L’informazione della stampa
al femminile
Antonella Trentin
Donna Moderna, Mondadori editore
La salute nei giornali
femminili
Nella nostra breve indagine su come i settimanali femminili
trattano i temi della salute e della ricerca abbiamo scelto i
più venduti. In particolare
Donna Moderna ( Mondadori) con 497 mila copie mensili
Anna (Rcs Periodici) con 209 mila copie
Grazia ( Mondadori) con 218 mila copie
Vanity Fair (Condé Nast) con 267 mila copie
Gioia (Hachette Rusconi) con 196 mila copie
E infine…
I magazine femminili dei quotidiani
D-La Repubblica delle donne (Gruppo Espresso) con 406
mila copie
Io Donna (Rcs Periodici) con 502 mila copie mensili
I magazine femminili
•
•
Si può affermare che i giornali presi in esami si dividono in tre
categorie: D e Io Donna assomigliano molto di più
nell’affrontare le notizie ai magazine tradizionali come
Panorama e l’Espresso: grande attenzione alle nuove scoperte
scientifiche purché abbiano una ricaduta non troppo lontana
nella cura delle malattie più diffuse, grandi cura nelle fonti,
interviste ad esperti ma anche riferimento a studi
internazionali. Senza far torto alle donne si può dire che
questi allegati ai due maggiori quotidiani, pur rivolti alle donne,
nel campo della salute si stanno mascolinizzando. Sono attenti
più alla ricerca che alle notizie di servizio ( i famosi centri
d’eccellenza in Italia per la cura di una certa patologia,
associazioni di malati, numeri verdi etc.), più sensibili ai temi
bioetici: testamento biologico, fecondazione assistita e legge
40, l’eutanasia, la terapia ormonale sostitutiva…Usano
giornalisti specializzati, alcuni con lauree scientifiche.
Adottano un linguaggio piano, ma non hanno un tono
divulgativo. Le notizie sono molto brevi, un articolo
leggermente più lungo, gli altri tutti box. Tanti flash che
rivelano l’ultima novità su un determinato tema. Per esempio:
un nuovo esame del sangue potrebbe sostituire la biopsia
epatica per diagnostica l’evoluzione in cirrosi dell’epatite B e C;
oppure un articolo che parla delle proteine come arma per
prevedere l’insorgenza del cancro al seno e forse in futuro
contrastarlo. O ancora un servizio sulla medicina molecolare su
misura.
Un approccio molto
femminile
Dal servizio di Donna Moderna il test che fa bene al
fegato
•
Il secondo gruppo, che comprende Donna Moderna e
Grazia privilegia le malattie delle donne e dei bambini.
Entrambi tendono a trasmettere un messaggio positivo:
dalla malattia si può guarire. Parlano poco dei rischi di una
patologia e raccontano l’essenziale sugli effetti avversi delle
terapie. Piuttosto di prevenzione, come quest’articolo di
Grazia nel penultimo numero che s’intitola Non solo
vaccini: la salute si costruisce giorno dopo giorno, a
cominciare da una dieta a base di cereali, legumi, pesce,
verdura , pochi carboidrati e poca carne. Privilegiano la
medicina tradizionale, ma danno ampio spazio a quella
alternativa. Usano spesso storie di pazienti per parlare in
modo caldo e coinvolgente di una specifica patologia,
notizie scientifiche molto semplificate attraversano il
racconto, ma uno o più box poi forniscono dati e
riferimenti di servizio, come l’indicazione di ospedali, dei
farmaci di nuova generazione etc. Un classico esempio è
l’articolo su Donna Moderna che attraverso la storia di
Marco affetto da neuroblastoma parla di tumori infantili.
Per questo tipo di giornali vale l’analisi fatta dal gruppo di
lavoro sui media femminili alla Consensus conference sulla
terapia ormonale sostitutiva. Usano gli esperti come fonte
d’informazione; solo in rari casi citano la stampa scientifica
e gli studi internazionali. Gli articoli sono gradevoli da
leggere e comprensibili nell’80 per cento dei casi, ma solo
nel 25 per cento dei casi permettono alle donne di fare una
scelta consapevole in base alle informazioni ricevute.
Un compromesso misurato
Gioia si colloca a metà strada tra i
magazine femminili dei quotidiani
e il secondo gruppo. Nell’ultimo
numero fa un approfondimento
sulla diagnosi e la cura del tumore
all’ovaio. Illustra uno studio di
Lancet del 2007 che
dimostrerebbe che le donne che
hanno usato la pillola per 15 anni
hanno minore probabilità di
ammalarsi di cancro ovarico. O
che in 120 ospedali in tutto il
mondo si sta sperimentando un
vaccino che eviterebbe recidive di
questo tumore.
La salute è un argomento
troppo impegnativo
Infine Vanity Fair e Anna. Parlano
pochissimo di medicina e salute, a
meno che non si tratti di un fatto
di attualità, come la malasanità.
“Sono temi difficili in cui si rischia
la superficialità o l’errore” spiega
con saggezza Greco,
caporedattore di Anna.
Privilegiano il benessere con
mestiere di vita e parlano al
massimo di prevenzione delle
malattie. A volte, come
nell’ultimo numero di Vanity Fair
appare l’intervista a una
ricercatrice perché è considerato
uno dei simboli più nobili
dell’emancipazione femminile e
quindi viene usato anche per
appelli a favore della ricerca da
parte di Airc come di Telethon.
Giusta scelta visto che le donne
sono oltre il 50 per cento dei
donatori.
Scarica

Antonella Trentin - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri