo variazioni per
catturare l’attenzione
 Vanno
concessi tempi distesi per lo
studio e le verifiche perché lentezza e
affaticamento costituiscono per i BES due
dei principali limiti per un buon rendimento
scolastico.
laura barbirato cidi 2014
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3. L’organizzazione degli
spazi
 Ridurre
i distrattori
 Variare l’organizzazione dei banchi in
funzione del tipo di attività o consentire
agli alunni di spostarsi o riorganizzarsi nel
passaggio da una fase all’altra dell’attività
 Contatto visivo costante con gli alunni con
bisogni educativi speciali
 Aula come laboratorio… o “cantiere”
laura barbirato cidi 2014
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4. La comunicazione
 Parlare
teatralizzando ed enfatizzando
con il non verbale i significati espressi con
il linguaggio verbale, es. variare il tono di
voce, usare la mimica, la prossemica…
 Non stare fermi ma muoversi (il
movimento attira l’attenzione)
 Usare poche incisive parole e ritornare
spesso sui concetti principali
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5. Depenalizzare l’errore

Errore accettato come non del tutto evitabile
e non sempre autocorreggibile
 Cercare il ragionamento che c’è dietro
l’errore, non soltanto sanzionare!
 Non segnalare l’errore mentre l’alunno sta
lavorando, casomai dopo, alla fine e non con
intento sanzionatorio. Non segnare tutti gli
errori
 Consentire tempi personalizzati per le
verifiche o accettare un numero inferiore di
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risposte
Strategie per l’apprendimento
Incoraggiare e gratificare l’alunno ogni
qualvolta ci sia l’occasione per farlo
 Renderlo sempre consapevole dei propri
progressi, facendogli notare che è in grado di
applicare conoscenze che non possedeva nella
settimana/lezione precedente
 Privilegiare un insegnamento “sistematico”, con
molte ripetizioni dello stesso concetto, ma con
modalità diverse affinché queste risultino
interessanti e motivanti

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44
A casa…
 STUDIO
ASSISTITO DA TUTOR (meglio
se non si tratta di un familiare!)
 RIDUZIONE DEL CARICO DI LAVORO
(se e come serve)
 AIUTO e applicazione delle “protesi” e
degli “sconti” ma lavorando per
l’AUTONOMIA (es dispositivi tecnologici)
laura barbirato 2014
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CONSIGLI SPICCIOLI
laura barbirato cidi 2014
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





In caso si dettino appunti, fornire fotocopie o file
Molto utile l’uso della LIM che consente di
consegnare il file multimediale della lezione
Accertarsi che l’alunno riesca a scrivere sul
diario i compiti assegnati, eventualmente grazie
anche all’aiuto del compagno di banco
Utilizzare quando possibile il lavoro di gruppo o
a coppie, che consente di sfruttare le capacità di
problem-solving
Se necessario, fornire materiale registrato per
riascoltare le lezioni
Esistono software per la didattica metacognitiva!
laura barbirato cidi 2014
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Se si forniscono fotocopie:
Aumentare l’interlinea a 1,5- 2
 Utilizzare un carattere uguale o maggiore di 14
 Utilizzare Arial (carattere senza “grazie”) e
scrivere in stampato maiuscolo, tuttavia meglio
concordare col ragazzo l’uso del tipo e della
dimensione del carattere perché è soggettivo. Il
grassetto, le sottolineature, e il testo giustificato
per molti alunni peggiorano la leggibilità: fornendo
un file l’alunno potrà modificare autonomamente
la formattazione oltre che eventualmente farsi
leggere il testo

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 Occorre
operare una semplificazione
sintattica e lessicale del testo:








Non utilizzare testi di più di 150/200 parole
Non utilizzare parole sconosciute o complesse
Utilizzare frasi brevi
Esplicitare sempre soggetto e oggetto
Utilizzare possibilmente verbi attivi al modo finito
Distinguere chiaramente le informazioni
principali dalle secondarie
Evidenziare graficamente i passaggi principali
Alleggerire sempre e comunque l’entità della
parte scritta a favore di schemi e immagini
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Le mappe e gli schemi
 INSEGNARE
a costruire le mappe
 Non utilizzare più di 8-10 parole chiave
 Fare uso dei colori e degli organizzatori
grafici
 Insegnare ad usare i software per
costruire le mappe
 Lasciare sotto gli occhi la mappa durante
l’interrogazione orale
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Metodologie efficaci







Apprendimento cooperativo
Didattica metacognitiva
Lavori di gruppo
(gruppi eterogenei)
Tutoring e Peer
education
Didattica laboratoriale
Simulazione e role playing
Utilizzo delle tecnologie (LIM, PC e software
specifici, tablet…)
laura barbirato 2014
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Voi siete importanti per i vostri bambini e
ragazzi. Per qualcuno siete più
importanti.
Arrivederci!
laura barbirato 2014
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così