Tutte le cose erano insieme; poi venne
l'Intelligenza, le distinse e le pose in ordine …
(Anassagora)
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… 1960
2015 …
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LEGGI
La diversità a scuola: tutti uguali, tutti diversi
e l’eccezionalità di ciascuno
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La scuola è aperta a tutti
Il fondamento
Criticità
dell’inclusione
Quarant’anni
di normativa
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Il fondamento della Carta Costituzionale per l’inclusione …
Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i
diritti inviolabili dell’uomo, sia come
singolo, sia nelle formazioni sociali ove si
svolge la sua personalità, e
Art. 3
richiede l’adempimento dei doveri
Tutti i cittadini hanno pari dignità
inderogabili di solidarietà
sociale e sono eguali davanti alla
legge …
… È compito della Repubblica
politica, economica e sociale.
rimuovere gli ostacoli
impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l’effettiva
partecipazione …
Art. 30
E` dovere e diritto dei genitori
mantenere, istruire ed educare i
figli …
Art. 34.
La scuola è aperta a tutti.
L’istruzione inferiore, impartita per
almeno otto anni(10 ora), è obbligatoria e
gratuita.
I capaci e meritevoli …
Art. 33
L’arte e la scienza sono libere e
libero ne è l’insegnamento.
La Repubblica detta le norme
generali sull’istruzione ed
istituisce scuole statali per tutti gli
ordini e gradi.
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1.3 - Tra integrazione ed inclusione dalla legge
118/1971 alla direttiva BES
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Le criticità dell’inclusione  il rischio di visioni frammentate
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Direttiva ministeriale sui BES (Dir.M. 27/12/2012)
 Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può
manifestare Bisogni Educativi Speciali o per motivi fisici, biologici,
fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è
necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta.
 Oggi lo scenario è cambiato: bisogna rafforzare il paradigma
inclusivo
 E’ cambiata anche la definizione di benessere
La scuola si assume la responsabilità della lettura dei
reali bisogni di inclusione
La scuola attiva le risorse per l’inclusione secondo
l’approccio della “speciale normalità”
La scuola elabora modelli di inclusione e fa cultura
COME ?
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C.M. 6.3.2013
 Ridefinizione dell’approccio : dalla certificazione
delle disabilità alla inclusione delle diversità
 Quali sono i BES: anche … aree di svantaggio
 Il Piano Didattico Personalizzato
 Azioni a livello di singole Istituzione scolastica
 Azioni a livello territoriale
Nuove azioni a livello
territoriale
Nuovi compiti Consigli
di classe e team docenti
Nuove azioni a livello di
ogni singola scuola
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Nuovi compiti Consigli di classe e team docenti
 “ indicare in quali casi sia
opportuna e necessaria l'adozione
di una personalizzazione della
didattica ed eventualmente di
misure compensative o
dispensative, nella prospettiva di
una presa in carico globale ed
inclusiva di tutti gli alunni”.
Individuazione BES (non certificazione
e non diagnosi !)
Presa a carico …
PdP  piano didattico personalizzato
personalizzare
individualizzare
Abilitare
Compensare
Dispensare
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Informare
Comunicare
Condividere
Corresponsabilità
Nuove azioni della singola scuola
GLH di Istituto = G.L.I. ( Gruppo
di lavoro per l’inclusione)
costituito
da:
funzioni strumentali, insegnanti per il sostegno,
assistenti alla comunicazione e all’autonomia,
docenti “disciplinari” con esperienza e/o
formazione specifica o con compiti di
coordinamento delle classi, genitori ed esperti
istituzionali o esterni in regime di
convenzionamento con la scuola
•rilevazione dei BES presenti nella scuola (tramite i
Consigli di classe/ equipe);
•raccolta e documentazione degli interventi
didattico-educativi
•rilevazione, monitoraggio e VALUTAZIONE
DEL LIVELLO DI INCLUSIVITÀ DELLA
SCUOLA;
•elaborazione di una proposta di PIANO
ANNUALE PER L’INCLUSIVITÀ riferito a
tutti gli alunni con BES, da redigere al
termine di ogni anno scolastico (entro il
mese di Giugno).
•focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai
colleghi sulle strategie/metodologie di gestione
delle classi;
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Nuove azioni a livello territoriale
La Direttiva e la C.M. affidano un ruolo fondamentale
ai Centri Territoriali di Supporto( CTS) ed ai CTI (ex
CTRH), quali interfaccia fra l’Amministrazione e le
scuole, e tra le scuole stesse nonché , quali reti di
supporto al processo di integrazione, allo sviluppo
professionale dei docenti e alla diffusione delle migliori
pratiche.
Un CTS per ogni provincia (scelta dell’USR
Lombardia)
 in provincia di Varese 6 CTI
 referente BES provinciale operante c/o UST di
Varese
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CTI - CTS: le scuole in rete
MARCHIROLO
VARESE
GAVIRATE
TRADATE
GALLARATE
BUSTO A.
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CTS Provinciale
famiglia
DSA (L. 170 2010) e seg.
Disabilità (L. 104
1992) e seg.
Indagine diagnostica
Diagnosi  UONPIA – IRCCS
Anche ADHD.
(riconosciuti)
Famiglia porta la
diagnosi  ASL
territoriale
Indagine diagnostica
Diagnosi  Enti accreditati,
Privati –UONPIA (ASL)
Certificazione di
DSA
Dalla DF al PdP
Dalla DF al PdF
al PEI
Osservazione – programmazione –
progettazione – azioni inclusive …
Collegio ASL per
accertamento
disabilità
Accertamento dello
stato di disabilità
Insegnante per le attività
di sostegno alla classe
scuola
referente integrazione UST -VA - L. Macchi
diagnosi
D.E.S. – Disturbi
Evolutivi Specifici
Segnalazione della
famiglia
Segnalazione dei
servizi sociali
famiglia
Osservazione del Consiglio
di classe e/o del team doc.
scuola
Il collegio docenti è bene
che fissi dei criteri per
l’individuazione dei
BES del “terzo tipo”
Il Consiglio di Classe – team docenti decide se
attivare un percorso personalizzato  PdP
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Certificazione di Disturbo Specifico di apprendimento (DSA): Nota regionale
Nota Regionale –
Dir. Gen. Sanità del 21.11.2012
 E’ introdotta una nuova modulistica
 Dispense,
strumenti e flessibilità
didattica sono solo suggeriti
 Si invita chiaramente ad indicare i
codici dell’ICD10
 Si pone una significativa attenzione
all’area emotivo-relazionale
19
USR Lombardia – Formazione BES
Documento
20
USR Lombardia – Formazione BES
Q.I.  70 – 85  borderline?
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l’insegnante per le attività di sostegno è assegnato alla classe
sapersi interfacciare …
osservare – ascoltare – condividere – leggere …
quando?
orientare
progettare  potenziare – abilitare – autonomia
programmazione: non solo disciplinare … interagire
con la programmazione di classe
chi lo fa?
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Conoscere ed osservare
Promuovere recupero mirato:
Personalizzare ed individualizzare;
Forme efficaci e flessibili di lavoro;
Strategie didattiche, metodologiche e
valutative adeguate;
Abilitare, compensare, dispensare …
Verifica – valutazione (standardizzata e/o
personalizzata?)
Indicazioni : significative, realistiche,
coerenti, fattibili e verificabili
Patto con la famiglia
Rete con …
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CHI?
insegnanti
referente BES d’Istituto
tutor
 genitori
E’ deliberato in Consiglio di classe – nel team
 specialisti
docenti
alunni
L’adozione delle misure è collegiale proprio per
evitare ogni forma di delega…
Firmato dal Dirigente scolastico, dai docenti e
dalla famiglia.
