Un percorso tra scienza storie e leggende del bosco Realizzato dalla classe I C Scuola secondaria di primo grado “Falcone-Borsellino” A.s. 2009\2010 Coordinatori: Proff.sse Carravieri Daniela e Gugliotta Gabriella QUERCIA AGRIFOGLIO RONDINE TIGLIO VISCHIO LE STORIE E LE POESIE PLATANO ABETE BIANCO LE USCITE ROBINIA ORSO BRUNO STELLA DI NATALE RICCIO PUNGITOPO LUCERTOLA Aspetto Albero maestoso che può raggiungere 30 m di altezza. Chioma a cupola ampia e globosa. Tronco possente con corteccia grigio bruna, corrugata negli alberi più vecchi. Foglie Sono caduche, lunghe12-22 cm di colore verde opaco, in autunno rosso-dorate. Hanno piccioli corti e robusti, sono di forma ellittica con margine lobato con lobi acuti ed appuntiti. Frutti Fiori Semi Fiori unisessuali non vistosi. I maschili sono riuniti in infiorescenze, i femminili sono piccoli globuli di colore verde solitari o in coppia. I frutti sono delle ghiande cilindriche di 2-3 cm contenuti in cupole poco profonde. Notizie-Curiosità La quercia è un albero molto longevo simbolo di forza e di saggezza. Da molti popoli antichi era considerata sacra e molti miti e leggende hanno al centro l’albero della quercia. La più grande che esiste in Italia si trova a Vico Garganico. La sua chioma ha un’altezza di 60 m mentre la circonferenza del fusto è di 5 m. In Francia si trova una quercia con una circonferenza del fusto di 15 m e al suo interno sono state ricavate due cappelle sovrapposte. Il suo legno è usato dai tempi antichi per costruire case, granai, ecc. La parte interna, il cuore di quercia, è molto resistente. La corteccia veniva usata per rimedi medici. Le ghiande, ottimo cibo per animali, hanno nutrito anche gli uomini durante le carestie. Nella preistoria era un alimento importante e se ne sono trovate nei giacimenti neolitici. La farina di ghiande è servita come succedaneo del caffè. Aspetto Albero elegante con la chioma tondeggiante, la corteccia bruna, spesso fessurata nel senso longitudinale Foglie Caduche, cuoriformi, a margine dentato Fiori Frutti Semi Fiori ermafroditi piccoli, semplici, profumati, portati da un peduncolo, presenti in giugno.I frutti sono noci che compaiono in settembre. Notizie-Curiosità I frutti del tiglio hanno proprietà calmanti, ad esempio se ne fanno cuscini riempiti con foglie e fiori. Dal legno di tiglio si ricavano bobine, zoccoli, tacchi da scarpa, tasti per il pianoforte, matite e fiammiferi. È anche usato per sculture. Il carbone di tiglio è adatto ad usi terapeutici, alla fabbricazione della cipria e del carboncino da disegno. Fiori, brattee, corteccia e foglie fresche sono efficaci nei casi di ipertensione, di raffreddamento, di indigestione e di emicrania. L’infuso dei fiori di tiglio può essere considerato l’antenato del balsamo dei capelli, infatti usato nel risciacquo li rende lucidi e facili da pettinare. Aspetto Albero maestoso e caratterizzato da una corteccia chiazzata con grosse placche che si sfaldano e danno al tronco l’aspetto maculato. Foglie Palmate, alternate e caduche; hanno un lungo picciolo e nervature evidenti. D’inverno rimangono a lungo secche sui rami. Fiori Frutti Semi Le infiorescenze maschili sono sferette verdastre, quelli femminili sono capolini rossi entrambi costituiti da fiori senza petali. I frutti sono degli acheni, riuniti in strutture sferiche peduncolate a gruppi di 2 o 3. Notizie-Curiosità Il legno del platano è compatto, di colore ocra rossastro con venature regolari. Osservato attraverso una lente di ingrandimento mostra una specie di reticolo per cui viene definito legno di trina. È adatto per fabbricare mobili, calci di fucile, strumenti di precisione, giocattoli, utensili da cucina. Gli orientali lo usano in falegnameria, ebanisteria, carpenteria. Il platano è apprezzato nella farmaceutica antica e moderna. Aspetto Albero dal portamento eretto, chioma aperta, irregolare, con rade ramificazioni. La corteccia è rugosa, screpolata, bruna o grigia. I rami sono spinosi. Foglie Le foglie sono composte-imparipennate, con molte