O Dio, nostro Padre,
suscita in noi la volontà di andare
incontro con le buone opere al tuo
Cristo che viene,
perché egli ci chiami accanto a sé
nella gloria a possedere il regno dei
cieli.
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete
quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver
lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno
il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa
ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al
mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi
trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti:
vegliate!»
!
Momento
di silenzio orante
Rileggere e sostare davanti alla Parola:
il Signore parla con l’amore del Padre.
Non perdere nulla di quanto vuole dirti
personalmente
!
autore del vangelo
«Marco,
interprete di Pietro,
scrisse con accuratezza, ma
non in ordine, quanto
ricordava delle cose dette o
compiute dal Signore. Non
aveva ascoltato né seguito il
Signore, ma più tardi ascoltò e
seguì Pietro. Questi dava le
sue istruzioni secondo le
necessità degli uditori e non
come una sintesi ordinata
delle parole del Signore,
cosicché Marco non ha
commesso alcun errore a
metterne per iscritto alcune
come le ricordava»
(Papia, vescovo di Gerapoli,120/130 d.C. in
Eusebio di Cesarea St. Ecc. 111,39,15).
Chi è marco
!
Originario di Gerusalemme,
di nobile famiglia
sacerdotale, ha conosciuto,
molto giovane, la comunità
dei discepoli che si riuniva
nella sua casa; forse ha
avuto anche modo di
conoscere anche Gesù.
«Un giovanetto però lo seguiva, rivestito soltanto di un lenzuolo, e lo
fermarono. Ma egli, lasciato il lenzuolo, fuggì via nudo» (15,5 1-52).
Collaboratore degli Apostoli, col cugino Barnaba, negli anni 40, ha lavorato
con Paolo ad Antiochia e nelle altre giovani chiese. Verso il 60 d.C., a
Roma è collaboratore di Paolo e di Pietro.
Verso il 65/66 d.C., inizia la stesura del Vangelo, per tramandare la
predicazione apostolica in modo fedele e preciso.
!
A chi scrive Marco?
• Comunità di origine pagana, da poco venuta alla fede e
quasi all’oscuro delle questioni religiose giudaiche
• Si adatta alla comunità destinataria e adopera un greco
influenzato dal latino: (kenturion (15,39), kodrantes
(12,42), xestes (7,4), spekoulator (6,27).
• In quegli anni a Roma i cristiani cominciavano a sentire il
pericolo della persecuzione e sotto Nerone (nell’anno 64
d.C.) molti di loro furono violentemente uccisi.
• Il clima della comunità è segnato da grandi difficoltà. Ecco
il motivo dell’insistenza di Marco sul tema della croce.
!
struttura del Vangelo di Marco
due parti, con breve introduzione,
conclusione ed epilogo (quest’ultimo
probabilmente aggiunto).
Versetti 1,1
1,2-13
1,14-8,30
8,31-15,39
15,40-16,8
16,9-20
titolo e finalità
introduzione
I parte in Galilea:
Tu sei il Cristo!
II parte in Giudea:
Tu sei il Figlio di
Dio!
conclusione
epilogo
!
«Inizio del Vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio»
(Mc 1,1).
• La parola «Vangelo» non indica il libro scritto, ma la bella
notizia, il messaggio predicato dagli apostoli.
• «Inizio del Vangelo»: origine della bella notizia, punto di
partenza e causa che l’ha determinata.
qual è il contenuto di
questa buona notizia?
E’ «il Cristo», «il Figlio di Dio»:
Gesù di Nazaret è il Messia-Cristo
mandato da Dio
Il Vangelo di Marco mostra
l’origine di questo annuncio e
spiega come si è giunti a
riconoscere che Gesù è il Cristo
ed anche il Figlio di Dio.
!
Altro tema centrale del
Vangelo è il discepolato:
diventare seguaci di Gesù,
il Cristo, il Figlio di Dio
!
!
I domenica di
Avvento
A tutti dico:
Vegliate!
!
Marco, cap. 13: discorso escatologico
Eventi drammatici:
*** distruzione del tempio e della città di Gerusalemme
«Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!»
