Un percorso tra scienza storie e
leggende del bosco
Realizzato dalla classe I C
Scuola secondaria di primo grado “Falcone-Borsellino”
A.s. 2009\2010
Coordinatori: Proff.sse Carravieri Daniela e Gugliotta Gabriella
QUERCIA
AGRIFOGLIO
RONDINE
TIGLIO
VISCHIO
LE STORIE E LE POESIE
PLATANO
ABETE BIANCO
LE USCITE
ROBINIA
ORSO BRUNO
STELLA DI NATALE
RICCIO
PUNGITOPO
LUCERTOLA
Aspetto
Albero maestoso che può raggiungere 30 m di
altezza. Chioma a cupola ampia e globosa.
Tronco possente con corteccia grigio bruna,
corrugata negli alberi più vecchi.
Foglie
Sono caduche, lunghe12-22 cm di colore verde
opaco, in autunno rosso-dorate. Hanno piccioli
corti e robusti, sono di forma ellittica con margine
lobato con lobi acuti ed appuntiti.
Frutti Fiori Semi
Fiori unisessuali non vistosi. I maschili sono
riuniti in infiorescenze, i femminili sono piccoli
globuli di colore verde solitari o in coppia. I
frutti sono delle ghiande cilindriche di 2-3 cm
contenuti in cupole poco profonde.
Notizie-Curiosità
La quercia è un albero molto longevo simbolo di forza e di saggezza. Da molti popoli antichi era
considerata sacra e molti miti e leggende hanno al centro l’albero della quercia.
La più grande che esiste in Italia si trova a Vico Garganico. La sua chioma ha un’altezza di 60 m
mentre la circonferenza del fusto è di 5 m. In Francia si trova una quercia con una circonferenza del
fusto di 15 m e al suo interno sono state ricavate due cappelle sovrapposte.
Il suo legno è usato dai tempi antichi per costruire case, granai, ecc. La parte interna, il cuore di
quercia, è molto resistente. La corteccia veniva usata per rimedi medici. Le ghiande, ottimo cibo per
animali, hanno nutrito anche gli uomini durante le carestie. Nella preistoria era un alimento importante e
se ne sono trovate nei giacimenti neolitici. La farina di ghiande è servita come succedaneo del caffè.
Aspetto
Albero elegante con la chioma tondeggiante, la
corteccia bruna, spesso fessurata nel senso
longitudinale
Foglie
Caduche, cuoriformi, a margine dentato
Fiori Frutti Semi
Fiori ermafroditi piccoli, semplici, profumati, portati da
un peduncolo, presenti in giugno.I frutti sono noci che
compaiono in settembre.
Notizie-Curiosità
I frutti del tiglio hanno proprietà calmanti, ad esempio se ne fanno cuscini riempiti con foglie e
fiori. Dal legno di tiglio si ricavano bobine, zoccoli, tacchi da scarpa, tasti per il pianoforte,
matite e fiammiferi. È anche usato per sculture. Il carbone di tiglio è adatto ad usi terapeutici,
alla fabbricazione della cipria e del carboncino da disegno. Fiori, brattee, corteccia e foglie
fresche sono efficaci nei casi di ipertensione, di raffreddamento, di indigestione e di
emicrania. L’infuso dei fiori di tiglio può essere considerato l’antenato del balsamo dei capelli,
infatti usato nel risciacquo li rende lucidi e facili da pettinare.
Aspetto
Albero maestoso e caratterizzato da
una corteccia chiazzata con grosse
placche che si sfaldano e danno al
tronco l’aspetto maculato.
Foglie
Palmate, alternate e caduche;
hanno un lungo picciolo e
nervature evidenti. D’inverno
rimangono a lungo secche sui
rami.
Fiori Frutti Semi
Le infiorescenze maschili sono sferette
verdastre, quelli femminili sono capolini
rossi entrambi costituiti da fiori senza
petali. I frutti sono degli acheni, riuniti in
strutture sferiche peduncolate a gruppi
di 2 o 3.