foglioline ovali a margine intero, di un verde chiaro,che d’autunno diventano gialle. Fiori Frutti Semi I fiori bianchi, profumati, dolciastri, sono riuniti in grappoli. Il frutto è un legume lungo fino a 8-9 cm appiattito, bruno scuro. Essi pendono dall’albero tutto l’inverno. I semi sono neri. Notizie-Curiosità Il legno di robinia è duro e compatto e si usa per pali, costruzioni, strumenti agricoli. Dalla sua corteccia si ricavano fibre tessili. Tutte le parti della robinia sono tossiche per l’uomo a parte i fiori. La robinia pseudacacia è una pianta mellifera e le api succhiano il suo nettare profumato ricavandone un miele liquido. Con i fiori si possono curare i mal di testa, le intossicazioni,ecc. Aspetto È una pianta ornamentale che allo stato selvatico può raggiungere un’altezza fra i 2 e i 4 m . Fiori Foglie Sono piccoli di colore giallo. Le foglie di forma ovale, in particolari periodi dell’anno assumono un’intensa colorazione rossa, rosa o bianca, sono dette brattee Notizie-Curiosità Originaria del Messico è nota con il nome di poinsettia, dal nome dell’ambasciatore degli stati uniti J. R. Poinsett che portò questa pianta dal Messico nel suo paese nel 1825. In Francia il suo nome è “Etoile d’amour”, e si usa regalarla per la festa della mamma. All’interno del suo tronco e dei suoi rami vi è una sostanza lattiginosa leggermente irritante per la pelle, tossica per cani e gatti. Aspetto È un arbusto spinoso alto fino a 1 m. Dal fusto principale si formano dei fusti secondari, appiattiti con punta spinosa detti “ cladodi “ che svolgono la fotosintesi. Foglie Piccole squame che avvolgono la parte sotterranea del fusto. Fiori- Frutti- Semi Il pungitopo è una pianta dioica. I fiori femminili sono privi di picciolo di colore giallo chiaro. I fiori maschili sono provvisti di picciolo con 6 stami. Il frutto è una bacca di colore rosso vivo che contiene 1-2 semi. Notizie-curiosità Il pungitopo è una pianta sempreverde tipica del bacino Mediterraneo dove forma il caratteristico sottobosco nei boschi di lecci. Viene coltivato come pianta ornamentale e utilizzata come decorazione durante le feste natalizie. I suoi germogli raccolti tra marzo e aprile si utilizzano in cucina. Il pungitopo è apprezzato in farmacia per le sue proprietà astringenti e diuretiche. Aspetto È un albero o un arbusto che raggiunge i 10, 20 m di altezza. Ha una chioma piramidale , la corteccia è liscia, grigia e i rami sono verdastri. Foglie Sono persistenti, dure, con un picciolo corto, di forme ovale e bordi spinosi. In genere sono di colore verde scuro e lucido. Fiori Frutti I fiori bianchi e odorosi sono riuniti in mazzetti che sbocciano verso la fine dell’estate. I frutti si trovano solo sulla pianta femminile e sono delle drupe globose di colore rosso vivo o giallo, contenenti 2-4 semi. Notizie- Curiosità È una pianta spontanea in quasi tutta l’Europa. Ne esistono 400 specie circa . Le sue drupe sono molto appetitose per gli uccelli. Il legno è usato per lavori delicati e fini di artigianato. L’agrifoglio era ritenuta una pianta magica ancora prima del Natale cristiano. Per i cristiani le foglie ricordano la corona di spine di Gesù, i frutti il sangue e i fiori bianchi la purezza della Madonna. Aspetto Pianta sempreverde, parassita, è un piccolo arbusto di forma densa e cespugliosa. Foglie Sono di forma oblunga, coriacee, con una larghezza di 2 cm circa, di colore verde intenso. Fiori Frutti I fiori sono di colore giallo. I frutti sono delle bacche sferiche, bianche o giallastre traslucide, con l’interno gelatinoso. Notizie – Curiosità Il vischio cresce da parassita su alberi come querce, pioppi, tigli, ecc. I druidi, antichi sacerdoti Celti, consideravano il vischio “la pianta che guarisce tutto“, simbolo di immortalità, di pace e auspicio di salute e benessere. Si usa in farmacia per vari scopi. Nella notte di San Silvestro è tradizione scambiarsi saluti, baci e auguri sotto un ramo di vischio appeso alla porta di casa come buon augurio. Aspetto Albero sempreverde, monoico