QUANDO?
Le Linee Guida 2011 :
…in tempi che non superino il primo trimestre…
ovviamente nei casi in cui si è già in possesso della
diagnosi
COSA?
Dati anagrafici
Tipologia del disturbo/bisogno
Attività didattiche personalizzate
Strumenti compensativi
Misure dispensative
Forme di verifica e valutazione personalizzate
Verifica – riprogettazione del PdP
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CHI?
Il GLI lo elabora e propone al C.D.
Unitario che lo delibera;
 si porta al C. di Istituto per acquisizione
ed inserimento nel POF
QUANDO?
Doveva essere già fatto?
Da fare e poi rivisitare ogni anno e rivedere …
COSA?
premessa;
 principi generali (pedagogia inclusiva …)
 fase di azione:
 creare – rinforzare la cultura dell’inclusione;
 analizzare – conoscere la situazione attuale dim inclusività;
 produrre un progetto di sviluppo dell’inclusività nella e della
scuola;
 realizzare le priorità;
 revisione: verificare, valutare, riprogettare ….
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La progettazione educativa
Riprogettazione
Controllo
Feed back
Progettazione
esperienza
Realizzazione
esperienza
30
1. Il primo modello si basa sull’esecuzione di un compito per giungere ad un prodotto
2. Il secondo modello, in antitesi al nozionismo, privilegia le procedure di pensiero
riflessivo, di scoperta per aiutare gli allievi ad acquisire un metodo di
apprendimento basato, attraverso l’esperienza, sulla “riscoperta” personale del
sapere. La ricerca ed il laboratorio, inteso non tanto come luogo fisico ma come
situazione, contesto, modalità di lavoro, sono le parole chiave di questo modello
3. Il terzo modello avvia gli alunni all’osservazione, alla formulazione di ipotesi, alla
sperimentazione ed alla verifica, con attenzione anche agli aspetti meta cognitivi del
proprio percorso. È un modello “ecologico” perché si sviluppa su un ambiente di
apprendimento in cui il docente si fa compagno di viaggio, mediatore “in punta di
piedi”, presenza discreta in quell’ambiente. Ogni alunno, teoricamente, ha a
disposizione tools in una “bottega” del sapere in cui realizzare il proprio
apprendimento.
Caratteristiche di un obiettivo
 Dato l’elenco delle province italiane …
 Performance - selezionare le province del Friuli
Venezia Giulia
 Condizioni - in 5 minuti
 Criterio - la prova è considerata positiva solo se
verranno individuate tutte le province.
Fasi dell’apprendimento: le competenze
PUNTO DI PARTENZA: I BISOGNI DEGLI ALUNNI
IL SAPERE DEGLI ALUNNI
LE ESPERIENZE PREGRESSE
Come rilevare i saperi pregressi in riferimento
alla competenza/ al concetto da sviluppare
Fase 2
MAPPA
Come rappresentare il percorso da fare per
raggiungere la competenza
Fase 3
SVILUPPO/ APPLICAZIONE
Quali esercizi, quali applicazioni anche
disciplinari
SVILUPPO/ APPLICAZIONE
Quali esercizi, quali applicazioni anche
disciplinari
…….
….
TRANSFERT
Come far evolvere / applico l’abilità in altri
contesti
Fase 7
RICOSTRUZIONE
Riflessione metacognitiva / ricostruzione
consapevole del percorso eseguito
Fase 8
GENERALIZZAZIONE
Che cosa gli alunni acquisiscono dall’esperienza
Fase 4
Fase ….
