6° CIRCOLO DIDATTICO
Classe V D
Insegnanti : Manfra Carmela- Nigro Marilena
a.s. 2011/2012
I DIRITTI DEI BAMBINI!
Ho bussato alla tua porta
Ho bussato al tuo cuore
Per il letto e un fuoco
Non scacciarmi via aprimi fratello
Non sono un nero
Non sono un rosso
Non sono ne giallo ne bianco
soltanto un uomo
Non mi scacciare, aprimi fratello!
C’era una volta un pianeta chiamato Terra. Si chiamava Terra anche se c’era più acqua che
terra. Gli abitanti della Terra usavano le parole in modo bislacco. Anche sulle cose più
importanti si faceva confusione:infatti spesso si parlava di DIRITTI. Il diritto all’istruzione, per
esempio significava che tutti i bambini avrebbero dovuto e andare a scuola. Il diritto alla
salute, avrebbe dovuto significare che chiunque ferito oppure malato doveva avere la
possibilità di andare in un ospedale. Ma per chi viveva in un paese senza scuole oppure a
causa della guerra non poteva uscire di casa oppure chi non aveva i soldi per pagare
l’ospedale questi diritti erano in realtà dei rovesci: non valevano nulla. Siccome non valevano
per tutti ma solo per chi se li poteva permettere queste cose non erano diritti: erano diventati
privilegi e cioè vantaggi particolari riservati a pochi. Sulla terra inoltre non c’era più accordo
sugli uomini sui diversi significati per alcuni i soldi e per altri voleva dire avere almeno una
patata e un piatto di riso. Quanta confusione in questo strano paese! Talmente tanta
confusione che un giorno il mago linguaggio non ne potè più era un mago potentissimo che
tanto tempo fa aveva inventato le parole e le aveva regalate agli uomini. All’inizio c’era stato
un po’ di trambusto perché gli uomini non sapevano come usarle e se uno diceva carciofo
l’altro capiva canguro. Allora il mago linguaggio cominciò a far capire che le parole volessero
dire sempre la stessa cosa e per tutti, tutti i diritti.
Questo lavoro da parte del mago linguaggio gli era costato molta fatica. Lui si
accorse che gli uomini se ne infischiarono del suo lavoro e continuarono ad usarle a
capocchia, e che fece? Una notte si mise a scombinare un po’ le cose spostando una
sillaba là e un’altra di qua e mescolando vocali e consonanti, e al mattino non ci si
capiva più niente. A tutti gli alberghi gli levò la g e la h decine e decine e decine di
ogni alberi . i clienti stupiti per scendere dovevano usare le liane come tarzan, alle
macchine aveva rubato una n e diventarono macchie. Alle torte aveva aggiunto una
s ed erano diventate storte. Nelle scuole si era divertito ad anagrammare, al
momento dell’appello la parola presente e se prima tutti gli alunni erano tutti
presenti erano tutti serpenti e le maestre scappavano via terrorizzate, se era torto
uno sfizio personale aveva eliminato la parola guerra che egli aveva inventato x
sbaglio. Così un grande capo della guerra che in quel momento stava dichiarando
guerra dovette interrompersi a metà della frase. Inoltre aveva trasformato i cannoni
in cannoli siciliani e chi combatteva si ritrovava ricoperto di ricotta .I mattoni che
diventavano il pane che diventò cane e mordicchiava chi lo voleva mangiare. Quanta
confusione! Gli umani non ne potevano più, mandarono quindi una delegazione dal
mago linguaggio, a chiedere che rimettesse tutto a posto; il mago linguaggio
acconsentì, ma bisognava usava le parole in modo giusto. Per quanto riguardo la
guerra è una parola di cui tutti vogliamo fare a meno.
Il mondo è un posto colorato
Colorato dalle persone che tutti colori
Hanno amato.
Bianco, nero, giallo, arancio,
i colori
e ognuno è diverso dagli altri.
Le persone sono diverse da fuori
Ma uguali nei cuori
Ma per far vivere ogni colore in armonia
È necessaria una magia
Ci servono tutti per fare un sorriso
Un sorriso di gioia su ogni bel viso.
Per vivere in un posto fatto d’ amore
Ci occorre un cuore
Con un posto per ogni colore
Pelle gialla come il limone
pelle bianca come la panna.
Pelle nera come il cioccolato
pelle rosa come la fragola
gelataio voglio un quartetto!
Sembra l’ ombra di dispetto!
Limone panna cioccolato e fragola
non siamo in tre
senza traccia di monotonia
che la pace ci sia per sempre!
Chiedo un luogo sicuro dove posso giocare,
Chiedo un sorriso di chi sa amare,
Chiedo un papà che mi abbracci forte,
Chiedo un bacio e una carezza dalla mia mamma,
Io chiedo il diritto di essere bambino.