con fiori maschili e femminili separati ma sulla stessa pianta. Raggiunge un’altezza di circa 50 m con un fusto diritto che può raggiungere un diametro di 3 m. La chioma di colore verde- blu cupo, ha forma piramidale nelle piante giovani, mentre negli adulti la cima si appiattisce e viene detta a “nido di cicogna”. La corteccia ha un colore grigio argentobianco nelle piante giovani, nera, rugosa e screpolata nelle piante adulte. Foglie Le foglie vivono 8-10 anni, sono aghi appiattiti rigidi e inseriti sui rami con disposizione a pettine. Gli aghi sono lunghi 1,5-3 cm con punta arrotondata e margini lisci. Fiori frutti semi Sull’abete bianco non ci sono veri fiori ma sporofilli. Gli sporofilli maschili producono il polline. Gli sporofillli femminili producono gli ovuli e sono riuniti in coni dette pigne. Le pigne sono di forma cilindrica formate da squame all’interno delle quali si trovano i semi. Le pigne si trovano nella parte superiore della chioma rivolte verso l’alto. Notizie curiosità Vive in zone montane tra i 400 m e 2100 m. In Italia è presente sulle Alpi e sugli Appennini. Il legno dell’abete bianco è leggero, tenero, di colore bianco con nervature rosse. È ampiamente impiegato dalle industrie cartiere e nelle falegnamerie. Il legno non contiene resina e ciò lo rende vulnerabile ai tarli. Le gemme contengono sostanze balsamiche utilizzate in farmacia e l’olio ricavato da esse è usato per profumare i prodotti da bagno e per massaggi. Dal legno e dalle foglie si ricava la trementina utilizzata in medicina e veterinaria. In passato la pianta venne utilizzata, per la notevole altezza, come albero di maestra, per le navi. Oggi gli esemplari più giovani sono utilizzati come alberi di Natale. I monaci di Camaldoli ( Toscana ) producono un liquore con estratti della pianta chiamato “ Lacrime d’abete “. Aspetto L’orso bruno è un mammifero carnivoro della famiglia degli Ursidi. L’orso bruno è lungo tra gli 1,7 ed i 2,8 m ed è alto alla spalla tra i 90 ed i 150 cm. La coda è lunga 10-12 cm. I maschi sono in genere più grandi delle femmine. Il loro mantello è folto di colore biondo, bruno, nero o formato da un misto di questi colori. Sono plantigradi ( appoggiano la pianta del piede ) e possono stare ritti sulle zampe posteriori. Gli orsi bruni hanno una grossa gobba muscolosa sulle spalle che li distingue dalle altre specie. Le zampe anteriori hanno degli artigli lunghi fino a 15 cm. La testa è larga ed arrotondata. Habitat L’orso bruno vive solitamente nelle aree montuose. Sono presenti in Europa, in Asia e in Nord America. In Italia sono presenti due sottospecie: l’orso bruno europeo e l’orso marsicano. Abitudini L’orso bruno è onnivoro, mangia bacche, radici, germogli, funghi, pesci, insetti e piccoli animali, ha però sempre canini robusti tipici dei carnivori. In inverno vanno in letargo e per tale motivo durante l’estate accumulano un notevole strato di grasso ( fino a 180 kg ). La stagione degli amori va da giugno a luglio e durante questo periodo gli orsi rimangono sempre con lo stesso partner. La gravidanza dura 8 settimane e il parto avviene durante il letargo invernale. Una cucciolata va da 1 a 4 cuccioli. Alla nascita i cuccioli sono ciechi, privi di denti e glabri ( privi di pelo ) e pesano 400- 500g. Si nutrono del latte materno fino all’inizio dell’estate, dopodiché iniziano a seguire la madre e a nutrirsi di cibo solido. I cuccioli rimangono con la madre tra i 2 e i 4 anni durante i quali imparano a cacciare, pescare, a difendersi e dove andare in letargo. Curiosità -l’orso bruno può correre ad una velocità di 50 km \ h - tra la nascita e l’età adulta cresce in peso di ben 600 volte - quando va in letargo più del 50% del suo peso è costituito da grasso - in natura vive fino a 15 anni, in cattività raggiunge i 40 anni - è attivo soprattutto di notte, anche per evitare di incontrare l’uomo, il suo peggiore nemico. Aspetto Il riccio è un mammifero, misura 25/30 cm di lunghezza e pesa circa un kg. Ha un piccola coda che misura circa 