Fase 6
IL PROCESSO
Fase 1
PUNTO DI ARRIVO: LA COMPETENZA
Le competenze
 rapporto tra sapere e fare
 dimostrazione del possesso di capacità e conoscenze
 assunzione di comportamenti adeguati al contesto in cui si
opera
 responsabilità nei confronti del proprio operare e del
risultato
 padronanza dei saperi, delle tecniche e degli strumenti
la didattica delle competenze è:
→un insieme di strategie formative per sviluppare o rafforzare
le competenze
→mettendo gli studenti alla prova
La logica di fondo
Indicazioni Nazionali
Direttiva B.E.S.
Ripensare la scuola
Riorganizzare le risorse ( umane, materiali, professionali)
in un quadro coerente e sistematico secondo una logica
processuale focalizzata sul soggetto che apprende
Il curricolo
Articolazioni
 Finalità generali:
competenze chiave
europee
 Discipline
 Traguardi di sviluppo
delle competenze
 Obiettivi di
apprendimento
 valutazione
 Certificazione delle
competenze
 Problemi
 Conoscenza che cambia
 Conoscenza che proviene
dall’extrascuola
 Prescrittività dei traguardi
 Processi di apprendimento
cambiati
 Nuove tecnologie
 Famiglie diverse
Impianto pedagogico
•
•
•
•
•
•
Curricolo di scuola
Ambiente di apprendimento
Centralità della persona e gestione della classe
Didattica laboratoriale e operativa
Valore formativo delle discipline
Scuola accogliente e inclusiva che garantisce
l’acquisizione delle strumentalità di base e delle
competenze
Che cosa è prescrittivo perché fondativo
• La dimensione collegiale del lavoro
tra i docenti
• Il coordinamento didattico tra le
esperienze proposte
• L’accompagnamento pedagogico degli
alunni
• La dimensione inclusiva
4 direzioni cruciali nelle IN per il primo ciclo (Fiorin, 2013)
1. La prospettiva interdisciplinare
2. Le competenze trasversali
3. Il raccordo nei passaggi –ponte
4. La valutazione dei traguardi di
competenza
Sfide per il lavoro docente (Castoldi, 2013)
 Lavorare per situazioni –problema (ruolo del contesto
situazionale)
 Condividere progetti formativi con i propri allievi
 Adottare una pianificazione flessibile
 Praticare una valutazione PER l’apprendimento
 Aprire alla trasversalità disciplinare
 Convincere gli allievi a “cambiare mestiere” ( non fare
più gli alunni ma i ricercatori)
Essa include tutte le cose che un
insegnante deve fare per promuovere il
coinvolgimento e la cooperazione
dell’allievo nelle attività di classe e stabilire
un produttivo ambiente di lavoro.
insegnare non significa soltanto curricolo e
istruzione. E’ anche gestire la classe,
motivare gli studenti ad apprendere e
cercare di soddisfare i loro bisogni
individuali inclusi i bisogni degli studenti che
manifestano problemi cronici di personalità e
Comportamento
Luigi D’Alonzo
Attivi
Iconici
Analogici
simbolici
Tra le tante… la multimedialità
Un software preconfezionato… o uno su
misura? … e/o personalizzato?
E non solo…
Ma anche – il fare …
• STRATEGIE DI
APPRENDIMENTO
• NON SOLO FARE MA
SAPERE COME E COSA
STO FACENDO…
• APPRENDERE DAGLI ALTRI,
ATTRAVERSO GLI ALTRI, CON GLI
ALTRI…
• RELAZIONE E MOTIVAZIONE
• APPRENDIMENTO COLLABORATIVO
ED INTEGRAZIONE…
• L’INTEGRAZIONE E’ UN PROCESSO CHE
RIMANDA AD UN PROGETTO UNITARIO…
• PICCOLE TAPPE…
• SUCCESSO ED ERRORE
• TEMPO….
• UN PROCESSO MANTIENE UN FILO
CONDUTTORE, MA SI SVILUPPA NELLA
FLESSIBILITA’….
L'azione di un qualsiasi oggetto che si pone tra
l'individuo e l'ambiente circostante è “mediazione” e
l'oggetto che crea la mediazione prende il nome di
"mediatore".