*** gli ultimi tempi e la venuta del Figlio dell'uomo
*** testamento spirituale di Gesù prima della sua passione
Duplice preoccupazione:
• Presenza di cristiani, che, avendo notato che gli
anni passavano e il “giorno del Signore” non
arrivava, avevano messo da parte ogni vigilanza e
attesa, per adattarsi a questo mondo.
• Altri con la sindrome della fine imminente stavano
a fare calcoli e previsioni sul “quando” e sul
“come”.
*****
Ai primi Gesù raccomanda: State attenti, vigilate!
agli altri assicura: Non è ancora la fine!
A tutti: nella grande notte del mondo, i discepoli sono
posti come sentinelle
Marco 13, 33-37
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete
quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver
lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno
il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa
ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al
mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi
trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti:
vegliate!»
versetti 33-37
• parte conclusiva del discorso escatologico, che
occupa l'intero cap.13 e funge da transizione tra
• la vita pubblica di Gesù (cap.1,14-12,44) e
• il racconto della sua passione, morte (cap. 1415) e risurrezione (cap 16,1--8).
• Quando Gesù fa questo discorso è vicina la sua
passione e morte: nell'orto del Getsemani è solo
con i suoi discepoli, Pietro, Giacomo e Giovanni, gli
stessi cui aveva rivolto questo discorso
• Più volte ricorda la necessità di vegliare e di
pregare per non cadere in tentazione (Mc
14,34.37.38).
Vegliate
Richiamo alla vigilanza per ben sei volte: 3 nei 5
versetti del brano ascoltato (vv. 5.9.23.33.35.37).
Il verbo greco agripnéite (= astenetevi dal sonno,
siate insonni): Riferimento ad uno che pernotta in
aperta campagna, attento al più impercettibile
rumore.
• Essere “attenti” significa essere “tesi a”, “protesi”, “tesi-per”, non lasciarsi sorprendere da una
sciagura incombente, essere all’erta, stare di
sentinella
Come il portiere di notte
• Il richiamo allo stare sempre pronti viene reso con
l’immagine del portiere, costantemente preparato
ad accogliere il padrone di casa che da un
momento all’altro ritornerà
• il suo arrivo è imminente, fulmineo: l’unico
atteggiamento saggio e sicuro è la vigilanza.
• Il sonno è riferito a chi si lascia assorbire dalle
cose, da dimenticarsi che il suo vivere qui non è
una stabile dimora, ma un semplice cammino
Il contesto storico
Il vangelo di Marco risale agli anni 65-70) d.C, riflettendone il
clima drammatico:
Eventi del tempo
• distruzione del tempio e conseguente fine del culto
giudaico avviene nel 70 d.C. ad opera dell'imperatore
romano Vespasiano e di suo figlio Tito
• Fine della guerra giudaica durata dal 66 al 70, con una
propaggine fino al 73.
• Secondo le credenze giudaiche, la fine del tempio avrebbe
coinciso con la fine del mondo; da qui tutto il
catastrofismo, di cui è permeato l'intero discorso
apocalittico, che allude alla morte di Gesù e ne è, in un
certo qual modo, una premessa.
• parallelismo tra la morte di Gesù e la fine della storia
La struttura
• Il v.33 annuncia il tema: vegliate perché non sapete quando
verrà il momento.
• E’ una struttura a spirale: una volta annunciato il tema nel
v.33, lo stesso viene ripreso e sviluppato nei versetti
successivi, fino a raggiungere il vertice nel “Vegliate!”
finale del versetto 37
• sono cinque versetti percorsi da verbi imperativi ed
esortativi: "State attenti", "siate insonni", "vegliate",
accompagnati da suggerimenti che mettono in guardia: "voi
non sapete quando ...", "giunge all'improvviso", "non vi trovi
addormentati".
• allarmismo da ultimi tempi, il cui intento non è spaventare,
ma trasmettere una forte spinta a prendere coscienza del
modo di condurre la vita.
La struttura
• Il v.34 riprende il tema e lo sviluppa sotto forma di
parabola, che prelude ai tempi dei credenti del dopo Gesù: i
nostri tempi.
• I vv.35-36 sintetizzano i due versetti precedenti dandone un
annuncio completo, chiaro e definitivo.
