Figli e genitori Liberamente ispirato a: i figli di Gibran Kahlil Gibran Foto Arturo I vostri genitori non sono i vostri genitori Sono i padri e le madri della fame che in se stessa ha la vita Essi non vengono per loro decisione, ma attraverso i loro padri e madri. E non vi appartengono benché viviate insieme Potete amarli ma non costringerli ai vostri pensieri, poiché hanno i loro pensieri. Potete custodire i loro corpi ma non le anime loro. Poiché abitano case del passato, che neppure in sogno potrete visitare. Cercherete di imitarli ma non potrete farli simili a voi. Poiché la vita procede e non s’attarda su ieri. I genitori sono gli archi, da cui voi, le loro frecce vive, siete scoccati lontano. L’arciere vede il bersaglio sul sentiero infinito, e con forza tende padri e madri affinché le sue frecce vadano rapide e lontane. In gioia siate tesi nelle mani dell’Arciere: poiché come ama l’immobilità dell’arco, così il volo della freccia. I vostri figli Non sono i vostri figli Sono i figli e le figlie della fame Che in sé stessa ha la vita. Essi non vengono da voi, ma attraverso di voi. E non vi appartengono Benché viviate insieme. Potete amarli, ma non costringerli ai vostri pensieri. Poiché essi hanno i loro pensieri. Potete custodire i loro corpi, Ma non le anime loro. Poiché abitano case future, Che neppure in sogno potrete visitare. Cercherete di imitarli ma non potrete farli simili a voi. Poiché la vita procede e non s’attarda su ieri. Voi siete gli archi da cui i figli, le vostre frecce vive, sono scoccati lontano. L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero infinito, e con forza vi tende, Affinché le sue frecce vadano rapide e lontane. In gioia siate tesi nelle mani dell’Arciere: Poiché, come ama il volo della freccia, così l’immobilità dell’arco. Gibran Kahlil Gibran foto Arturo Questo no Questo no Questo no strappava e buttava ogni pianta straniera il giardiniere che sapeva il giardino che voleva Ma guarda! Ma guarda! Ma guarda! raccoglieva e piantava ogni erba scartata uno che non sapeva ma un giardino cresceva. Giusi Quarenghi Il gelsomino bianco messo a dimora con tutte le cure è seccato vive invece in un vuoto del muro di pietre il seme portato dal vento randagio caparbio fratello capace di farsi bastare ogni niente Lo nutre il desiderio quello che gli manca. Giusi Quarenghi