Notizie-Curiosità
Il legno del platano è compatto, di colore ocra
rossastro con venature regolari. Osservato
attraverso una lente di ingrandimento mostra una
specie di reticolo per cui viene definito legno di
trina. È adatto per fabbricare mobili, calci di fucile,
strumenti di precisione, giocattoli, utensili da
cucina. Gli orientali lo usano in falegnameria,
ebanisteria, carpenteria. Il platano è apprezzato
nella farmaceutica antica e moderna.
Aspetto
Albero dal portamento eretto, chioma aperta, irregolare,
con rade ramificazioni. La corteccia è rugosa,
screpolata, bruna o grigia. I rami sono spinosi.
Foglie
Le foglie sono composte-imparipennate, con molte
foglioline ovali a margine intero, di un verde
chiaro,che d’autunno diventano gialle.
Fiori Frutti Semi
I fiori bianchi, profumati, dolciastri, sono riuniti in
grappoli. Il frutto è un legume lungo fino a 8-9 cm
appiattito, bruno scuro. Essi pendono dall’albero tutto
l’inverno. I semi sono neri.
Notizie-Curiosità
Il legno di robinia è duro e compatto e si
usa per pali, costruzioni, strumenti
agricoli. Dalla sua corteccia si ricavano
fibre tessili. Tutte le parti della robinia
sono tossiche per l’uomo a parte i fiori. La
robinia pseudacacia è una pianta
mellifera e le api succhiano il suo nettare
profumato ricavandone un miele liquido.
Con i fiori si possono curare i mal di testa,
le intossicazioni,ecc.
Aspetto
È una pianta ornamentale che allo stato selvatico può
raggiungere un’altezza fra i 2 e i 4 m .
Fiori
Foglie
Sono piccoli di colore giallo.
Le foglie di forma ovale, in
particolari periodi dell’anno
assumono un’intensa colorazione
rossa, rosa o bianca, sono dette
brattee
Notizie-Curiosità
Originaria del Messico è nota con il nome di poinsettia, dal nome dell’ambasciatore degli stati uniti J. R.
Poinsett che portò questa pianta dal Messico nel suo paese nel 1825. In Francia il suo nome è “Etoile
d’amour”, e si usa regalarla per la festa della mamma. All’interno del suo tronco e dei suoi rami vi è una
sostanza lattiginosa leggermente irritante per la pelle, tossica per cani e gatti.
Aspetto
È un arbusto spinoso alto fino a 1 m. Dal fusto
principale si formano dei fusti secondari, appiattiti con
punta spinosa detti “ cladodi “ che svolgono la
fotosintesi.
Foglie
Piccole squame che avvolgono la parte sotterranea
del fusto.
Fiori- Frutti- Semi
Il pungitopo è una pianta dioica. I fiori femminili sono
privi di picciolo di colore giallo chiaro. I fiori maschili
sono provvisti di picciolo con 6 stami. Il frutto è una
bacca di colore rosso vivo che contiene 1-2 semi.
Notizie-curiosità
Il pungitopo è una pianta sempreverde tipica del bacino Mediterraneo dove forma il caratteristico
sottobosco nei boschi di lecci. Viene coltivato come pianta ornamentale e utilizzata come decorazione
durante le feste natalizie. I suoi germogli raccolti tra marzo e aprile si utilizzano in cucina. Il pungitopo è
apprezzato in farmacia per le sue proprietà astringenti e diuretiche.
Aspetto
È un albero o un arbusto che raggiunge i 10, 20 m di
altezza. Ha una chioma piramidale , la corteccia è
liscia, grigia e i rami sono verdastri.
Foglie
Sono persistenti, dure, con un picciolo corto, di forme ovale e
bordi spinosi. In genere sono di colore verde scuro e lucido.
Fiori Frutti
I fiori bianchi e odorosi sono riuniti in
mazzetti che sbocciano verso la fine
dell’estate. I frutti si trovano solo sulla
pianta femminile e sono delle drupe
globose di colore rosso vivo o giallo,
contenenti 2-4 semi.