• Il v.37 chiude l'esortazione allargando ed estendendo
l'orizzonte dai primi discepoli a tutti i credenti futuri e
anche a noi. Termina con un verbo all'imperativo esortativo:
"Vegliate!", che sintetizza il significato più profondo
dell'intero discorso, che dovrebbe caratterizzare lo stile di
vita di ogni cristiano.
…non sapete quando
• Perché non sapete: questa espressione, ripetuta due volte,
costituisce il perno centrale attorno a cui ruota l'intero passo
ed è la motivazione per cui bisogna che il credente si attivi in
una vita attenta e operosa nel bene
• Non si conosce il momento del ritorno: bisogna essere
sempre pronti e attenti per non farsi prendere in contropiede.
• Il non sapere fa da sprone ad un maggiore impegno, a dare
alle cose il giusto valore, ravvivando la coscienza dell’essere
credenti, del fatto che, pur appartenendo a questo mondo e
vivendo in esso, siamo già cittadini del cielo.
... quando è il tempo giusto
• Il verbo al presente richiama l'attenzione e
l'impegno del credente nell'oggi e non nel domani
• "il tempo giusto", in greco "kairòs«, nel N.T. si
riferisce al tempo di Dio, il momento in cui si
compie l'azione di Dio
• il "kairòs« è il "tempo di Dio" inaugurato da Gesù,
che ha posto fine al tempo dell'uomo con la sua
morte in croce e ne ha inaugurato uno
totalmente nuovo con la risurrezione.
• Un nuovo tempo, un nuovo spazio in cui l'uomo è
chiamato ad entrare e a vivere "oggi", poiché
nessuno sa quando questo spazio si chiude
definitivamente per lui.
... a
ciascuno il suo compito
• il padrone, a motivo di un viaggio, lascia la sua
casa, cioè la comunità credente che si è
costituita attorno a lui, e la fornisce di
adeguati poteri a servizio dell'uomo e della sua
salvezza, perché in ciò venga prolungata la sua
opera
• Ognuno, nella comunità credente, ha le sue
responsabilità ad operare secondo le capacità e
compiti, che la vita gli ha affidato, vivendoli
secondo la logica e l'insegnamento del padrone
di casa, al quale rispondere (Mt 25,14-30).
Preghiamo col Salmo 96
Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.
Portate offerte ed entrate nei suoi atri,
prostratevi al Signore in sacri ornamenti.
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore da tutta la terra.
Tremi davanti a lui tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome, Dite tra i popoli: «Il Signore regna!».
annunziate di giorno in giorno la sua
Sorregge il mondo, perché non vacilli;
salvezza. In mezzo ai popoli raccontate lagiudica le nazioni con rettitudine.
sua gloria, a tutte le nazioni dite i suoi
prodigi.
Gioiscano i cieli, esulti la terra,
frema il mare e quanto racchiude;
Grande è il Signore e degno di ogni lode, esultino i campi e quanto contengono,
terribile sopra tutti gli dei.
si rallegrino gli alberi della foresta
Tutti gli dei delle nazioni sono un nulla, davanti al Signore che viene,
ma il Signore ha fatto i cieli.
perché viene a giudicare la terra.
Maestà e bellezza sono davanti a lui,
Giudicherà il mondo con giustizia
potenza e splendore nel suo santuario. e con verità tutte le genti.
Meditatio
Il modo per affrontare la prova del vivere ed il proprio essere
cristiani è il "Vegliare".
"Questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo
di svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina
ora di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il
giorno è vicino. Gettiamo via perciò le opere delle tenebre e
indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente
come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e
ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e
gelosie. Rivestitevi, invece, del Signore Gesù Cristo e non
seguite la carne nei suoi desideri" (Rm 13,11-14).
“Ignoriamo
il tempo in cui saranno portati
a compimento la terra e l’umanità
e non sappiamo il modo
con cui sarà trasformato l’universo” (GS 39)
Proprio perché non conosciamo né il giorno
né l’ora del supremo compimento,
dobbiamo essere pronti per qualsiasi ora
e per qualunque giorno,
ben sapendo che ogni giorno Egli viene,
perché, da quando è venuto ad abitare
in mezzo a noi, rimane con noi per sempre,
“tutti i giorni, fino alla fine del mondo”
San Paolo ricorda che bisogna usare delle cose come se non le usassimo:
"Il
tempo, ormai, si è fatto breve; d'ora innanzi
coloro che hanno moglie, vivano come se non
l'avessero; coloro che piangono, come se non
piangessero e coloro che godono come se non
godessero; quelli che usano del mondo come se non
lo usassero appieno:
perché passa la scena di questo mondo!"