2 cm di lunghezza. Il riccio presenta un cranio allungato, la faccia è larga con un muso piccolo e appuntito. Gli occhi sono piccoli e scuri, le orecchie sono larghe, corte ed arrotondate. Il corpo è tozzo ed ha la forma di pera, le zampe sono corte, i piedi sono invece di forma allungata con 5 dita provviste di unghie appuntite. Le aree di pelle nuda, come le orecchie, le zampe ecc sono di colore nero, il pelo ispido è di colore grigiastro mentre sulla fronte, sui fianchi e sul dorso il pelo è sostituito da aculei lunghi circa 2 cm, di colore nero striato di bianco, appuntiti che sono in grado di rizzarsi. Ciascun esemplare possiede fino a 6000 aculei. Habitat Il riccio vive nelle macchie e nei boschi ma si può trovare anche in campi, praterie e giardini. La specie è diffusa in gran parte dell’Europa e dell’Italia. Abitudini Il riccio, di indole poco socievole, ha abitudini crepuscolari e notturne, durante il giorno si nasconde nella propria tana di paglia e foglie situata nella cavità di tronchi, sotto le rocce o nei cespugli. Procede sul terreno lentamente, esplorando e fiutando qualsiasi oggetto che incontra nutrendosi di molluschi, insetti, lombrichi, ranocchie, lucertole, piccoli mammiferi e anche frutti. La femmina partorisce tra aprile e settembre 4 o 5 piccoli che nascono con la pelle chiara e delle macchioline in corrispondenza dei quali cresceranno gli aculei. I piccoli vivono con la madre circa 6 settimane. In natura il riccio ha una vita media di circa 5 anni. Curiosità Il riccio ha caratteristiche morfologiche arcaiche che lo accomunano ai primi mammiferi comparsi sulla Terra. Nel corso dei millenni ha evoluto solo il rivestimento di aculei. Il riccio ha un udito e un olfatto finissimi che gli permettono di “sentire” addirittura gli insetti sotto terra. Caratteristico è il modo in cui si difende: al minimo rumore sospetto l’animale fa un salto sulle 4 zampe per colpire con gli aculei qualsiasi cosa si trovi vicino. Dopodiché si appallottola stretto, trasformandosi in una sfera spinosa difficilmente attaccabile; adotta la stessa tattica anche quando gli succede di cadere o scivolare evitando in tal modo di ferirsi. Il riccio è in grado di correre velocemente ed è un ottimo nuotatore nonostante appaia piuttosto goffo. Nei paesi freddi, durante l’inverno va in letargo dopo aver preparato un giaciglio di muschio e foglie secche. In molte regioni è detto anche porcospino e viene apprezzato per la sua carne. Nell’antica Roma veniva allevato come carne da macello. Oggi è vietato sia l’allevamento che la caccia. I contadini talvolta lo usano per liberare orti e giardini dagli insetti infestanti e dagli animali parassiti come cavallette e topi. Un tempo il suo manto di aculei era usato per cardare la lana. Aspetto La lucertola è un rettile appartenente al gruppo dei sauri ( rettili con zampe ). Di piccole dimensioni e di forma appiattita, la lunghezza può arrivare fino a 20/22 cm. La coda è lunga circa il doppio del corpo. Le zampe articolate ed estremamente mobili, terminano con le dita fornite di unghie. La testa è distinta dal corpo ed è protetta da una serie di scaglie ben disegnate e robuste. Il colore del dorso è molto variabile dal grigio al marrone con, alcune volte, delle sfumature verdi. I maschi si distinguono per le maggiori dimensioni e i colori più vivaci. Habitat La lucertola muraiola si trova in Europa e in Africa, vive ai margini dei boschi, pietraie, prati soleggiati e siepi, in montagna può arrivare oltre i 1200 m di altitudine. Di solito vive in cavità dei muri o in buche del terreno da cui non si allontana mai. Abitudini La lucertola trascorre molto tempo a scaldarsi al sole per regolare la temperatura corporea essendo un animale a sangue freddo. Quando giunge l’inverno, la lucertola cerca un luogo ben riparato dove trascorrere la stagione ostile. Al risveglio primaverile i suoi movimenti sono goffi e lenti. La lucertola si nutre di piccoli insetti, ma non disdegna piccoli invertebrati e aracnidi. Il periodo riproduttivo