Notizie- Curiosità
È una pianta spontanea in quasi tutta l’Europa. Ne esistono
400 specie circa . Le sue drupe sono molto appetitose per gli
uccelli.
Il legno è usato per lavori delicati e fini di artigianato.
L’agrifoglio era ritenuta una pianta magica ancora prima del
Natale cristiano. Per i cristiani le foglie ricordano la corona di
spine di Gesù, i frutti il sangue e i fiori bianchi la purezza della
Madonna.
Aspetto
Pianta sempreverde, parassita, è un piccolo arbusto di forma
densa e cespugliosa.
Foglie
Sono di forma oblunga, coriacee, con una
larghezza di 2 cm circa, di colore verde intenso.
Fiori Frutti
I fiori sono di colore giallo. I frutti sono delle
bacche sferiche, bianche o giallastre traslucide,
con l’interno gelatinoso.
Notizie – Curiosità
Il vischio cresce da parassita su alberi come querce,
pioppi, tigli, ecc. I druidi, antichi sacerdoti Celti,
consideravano il vischio “la pianta che guarisce tutto“,
simbolo di immortalità, di pace e auspicio di salute e
benessere. Si usa in farmacia per vari scopi.
Nella notte di San Silvestro è tradizione scambiarsi
saluti, baci e auguri sotto un ramo di vischio appeso alla
porta di casa come buon augurio.
Aspetto
Albero sempreverde, monoico con fiori maschili e
femminili separati ma sulla stessa pianta.
Raggiunge un’altezza di circa 50 m con un fusto
diritto che può raggiungere un diametro di 3 m. La
chioma di colore verde- blu cupo, ha forma
piramidale nelle piante giovani, mentre negli adulti
la cima si appiattisce e viene detta a “nido di
cicogna”. La corteccia ha un colore grigio argentobianco nelle piante giovani, nera, rugosa e
screpolata nelle piante adulte.
Foglie
Le foglie vivono 8-10 anni, sono aghi appiattiti
rigidi e inseriti sui rami con disposizione a
pettine. Gli aghi sono lunghi 1,5-3 cm con
punta arrotondata e margini lisci.
Fiori frutti semi
Sull’abete bianco non ci sono veri fiori ma sporofilli.
Gli sporofilli maschili producono il polline. Gli
sporofillli femminili producono gli ovuli e sono riuniti in
coni dette pigne. Le pigne sono di forma cilindrica
formate da squame all’interno delle quali si trovano i
semi. Le pigne si trovano nella parte superiore della
chioma rivolte verso l’alto.
Notizie curiosità
Vive in zone montane tra i 400 m e 2100 m. In Italia è
presente sulle Alpi e sugli Appennini.
Il legno dell’abete bianco è leggero, tenero, di colore
bianco con nervature rosse. È ampiamente impiegato
dalle industrie cartiere e nelle falegnamerie. Il legno non
contiene resina e ciò lo rende vulnerabile ai tarli.
Le gemme contengono sostanze balsamiche utilizzate in
farmacia e l’olio ricavato da esse è usato per profumare i
prodotti da bagno e per massaggi.
Dal legno e dalle foglie si ricava la trementina utilizzata in
medicina e veterinaria.
In passato la pianta venne utilizzata, per la notevole
altezza, come albero di maestra, per le navi. Oggi gli
esemplari più giovani sono utilizzati come alberi di Natale.
I monaci di Camaldoli ( Toscana ) producono un liquore
con estratti della pianta chiamato “ Lacrime d’abete “.
Aspetto
L’orso bruno è un mammifero carnivoro della famiglia
degli Ursidi.
L’orso bruno è lungo tra gli 1,7 ed i 2,8 m ed è alto alla
spalla tra i 90 ed i 150 cm. La coda è lunga 10-12 cm.
I maschi sono in genere più grandi delle femmine. Il
loro mantello è folto di colore biondo, bruno, nero o
formato da un misto di questi colori.
