Antonella Strazzari
MACERATA, 3 LUGLIO 2013
Macerata, 3 luglio 2013
Il lavoro sull’autobiografia
linguistica è stato avviato
nell’anno scolastico 2011/2012 con un
gruppo classe del corso serale nel CTP
Plana.
Analoga attività, con una classe diversa,
è stato svolta nell’anno scolastico
2011/2012
Macerata, 3 luglio 2013
Viene qui presentata l’esperienza con il
gruppo dell’Anno scolastico appena
concluso.
Le analogie con gli studenti dello scorso
anno sono tuttavia numerose, sia per
quanto riguarda i dati relativi
all’eterogeneità dell’utenza (età,
Paesi di provenienza, scolarità
pregressa), sia per quanto riguarda le
competenze linguistiche possedute
in lingua italiana)
Macerata, 3 luglio 2013
Il contesto 2012/2013
 Corso serale di Licenza media per adulti nel
CTP “G. Plana” di Voghera. Il corso ha durata
annuale,da settembre a giugno, e si conclude con
l’esame di stato.
 Gli studenti frequentano per 4 giorni alla
settimana, dalle 18.00 alle 21.00.Le discipline di
studio sono italiano, storia e geografia, scienze
matematiche, inglese e informatica. Il maggior
numero di ore è riservato all’insegnamento
della lingua italiana e della matematica.
Macerata, 3 luglio 2013
Trattandosi dunque di un contesto
formale ( una scuola statale, un
corso di licenza Media finalizzato
all’acquisizione di un titolo) il
lavoro sulle autobiografie
linguistiche si è svolto per un
intero anno scolastico,
durante le ore curricolari, con
cadenza mensile.
Macerata, 3 luglio 2013
Come sempre accade in
questa tipologia di corsi, la
classe presentava tratti di
spiccata eterogeneità
Macerata, 3 luglio 2013
Gli studenti:
genere ed età
 Gli studenti erano 18, 3
femmine e 15 maschi,
5 minorenni, gli altri adulti, 4 italiani e 14 stranieri,
di cui 1 uruguayano naturalizzato italiano.
 Età:dai 15 ai 47 anni, età
25/30 anni.
Macerata, 3 luglio 2013
media intorno ai
Scolarità
licenza scuola primaria (studenti adulti italiani)
anni di scuola media ripetuti (studenti minorenni
italiani)
scuola primaria ( nel Paese d’origine)
scuola coranica ( 2 o 3 anni nel Paese d’origine)
scuola media nel Paese d’origine
scuola superiore nel Paese d’origine ( solo 2 casi)
Macerata, 3 luglio 2013
Provenienza degli studenti
Senegal
Ecuador
Uruguay
Macerata, 3 luglio 2013
Marocco
Algeria
Italia
Tunisia
Albania
Camerun
Le competenze linguistiche
Mediamente gli studenti stranieri avevano una
competenza di livello A1/A2 con sufficiente
abilità nella produzione e comprensione orale,ma
risorse molto scarse nella produzione scritta.
Gli italiani, fatta eccezione dei 2 minorenni e
dell’uruguayano naturalizzato italiano a loro volta
potevano essere assimilati, a grandi linee, ad
analfabeti di ritorno.
Macerata, 3 luglio 2013
In generale, quindi, gli studenti
apparivano in grado di capire senza
particolare difficoltà una produzione
orale e, sia pur entro certi limiti,
anche un semplice testo scritto, ma
non di scrivere facilmente e senza
fatica testi di qualsiasi genere .
Macerata, 3 luglio 2013
Alcuni in particolare (Y., ecuadoriana pressoché
illetterata anche in lingua madre, S., algerino
mai realmente alfabetizzato nella lingua
italiana scritta, e i fratelli senegalesi I. e C.,
scarsamente scolarizzati nel Paese d’origine)
producevano testi scritti quasi illeggibili e che
richiedevano costantemente la mia supervisione
sistematica e la riscrittura totale, dopo aver
svolto un paziente lavoro interpretativo insieme allo
studente.
Macerata, 3 luglio 2013
nodo problematico:
Dunque:
Quali strumenti dato il grado di
competenza?
Come si fa a far scrivere chi
“non possiede” o quasi la
lingua scritta?
Macerata, 3 luglio 2013
problemi
La parola scritta fa paura a chi
non possiede una lingua.
Scrivere è considerata l’abilità
più complessa, la sfida delle
sfide.
Perché allora scrittura
autobiografica? Perché
l’autobiografia linguistica?
Macerata, 3 luglio 2013
Scrivere di sé è la cosa
più semplice. C’è
sempre qualcosa da
dire. Non possono
mancare le idee.
Tutt’al più possono
mancare le parole. Ma
la scuola, secondo la
lezione di Don Milani,
serve anche e
soprattutto a trovare
le parole.
Macerata, 3 luglio 2013
Ecco il perché della
scrittura autobiografica.