corrisponde alla primavera. La femmina depone le uova in buche diverse e il calore del sole consentirà a queste ultime di giungere a maturazione e schiudersi dopo 2 o 3 mesi. I piccoli subito indipendenti raggiungono la maturità dopo circa 2 anni. Curiosità La lucertola muraiola è in grado in caso di pericolo, di praticare l’autotomia della coda, ovvero è in grado di amputarsi spontaneamente la coda. In questo modo a volte riesce a sfuggire ai predatori. La parte di coda persa viene poi rigenerata in un tempo relativamente breve, ma risulta di dimensioni minori e di colorito leggermente differente, a volte ne ricrescono 2. Aspetto La rondine comune è un piccolo uccello migratore dell’ordine dei passeri. Estremamente agile lungo circa 18-20 cm con una apertura alare di 30-35 cm dal peso di 16-24 grammi. Ha una lunga coda dalla tipica forma biforcuta, ali curve che finisco a punta e un piccolo becco diritto di color grigio scuro. Il piumaggio nella parte dorsale è nero con riflessi blu, nella parte ventrale è chiaro con un caratteristico sottogola di colore rosso marrone. Habitat La rondine è presente in Europa, in Asia, in Africa e nelle Americhe. La rondine vive in zone agricole caratterizzate dalla presenza di siepi, pascoli, canali, prati e zone umide. Esse nidificano nei tetti di cascine e stalle o fienili e talvolta anche nei tetti delle case dei centri storici. Abitudini Le rondini sono uccelli insettivori, si nutrono soprattutto di mosche e zanzare e vivono da sempre in “simbiosi” con l’uomo. Sono uccelli gregari, che amano vivere in gruppo. La rondine nidifica in genere 2 volte l’anno,ogni volta deponendo 4-5 uova, che vengono covate dalla femmina per 16 giorni. Quando giunge il periodo riproduttivo le rondini si uniscono in coppie per nidificare. Entrambi i genitori infatti costruiscono il nido e nutrono i pulcini. La rondine costruisce un accurato nido concavo, fatto di fango trasportato dal becco. La parte interna del nido è composta di erba, piuma ed altri materiali morbidi. Curiosità L’arrivo delle rondini in Europa coincide, da sempre, con l’arrivo della primavera. Il nido viene costruito dalla coppia dopo otto giorni di intensivo lavoro ed è usato ogni anno per un decennio e più dalla medesima coppia. I pulcini di rondine alla nascita sono ricoperti da un piumino grigio, lungo e rado e hanno una coda giallo limone. Nelle loro prime 3 settimane di vita, i genitori vanno e vengono continuamente dal nido, portando insetti e imbeccando i pulcini, senza mai riposarsi. Dopo questo periodo i piccoli cominciano a lasciare il nido e si involano ma i genitori continuano ad occuparsi di loro ancora per qualche settimana in modo tale che quando giunge l’autunno questi siano pronti a migrare verso sud insieme al gruppo. Verso la fine di agosto le rondini iniziano il loro viaggio di ritorno dall’Africa. Prima della partenza e durante il viaggio si radunano in grandi stormi che si fermano a riposare nei canneti oppure sui fili elettrici. Il verso tipico della rondine è un gioioso “vit-vit”. La rondine possiede un caratteristico becco appuntito, sottile e corto che, se tenuto spalancato, le permette di catturare in volo piccoli insetti. Purtroppo negli ultimi anni si è avuta una forte riduzione del numero delle rondini a causa della riduzione delle zone agricole e umide e all’uso incontrollato degli antiparassitari da parte dell’uomo. La astagna torna ogni nno empre ogni anno olto il riccio è ncor più buona nelle se iornate piovose e mangiano in quantità h! la castagna! NDIAMO NEI BOSCHI N ORSO VA IN LETARGO ANTI ALBERI SENZA FOGLIE VA BUONA DA MANGIARE ON C’E’ PIU’ LUCE FINO A SERA OI COMINCIAMO AD AVERE FREDDO RMAI E’ ARRIVATO L’AUTUNNO rati verdi Ondini che volano nel C elo olti Nimali escono dal letargo Enticelli caldi SOFFIANO Icrescono le foglie degli lberi Zeus voleva vedere quanto gli uomini erano gentili. Allora prese Ermes con sé e si trasformarono in due mendicanti, scesero sulla terra e bussarono alle porte del villaggio ma nessuno li