Sono plantigradi ( appoggiano la pianta del piede ) e
possono stare ritti sulle zampe posteriori. Gli orsi bruni
hanno una grossa gobba muscolosa sulle spalle che li
distingue dalle altre specie.
Le zampe anteriori hanno degli artigli lunghi fino a 15
cm. La testa è larga ed arrotondata.
Habitat
L’orso bruno vive solitamente nelle aree montuose. Sono presenti in Europa, in Asia e in Nord
America. In Italia sono presenti due sottospecie: l’orso bruno europeo e l’orso marsicano.
Abitudini
L’orso bruno è onnivoro, mangia bacche, radici, germogli, funghi,
pesci, insetti e piccoli animali, ha però sempre canini robusti tipici dei
carnivori.
In inverno vanno in letargo e per tale motivo durante l’estate
accumulano un notevole strato di grasso ( fino a 180 kg ).
La stagione degli amori va da giugno a luglio e durante questo periodo
gli orsi rimangono sempre con lo stesso partner. La gravidanza dura 8
settimane e il parto avviene durante il letargo invernale. Una cucciolata
va da 1 a 4 cuccioli. Alla nascita i cuccioli sono ciechi, privi di denti e
glabri ( privi di pelo ) e pesano 400- 500g. Si nutrono del latte materno
fino all’inizio dell’estate, dopodiché iniziano a seguire la madre e a
nutrirsi di cibo solido. I cuccioli rimangono con la madre tra i 2 e i 4
anni durante i quali imparano a cacciare, pescare, a difendersi e dove
andare in letargo.
Curiosità
-l’orso bruno può correre ad una velocità di
50 km \ h
- tra la nascita e l’età adulta cresce in peso
di ben 600 volte
- quando va in letargo più del 50% del suo
peso è costituito da grasso
- in natura vive fino a 15 anni, in cattività
raggiunge i 40 anni
- è attivo soprattutto di notte, anche per
evitare di incontrare l’uomo, il suo peggiore
nemico.
Aspetto
Il riccio è un mammifero, misura 25/30 cm di lunghezza e pesa circa un kg. Ha un piccola coda che
misura circa 2 cm di lunghezza. Il riccio presenta un cranio allungato, la faccia è larga con un muso
piccolo e appuntito. Gli occhi sono piccoli e scuri, le orecchie sono larghe, corte ed arrotondate. Il
corpo è tozzo ed ha la forma di pera, le zampe sono corte, i piedi sono invece di forma allungata con
5 dita provviste di unghie appuntite. Le aree di pelle nuda, come le orecchie, le zampe ecc sono di
colore nero, il pelo ispido è di colore grigiastro mentre sulla fronte, sui fianchi e sul dorso il pelo è
sostituito da aculei lunghi circa 2 cm, di colore nero striato di bianco, appuntiti che sono in grado di
rizzarsi. Ciascun esemplare possiede fino a 6000 aculei.
Habitat
Il riccio vive nelle macchie e nei
boschi ma si può trovare anche
in campi, praterie e giardini. La
specie è diffusa in gran parte
dell’Europa e dell’Italia.
Abitudini
Il riccio, di indole poco socievole, ha abitudini crepuscolari e notturne, durante il giorno si
nasconde nella propria tana di paglia e foglie situata nella cavità di tronchi, sotto le rocce o
nei cespugli. Procede sul terreno lentamente, esplorando e fiutando qualsiasi oggetto che
incontra nutrendosi di molluschi, insetti, lombrichi, ranocchie, lucertole, piccoli mammiferi e
anche frutti. La femmina partorisce tra aprile e settembre 4 o 5 piccoli che nascono con la
pelle chiara e delle macchioline in corrispondenza dei quali cresceranno gli aculei. I piccoli
vivono con la madre circa 6 settimane. In natura il riccio ha una vita media di circa 5 anni.
Curiosità
Il riccio ha caratteristiche morfologiche arcaiche che lo
accomunano ai primi mammiferi comparsi sulla Terra. Nel
corso dei millenni ha evoluto solo il rivestimento di aculei.
