Solo nell’abito di una comunità viva la catechesi può
portare frutto e possono nascere evangelizzatori e
catechisti validi, che sappiano proporre l’annuncio
della fede mediandolo con la vita . Sono figure che
vanno dunque sempre pensate inserite in modo vitale
e responsabile nella comunità cristiana. Infatti, come
si è detto più volte, la qualità dell’azione formativa
della Chiesa non dipende tanto da specifici operatori
pastorali, quanto dalla significatività delle comunità
ecclesiali, titolari e responsabili della catechesi. I
membri delle comunità cristiane sono così coinvolti a
vario titolo nell’opera di evangelizzazione. (IG 64)
L’evangelizzatore è un cristiano adulto, cittadino
responsabile, capace di narrare e motivare la propria
vicenda di fede e di raccontare la sua esperienza di
Cristo, radicata nell’appartenenza ecclesiale. Egli è un
annunciatore della Parola che dona la gioia, mediatore
di un’esperienza ecclesiale ampia e positiva,
accompagnatore leale e affidabile nei passaggi
fondamentali della vita di quanti gli sono affidati. Non
deve conoscere tutto, ma sa che il Vangelo è capace di
illuminare ogni dimensione umana.
Il catechista è un credente che si colloca dentro il progetto amorevole di
Dio e di rende disponibile a seguirlo; come testimone egli:
a. vive la risposta alla chiamata dentro una comunità;
b. è capace di un’identità relazionale, in grado di realizzare sinergie con gli
altri agenti dell’educazione;
c. Svolge il compito specifico di promuovere itinerari organici e progressivi
per favorire la maturazione globale della fede in un determinato gruppo di
interlocutori
d. con una certa competenza pastorale, elabora, verifica e confronta
costantemente nel gruppo dei catechisti e con i presbiteri della comunità la
sua azione educativa;
e. armonizza i linguaggi della fede – narrativo, biblico, teologico,
simbolico-liturgico, simbolico-esperienziale, estetico, argomentativo – per
impostare l’azione catechistica (IG 73)
«Chi è il catechista? È colui che custodisce e
alimenta la memoria di Dio; la custodisce in
se stesso e la sa risvegliare negli altri. (…) La
fede contiene proprio la memoria della storia
di Dio con noi, la memoria dell’incontro con
Dio che si muove per primo, che crea e salva,
che ci trasforma; la fede è memoria della sua
Parola che scalda il cuore, delle sue azioni di
salvezza con cui ci dona vita, ci purifica, ci
cura, ci nutre.
Il catechista è proprio un cristiano che mette
questa memoria al servizio dell’annuncio; non
per farsi vedere, non per parlare di sé, ma per
parlare di Dio, del suo amore, della sua fedeltà.
Parlare e trasmettere tutto quello che Dio ha
rivelato, cioè la dottrina nella sua totalità, senza
tagliare né aggiungere. (…) Il catechista allora è
un cristiano che porta in sé la memoria di Dio, si
lascia guidare dalla memoria di Dio in tutta la
sua vita, e la sa risvegliare nel cuore degli altri».
(Omelia alla messa dei catechisti nell’anno della
fede – IG 74)
La Sp. si alimenta
nell’appartenenza alla
comunità cristiana
Spiritualità
Scelta di fede
personalizzata. Il
catechista deve essere in
un continuo processo di
conversine e
personalizzazione
della fede
Capire il proprio servizio,
come servizio alla Parola,
operato in virtù del
mandato dato dalla
comunità
Il servizio che si presta deve
divenire un segno che
caratterizza tutta la mia
esistenza.
Vocazione:
Il catechista è
consacrato e inviato
da Cristo per mezzo
della Chiesa .
(RdC 185)
Una consapevole decisione
per Cristo
L’appartenenza
responsabile alla Chiesa
La capacità di favorire la
progressiva integrazione tra
la fede e la vita dei
catechizzandi
Parliamo di una
ministerialità
di fatto
Assunzione dell’azione
catechistica come luogo
teologico in cui Dio si rivela
e in cui si realizza in
concreto la sequela di
Cristo
La centralità del
mandato (IC 78).
