La reggia di Versailles, il castello di Luigi XIV re sole L’ancien régime è un magma istituzionale, una sorta di “idea di Stato” formatasi, nei secoli, attraverso successive stratificazioni, che hanno sovrapposto elementi a elementi, vecchio a nuovo, in una continua, e apparentemente infinita, somma. Secoli di storia che hanno sviluppato ordini, poteri, tradizioni, usi e costumi, governati da una monarchia avvinghiata in una concezione patrimoniale dello Stato, in cui la linea di demarcazione tra i possedimenti personali e quelli nazionali è labile e confusa. La visita del palazzo reale Oggi Versailles è una delle principali attrattive turistiche dell’Ile-de-France, un meraviglioso palazzo reale che si affaccia su giardini di incommensurabile bellezza, tra canali, piscine, fontane, laghetti. Versailles non è un semplice palazzo reale, è una sorta di città cortigiana, pertanto è opportuno che il visitatore si prepari a trascorrere un’intera giornata a contatto di meraviglie architettoniche e artistiche L'assolutismo di Luigi XIV Questo enorme paese agricolo che è la Francia del seicento, ammutolisce nel 1661, anno della morte dell’onnipotente cardinal Mazarino. Da questo momento la storia francese subisce una svolta determinante. Il ventiduenne Luigi XIV, re dall’età di 5 anni, prende in mano le redini dello stato, determinato a instaurare una monarchia assoluta, che ben si riassume nell’affermazione, a lui attribuita, “lo Stato sono io”. La volontà dello Stato, infatti, per i suoi successivi 54 anni di regno, coinciderà totalmente con la volontà di Luigi XIV, avvolta in un assolutismo senza fine, coniugato alla riaffermazione del proprio ruolo di origine divina. Un re, che sceglie un sole dardeggiante come emblema, e diviene astro attorno al quale ruota un’intera nazione. Un re che promuove il culto della sua persona, un re che diviene un semidio. La reggia In questa faraonica visione della funzione monarchica, la corte diviene un raffinato strumento per annichilire l’aristocrazia, per togliere ai nobili qualsiasi importanza politica. Quest’entità “pericolosa” per l’assoluto potere monarchico, deve essere sempre sotto controllo e al contempo valorizzata. È l’elite sociale del paese, per la quale va costruita un’apposita città. Versailles è, quindi, la materializzazione della potenza del re e l’apoteosi del suo disegno politico, in cui i cortigiani sono allontanati dai frequenti fermenti parigini. Versailles è il fulcro di un’intera nazione staccato dalla nazione stessa, una testa spaccata dal corpo, che ordina, comanda e vive un’esistenza irreale, dispendiosa e segregata. Un’emarginazione politica nobiliare accettata con rassegnazione, ma anche con sollievo: il re, la corte, la reggia sono i depositari di privilegi ai quali la società aristocratica dell’ancien régime non è ancora pronta a rinunciare e che verranno decapitati dalla Rivoluzione francese. Dietro il palazzo c’è la filosofia personale e politica di Luigi XIV, ma c’è anche il gusto per il bello, l’imponente, il sorprendente. Questa famosa e celebrata reggia ha però un’origine alquanto umile: un semplice padiglione di caccia. Con l’avvento al potere di Luigi XIV, già nel 1661, cominciano i lavori di trasformazione che continueranno, quasi ininterrotti, per l’intero regno del Re sole. Approfondimento sulla Dichiarazione dei diritti dell’uomo.. Dichiarazione dei diritti dell'uomo (1789) DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL'UOMO E DEL CITTADINO I Rappresentanti del Popolo Francese, costituiti in Assemblea Nazionale, considerato che l'ignoranza, la dimenticanza o il disprezzo dei diritti dell'uomo sono le uniche cause delle sventure pubbliche e della corruzione dei governi, hanno stabilito di esporre, in una solenne Dichiarazione, i diritti naturali, inalienabili e sacri dell'uomo, affinché questa Dichiarazione, costantemente presente a tutti i membri del corpo sociale rammenti loro continuamente i loro diritti e i loro doveri; affinché gli atti del Potere legislativo e quelli del Potere esecutivo, potendo essere in ogni momento paragonati con il fine di ogni istituzione politica, siano più rispettati; affinché i reclami dei cittadini, fondati d'ora innanzi su principi semplici e incontestabili, si rivolgano sempre alla conservazione della Costituzione e alla felicità di tutti. In conseguenza, l'Assemblea Nazionale riconosce e dichiara, in presenza e sotto gli auspici dell'Essere Supremo, i Diritti seguenti dell'Uomo e del Cittadino. 