CLASSE QUARTA
ANNO SCOLASTICO
2010/2011
SCUOLA PRIMARIA
CHIGNOLO PO
Non esiste un solo modo di scrivere: con le lettere
dell'alfabeto, parole, frasi, carta e inchiostro.
Non c'è solo questo modo di trasmettere il messaggio
dell'amore di Dio.
Dio stesso, che ama anche gli analfabeti (e un po' lo
siamo tutti) e gli stranieri, inventa e suggerisce modi
diversi, perché il suo amore possa esser "visto" da chi
non sa leggere una lingua o non la sa tradurre.
Un santo monaco russo, Andrej Rublev,
(canonizzato dalla Chiesa di Mosca nel 1988),
è stato incaricato e benedetto per "scrivere"
una pagina dell'amore di Dio. Egli doveva
tradurre col linguaggio dei colori quel
messaggio che era trasmesso sulle pagine dei
Vangeli.
 Ma come "scrivere" con colori l'amore di Dio?
Come trasmettere ad una pagina di legno
coperto di gesso il linguaggio di quel Dio che
nessuno ha mai visto né può vedere?
Nella sua obbedienza Andrej comincia a preparare
la pagina: una tavola di legno. Come Dio ha
preparato una storia e una cultura per accogliere
il Figlio, come Maria e Giuseppe hanno preparato
una mangiatoia per il bambino, così ora egli
prepara il legno: lo scava, come per preparare
una culla per la nuova... manifestazione del
messaggio d'amore.
Ora il monaco santo ha già
cominciato a tradurre il S.
Vangelo.
Ha "scritto" delle figure
geometriche: un cerchio, un
triangolo, alcune forme
quadrangolari. Il cerchio è
una linea che non ha inizio
né fine: può dirmi benissimo
l'eternità e la perfezione del
mio Dio. Il suo amore è
senza inizio e senza fine.
Il suo amore è perfetto!
Nel cerchio stanno perfettamente
le tre figure angeliche.
Il triangolo, la cui base è il lato
superiore del tavolo e il cui
vertice posa nel capo dell'angelo
centrale, è la figura semplice che
mi dice tre in uno, uno in tre: Dio
è uno, ma mi incontra in tre modi
distinti.
Cerchio e triangolo non si
vedono. Ci sono, ma non si
vedono. Proprio come il mio Dio,
che è presente eppure non lo
vedo.
Le forme quadrangolari invece
sono ben definite, visibili,
individuabili.
Esse sono le pedane, gli sgabelli,
il tavolo. Sono visibili com'è
visibile il creato e la terra che
essi mi rappresentano.
La terra era ritenuta un grande
tavolo quadrato, segnata dai
quattro punti cardinali, percorsa
dai quattro grandi venti,
racchiusa dai quattro angoli.
Questa terra accoglie e ospita il cielo invisibile: il mio Dio non
si vergogna di prender posto sulla terra, di farsi ospitare
come pellegrino.

E' proprio questo il tema che fa
apparire sull'icona i tre angeli che
danno forma al cerchio divino,
contengono il triangolo e poggiano
sugli elementi quadrangolari che
vorrebbero significare la terra: gli
angeli pellegrini che sono stati ospiti di
Abramo, il padre del popolo di Dio,
padre della fede! Essi sono gli angelipellegrini, cui Abramo imbandì la
mensa: le focacce impastate da Sara, il
vitello preparato dal servo, il latte
acido e il latte fresco serviti da lui
personalmente.
Abramo parlava con i tre ospiti
come si parla con uno solo. Erano
tre, ma Abramo li vedeva così uniti,
come ne vedesse uno. Essi stessi,
pur essendo tre, parlavano come
uno solo. E parlavano trattando
Abramo da amico che deve
conoscere i loro segreti.
L'angelo vestito dei colori più
vistosi e che attrae anzitutto il
nostro sguardo è quello
centrale.
Non tutta la sua figura è
visibile: la parte inferiore, con i
piedi, ci è nascosta dal tavolo
bianco che distingue e unisce le
tre persone.
Egli porta una tunica ampia,
maestosa.
Il colore di questa veste è il
rosso cupo, potremmo dire il
colore del sangue versato.
Egli è persona divina - ce lo
assicura il colore del mantello -,
ma il suo essere intimo,
profondo, quello che a noi è
maggiormente vicino è la sua
umanità.
L'unico Uomo capace di portare
con dignità e con evidenza
l'amore divino: sulla tunica rossa
splende il manto azzurro della
divinità.
Gesù è l'uomo vero.
Benché Gesù sia uomo
perfetto ed io lo possa
quindi "vedere" e
comprendere, mi rimane
tuttavia in parte nascosto.
