Le borgate del fascismo Il termine "borgata" deriva dalla parola borgo, con cui si intende una zona periferica o interna della città che non ha la completezza e l'organizzazione per chiamarsi quartiere. Prima corsa del tram sulla Palmiro Togliatti Il Quarticciolo L' avvento del fascismo porta con sé il rilancio del mito di Roma capitale e segna una serie di grandi trasformazioni per la città. Secondo il progetto di Mussolini, la Roma imperiale doveva riconquistare lo splendore conferitole dagli antichi Romani. Per Mussolini la sua nuova Roma imperiale doveva essere il grande palcoscenico per presentare al mondo uno spettacolo pieno di suoni, di colori e di gloria. Per questi motivi tra il 1924 e il 1937 vennero rase al suolo intere aree del centro storico e migliaia di abitanti, furono costretti a trasferirsi nelle nuove borgate nate ai margini della città. Le borgate ufficiali sorsero in diversi punti della città, dal 1930 al 1934: Primavalle, Val Melaina, Tufello, San Basilio, Pietralata, Tiburtino III, Prenestina, Quartricciolo, Gordiani, Tor Marancia, Trullo, Acilia. Tiburtino III Acilia La Borgata Prenestina LA NASCITA: La Borgata Prenestina lambiva la via omonima a sud, la via di Portonaccio (strada Militare) a ovest, il Demanio dello Stato a nord, dove passavano i binari della ferrovia Roma-Sulmona, la proprietà Lancellotti a est. Oltre la ferrovia, dopo i prati e percorsa via di Portonaccio, si arrivava a Casalbertone. Si trattò di un esperimento, nel senso che le baracche in muratura furono edificate in gruppi di 15 o 16, senza alcun piano preciso e in tempi diversi, le prime costruite direttamente da coloro che andarono ad abitarle. Poco dopo comparvero le prime casette fabbricate dalle ditte private ingaggiate dal Governatorato, la Acidaro e la Clementoni, sei gruppi al prezzo di 5500 lire ad alloggio. … e il Borghetto Prenestino Il Borghetto Prenestino sorse nel 1928 contemporaneamente ai primi sventramenti di piazza Venezia. Si estendeva tra la via omonima e la stazione ferroviaria Prenestina, tra Casalbertone e la Villa Gordiani. Era forse uno degli agglomerati urbani più densamente popolati: vi abitavano, infatti, circa 4000 persone. Il Borghetto si sviluppò soprattutto nel secondo dopoguerra. . . Il Borghetto Prenestino è un esempio di borgata completamente isolata dal resto della città, era un vero e proprio paese. Le persone che vennero ad abitarvi continuavano a vivere qui con le stesse difficoltà, come la mancanza d’acqua e dei servizi igienici. Le casette sorgevano l’una accanto all’altra e la zona era malsana in tutte le stagioni. Durante l’inverno, le strade diventavano un vero pantano e d’estate le pozze dell’acqua di rifiuto non assorbita dal terreno emanavano terribili odori. Nonostante ciò in qualsiasi stagione i bambini giocavano e vivevano all’aperto. I ragazzi del Borghetto frequentavano la scuola elementare Gioacchino Belli, accanto a Villa Gordiani. Erano però costretti in delle classi differenziali, separate da tutti gli altri, perché vivevano in degli ambienti socialmente e culturalmente degradati. Nel Borghetto Prenestino, nel periodo della sua espansione massima, esistevano due situazioni ben diverse: vicino alle baracche si trovavano infatti grossi palazzi. Questa vicinanza portò tutti gli abitanti delle baracche ad aspirare ed a ottenere anche loro un appartamento decoroso. La borgata Gordiani La Borgata Gordiani era una borgata ufficiale di Roma. Si trovava nel territorio del nostro municipio, nel quartiere Prenestino-Labicano. Sorta tra il 1928 ed il 1930 a ridosso del Parco dei Gordiani sulla via Prenestina, era abitata da povera gente. La borgata era una delle tante baraccopoli disseminate nella Capitale. Le prime baracche nacquero verso la metà del 1933, composte da 362 vani, un lavatoio da 20 vasche, 7 gabinetti comuni, ognuno dei quali formato da 4 latrine. Nella borgata si ritrovarono a vivere un migliaio di nuclei familiari, circa 5000 persone. I ragazzi avevano la scuola elementare, intitolata Carlo Pisacane, in via dell'Acqua Bullicante, angolo via Policastro. Negli anni '80 la borgata venne abbattuta e gli abitanti indotti a trasferirsi nelle case comunali dell'estrema periferia, tra cui Tor Bella Monaca. “Mia madre viveva alla borgata prenestina. Mia nonna vendeva uova e polli a Casalbertone, c’ho passato i più belli anni della mia infanzia. Un gran bel ricordo grazie a tutti, ora mi è venuto in mente che ero proprio lì il giorno che è caduto l’aereo alla borgata gordiani, na pipinara de ragazzini a core pe vedé quello che era successo, incoscienti e spensierati… BELLO!”