Il mediatore altera le percezioni dell'individuo ed
influenza le sue risposte. Per tale ragione è in grado
di influenzare il processo di apprendimento
favorendolo o ostacolandolo
La stessa cultura di un individuo è un mediatore e fa
vedere secondo una particolare ottica gli stimoli
ricevuti. Persone con culture o credenze diverse
interpretano in modo diverso una stessa situazione.
I POSTULATI DELLA MODIFICABILITA’
“Gli esseri umani sono modificabili, sistemi aperti, soggetti ad essere
significativamente modificati dall’intervento ambientale…” e ancora:
“l’individuo che sto educando è modificabile… Per iniziare e persistere in
un intervento a lungo termine, nonostante gli insuccessi, è necessario che
la fiducia dell'educatore nella modificabilità umana sia forte e si riferisca a
quel bambino particolare, con il quale sta interagendo…”
”Io sono in grado di modificare l’individuo… si riferisce alla sensazione
dell’educatore di adeguatezza e competenza, come forze attive capaci di
produrre modificazioni nello studente con il quale sta lavorando…Qualsiasi
insegnante può incontrare un allievo per il quale deve chiedere aiuto… ma
se ciò accade spesso, particolarmente dopo aver ricevuto una formazione
specifica, l’insegnante può prendere seriamente in considerazione l’idea di
cambiare professione…”
”Io stesso sono una persona che può e - deve – essere modificata… il
pieno sviluppo professionale può essere ottenuto solo con un investimento
a lunga scadenza, dell’educatore, nella propria auto-modificabilità..”
 “La società – come l’opinione politica – è modificabile e deve essere
modificata… . Ogni educatore deve considerare la società come uno degli
obiettivi principali del suo intervento,… perché … la modificabilità
dell’individuo passa attraverso il “filtro” delle condizioni sociali…
La modificabilità della persona umana non si realizza chiaramente da sola: nell’approccio
a soggetti disabili vi può essere un’ottica di accettazione passiva, dove la diagnosi,
l’osservazione, la valutazione, tendono a determinare non solo la fotografia di un
momento, ma anche la proiezione di un futuro statico, dove alcuni “cieli” saranno
irraggiungibili o una visione di modificazione attiva dove la diagnosi, la valutazione, il
progetto sono in continua dinamica estensione. Nell’approccio di modificazione
attiva il contesto educativo volge verso il nuovo, il più complesso, il ventaglio
di opportunità aperto a 360 gradi, al fine di migliorare il livello di
funzionamento del soggetto: avere successo in situazioni nuove e più complesse
richiede maggior sforzo sia da parte dell’educatore, sia da parte dell’alunno, ma offrono
energia vera al senso di competenza e di autostima che diventano reali e non
artificiose. In un approccio di accettazione passiva, si tende ad operare in situazione
molto protetta e, a volte, isolata, con il rischio di raggiungere obiettivi languidi e obsoleti
La modificazione attiva è un percorso che si snodo attraverso un’esperienza, definita
dall’autore, esperienza di apprendimento mediatizzato (EAM), dove il mediatore che si
pone tra l’organismo (O. che elabora), lo stimolo (fase di input e funzioni cognitive di
input) e la risposta (fase di output e funzioni cognitive di output) è un uomo adulto
(genitore o educatore che sia); un adulto che media, offre strategie, ripercorre,
condivide, non crea dipendenza pur aiutando a superare la difficoltà.
