La «speranza dell'immortalità»
(Sap 3,4):
la morale della sapienza biblica greca
ἡ ἐλπὶς αὐτῶν ἀθανασίας πλήρης
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Sapienza 11,2 – 19,22
la Sapienza misericordiosa
Sap 19,22, inclusione con Sap 10,15.20-21:
In tutti i modi, o Signore,
hai magnificato e reso glorioso il tuo popolo
e non l'hai trascurato
assistendolo in ogni tempo e in ogni luogo
Κατὰ πάντα γάρ, κύριε,
ἐμεγάλυνας τὸν λαόν σου καὶ ἐδόξασας
καὶ οὐχ ὑπερεῖδες
ἐν παντὶ καιρῷ καὶ τόπῳ παριστάμενος.
Oggi: L'uomo nel cosmo
Lezione 13:
Lo habitat dell'uomo – il cosmo
Lezione 14:
Il cosmo «attivo» –l’Esodo come paradigma
Lo habitat dell'uomo
Il cosmo nell'esordio (1,1–6,21)
«Lo Spirito del Signore riempie l'universo
e, tenendo unite tutte le cose, ne conosce la voce»
(Sap 1,7). È il primo testo fondamentale sul cosmo in Sap,
ma appare come un'affermazione nuova nella Scrittura.
Secondo la dottrina stoica, il principio primario della realtà
è il pneuma:
 esso anima l'universo
 e assicura la sua coesione ed armonia.
L'autore collega questo pneuma alla Sapienza fino ad
indentificarli l'uno con l'altra.
φιλάνθρωπον γὰρ πνεῦμα σοφία […] ὅτι πνεῦμα κυρίου
πεπλήρωκεν τὴν οἰκουμένην, καὶ τὸ συνέχον τὰ πάντα γνῶσιν
ἔχει φωνῆς.
Lo habitat dell'uomo
Il cosmo nell'esordio (1,1–6,21)
Più tardi 'uditorio è invitato a non rendersi colpevole,
meritando in tal caso la morte, poiché «Dio non ha fatto la
morte e non gode della perdita dei viventi» (Sap 1,13).
Viene allora la seconda affermazione sul cosmo:
«Dio ha creato tutto affinché tutto sussista; le creature del
mondo sono portatrici di salvezza; in esse non c'è nessun
veleno di morte e l'Ades non regna sulla terra» (Sap 1,14).
È possibile che Sap 1,7 illumini questo brano sulla bontà
del cosmo: lo Spirito del Signore lo anima, il Signore è
presente nel mondo da lui creato. E lo ha creato per la sua
sussistenza, non per morire o far morire.
Le due affermazioni sono la chiave:
il resto del libro ne spiegherà il funzionamento.
Lo habitat dell'uomo
Il cosmo nell'esordio (1,1–6,21)
La visione epicurea del mondo sostiene che il soffio e il
pensiero sono soltanto elementi materiali.
Questi si dissolvono alla morte dell'uomo nel cosmo e la
vita è soltanto una nube o un'ombra che passa. Alla morte
tutto si dissolve.
Nel frattempo è meglio approfittare della vita e goderne al
massimo, sbarazzandosi di chi rifiuta tale teoria sulla vita e
sulla morte (Sap 2,1-20).
La teoria porta ad una pratica radicalmente opposta al
messaggio biblico:
il cosmo sarebbe racchiuso in se stesso. Dio non si
intromette in esso e tutto si risolve all'interno del mondo,
anche il soffio e il pensiero dell'essere umano.
Lo habitat dell'uomo
Il cosmo nell'esordio (1,1–6,21)
La dottrina epicurea, nel clima culturale ed etico
dell'ellenismo dopo la delusione politica, seguita alla
caduta della democrazia ateniese, subordina tutta la
ricerca filosofica all'esigenza di garantire all'uomo la
tranquillità dello spirito.
Epicuro fonda il suo pensiero su tre principi:
il sensismo: il principio della sensazione come il criterio della verità e il
criterio del bene (il bene si identifica così con il piacere);
l'atomismo: la formazione e il mutamento delle cose -- l’unirsi e il
disunirsi degli atomi. La nascita delle sensazioni è l’azione di strati di
atomi, provenienti dalle cose, sugli atomi dell'anima;
il semi-ateismo: gli dèi esistono, ma non hanno alcuna parte nella
formazione e nel governo del mondo.
Lo habitat dell'uomo
Il cosmo nell'esordio (1,1–6,21)
La fine miserabile della teoria:
Gli empi scoprono nell’aldilà che la loro teoria è divenuta
una realtà orribile: essa ha fatto sì che la loro esistenza
non ha mai avuto consistenza (Sap 5,4-14).
Ora il Signore dirige contro gli empi un combattimento,
utilizzando il cosmo come arma:
«armerà la creazione per castigare i nemici» (Sap 5,17)
«e l’universo andrà al combattimento con lui contro gli
insensati» (Sap 5,20).