Ascolto della
Parola
Annunzio della
Parola
Caratteristica del
profeta è portare
la buona notizia
di Gesù
Eco della Parola
Le 5 macrocompetenze: essere, sapere,
saper fare, saper stare con, saper stare in
Le macrocompetenze (IG 79-86)
Essere:
1. Internalizzazione
2. Spiritualità Cristocentrica
Sapere:
•Fedeltà a Dio: destrutturazione e
ristrutturazione
•Fedeltà all’uomo: competenza nella
sfera antropologica
Saper stare in:
•Maturare un abitare ermeneutico
•Maturare un’appartenenza alla
comunità ecclesiale
Un processo di formazione e
trasformazione continua
1. Identità cristiane adulte
2. Competenza specifica nella
comunicazione della fede
Saper fare:
•Maturare una mentalità educativa
•Mediare l’appartenenza
•Capacità di animare il gruppo e di
progettare
•Capacità di lavorare in equipe
Saper stare con:
•Maturare capacità relazionali
(autorevolezza – fiducia)
•Maturare capacità comunicative
(ascolto – empatia)
•Capacità di autorivelazione
Essere (comp. Spirituale) (DGC 238)
L’identità del catechista è inserita in un processo di
continua trasformazione, perché in modo perpetuo,
nella sincerità dell’incontro quotidiano con la persona di
Cristo, egli è chiamato a destrutturare la sua vita per
ristrutturarla a partire dall’esperienza di Grazia sempre
nuova e vivificante. Tale processo di trasformazione è
sostenuto “dall’acquisizione e il consolidamento di un
ritmo spirituale, fatto di ascolto, preghiera, vita
sacramentale intensa, discernimento dei fatti alla luce
della fede, riferimento al magistero ecclesiale”. Una
spiritualità che ha nel contato stabile con la persona di
Cristo, presente nella sua Parola, nei Sacramenti, nel
suo Corpo Mistico riunito per la sacra liturgia e nel volto
del fratello, il suo centro e il suo cuore.
Sapere (comp. Teologica) (DGC 240-243)
Se l’essere è il cuore dove accade il processo di
trasformazione, la dimensione del sapere sostiene la
ristrutturazione dell’identità del catechista. Questo
perché la conoscenza del dato rivelato, sostiene la
personalizzazione della fede e l’orientamento
cristiano dell’esistenza. La Verità Rivelata, donata
nella Parola e nella Tradizione e sapientemente
mediate e interpretate dal Magistero, è il germe di
novità che, seminato nel cuore per l’incontro
personale con Cristo, guida e sostiene la
ristrutturazione dell’essere e dell’agire del catechista.
È la ridefinizione della propria storia di vita alla luce
della storia della salvezza.
Saper fare (comp. Organizzativa) (DGC 244)
La dimensione del Saper fare, un’area indicata come decisiva
dal Direttorio Generale per la Catechesi (DGC 244), concerne
la maturazione di competenze metodologiche. Il percorso
formativo, in virtù del fatto che il catechista è “un educatore
che facilita la maturazione della fede che il catecumeno o il
catechizzando realizza con l'aiuto dello Spirito Santo” (DGC
244), dovrà porre in essere interventi formativi atti a:
a. Far maturare una mentalità educativa.;
b. Abilitare ad accompagnare la maturazione di
un’appartenenza ecclesiale;
c. Stimolare la capacitò di animare il gruppo e di progettare in
catechesi:
d. Accendere la capacità di lavorare in equipe.
Saper stare con (comp. pedagogico-relazionale)
Con il Saper stare con è indicata la necessità di maturare
atteggiamenti che favoriscano il sorgere di relazioni
feconde di fiducia per l’ascolto e l’accoglienze della Verità
proposta e trasmessa. La fiducia oggi più che mai si
rivela il luogo essenziale in cui accade l’educazione della
fede. Infatti è nella fiducia che il cuore dell’educando
riconosce al catechista l’autorevolezza che sostiene la
comunicazione di una Verità che permea l’esistenza. È
nella fiducia che è riconosciuta al catechista la possibilità
di parlare al cuore. Atteggiamenti relazionali:
Ascoltatore attivo;
Autorivelatore.