Feuerstein focalizza anche i criteri di tale mediazione che di seguito elenco in modo sintetico, rimandando al
libro già citato per un maggior approfondimento:
intenzionalità e reciprocità – il mediatore mette in atto una serie di comportamenti con l’intenzione di
realizzare la mediazione e catturare l’attenzione del bambino;
trascendenza – l’obiettivo dell’interazione è trascendere l’esperienza immediata: non ci si ferma al qui ed
ora… si rimanda, si creano collegamenti, si aggiungono informazioni…
mediazione del significato – rendere consapevole il bambino del valore che oggetti, persone, fatti, relazioni
possono assumere…
mediazione del senso di competenza – non solo rinforzare il successo ma mettere a fuoco il modo con
cui e arrivato al successo, il processo mentale che ha dovuto compiere per arrivarci…
mediazione della regolazione e dl controllo del comportamento – azioni di mediazione atti a
controllare il comportamento e ridurre l’impulsività…
mediazione del comportamento di cooperazione – mediazione per passare dal solo proprio punto di
vista al punto di vista dell’altro ed alla necessità di cooperare per risolvere alcuni problemi e situazioni;
mediazione del senso di condivisione – condividere con gli altri le esperienze e generalizzarle, creando
un ambiente di apprendimento di gruppo…
mediazione dell’individualità e della differenziazione psicologica – la differenza individuale è
ricchezza per tutti e nel lavoro di gruppo…
mediazione del comportamento di ricerca, pianificazione e conseguimento di uno scopo – è la
mediazione che permette al bambino di individuare l’obiettivo e lo scopo del proprio operare, spesso al di fuori
del proprio campo visivo mentale e pertanto difficile da intravedere..
mediazione del comportamento di sfida a se stesso, ricerca della novità e della complessità – solo
un ambiente che offra stimoli nuovi, complessi, non familiari, crea situazione di rottura dove l’intelligenza si
mette in movimento per adattarsi ed in tal modo si modifica e si sviluppa…
mediazione della consapevolezza della modificabilità umana e del proprio cambiamento – si tratta
di trasmettere al bambino la sicurezza che egli è capace di modificarsi, di adattarsi, di riuscire e quindi di fare
continui progressi…
mediazione di alternative ottimiste – una visione positiva di fronte ad ogni problema, stimola la creatività
nella ricerca di strategie di risoluzione… il pessimismo incatena staticamente nello sconforto…
mediazione di appartenenza alla specie umana – sapere di appartenere alla propria storia ed alla
propria cultura…
mediazione della correzione delle funzioni cognitive – l’errore e l’insuccesso sono dovuti a
comportamenti sbagliati e non a mancanza di intelligenza : conoscere il processo del proprio errore diventa
indispensabile per comprendere il proprio funzionamento cognitivo, scoprendo i punti di forza e di debolezza…
I CRITERI DI
MEDIAZIONE
ATTIVA
conosciuto
INPUT
•PERCEZIONE
•ESPLORAZIONE
•LESSICO
•ORIENTAMENTO SPAZIALE
•SISTEMI DI RIEFRIMENTO
•CONCETTI TEMPORALI
•PERMANENZA DELLE
COSTANTI
•PRECISIONE E
ACCURATEZZA NELLA
RACCOLTA DATI
•CONSIDERARE DUE O PIU’
FONTI DI INFORMASZIONE
•PERCEPIRE IL PROBLEMA
•DISTINGUERE DATI
PERTINENTI ENON
•COMPARAZIONE
•CAMPO MENTALE
ALLARGATO
•COMPRENSIONE
CONTINUA DELLA REALTA’
•CONTROLLO ED EVIDENZA
LOGICA
•INTERIORIZZAZIONE
• PENSIERO INFERENZIALE
ED IPOTETICO
• VERIFICA DELLE IPOTESI
•PROBLEM SOLVING
•COMPORTAMENTO
SOMMATIVO
•STABILIRE RELAZIONI
•ELABORARE CATEGORIE
COGNITIVE.