Di essere speranza di un mondo migliore ,
Chiedo di poter crescere come persona,
Sarà che posso contare su di te?
Chiedo una scuola dove posso imparare,
Chiedo il diritto di avere la mia famiglia,
Chiedo di poter vivere felice,
Chiedo la gioia che nasca dalla pace,
Chiedo il diritto di avere un pezzo di pane,
Chiedo una mano che mi indichi il cammino.
Non sapremo mai quanto bene
Può fare un semplice sorriso!
Il sorriso dà luce anche in una stanza buia!
Erano le 7,30 quando Giulia stava andando a scuola. La maestra aveva detto
che quel giorno dovevano parlare di un argomento importante. Mentre
camminava nell’ area frizzante del mattino Giulia cercava di indovinare l’
argomento che avrebbero trattato in classe. Giunta a scuola, Giulia si affrettò
su per le scale ansiosa di iniziare la lezione. Appena tutti furono seduti ai
propri posti, la maestra chiuse la porta e cominciò: “Ragazzi, come vi avevo
anticipato oggi tratteremo un problema di attualità: lo sfruttamento dei
bambini. In Asia e in altri paesi poveri, i genitori dei bambini sono costretti a
mandare i loro figli a lavorare in fabbrica o in miniera. Ho invitato qui un
ragazzo che ha lavorato per due anni in una Fabbrica di Tappeti: il suo nome è
Karim lui parla un po’ italiano perché vive a Roma da tre anni. Oggi è qui per
raccontare la sua significativa storia.” Ecco che Karim iniziò a parlare: “Ero
piccolo allora: avevo 5 anni, la mia sorellina si ammalò e per poter comprare i
farmaci dovevo lavorare.
Mio padre fu costretto a chiedere un prestito al padrone. Fui
mandato a lavorare nella Fabbrica dei Tappeti del padrone
per estinguere il debito. Scoprì però in seguito che era una
truffa. Il debito non si estingueva mai. Nella Fabbrica di
Tappeti c’ erano altri bambini che dovevano lavorare 14 ore al
giorno. Avevano solo 5 minuti per completare il pasto e se
non erano svelti li punivano e frustavano. Poi 3 anni fa arrivò
la polizia e ci liberò. Grazie all’ aiuto della Polizia io sono
venuto in Italia per studiare ed imparare a leggere e a
scrivere.” Karim a questo punto tacque e scoprì che essere
amati, avere la protezione dei genitori vale più di una miniera
di oro. Nella vita quel signore ha pagato ed ora sta in carcere
a giusta ragione.
Nessuno deve permettersi di sfruttare i bambini
costringendoli a lavori sovraumani!
I documenti che puoi leggere di seguito, di cui sono riportati alcuni articoli
sono stati approvati dall’ Assemblea generale .
Dell’ ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE (ONU).
Essi costituiscono uno strumento importante per garantire ai bambini del
mondo Diritti Fondamentali: la libertà, la protezione da ogni forma di
violenza, la salute, una corretta alimentazione e l’ istruzione; ma anche la
possibilità di giocare e coltivare i propri interessi.
Art. 4 Il fanciullo ha diritto a un’ alimentazione , a un
alloggio, a svaghi e a cure mediche adeguate.
Art.6 Il fanciullo deve crescere in un’ atmosfera d’ affetto e
di sicurezza materiale e morale.
Art. 7 Il fanciullo ha diritto a un’ educazione.
Art. 9 Il fanciullo non deve essere inserito nell’ attività
produttiva prima di avere raggiunto un’ età minima adatta.
Art. 10 Il fanciullo deve essere educato in uno spirito di
comprensione, di tolleranza, di amicizia tra i popoli.
Art. 1 Gli stati devono adottare ogni misura appropriata per assicurare
che il fanciullo sia protetto contro ogni forma di discriminazione o di
sanzione.
Art.12 Gli stati devono assicurare al fanciullo capace di formarsi una
propria opinione il diritto di esprimerla liberamente e in qualsiasi
materia.
Art.17 Gli stati devono tutelare il fanciullo contro l’ informazione e i
programmi che nuociano al suo benessere.
“Io mi chiamo Nino e ho 10 anni, ho vissuto in più di
mille periferie, ho parenti neri, bianchi e gialli e ogni
giorno subisco soverchierie. La mia storia è un grido di
dolore su bocche mute che tacciano sempre.”
“Io mi chiamo Nino e tu mi devi ascoltare, da quando esisto
su di me alzano la voce e le mani. Il male che ho dentro tu
non puoi immaginare quant’ è.”
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Diapositiva 1 - direzione didattica 6° circolo avellino