Saper stare in (comp. Culturale)
La quinta competenza del processo formativo – il Saper stare in coinvolge la capacità del catechista di assumere in modo
autentico il protagonismo nel contesto socio-culturale in cui vive
e nella comunità ecclesiale nella quale esplica il suo servizio. Il
catechista è invitato a porre attenzione al contesto socio-culturale
in cui opera e in cui è inserito, per maturare un abitare
ermeneutico che reinterpreti, alle luce delle esigenze Evangeliche,
le strutture culturali. È inoltre accompagnato nella maturazione
di un’appartenenza radicale alla comunità ecclesiale locale.
(Attenzione alle dimensioni civica e politica)
LA NUOVA PROSPETTIVA FORMATIVA
Catechisti capaci di prendersi cura e
accompagnare i primi passi della fede;
Catechisti capaci di proporre l’essenziale
della fede sulle questioni essenziali della
vita;
Catechisti capaci di proporre un itinerario
di fede secondo l’ispirazione
catecumenale.
Nell’impostazione formativa la comunità
ecclesiale esprime se stessa:
La comunità dei catechisti è
intrinsecamente luogo formativo (in cui
accade l’apprendimento informale e
formale).
Comunità empatiche di pratica.
Equipe: stile di servizio in chiave
comunionale-dialogale.
1. Chi accompagna deve scomparire;
2. L'accompagnamento mira a restituire le persone all'azione dello
Spirito, il quale è la forza che sostiene l'autonomia del soggetto
credente;
3. L'accompagnamento sfugge alla tentazione dei risultati, non è il
soggetto o la comunità che accompagna a verificare i risultati,
semmai è tutto il corpo di Cristo che godrà i frutti di una vita
adulta nella fede;
4. Chi accompagna deve farlo nella gioia del Vangelo, deve essere
capace di rimanere sorpreso dalle persone, deve saper guardare
con simpatia, per poter discernere il desiderio di Bellezza nel
cuore di coloro incontrati;
5. Accompagnare nella fede è crescita per coloro che
accompagnano, per la Comunità che accompagna, perché si
riceve
Accompagnare è una grazia attraverso al quale
la Chiesa stessa può essere rievangelizzata
oggi: nella misura in cui rinasce nella
comunità il desiderio missionario di farsi
compagna di strada, rinasce la comunità
stessa, evangelizzata da coloro che
accompagna
1. ARMONIZZARE
I LINGUAGGI
DELLA FEDE
Per una conclusione:
I cinque tratti da
sottolineare
2. CATALIZZATORE
NARRANTE
3. MISSIONARIO
4. COSTRUTTORE
DI COMUNITA’
5. FORMAZIONE BASE
VS FORMAZIONE
PERMANENTE
Catechesi a servizio dell’IC
di cui è uno degli elementi
fondamentali.
Favorire una
viva, esplicita e
operosa
professione di
fede (47-48)
Non si dà relazione con
Cristo, prescindendo da
un rapporto interpersonale, da una
partecipazione alla vita
della comunità (Io credo
– Noi crediamo)
Apprendistato di
vita cristiana,
armonizzando
tutti i linguaggi
della fede
1. Cammino globale e
integrale;
2. Un itinerario tappe (PA-CM);
3. Il discernimento della
comunità;
4. Le connessioni dei tre
sacramenti;
5. Comunità;
6. La parrocchia luogo
ordinario di IC.
E’ necessario avviare un processo di riforma di IC di
ispirazione catecumenale.
1. Una IC che
armonizza: catechesi,
liturgia, carità e
comunione;
2. Itinerari collegati ma
distinti per bambini e
genitori;
3. Attenzione a itinerari
per risvegliare la fede
nei genitori.
1. Concerne un periodo
particolare del soggetto;
2. Continuità e discontinuità;
3. Tempo di una esperienza
bella di Chiesa e di prima
personalizzazione della
fede;
4. In un progetto di PG.
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relazione - Arcidiocesi di Bari