Parlare di sé facilita
l’apprendimento della
scrittura.
E perché autobiografia
linguistica?
Macerata, 3 luglio 2013
Gli apprendenti avevano
percezione e consapevolezza
del loro repertorio
linguistico?
Ci avevano mai
pensato? Riflettuto?
Macerata, 3 luglio 2013
Quante lingue
conosciamo?
Come ogni anno ho fatto una prima ricognizione
delle lingue conosciute/parlate nella classe.
Alla prima richiesta sembravano poche.
L’arabo, lo spagnolo, il wolof,
l’italiano.
Ma ad un esame più attento è emerso ben altro.
Macerata, 3 luglio 2013
Nel precedente anno
scolastico avevo usato un
altro strumento:
e così sintetizzato i dati
tabella 1): tabella 2
Macerata, 3 luglio 2013
Primo approccio
Strumento
didattico: un
semplice
questionario
Presento brevemente alla classe il
progetto delle autobiografie
linguistiche.
Poi detto agli studenti un
questionario costituito da 6
semplici domande a cui rispondere.
Non fornisco spiegazioni in modo da
non influenzare le risposte.
Macerata, 3 luglio 2013
Che cosa ne è
venuto fuori?
Macerata, 3 luglio 2013
Nella classe non
c’erano solo tre o
quattro lingue...
Macerata, 3 luglio 2013
C’era il djola.
C’era il berbero.
C’era il marocchino.
C’era l’algerino.
C’era il tunisino.
C’era il quechua.
C’era l’albanese.
C’era il francese.
C’era il dialetto catanese.
C’era il napoletano.
Infine, c’era l’italiano per
tutti.
Macerata, 3 luglio 2013
C’erano casi di
plurilinguismo esteso
Parlo wolof, serér, italiano, un po’ francese, un
po’ arabo (Ibra, Senegal)
Parlo l’algerino, il marocchino, l’arabo e
l’italiano. Capisco l’egiziano e il tunisino.(Sami,
Algeria)
Parlo 5 lingue: francese, inglese,italiano, wolof e
djola. Capisco anche lo spagnolo e un po’ lo parlo.
(Nafie, Senegal)
Macerata, 3 luglio 2013
Dunque c’era molto spazio per
parlare di sé e parlare delle
proprie lingue. Se poi scrivere
poteva essere un problema,
bisognava trovare altri
strumenti, altre metodologie,
strategie più semplici per
condurre gradualmente al mondo
della parola scritta.
Macerata, 3 luglio 2013
Quali strumenti?
Nel corso di quest’anno e dello
scorso anno scolastico ho usato
diversi materiali che
potessero facilitanti per l’attività di
riflessione sulla lingua/le lingue e
per il lavoro di scrittura.
Macerata, 3 luglio 2013
Scrittura del proprio nome e del
nome dei propri compagni:
familiarizzazione con altri
alfabeti e con altri suoni.
Storia delle origini e del
significato del proprio
nome: dove lingua e
cultura si intrecciano
strettamente.
Macerata, 3 luglio 2013
Le lingue parlate
nella mia famiglia
disegno dei bambini
della scuola
primaria “Dante”
coinvolti nel
progetto come
illustratori
Macerata, 3 luglio 2013
l’anno
scorso...
Costruzione del proprio
albero genealogico
Gli studenti costruiscono il loro albero
genealogico che rivela a volte una
struttura famigliare allargatissima e
complessa:
-l’albero di Basma (tunisina)
-l’albero di Daniela ( italiana di
lingua sinta)
Macerata, 3 luglio 2013
dall’albero genealogico poi si era
passati alla compilazione delle
tabelle:
e alla stesura
di un piccolo
testo:
Macerata, 3 luglio 2013
Quest’anno, anche
considerato il livello
piuttosto basso di
competenze linguistiche dei
miei studenti, ho preferito
utilizzare un altro
strumento...
Macerata, 3 luglio 2013
Strumento
didattico:
un’immagine da
colorare
Aiutarsi con le immagini
La Piramide
delle lingue
Ibra: la sua
piramide
È un’attività alla portata di tutti: il testo nasce
dall’intervista che io ho fatto a ciascuno di loro,
commentando il loro disegno
Macerata, 3 luglio 2013
La Piramide delle lingue
della mia famiglia
Le piramidi di
El Moustafa
Macerata, 3 luglio 2013
“I miei nonni parlavano solo berbero, perché non
erano mai andati a scuola, quindi non sapevano
l’arabo..[...] Il berbero è una lingua molto diversa. lo
capisco poco ma non so scriverlo.
Mia mamma ha cominciato a parlare l’arabo dopo il
matrimonio, l’ha imparato pian piano con noi figli.
Ma non l’ha mai studiato e non sapeva scriverlo.