La battaglia userà i lampi e la grandine come le frecce e le
pietre, usate contro il nemico prima dell’assalto finale.
Infine il mare e i fiumi si scateneranno e il soffio
dell’Onnipotente disperderà gli avversari (Sap 5,21-23).
Lo habitat dell'uomo
Il cosmo nell’elogio (6,22–9,18)
Chiarimento del 1,7:
La Sapienza, come uno spirito di sottigliezza assoluta,
capace di penetrare ogni cosa per il bene, anche gli spiriti
più puri, opera secondo questa sua natura:
«attraversa e penetra tutto grazie alla sua purezza»
(Sap 7,24);
«benché unica, può tutto e senza uscire da se stessa,
rinnova ogni cosa»
(Sap 7,27);
«estende la sua forza da un estremo all’altro del mondo e
con bontà regge l’universo»
(Sap 8,1).
Lo habitat dell'uomo
Il cosmo nell’elogio (6,22–9,18)
Chiarimento del 1,7:
A differenza degli stoici (pneuma), l’origine della Sapienza
è situata in Dio:
«Essa è un soffio della potenza divina»
(Sap 7,25)
«uno specchio senza macchia dell’attività di Dio,
un’immagine della sua bontà»
(Sap 7,26).
Lo habitat dell'uomo
Il cosmo nell’elogio (6,22–9,18)
Chiarimento del 1,7:
L’attività della Sapienza è collegata all’attività del Dio
creatore dell’universo:
«la sua intimità con Dio illustra la sua nobile origine, poiché
il Padrone dell’universo l’ha amata;
di fatto essa è iniziata alla scienza di Dio, e con la sua
scelta, decide delle sue opere [...]
Cosa c’è di più ricco della Sapienza che adopera tutto? [...]
Chi più della Sapienza è artefice dell’universo?»
(Sap 8,3-6)
Lo habitat dell'uomo
Il cosmo nell’elogio (6,22–9,18)
Chiarimento del 1,7:
Il ruolo attivo che la Sapienza esercita nell’atto creatore
(artefice di tutte le cose - Sap 7,21), sta anche nel su
essere generatrice di ogni bene. In Sap 7,12, Salomone
confessa:
«Di tutto mi sono rallegrato,
perché ne è guida la sapienza,
ma ignoravo che essa è madre (γενεά) di tali cose»
εὐφράνθην δὲ ἐπὶ πᾶσιν
ὅτι αὐτῶν ἡγεῖται σοφία
ἠγνόουν δὲ αὐτὴν γενέτιν εἶναι τούτων
Lo habitat dell'uomo
Il cosmo nell’elogio (6,22–9,18)
Con la Sapienza il saggio conosce la realtà
La Sapienza, operatrice di ogni cosa, lo ha istruito e gli ha
fatto conoscere la struttura del mondo e le proprietà di suoi
elementi (Sap 7,17-21).
Tutti questi beni desiderabili sono venuti al saggio, come a
Salomone (cf. 1Re 3,10-14), per mezzo della Sapienza che
egli aveva desiderato più di tutto (Sap 7,7-12).
Così, preferire la Sapienza conduce a conoscere il cosmo,
dove essa opera dall’origine, e questa preferenza stessa
apporta inoltre il vero godimento dei beni di questo mondo.
Lo habitat dell’uomo
Il cosmo nell’elogio (6,22–9,18)
Con la Sapienza il saggio
realizza la sua vocazione nel mondo
La vocazione dell’uomo, ricevuta da Dio:
«per dominare sulle creature uscite dalle tue mani, per
governare il mondo con santità e giustizia ed esercitare il
dominio con un’anima retta» (Sap 9,2b-3) .
Siccome Dio aveva fatto l’universo con la sua Parola (Gen
1), e formato l’uomo con la sua Sapienza (Sap 9,1b-2a), vi
è un parallelismo tra Parola e Sapienza (Sap 9,1b), tramite
la menzione del ruolo della Sapienza nell’atto creatore.
Per esercitare il suo dominio sulle creature, fatte con la Sapienza,
l’uomo ha bisogno necessariamente del sostegno e della presenza
presso di lui della stessa Sapienza di Dio.
Lo habitat dell’uomo
Il cosmo nell’esodo (Sap 11 - 19)
La Sapienza guidò Mosè e il popolo nell’Esodo.
La meditazione midrashica degli episodi vissuti all’uscita
dall’Egitto o nel deserto del Sinai mette in rilievo il ruolo e la
funzione del cosmo secondo l’autore del Libro della
Sapienza.
Riducendo il numero delle piaghe d’Egitto a sette, l’autore
le paragona ad altrettanti benefici dati da Dio a Israele.
Questi paragoni o paralleli successivi sono organizzati in
funzione di uno stesso elemento del cosmo che diviene
così castigo per gli uni e beneficio per gli altri.