Il riccio ha un udito e un olfatto finissimi che gli permettono
di “sentire” addirittura gli insetti sotto terra.
Caratteristico è il modo in cui si difende: al minimo rumore
sospetto l’animale fa un salto sulle 4 zampe per colpire con
gli aculei qualsiasi cosa si trovi vicino. Dopodiché si
appallottola stretto, trasformandosi in una sfera spinosa
difficilmente attaccabile; adotta la stessa tattica anche
quando gli succede di cadere o scivolare evitando in tal
modo di ferirsi.
Il riccio è in grado di correre velocemente ed è un ottimo
nuotatore nonostante appaia piuttosto goffo.
Nei paesi freddi, durante l’inverno va in letargo dopo aver
preparato un giaciglio di muschio e foglie secche.
In molte regioni è detto anche porcospino e viene
apprezzato per la sua carne. Nell’antica Roma veniva
allevato come carne da macello. Oggi è vietato sia
l’allevamento che la caccia. I contadini talvolta lo usano per
liberare orti e giardini dagli insetti infestanti e dagli animali
parassiti come cavallette e topi.
Un tempo il suo manto di aculei era usato per cardare la
lana.
Aspetto
La lucertola è un rettile appartenente al gruppo dei sauri ( rettili con zampe ).
Di piccole dimensioni e di forma appiattita, la lunghezza può arrivare fino a
20/22 cm. La coda è lunga circa il doppio del corpo. Le zampe articolate ed
estremamente mobili, terminano con le dita fornite di unghie. La testa è
distinta dal corpo ed è protetta da una serie di scaglie ben disegnate e
robuste. Il colore del dorso è molto variabile dal grigio al marrone con, alcune
volte, delle sfumature verdi. I maschi si distinguono per le maggiori dimensioni
e i colori più vivaci.
Habitat
La lucertola muraiola si trova in Europa e in
Africa, vive ai margini dei boschi, pietraie, prati
soleggiati e siepi, in montagna può arrivare oltre i
1200 m di altitudine. Di solito vive in cavità dei
muri o in buche del terreno da cui non si allontana
mai.
Abitudini
La lucertola trascorre molto tempo a scaldarsi al
sole per regolare la temperatura corporea
essendo un animale a sangue freddo. Quando
giunge l’inverno, la lucertola cerca un luogo ben
riparato dove trascorrere la stagione ostile. Al
risveglio primaverile i suoi movimenti sono goffi
e lenti.
La lucertola si nutre di piccoli insetti, ma non
disdegna piccoli invertebrati e aracnidi.
Il periodo riproduttivo corrisponde alla primavera.
La femmina depone le uova in buche diverse e il
calore del sole consentirà a queste ultime di
giungere a maturazione e schiudersi dopo 2 o 3
mesi. I piccoli subito indipendenti raggiungono la
maturità dopo circa 2 anni.
Curiosità
La lucertola muraiola è in grado in caso di
pericolo, di praticare l’autotomia della coda, ovvero
è in grado di amputarsi spontaneamente la coda.
In questo modo a volte riesce a sfuggire ai
predatori. La parte di coda persa viene poi
rigenerata in un tempo relativamente breve, ma
risulta di dimensioni minori e di colorito
leggermente differente, a volte ne ricrescono 2.
Aspetto
La rondine comune è un piccolo uccello migratore dell’ordine dei passeri.
Estremamente agile lungo circa 18-20 cm con una apertura alare di 30-35 cm dal
peso di 16-24 grammi. Ha una lunga coda dalla tipica forma biforcuta, ali curve che
finisco a punta e un piccolo becco diritto di color grigio scuro. Il piumaggio nella parte
dorsale è nero con riflessi blu, nella parte ventrale è chiaro con un caratteristico
sottogola di colore rosso marrone.
Habitat
La rondine è presente in Europa, in Asia, in Africa
e nelle Americhe.
La rondine vive in zone agricole caratterizzate
dalla presenza di siepi, pascoli, canali, prati e
zone umide. Esse nidificano nei tetti di cascine e
stalle o fienili e talvolta anche nei tetti delle case
dei centri storici.