1. Gli uomini nascono e rimangono liberi ed eguali nei diritti. Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull'utilità comune. 2. Lo scopo di ogni associazione politica é la conservazione dei diritti naturali e imprescrittibili dell'uomo. Questi diritti sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all'oppressione. 3. Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella Nazione. Nessun corpo, nessun individuo può esercitare un'autorità che da essa non emani espressamente. 4. La libertà consiste nel poter fare tutto ciò che non nuoce ad altri; cosi l'esistenza dei diritti naturali di ciascun uomo non ha altri limiti che quelli che assicurano agli altri membri della società il godimento di questi stessi diritti. Questi limiti non possono essere determinati che dalla Legge. 5. La Legge non ha diritto di vietare che le azioni nocive alla Società. Tutto ciò che non è vietato dalla Legge, non può essere impedito e nessuno può essere costretto a fare ciò che essa non ordina. 6. La Legge è l'espressione della volontà generale. Tutti i cittadini hanno il diritto di concorrere personalmente o per mezzo di loro rappresentanti alla sua formazione. Essa deve essere la stessa per tutti, sia che protegga, sia che punisca. Tutti i cittadini, essendo uguali ai suoi occhi, sono ugualmente ammissibili a tutte le dignità, posti ed impieghi pubblici, secondo la loro capacità e senz'altra distinzione che quella della loro virtù e del loro ingegno. 7. Nessuno può essere accusato, arrestato o detenuto che nei casi determinati dalla Legge, e secondo le forme che essa ha prescritto. Quelli che sollecitano, spediscono, eseguono o fanno eseguire ordini arbitrari debbono essere puniti; ma ogni cittadino che sia chiamato o tratto in arresto in virtù della Legge, deve ubbidire istantaneamente: si rende colpevole con la resistenza 8. La Legge non deve stabilire che pene strettamente ed evidentemente necessarie, e nessuno può essere punito che in virtù di una legge stabilita e promulgata anteriormente al delitto, e legalmente applicata. 9. Poiché ogni uomo è presunto innocente fino a che non sia stato dichiarato colpevole, se si giudica indispensabile arrestarlo, ogni rigore che non sarà necessario per assicurarsi della sua persona deve essere severamente represso dalla Legge. 10. Nessuno deve essere molestato per le sue opinioni, anche religiose, purché la loro manifestazione non turbi l'ordine pubblico stabilito dalla Legge. 11. La libera comunicazione dei pensieri e delle opinioni é uno dei più preziosi diritti degli uomini; ogni cittadino può dunque parlare, scrivere e pubblicare liberamente, salvo a rispondere dell'abuso di questa libertà nei casi determinati dalla Legge. 12. La garanzia dei diritti dell'uomo e del cittadino ha bisogno di una forza pubblica; questa forza è dunque istituita per il vantaggio di tutti, e non per l'utilità di coloro ai quali è affidata. 13. Per il mantenimento della forza pubblica, e per le spese di amministrazione, é indispensabile una contribuzione comune. Questa deve essere ugualmente ripartita tra tutti i cittadini, in ragione delle loro facoltà. 14. Tutti i cittadini hanno diritto di constatare da loro stessi o per mezzo di loro rappresentanti la necessità dei contributi pubblici, di consentirgli liberamente, di seguirne l'impiego e di determinarne la quantità, la ripartizione, la riscossione e la durata. 15. La società ha il diritto di domandare conto ad ogni agente pubblico della sua amministrazione. 16. La società nella quale la garanzia dei diritti non è assicurata, né la separazione dei poteri determinata, non ha Costituzione. 17. La proprietà è un diritto inviolabile e sacro, pertanto nessuno può esserne privato, se non quando la pubblica necessità, legalmente constatata, lo esige evidentemente, e sotto la condizione d'una giusta e previa indennità.