Lo habitat dell’uomo
Il cosmo nell’esodo (Sap 11 - 19)
La Sapienza guidò Mosè e il popolo nell’Esodo.
All’inizio di questa meditazione si vede l’acqua del Nilo
cambiata in sangue per gli egiziani, confrontata con l’acqua
che Mosè fece sgorgare dalla roccia per spegnere la sete
d’Israele nel deserto (Sap 11,5-14).
Questo avvicinamento dei due episodi veniva suggerito da
Es 17,5, dove si diceva che con lo stesso bastone Mosè
aveva colpito il Nilo e la roccia.
Egualmente, al termine dell’uscita dall’Egitto, l’acqua del
mare si aprì per liberare Israele e si richiuse per annegare
Faraone e la sua armata.
L’importanza e il ruolo del cosmo negli avvenimenti
dell’Esodo sono determinanti.
Lo habitat dell’uomo
Il cosmo nell’esodo (Sap 11 - 19)
La Sapienza guidò Mosè e il popolo nell’Esodo.
La seconda piaga: gli animali
La piaga con gli animali per gli egiziani suggerisce due
domande alle quali l’autore risponderà subito:
- perché questi animali ridicoli?
- perché punire con degli animali?
Lo habitat dell’uomo
Il cosmo nell’esodo (Sap 11 - 19)
La Sapienza guidò Mosè e il popolo nell’Esodo.


l’idolatria, sviluppandosi nel culto dei principi, conduce
normalmente all’immoralità, della quale i miti dionisiaci
danno testimonianza (una perversione totale agli
antipodi dei precetti del decalogo).
Il culto della natura divulgato dai filosofi, specialmente gli
stoici, non sfugge neanche esso al rimprovero, anche se
appaia meno severo (Sap 13,1-9).
Lo habitat dell’uomo
Il cosmo nell’esodo (Sap 11 - 19)
La Sapienza guidò Mosè e il popolo nell’Esodo.
Partendo dalle cose visibili si può affermare l’esistenza
della divinità. Come per una casa della quale si dice che un
architetto l’ha fatta, la vista del cosmo porta a postulare
colui che ne è l’artefice.
L’argomento risale al giovane Aristotele nei suoi dialoghi,
oggi quasi interamente perduti. Quando si tratta di
determinare la natura della divinità, i filosofi (in particolare
gli stoici), cadono nel panteismo: considerano come dei gli
elementi fondamentali del cosmo.
Avrebbero dovuto invece utilizzare qui l’analogia di
proporzionalità che loro conoscevano: avrebbero così
scoperto che la divinità artefice dell’universo gli è
infinitamente superiore.
Lo habitat dell’uomo
Il cosmo nell’esodo (Sap 11 - 19)
La Sapienza guidò Mosè e il popolo nell’Esodo.
L’autore conclude: «la creazione sottomessa a te, suo
creatore, si impegna a fondo per castigare i cattivi e si
addolcisce in favore di coloro che si affidano a te»
(Sap 16,24).
Parlando della manna, dice invece: «la creazione, con una
trasformazione totale, si faceva l’ancella della tua liberalità,
nutrice universale, e si conformava al desiderio di coloro
che erano nel bisogno»
(Sap 16, 25).
Lo habitat dell’uomo
Il cosmo nell’esodo (Sap 11 - 19)
La Sapienza guidò Mosè e il popolo nell’Esodo.
Dopo la piaga delle tenebre, la morte dei primogeniti degli
egiziani e gli avvenimenti finali presso il Mar Rosso, con il
passaggio all’asciutto degli Ebrei, il testo conclude:
«per preservare i tuoi figli da ogni male, la creazione fu di
nuovo ricostituita nella sua natura» (Sap 19,6),
il mare lasciava di nuovo posto alla terra ferma.
In Sap 19,18-21, l’autore insiste ancora su queste
trasformazioni del cosmo a favore dei giusti. Gli episodi
dell’Esodo possono giustificare, come esperienza passata
nella storia santa, l’affermazione del cap. 5: il cosmo
combatte con Dio contro i nemici del suo popolo: lo ha già
fatto, dunque lo farà ancora…
Lo habitat dell’uomo
Il cosmo nell’esodo (Sap 11 - 19)
La Sapienza guidò Mosè e il popolo nell’Esodo.
La manna, il cibo dal cielo, è centrale nell’analisi che
l’autore fa dell’Esodo (Sap 16) e si ritrova al penultimo
versetto del libro in 19,20.
Esso assicura la vita senza fine del giusto con Dio, di cui
parlava l’esordio del libro.
L’ultimo versetto (19,22) sottolinea che il Signore agisce
così a favore del suo popolo in ogni modo, in ogni tempo e
in ogni luogo, cioè non soltanto ieri, al tempo dell’Esodo ma
ancora oggi, al tempo del lettore, e domani al momento
della «visita» ultima.
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presentazione in classe