accolse; delusi continuarono a camminare e trovarono una casettina malandata di due coniugi molto anziani che li ospitarono molto volentieri. I due sposi di nome Filemone e Bauci offrirono loro da mangiare, e si accorsero che ogni volta che versavano il vino l’anfora si riempiva da sola. Stupiti della cosa i due coniugi vollero sapere chi fossero quei due ospiti e loro glielo dissero. Più tardi li portarono su un monte e Zeus chiese ai coniugi i loro desideri; essi chiesero di poter morire insieme. Il Dio li accontentò e qualche anno dopo,alla loro morte, si trasformarono in due querce ai lati del tempio dedicato a Zeus. A atale non tutti sono felici lcuni bambini non lo sono, poverini “ anto – dice qualcuno – festeggio lo stesso, cosa mi interessa?” me invece, quanto dispiace! I a qu giorno di Natale chiederò a Babbo Natale di portare i bambini il mio pensiero L’uccellino felice raccontava all’abete infelice i suoi viaggi mentre l’abete sognava -Anch’io vorrei – diceva l’abete -girare il mondo in un secondoAccadde un giorno che venne tagliato venne messo a stare in soggiorno adornato e decorato Piacque ai bambini ma durò poco: gli rubarono i dolci e i campanellini così in poco tempo finì a marcire in soffitta mentre rimpiangeva pioggia, sole montagne e foresta finché ne non ne rimase solo la polvere. Giorgia G. Una gingko di nome Ross aveva un problema: puzzava tantissimo! Quindi quando le scuole andavano a visitare il giardino, le stavano lontano. A lei questo non piaceva. Un giorno seppe di alcune ninfe che vivevano nel giardino e cercò subito di farsi notare, ma le ninfe la evitarono per il suo odore. Non sapendo più cosa fare per non puzzare più iniziò a piangere; pianse così tanto che le radici si restrinsero e Ross si accorse di potersi muovere, ma si scontrò con un altro albero che era di fianco a lei. Quest’albero non aveva nome e non aveva nessuna caratteristica, a parte essere molto alto. Chiese a Ross cosa l’aveva resa così triste, lei gli spiegò il suo problema proprio quando passava una ninfa che commovendosi decise di togliere alla pianta i suoi frutti e di nasconderli nel lago dove persero l’odore :” Ogni volta che i tuoi frutti ricresceranno si tufferanno nel lago” disse la ninfa. Intanto l’albero che aveva ascoltato la gingko chiese alla ninfa un nome per sé, perché lui non lo aveva, e questa disse: “Visto che ti ho trovato vicino a Ross ti chiamerò Biloba, sarete una pianta maschio e una femmina e formerete un’unica specie chiamata Gingko Biloba”. I due alberi, felicissimi, si immobilizzarono per sempre. Giorgia G. C’era una volta un riccio molto violento che picchiava tutti, anche per delle cose da nulla. Ad esempio: un giorno la lepre gli chiese delle indicazioni per la tana della talpa, e la lepre ci cascò. Essa si chiese il perché e il riccio le disse che era per farle un dispetto. Un giorno però tra gli animali del bosco ci fu una rivolta: tutti erano contro il riccio. Questi dovette scappare e nascondersi. Per mimetizzarsi nel suo nascondiglio, che era un cespuglio di rose, gli spuntarono gli aculei. Il riccio è ancora lì, dietro quel cespuglio. Marco L. Un animale tutto rosa perché era timido in giro vien preso e un giorno solo per un caso non venne colpito. Allora Dio un regalo gli fa : gli aculei estrae quando qualcuno a picchiarlo sta. Ma stanco di tirarli spesso dentro e fuori perché i cattivi non sono pochi Dio fuori glieli lascia. Giorgia G. Una lucertola viveva in un giardino di montagna con altri animali. Molte volte questi animali facevano delle gare di velocità, la lucertola era la più veloce e tutti lo sapevano; però non riusciva mai a vincere perché avendo la coda lunga gli altri, allungando la zampa, la bloccavano. La lucertola, stanca di essere trattata in questo modo, chiese al Signore un rimedio. Lui le diede il dono di perdere la coda quando è in pericolo e da allora la lucertola vinse tutte le gare. Giorgia G. Il primo giorno di Infobosco abbiamo visitato il giardino della scuola e abbiamo visto l’ippocastano