Abitudini
Le rondini sono uccelli insettivori, si nutrono
soprattutto di mosche e zanzare e vivono da
sempre in “simbiosi” con l’uomo.
Sono uccelli gregari, che amano vivere in gruppo.
La rondine nidifica in genere 2 volte l’anno,ogni
volta deponendo 4-5 uova, che vengono covate
dalla femmina per 16 giorni.
Quando giunge il periodo riproduttivo le rondini si
uniscono in coppie per nidificare. Entrambi i
genitori infatti costruiscono il nido e nutrono i
pulcini.
La rondine costruisce un accurato nido concavo,
fatto di fango trasportato dal becco. La parte
interna del nido è composta di erba, piuma ed altri
materiali morbidi.
Curiosità
L’arrivo delle rondini in Europa coincide, da sempre, con l’arrivo della
primavera.
Il nido viene costruito dalla coppia dopo otto giorni di intensivo lavoro ed è
usato ogni anno per un decennio e più dalla medesima coppia.
I pulcini di rondine alla nascita sono ricoperti da un piumino grigio, lungo e
rado e hanno una coda giallo limone. Nelle loro prime 3 settimane di vita, i
genitori vanno e vengono continuamente dal nido, portando insetti e
imbeccando i pulcini, senza mai riposarsi. Dopo questo periodo i piccoli
cominciano a lasciare il nido e si involano ma i genitori continuano ad
occuparsi di loro ancora per qualche settimana in modo tale che quando
giunge l’autunno questi siano pronti a migrare verso sud insieme al gruppo.
Verso la fine di agosto le rondini iniziano il loro viaggio di ritorno dall’Africa.
Prima della partenza e durante il viaggio si radunano in grandi stormi che si
fermano a riposare nei canneti oppure sui fili elettrici.
Il verso tipico della rondine è un gioioso “vit-vit”.
La rondine possiede un caratteristico becco appuntito, sottile e corto che,
se tenuto spalancato, le permette di catturare in volo piccoli insetti.
Purtroppo negli ultimi anni si è avuta una forte riduzione del numero delle
rondini a causa della riduzione delle zone agricole e umide e all’uso
incontrollato degli antiparassitari da parte dell’uomo.
La
astagna torna ogni
nno
empre ogni anno
olto il riccio è
ncor più buona
nelle
se
iornate piovose
e mangiano in quantità
h! la castagna!
NDIAMO NEI BOSCHI
N ORSO VA IN LETARGO
ANTI ALBERI SENZA FOGLIE
VA BUONA DA MANGIARE
ON C’E’ PIU’ LUCE FINO A SERA
OI COMINCIAMO AD AVERE FREDDO
RMAI E’ ARRIVATO L’AUTUNNO
rati verdi
Ondini che volano nel
C
elo
olti
Nimali escono dal letargo
Enticelli caldi SOFFIANO
Icrescono le foglie degli
lberi
Zeus voleva vedere quanto gli uomini erano gentili. Allora prese Ermes con sé e si trasformarono
in due mendicanti, scesero sulla terra e bussarono alle porte del villaggio ma nessuno li accolse;
delusi continuarono a camminare e trovarono una casettina malandata di due coniugi molto
anziani che li ospitarono molto volentieri. I due sposi di nome Filemone e Bauci offrirono loro da
mangiare, e si accorsero che ogni volta che versavano il vino l’anfora si riempiva da sola. Stupiti
della cosa i due coniugi vollero sapere chi fossero quei due ospiti e loro glielo dissero. Più tardi li
portarono su un monte e Zeus chiese ai coniugi i loro desideri; essi chiesero di poter morire
insieme. Il Dio li accontentò e qualche anno dopo,alla loro morte, si trasformarono in due querce
ai lati del tempio dedicato a Zeus.
A
atale non tutti sono felici
lcuni bambini non lo sono, poverini
“
anto – dice qualcuno – festeggio lo stesso, cosa mi interessa?”
me invece, quanto dispiace!