ELABORAZION
E
OUTPUT
•COMUNICAZIONE
ETEROCENTRICA
•PROIEZIONE DI REALTA’
VIRTUALI
•PIANIFICAZIONE…
•STRUMENTI VERBALI
ADEGUATI
•PRECISIONE ED
ESATTEZZA
•CONTROLLO
DELL’IMPULSIVITA’ E
RIFLESSIONE
•TRASPOSIZIONE VISIVA…
• assicurare la partecipazione dei ragazzi;
• legare vita di scuola e vita di casa, cioè trasferire
curiosità ed abilità dall’una all’altra;
• promuovere gli scambi fra le diverse materie;
• non generare mai l’impressione che qualche
contenuto od intera materia, superi le facoltà, la
comprensione di chi apprende, ed ancora di più di chi
insegna;
• porgere tutto, almeno in linea di principio, in forma
sperimentale;
• formare menti in grado di apprendere anche da sole,
sempre
• Silvio Ceccato – 1971
Fra le parole terribili
dell’insegnamento tradizionale,
per la definizione che ne riceve, è
“punto”, quello s’intende di cui la
geometria si è appropriata…
• il nemico da sconfiggere era, ed è, la
sovrapposizione di un quadro definitorio che
sottrae la vita mentale ad ogni
sperimentazione, anzi arresta o, peggio, devia
la ricerca al proposito
• Silvio Ceccato – 1971
Senza non abbiamo vita mentale… :
Non solo presenzia … frammenta …
con unità che vanno dal decimo di
secondo al secondo e mezzo
Atto puro di attenzione e o
combinazioni di atti che tengono,
scartano, ripetono…
Gli eventi, i frammenti si mantengono
grazie alla memoria che tiene i vari pezzi e
permette la correlazione
La correlazione è propria del pensiero… LO
COSTITUISCE….
Operare costitutivo ed operare
costitutivo correlazionale
Descrivere i correlati ed i correlatori
… diventa un operare consecutivo
(rapporti fisici, estetici, sintattici …
etc …)
Tu cosa fai con la tua testa (mente) per giungere a dire così, a capire così, a
vedere così … correlare correlazioni… porre e tenere o lasciare … tenere nel
tempo (memoria) tenere o lasciare più cose … pensare
L’attenzione è il grande operatore della mente … per scoprirlo
basta rallentarsi la mente, ciò che fa la mente.
Mario prende una sberla da Carlo
MACCHIL2013
MACCHIL2013
Grotta di Altamira: lo
sciamano “dipinge”
15300 a.c.  iniziano “le tecnologie della mente”: l’immagine dall’indistinzione dell’”atto efficace” alla
distinzione degli oggetti implicati  evoca  comunica; diventa un segno in senso tecnico, distinto
ontologicamente … nel neolitico i simboli sono svuotati della somiglianza  disegni schematici (non
astratti), arbitrari  RIFUNZIONALIZZAZIONE : l’immagine non è abbandonata ma utilizzata in altro
modo …
MACCHIL2013
L’immagine ferma la realtà per fini visuopercettivi e
per evitare che ci sfugga  supporto la memoria
per avere quell’esperienza on demand e far fare ad
altri quell’esperienza: c’è un grosso lavorio cognitivo
che sgancia la tecnologia della mente dalla tecnologia
del corpo:
sfera sensomotoria (ambito di conoscenza naturale e
biologica) corpo  linguaggio (che è in simbiosi con
la percezione visiva). Il linguaggio (200.000 anni fa) è
anch’esso sensomotorio e richiede la condivisione
della situazione sensomotoria …
Prima esiste
l’immagine  da essa
nasce la funzione:
qualcuno vede in
modo diverso lo
stesso oggetto: questo
è il cuore di tutte le
innovazioni …
È il cubo di Necker!
Con l’immagine si rompe questa simmetria: anche se
l’immagine è una tecnologia sui generis, schematica e
priva di molti aspetti della sfera sensomotoria, essa è
sufficiente per una serie di scopi a supporto della
memoria.