(1Cor 7,29-31).
*** non è incitamento al disprezzo delle cose di questo mondo, ma
sollecitazione a non farne il fondamento esclusivo della vita, a non lasciarsi
distrarre da esse. Il motivo principale è che "ormai il tempo si è fatto
breve".
*** vi era la convinzione dell'imminente ritorno di Cristo e, quindi, della
fine del mondo e della sua storia.
La "lettera di Pietro«(1Pt 4,7a.10-11),
fortemente segnato da una fine sentita
ormai imminente, invita la comunità:
La fine di tutte le cose è vicina....
Ciascuno viva secondo la grazia ricevuta,
mettendola a servizio degli altri, come buoni
amministratori di una multiforme grazia di Dio. Chi
parla, lo faccia come con parole di Dio; chi esercita
un ufficio, lo compia con l'energia ricevuta da Dio,
perché in tutto venga glorificato Dio per mezzo di
Gesù Cristo ..."
La lettera a Diogneto, parlando dei cristiani, dice:
"Sono nella carne, ma non vivono secondo la
carne. Dimorano nella terra, ma hanno la
loro cittadinanza nel cielo" (Diogneto V,8-9)
• "... come è l'anima nel corpo, così sono i
cristiani nel mondo ... l'anima abita nel
corpo, ma non è del corpo; così i cristiani,
abitano nel mondo, ma non sono del
mondo" (Diogneto VI,1.3a).
Cosa significa oggi vegliare?
Papa Francesco in Evangelii Gaudium, n. 53-54
• NO alla cultura dello scarto: non è possibile trattare
l’essere umano come un bene di consumo, che si può usare
e poi gettare
• No alla globalizzazione dell’indifferenza, tanto da divenire
incapaci di provare compassione dinanzi al grido di dolore
degli altri, incapaci di piangere davanti al dramma degli
altri
• NO alla cultura del benessere che ci anestetizza e ci fa
perdere la calma se il mercato offre qualcosa che non
abbiamo ancora comprato
• NO allo spreco: non è possibile tollerare che si possa
gettare il cibo, quando c’è gente che soffre la fame
Rivolgiamo lo sguardo al Signore che viene
* non dimentichiamo che la vita è un pellegrinaggio, non un fortunoso
vagabondaggio, e neanche una più o meno piacevole gita turistica: mai illuderci di
essere già arrivati, dimenticarci della meta.
Vieni Signore, non tardare
* attrezziamoci per il “santo viaggio” con un equipaggiamento leggero, con la
“bisaccia del pellegrino”, munita dell’essenziale: altrimenti non ci muoveremo di
tappa in tappa, ma ci sposteremo solo di poltrona in poltrona.
Vieni Signore, non tardare
* non misuriamo il tempo dalla morte in qua, ma dalla morte in là: ma niente ci
turbi, niente ci spaventi: solo il Signore basta!
Vieni Signore, non tardare
* consideriamo gli altri nostri compagni di pellegrinaggio: amiamo ognuno
come un fratello che ci è stato donato e non bramiamo di possedere alcuno come
proprietà privata
Vieni Signore, non tardare
* consideriamo salute, lavoro, denaro, divertimento per quello che sono:
non privilegi da difendere, ma doni da condividere, mezzi utili per il
pellegrinaggio, non mete ultime del cammino.
Vieni Signore, non tardare
O Dio Padre, ti rendiamo grazie,
per il tuo Figlio Gesù Cristo
che è venuto nel mondo
per sollevarci e metterci
sul giusto cammino.
Quando risvegli nei nostri cuori
la sete alla preghiera e alla carità,
tu ci prepari all'aurora
di quel nuovo giorno
quando la nostra gloria verrà manifestata
insieme a tutti i santi nella presenza del
Figlio del Uomo.
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