Liceo Scientifico Alessandro Tassoni
Classe 5I
PRESENTAZIONE DI
Alessandra Lugli
Danilo Pezzi
Irene Rovatti
HANS JONAS
IL PRINCIPIO
RESPONSABILITÀ
UN’ETICA PER LA CIVILTÀ TECNOLOGICA
BIOGRAFIA
Hans Jonas nacque in Germania nel 1903, al
termine del secondo conflitto mondiale si
trasferì a New York città in cui rimase sino alla
sua morte nel 1993.
Il pensiero filosofico jonasiano è suddivisibile in
tre parti:
- studio del passato e importanza delle religioni
per l’essere;
- filosofia della natura e studio del presente;
- filosofia pratica.
FILOSOFIA PRATICA
Per quanto riguarda la filosofia pratica di Jonas, il
libro di riferimento è "Il principio Responsabilità"
(1979).
Quest’ultimo enuncia il suo pensiero in materia di
etica e politica nella società tecnologica.
Il libro è divisibile in sei sezioni.
1. LA MUTATA NATURA DELL’AGIRE UMANO
L’etica tradizionale è inadeguata alla società
moderna poiché si limita ad analizzare il campo
immediato dell’azione, ora estesosi alla natura nella
sua totalità.
Data l’irreversibilità e la nocività delle azioni che
prendono avvio dalla tecnica, il filosofo mette in luce
la necessità di una conoscenza tale da permettere
all’uomo di gestire tali rischi.
Da qui il bisogno di sviluppare un “etica per il
futuro”.
2. QUESTIONI RELATIVE AI FONDAMENTIE AL
METODO
Non potendo più contare soltanto “nella forza di
persuasione delle nostre emozioni”, nasce
l’euristica della paura come mezzo di salvaguardia
per l’umanità.
All’interno di tale società compito dell’uomo è la
protezione delle future generazioni, da qui
l’imperativo categorico di Jonas: “che ci sia
un’umanità”, la quale ha diritto e dovere di esistere.
3. SUGLI SCOPI E LA LORO POSIZIONE NELL’ESSERE
In tale sezione si arriva ad affermare che tutti gli
animali, uomo compreso, così come il resto della
natura perseguono la perpetuazione della specie,
fine insito nella natura stessa.
La vita stessa è scopo della natura, la quale diviene
per noi vincolante in quanto associata al concetto di
bene.
4. IL BENE, IL DOVER ESSERE E L’ESSERE:
LA TEORIA DELLA RESPONSABILITà
Affermando Jonas la necessità di “dire sì alla vita”,
tratta la relazione tra essere e non essere.
La vita stessa diviene affermazione, scelta
dell’essere e rifiuto della morte.
Viene inoltre introdotto il concetto di potere
responsabile.
5. LA RESPONSABILITA OGGI:
IL FUTURO MINACCIATO E L’IDEA DEL PROGRESSO
In quanto parte della biosfera, l’uomo dovrebbe
concentrarsi sulla salvaguardia di quest’ultima in
quanto condizione necessaria della vita. Per fare
ciò è necessaria un’etica dell’austerità volta a
inibire il progredire dell’ideale di progresso
baconiano, attualmente dannoso per l’ecosistema.
6. LA CRITICA DELL’UTOPIA
E L’ETICA DELLA RESPONSABILITA
Tenendo conto dei problemi di portata globale
odierni, è comprensibile la lotta di classe su scala
mondiale, causata dall’impossibilità dei paesi in via
di sviluppo di seguire le orme degli europei,
sfruttando al massimo le risorse naturali al fine di
raggiungere il più alto grado di sviluppo possibile.
In conclusione della sezione vengono trattati
problemi di natura etica quali la manipolazione
genetica.
IL PROGRESSO
- Techne: il tendere dell’uomo oltre i confini
pragmaticamente limitati delle epoche precedenti,
dominando sulle cose e sull’uomo stesso.
- L’homo faber trionfa sull’homo sapiens.
- La tecnologia assume nuova rilevanza etica.
- L’artificialità si accresce e rafforza un ulteriore
sviluppo.
- Incessante incremento della pretesa del
consumatore.
IL PROGRESSO
- L’uomo atrofizza la sua identità in favore
dell’aumento del suo potere.
- L’uomo diviene mero produttore di ciò che ha
prodotto
- Sacrificandosi, il sapere del singolo, diviene
frammentario e settoriale in favore dell’incremento
del patrimonio globale del sapere.
- L’avanzare del progresso circoscrive il sapere
scientifico ad un elite ristretta.
IL PROGRESSO
- Le vittorie e le sconfitte del progresso tecnico non
favoriscono nè ostacolano l’avvento dell’utopia.
- Si prende in considerazione la prospettiva di
sottomettere e porre un freno alla tecnica.
- Essendo la scienza considerata un progredire
sempre positivo, l’impresa prometeica viene
distorta e adempie al ruolo di fine e non più di
mezzo.
- Utopia dell’auto-superamento dell’uomo in vista di
un fine irraggiungibile.
IL PROGRESSO
- Programma baconiano: orientare il sapere verso il
dominio della natura al fine di migliorare il destino
umano; ma lasciato fine a se stesso rivela la sua
insita contraddizione.
- Diviene necessario un potere sul potere stesso,
posto come controllo.
RIFLESSIONE DI GUNTHER ANDERS
- L’uomo nella catena industriale si trova all’inizio e
alla fine, dove comunque il suo ruolo si limita a
impedire il blocco della produzione.
- Schiavi dei prodotti, l’imperativo della tecnica
diviene “ciò che si può fare si deve fare”, anche ciò
di cui non c’è bisogno.
- In quest’ottica, l’originale dislivello prometeico si
presenta come “dislivello tra il massimo di ciò che
possiamo produrre e il massimo di ciò di cui
possiamo aver bisogno”.
RIFLESSIONE DI GUNTHER ANDERS
- Perseguendo il progresso della tecnica l’uomo è
arrivato a produrre la propria autodistruzione: la
bomba atomica.
- L’autodistruzione e lo sviluppo della tecnica
segnano l’inizio della terza rivoluzione industriale,
ultimo stadio della nostra storia.
RIFLESSIONE DI GUNTHER ANDERS
- Anders inoltre individua altre notevoli
trasformazioni causate dallo smisurato crescere del
progresso e della tecnica:
1. Homo creator e homo materia
2. Razionalizzazione dell’industria
RIFLESSIONE DI GUNTHER ANDERS
Nel panorama contemporaneo la riflessione sul
progresso porta a tre principi cardine:
- principio speranza (Ernst Bloch)
- principio responsabilità (Hans Jonas)
- principio disperazione (Gunther Anders)
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IL PRINCIPIO RESPONSABILITà