C'è sempre in Lui qualcosa
che supera le mie capacità
di vedere e di
comprendere. Egli fa parte
del "mistero", del disegno
eterno di Dio.
L'angelo, verso cui Gesù guarda con
umile riverenza e piena fiducia e totale
amoroso abbandono, ci aiuta a
contemplare il Padre.
La tunica di quest'angelo è azzurra, ma
è nascosta.
Il Padre è Dio, ma nessuno l'ha mai
visto.
In compenso il mantello che comprende
tutti i colori, mentre nasconde l'intimo
della persona, ne rivela la gloria: esso
rappresenta tutta l'opera di Dio, la
creazione con la sua magnificenza.
La sua mano, con la mitezza di chi non
vuol mettersi in mostra, si alza sul
quadrato della mensa, che mi
rappresenta la terra, per benedirla.
Questa benedizione trasforma la coppa
posata al centro in coppa di benedizione
e il tavolo, cui è consegnata, in altare.
La mano benedicente è mossa in direzione
del Figlio, attento e disponibile : anch'egli
benedice l'umanità indicando il calice che
egli ha bevuto per primo.
Il Figlio, infatti, fa' ciò che vede fare dal
Padre, perché lo ama. Egli non attende
ordini, ma ama cercando l'obbedienza. .
Con questa mano benedicente il Figlio
prolunga il movimento dell'amore iniziato
dal Padre per coinvolgere la terza
Persona: verso di essa è orientato anche il
suo braccio.
Il terzo angelo ci annuncia una terza
Persona: essa veste la tunica azzurra
e il mantello verde, il colore di ciò
che vive: Egli è Dio e dà la vita.
E'la Persona dello Spirito Santo, terza
Persona che accoglie e approva e
continua i movimenti d'amore delle
prime due. Terza Persona!
Lo Spirito Santo è Dio e
"dà la vita". Il manto verde
di questo terzo angelo
sparge il suo colore anche
sotto il tavolo, davanti alle
predelle, sullo spazio che
circonda i simboli della
terra. Lo Spirito dà la Vita:
la sua luce e il suo calore
avvolgono tutto l'universo
e continuano a creare
opere.
E' lo Spirito di Dio che
permette e rende gli uomini
capaci di accorgersi dell'amore
con cui sono amati.
E' la sua luce che apre gli occhi
all'uomo perché questi possa
vedere in Dio un papà e in
Gesù il vero Figlio di Dio.
CIRCOLAZIONE DELL'AMORE.
Il Figlio di Dio è
seduto "alla destra"
del Padre. Come mai
il nostro iconografo
lo ha invece posto
alla sua sinistra? Non
si è posto il
problema, oppure
ricordava quanto
disse S. Paolo, che
noi, cioè, "vediamo
come in uno
specchio"? : ora in
uno specchio si vede
la realtà rovesciata!
Ritornato così con lo
sguardo al Padre,
ricomincia il movimento
dell'amore. Il Padre non
attira su di sé le
attenzioni. Egli indica il
Figlio suo, Gesù, uomo
rivestito della divinità,
uomo vero e Dio vero,
portatore dell'amore del
Padre fino alla morte, fin
dentro la morte.
Il reciproco amarsi delle tre Persone non
forma un cerchio chiuso: il loro amarsi è
aperto da quell'altare cui è consegnata la
coppa.
E' verso quella coppa che sono diretti gli
sguardi e orientate le mani degli angeli.
Dio contempla l'umanità simboleggiata dal
tavolo quadrangolare: la vede perduta e la
vuole salvare. La vede affamata e la vuole
nutrire; la vede abbandonata e la vuole
sposare.
Dietro al Figlio s'alza l'albero verde, le
cui fronde sono mosse sempre dal
vento divino. Quest'albero richiama
quello che con la sua ombra ristorava i
tre pellegrini ospiti di Abramo, la
Quercia di Mamre. Qui invece è
diventato l'albero della vita, l'albero
del Paradiso che produce frutti di vita
per ogni stagione e foglie che sono
medicina per ogni malattia. Il frutto di
quest'albero è il Figlio di Dio stesso,
Germoglio del tronco di Davide.
Quest'albero, mosso dal Vento dello
Spirito, spinge le sue fronde verso
una casa: orienta il nostro sguardo
verso la dimora che il Padre ha
preparato, e che apre porte e finestre
per accogliere chiunque, mosso dallo
Spirito, si nutre dall'Albero di vita.
Quella casa è destinata ad accogliere
i figli degli uomini, diventati fratelli di
Gesù. Dentro di essa ricevono
l'amore del Padre, si ritrovano uniti,
per far festa ed essere partecipi dei
segreti eterni.
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L`invisibile nel visibile - Istituto Comprensivo Chignolo Po