Non era mai andata a scuola.” El Moustafa, Marocco
Macerata, 3 luglio 2013
Lingua mia madre
(Cheikh)
“Il wolof è la mia lingua madre, mi piace
perché è la lingua di mia madre...”
(Ibra, Senegal)
“La mia lingua madre è il
francese, perché mia madre
mi parlava solo in francese...”
(Nafie, Senegal)
Macerata, 3 luglio 2013
L’esplorazione della
lingua madre
Attraverso uno strumento costituto da
domande guida
e un testo finale come esempio (2012)
Strumento
didattico:
domandeguida
Con domande guida più semplici e
senza testo di esempio (2013)
Macerata, 3 luglio 2013
Ne nascono racconti semplici ma vivacissimi e
ricchi di
immagini:
“Nel
mio Paese ci sono tante
lingue diverse. Se la mamma la
parla, la impari anche tu. Se la
mamma non la parla, non la parli
neanche tu. Per esempio, mia
mamma non parlava il pular e
così non lo parlo neanche io. Per
questo dico che la lingua madre
si allatta” (Adama, Senegal).
Macerata, 3 luglio 2013
Per l’insegnante:
Lingua madre: valenze
socio
affettive
Quale apprendimento della lingua
madre?
Quali metodologie? Quali
strumenti?
nodo problematico:
Macerata, 3 luglio 2013
Italiano lingua
seconda?
Per quasi nessuno dei miei studenti,
salvo per due studenti italiani (che
considerano il loro dialetto lingua
madre), l’italiano è lingua seconda.
Per molti è lingua terza, o quarta
o quinta
Macerata, 3 luglio 2013
Chiameremo l’italiano lingua del
Paese d’arrivo, anche se per qualcuno
sta lentamente riconquistando posizioni
e surclassando le altre lingue...
lo slittamento del francese....
Macerata, 3 luglio 2013
“La lingua italiana, sai, è una
lingua gelosa, quando sai
l’italiano allora ad esempio il
francese non
viene più
fuori bene...” (Adama, Senegal)
Macerata, 3 luglio 2013
Quale è stato il percorso
migratorio dei miei studenti?
Quali erano le loro
aspettative sulla lingua
italiana?
e quali e quante
parole di italiano già
conoscevano?
Macerata, 3 luglio 2013
La lingua del Paese
d’arrivo
Anche in questo caso ho fornito
delle domande guida che
dovevano aiutare nella stesura
di un testo e alcuni brevi esempi
(2012)
Materiale molto più semplice
(2013) senza esempi
Macerata, 3 luglio 2013
interessantissimi
Ne scaturiscono testi
(specie 2013) pur nella loro grande semplicità.
Emergono le motivazioni per
l’apprendimento dell’italiano: lingua
obbligata non obbligatoria e
necessaria certo, ma anche lingua
veicolare e importantissima per
integrarsi, e perciò, stranamente,
piuttosto amata.
Macerata, 3 luglio 2013
La lingua del Paese d’arrivo
non si impara a scuola
per il
docente:
Oppure si impara a scuola
a migrazione avviata e
consolidata
dunque: dove e come
si impara?
Macerata, 3 luglio 2013
“Le prime parole di italiano le ho
imparate ripetendo le parole come
un pappagallino...Non
leggevo, non scrivevo,usavo solo i
gesti...Poi ho imparato la lingua
lavorando e guardando la TV...”
Majid, Marocco
Macerata, 3 luglio 2013
“Le prime parole di italiano le ho
imparate da amici marocchini che
vivevano già qui, poi sul lavoro, dagli
italiani. Poi sono venuto a scuola e ho
imparato le regole del parlare e dello
scrivere. Ho ancora difficoltà, perché
non sono una persona italiana
originale”, El Moustafa, Marocco
Macerata, 3 luglio 2013
Ultime attività 2012
Tutti i testi vengono messi al
computer dagli studenti, illustrati
dai bambini della scuola primaria e se
ne ricava un libro
Macerata, 3 luglio 2013
Le altre attività 2013
Scrittura delle ricette
( e pubblicazione di un
libro)
Ne nascono narrazioni
autobiografiche cariche di
riferimenti linguistici e
culturali
Macerata, 3 luglio 2013
La descrizione
della propria
casa nel Paese
d’origine
Gli studenti scrivono in
lingua madre e in
italiano
Problemi aperti
Immigrati con queste competenze
linguistiche elaborano testi
semplicissimi, sia nella struttura
che nei contenuti...
Possono essere
sufficienti le
riflessioni condotte a
posteriori dal docente
nella stesura del
diario di bordo?
Macerata, 3 luglio 2013
Quali strumenti
di
analisi per questa tipologia
di testi?
Qual è/quali sono
l’obiettivo/gli
obiettivi dell’analisi?
Forse l’esplicitazione di
straordinarie consapevolezze?
“Sapere tante lingue ti
permette di diventare
una persona dal
cervello grande...”
(Y., Marocco)
Macerata, 3 luglio 2013
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