I
a qu
giorno di Natale chiederò a Babbo Natale di portare
i bambini il mio pensiero
L’uccellino felice
raccontava
all’abete infelice
i suoi viaggi
mentre l’abete sognava
-Anch’io vorrei –
diceva l’abete
-girare il mondo
in un secondoAccadde un giorno che
venne tagliato
venne messo a stare in soggiorno
adornato e decorato
Piacque ai bambini
ma durò poco:
gli rubarono i dolci e i campanellini
così in poco tempo
finì a marcire in soffitta
mentre rimpiangeva
pioggia, sole
montagne e foresta
finché ne non ne rimase
solo la polvere.
Giorgia G.
Una gingko di nome Ross aveva un problema: puzzava tantissimo! Quindi quando le
scuole andavano a visitare il giardino, le stavano lontano. A lei questo non piaceva. Un
giorno seppe di alcune ninfe che vivevano nel giardino e cercò subito di farsi notare,
ma le ninfe la evitarono per il suo odore. Non sapendo più cosa fare per non puzzare
più iniziò a piangere; pianse così tanto che le radici si restrinsero e Ross si accorse di
potersi muovere, ma si scontrò con un altro albero che era di fianco a lei. Quest’albero
non aveva nome e non aveva nessuna caratteristica, a parte essere molto alto. Chiese
a Ross cosa l’aveva resa così triste, lei gli spiegò il suo problema proprio quando
passava una ninfa che commovendosi decise di togliere alla pianta i suoi frutti e di
nasconderli nel lago dove persero l’odore :” Ogni volta che i tuoi frutti ricresceranno si
tufferanno nel lago” disse la ninfa. Intanto l’albero che aveva ascoltato la gingko
chiese alla ninfa un nome per sé, perché lui non lo aveva, e questa disse: “Visto che ti
ho trovato vicino a Ross ti chiamerò Biloba, sarete una pianta maschio e una femmina
e formerete un’unica specie chiamata Gingko Biloba”. I due alberi, felicissimi, si
immobilizzarono per sempre.
Giorgia G.
C’era una volta un riccio molto violento che picchiava
tutti, anche per delle cose da nulla. Ad esempio: un giorno
la lepre gli chiese delle indicazioni per la tana della talpa, e
la lepre ci cascò. Essa si chiese il perché e il riccio le disse
che era per farle un dispetto. Un giorno però tra gli
animali del bosco ci fu una rivolta: tutti erano contro il
riccio. Questi dovette scappare e nascondersi. Per
mimetizzarsi nel suo nascondiglio, che era un cespuglio di
rose, gli spuntarono gli aculei. Il riccio è ancora lì, dietro
quel cespuglio.
Marco L.
Un animale tutto rosa
perché era timido in giro vien preso
e un giorno solo per un caso
non venne colpito.
Allora Dio un regalo gli fa :
gli aculei estrae quando qualcuno a picchiarlo sta.
Ma stanco di tirarli spesso dentro e fuori
perché i cattivi non sono pochi
Dio fuori glieli lascia.
Giorgia G.
Una lucertola viveva in un giardino di montagna con altri animali. Molte volte
questi animali facevano delle gare di velocità, la lucertola era la più veloce e tutti
lo sapevano; però non riusciva mai a vincere perché avendo la coda lunga gli
altri, allungando la zampa, la bloccavano. La lucertola, stanca di essere trattata
in questo modo, chiese al Signore un rimedio. Lui le diede il dono di perdere la
coda quando è in pericolo e da allora la lucertola vinse tutte le gare.
Giorgia G.
Il primo giorno di Infobosco abbiamo visitato il giardino della scuola e abbiamo visto
l’ippocastano e il noce americano. I loro frutti non sono commestibili, sono alberi molto alti e folti.