Il linguaggio è un po’ al palo: rivalsa del linguaggio 
“Dio disse …” la parola crea … “non ti farai immagine
alcuna …”
MACCHIL2013
Bassa Mesopotamia: 3300 a.c. :
Un “ragioniere” ed i segni incisi …
Reinterpretazione del
segno impronta fino a
giungere al segno vero e
proprio … notazione del
numero: è la separazione
della quantità da quella del
tipo di merce. Il segno ora
sta per un oggetto mentale,
concettuale, astratto. Nasce
un primo sistema di segni,
una sintassi rudimentale …
MACCHIL2013
Qualcuno scopre che per dire 10
pecore posso usare due segni:
uno per 10 e uno per pecore …
Si arriva all’oggetto da ricordare
attraverso il nome dell’oggetto
stesso …
…non solo per “la faccia del
significato ma anche per quella
del significante il linguaggio
ed è ingenua l’idea dei
pittogrammi come segni
somiglianti alla realtà: questi
arrivano dopo
È un po’ l’idea del rebus …
La reinterpretazione delle icone è
sempre a posteriori …:
convenzione – sintassi e
grammatica …
MACCHIL2013
MACCHIL2013
“allora riprendi così: altro è adorare le pitture, altro è apprendere attraverso
la storia raccontata nelle pitture che cosa va adorato. Infatti,ciò che offre a
coloro che sanno leggere le scritture, lo offre agli ignoranti che guardano, la
pittura, poiché in essa leggono coloro che non conoscono le lettere; e dunque
soprattutto per le genti, per i popoli barbari, la pittura sostituisce la lettura”
Gregorio Magno al vescovo Sereno di Marsiglia (600 d.c.)
MACCHIL2013
MACCHIL2013
Genericità dell’immagine
mentale vs definitezza
dell’immagine percepita
Semplificazione del
lavoro cognitivo
necessario alla
ricostruzione
dell’immagine
mentale …
MACCHIL2013
Taddeo Gaddi . S. Croce - FirenzeMACCHIL2013
MACCHIL2013
10 mt
35 mt
Cattedrale di Otranto  1200 mq di pavimento  mosaico dell’albero della vita: non solo
immagine ma anche aspetto sensomotorioMACCHIL2013
Giulio Camillo 1600: tentativo più potente e avanzato mai compiuto di spostare
massicciamente l’operare cognitivo simbolico-ricostruttivo sul terreno sensomotorio
MACCHIL2013
Leonardo da Vinci
MACCHIL2013
Abside del coro della chiesa: Siena, Spedale di S.
Maria
MACCHIL2013
della Scala
Eadwerd Muybridge  fotografo 1886  l’origine del cinema …
MACCHIL2013
Una scuola che può fare a meno dell’esperienza
condivisa tra maestro e allievo, sostituendo il
maestro con un maestro “tecnologico”, il libro
 fatica del lavoro cognitivo simbolicoricostruttivo e difficoltà ad applicare le
conoscenze acquisite …
MACCHIL2013
MACCHIL2013
Operare su
disabilità fisiche
… protesi e
superamento di
barriere fisiche
Operare sul
mentale?
Ma conosciamo
il mentale o
usiamo
tautologie e
metafore ?
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Organo attentivo e categorie mentali  la terza cibernetica  S. Ceccato  1974
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Digitale naturale ? Vs digitale informatico ?
50.000.000 di anni di tecnologia del corpo: vedere col corpo … sensomotorio
200.000 anni di tecnologia del linguaggio …
15.000 anni di tecnologia dell’immagine …
5.000 anni di simboli … e scrittura poi …
600 anni di libro …
50 anni di pc …
Il tridimensionale nel multimediale ancora verso il senso-motorio …
Quanta tecnologia passata sotto il ponte … da dimenticare?
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Bibliografia:
•Parola e immagine – storia di due tecnologie - Francesco Antinucci – La
terza – 2011
•La terza cibernetica: Silvio Ceccato – Feltrinelli – 1974
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Slides corso BES 3 settembre 2015