e il noce americano. I loro frutti non sono commestibili, sono alberi molto alti e folti. La seconda volta abbiamo osservato la robinia che è un albero infestante ma molto bello, le sue foglie sono ovali e hanno il margine liscio, abbiamo visto anche gli arbusti che si differenziano dagli alberi perché non hanno il tronco, infatti dal terreno spuntano subito i rami; abbiamo anche osservato diversi tipi di acero, quello che mi è piaciuto di più è stato l’acero platanoides che è simile al platano, ha le foglie palmate e visto che non si distinguono tanto né da quelle del platano, né da quelle degli altri tipi di acero, bisogna guardare il frutto detto samara formato da due alette con diversa angolazione nelle varie specie che quando cade assomiglia alle ali di un elicottero. La terza volta abbiamo visto i funghi che quando crescono tutti vicini formano un cerchio detto il “ cerchio delle streghe “ che può essere talmente largo che non si riesce a riconoscerne la forma. Abbiamo visto la quercia robur e la quercia rossa: le loro foglie sono lobate, queste piante sono molto possenti e hanno la chioma folta. Il pioppo, al quale si può essere allergici soprattutto in primavera durante la fioritura, può essere molto alto, può superare i dieci metri. La pianta che mi è piaciuta di più è la quercia perché la conosco molto bene e mi piace la forma della sua foglia. Durante le uscite abbiamo visto che esistono foglie palmate, aghiformi, cuoriformi, ovali e allungate, e che i tronchi possono essere a macchie, ruvidi, lisci e fessurati. Furono costruiti dagli Austriaci nel 1600 circa. Si chiamano così perché una delle porte delle mura spagnole che si trovavano ai confini dei giardini si chiamava Porta Venezia. Furono realizzati da Piermarini e restaurati nel 1862 da Balzaretto e sono stati dedicati di recente a Indro Montanelli. All’interno c’è il museo di scienze naturali, per un certo periodo è stato presente lo zoo di Milano. Nel giardino ci sono diversi tipi di albero. C’è l’ippocastano che ha le foglie composte e con un unico peduncolo. Il Bagolaro ha la base a forma di zampa di elefante, le foglie sono caduche, ovali e seghettate; i frutti sono le bagole, nere, piccole e di sapore dolce. Gli uccelli, ghiotti di questi frutti, contribuiscono alla disseminazione perché mangiano anche il seme. Il bagolaro è detto “spacca sassi” e il suo legno è usato per costruire remi, rastrelli, ecc. perché è molto flessibile. C’è il Gingko biloba che si pensava fosse estinto. Fu portato qui dall’oriente come pianta ornamentale. Ha la foglia con le venature particolari che partono dal peduncolo parallele tra loro, in autunno le foglie diventano giallo oro. È una pianta monoica. La pianta maschile produce il polline, la pianta femminile produce gli ovuli e ha i frutti che puzzano di uovo marcio. La sua corteccia ha fessure parallele e profonde. Poi c’è la Catalpa o albero dei sigari che è un albero comune usato come ornamento le cui foglie sono molto grandi a forma di cuore; ha i frutti a forma di sigari. Lo spino di Giuda appartiene alla famiglia delle leguminose e può arrivare a 30 m di altezza, è chiamato così per le spine presenti sui rami. Le foglie sono decidue, piccolissime, composte, bipennate e si possono vedere sempre i suoi frutti a forma di sigaro. Il cipresso calvo è una sequoia; esso può raggiungere i 40-50 m di altezza; poiché cresce vicino alle acque stagnanti, dalla base spuntano delle radici dette pneumatofore che servono per la respirazione. Il cedro ha la base larga, le foglie aghiformi riunite in gruppi che durano 5 anni, la corteccia ha profonde fessure, il frutto è la pigna, il legno del cedro era molto apprezzato dagli antichi per la costruzione delle navi. Infine c’è il Taxus Bacata o tasso che può raggiungere i 15 m di altezza, la corteccia è rossastra, la foglia ha forma di aghi resistenti e piatti, il seme è circondato da una bacca carnosa e rossa con circonferenza di 5 cm velenosa e per questo era detto dagli antichi “albero della morte”.