La seconda volta abbiamo osservato la robinia che è un albero infestante ma molto bello, le sue
foglie sono ovali e hanno il margine liscio, abbiamo visto anche gli arbusti che si differenziano
dagli alberi perché non hanno il tronco, infatti dal terreno spuntano subito i rami; abbiamo anche
osservato diversi tipi di acero, quello che mi è piaciuto di più è stato l’acero platanoides che è
simile al platano, ha le foglie palmate e visto che non si distinguono tanto né da quelle del
platano, né da quelle degli altri tipi di acero, bisogna guardare il frutto detto samara formato da
due alette con diversa angolazione nelle varie specie che quando cade assomiglia alle ali di un
elicottero. La terza volta abbiamo visto i funghi che quando crescono tutti vicini formano un
cerchio detto il “ cerchio delle streghe “ che può essere talmente largo che non si riesce a
riconoscerne la forma. Abbiamo visto la quercia robur e la quercia rossa: le loro foglie sono
lobate, queste piante sono molto possenti e hanno la chioma folta. Il pioppo, al quale si può
essere allergici soprattutto in primavera durante la fioritura, può essere molto alto, può superare i
dieci metri. La pianta che mi è piaciuta di più è la quercia perché la conosco molto bene e mi
piace la forma della sua foglia. Durante le uscite abbiamo visto che esistono foglie palmate,
aghiformi, cuoriformi, ovali e allungate, e che i tronchi possono essere a macchie, ruvidi, lisci e
fessurati.
Furono costruiti dagli Austriaci nel 1600 circa. Si chiamano così perché una delle porte delle
mura spagnole che si trovavano ai confini dei giardini si chiamava Porta Venezia. Furono
realizzati da Piermarini e restaurati nel 1862 da Balzaretto e sono stati dedicati di recente a
Indro Montanelli. All’interno c’è il museo di scienze naturali, per un certo periodo è stato
presente lo zoo di Milano. Nel giardino ci sono diversi tipi di albero. C’è l’ippocastano che ha le
foglie composte e con un unico peduncolo. Il Bagolaro ha la base a forma di zampa di elefante,
le foglie sono caduche, ovali e seghettate; i frutti sono le bagole, nere, piccole e di sapore
dolce. Gli uccelli, ghiotti di questi frutti, contribuiscono alla disseminazione perché mangiano
anche il seme. Il bagolaro è detto “spacca sassi” e il suo legno è usato per costruire remi,
rastrelli, ecc. perché è molto flessibile. C’è il Gingko biloba che si pensava fosse estinto. Fu
portato qui dall’oriente come pianta ornamentale. Ha la foglia con le venature particolari che
partono dal peduncolo parallele tra loro, in autunno le foglie diventano giallo oro. È una pianta
monoica. La pianta maschile produce il polline, la pianta femminile produce gli ovuli e ha i frutti
che puzzano di uovo marcio. La sua corteccia ha fessure parallele e profonde. Poi c’è la
Catalpa o albero dei sigari che è un albero comune usato come ornamento le cui foglie sono
molto grandi a forma di cuore; ha i frutti a forma di sigari. Lo spino di Giuda appartiene alla
famiglia delle leguminose e può arrivare a 30 m di altezza, è chiamato così per le spine presenti
sui rami. Le foglie sono decidue, piccolissime, composte, bipennate e si possono vedere
sempre i suoi frutti a forma di sigaro. Il cipresso calvo è una sequoia; esso può raggiungere i
40-50 m di altezza; poiché cresce vicino alle acque stagnanti, dalla base spuntano delle radici
dette pneumatofore che servono per la respirazione. Il cedro ha la base larga, le foglie
aghiformi riunite in gruppi che durano 5 anni, la corteccia ha profonde fessure, il frutto è la
pigna, il legno del cedro era molto apprezzato dagli antichi per la costruzione delle navi. Infine
c’è il Taxus Bacata o tasso che può raggiungere i 15 m di altezza, la corteccia è rossastra, la
foglia ha forma di aghi resistenti e piatti, il seme è circondato da una bacca carnosa e rossa con
circonferenza di 5 cm velenosa e per questo era detto dagli antichi “albero della morte”.
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